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IL PRIMO SOCCORSO NEI LUOGHI DI LAVORO

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Presentazione sul tema: "IL PRIMO SOCCORSO NEI LUOGHI DI LAVORO"— Transcript della presentazione:

1 IL PRIMO SOCCORSO NEI LUOGHI DI LAVORO
Corso teorico-pratico di alfabetizzazione alle tecniche di Primo Soccorso nei luoghi di lavoro (D.Lgs.81/08 ) Il primo soccorso nei luoghi di lavoro Il D.Lgs. 626/94 ha apportato modifiche sostanziali alla normativa vigente in tema di pronto soccorso aziendale. Tra queste, l’obbligo per il datore di lavoro di designare i lavoratori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso, salvataggio, prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione dell’emergenza. Un Decreto ministeriale attuativo (che al momento attuale non è stato ancora promulgato, ma del quale è stata data ampia anticipazione) dovrà prevedere, tra l’altro, le modalità della formazione del personale addetto (ivi compresi i programmi formativi ed addestrativi). Il materiale formativo presentato, redatto anche alla luce delle anticipazioni dei programmi ministeriali, vuole avere un approccio pratico, enfatizzando, in particolare: a) le procedure organizzative per fornire un adeguato primo soccorso ai lavoratori colti da malessere o da traumi; b) le più semplici manovre che il primo soccorritore, in attesa del personale sanitario, dovrà compiere nelle situazioni di emergenza ed urgenza. Precederà la parte addestrativa una breve introduzione teorica, per fornire ai partecipanti al corso le informazioni necessarie alla corretta esecuzione delle procedure e delle manovre successivamente illustrate dall’istruttore e poi, da ciascun partecipante al corso, eseguite sotto la supervisione dell’istruttore. La finalità del corso non è quella di trasformare gli addetti alle squadre aziendali di intervento in supplenti del personale sanitario preposto a questo compito, ma di fornir loro un approccio pratico per gestire in modo efficace l’assistenza al lavoratore infortunato o colto da malore. Il D.Lgs.81/08 ha apportato modifiche sostanziali alla normativa vigente in tema di pronto soccorso aziendale. Tra queste, l’obbligo per il datore di lavoro di designare i lavoratori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso, salvataggio, prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione dell’emergenza.

2 OBIETTIVI DIDATTICI E CONTENUTI MINIMI DELLA FORMAZIONE DEI LAVORATORI DESIGNATI AL PRONTO SOCCORSO PER LE AZIENDO DI GRUPPO B,C Obiettivi didattici Programma Tempi Prima giornata Modulo A Totale 4 ore Allertare il sistema di soccorso Cause e circostanze dell’infortunio (luogo dell’infortunio, numero delle persone coinvolte, stato degli infortunati ecc.) Comunicare le predette informazioni in maniera chiara e precisa ai Servizi di assistenza sanitaria di emergenza Riconoscere una emergenza sanitaria 1) Scena dell’infortunio Raccolta delle informazioni; Previsione dei pericoli evidenti e di quelli probabili 2) Accertamento delle condizioni psico-fisiche del lavoratore infortunato Funzioni vitali (polso, pressione, respiro);Stato di coscienza; Ipotermia ed ipertermia 3) Nozioni elementari di anatomia e fisiologia dell’apparato cardiovascolare e respiratorio 4) Tecniche di autoprotezione del personale addetto al soccorso Attuare gli interventi di primo soccorso Sostenimento delle funzioni vitali Posizionamento dell’infortunato e manovre per la pervietà delle prime vie aeree; respirazione artificiale; massaggio cardiaco esterno 2) Riconoscimento e limiti dell’intervento di primo soccorso Lipotimia, sincope, shock, edema polmonare acuto, crisi asmatica, dolore acuto stenocardico, reazioni allergiche, crisi convulsive, emorragie esterne post- traumatiche e tamponamento emorragico Conoscere i rischi specifici dell’attività svolta

3 Obiettivi didattici Programma Tempi Prima giornata Modulo B Totale 4 ore Acquisire conoscenze generali sui traumi in ambiente di lavoro Cenni di anatomia dello scheletro Lussazioni, fratture e complicanze Traumi e lesioni cranio-encefalici e della colonna vertebrale Traumi e lesioni toraco-addominali Acquisire conoscenze generali sulle patologie specifiche in ambiente di lavoro Lesione da freddo e da calore Lesione da corrente elettrica Lesione da agenti chimici Intossicazioni Ferite lacero contuse Emorragie esterne Terza giornata Modulo C Acquisire capacità di intervento pratico Principali tecniche di comunicazione con il sistema di emergenza del SSN Principali tecniche di primo soccorso nelle sindromi cerebrali acute Principali tecniche di primo soccorso nella sindrome respiratoria acuta Principali tecniche di rianimazione cardiopolmonare Principali tecniche di tamponamento emorragico Principali tecniche di sollevamento, spostamento e trasporto del traumatizzato Principali tecniche di primo soccorso in caso di esposizione accidentale ad agenti chimici e biologici

4 LE RISORSE STRATEGICHE DEL PRIMO SOCCORSO
Il buon esito di un intervento di primo soccorso è legato a: la tempestività dell’intervento le capacità tecniche dei soccorritori Sulla scena di eventuali situazioni di pericolo devono agire soccorritori adeguatamente preparati per intervenire correttamente e tempestivamente. Le risorse strategiche del primo soccorso In emergenza ed urgenza sanitaria le capacità tecniche dei soccorritori - principalmente la preparazione professionale del personale sanitario di pronto soccorso ed il grado di addestramento di questi operatori - influenzano direttamente le probabilità di successo d’intervento e favoriscono la successiva stabilizzazione ospedaliera del soggetto soccorso; purtroppo, l’attivazione di queste risorse ha tempi di risposta spesso troppo lunghi per la sopravvivenza dei soggetti in situazioni d’emergenza. La presenza sulla scena dell’evento, quindi, di un primo soccorritore è l’altra condizione che influisce sul buon esito del successivo intervento di pronto soccorso perché, direttamente avvia l’allertamento precoce del sistema d’emergenza nelle situazioni di emergenza ed urgenza, contribuendo alla tempestività del successivo intervento sanitario, indirettamente evita nei casi di non urgenza un uso improprio del personale sanitario di pronto soccorso, senza distoglierlo da un corretto impiego in altre situazioni di vera emergenza, favorendo la tempestività di quel soccorso. Il corso ha l’obiettivo di porre ciascun operatore nella condizione di intervenire con tempestività ed adeguatezza nelle situazioni in cui è chiamato a disporre delle risorse sanitarie di pronto soccorso. Inoltre, con uno specifico processo formativo è possibile fornire in una occasione successiva agli stessi operatori di primo soccorso una capacità tecnica adeguata nelle manovre di rianimazione cardio polmonare (Basic Life Support o BLS per laici) e di traumatologia (Pre-hospital Trauma Care o PTC) secondo gli standard dell’Italian Resuscitation Council (IRC).

5 DESTINATARI del CORSO Il programma formativo riguarda il mondo del lavoro. I principali destinatari del corso sono: - i lavoratori addetti alle squadre di emergenza (“incaricati”) ma anche - gli altri lavoratori - I Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione e Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza - I dirigenti, i preposti e i datori di lavoro Destinatari del corso L’attività di primo soccorso in ambito lavorativo ha peculiarità e priorità diverse da altri contesti (ad esempio, in quella riguardante l’ambito comunitario o domestico i soggetti target sono bambini ed anziani pertanto si porrà l’accento sulle problematiche specifiche di questo contesto). Un’efficace intervento di primo soccorso presuppone, accanto alla padronanza delle più semplici tecniche, la capacità di definizione e di gestione di un sistema organizzativo aziendale che permetta agli addetti al primo soccorso di ben operare; per questo, accanto ai lavoratori addetti individuati dagli articoli 12 e 15 del D.Lgs. 626/94, è auspicabile la presenza degli attori del sistema aziendale di sicurezza (datore di lavoro, dirigenti, preposti, responsabile del servizio di prevenzione e protezione, referenti per i lavoratori della sicurezza).

6 FINALITA’ DELL’INTERVENTO FORMATIVO
Le manovre presentate (insieme alle nozioni teoriche indispensabili per poterle eseguire in sicurezza ed efficacia) devono dar modo ai partecipanti di: acquisizione di un approccio comportamentale adeguato a gestire le principali procedure di p.s. saper essere acquisizione di abilità manuali e di schemi operativi saper fare acquisizione delle conoscenze teoriche indispensabili sapere Finalità dell’intervento formativo Durante il corso verranno presentate le manovre di primo soccorso più semplici ed essenziali; la loro descrizione sarà preceduta da un’ampia descrizione teorica circa il significato, le modalità attuative ed i limiti delle manovre stesse; tali argomenti dovranno dar modo ai partecipanti di acquisire: 1) le conoscenze teoriche indispensabili (sapere); 2) abilità manuali e schemi operativi (saper fare); 3) un approccio comportamentale adeguato a gestire le principali procedure di primo soccorso (saper essere).

7 OBIETTIVI FORMATIVI Al termine del corso i partecipanti dovranno essere in grado di: riconoscere le situazioni di emergenza e di urgenza valutare la gravità del caso allertare il sistema di Emergenza Sanitaria territoriale 118 fornire un adeguato Primo Soccorso Obiettivi formativi Al termine del corso i partecipanti dovranno essere in grado di riconoscere le situazioni di emergenza e di urgenza, valutare la gravità del caso in relazione alle lesioni osservate (ed in particolare allo stato delle funzioni vitali), allertare il sistema di emergenza sanitaria e fornire un adeguato primo soccorso.

8 Le norme, le prime fasi del soccorso e l’autoprotezione del soccorritore
In questo capitolo verranno trattati i seguenti argomenti: La Normativa vigente sul pronto soccorso aziendale L’organizzazione aziendale del primo soccorso Il Triage L’autoprotezione del soccorritore

9 Normativa vigente sul Pronto Soccorso Aziendale
La normativa vigente sul pronto soccorso aziendale L’obbligo giuridico del datore di lavoro di prestare soccorso al lavoratore infortunato (o colpito da malore) è precetto antico nella nostra legislazione e risale a molti anni fa. Più recentemente il D.Lgs. 626/94 ha ampliato e completato gli obblighi del datore di lavoro in tema di assistenza medica d’emergenza dei lavoratori, modificando alcune delle incombenze già previste dalla legge alla luce dei più recenti orientamenti culturali e tecnici in tema di assistenza medica di emergenza. Obbligo giuridico del datore di lavoro di prestare soccorso al lavoratore infortunato (o colpito da malore)

10 Norme sul Pronto Soccorso Aziendale
Vecchie norme ancora in vigore D.Lgs.626/94 Norme sul pronto soccorso aziendale In tema di primo soccorso aziendale esistono nel nostro paese norme (tuttora vigenti) che risalgono agli anni ‘50 ed il più recente Decreto Legislativo 626/94, che come si diceva, ha ampliato gli obblighi del datore di lavoro.

