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Federazione regionale Sarda ex allievi Don Bosco

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Presentazione sul tema: "Federazione regionale Sarda ex allievi Don Bosco"— Transcript della presentazione:

1 Federazione regionale Sarda ex allievi Don Bosco
Unione di Cagliari V.le Fra Ignazio 62

2 Dott. Ing. Francesco Murroni
 Via Biasi n° 25 / scala C – – Cagliari  070 / * Fax 070 / * Cell

3 RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA
14/06/2012 RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DELLE COSTRUZIONI ESISTENTI

4 BREVE INTRODUZIONE Breve Introduzione

5 Quali sono le cause di tale convinzione?
Si sente parlare spesso di sviluppo sostenibile, ma raramente si fa riferimento alle cause culturali che hanno portato questo concetto al centro del dibattito nel mondo. Molti esperti asseriscono che sarà l’argomento più importante dei prossimi decenni. Quali sono le cause di tale convinzione? Innanzi tutto, domandiamoci: come abbiamo affrontato e risolto i più difficili problemi fino ad oggi? La risposta è: con un approccio specialistico

6 Prima di continuare, è opportuno un richiamo mnemonico.
Nella tabella che segue, si riportano i nomi dei principali protagonisti, coloro che diedero il maggior contributo (dal Cinquecento alle soglie del Novecento) ad una modificazione delle forme di pensiero. Copernico ( ) Bacone ( ), Galileo ( ) Keplero ( ), Cartesio ( ) Newton ( ) Locke ( ) Dalton ( ) Faraday ( ) Maxwell ( ) Boltzmann ( ) Cui si aggiungono le nuove leve, fino alla seconda metà inoltrata del novecento.

7 Fin dai tempi di Galileo & Company , la frammentazione è un carattere tipico del nostro pensiero.
Per esempio, le nostre discipline accademiche vengono suddivise in tante materie distinte. Ciascuna di esse, poi, è ancora suddivisa … È nostra convinzione che tutti gli aspetti dei fenomeni complessi possano essere capiti riducendoli nelle loro parti. E siamo tranquilli, perché sappiamo che per ognuna di esse esistono gli specialisti cui rivolgerci. Nella seconda metà del secolo scorso, si è osservato che la specializzazione molto spinta consentiva di risolvere solo i problemi relativi all’oggetto della specializzazione, ma non consentiva di vedere la globalità, di afferrare la complessità Ma …

8 per la complessità non esistono specialisti
Ciò non significa che non servano gli specialisti, dato che tale metodo ha guidato gran parte della scienza e della tecnologia degli ultimi secoli. Tale criterio sarà ancora e sempre molto efficace, a condizione che se ne riconoscano le limitazioni. Infatti, allorché la complessità aumenta, l’accettazione del metodo (inteso come l’unico modo valido di accedere alla conoscenza) ha generato squilibrio e disorientamento nella nostra cultura attuale. Si rivolga l’attenzione ai recenti terremoti in Emilia: nessuno, compresi i vertici della scienza geologica internazionale sa dare risposte. L’intervistato in qualità di esperto (che conosce benissimo la teoria) è in grado di esprimere solo opinioni personali, spesso contrastanti, non dissimili da quelle che potrebbe dare un tecnico di media levatura. Conosce i meccanismi generali, ma non sa quando i fenomeni si manifesteranno, dato che noi accumuliamo esperienze in relazione ai tempi umani, mentre l’assestamento della terra – disinteressato delle nostre vicende – si manifesta con cadenze che seguono tempi geologici. Scala 1: Potrebbe accadere, per esempio, che il prossimo terremoto si manifesti nel 2500, o nel 3000, oppure …

9 LO SPECIALISTA È COLUI CHE SA QUASI TUTTO DI QUASI NIENTE
In fisica, la teoria quantistica ha dimostrato che il mondo non può essere analizzato scomponendolo in piccoli elementi isolati, cioè considerando ciascuna particella esistente indipendentemente dalle altre. In molte discipline non fisiche (politiche e sociali, come la fame nel modo, economiche, ma anche per il corpo umano), i problemi complessi che gli “specialisti” sono costretti ad affrontare si presentano resistenti a tutte le loro soluzioni perché loro non sono “specialisti della globalità”. Con una battuta potremmo dire che LO SPECIALISTA È COLUI CHE SA QUASI TUTTO DI QUASI NIENTE Sono problemi le cui soluzioni devono tener conto di tutti gli infiniti aspetti possibili. Devono essere esaminati da tutte le prospettive.

10 Osserviamo questo ecosistema
Conoscere le condizioni di pressione, temperatura, altezza del sole, il vento, i profili delle montagne, stagione,… movimenti tellurici, le correnti marine, il moto di precessione della Terra, distanza del sistema solare dal centro di rotazione della Galassia, solo per indicarne alcuni. Poi c’è il mare. Per studiarlo, sarebbe impossibile qualsiasi forma di approccio riduzionista e dunque specialistico. Occorrerebbero migliaia di specialisti, e in gran parte in disaccordo. Osserviamo questo ecosistema (usato come sfondo) Occorrerebbe, al contrario, un approccio sistemico, olistico che abbracci la complessità. Per adesso, possiamo usare solo la nostra intuizione, dato che l’insieme non è ‘roba’ da scienziati, ma piuttosto da “saggi” o se vogliamo, da artisti … da pittori o da poeti .. forse da religiosi.

