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ATTIVITA' ECONOMICA PRODUZIONE CONSUMO RISPARMIO INVESTIMENTO SCAMBIO

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Presentazione sul tema: "ATTIVITA' ECONOMICA PRODUZIONE CONSUMO RISPARMIO INVESTIMENTO SCAMBIO"— Transcript della presentazione:

1 ATTIVITA' ECONOMICA PRODUZIONE CONSUMO RISPARMIO INVESTIMENTO SCAMBIO
L’attività umana, volta ad adeguare i mezzi “limitati” (beni economici e servizi) necessari al soddisfacimento dei bisogni umani (illimitati) viene chiamata “ATTIVITÀ ECONOMICA”. L’attività economica è, conseguentemente, l’attività pratica dell’uomo rivolta a: produrre ricchezza, (a distribuirla tra coloro che hanno concorso a produrla), a consumarla, a risparmiarla (per una nuova produzione), o a scambiarla con terzi. N.B.: l’attività economica è svolta dall’uomo tramite “strutture economiche appositamente organizzate” chiamate aziende (il termine “azienda” deriva dal latino facienda, "cose da farsi”, “faccende”). L’attività economica può essere meglio analizzata suddividendola in 5 fasi, tra loro strettamente collegate: produzione, consumo, risparmio, investimento, scambio. PRODUZIONE CONSUMO RISPARMIO INVESTIMENTO SCAMBIO NATURA DISTRUTTIVO Fattori della produzione CONTEMPORANEO LAVORO A CREDITO PRODUTTIVO CAPITALE FISSO CIRCOLANTE (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

2 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
PRODUZIONE La produzione è l’attività diretta a rendere disponibili beni economici (beni e servizi) o ad accrescerne l’utilità. La produzione è, in sostanza, l’attività che, attraverso la “combinazione” di beni e di energie (cioè dei fattori della produzione): rende disponibili nuovi beni o accresce l’utilità di quelli preesistenti, fornisce servizi. La produzione viene considerata il “processo economico fondamentale”, nel corso del quale si genera “ricchezza”. Approfondimento sulla “produzione” (vedi) I “fattori della produzione”, secondo l’economia classica, sono: la natura, il lavoro il capitale. INDIETRO (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

3 Produzione (approfondimento)
Nel linguaggio economico “PRODUZIONE” significa: “AUMENTO di UTILITÀ”. La produzione, infatti, è l’attività rivolta a: rendere utili cose che in natura non lo sono; aumentare l’utilità delle cose che sono già utili. Produzione, dunque, non significa “creazione” di materia: in realtà non si produce dal nulla, poiché non si può creare la materia (con niente), ma si può solo trasformarla, mutandone la forma, luogo e tempo di esistenza, al fine di renderla idonea a soddisfare i bisogni umani. In altre parole, vale anche in economia il principio: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” (Lavoisier). La “produzione”, in sintesi, si risolve nei seguenti processi: Trasformazioni materiali (da materia prima a prodotto finito), Trasformazioni nello spazio, Trasformazione nel tempo, Trasformazioni quantitative (e anche adattamento qualitativo). (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

4 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
CONSUMO Il consumo consiste nella destinazione (utilizzo) dei beni e servizi al soddisfacimento dei bisogni umani. Il consumo viene considerato dalla maggior parte degli economisti il “fine” del processo produttivo, lo scopo reale di ogni produzione. Il consumo, in pratica, può essere: produttivo distruttivo o di godimento. Il “consumo distruttivo” (cioè quello per scopi non produttivi) può essere classificato a seconda del tipo di beni consumati, come consumo di: beni durevoli (quali automobile, frigorifero, mobili, ecc.), beni non durevoli (quali gli alimenti,) servizi (ad esempio quelli forniti dal medico). N.B.: poiché i beni sono prodotti per essere consumati, e dato che non esiste consumo senza produzione, ne consegue che i processi di produzione e consumo sono legati fra loro. INDIETRO (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