11 Altre norme D.P.R. 27 aprile 1955 n. 547 D.P.R. 19 marzo 1956 n. 303
D.M. 28 luglio 1958 Le vecchie norme ancora in vigore Tra le norme ancora vigenti citiamo le più importanti come il D.P.R. 547/55, il D.P.R. 303/56 e il D.M. 28/07/1958. Il primo (D.P.R. 547/55) sancisce l’obbligo per il datore di lavoro di prestare l’assistenza necessaria ai lavoratori infortunati o colpiti da malore. Il D.P.R. 303/56 dedica un intero capo (il capo III) alla organizzazione del pronto soccorso aziendale, prevedendo per il datore di lavoro l’obbligo di tenere presidi via via più rappresentati in base ad alcune caratteristiche dell’azienda (come ad esempio la numerosità dei lavoratori dipendenti, i fattori di rischio presenti e l’ubicazione dell’azienda rispetto a centri urbani provvisti di posto pubblico di pronto soccorso). Infine, il Decreto Ministeriale 28 luglio 1958 sancisce il contenuto del pacchetto di medicazione, della cassetta di pronto soccorso e della camera di medicazione.

12 D.P.R. 547/55 CAPO IV - art. 388 Capo IV - art. 388 (Denuncia dell’infortunio e soccorsi d’urgenza) ... Il datore di lavoro deve predisporre che per gli infortuni, comprese le lesioni di piccola entità, siano immediatamente prestati all’infortunato i soccorsi d’emergenza D.P.R. 547/55 - art. 388 L’art. 388 del D.P.R. 547/55 sancisce l’obbligo giuridico per il datore di lavoro di prestare assistenza ai lavoratori infortunati; infatti, la norma recita che ... il datore di lavoro deve predisporre che per gli infortuni, comprese le lesioni di piccola entità, siano immediatamente prestati all’infortunato i soccorsi d’emergenza.

13 D.P.R. 547/55 art. 343 art. 343 (istruzione sui soccorsi ai colpiti da corrente elettrica) tabella con le istruzioni sui soccorsi da prestare ai colpiti da corrente elettrica officine e cabine elettriche D.P.R. 547/55 - art. 343 L’art. 343 del D.P.R. 547/55 sancisce l’obbligo per il datore di lavoro di esporre, in alcuni ben specificati locali di lavoro ove può esservi il rischio di infortunio elettrico, una tabella contenente le istruzioni da prestare ai soggetti colpiti da corrente elettrica. Quello riportato di seguito è il testo della norma. Art. 343 (istruzioni sui soccorsi ai colpiti da corrente elettrica). Nei locali delle officine e delle cabine elettriche deve essere esposta in modo visibile una tabella con le istruzioni sui soccorsi da prestare ai colpiti da corrente elettrica. Analogo provvedimento deve essere adottato negli stabilimenti e luoghi di lavoro in genere dove è utilizzata la corrente ad alta tensione(*) o dove la corrente, in relazione al suo uso ed alle condizioni locali, può costituire pericolo. (*) La definizione di corrente ad alta tensione è nell’art. 268 dello stesso D.P.R. 547/55, dove viene definita corrente ad alta tensione una corrente superiore a 400 Volta per correnti alternate e superiore a 600 Volta per correnti continue.

14 Norme generali per l’igiene del lavoro (D.P.R. 303/56)
Capo III: Servizi Sanitari Art. 27: Pronto soccorso (PS) art. 28: Pacchetto di medicazione art. 29: Cassetta di PS art. 30: Camera di medicazione art. 31: Decentramento del PS art. 32: Personale sanitario art. 56: Mezzi di PS e profilassi (in az. agricole) D.P.R. 303/56 Il D.P.R. 303/56 rappresenta il caposaldo della legislazione prevenzionistica vigente nel nostro Paese. Il decreto, promulgato nella seconda metà degli anni ‘50, risente, come è ovvio, di una cultura dell’emergenza che vedeva nell’ospedale il luogo principe ove trattare il paziente; la ospedalizzazione delle attività di primo soccorso sono dunque collegate a quel modo di pensare la cultura del soccorso.

15 Il D.P.R. 303/56 pacchetto di medicazione cassetta di pronto soccorso
camera di medicazione Il D.P.R. 303/56 e le attrezzature minime di pronto soccorso Più nello specifico, il D.P.R. 303/56 detta disposizioni sulle caratteristiche minime delle attrezzature di pronto soccorso. Queste disposizioni prevedono la necessità di tenere in azienda un pacchetto di medicazione, una cassetta di pronto soccorso, oppure una camera di medicazione, in base ad alcune e ben individuate caratteristiche dell’azienda (in sostanza, dimensioni dell’azienda e rischio).

16 comparto produttivo (industria, agricoltura, commercio)
Caratteristiche minime delle attrezzature di pronto soccorso (D.P.R. 303/56), in base a: comparto produttivo (industria, agricoltura, commercio) numero dei lavoratori lontananza dell’azienda da centri provvisti di posto permanente di pronto soccorso attività a rischio di scoppio, di infezione, di asfissia o di avvelenamento obbligo di sottoporre i lavoratori a visite mediche periodiche ai sensi dell’art. 33 del D.P.R. 303/56 Razionale delle attrezzature minime di pronto soccorso Le caratteristiche dell’azienda sulla base delle quali il datore di lavoro deve adeguare le attrezzature di pronto soccorso sono: 1) la tipologia del comparto produttivo (aziende industriali, agricole o commerciali), 2) il numero dei lavoratori impiegati, 3) la distanza dell’azienda da centri provvisti di posto permanente di pronto soccorso, 4) lo svolgimento, all’interno dell’azienda, di attività a rischio di scoppio, d’infezione, di asfissia o di avvelenamento, 5) l’obbligo di sottoporre i lavoratori a visite mediche periodiche ai sensi dell’art. 33 del D.P.R. 303/56. Com’è evidente, alcuni dei criteri utilizzati dal legislatore per graduare la tipologia dei presidi (come ad esempio l’ubicazione dell’azienda rispetto a centri provvisti di posto permanente di pronto soccorso), appartengono ad una più antica filosofia del soccorso, che voleva l’assistenza sanitaria d’emergenza in ospedale piuttosto che sul territorio.

17 pacchetto di medicazione
comparto produttivo numero lav. rischio di scoppio, infezione,.. . lontananza da centri provvisti di PS ... obbligo visite period. pacchetto di medicazione Le attrezzature minime di pronto soccorso E’ evidente che, in base al dettato di legge sopra menzionato, attrezzature più sofisticate e più ricche di presidi sanitari dovranno essere impiegate in aziende industriali piuttosto che agricole o commerciali, in aziende che impiegano più lavoratori, e che sono lontane da centri provvisti di posto permanente di pronto soccorso, ed in cui si svolgano attività a rischio di scoppio, d’infezione, di asfissia o di avvelenamento; allo stesso modo, attrezzature di primo soccorso più sofisticate dovranno essere impiegate laddove esista l’obbligo di sottoporre i lavoratori a visite mediche periodiche ai sensi degli artt. 33, 34 e 35 del D.P.R. 303/56. I presidi sanitari previsti all’interno del pacchetto di medicazione, della cassetta di pronto soccorso e della camera di medicazione sono contenuti in un decreto del ministero della Sanità che risale alla fine degli anni ‘50 (il D.M. 28 luglio 1958). E’ intuitivo che la gran parte dei presidi ivi contenuti sono desueti. Per esempio, nella cassetta di pronto soccorso e nella camera di medicazione sono contenuti anche dei farmaci (alcuni dei quali, come per esempio la morfina, poco maneggevoli e di difficile conservazione, altri, da molti anni non più in commercio: caffeina, sparteina etc.). Per questa ragione essi non verranno riportati nelle successive diapositive. Verrà invece riportato il contenuto del pacchetto di medicazione e della cassetta di pronto soccorso, così come è stato proposto nell’ambito del Decreto Interministeriale (di cui all’art. 15 del D.Lgs. 626/94) non ancora promulgato. cassetta di pronto soccorso camera di medicazione

18 Art. 28: Pacchetto di medicazione
E’ obbligatorio tenere il pacchetto di medicazione nelle aziende industriali che non si trovano nelle condizioni indicate dagli artt. 29 e 30, nonché nelle aziende commerciali che occupano più di 25 dipendenti. Il pacchetto di medicazione Il pacchetto di medicazione è il presidio minimo da tenere in azienda. Esso è obbligatorio nelle aziende industriali che non si trovano nelle condizioni indicate dagli artt. 29 e 30, nonché nelle aziende commerciali che occupano più di 25 dipendenti.

19 Art. 29: Cassetta di PS Sono obbligatorie nelle industrie:
anche senza particolari condizioni di rischio ovunque ubicate oltre i 50 dipendenti d rischio di scoppio, asfissia, infezione, avvelenamento in centri abitati con posti fissi di P.S. oltre 5 dipendenti c località di difficile accesso o lontane da posti fissi di P.S. fino a 50 dipendenti b fuori da centri abitati con posti fissi di P.S. fino a 5 dipendenti a particolari rischi ubicazione n. dipendenti La cassetta di pronto soccorso Sono obbligate a tenere una cassetta di pronto soccorso: a) le aziende industriali, che occupano fino a 5 dipendenti, quando siano ubicate lontano dai centri abitati provvisti di posto pubblico permanente di pronto soccorso e le attività che in esse si svolgono presentino rischi di scoppio, di asfissia, di infezione o di avvelenamento; b) le aziende industriali, che occupano fino a 50 dipendenti, quando siano ubicate in località di difficile accesso o lontane da posti pubblici permanenti di pronto soccorso e le attività che in esse si svolgono non presentino i rischi considerati alla lettera a); c) le aziende industriali, che occupano oltre 5 dipendenti, quando siano ubicate nei centri abitati provvisti di posto pubblico permanente di pronto soccorso e le attività che in esse si svolgono presentino rischi di scoppio, di asfissia, di infezione o di avvelenamento; d) le aziende industriali, che occupano oltre 50 dipendenti, ovunque ubicate che non presentino i rischi particolari sopra indicati.

