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prof. Riccardo Varaldo in «RAPPORTO IRPET TOSCANA 2030»

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Presentazione sul tema: "prof. Riccardo Varaldo in «RAPPORTO IRPET TOSCANA 2030»"— Transcript della presentazione:

1 prof. Riccardo Varaldo in «RAPPORTO IRPET TOSCANA 2030»
… «Sotto il secondo profilo, il messaggio che ci viene dal rapporto IRPET è molto chiaro: con la prosecuzione in modo inerziale dell’attuale modello di sviluppo, con in più l’aggravante della complessità e degli effetti della crisi, il destino sarebbe quello di una Toscana a rischio di sostenibilità economica, sociale, finanziaria, territoriale e ambientale, con tutte le conseguenze in termini di livello prospettico di benessere. L’economia toscana soffre dagli anni ’90 di “un di meno” costituito da un “differenziale di produttività e competitività”, che la crisi sta evidenziando in tutte le sue dimensioni. Essa non ha saputo adattarsi, nei modi e nei tempi richiesti, alle due grandi sfide del cambiamento dello scenario macroeconomico succedutesi nel corso degli ultimi decenni. La prima sfida è quella delle più difficili condizioni competitive da affrontare dopo che, con l’adesione all’euro, era stato eliminato lo strumento (efficace e perverso insieme) delle svalutazioni competitive. La seconda è la sfida della globalizzazione con la venuta alla ribalta sulla scena mondiale dei nuovi paesi emergenti che si sono dimostrati di essere concorrenti temibili per il made in Italy ed in specie per le piccole imprese, che in Toscana hanno un peso maggiore che in altre Regioni»

2 LA CRISI E L’INNOVAZIONE
La crisi attuale impone, ancora maggiormente che nel passato, un percorso d’innovazione e di cambiamento radicale dei nostri tradizionali scenari economici, produttivi e sociali. Questo cambiamento non deve e non può essere uno stravolgimento: non possono essere cancellati decenni di crescita del nostro modello produttivo, quindi non si tratta di mettere in discussione un turismo avanzato che abbiamo costruito a prezzo di grandi sacrifici: si tratta solo di individuare percorsi nuovi, di rimodellare gli scenari, di essere più capaci, più positivi, rafforzando la componente “originale” e “genuina” rispetto a dinamiche generali di concorrenza impostate sulla competizione per aggressività e sull’affannoso inseguimento del rapidissimo ed instabile scenario.

3 LA CRISI E L’INNOVAZIONE
Un territorio complesso e delicato quale quello dell’Arcipelago non deve sforzarsi di aggiustare il proprio modello produttivo imitando schemi scarsamente attinenti e che comportano sistemi organizzativi a vasta scala, ma deve costruire la propria centralità sul sodalizio locale che può assicurare una forte connotazione all’esterno, puntando sulle PREROGATIVE territoriali, siano esse ambientali, culturali, sociali. Partendo dalla riscoperta e valorizzazione delle UNICITA’ si può lavorare al rilancio dell’offerta turistica migliorando la qualità del prodotto offerto. In un simile percorso il ruolo del P.N.A.T. può essere molto rilevante se si utilizza la dimensione dell’alleanza. Da un progetto comune può nascere un «turismo del territorio» fortemente attrattivo e competitivo.

4 IL RUOLO DEL P.N.A.T. IN 4 MOSSE
Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali (mission) ; Rafforzamento di un modello di sviluppo economico sostenibile (tornaconti etica) Qualificazione del marketing territoriale; Promozione dell’immagine territoriale, anche come conseguenza indiretta.

5 Le questioni irrisolte del P.N.A.T.
Completamento delle attività di programmazione strategica, per definire le regole della tutela e dello sviluppo e le linee guida delle azioni operative; (Ente con normativa statale immerso in un contesto locale) Superamento della dicotomia TUTELA-SVILUPPO (convinzioni & verità); Superamento della frammentazione territoriale fra aree ricomprese nel P.N.A.T. ed aree esterne, sia in ordine al «sistema delle regole», sia in ordine al modello di sviluppo. Necessità di completare e definire gli strumenti della programmazione; Necessità di coordinare le politiche tra Enti competenti nel territorio; Necessità di integrare gli strumenti della programmazione.

6 Coordinamento e integrazione degli strumenti
Piano del Parco Regolamento del Parco Piano Pluriennale di Sviluppo Economico e Sociale Piani strutturali dei Comuni P.T.C. delle Province di Livorno e Grosseto P.I.T. e P.S.R. della Regione Toscana OBIETTIVO: COORDINAMENTO NON SOLTANTO GIURIDICO-FORMALE MA FUNZIONALE

7 Un’utile metafora «Una utile metafora per stabilire i passi da compiere: si tratta di passare dalla ricetta di un piatto da presentare in tavola (= le cose che si dovrebbero fare), al cucinare effettivamente utilizzando i veri ingredienti (= impiegare le risorse disponibili per realizzare autentici interventi). Questo processo necessita di energia creativa e di lavoro umano per completare la preparazione da servire in tavola, cioè occorrono la volontà e la capacità di realizzare passaggi utili per soddisfare le aspettative di chi ne trarrà beneficio».