5 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
CONSUMO Produttivo Distruttivo Il consumo è considerato produttivo quando ha per scopo la produzione di altri beni (ad esempio, in una certa produzione effettuata per ottenere prodotti finiti, è consumo produttivo: Il consumo – in un solo ciclo produttivo - di materie prime, il consumo – in più cicli produttivi - di macchinari). Il consumo viene ritenuto distruttivo quando attraverso questa azione non c’è la produzione di altri beni (ad esempio, il consumo del cibo, effettuato da una persona, per soddisfare il proprio bisogno di alimentarsi). (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

6 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
RISPARMIO Il termine “risparmio”, in economia, viene inteso con un duplice significato: Risparmio come atto con il quale l’individuo sottrae al consumo immediato dei beni economici disponibili (atto di astinenza), in previsione di un consumo futuro; Risparmio come l’oggetto dell’atto di risparmiare (cioè il beni economici non consumati). In questo secondo significato il risparmio assume la veste di un insieme di veri e propri “beni economici” prodotti e non consumati (RISPARMIO REALE o IN NATURA). In un’economia monetaria come la nostra, verosimilmente, anche il risparmio assume la “forma monetaria” (RISPARMIO MONETARIO), in quanto è sicuramente più facile e comodo detenere la ricchezza non consumata in questa forma (moneta): si tratta, per esempio, del denaro realizzato con la vendita dei prodotti non consumati. Il risparmio, ovviamente, è possibile solo quando i beni a disposizione eccedono le necessità immediate (si osserva, in contrapposizione ai beni, che i servizi non possono essere risparmiati perché immateriali e non conservabili nel tempo). Si ricorda, per inciso, che il risparmio, in linea generale, è la premessa per la realizzazione di una nuova produzione (cioè, ad esempio, in agricoltura, senza il risparmio delle sementi di grano prodotte in un anno, non sarebbe possibile effettuare la semina per il nuovo anno – cioè l’“investimento” - e quindi non sarebbe realizzabile il nuovo raccolto). In sintesi: il risparmio collega tra di loro, nel tempo, i vari cicli produttivi. N.B.: nelle attuali economie, i soggetti che risparmiano, in genere, non coincidono con i soggetti che investono: di qui la necessità di trasferire – mediante operazioni di “scambio a credito” (credito) - le “risorse” risparmiate, dai soggetti in surplus, ai soggetti che investono (soggetti in deficit) (vedi sistema finanziario). (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele) INDIETRO

7 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
INVESTIMENTO Investimento è la “destinazione a nuova produzione” della ricchezza risparmiata (impiego di risorse): ovvero quel processo economico per il quale il “risparmio” si trasforma in “beni capitali” (vedi il “capitale”). In termini più espliciti l’investimento è l’operazione mediante la quale un soggetto economico utilizza le “risorse” sottratte al consumo (che nelle economie attuali assumono la forma di “risparmio monetario”), per acquisire i “fattori della produzione”: principalmente per farle diventare “beni ad uso produttivo” (cioè capitale produttivo: “beni strumentali” e “materie prime”) necessari alla nuova produzione di beni (o servizi). Il processo mediante il quale la ricchezza risparmiata viene trasformata in “capitale” (tramite l’operazione di investimento) dicesi PROCESSO DI CAPITALIZZAZIONE. Si può dunque dire che il risparmio, tramite l’investimento (diventando “capitale produttivo”), incrementa la “capacità produttiva” del sistema economico. È evidente che se un Paese vuole progredire deve aumentare sempre di più gli investimenti: infatti aggiungendo nuovi “beni strumentali" a quelli preesistenti, e sostituendo con altrettanti nuovi capitali quelli logorati, aumenta la produzione annua e il tenore di vita di un popolo. N.B.: negli attuali sistemi economici i soggetti che investono, in genere, non coincidono con i soggetti che risparmiano, di qui la necessità di mettere in contatto tra di loro tali soggetti: tale compito, come detto altrove, è svolto dal sistema finanziario . INDIETRO (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