20 Art. 30: Camera di medicazione
Va obbligatoriamente allestita in industrie con: ovunque ubicate, con obbligo di sorveglianza sanitaria oltre i 50 dipendenti c condizioni di rischio a giudizio dell’ispettorato del lavoro a giudizio dell’ispettorato del lavoro indifferente b rischio di scoppio, asfissia, infezione, avvelenamento fuori da centri abitati con posti fissi di P.S. oltre 5 dipendenti a particolari condizioni ubicazione pericolosa n. dipendenti La camera di medicazione Sono obbligate a tenere la camera di medicazione le aziende industriali che occupano più di 5 dipendenti quando siano ubicate lontano dai posti pubblici permanenti di pronto soccorso e le attività che in esse si svolgono presentino rischi di scoppio, di asfissia, di infezione o di avvelenamento. Quando, a giudizio dell’Ispettorato del lavoro, ricorrano particolari condizioni di rischio e di ubicazione, le aziende di cui al precedente articolo 29, in luogo della cassetta di pronto soccorso, sono obbligate ad allestire la camera di medicazione. Sono obbligate a tenere la camera di medicazione anche le aziende industriali che occupano più di 50 dipendenti soggetti all’obbligo delle visite mediche preventive e periodiche a norma degli articoli 33, 34 e 35 del D.P.R. 303/56.

21 “Presidi chirurgici e farmaceutici aziendali” (D.M. 28/7/58)
istruzioni per l’uso dei presidi della cassetta di PS All.to B istruzioni per l’uso dei presidi del pacchetto di medicazione All.to A forniture della camera di medicazione punto 3 punto 2 Punto 1 contenuto della cassetta di PS contenuto del pacchetto di medicazione Il Decreto Ministeriale 28 luglio 1958 sui presidi chirurgici e farmaceutici aziendali Il Decreto Ministeriale 28 luglio del 1958 riporta i contenuti del pacchetto di medicazione, della cassetta di pronto soccorso e della camera di medicazione, oltre alle istruzioni per l’uso dei presidi contenuti nel pacchetto di medicazione e nella cassetta di pronto soccorso. Il contenuto di tali presidi è oggi ampiamente desueto. il contenuto di tali presidi è oggi ampiamente desueto

22 P.S. aziendale: Compiti del datore di lavoro
Art. 22: Formazione dei lavoratori Art. 21: Informazione dei lavoratori Pronto Soccorso Comma 1, 2 Art. 15 Obblighi del DdL etc. lettera a Comma 5 Art. 4 Disposizioni generali lettera b Comma 3 Comma 1 Art. 12 Quadro riassuntivo Gli obblighi del datore di lavoro in tema di pronto soccorso aziendale (D.Lgs. 626/94) Il Decreto Legislativo 626/94 amplia gli obblighi del datore di lavoro in merito alla organizzazione del pronto soccorso aziendale, prevedendo alcune incombenze completamente innovative rispetto a quanto già previsto dalle precedenti norme (come per esempio il D.P.R. 547/55 e il D.P.R. 303/56); tra questi elementi di novità abbiamo da un lato l’obbligo di designare i lavoratori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso, salvataggio, prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione dell'emergenza (designazione prevista dall’art. 4, comma 5, lettera a) e dall’art. 12), dall’altro l’obbligo di garantire la loro formazione (art. 15). Nella tabella sono riassunti i principali obblighi del datore di lavoro in tema di organizzazione del pronto soccorso aziendale.

23 D.Lgs. 626/94 Capo III: PREVENZIONE INCENDI, EVACUAZIONE DEI LAVORATORI, PRONTO SOCCORSO - ART. 12
(Il datore di lavoro) designa i lavoratori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso... (art. 12) L’obbligo di designare i lavoratori (art. 12, D.Lgs. 626/94) L’art. 12 comma 1, lettera b) del D.Lgs. 626/1994 contiene dunque una sostanziale “novità” rispetto alla legislazione vigente, poiché prevede che il datore di lavoro designi i lavoratori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso, salvataggio, prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione dell'emergenza.

24 Art. 12, comma 3 I lavoratori designati al primo soccorso aziendale…
non possono, se non per un giustificato motivo, rifiutare la designazione devono essere formati in numero sufficiente disporre di attrezzature adeguate Compiti dei lavoratori designati (art. 12, D.Lgs. 626/94) I lavoratori designati non possono, se non per giustificato motivo, rifiutare la designazione. Essi devono essere formati, essere in numero sufficiente e disporre di attrezzature adeguate, tenendo conto delle dimensioni ovvero dei rischi specifici dell’azienda (art. 12 comma 3). tenuto conto delle dimensioni e dei rischi specifici dell’azienda

25 NELL’ORGANIZZAZIONE DEL PRONTO SOCCORSO il datore di lavoro dovrà:
D.Lgs. 626/94 Capo III: PREVENZIONE INCENDI, EVACUAZIONE DEI LAVORATORI, PRONTO SOCCORSO - ART. 15 NELL’ORGANIZZAZIONE DEL PRONTO SOCCORSO il datore di lavoro dovrà: tenere conto della natura dell’attività e delle dimensioni dell’azienda consultare il medico competente (se previsto) stabilire rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati D.Lgs. 626/94 – art. 15 L’art. 15, comma 1 prevede che il datore di lavoro prenda i provvedimenti necessari in materia di pronto soccorso e di assistenza medica di emergenza. Nell’organizzare il pronto soccorso il datore di lavoro dovrà tenere in considerazione la natura dell’attività produttiva e le dimensioni dell’azienda (ivi comprese anche le altre persone che per altre ragioni sono presenti sul luogo di lavoro). Tali provvedimenti, che dovranno essere attuati con la collaborazione del medico competente (ove previsto), dovranno comportare altresì la necessità di stabilire i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati.

26 Il compito può essere delegato a uno o più lavoratori
D.Lgs. 626/94 Capo III: PREVENZIONE INCENDI, EVACUAZIONE DEI LAVORATORI, PRONTO SOCCORSO - ART. 15 Il compito può essere delegato a uno o più lavoratori le caratteristiche minime delle attrezzature di pronto soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua formazione sono stati individuati con il decreto M.S.15/7/2003 n.388 G.U. 3/2/2004 D.Lgs. 626/94 - art. 15 I compiti di organizzazione del pronto soccorso possono essere delegati ad uno o più lavoratori. Un decreto interministeriale individuerà le caratteristiche minime delle attrezzature di pronto soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua formazione. Fino all'emanazione del decreto di cui sopra, si applicano le disposizioni vigenti in materia. Per completezza, si riporta il testo dell’art. 15 del D.Lgs. 626/94. 1.Il datore di lavoro, tenendo conto della natura dell'attività e delle dimensioni dell'azienda ovvero dell'unità produttiva, sentito il medico competente ove previsto, prende i provvedimenti necessari in materia di pronto soccorso e di assistenza medica di emergenza, tenendo conto delle eventuali altre persone presenti sui luoghi di lavoro e stabilendo i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati. 2.Il datore di lavoro, qualora non vi provveda direttamente, designa uno o più lavoratori incaricati dell'attuazione dei provvedimenti di cui al comma 1. 3.Le caratteristiche minime delle attrezzature di pronto soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua formazione sono individuati in relazione alla natura dell'attività, al numero dei lavoratori occupati e ai fattori di rischio, con decreto dei Ministri della sanità, del lavoro e della previdenza sociale, della funzione pubblica e dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentita la commissione consultiva permanente e il Consiglio superiore di sanità. 4.Fino all'emanazione del decreto di cui al comma 3, si applicano le disposizioni vigenti in materia.

27 Le nuove norme sul primo soccorso aziendale
Il pacchetto di medicazione e la cassetta di pronto soccorso secondo il decreto interministeriale15/7/2003 n.388 G.U. 3/2/2004 Il decreto interministeriale non ancora promulgato Il decreto interministeriale di cui all’art. 15 del D.Lgs. 626/94, che, allo stato attuale non è stato ancora promulgato, sulla base della nuova filosofia del primo soccorso che ha portato l’assistenza sanitaria specializzata sul territorio, ha previsto la necessità di tenere, in base ai rischi ed alla numerosità dei dipendenti, due sole tipologie di presidi: il pacchetto di medicazione e la cassetta di pronto soccorso. Il contenuto minimo dei suddetti presidi viene riportato nelle diapositive che seguono.

28 CONTENUTO MINIMO del PACCHETTO di MEDICAZIONE
Nella diapositiva è riportato il contenuto minimo del pacchetto di medicazione secondo il Decreto interministeriale non ancora promulgato.

29 CONTENUTO MINIMO della CASSETTA di PRONTO SOCCORSO
Nella diapositiva è riportato il contenuto minimo della cassetta di pronto soccorso secondo il Decreto interministeriale non ancora promulgato.

30 Presidi di Pronto Soccorso
I presidi di Pronto Soccorso devono essere conservati in contenitori facilmente lavabili, facilmente individuabili e contrassegnati con segnaletica appropriata Questi devono essere conservati in luogo facilmente accessibile, al riparo dalle intemperie Collocazione dei presidi di pronto soccorso I presidi di Pronto Soccorso devono essere conservati in contenitori facilmente lavabili, facilmente individuabili e contrassegnati con segnaletica appropriata. Questi devono essere conservati in luogo facilmente accessibile e prontamente utilizzabili dalle squadre di emergenza, in un luogo protetto, al riparo dalle intemperie.

31 Presidi di Pronto Soccorso Segnaletica
I presidi di Pronto Soccorso devono essere contrassegnati con segnaletica appropriata Segnaletica dei presidi di pronto soccorso I presidi di Pronto Soccorso devono essere contrassegnati con segnaletica appropriata (croce bianca su fondo verde).

32 DECRETO MINISTERIALE SUL P.S. Le tematiche affrontate
Profilo del rischio aziendale Obblighi del datore di lavoro Presidi di pronto soccorso Formazione degli addetti al p.s. Contenuto del decreto interministeriale sul pronto soccorso Il Decreto interministeriale sul pronto soccorso aziendale affronta sostanzialmente quattro problematiche: 1) i criteri per individuare il profilo di rischio aziendale (e la conseguente inclusione dell’azienda in questa o quella categoria); 2) gli obblighi del datore di lavoro; 3) le caratteristiche minime dei presidi di pronto soccorso (riviste alla luce del progresso tecnologico); 4) la formazione e l’addestramento dei lavoratori designati.

