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DIRITTO INTERNAZIONALE PUBBLICO

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Presentazione sul tema: "DIRITTO INTERNAZIONALE PUBBLICO"— Transcript della presentazione:

1 DIRITTO INTERNAZIONALE PUBBLICO
- Prof. Sara Tonolo - Trieste 27 marzo 2017 –

2 CONSUETUDINE INTERNAZIONALE
Nozione: ripetizione di un comportamento da parte degli Stati/membri della società internazionale, accompagnata dalla convinzione che tale comportamento sia conforme a diritto Unica fonte di diritto internazionale generale, molto importante≠diritto interno Fonte di norme non scritte – salvo codificazione

3 CONSUETUDINE INTERNAZIONALE
ELEMENTI COSTITUTIVI DIUTURNITAS/PRASSI/RIPETIZIONE DI COMPORTAMENTO OPINIO IURIS ET NECESSITATIS/CONVINZIONE DI OBBLIGATORIETA’

4 CONSUETUDINE INTERNAZIONALE
Concezione dualistica, fondata sui due elementi esaminati: art. 38 Statuto CIG: pratica generale accettata come diritto. Tentativi di elaborare concezione monista: solo usus (Kelsen); solo opinio iuris (Ziccardi) – non hanno avuto successo per inscindibilità dei due elementi (CIG, , piattaforma continentale del mare del nord; Trib. Ex Jugo, ).

5 ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA CONSUETUDINE
Elemento materiale/oggettivo/diuturnitas/usus: ripetizione di un comportamento: Nelle relazioni internazionali; Nell’interno degli Stati: adozione di regole legislative o giurisprudenziali; Prassi diffusa: comportamento deve essere ripetuto da un numero di Stati rappresentativo della società internazionale Prassi costante: tempo variabile Prassi uniforme: valutazione attenta del comportamento degli Stati/difficile confine con illecito- se Stato indica eccezione esiste la regola (CIG, Nicaragua/USA).

6 ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA CONSUETUDINE
Elemento psicologico/soggettivo/opinio iuris et necessitatis/convinzione che il comportamento tenuto sia conforme a diritto: Distingue la consuetudine da un mero uso – ripetizione di comportamento per cortesia ma non per obbligo; Prova dell’esistenza di una consuetudine generale: ad es. pattuizione di una norma in un trattato internazionale = prova del diffondersi di una prassi idonea a diventare consuetudine perché accompagnata da convinzione di obbligatorietà; Stabilisce la rilevanza di una prassi interna (che può anche essere coincidenza); Stabilisce la rilevanza di una prassi negativa (stati si astengono da un determinato comportamento; Definisce il carattere cogente di una norma consuetudinaria.

7 CONSUETUDINE INTERNAZIONALE
Come si forma una consuetudine internazionale? Intervento di organi degli Stati: rilevanza fondamentale dei giudici: ad es. regole su immunità dalla giurisdizione.

8 CODIFICATE NELLA CARTA ONU
ESEMPI CONSUETUDINI DI ORIGINE ANTICA CODIFICATE NELLA CARTA ONU IN CORSO DI FORMAZIONE

9 CONSUETUDINI DI ORIGINE ANTICA
Uguaglianza sovrana tra Stati Principio di non ingerenza Principio di buona fede

10 UGUAGLIANZA SOVRANA TRA STATI
Sincretismo di due concetti: sovranità e uguaglianza Sovranità: esercizio delle prerogative dello Stato sul proprio territorio e dei diritti che consentono di determinarsi autonomamente nelle relazioni con gli altri Stati: trattati, immunità. Uguaglianza - effettiva

11 PRINCIPIO DI NON INGERENZA
Divieto di ingerenza di uno Stato negli affari interni di un altro: Divieto di usurpare la competenza territoriale esclusiva di un altro Stato; Divieto di accogliere sul proprio territorio persone che svolgono attività destabilizzatrice nei confronti di uno Stato straniero; Divieto di aiutare gli insorti contro il governo legittimo in caso di guerra civile. Ris del su inammissibilità di intervento in affari interni; Ris. 36/103 del ; CIG, – Nicaragua/USA, par. 202.

12 PRINCIPIO DI BUONA FEDE
Regola di comportamento nell’attuazione degli obblighi internazionali Ris del sui principi che riguardano le relazioni amichevoli e la cooperazione tra Stati Art. 31 della Convenzione di Vienna del

13 CONSUETUDINI CODIFICATE NELLA CARTA ONU
Divieto dell’uso della forza: art. 2, par. 4; Soluzione pacifica delle controversie: art. 1, par. 1; art. 2, par. 3; art. 33 Autodeterminazione dei popoli: art. 1 par. 2 Rispetto dei diritti dell’uomo: art. 1, par. 3 e art. 55 Principio della cooperazione internazionale: art. 56.

