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Questa terra è l’unica che abbiamo

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Presentazione sul tema: "Questa terra è l’unica che abbiamo"— Transcript della presentazione:

1 Questa terra è l’unica che abbiamo
Napoli Prima Napoli Dopo

2 Per fare il punto della situazione attuale e dei prossimi anni
Secondo i più autorevoli scienziati ed esperti internazionali, continuando con l’attuale ritmo di produzione e di consumo, nell’arco dei prossimi quattro secoli si esauriranno tutte le fondamentali materie prime, ad eccezione del carbone che sarà disponibile per almeno altri due millenni. Comunque, gli effetti negativi di un consumo sfrenato, attuato senza guardare serialmente al futuro, si faranno sentire già entro la prima metà del XXI secolo. Mentre per millenni l’uomo è riuscito a convivere con i cicli naturali senza stravolgerli, nel XX secolo la “civiltà dei consumi”, caratterizzata dalla filosofia dell’usa e getta, ha rapidamente creato la “società dei rifiuti” sconvolgendo la natura.

3 Già al giorno d’oggi cresce a dismisura la quantità di rifiuti industriali e domestici non adeguatamente smaltiti. Recenti statistiche hanno accertato che ogni anno, nei Paesi della Comunità Economica Europea, vengono prodotte oltre 18 miliardi di tonnellate di rifiuti a fronte di impianti di smaltimento sovente obsoleti e inadeguati, con tutte le immaginabili conseguenze sia sul piano igienico generale che su quello dello spreco di preziose risorse. Eppure, già oggi esistono sistemi per produrre sempre meno rifiuti e per riciclare quelli che vanno a finire in discariche ormai insufficienti o, sbrigativamente, in quelle abusive se non addirittura in grossi inceneritori che ammorbano ed inquinano l’aria peggio degli impianti industriali. I rimedi per ridurre drasticamente la quantità di rifiuti devono partire dai cittadini stessi; ciascuno di noi, per esempio, dovrebbe evitare di acquistare continuamente merci “usa e getta” tipo stoviglie, posate e tovaglie monouso, bibite in lattine o in contenitori in plastica, che risultano molto comodi ed utili, ma che fanno aumentare smisuratamente i cumuli di immondizia agli angoli delle strade (si pensi che in Italia, ogni anno, si accumulano nei rifiuti ben tonnellate di bottiglie di plastica!)

4 Le industrie, da parte loro, dovrebbero ridurre i cumuli di imballaggi e gli incarti delle confezioni dei vari articoli di consumo che, a volte, sono talmente tanti e voluminosi da suscitare ilarità prima ancora che sconcerto. In alcuni Paesi si va già diffondendo l’uso di vendere contenitori di prodotti ricaricabili o pezzi intercambiabili di particolari articoli (ad esempio, spazzolini da denti , tergicristalli per autoveicoli ecc…). Anche in Italia, in questi ultimi tempi, si registrano confortanti segnali in tal senso. Sono evidenti le positive ripercussioni di questa politica del “risparmio familiare” sia a livello di prezzi, certamente più contenuti, che di quantità di rifiuti, decisamente ridotta. Poiché tuttavia, non è possibile eliminare completamente il pattume, si può agire per una raccolta “differenziata” allo scopo di recuperarne le parti riciclabili.

5 Nel nostro Paese la legge n
Nel nostro Paese la legge n. 441 del 1987 obbliga i comuni ad effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani pericolosi (pile, farmaci, sostanze tossiche e infiammabili) mentre la Legge n. 475 del 1988 estende la raccolta differenziata a tutta la spazzatura. Da ricordare inoltre, che la Legge del 1988, venne attuata solo in alcune regioni. Per esempio a Cagliari, e non in tutti i quartieri, è cominciato il lavoro della raccolta differenziata soltanto agli inizi del Mentre in alcune zone rimane ancora la raccolta indifferenziata dei rifiuti con gravi conseguenze ambientali. I sistemi per il riciclaggio sono vari e sufficientemente perfezionati a livello tecnologico anche se, ovviamente, sono suscettibili di ulteriori, decisivi miglioramenti.

6 Purtroppo, nella realtà operativa si è ancora ben lontani dall’integrale applicazione delle Leggi. Non è raro, infatti, che sostanze altamente inquinanti, se non addirittura fortemente tossiche, finiscono sparse dove capita, inquinano terreni agricoli, corsi d’acqua e le stesse falde che servono gli acquedotti ( oli per motori, pile al mercurio, ecc.) Accade anche che enormi quantità di rifiuti vengano portate in luoghi lontani e lì abbandonate senza alcun riguardo per la salute pubblica delle popolazioni locali. Questo è il caso delle discariche abusive, sparse in quasi tutte le regioni italiane che provocano, con i loro rifiuti, appunto squilibri naturali e inquinamento del terreno in cui sono collocate.