8 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
SCAMBIO La “specializzazione” nella produzione, tipica degli attuali sistemi economici, comporta ovviamente la necessità di scambiare i prodotti ottenuti (in eccesso) con altri beni e servizi che non si è in grado di (o voluto) produrre, o più semplicemente, in un’economia monetaria (per i vantaggi che offre), contro moneta (denaro). Lo “scambio” è la libera e reciproca cessione di beni o servizi fra due o più persone. Lo scambio è, dunque, l’attività mediante la quale il soggetto economico si procura, presso altri soggetti, i beni (o i servizi) di cui ha bisogno cedendo in cambio: altri BENI o SERVIZI (scambio in natura: cioè “baratto”); oppure del DENARO (scambio monetario: detto anche “scambio indiretto” o “compravendita”). Lo scambio, in sintesi, è una prestazione contro una controprestazione, in cui, ovviamente, ciascuna delle parti valuta di maggior utilità quello che ottiene dalla controparte. CLASSIFICAZIONE DELLO SCAMBIO in base al tempo La liberta di scambio è massima nei sistemi economici ove prevale la cosiddetta ECONOMIA DI MERCATO. INDIETRO (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

9 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
NATURA Il fattore “natura” (fattore “originario” della produzione) comprende tutti i doni che l’uomo trova nel mondo. ESEMPI del fattore natura: i terreni, i laghi, i fiumi, il sottosuolo, i giacimenti minerari, le sorgenti, il clima, il vento, la pioggia, l’alternarsi delle stagioni, le forze delle maree, i raggi solari, le reazioni chimiche e fisiche, le “componenti ultime” della “materia” e, in senso più generale, tutte le energie presenti nell’universo. In sostanza, si tratta di tutto ciò che, a ben vedere, è di “fondamentale” importanza per lo svolgimento di ogni attività produttiva. Si ricorda che la natura per il suo contributo (alla realizzazione della produzione) non chiede compensi: cioè è un vero e proprio dono. ECCEZIONE - Col tempo il terreno (“terra”), per ragioni storiche diverse, si è trasformato in un bene soggetto a proprietà privata e non può essere usato se non con il consenso del proprietario: ne consegue che se l’imprenditore vuole acquisire questo fattore naturale, per adibirlo a produzione, deve pagare un prezzo (rendita). Qualcosa di analogo sta succedendo nel campo della ricerca sul DNA: nell’ipotesi che venga identificato il genoma di organismi viventi (una pianta, un animale o addirittura un essere umano), e nell’ipotesi ulteriore che tale scoperta possa essere oggetto di brevetto, quell’organismo vivente diventa “proprietà” di qualcuno , e il detentore del brevetto (il quale avrà avuto solo il merito di aver fatto luce su una piccola parte della creazione divina) potrà chiedere il pagamento di diritti a chi intende produrre o allevare tale tipologia di pianta o animale. La questione della brevettabilità del “genoma di esseri viventi” è un problema tuttora aperto. Torna a Produzione (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

10 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
LAVORO Il fattore lavoro è rappresentato dallo sforzo fatto dall’uomo per realizzare la produzione (di beni e servizi): in sostanza è il risultato dell’esercizio ordinato dalle sue forze fisiche ed intellettuali (cioè del lavoro muscolare o fisico e del lavoro intellettuale dell’uomo). Il lavoro è, come la natura, un fattore originario della produzione. La caratteristica essenziale del lavoro è di essere inseparabile dalla persona del “lavoratore”. Torna a Produzione (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