14 DIVIETO DELL’USO DELLA FORZA
Art. 2 par. 4 della Carta ONU; Violazione del divieto assoluto = atto di aggressione – ris del ; Divieto di aggressione indiretta: CIG, , par. 114 Eccezioni: Diritto di legittima difesa: art. 51 Carta; altre eccezioni Conseguenze della violazione: illecito internazionale – conseguente uso della forza da parte della vittima

15 SOLUZIONE PACIFICA DELLE CONTROVERSIE
Art. 1 par. 1; art. 2, par. 3; art. 33 e capo VI della Carta; Corollario del divieto dell’uso della forza; Vari mezzi di soluzione pacifica delle controversie: mediazione, inchiesta, negoziazione, arbitrato, organo giurisdizionale. Fondamento: volontà degli Stati.

16 AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI
Art. 1 par. 2 e art. 55 Carta, anche se ha origini più antiche, come principio politico non giuridico (USA 1786; Francia 1792); Conferma del principio giuridico: art. 1 Patti 1966 Limiti: Integrità territoriale, indipendenza e sovranità degli Stati che si adeguano a tale principio; Pace e sicurezza internazionali; Diritti dell’uomo

17 AMBITO DI APPLICAZIONE
DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE ESTERNA: Popoli soggetti a dominio coloniale; Popoli oppressi da altro governo e privati della libertà di autodeterminarsi (come il popolo palestinese o quello del Sahara ex spagnolo sottoposto all’occupazione del Marocco); Gruppi etnico – razziali – religiosi discriminati così gravemente a livello politico e sociale dalle autorità centrali da non essere in alcun modo rappresentati al governo (maggioranza di colore in Sudafrica all’epoca di apartheid).

18 RISPETTO DEI DIRITTI DELL’UOMO
Art. 1 Carta ONU; Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo 1948; Convenzione europea dei diritti dell’uomo 1950; Patti delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali del 1966 Convenzione sui diritti del fanciullo 1989

19 CONSUETUDINI IN CORSO DI FORMAZIONE
Principio di autorizzazione all’ingerenza negli affari interni: Evoluzione della regola del c.d. “intervento armato su invito”- assistenza militare di Stati terzi sul territorio dello Stato richiedente aiuto: CIG Nicaragua/USA 1986 par. 246; CIG, Congo/Uganda, 2005, par. 105; Incerta applicabilità della regola nell’ambito delle guerre civili-eccezione per le ipotesi di guerra di secessione-legittimo intervento perché sicuro il soggetto che autorizza: caso intervento francese in Mali nel gennaio 2013 in seguito alla proclamazione Stato Azawad nel nord del Mali da movimento tuareg e gruppi armati islamici. Ris. CdS

20 AMBITO D’APPLICAZIONE DELLA CONSUETUDINE INTERNAZIONALE
Consuetudine= fonte di diritto internazionale generale. Art. 38 par. 1 Statuto CIG definisce la consuetudine come “pratica generale accettata come diritto”

21 AMBITO D’APPLICAZIONE DELLA CONSUETUDINE INTERNAZIONALE
Fino a che punto rileva l’accettazione degli Stati (consuetudine = accordo tacito/Grozio)? 1 - Stato contestatore; 2 - Gruppi di Stati.

22 1 - CONSUETUDINE INTERNAZIONALE – STATO CONTESTATORE
Problema: è applicabile nei confronti di uno Stato che, anziché rimanere silenzioso dinanzi alla prassi altrui, si sia opposto esplicitamente: o Comportandosi diversamente; Rifiutando di adeguarsi alla prassi altrui.

23 1 - PROBLEMA DELLO STATO OBIETTORE PERSISTENTE
Consuetudine preesistente Stato di nuova formazione Atteggiamento del nuovo Stato è irrilevante e quindi lo Stato è vincolato dal diritto consuetudinario preesistente, a meno che… ….la contestazione non provenga da un gruppo di Stati (ad es. ex colonie) e si estenda anche oltre il gruppo degli originari contestatori diffondendo un’opinio iuris nell’insieme della società internazionale - Dipende comunque dall’atteggiamento degli altri Stati: se protestano e l’obiettore è isolato deve considerarsi obbligato a pena di illecito; se non protestano accettano la sua obiezione e quindi ammettono l’eccezione alla regola

24 1 - PROBLEMA DELLO STATO OBIETTORE PERSISTENTE
Consuetudine in corso di formazione Questione aperta sull’obbligatorietà della consuetudine per lo Stato che si rifiuta di adeguarsi alle norme consuetudinarie in via di formazione. Teoria consensualistica della consuetudine (Brownlie): Stato non è obbligato; Stato è sempre obbligato se non evita il formarsi di opinio iuris generale (Conforti, Cassese, Ronzitti); Dipende dall’atteggiamento degli altri Stati: se protestano, obbligo per lo Stato obiettore – illecito; se non protestano, accettano eccezione alla regola.

