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Domenica XXVI tempo ordinario Domenica XXVI tempo ordinario Anno C Salmo dei pellegrini 25 settembre 2016 Palazzo di Caifa e chiesa.

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Presentazione sul tema: "Domenica XXVI tempo ordinario Domenica XXVI tempo ordinario Anno C Salmo dei pellegrini 25 settembre 2016 Palazzo di Caifa e chiesa."— Transcript della presentazione:

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2 Domenica XXVI tempo ordinario Domenica XXVI tempo ordinario Anno C Salmo dei pellegrini 25 settembre 2016 Palazzo di Caifa e chiesa

3 Amos rimprovera il lusso smisurato dei ricchi del suo tempo (VIII sec. aC), sia nel regno del nord (Samaria) come in quello del sud (Giuda). La parabola del ricco e del povero Lazzaro, raccontata oggi da Luca, secondo alcuni autori alluderebbe al paragone tra Caifa e Gesù. Caifa era un uomo molto ricco, Sommo Sacerdote, che decise di uccidere Gesù a causa della risurrezione di Lazzaro (il povero della parabola, come lo stesso Gesù indifeso davanti a Caifa). I cani che leccano il povero (Gesù), possono essere i “pagani” che ricorrono a Lui (cf. donna cananea Mt 15,22-28) La parabola, dunque, ci presenta la situazione di Caifa (il ricco) e di Gesù (il povero). Nella presentazione del Salmo le immagini saranno in rapporto con Caifa e in quella del commento al vangelo saranno in rapporto con Gesù. Nel palazzo di Caifa Gesù rimase prigionero nell’ultima notte e fu in questo palazzo che Pietro negò Gesù. Perciò la chiesa costruita sui reperti del palazzo è chiamata del “Gallicantu” (cioè del canto del gallo) Reperti del palazzo di Caifa in primo piano; dietro: chiesa del Gallicantu

4 Am 6:1a, 4-7 Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria! Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla. Canterellano al suono dell’arpa, come Davide improvvisano su strumenti musicali; bevono il vino in larghe coppe e si ungono con gli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano. Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati e cesserà l’orgia dei dissoluti. Carcere del palazzo di Caifa dove forse stette Gesù

5 Salmo 145 Loda il Signore, anima mia. Il Signore rimane fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. La scala era per le guardie, i prigioneri venivano fatti scendere con funi attraverso questo buco

6 Loda il Signore, anima mia. Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. Pianterreno del carcere, dove Gesù trascorse la notte

7 Loda il Signore, anima mia. Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. Betania. Porta della tomba di Lazzaro

8 L’apostolo Paolo traccia come una sintesi dell’intero discorso rivolto al discepolo Timoteo: “ Tu, uomo di Dio, evita queste cose “. Quali cose? Immediatamente prima aveva scritto: “ l’avidità del denaro è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti“ (1Tim.6, 10). Il Vangelo di Luca sottolinea con vigore il tema della povertà e l’episodio di Lazzaro e del ricco epulone ne è un esempio luminoso. Guardiamo il ricco. Non ha nome. Il povero, invece, ha un nome. In nessun’altra parabola Gesù assegna un nome ai personaggi. Il nome, Lazzaro, cioè “Dio aiuta”, dato ad uno straccione seduto per terra alla porta del palazzo di un anonimo straricco, è una bella provocazione per la nostra fede.

9 1Tm 6:11-16 Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio, il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo. A lui onore e potenza per sempre. Amen. Luogo dove si riunivano il Sinedrio e Caifa

10 ALLELUIA 2Cor 8:9 Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. Porta di Damasco da dove uscì Paolo con le lettere del sommo sacerdote Caifa, per perseguitare i cristiani Porta antica

11 Ma ecco la morte, a dare verità alla vita. Ella squarcia il velo delle apparenze e manifesta la realtà profonda. Lazzaro è nel seno di Abramo, il ricco è sepolto nell’inferno. E’ il ribaltamento delle sorti! Il ricco, che non aveva dato a Lazzaro neppure quello che cadeva dalla sua mensa, vorrebbe che Lazzaro ora gli portasse il refrigerio di poche gocce d’acqua. Ma ciò è impossibile, non solo perché uno è nella consolazione e l’altro nel tormenti, ma anche perché c’è tra di loro “un grande abisso”. Un grande abisso che è la separazione profonda tra “colui che era”, perché aspettava e aspirava a vivere, e “colui che non era”, perché riduceva se stesso a quello che possedeva.

12 Ossario di Caifa (di“Joseph bar kaiapha”. Museo di Gerusalemme) Lc 16: 19-31In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

13 Originale: Joan Ramirez (+) Immagini, letture, musica, commenti (versione catalana e castigliana) : Regina Goberna, con la collaborazione di Àngel Casas Versione inglese : Vivian Townsend Versione italiana: Ramon Julià Versione euskera (basco): Periko Alkain Versione portoghese: Ze Manel Marquespereira Versione francese: Àngel Casas Versione neerlandese : Ben Van Vossel Video: Esther Lozano Monache di S. Benedetto di Montserrat www.monestirsantbenetmontserrat.cat/regina www.monestirsantbenetmontserrat.cat/regina


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