11 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
CAPITALE Il fattore capitale è il fattore derivato dalla natura e dal lavoro (e serve, a sua volta, per renderli più efficaci). Con il termine “capitale”, nel linguaggio più strettamente economico, si intende il “CAPITALE PRODUTTIVO”, cioè un insieme di “beni”, precedentemente ottenuti grazie all’attività dell’uomo (attività produttiva) e destinati in seguito (vedi investimento) alla produzione di altri beni: il “capitale” è, in sostanza, risparmio reinvestito. Il “BENE CAPITALE”, in questo senso, è un “bene ad utilizzo produttivo”, in quanto serve come “mezzo” per la nuova produzione; in pratica è usato “indirettamente” per il consumo finale: il suo utilizzo – consumo - nella produzione, infatti, può essere considerato come un “consumo produttivo”. I beni capitali, più esattamente, si contrappongono ai “beni di consumo” che, invece, sono destinati al consumo finale in modo diretto: l’utilizzo dei “beni di consumo”, pertanto, viene anche chiamato “consumo distruttivo”. I “beni capitali”, in pratica, si possono dividere in: capitali fissi capitali circolanti. In un’economia monetaria (come la nostra) con il termine capitale si intende principalmente “capitale monetario” (denaro). In realtà i due sono concetti, in un certo senso, sono molto simili: il capitale monetario, pur non essendo un bene in sé, è potenzialmente tutti i beni (capitali) produttivi che con esso si possono acquistare. (Vedi SISTEMA FINANZARIO ) Torna a Produzione (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

12 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
CAPITALE FISSO Il capitale fisso comprende tutti i mezzi di produzione durevoli, cioè quei beni economici che partecipano alla realizzazione di più “cicli produttivi”, in quanto non esauriscono la loro utilità (cioè non si consumano interamente) in un solo processo produttivo (Beni a fecondità ripetuta). Ne sono esempi: fabbricati, capannoni, magazzini, impianti, i macchinari, attrezzature, automezzi, ecc. (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

13 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
CAPITALE CIRCOLANTE Il capitale circolante comprende tutti i mezzi di produzione (cioè beni) che possono essere utilizzati solo una volta nella produzione, in quanto esauriscono la loro utilità (perché consumati interamente) in un solo ciclo produttivo (Beni a fecondità semplice). Ne sono esempi: sementi, concimi, fertilizzanti, materie prime, materie sussidiarie, materiale di consumo, carburanti, i fondi richiesti per pagare i salari o i debiti dell'impresa, ecc. (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

14 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
MONETA La moneta (o denaro) è tutto ciò che viene accettato come mezzo generale di pagamento per l’acquisto di beni e servizi e per l’estinzione di debiti. La moneta, secondo gli economisti classici, ha le seguenti funzioni: intermediaria negli gli scambi (mezzo di pagamento), misura del valore dei beni e servizi (unità di conto), strumento di accumulazione del valore (riserva di valore). (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

15 SCAMBIO “BENE” contro “BENE” “BENE” contro “MONETA” BARATTO
SCAMBIO MONETARIO MONETA (BENE PARTICOLARE) MISURA IL VALORE DELLE COSE FACILITA GLI SCAMBI TRASFERISCE IL VALORE NEL TEMPO (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

16 (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)
Scambio A CREDITO CONTEMPORANEO È una forma di scambio in cui la prestazione e la controprestazione avvengono “contemporaneamente”. In un’economia monetaria lo scambio contemporaneo può essere: “merce” contro “denaro”: COMPRAVENDITA con un pagamento immediato; “moneta” contro “moneta”: CAMBIO. È una forma di scambio in cui la prestazione e la controprestazione “non” avvengono simultaneamente. Tali operazioni sono chiamate operazioni di “scambio a credito” o semplicemente “credito”: il concetto di credito è alla base del funzionamento del sistema finanziario. In un’economia monetaria lo scambio a credito può essere: “merce” contro “denaro”: COMPRAVENDITA con un pagamento differito; “moneta” contro “moneta”: MUTUO. (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)

17 Attività umana (economica e non economica)
L’attività economica è, come già ricordato, quella parte dell’“attività umana” diretta ad adeguare i mezzi scarsi ai molteplici bisogni da soddisfare (problema economico). Considerando che i bisogni dell’uomo sono illimitati, mentre i mezzi per soddisfarli sono limitati, ne deriva che l’attività economica implica quindi uno sforzo penoso: ovviamente questa attività incontra notevoli ostacoli. Quando l’attività dell’uomo non incontra ostacoli non è attività economica (es. l’attività dell’uomo svolta per respirare non è attività economica, in quanto l’aria è abbondante e l’uomo non incontra difficoltà per appropriarsene). (De Angelis Romina - Foresi Lorena - Quadrelli Daniele)


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