33 PRIMO SOCCORSO INTERNO
datore di lavoro medico competente pacchetto cassetta formazione mezzo di comunicazione addetti L’organizzazione del pronto soccorso aziendale secondo il decreto interministeriale Secondo quanto riportato nel decreto interministeriale, il primo soccorso interno deve essere organizzato dal datore di lavoro con l’ausilio del medico competente. Il datore di lavoro dovrà designare i lavoratori addetti al primo soccorso i quali dovranno essere formati alla gestione dell’emergenza e dotati di presidi atti ad ausiliare l’intervento (pacchetto di medicazione o cassetta di pronto soccorso) e a sollecitare l’intervento del 118 (attraverso un idoneo mezzo di comunicazione). Da parte sua, il medico competente dovrà collaborare con il datore di lavoro alla classificazione dell’azienda e alla gestione delle attrezzature e dei presidi di primo soccorso (ivi compresa la loro integrazione, se necessaria). Le Regioni e le Aziende Unità Sanitarie Locali dovranno infine garantire un intervento tempestivo anche presso le aziende ubicate in luoghi difficilmente raggiungibili. PRONTO SOCCORSO Azienda USL Regione 118

34 Profilo del rischio aziendale
aziende con meno di 3 lavoratori che non rientrano nel gruppo A Gruppo C aziende con 3 lavoratori ed oltre che non rientrano nel gruppo A Gruppo B aziende pericolose aziende con oltre 5 lavoratori ad alto indice infortunistico INAIL aziende agricole con oltre 5 lavoratori a tempo indeterminato Gruppo A Il Decreto Interministeriale – classificazione delle aziende Il Decreto Interministeriale presenta una classificazione delle aziende del tutto inedita, orientata ad inquadrare le stesse in tre gruppi di rischio (aziende di gruppo A, B e C). Tale classificazione è effettuata sulla base del numero dei dipendenti, del comparto produttivo e dei rischi professionali.

35 Aziende pericolose del gruppo A
Appartengono a questo gruppo: - aziende soggette ad obbligo di dichiarazione o notifica (D.P.R. 175/88 e poi D.Lgs. 334/99) - centrali termoelettriche - impianti e laboratori nucleari (artt. 7, 28 e 33 D.Lgs. 239/95) - aziende estrattive ed altre attività minerarie (D.Lgs. 624/96) - lavori in sotterraneo (D.P.R. 320/56) - aziende per la fabbricazione di esplosivi, polveri e munizioni Aziende pericolose di gruppo A Appartengono al gruppo A: aziende soggette ad obbligo di dichiarazione o notifica (DPR 175/88 e poi D.Lgs. 334/99) centrali termoelettriche impianti e laboratori nucleari (artt. 7, 28 & 33 D.Lgs. 239/95) aziende estrattive ed altre attività minerarie (D.Lgs. 624/96) lavori in sotterraneo (D.P.R. 320/56) aziende per la fabbricazione di esplosivi, polveri e munizioni.

36 Obblighi del datore di lavoro
Il datore di lavoro identifica la categoria d’appartenenza della propria azienda (Gruppo A, B o C) se la propria azienda appartiene al gruppo A, lo notifica all’ASL competente per territorio, per il coordinamento degli interventi d’emergenza classifica la propria azienda nel gruppo a più alto rischio, se questa svolge attività lavorative in più di un gruppo di rischio richiede il parere del medico competente, ove previsto, per identificare la categoria d’appartenenza della propria azienda Il Decreto Interministeriale – obblighi del datore di lavoro Il datore di lavoro identifica la categoria d’appartenenza della propria azienda (Gruppo A, B o C); se la propria azienda appartiene al gruppo A, lo notifica all’ASL competente per territorio, per il coordinamento degli interventi d’emergenza; nel caso in cui l’azienda svolga attività lavorative in più di un gruppo di rischio, il datore di lavoro la classifica nel gruppo a più alto rischio; richiede il parere del medico competente, ove previsto, per identificare la categoria d’appartenenza della propria azienda.

37 Obblighi del datore di lavoro
Se l’azienda appartiene al gruppo A o B il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori: • una cassetta di pronto soccorso • un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare il sistema di emergenza del S.S.N. Il decreto interministeriale - obblighi del datore di lavoro Se l’azienda appartiene al gruppo A o B il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori una cassetta di pronto soccorso ed un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. Se l’azienda appartiene al gruppo C il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori un pacchetto di medicazione ed un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. Se l’azienda appartiene al gruppo C il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori: • un pacchetto di medicazione • un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare il sistema di emergenza del S.S.N.

38 Obblighi del datore di lavoro
Per i lavoratori che operano in luoghi isolati, diversi dalla sede di produzione, il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori: • un pacchetto di medicazione • un mezzo di comunicazione idoneo   ad attivare il sistema di emergenza   del S.S.N. Il Decreto Interministeriale – adempimenti per i lavoratori che operano in luoghi isolati Per i lavoratori che operano in luoghi isolati diversi dalla sede di produzione, il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori un pacchetto di medicazione ed un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale.

39 Il pacchetto di medicazione e la cassetta di pronto soccorso
Devono contenere una dotazione minima di presidi sanitari, da integrare in base ai rischi presenti nei luoghi di lavoro. Va costantemente assicurato - in collaborazione, ove previsto, con il medico competente - completezza e corretto stato d’uso di prodotti e strumenti di medicazione dei presidi sanitari. Il pacchetto di medicazione e la cassetta di pronto soccorso Il pacchetto di medicazione e la cassetta di pronto soccorso devono contenere una dotazione minima di presidi sanitari, da integrare in base ai rischi presenti nei luoghi di lavoro. Va costantemente assicurato - in collaborazione, ove previsto, con il medico competente - completezza e corretto stato d’uso di prodotti e strumenti di medicazione dei presidi sanitari.

40 Formazione degli addetti al PS
Gli addetti al PS dovranno essere formati con istruzione teorica e pratica La formazione dovrà essere svolta da personale medico potrà avvalersi, per la parte pratica, della collaborazione di personale infermieristico professionale di altro personale specializzato Il Decreto Interministeriale – formazione dei lavoratori incaricati Gli addetti al PS dovranno essere formati con istruzione teorica e pratica. La formazione dovrà essere svolta da personale medico che potrà avvalersi, per la parte pratica, della collaborazione di personale infermieristico professionale di altro personale specializzato.

41 Contenuti e tempi minimi dei corsi
I tempi minimi dei corsi di formazione varieranno secondo il gruppo di appartenenza dell'azienda o unità produttiva, e cioè: Il Decreto Interministeriale – caratteristiche della formazione I tempi minimi dei corsi di formazione variano secondo il gruppo di appartenenza dell'azienda o unità produttiva da un minimo di 12 ore (aziende di gruppo B e C) ad un massimo di 16 ore (aziende di gruppo A). 12 ore distribuite in tre giorni con moduli giornalieri di 4 ore Gruppo B e C 16 ore distribuite in tre giorni, con moduli giornalieri rispettivamente di 6/4/6/ ore, inserendovi anche la trattazione dei rischi specifici dell'attività svolta Gruppo A

42 Formazione degli addetti al PS
La formazione degli addetti al PS deve avvenire a spese e cura del datore di lavoro e per questo Il Decreto Interministeriale – caratteristiche della formazione La formazione degli addetti al primo soccorso deve è a carico del datore di lavoro; per tale ragione si deve svolgere durante l'orario di lavoro e non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori. si deve svolgere durante l'orario di lavoro non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori

43 Obiettivi didattici 1) Allertare il sistema di soccorso
2) Riconoscere una emergenza sanitaria 3) Attuare gli interventi di primo soccorso 4) Conoscere i rischi specifici della attività svolta Acquisire conoscenze generali sui traumi in ambiente di lavoro Acquisire conoscenze generali sulle patologie specifiche in ambiente di lavoro Acquisire capacità di intervento pratico Il Decreto Interministeriale – obiettivi didattici Gli obiettivi didattici individuati dal legislatore sono i seguenti: Modulo A Allertare il sistema di soccorso Riconoscere una emergenza sanitaria Attuare gli interventi di primo soccorso Conoscere i rischi specifici della attività svolta Modulo B Acquisire conoscenze generali sui traumi in ambiente di lavoro Acquisire conoscenze generali sulle patologie specifiche in ambiente di lavoro Modulo C Acquisire capacità di intervento pratico.

44 Omissione di soccorso (art. 593 c.p.)
è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a lire seicentomila chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne immediato avviso all'Autorità. Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale, la pena è aumentata; se ne deriva la morte la pena è raddoppiata. Omissione di soccorso (art. 593 c.p.) Prima di definire cosa si intenda per “primo soccorso” e quali sono i compiti del “primo soccorritore”, è opportuno illustrare il contenuto dell’art. 593 del c.p. (omissione di soccorso); commette il reato di omissione di soccorso, “chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestarne l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’Autorità”. Così recita l’art. 593 del codice penale (Omissione di soccorso): Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, o un'altra persona incapace di provvedere a se stessa, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa, omette di darne immediato avviso all'Autorità, è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a lire seicentomila. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne immediato avviso all'Autorità. Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale, la pena è aumentata; se ne deriva la morte la pena è raddoppiata.

45 Abuso della professione Stato di necessità
Art. 348 c.p. (abuso della professione) Chiunque abusivamente eserciti una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da lire a 1 milione Art. 54 c.p. (stato di necessità) Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o gli altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato né altrimenti evitabile Abuso della professione e stato di necessità Egualmente, è opportuno riportare il contenuto dell’art. 348 e dell’art. 54 del c.p., rispettivamente sull’abuso della professione e sullo stato di necessità: Art. 348 c.p. (abuso della professione) Chiunque abusivamente eserciti una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da lire a 1 milione. Art. 54 c.p. (stato di necessità) Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o gli altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato né altrimenti evitabile.

46 IL PRIMO SOCCORSO in AZIENDA
Organizzazione e gestione dell’emergenza sanitaria Organizzazione e gestione dell’emergenza sanitaria Nelle diapositive che seguono tratteremo gli aspetti salienti relativi alla organizzazione ed alla gestione dell’emergenza sanitaria in azienda. E’ evidente che i percorsi organizzativi e gestionali devono essere personalizzati in base alle caratteristiche dell’azienda.

47 IL PRIMO SOCCORSO in AZIENDA
L'organizzazione interna per affrontare l'eventuale stato di emergenza DEVE ESSERE uno strumento operativo pre- programmato facente parte a tutti gli effetti dell'insieme dei provvedimenti di sicurezza da attuare L’organizzazione del primo soccorso aziendale Le situazioni di emergenza sanitaria devono essere affrontate tempestivamente e con decisione, utilizzando protocolli agili ed essenziali e strumenti adeguati. Per questa ragione, l'organizzazione interna per affrontare l'eventuale stato di emergenza deve essere uno strumento operativo pre-programmato facente parte a tutti gli effetti dell'insieme dei provvedimenti di sicurezza previsti nel documento di valutazione del rischio.