7 Il riciclaggio Ancora più lento è il processo di riciclaggio dei rifiuti, che contengono molti ed importanti materiali riutilizzabili. Ad esempio, con il compostaggio dei rifiuti solidi urbani vengono separate e scartate tutte le materie plastiche, metalliche e vetrose per lasciare la parte organiche che è trasformata in un ricco fertilizzante assolutamente naturale e non inquinante. Ma anche i predetti elementi plastici, metallici, vetrosi, ecc… possono essere recuperati e riutilizzati industrialmente con ottimi risultati. Per esempio, il recupero del vetro serve per produrre nuovi contenitori di vetro; il riutilizzo della carta e del cartone consente di fabbricare carta riciclata al 100% con evidenti risparmi energetici, e, soprattutto, salvaguardando la vita degli alberi; si consideri al riguardo che per ottenere 70 kg di carta occorre abbattere un intero albero d’alto fusto.

8 Nei Paesi poveri, intanto milioni di persone muoiono di fame!
Ciò che attualmente è necessario, al di là delle vigenti disposizioni di Legge, è la diffusione capillare nell’opinione pubblica di una nuova mentalità nei consumi che consenta di tutelare l’ambiente e la salute di tutti, sia producendo meno rifiuti sia aiutando le Istituzioni nella raccolta differenziata. Circa gli sprechi nei consumi, vi è un dato statistico che lascia scandalizzati: ogni anno in Italia finisce nella spazzatura una quantità di pane e di pasta pari a mezzo milione di tonnellate! Inoltre, viene gettata, ancora commestibile, carne per mezzo milione di tonnellate! Nei Paesi poveri, intanto milioni di persone muoiono di fame! Da notare che ogni 3,6 secondi un bambino sotto i 5 anni muore a causa della fame! A parte ogni giudizio morale in merito, si pensi all’incalcolabile danno sul piano economico che un tale sperpero comporta.

9 In merito alla creazione di una nuova coscienza sociale circa i problemi dello smaltimento e del riciclo dei rifiuti, la scuola ha un ‘ enorme responsabilità educativa in merito. Come sarebbe gratificante se tutti gli istituti facessero a gara per promuovere ed incrementare la raccolta differenziata, solo per citare una delle tante iniziative possibili, avvalendosi anche della collaborazione delle organizzazioni ecologiste! Inoltre, queste problematiche potrebbero essere armonicamente inserite in un più ampio contesto di educazione ecologica visto che questa dimensione implica un sostanziale amore per la Vita attraverso il rispetto della Natura

10 L’inquinamento La principale causa che comporta il mal funzionamento dello smaltimento e riciclaggio dei rifiuti è l’inquinamento. Esso è definito come un’altra minacciosa componente del grande attacco portato dall’uomo alla natura. L’uomo si è reso conto con ritardo della minaccia mortale che esso rappresenta. In realtà l’inquinamento è di vecchia data. In teoria può farsi risalire al primo fuoco acceso dall’uomo davanti alle caverne. Fumo, sedimenti derivati dalla combustione contaminarono l’ambiente circostante. Ma in effetti la combustione era qualcosa che già esisteva in natura. Basti pensare agli incendi causati nei boschi da fulmini o da combustioni spontanee. Più tardi si ebbe un altro tipo di contaminazione: quello derivato dalla lavorazione e dall’uso di taluni metalli. I Romani, ad esempio, impiegarono largamente il piombo per investire taluni recipienti nei quali erano soliti conservare il vino, per fabbricare le condutture d’acqua adoperate nelle case più abbienti e in altri edifici, per preparare vernici. Avvelenamenti da piombo dovettero essere frequenti, anche se allora non ne fu data una spiegazione.

11 Nei centri abitati la quantità di legname bruciato per il riscaldamento e per gli altri usi era già notevole nell’antichità, ma tuttavia un vero e proprio inquinamento causato da combustione si rivelò solo a partire dal momento in cui venne adoperato il carbon fossile. Sappiamo che in alcuni casi le autorità vietarono di bruciarlo nelle città per i forni di fusione. Uno studio condotto in Inghilterra nel secolo scorso rivelò che alcune specie di insetti abitanti sui tronchi d’alberi nei dintorni di Londra avevano subito trasformazioni mutageniche e la stessa corteccia degli alberi avevano cambiato colore. Tuttavia i vantaggi derivanti dall’uso del carbon fossile e più tardi del petrolio si rivelarono così grandi che a pochi poteva venire in mente di condurre una campagna contro di essi. Inoltre, fino alla nascita dei grandi concentramenti industriali e alla scoperta del motore a vapore e poi di quello a combustione interna i danni erano in effetti limitati.