8 Un possibile modello generale di sviluppo turistico per l’Arcipelago: il «turismo del territorio»

9 Il «turismo del territorio»
La conquista della cura e del tempo per se stessi BENESSERE SALUTE TURISMO & TURISMO OPEN AIR SPORTIVO STORICO CULTURALE CONVEGNISTICA PREROGATIVE GEO/BIO/ ENOGASTRONOMICO valori psicofisici valori esperienziali Raggiungere l’Arcipelago Staccarsi dalla terraferma nutrimento intellettuale

10 I 10 PILASTRI DELLA GESTIONE DEL PARCO:
1. CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO NATURALE 2. INTEGRAZIONE DELLE AZIONI DI TUTELA NEL QUADRO DELLE POLITICHE SOCIALI ED ECONOMICHE A SCALA LOCALE 3. POTENZIAMENTO DELLE AZIONI DI CONTROLLO AMBIENTALE E ATTUAZIONE DI CAMPAGNE DI SENSIBILIZZAZIONE 4. RICERCA DI SOSTEGNI FINANZIARI PER L’ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI 5. ADOZIONE DI ALLEANZE PER RAFFORZARE LA CULTURA DELLA RESPONSABILITA’ NELL’EDUCAZIONE PERMANENTE 6. CREAZIONE DI UNA STRUTTURA OPERATIVA EFFICIENTE ORIENTATA AL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI STRATEGICI CON CARATTERISTICHE DI DINAMICITA’ E CREATIVITA’ 7. PROMOZIONE DI INTERVENTI INNOVATIVI PER CONSEGUIRE LA MANUTENZIONE DEL TERRITORIO E LA RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE DEGRADATE 8. ATTIVAZIONE DI PARTERNARIATI PER L’ADOZIONE DI BUONE PRATICHE 9. PARTECIPAZIONE A NETWORK NAZIONALI ED INTERNAZIONALI PER LA SALVAGUARDIA DELLA BIODIVERSITA’ NEL MEDITERRANEO SUPPORTANDO LA RICERCA SCIENTIFICA APPLICATA 10. COSTRUZIONE DI UNA RETE DI RAPPORTI PER SOSTENERE LO SVILUPPO DELL’ECOTURISMO NELLE ISOLE.

11 MOSAICO di DIVERSITA’ ad alta integrazione
CONNETTERE le aree territoriali fuori e dentro il P.N.A.T., lavorando secondo un modello di sviluppo unitario, utilizzando la specificità dei valori in campo. ESALTARE LE PREROGATIVE nel rispetto delle specificità e dei limiti, per favorire ancora di più l’emersione delle unicità e per non far entrare in contrasto sviluppo e tutela ambientale TUTELA E VALORIZZAZIONE AMBIENTALE come strumenti della difesa dei valori portanti e quindi del modello qualitativo per alleggerire la pressione e l’utilizzo delle risorse naturali

12 TRE ASSI PORTANTI IL TURISMO DEL TERRITORIO L’AGRICOLTURA DI QUALITA’
UNA POSSIBILE DECLINAZIONE DEL MODELLO DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE PER IL P.N.A.T. TRE ASSI PORTANTI IL TURISMO DEL TERRITORIO L’AGRICOLTURA DI QUALITA’ LE PROFESSIONI AMBIENTALI PER OCCUPAZIONE GIOVANILE

13 Turismo degli sport all’aria aperta
UNA POSSIBILE DECLINAZIONE DEL MODELLO DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE PER IL P.N.A.T. ASSE 1: TURISMO DEL TERRITORIO Turismo degli sport all’aria aperta Turismo delle immersioni e dell’ambiente marino Turismo scientifico Termalismo – talassoterapia - benessere Turismo dei prodotti tipici – enogastronomia Turismo culturale e letterario Turismo geo-minerario Turismo congressuale Turismo scolastico e formativo

14 L’agricoltura biologica
UNA POSSIBILE DECLINAZIONE DEL MODELLO DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE PER IL P.N.A.T. ASSE 2: L’AGRICOLTURA DI QUALITA’ L’agricoltura biologica Il recupero delle produzioni tipiche ed autoctone (viticoltura-olivicoltura – ortaggi – frutta antica) L’apicoltura L’agriturismo Vivaistica di piante utili per la riqualificazione ambientale L’agricoltura familiare ed amatoriale Itticoltura Commercializzazione dei prodotti

15 ASSE 3: L’OCCUPAZIONE GIOVANILE
UNA POSSIBILE DECLINAZIONE DEL MODELLO DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE PER IL P.N.A.T. ASSE 3: L’OCCUPAZIONE GIOVANILE Nuovi mestieri collegati a servizi Talenti e capacità tecniche Intensificazione della formazione sul campo Premi operativi per l’imprenditoria innovativa Web e comunicazione Network

16 Linee trasversali agli assi
Sostegno all’imprenditoria femminile e giovanile; Recupero dei mestieri tradizionali; Difesa e ricostruzione dell’identità territoriale; Obbligatorietà della bioedilizia e bioarchitettura; Energie rinnovabili; Telelavoro; Sviluppo della sentieristica; Potenziamento della mobilità sostenibile; Formazione e responsabilizzazione; Superamento della stagionalità.


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