48 LA GESTIONE DELL'EMERGENZA SANITARIA IN AZIENDA situazioni di emergenza sanitaria
legate ai rischi propri dell'attività (incendi e esplosioni, rilasci tossici e/o radioattivi, lesioni da elettricità, accidenti traumatici, malori, etc.) legate a cause esterne (allagamenti, terremoti, condizioni meteorologiche estreme, etc.) Situazioni di emergenza sanitaria Didatticamente, si suole distinguere le situazioni di emergenza sanitaria in: a) eventi collegati con i rischi propri dell’attività lavorativa; b) eventi legati a cause esterne. Il primo gruppo di eventi è più facilmente prevedibile (e, quindi, più facilmente suscettibile di interventi di prevenzione); tra i suddetti eventi si annoverano gli incendi, le esplosioni, il rilascio di gas tossici, i traumi da elettricità, etc. Le situazioni di emergenza collegate ad eventi esterni sono invece più difficilmente prevedibili e richiedono un approccio più complesso che deve tener conto delle peculiarità dell’azienda, della sua ubicazione, delle caratteristiche del territorio, ecc..

49 LA GESTIONE DELL'EMERGENZA SANITARIA IN AZIENDA
La valutazione dei rischi presenti in azienda permette di rilevare la possibilità di avere incidenti anche particolarmente gravi non evitabili con interventi di prevenzione e per i quali è necessario predisporre misure straordinarie da attuare in caso di reale accadimento La valutazione dei rischi e la gestione dell’emergenza sanitaria La valutazione dei rischi è alla base di ogni intervento di prevenzione. Anche nel caso della gestione delle emergenze sanitarie, la valutazione dei rischi specifici presenti in azienda permette di identificare la possibilità di avere incidenti anche particolarmente gravi non evitabili con interventi di prevenzione e per i quali è necessario predisporre misure straordinarie da attuare in caso di reale accadimento. La valutazione dei rischi permette dunque di attuare provvedimenti adeguati alla gestione dell’evento individuato come “a rischio” e di allocare in modo mirato le risorse. Non a caso, l’emanando decreto interministeriale di cui all’art. 15 del D.Lgs. 626/94 prevede che nelle aziende di gruppo A (cioè le aziende a maggior rischio), il datore di lavoro, sentito il medico competente, sia tenuto a garantire in accordo con l’Azienda ASL competente per territorio, anche mediante la costituzione di consorzi tra aziende, l’integrazione tra il sistema di pronto soccorso interno e il sistema di emergenza del Sistema Sanitario Nazionale, anche nel caso di emergenze specifiche.

50 PIANO DI EMERGENZA insieme delle misure straordinarie, procedure e azioni, da attuare al fine di fronteggiare e ridurre i danni derivanti da eventi pericolosi per la salute dei lavoratori (e della eventuale popolazione circostante) Il piano di emergenza Il piano di emergenza è dunque lo strumento della valutazione del rischio che riporta l’insieme delle misure straordinarie, delle procedure e delle azioni, da attuare al fine di fronteggiare e ridurre i danni derivanti da eventi pericolosi per la salute dei lavoratori (e della eventuale popolazione circostante). Gli obiettivi principali di un piano di emergenza sono la riduzione dei pericoli alle persone, il prestare soccorso alle persone colpite nel più breve tempo possibile e il circoscrivere e contenere l'evento per limitare il più possibile i danni.

51 L’ADDETTO al PRIMO SOCCORSO DEVE CONOSCERE:
LA TOPOGRAFIA DELL’AZIENDA LA LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI e delle UTENZE I PRODOTTI UTILIZZATI LE PROCEDURE DI INTERVENTO LA LOCALIZZAZIONE ED IL CONTENUTO DEI PRESIDI DI PRIMO SOCCORSO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE La formazione del primo soccorritore Ai fini di una efficace azione di primo soccorso, l’addetto al primo soccorso deve conoscere la topografia dell’azienda (localizzazione e caratteristiche dei reparti e dei percorsi), la localizzazione degli impianti e delle utenze ed i fattori di rischio presenti (particolarmente, i rischi chimici, fisici e biologici), le procedure di intervento in caso di infortunio e/o di malore, la localizzazione ed il contenuto dei presidi interni di primo soccorso e dei dispositivi di protezione individuale, e, infine, la disponibilità dei presidi esterni di pronto soccorso. Il bagaglio culturale sopra descritto (che è specifico della realtà aziendale e territoriale in cui il primo soccorritore opera) è tanto importante quanto lo sono le nozioni tecniche teorico-pratiche sul primo soccorso.

52 NELL’EMERGENZA SANITARIA:
DEVO RIMANERE CALMO: il mio compito è organizzare il primo soccorso SONO UN SOCCORRITORE “LAICO”: posso solo cercare di non far peggiorare la situazione IL TEMPO E’ PREZIOSO: l’intervento nei primi 5 minuti è determinante nell’aumentare la probabilità di sopravvivenza del paziente Regole di comportamento nell’emergenza sanitaria Il primo soccorritore dovrà gestire le prime fasi di una emergenza sanitaria nella consapevolezza dei limiti tecnici del proprio operato, unitamente alla conoscenza della importanza di un intervento tempestivo (l’intervento nei primi 5 minuti è determinante nell’aumentare le possibilità di sopravvivenza del paziente), risoluto e riflessivo.

53 Cos’è il primo soccorso
Il primo soccorso è caratterizzato da interventi ed azioni compiuti da personale non sanitario, in attesa dell’intervento specializzato Primo soccorso – definizione Il primo soccorso può essere definito come un insieme di interventi, di manovre e di azioni, poste in essere da qualunque cittadino che si trovi a dover affrontare una emergenza sanitaria, in attesa dell’intervento di personale specializzato.

54 EMERGENZA SANITARIA COMPITI DEL PRIMO SOCCORRITORE
attivare il "Pronto Soccorso" valutare la vittima e mantenere le funzioni vitali se queste sono alterate arrestare una emorragia esterna proteggere ferite e ustioni preservare la vittima da eventuali ulteriori danni non fare peggiorare lo stato del soggetto I compiti del primo soccorritore Quali sono allora i compiti del primo soccorritore? Quali interventi, manovre ed azioni sono consentite al primo soccorritore? Schematicamente e per semplicità didattica, essi possono essere distinti in 6 gruppi: 1) avviare la macchina del “Pronto soccorso” 2) valutare le funzioni vitali della vittima e, se queste sono assenti, sostenerle 3) se necessario arrestare una emorragia esterna 4) proteggere le eventuali ferite ed ustioni 5) astenersi dall’eseguire manovre, interventi od azioni inutili o dannose, in quanto in grado di compromettere ulteriormente lo stato di salute dell’infortunato o di ritardare l’arrivo dei soccorsi 6) preservare la vittima da eventuali ulteriori danni (per esempio dai danni che potrebbero esercitare le condizioni ambientali in cui la vittima si trova).

55 Fornire le seguenti informazioni
CHIAMARE i SOCCORSI - 118 Fornire le seguenti informazioni 1) indirizzo del luogo dell’evento 2) numero di infortunati 3) tipo di infortunio 4) condizioni di salute dell’infortunato La chiamata dei soccorsi La buona riuscita di un intervento di pronto soccorso dipende anche dalla tempestività con la quale i soccorritori specializzati riescono a raggiungere il luogo dell’evento e della loro adeguatezza qualitativa e quantitativa. Per queste ragioni, la centrale che organizza l’intervento di soccorso deve essere posta nella condizione di: 1) far intervenire un equipaggio che sia in grado di trovare prontamente il luogo dell’evento; 2) inviare sul posto mezzi e uomini qualitativamente e quantitativamente idonei a fronteggiare quel tipo di emergenza sanitaria. Per questa ragione il primo soccorritore che è stato incaricato della chiamata dei soccorsi dovrà indicare con precisione l’indirizzo del luogo ove è occorso l’infortunio (o il malore), il numero di infortunati (o di malati), se l’evento è stato o meno traumatico, le condizioni sanitarie dell’infortunato, specificando se il medesimo sia cosciente o meno. E’ sempre opportuno declinare le proprie generalità e indicare un numero telefonico al quale si può essere raggiunti ed attendere i soccorritori professionisti all’esterno dell’azienda (per esempio, nei pressi della portineria o del cancello della fabbrica).

56 RACCOGLIERE le INFORMAZIONI
1. Ambiente ove è occorso l'evento 2. Dinamica dell’evento 3. Fonti di informazione disponibili La raccolta delle informazioni Prima di compiere qualunque altro intervento, il soccorritore, appena giunto sul luogo dell’infortunio / incidente / malore, dovrà raccogliere le informazioni, cioè osservare ed analizzare la scena dell’evento. Ciò al fine di intervenire con maggiore cognizione di causa, individuando gli interventi più adatti allo specifico evento e le strategie di protezione personale e della vittima più adeguate.

57 RACCOGLIERE le INFORMAZIONI Ambiente ove è maturato l'evento
pericoloso (incendio, crollo di edifici, sviluppo di gas tossici) sfavorevole o disagiato (rumore, scarsa illuminazione, condizioni microclimatiche avverse) La valutazione della “scena” L’ambiente ove è occorso l’evento potrebbe essere pericoloso perché a rischio d’incendio, di crolli, di sviluppo di gas tossici; potrebbe essere sfavorevole perché rumoroso, scarsamente illuminato, o perché presenta condizioni microclimatiche avverse. Questi elementi potrebbero convincere il primo soccorritore dell’opportunità di svolgere le eventuali manovre di soccorso in un altro ambiente, al riparo dagli effetti dei fattori avversi precedentemente descritti. ambiente pericoloso

58 RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI Dinamica dell’incidente
incidente automobilistico caduta incendio ed esplosione aggressione annegamento avvelenamento od intossicazione folgorazione La dinamica dell’incidente E’ bene che il primo soccorritore impari a distinguere le emergenze sanitarie in cui vi sia stato un trauma (emergenze traumatiche), dalle emergenze non traumatiche. Nella diapositiva sono riportati alcuni eventi che possono essere causa di emergenza sanitaria. Con la sola eccezione dell’avvelenamento, gli altri eventi possono essere considerati tutti traumatici.

59 RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI Fonti di informazioni disponibili
il/i paziente/i i presenti il luogo dell'intervento la dinamica dell'incidente le caratteristiche delle lesioni L’accesso alle fonti di informazione disponibili La prima fonte di informazione è spesso il paziente, il quale, se cosciente, potrà ricostruire la dinamica dell’evento e descrivere i suoi sintomi. I presenti, il luogo e la dinamica dell’evento e le caratteristiche delle lesioni possono contribuire a ricostruire l’evento (e, talvolta, a comprenderne immediatamente la gravità), nell’ambito della raccolta delle informazioni.