12 Col XX secolo lo svilupparsi di un’ industria chimica gigantesca, estremamente diversificata, creò problemi del tutto nuovi. L’inquinamento dei rifiuti prodotti dall’uomo invase il suolo, le acque, e l’aria in modo abnorme. Ma fino al secondo conflitto mondiale esso fu contenuto in certi limiti, o meglio forse non venne avvertito. Negli anni successivi alla guerra si ebbe invece un ingrandimento per mille del problema, con danni tanto gravi prodotti dall’uomo sull’ambiente da far temere per la stessa sopravvivenza della specie umana. Si presentarono uno dopo l’altro una serie di problemi, come l’uso degli antiparassitari, lo smaltimento dei rifiuti, l’eliminazione delle sostanza tossiche prodotte da fabbriche d’ogni genere. Si cominciò a calcolare che esistevano decine di migliaia di sostanze prodotte dall’uomo, molte ottenute sinteticamente, i cui scarti e rifiuti finivano nel suolo, nelle acque, nell’atmosfera e quindi colpivano uomini, piante e animali. E il numero di tali sostanze aumentava di anno in anno.

13 Vari tipi di inquinamento persistono in ogni parte del globo:
L'inquinamento acustico è un danneggiamento dell'ambiente urbano e naturale da parte dell'uomo dovuto a una eccessiva esposizione dell'ambiente a suoni di elevata intensità. L'inquinamento acustico può causare nel tempo problemi psicologici, di pressione e di stress alle persone che ne sono continuamente sottoposte. Le cause dell'inquinamento acustico possono essere fabbriche, cantieri, aeroporti, autostrade, circuiti per competizioni motoristiche, ecc. L’inquinamento ambientale tramite rifiuti tossici non regolarmente smaltiti. Come per esempio i fiumi inquinati, i terreni, e perfino il cibo.

14 Dove ha colpito l’inquinamento?
Già da molti anni ormai la regione Campania è attraversata da una crisi riguardante l’inquinamento causato da una irregolare raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. In questi ultimi mesi, anzi la situazione è diventata insostenibile e ha portato ad un grave disagio per gli abitanti della Città di Napoli e dintorni. Difficoltà sono sorte a causa della mancata raccolta dei rifiuti, che doveva essere operata dagli enti pubblici. Per cui nelle strade napoletane, di giorno in giorno, si sono accumulati rifiuti di ogni genere, da quelli regolarmente riciclabili a quelli definiti “pericolosi”. Tanto che la popolazione, stanca del mancato ritiro di pattume, ha incominciato con l’incenerimento casalingo, ovvero si è iniziato con l’appicco di incendi delle immondizie nelle aree urbane. Questo però ha comportato gravi danni per gli stessi abitanti poiché mentre si è agito con l’incenerimento dei rifiuti, essi nel contempo hanno sprigionato polveri tossiche per l’uomo, causando gravi danni a livello respiratorio. Successivamente a questi accadimenti, la regione ha deciso di aprire dei siti di stoccaggio in aree presso coltivazioni e allevamenti.

15 Questa decisione però ha suscitato numerose polemiche.
In seguito il problema ha coinvolto anche altre regioni italiane, le quali sono state chiamate dal governo per aiutare Napoli, col fine di smaltire i rifiuti in eccesso. Molte regioni si sono rifiutate ma la Sardegna ha deciso di risolvere la situazione con l’accoglienza di rifiuti urbani provenienti da Napoli. Nonostante i pareri contrari di una parte della cittadinanza cagliaritana. Attualmente la soluzione definitiva non si è ancora trovata.

16 In conclusione Dal mio punto di vista la soluzione potrebbe scaturire da un intesa tra i cittadini e l’amministrazione cittadina. I cittadini, per la parte che loro compete, dovrebbero sviluppare un maggiore senso civico pretendendo di fare la raccolta differenziata. Il governo, invece, da parte sua tramite l’amministrazione regionale e comunale dovrebbe promuovere il riciclaggio dei rifiuti al 100% incoraggiando anche l’iniziativa privata.


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