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La valutazione d’Istituto, leva di miglioramento dell’organizzazione e della programmazione dell’O.F.

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Presentazione sul tema: "La valutazione d’Istituto, leva di miglioramento dell’organizzazione e della programmazione dell’O.F."— Transcript della presentazione:

1 La valutazione d’Istituto, leva di miglioramento dell’organizzazione e della programmazione dell’O.F.

2 Premessa Titolo del Progetto:« Un approccio sistemico per la definizione e l’attuazione di interventi di miglioramento» Obiettivo di processo: migliorare la didattica attraverso la metodologia della progettazione, valutazione e certificazione delle competenze. «La presente idea progettuale, strettamente coerente con i Rapporti di autovalutazione, i Piani di miglioramento e i P.T.O.F. elaborati dalle singole istituzioni scolastiche che compongono la presente rete di scopo, trae origine anche dall’esigenza di soddisfare obiettivi prioritari nazionali, crescita professionale dei docenti e promozione di processi di autovalutazione e miglioramento, come azioni condivise e partecipate» Lucrezia Stellacci

3 Premessa Impalcatura generale del sistema di valutazione applicato al Sistema nazionale di istruzione e formazione . La Valutazione non appartiene alla nostra tradizione culturale, di stampo gentiliano Modello valutativo condizionato dal contesto culturale, politico,socio-economico che lo adotta e lo fa attuare. Stratificazione di norme successive che ne ha reso poco trasparente l’impianto e gli obiettivi Le Scuole percepiscono la valutazione come mero adempimento burocratico e come tale lo gestiscono (Esiti della Ricerca pugliese «Orizzonti della valutazione») Lucrezia Stellacci

4 Premessa La conoscenza e la competenza sugli strumenti di valutazione diventano fondamentali per lo sviluppo della cultura della valutazione, Sulla base degli esiti della valutazione i docenti sono indotti a riqualificare la propria professionalità in linea con gli obiettivi di miglioramento progettati per la Scuola, La crescita professionale dei docenti migliora le scelte della scuola, sia di tipo organizzativo che educativo-didattico

5 Il Sistema nazionale di valutazione
Concetti chiave: Autonomia scolastica funzionale Ambiti del S.N.V. Obiettivi del S.N.V. Valutazione dell’istituzione scolastica: organizzazione Valutazione dell’istituzione scolastica: procedimento Oggetto della valutazione di sistema Strumenti di valutazione Ciclo di valutazione Lucrezia Stellacci

6 Autonomia scolastica funzionale
Sistemi accentrati: scarsa significatività del sistema di valutazione Sistemi decentrati nelle modalità di gestione per realizzare obiettivi unitari I modelli organizzativi decentrati si fondano sulla capacità di governance dei poteri centrali: Obiettivi chiari, condivisi, realizzabili Controlli sui risultati delle politiche di gestione attuate in periferia Lucrezia Stellacci

7 Autonomia scolastica funzionale
Legge quadro n.59/97: principi di decentramento delle funzioni amministrative dello Stato dal centro agli organi periferici. Autonomia scolastica (art.21) Decentramento amministrativo (D.Leg.vo n.112/98, artt ) Decentramento funzioni legislative: Legge costituzionale n.3/2001 Autonomia scolastica funzionale: D.P.R. n.275/99 art.8: Obiettivi generali del processo di istruzione Obiettivi specifici di apprendimento per ciascun corso di studi ed indirizzo Lucrezia Stellacci

8 Ambiti del S.N.V. Si struttura su tre ambiti:
Esiti formativi degli studenti Autovalutazione/valutazione di istituto Valutazione dei D.S. e valorizzazione del merito dei docenti Si fonda su due disposizioni normative di rango primario: D.P.R. n.80 del 28/3/2013 Legge n.107 del 13 luglio 2015 Lucrezia Stellacci

9 Esame del D.P.R.80/2013: Obiettivi del S.N.V.
Obiettivo del Sistema: Miglioramento della qualità dell’offerta formativa delle scuole e degli apprendimenti degli studenti.(art.2) Sistema a tre gambe:artt.3-4-5 Conferenza nazionale di coordinamento: art.2 Direttiva e Linee Guida: art.2 Procedimento di valutazione: art.6 Lucrezia Stellacci

10 Esame del D.P.R.80/2013:Procedimento
Il procedimento di valutazione delle istituzioni scolastiche si sviluppa nelle seguenti quattro fasi: a. Autovalutazione delle istituzioni scolastiche Analisi di dati relativi all’istituzione scolastica rapportati a quelli di altre istituzioni della stessa tipologia che appartengono allo stesso territorio Rapporto di autovalutazione e formulazione di un piano di miglioramento b. Valutazione esterna Individuazione, da parte dell’INVALSI, delle situazioni da sottoporre a verifica sulla base di indicatori di efficienza e di efficacia. Programma delle visite e protocolli scientifici della Conferenza di coordinamento. Nuclei di valutazione esterna. Eventuale ridefinizione da parte delle istituzioni scolastiche dei piani di miglioramento Lucrezia Stellacci

11 Esame del D.P.R.80/2013 c. Azioni di miglioramento
Definizione nel P.d.M., da parte delle istituzioni scolastiche, degli interventi migliorativi, che potranno essere attuati con il supporto dell’INDIRE o attraverso la collaborazione con Università, enti di ricerca, associazioni professionali e culturali. d. Rendicontazione sociale delle istituzioni scolastiche Pubblicazione e diffusione dei risultati raggiunti attraverso indicatori e dati comparabili in una dimensione di trasparenza e condivisione con la comunità sociale di appartenenza. Lucrezia Stellacci