60 SPOSTAMENTO E TRASPORTO
Si deve spostare un paziente quando: il luogo dell'incidente è pericoloso e pone il paziente e/o i soccorritori in pericolo di vita (traffico incontrollato, minaccia d’'incendio, folgorazione, gas tossici) l’intervento da eseguire sulla vittima ne richiede un diverso posizionamento Quando spostare un paziente Il primo soccorritore, di norma, non deve mai spostare il paziente, specie se la causa del danno è stato un evento traumatico, a meno che non ricorra anche una sola delle seguenti eventualità: 1) il luogo ove è occorso l’evento è pericoloso per il paziente e/o per i soccorritori 2) l’intervento richiede una diversa posizione della vittima. Nel primo caso occorrerà per prima cosa “allontanare la vittima dal pericolo” o, se possibile, “allontanare il pericolo dalla vittima”. Questo comportamento che, se necessario, deve precedere qualunque altra manovra di soccorso, ha la funzione di “mettere in sicurezza la scena”, per garantire alla(e) vittima(e) ed al(i) soccorritore(i) il massimo della sicurezza possibile. Nel secondo caso (intervento che richiede una diversa posizione della vittima) occorrerà invece spostare la vittima quando la posizione di rinvenimento della stessa non permette di eseguire le manovre assistenziali (per esempio, paziente in arresto cardio respiratorio rinvenuto in posizione prona).

61 SPOSTAMENTO E TRASPORTO
Durante il trasporto del paziente se c’è anche soltanto il sospetto di lesione alla colonna, questa non deve mai essere piegata né torta. La testa, il collo, il tronco devono rimanere sempre sullo stesso asse Spostamento e trasporto d’emergenza Nel caso in cui sia assolutamente necessario trasportare una vittima con una sospetta lesione della colonna, la colonna non deve mai essere piegata né torta, ma il collo dovrà essere immobilizzato e il resto della colonna vertebrale (regione dorsale e lombare) dovrà rimanere sempre sullo stesso asse. Maggiori indicazioni sugli spostamenti vengono illustrate in un capitolo dedicato.

62 PROTEZIONE DEL PAZIENTE
DA SE STESSO E DALLA PROPRIA ANSIA DAGLI STRESS CLIMATICI DAL CONTATTO CON SANGUE O FLUIDI BIOLOGICI DI (EVENTUALI) ALTRI PAZIENTI Protezione del paziente Il paziente dovrà essere protetto da se stesso (invitandolo, ad esempio, a rimanere a terra immobile in caso di eventi traumatici che abbiano interessato gli arti o la colonna vertebrale o di lipotimia); nel caso di attacco epilettico, le violente convulsioni, possono comportare l’urto contro oggetti vicini alla vittima; tali oggetti andranno pertanto allontanati. La vittima andrà inoltre protetta dagli stress termici, isolandolo adeguatamente dal pavimento e coprendolo per ridurre la dispersione di calore; nei presidi di pronto soccorso è utile la presenza di una coperta isotermica (foglio di plastica che piegato è grande quanto una mano, aperto ricopre interamente il paziente come una coperta). La coperta isotermica detta anche metallina è un foglio con due lati, uno riflettente, come fosse d’alluminio (da questo il caratteristico nome in gergo di metallina), che protegge il soggetto dalle radiazioni solari; un lato opaco, che evita la termodispersione. Il materiale di composizione rende la metallina impermeabile. La vittima dovrà altresì essere protetta dal contatto con sangue o fluidi biologici di (eventuali) altri pazienti.

63 TRIAGE Il triage Il triage è un sistema per valutare le vittime in modo omogeneo allo scopo di classificarle sulla base della gravità, assegnando le rispettive priorità di intervento. Per semplicità, i pazienti vengono classificati in codici e ad ogni codice corrisponde un colore e dunque una classe di gravità. Questa “classificazione” deve essere svolta da soccorritori bene addestrati. Ne esporremo in sintesi i concetti salienti.

64 DEFINIZIONI PRIMO SOCCORSO PRONTO SOCCORSO
Primo soccorso e pronto soccorso Per primo soccorso si intende l’aiuto prestato a vittime di incidenti e/o malori dai presenti in attesa dell’intervento del 118. Per pronto soccorso si intende invece l’intervento svolto da personale sanitario - medici, infermieri, soccorritori professionali – addestrati a tale compito. Come vedremo vi è una distinzione netta tra i compiti del primo soccorritore e quelli del soccorritore professionale. Aiuto prestato a vittime di incidenti e/o malori dai presenti in attesa dell’intervento del 118 Intervento svolto da personale sanitario -medici, infermieri, soccorritori professionali – addestrati a tale compito

65 REGOLE GENERALI Cosa non fare Cosa fare
mettere a repentaglio la propria vita lasciare l’infortunato prima dell’arrivo del personale sanitario prestare interventi superiori alle proprie capacità somministrare liquidi, specialmente alcool farsi prendere dal panico Cosa fare allontanare la folla esaminare l’infortunato in caso d’urgenza/emergenza telefonare al 118 praticare le prime cure confortare e rassicurare il paziente (se cosciente) Primo soccorso: regole generali In un intervento di primo soccorso vi sono delle cose che non si devono fare. Tra queste: mettere a repentaglio la propria vita, lasciare l’infortunato prima dell’arrivo del personale sanitario, prestare interventi superiori alle proprie capacità, somministrare liquidi (specialmente alcool), farsi prendere dal panico. Vi sono invece cose che si devono fare. Tra queste: allontanare la folla, esaminare l’infortunato, in caso d’urgenza/emergenza telefonare al 118 e praticare le prime cure nei limiti delle competenze del primo soccorritore, confortare e rassicurare il paziente (se cosciente). L’allontanamento della folla è necessario per creare spazio all’infortunato ed i soccorritori. Nell’esaminare l’infortunato è prioritario valutare la natura e l’entità del malessere e soprattutto la presenza e l’efficienza delle funzioni vitali (coscienza, respiro, attività cardiaca).

66 EMERGENZA/URGENZA  GRAVITÀ
Gravità: effetto nel tempo del danno prodotto sulla salute del paziente; l’entità del danno è poco influenzata dalla rapidità del soccorso, ma dipende piuttosto dalla sua appropriatezza Emergenza /Urgenza: le funzioni vitali del soggetto sono compromesse e la sua sopravvivenza è in pericolo, per cui c’è necessità di praticare un rapido soccorso L’entità di un danno non sempre è proporzionale al pericolo di morte del soggetto colpito ed alla necessità di prestargli soccorso Emergenza e urgenza sanitaria L’entità di un danno per la salute non sempre è proporzionale al pericolo di morte del soggetto colpito ed alla necessità di prestargli soccorso. Per questa ragione è opportuno distinguere le condizioni di emergenza e di urgenza sanitaria dalle situazioni “gravi”. In particolare, nelle condizioni di emergenza/urgenza le funzioni vitali della vittima sono compromesse (o addirittura assenti) e la sua sopravvivenza è in pericolo, per cui c’è la necessità di praticare un rapido intervento di soccorso. La gravità di una condizione clinica può essere invece definita come l’effetto nel tempo del danno prodotto sulla salute del paziente; l’entità del danno è poco influenzata dalla rapidità del soccorso, ma dipende piuttosto dalla sua appropriatezza.

67 Emergenza/urgenza e gravità: 2 esempi
Se non si praticano le necessarie manovre, può esserci pericolo di vita! Non appena si rimuove l’ostruzione l’infortunato torna alla normalità Urgenza non differibile o emergenza sanitaria ingestione di un corpo estraneo L’infortunato può esser lasciato sul luogo dell’incidente in attesa di un trasporto qualificato É una situazione grave ma non urgente frattura della colonna vertebrale Tipo di risposta Valutazione del caso Tipo d’infortunio Nel primo soccorso, emergenza/urgenza e gravità non vanno sempre assieme: occorre sempre distinguere le situazioni per agire in modo appropriato! Esempi di emergenza/urgenza e gravità Nel primo soccorso, emergenza/urgenza e gravità non vanno sempre assieme: occorre sempre distinguere le situazioni per agire in modo appropriato! Per esempio, in caso di frattura vertebrale, la situazione è grave ma non urgente; in questo caso, infatti, l’infortunato può essere lasciato sul luogo dell’incidente in attesa di un trasporto qualificato. In questo caso dunque il primo soccorritore dovrà limitarsi a monitorare le funzioni vitali della vittima, a tranquillizzarla e, se necessario, ad invitare il paziente a non muoversi da terra. Completamente diverso è il caso di ingestione di corpo estraneo, situazione questa di urgenza non differibile (cioè di emergenza sanitaria); in questo caso, se non si praticano le opportune manovre, può esserci pericolo di vita; inoltre, non appena viene rimossa l’ostruzione, la vittima torna alla normalità.

68 La Classificazione delle Urgenze: il “Triage”
Il triage è una procedura di classificazione delle urgenze che permette ai soccorritori di stabilire le priorità nella destinazione dei soccorsi. Ciò si realizza differenziando la risposta nelle richieste di soccorso ovvero: distinguendo le situazioni urgenti da quelle non urgenti rispondendo alle richieste di soccorso in modo appropriato Il triage Il triage è una procedura di classificazione delle urgenze che permette ai soccorritori di stabilire le priorità nella destinazione dei soccorsi. Ciò si realizza differenziando la risposta nelle richieste di soccorso ovvero distinguendo le situazioni urgenti da quelle non urgenti e rispondendo alle richieste di soccorso in modo appropriato.

69 Allarme rosso Emergenza (situazione critica per la sopravvivenza)
Valutazione allertamento del 118 intervento del primo soccorritore ricovero immediato Sono compromessi i parametri vitali, c’è pericolo di vita È necessario un immediato intervento di servizi specialistici. Emergenza (situazione critica per la sopravvivenza) Risposta Tipo di p.s. Allarme rosso Così vengono classificate le situazioni di emergenza sanitaria (situazione critica per la sopravvivenza); in queste condizioni sono compromessi i parametri vitali e c’è l’immediata necessità d’intervento di servizi specialistici. Nella gestione di una emergenza sanitaria (in caso di allarme rosso) il primo soccorritore dovrà: valutare la scena e la vittima, allertare il 118, intervenire con manovre di primo soccorso (se necessario). Il paziente dovrà dunque essere ospedalizzato al più presto. Una tipica situazione d’emergenza è quella del soggetto folgorato in arresto cardio-respiratorio.