25 1 - PROBLEMA DELLO STATO OBIETTORE PERSISTENTE – CIG 18. 12
1 - PROBLEMA DELLO STATO OBIETTORE PERSISTENTE – CIG – Norvegia/Regno Unito Controversia c.d. delle Peschiere: Delimitazione di linea di base del mare territoriale: da parte della Norvegia in maniera difforme da quella della bassa marea: la Norvegia dal 1869 usava il sistema delle linee rette di base, codificandolo nel 1935 allo scopo di ampliare il mare territoriale e di sottrarre così la possibilità ad altri Stati di svolgere attività di pesca nel mare territoriale (anche del Regno Unito)

26 Norvegia: sistema delle linee rette per la linea di base
1 - PROBLEMA DELLO STATO OBIETTORE PERSISTENTE – CIG – Norvegia/Regno Unito Norvegia: sistema delle linee rette per la linea di base Regno Unito: pretesa illecita per formazione di una nuova consuetudine che limita sistema di linee rette a baie di ampiezza non superiore a dieci miglia

27 1 - PROBLEMA DELLO STATO OBIETTORE PERSISTENTE – CIG 18. 12
1 - PROBLEMA DELLO STATO OBIETTORE PERSISTENTE – CIG – Norvegia/Regno Unito …Corte nega esistenza di regola delle dieci miglia e afferma che la pretesa della Norvegia era conforme al diritto internazionale vigente Afferma in ogni caso che tale posizione della Norvegia è generalmente “tollerata” dalla comunità internazionale, anche per l’astensione prolungata del Regno Unito sul comportamento della Norvegia in merito alle zone di pesca (dal 1869 a quasi un secolo).

28 2 - APPLICABILITA’ DELLA CONSUETUDINE A UN GRUPPO DI STATI
Esiste la consuetudine particolare – che vincola esclusivamente un determinato gruppo di Stati? 1) Consuetudine locale; 2) Consuetudine modificatrice o integratice di un accordo multilaterale.

29 2 - CONSUETUDINE LOCALE Consuetudine che si forma esclusivamente tra gli Stati che appartengono a una determinata area geografica o politica: Esiste ad es.nei paesi dell’America latina regola che consente a uno Stato di offrire asilo nei locali della propria rappresentanza diplomatica all’estero a persone accusate nello Stato in cui tale rappresentanza ha sede di aver commesso un reato politico.

30 2 - PROVA DI ACCETTAZIONE DI CONSUETUDINE REGIONALE – CIG,20. 11
2 - PROVA DI ACCETTAZIONE DI CONSUETUDINE REGIONALE – CIG, – Colombia/Perù Caso Haya de La Torre: uomo politico peruviano ottiene l’asilo politico presso l’ambasciata colombiana a Lima e la Colombia pretendeva che la qualificazione del reato per il quale Haya de La Torre era accusato dal Perù ai fini della concessione dell’asilo spettasse allo Stato dell’asilo (nel caso la Colombia), ma il Perà negava che fosse così.

31 Perù nega che esista consuetudine
2 - PROVA DI ACCETTAZIONE DI CONSUETUDINE REGIONALE – CIG, – Colombia/Perù Colombia concede asilo diplomatico a capo di insurrezione in Perù nell’ambasciata colombiana a Lima- poteva qualificare reato politico per consuetudine regionale Perù nega che esista consuetudine

32 ….Corte nega che la Colombia abbia provato l’esistenza della consuetudine ma non esclude in linea teorica l’esistenza di consuetudini particolari

33 2 - CONSUETUDINE INTEGRATICE O MODIFICATRICE DI UN ACCORDO MULTILATERALE
Si forma tra gli Stati parti di un trattato per modificarne o integrarne il contenuto in assenza di un formale emendamento del trattato: Es. deroga all’art. 27 par. 3 Carta ONU per prassi degli Stati secondo cui astensione di un membro permanente non impedisce l’adozione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza: parere CIG caso Namibia 1971 Limite per trattato istitutivo di organizzazione internazionale: se vi è organo competente a controllare rispetto del diritto, come per la Comunità europea: sent causa 327/91, competenza a stipulare trattati internazionali.

34 2 - DIFFERENZA TRA LE DUE TIPOLOGIE DI CONSUETUDINI
Varie teorie Entrambe sono consuetudini (Conforti); Solo la consuetudine regionale è consuetudine perché quella modificatrice di accordo è accordo tacito (Ronzitti); Entrambe sono accordo tacito (Arangio – Ruiz, Condorelli).

35 2 - DIFFERENZA TRA LE DUE TIPOLOGIE DI CONSUETUDINI
Per la consuetudine regionale, la giurisprudenza richiede che lo Stato che la invoca provi che lo Stato nei cui confronti la invoca abbia partecipato al processo consuetudinario: obiezione persistente impedisce l’entrata in vigore

36 2 - CONSUETUDINE PARTICOLARE
Si continua a parlare di consuetudine particolare, benchè sia richiesta prova di accettazione dello Stato contro cui si invocasarebbe meglio forse parlare di accordo tacito

37 2 - CONSUETUDINE PARTICOLARE SI PUO’ TRASFORMARE?
Sì – si può trasformare in consuetudine generale: se la prassi si diffonde oltre la cerchia dei destinatari originari e si crea opinio iuris generale Es.: uti possidetis: delimitazione coloniale della Spagna dei territori di Stati america latina si è conservata come delimitazione confini Stati indipendenti. Estensione a tutti Stati ex colonie; e anche a dissoluzione di Stato federale: parere di Commissione di arbitrato, ,n.3 per gli Stati ex Jugoslavia.


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