12 Esame del D.P.R.80/2013 Oggetto della valutazione di sistema:
Performance organizzativa e didattica della scuola Azioni del D.S. nelle aree organizzative e gestionali di sua pertinenza Art.2 comma 2 dispone che l’S.N.V. fornisce i risultati della valutazione ai Direttori Regionali per la valutazione dei Dirigenti Scolastici ai sensi dell’Art.25 D.Leg.vo n.165 del 30 marzo 2001 e s.m.i. Ruolo dei Dirigenti Scolastici fondamentale per la buona organizzazione dell’Istituto e per i risultati di apprendimento degli studenti. (« l’impatto di un buon dirigente sugli esiti scolastici del proprio istituto è misurabile e significativo» ricerca Fondazione Agnelli) Lucrezia Stellacci

13 Strumenti della valutazione di sistema
Il S.N.V., dopo numerose sperimentazioni, è entrato a regime nell’a.s Direttiva Ministeriale n.11 del 18/9/2014 che indica le priorità strategiche a cui le Scuole devono tendere nel processo di autovalutazione/miglioramento: Riduzione della dispersione scolastica e dell’insuccesso scolastico, Riduzione delle differenze tra scuole e aree geografiche nei livelli di apprendimento degli studenti Rafforzamento delle competenze di base degli studenti rispetto alla situazione di partenza Valorizzazione degli esiti a distanza degli studenti con attenzione all’Università e al lavoro. Valutazione esterna da parte dei Nuclei, a partire dall’a.s , ad un massimo del 10% delle scuole individuate per il 7% dagli indicatori Invalsi e per il 3% in base a campionamento casuale. Lucrezia Stellacci

14 Strumenti della valutazione di sistema: Il R.A.V.
Il R.A.V. di compone di cinque sezioni: 1’ sezione: “contesto e risorse”, guida la scuola ad esaminare il suo contesto come popolazione scolastica, territorio, capitale sociale, risorse economiche, materiali e professionali ed ad evidenziare i vincoli e le opportunità presenti per agire efficacemente sugli esiti degli studenti 2’ sezione: “esiti degli studenti” esaminati sotto 4 aspetti diversi: Risultati scolastici Risultati prove standardizzate Competenze chiave di cittadinanza Risultati a distanza Sulla base di indicatori predefiniti e aggiunti dalla scuola, la stessa giudicherà il suo operato secondo rubriche di valutazione con una scala da 1 a 7. Ogni rubrica si conclude con una motivazione del giudizio assegnato. Lucrezia Stellacci

15 Format del R.A.V. 3’ sezione: «Processi» messi in atto nella scuola e ripartiti in 2 grandi aree: Pratiche educative e didattiche ripartite in 4 sub-aree Curricolo, Progettazione e Valutazione Ambiente di apprendimento Inclusione e Differenziazione Continuità ed Orientamento 2. Pratiche gestionali ed organizzative suddivise in 3 sub-aree Orientamento Strategico ed Organizzazione della Scuola Sviluppo e Valorizzazione delle Risorse Umane Integrazione col Territorio e Rapporti con le Famiglie Ciascuna di queste pratiche esaminata sulla base di indicatori predefiniti o originali diventa oggetto di domande guida per individuare punti di forza e di debolezza. Si conclude con rubriche di valutazione a 7 valori. Lucrezia Stellacci

16 Format del R.A.V. 4’ sezione: Il processo di autovalutazione. Guida la scuola ad una riflessione sul percorso appena compiuto. 5’ sezione: Priorità e traguardi orientati agli esiti degli studenti, specificando quale dei 4 esiti si voglia prendere in considerazione e precisando su quali aspetti si voglia puntare per il miglioramento. Ciascuna priorità andrà scomposta in obiettivi di processo, in corrispondenza delle 7 aree di processo già esaminate, distinguendo tra obiettivi di medio o di breve periodo. Lucrezia Stellacci

17 RIFERITE AGLI ESITI DEGLI STUDENTI TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO
GLI STRUMENTI Piano triennale Obiettivo di processo PRIORITÀ RIFERITE AGLI ESITI DEGLI STUDENTI TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO Obiettivo di processo Obiettivo di processo Piano di Miglioramento

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20 P.d.M. Nessun format predefinito ed obbligatorio. L’INDIRE ha fornito un modello a cui le scuole in maggioranza hanno fatto riferimento. Stabilite le priorità e definiti i traguardi da raggiungere nell’ultima parte del R.A.V. che diventa la prima parte del P.d.M., si programmano gli obiettivi di processo in corrispondenza delle sette aree di processo riportate pure nella V Sez.del R.A.V. Per ciascun obiettivo di processo,si specificano le azioni da porre in essere, con gli indicatori di risultato atteso e/o realizzato. Il monitoraggio dell’intero processo di realizzazione delle azioni programmate deve essere scandito anno dopo anno. Lucrezia Stellacci

21 P.T.O.F. Prende il posto del P.O.F. di cui all’art.3 del D.P.R.275/99, e si adegua al ciclo triennale degli altri documenti della scuola, anche se aggiornabile annualmente. Si compone del P.d.M., dell’offerta formativa ordinaria, del piano delle risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi programmati, e del Piano di formazione del personale. Presuppone un ampio coinvolgimento degli enti territoriali e della società civile in tutte le sue forme associative, attivato da parte del D.S., che dovrà poi rendicontare i risultati del ciclo triennale di miglioramento agli stessi soggetti chiamati in sede di programmazione. Siffatta attività di promozione della partecipazione e della collaborazione con il contesto sociale, insieme all’apprezzamento conquistato, costituisce una delle dimensioni professionali su cui il D.S. viene valutato Lucrezia Stellacci


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