70 Allarme giallo Urgenza
Risposta Valutazione Tipo di p.s. La sopravvivenza non è ancora compromessa, ma occorre “monitorare” i parametri vitali (coscienza, respiro, circolo), che potrebbero velocemente alterarsi Urgenza (situazione instabile, che facilmente evolve verso la criticità) allertamento del 118 assistenza del primo soccorritore ricovero rapido in ospedale Allarme giallo Così vengono classificate le situazioni di urgenza sanitaria (situazione instabile, che facilmente evolve verso la criticità); in queste condizioni la sopravvivenza non è ancora compromessa, ma occorre monitorare i parametri vitali (coscienza, respiro, circolo), che potrebbero velocemente alterarsi. Anche nella gestione di una urgenza sanitaria (in caso di allarme giallo) il primo soccorritore dovrà: valutare la scena e la vittima, allertare il 118 e prestare alla vittima l’assistenza necessaria. Il paziente dovrà dunque essere ospedalizzato. Esempi d’urgenza sono le fratture esposte e le intossicazioni acute in soggetti ancora coscienti.

71 Allarme verde Non urgenza
Valutazione evitare l’allertamento del 118 accesso in ospedale o al medico curante con mezzi privati eventuale ricovero invio a domicilio Non c’è pericolo di vita immediato o a breve termine: la diagnosi ed il trattamento terapeutico possono esser ragionevolmente differiti Non urgenza (situazione stabile, a rischio potenziale d’instabilità) Risposta Tipo di p.s. Allarme verde Così vengono classificate le situazioni di non urgenza sanitaria (situazione stabile, a rischio di potenziale instabilità); in queste condizioni non c’è pericolo di vita immediato o a breve termine; la diagnosi ed il trattamento terapeutico possono essere ragionevolmente differiti. Nella gestione di una non urgenza sanitaria (in caso di allarme verde) il primo soccorritore dovrà valutare la scena e la vittima ed evitare di allertare il 118. In questi casi si può provvedere all’accesso in ospedale o presso l’ambulatorio del medico di famiglia anche utilizzando mezzi privati. Le ferite superficiali e le ustioni lievi sono esempi di danni da trattare in ambito sanitario sempre e comunque, ma che non necessitano di un trattamento che preveda l’intervento del sistema territoriale 118.

72 Allarme bianco Urgenza soggettiva
(situazione stabile per i parametri vitali) Tipo di p.s. Non c’è alcun rischio per il soggetto; eventuali comuni patologie sofferte potrebbero esser gestite dal medico curante Valutazione evitare l’ allertamento del 118 contenere ed assistere la persona per questo tipo di problema Risposta Allarme bianco Così vengono classificate le situazioni di non urgenza sanitaria (situazione stabile per i parametri vitali); in queste condizioni non c’è alcun rischio per il soggetto; eventuali comuni patologie sofferte potrebbero essere gestite dal medico curante. Nella gestione di una non urgenza sanitaria (in caso di allarme bianco) il primo soccorritore dovrà valutare la scena e la vittima ed evitare di allertare il 118. In una sindrome influenzale, in una crisi isterica è indispensabile l’assistenza prestata dagli addetti alle squadre di primo soccorso aziendale eventualmente messi in allerta dai compagni di lavoro del collega infermo o dallo stesso lavoratore. In questi casi bisogna prodigarsi per fornire all’infermo tutto il supporto umanano ed assistenziale, favorendo allo stesso tempo l’intervento del medico curante o della guardia medica, a cui si chiede d’intervenire.

73 Algoritmi di valutazione
Critical, Unstable, Potentially unstable, Stable (CUPS) Coscienza, Emorragia, Shock, Insufficienza respiratoria, Rotture ossee, Altro (CESIRA) Sequenze d’azione del BLS per la popolazione (RCP nella comunità) Gli algoritmi e le procedure di valutazione Con il termine di algoritmo, nella pratica clinica si vuole indicare un particolare sistema di informazioni o di istruzioni graficamente ordinate in sequenza da un punto di partenza ai vari differenti sbocchi; il termine di procedure indica - fase per fase e contemplando le più diverse eventualità - il comportamento da tenere e il modo di operare in diverse circostanze. Questi sistemi permettono di gestire specifiche situazioni operative complesse, fornendo a chi ne fa uso un approccio chiaro, esauriente, determinato e, pertanto, più efficace. L’impiego di algoritmi e procedure, quindi, dà a chi li impiega la rappresentazione di un piano prestabilito d’azione nel momento in cui si debba affrontare una qualche situazione critica, dovendo procedere per decisioni sequenziali su operazioni che si svolgono sempre secondo il medesimo ordine. Anche in Emergenza Sanitaria, allo scopo di facilitare l’inquadramento del caso (o dei casi) e stabilire le priorità, vengono comunemente utilizzati algoritmi e delle procedure di valutazione. Tra i più noti, citiamo: 1) CUPS (Critical, Unstable, Potentially unstable, Stable); 2) CESIRA (Coscienza, Emorragia, Shock, Insufficienza respiratoria, Rotture ossee, Altro); 3) BLS (Basic Life Support) ovvero la RCP (rianimazione cardiopolmonare).

74 Critical Unstable Potentially unstable Stable (CUPS)
Valutazione secondaria e trattamento sul posto lesioni minori malattie non critiche ustioni minori lesioni delle estremità (non complicate) STABLE (non urgenza) POTENTIALLY unstable UNSTABLE (urgenza) CRITICAL (emergenza) lesioni maggiori isolate difficoltà respiratoria ustioni moderate (< 9% ) breve convulsione depressione respiratoria depressione SNC ustioni > 18% segni di shock semi-annegamento stato mentale alterato traumi maggiori convulsioni arresto cardiaco arresto respiratorio Valutazione secondaria e trattamento durante il trasporto Valutazione primaria e trasporto rapido Rianimazione e trasporto rapido Algoritmo CUPS (Critical, Unstable, Potentially unstable, Stable) Una condizione viene definita Critical (o di emergenza sanitaria) quando il soggetto è in arresto cardiaco e respiratorio. Questa situazione richiede immediata rianimazione cardiopolmonare e trasporto rapido. Una condizione Unstable (o di urgenza sanitaria) richiede una immediata valutazione primaria ed un trasporto rapido. Varie situazioni rientrano in tale categoria; tra queste: depressione respiratoria, depressione del sistema nervoso centrale, ustioni che interessano oltre il 18% della superficie cutanea, segni di shock, semi-annegamento, stato mentale alterato, traumi maggiori, convulsioni. Una condizione Potentially unstable (o di potenziale urgenza) richiede una valutazione secondaria; il trattamento (se necessario) può essere eseguito durante il trasporto. Varie situazioni possono essere classificate “di potenziale urgenza”; tra queste abbiamo la difficoltà respiratoria, le ustioni che interessano meno del 18% della superficie cutanea, le convulsioni di breve durata, ecc. Una condizione Stable (o di non urgenza) richiede una valutazione secondaria e l’eventuale trattamento sul posto. Malattie non critiche, ustioni minori e lesioni delle estremità non complicate possono essere degli esempi di condizioni di non urgenza.

75 Il primo soccorritore verifica se il soggetto
Coscienza, Emorragia, Shock, Insufficienza respiratoria, Rotture ossee, Altro (CESIRA) .. se non cammina, ma… Verde Si cammina Giallo ha altre patologie o problemi presenta una frattura Rosso ha un’insufficienza respiratoria è in shock ha un’emorragia No è cosciente valuta (Codice) Il primo soccorritore verifica se il soggetto L’algoritmo CESIRA L’algoritmo CESIRA (Coscienza, Emorragia, Shock, Insufficienza respiratoria, Rotture ossee, Altro) è allegato al D.M. “Criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi” del ; in parte modificato può essere utile per essere adottato nel triage da parte di operatori laici, soprattutto quando si trovano a soccorrere numerosi soggetti in caso d’incidenti gravi, di disastro o di catastrofi. Questo algoritmo è immediatamente intuitivo e di facile applicazione; esso richiede una prima classificazione tra soggetto deambulante e soggetto non deambulante. Al primo (soggetto deambulante) viene immediatamente attribuito il codice verde. Il soggetto non deambulante viene invece riclassificato; se è incosciente, se ha una emorragia, se è in stato di shock oppure se ha una insufficienza respiratoria, gli viene attribuito un codice rosso. Al soggetto non deambulante che presenti una frattura o altre patologie o problemi sanitari, viene viceversa attribuito il codice giallo. Fatta così una prima valutazione del soggetto ed assegnatogli un codice, se questo è rosso, s’interviene immediatamente, se è verde o giallo, si passa subito alla valutazione di un altro soggetto.

76 La “Catena della Sopravvivenza”
I soggetti in arresto respiratorio e/o cardiaco hanno maggiori probabilità di sopravvivere se - assieme al personale sanitario – precocemente si attivano sulla scena dell’emergenza anche soccorritori laici che provvedano ad allertare immediatamente il sistema 118 avviare il primo soccorso, iniziando la procedura di RCP La catena della sopravvivenza I soggetti in arresto respiratorio e/o cardiaco hanno maggiore probabilità di sopravvivere se - assieme al personale sanitario - si attivano sulla scena della situazione di emergenza/urgenza anche soccorritori laici che, oltre ad allertare immediatamente il sistema 118, avviino il primo soccorso dando inizio al rianimazione cardiopolmonare (RCP). La “catena della sopravvivenza” è una ipotetica catena del soccorso costituita da quattro anelli; i primi due anelli sono costituiti da interventi che può mettere in atto anche il soccorritore laico, i secondi due anelli di supporto avanzato delle funzioni vitali, di competenza dei soccorritori professionali: 1)rapido accertamento dello stato di incoscienza e chiamata immediata dei soccorsi (primo soccorritore); 2)valutazione e, se addestrato, sostegno delle funzioni vitali con RCP (primo soccorritore); 3)stabilizzazione del paziente critico con cure mediche ed eventuale defibrillazione (118); 4)trattamento avanzato con intubazione, ventilazione, somministrazione endovenosa di farmaci durante il trasporto nell’ospedale più adatto (118).

77 AUTOPROTEZIONE DEL SOCCORRITORE
Nella attività di primo soccorso, il soccorritore può andare incontro a dei rischi; pertanto, effettuando tali attività deve garantire innanzitutto la sicurezza della scena, tutelando la propria incolumità pensare prima di agire L’autoprotezione del primo soccorritore Il soccorritore deve badare alla propria incolumità. Le situazioni che richiedono l’intervento del soccorritore possono infatti presentare dei rischi. E’ dunque prioritario garantire la sicurezza della scena, pensando ai rischi che si corrono prima di agire.