11 Nel fervore delle ricerche, qualcuno (Flaiano) scherzosamente affermò:
Ma cos’è un sistema ? Un sistema è un’entità organizzata composta da elementi interdipendenti, che devono essere capiti nelle loro infinite relazioni all'interno dell'entità complessiva. La natura è ovunque fatta di complessità. Ogni cosa che si è imparato a scuola come ovvia diventa sempre meno ovvia quando si inizia a studiare l'universo. Per esempio, non ci sono continui assoluti nell’universo, né solidi o superfici come intendiamo noi. Non ci sono linee rette. Noi l’abbiamo ridotta in cerchi, triangoli e rettangoli solo per cercare di capirla, ma questa non è la natura vera. E’ solo un’astrazione. Nel fervore delle ricerche, qualcuno (Flaiano) scherzosamente affermò: ” Stanchi dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande, gli scienziati si dedicarono … all’infinitamente medio.”

12 Ma, domandiamoci, perché ne parliamo solo oggi?
O, meglio, visto che l’argomento è stato dibattuto da qualche decennio, perché solo oggi è oggetto di maggiore attenzione da parte del grande pubblico?

13 Prima, nel passato, nel corso della nostra lunga storia di uomini, non era mai stato necessario misurarsi con sistemi ad alta complessità: si demandava la responsabilità dei fenomeni alle divinità. Perciò l’evoluzione non ci ha conformati per risolverli … forse! Adesso, l’incremento demografico, la mondializzazione, l’evoluzione ambientale ed altri fenomeni analoghi, internet, la tecnologia esasperata ci stanno spingendo sull’orlo del precipizio: siamo arrivati ad un punto tale che certi casi difficili stanno per esplodere, con il rischio di compromettere la nostra stessa sopravvivenza. Per fortuna, molti hanno capito che bisogna invertire il processo. E, per fortuna, i computer (frutto – riconosciamolo – della nostra tecnologia) sono strumenti adatti per aiutarci.

14 Abbiamo parlato di complessità in generale
Abbiamo parlato di complessità in generale. Riduciamo il campo di osservazione all’Ambiente Anche qui, un’insistenza eccessiva sul criterio classico ha condotto a comportamenti che danno ricchezza materiale a certuni, comodità ad altri (noi compresi), ma che sono profondamente antiecologici, cioè stanno “mettendo a rischio” l’ambiente. Dovremmo rinunciare al benessere? No, anche se benessere non significa affatto felicità … anzi. Ma dobbiamo usare altri criteri per programmare uno sviluppo tendente a diventare più gratificante per tutti . Fare una pausa di ripensamento e non pretendere la crescita ad ogni costo? Chissà! O, almeno, che lo sviluppo sia, come si usa dire oggi, ‘sostenibile’ . Lo sviluppo sostenibile è la forma di crescita che non compromette la possibilità delle future generazioni di perdurare nello sviluppo stesso, preservando la qualità e la quantità del patrimonio e delle risorse naturali.

15 Adesso, per arrivare gradualmente all’oggetto della conversazione, dobbiamo considerare l’ambiente, ed inserire dei concetti indispensabili abbastanza noti. 2. Una porzione di biosfera delimitata naturalmente costituisce un ecosistema 1.L'ecologia è la disciplina che studia la biosfera, ossia la porzione della Terra in cui è presente la vita. La biosfera è caratterizzata dall'interazione degli organismi tra loro e con il mondo senza vita che li circonda. 3. Gli ecosistemi si sostengono in un equilibrio dinamico fondato su cicli e fluttuazioni, tutti processi non lineari, difficilmente alla portata della nostra limitata conoscenza.

16 Restringendo ancora il campo di osservazione: giungiamo così alla
Edilizia 1° L’edilizia è energivora 2° L’edilizia impiega molte fonti energetiche fossili 3° L’edilizia immette in ambiente prodotti di combustione dei combustibili impiegati 4° I prodotti di combustione sono dannosi Perciò, bisogna cambiare il nostro comportamento, prima per limitare i danni, poi per trovare condizioni di equilibrio accettabili.

17 Avendo consapevolezza della situazione, possiamo assumere
alcuni provvedimenti per ridurre i rischi: Eliminare le inutili perdite di energia dell’involucro edilizio; Ridurre il fabbisogno energetico dell'edificio Utilizzare energia a basso costo da fonti energetiche rinnovabili non inquinanti Alimentare la ricerca nel campo delle tecnologie per lo sfruttamento delle fonti d’energia rinnovabili segue

18 Attivare un nuovo modo di progettare e costruire gli edifici e gli impianti
Integrare le antiche tecniche costruttive mediterranee preindustriali alle avanzate tecnologie del momento Inserire in modo armonico l'edificio nell'ambiente circostante Riqualificare l’ENORME PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE. È appunto di questo argomento su cui dobbiamo fornire almeno qualche notizia sommaria.

19 Dott. Ing. Francesco Murroni
Attendere, prego … … altro file. Dott. Ing. Francesco Murroni  Via Biasi n° 25 / scala C – – Cagliari  070 / * Fax 070 / * Cell


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