78 I rischi nel soccorso AMBIENTE IN CUI SI SVOLGE IL SOCCORSO
SANGUE E FLUIDI BIOLOGICI DELLA VITTIMA CONDIZIONE / COMPORTAMENTO DELLA VITTIMA I rischi nel soccorso Il soccorritore dovrà dunque difendersi dai pericoli insiti nell’ambiente in cui si effettua il soccorso, garantendosi sempre la sicurezza della scena e dal sangue e dai fluidi biologici della vittima, impiegando adeguati dispositivi di protezione. Anche la condizione e/o il comportamento della vittima potrebbero, in certe situazioni, arrecare danno al primo soccorritore.

79 Ambiente A. traffico veicolare incontrollato fuoco gas tossici
pericolo di crollo ... L’ambiente del soccorso L’ambiente in cui si effettua il soccorso potrebbe presentare numerosi pericoli per il soccorritore: il traffico veicolare incontrollato; l’esistenza di un incendio, lo sviluppo di gas tossici; il pericolo di crollo; la possibilità di condizioni atmosferiche sfavorevoli (pioggia, nebbia, neve). Giunto sul posto il soccorritore deve subito valutare se i pericoli ambientali comportino dei rischi per sé e per il soggetto da soccorrere ed agire conseguentemente col fine di garantire in ogni momento la propria sicurezza (gestione ambientale del rischio); pertanto, se vengono rilevati dei rischi, si garantisce la sicurezza della scena: rimovendoli prima di iniziare le procedure di soccorso, …oppure spostando il ferito, se è in condizioni di muoversi, in luogo sicuro. Garantire sempre la sicurezza della scena!

80 B.a Sangue della vittima REGOLA GENERALE
Spargimento di sangue, contatto con fluidi biologici sono possibile veicolo di malattie infettive quali epatite B e C, AIDS. Sangue della vittima B.a Il sangue della vittima In molte delle situazioni di emergenza sanitaria, le caratteristiche traumatiche dell’evento portano allo spargimento di sangue ed al contatto con altre componenti biologiche (saliva, muco, etc.); ciò comporta la conseguente possibilità di contatto del primo soccorritore con materiali potenzialmente infetti. Le principali infezioni che possono essere collegate al soccorso sono: l’epatite B e C, che si trasmettono attraverso il contatto con il sangue - se infetto - della vittima; l’AIDS, che si trasmette attraverso il contatto con il sangue (se infetto) della vittima. E’ importante ricordare che ogni soggetto sanguinante deve essere considerato come fonte potenziale di infezione; pertanto, in tali situazioni bisognerà utilizzare adeguati dispositivi di protezione individuali (mezzi barriera), che evitano il contatto diretto con materiali potenzialmente infetti. Le precauzioni universali sono i criteri operativi che regolano l’impiego dei mezzi barriera (la loro adozione è obbligatoria per il personale sanitario dall’emanazione del Decreto del Ministero della Sanità del 28/09/90 denominato “Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture professionali ed assistenziali”). REGOLA GENERALE ogni soggetto sanguinante deve essere considerato potenziale fonte di infezione in ogni contatto con soggetto sanguinante si devono adottare le precauzioni universali

81 Fluidi biologici della vittima
B.b contagio del soccorritore con saliva, muco ed altri fluidi della vittima per esempio, durante la respirazione artificiale I fluidi biologici della vittima Il sangue non è il solo veicolo di infezioni. Il contatto con muco e saliva (se infetti) può essere fonte di contagio del soccorritore in varie circostanze; una di queste, ad esempio, è la respirazione artificiale.

82 Mezzi barriera guanti monouso visiera paraschizzi pocket mask
I mezzi barriera Nelle procedure di primo soccorso i principali mezzi barriera, presidi di protezione individuali per evitare il contatto diretto con il sangue ed altri fluidi biologici potenzialmente infetti, sono: i guanti monouso la visiera paraschizzi la pocket mask. Il problema del contatto con materiali potenzialmente infetti è stato preso in considerazione anche dall’emanando Decreto Interministeriale di cui all’art. 15 del D.Lgs. 626/94, che, nei presidi di primo soccorso, prevede. guanti monouso e sacchetti monouso per la raccolta dei rifiuti sanitari nel pacchetto di medicazione e nella cassetta di pronto soccorso visiera paraschizzi per la sola cassetta di pronto soccorso.

83 Guanti monouso Modalità d’uso Quando Come
Infilati prima di iniziare le attività di soccorso, devono tenersi fino a che si è in contatto con materiale potenzialmente contagioso Devono essere indossati per proteggere entrambe le mani da contagio adottando una particolare procedura Quando Come Modalità d’uso Guanti monouso Vanno indossati all’inizio di ogni procedura di primo soccorso che comporti il potenziale contatto con sangue ed altri fluidi biologici e tolti solo quando termina il soccorso.

84 Guanti monouso Dopo il loro utilizzo
si sfilano afferrandoli dal lembo libero all’altezza del polso Utilizzo dei guanti monouso Una volta utilizzati i guanti vanno sfilati dopo averli afferrati dal lembo libero all’altezza del polso; in questo modo i residui di sangue rimangono all’interno dei guanti. Insieme ad ogni altro materiale di medicazione contaminato (garze sporche di sangue, pinzette utilizzate per l’assistenza, ecc.) i guanti devono essere gettati nel sacchetto monouso per la raccolta dei rifiuti. Occorre poi, dopo ogni pratica di soccorso, lavare sempre accuratamente mani.

85 Visiera paraschizzi Modalità d’uso Quando Come
Per ferite a rischio di schizzi alle mucose congiuntivali, orali, nasali (es. emorragie di grandi vasi arteriosi) Schermo di plastica trasparente che ripara il volto (gli occhi, la bocca il mento e le narici) dal rischio di schizzi Quando Come Modalità d’uso Visiera paraschizzi La visiera paraschizzi è uno schermo di plastica trasparente che ripara il volto dal rischio di schizzi. Deve essere utilizzata per ferite a rischio di schizzi di sangue come ad esempio nelle emorragie provenienti dai grandi vasi arteriosi.

86 Pocket mask Modalità d’uso Quando Come
Durante ventilazione dell’aria nella bocca di un soggetto in arresto respiratorio o cardio respiratorio (respirazione artificiale) La pocket mask è una maschera che si monta sulla bocca del soggetto in arresto respiratorio; offre una validissima barriera contro il rischio di contagio. Quando Come Modalità d’uso Ventilazione con pocket mask La pocket mask è una maschera ·          di facile impiego, che si monta facilmente sulla bocca del soggetto in arresto respiratorio; ·          di discreta flessibilità; infatti, raccordando la maschera ad una sorgente di ossigeno è possibile ventilare con aria arricchita di ossigeno; ·          d’ingombro molto contenuto; infatti, smontata facilmente, s’alloggia in un contenitore tascabile(1); ·          di costo limitato. È uno dei mezzi aggiuntivi il cui uso è consentito anche a soccorritori laici. È auspicabili che la pocket mask diventi un mezzo usuale del soccorritore non sanitario anche per la validissima barriera che offre contro il rischio di contagio. (1) La denominazione commerciale inglese di pocket mask è stata adottata per questa caratteristica.

87 Condizione / comportamento della vittima
Psicosi in fase acuta convulsioni chiusura repentina della bocca durante la manovra di “apertura delle vie aeree” fasi iniziali dell’annegamento agitazione psicomotoria intossicazione o avvelenamento respirazione artificiale della vittima spostamento o trasporto di un paziente Il comportamento della vittima In alcune condizioni patologiche, il comportamento (involontario) della vittima può porre a rischio il soccorritore: crisi psicotiche convulsioni negli attacchi epilettici, chiusura repentina della bocca nel corso di una manovra di “apertura delle vie aeree” della rianimazione cardio polmonare agitazione psicomotoria del soggetto nelle fasi iniziali dell’annegamento respirazione artificiale nel soggetto vittima di intossicazione o di avvelenamento: il paziente potrebbe avere la cute contaminata dalla sostanza causa dell’intossicazione o dell’avvelenamento, oppure potrebbe esalare prodotti venefici che ha inalato, ingerito od assorbito attraverso la cute spostamento o trasporto di un paziente movimenti incongrui del soggetto soccorso possono contribuire a determinare danni al soccorritore (ad esempio, una caduta, la lombalgia acuta da sforzo).

88 SITUAZIONI PARTICOLARI
Folgorazione Incidenti automobilistici Annegamento Situazioni particolari Si tratteranno di seguito alcune situazioni particolari come la folgorazione, gli incidenti automobilistici e l’annegamento. In tali situazione il primo soccorritore dovrà attenersi a specifiche procedure atte a garantire la propria incolumità.

89 FOLGORAZIONE Per correnti fino a 1.000 Volts > di 1.000 Volts
interrompere subito la corrente se non è possibile e l’infortunato è “attaccato” al conduttore isolarsi prima di provvedere a staccarlo > di Volts è obbligatorio interrompere la corrente prima d’intervenire attenzione all’arco voltaico Folgorazione Per correnti superiori a 1000 Volts non bisogna avvicinarsi alla vittima prima di avere staccato la corrente per evitare di essere investiti dall’arco voltaico.

90 INCIDENTI AUTOMOBILISTICI
non intervenire prima di avere segnalato alle automobili che sopraggiungono la presenza dell’incidente non lasciare la propria automobile in mezzo alla strada Incidenti automobilistici Negli incidenti automobilistici non bisogna intervenire prima di avere segnalato alle automobili che sopraggiungono la presenza dell’incidente e non si deve lasciare la propria automobile in mezzo alla strada.

91 ANNEGAMENTO Intervenire senza conoscere le tecniche di salvataggio può essere molto pericoloso: infatti, chi sta per annegare, potrebbe trascinare con sé il soccorritore; in questi casi è sempre necessario raggiungere la vittima utilizzando un salvagente, un materassino o una barca Annegamento Nei casi di assistenza al semiannegato o all'annegato, intervenire senza conoscere le tecniche di salvataggio può essere molto pericoloso; infatti, chi sta per annegare, potrebbe trascinare con sé il soccorritore. In questi casi è sempre necessario raggiungere la vittima utilizzando un salvagente, un materassino o una barca.

92 PROTEZIONE DELLA VITTIMA
Nel soccorrere più feriti, per evitare che si contagino a vicenda - non toccare con i guanti sporchi di sangue i soggetti soccorsi cambiare i guanti quando si assistono soggetti diversi Protezione della vittima con più feriti Se ci sono più feriti, bisogna evitare che si contagino a vicenda; allo scopo di prevenire il contagio non toccare con i guanti sporchi di sangue le vittime e, quando si assistono soggetti diversi, cambiare i guanti passando ad un nuovo soggetto.


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