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e il ruolo del Terzo Settore

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Presentazione sul tema: "e il ruolo del Terzo Settore"— Transcript della presentazione:

1 e il ruolo del Terzo Settore
Fondi Europei 2014 – 2020 e il ruolo del Terzo Settore Roma, maggio 2014

2 Indice dei temi (1) Agenda 2020 (slide ) il bilancio EU (slide ) Gli Attori pubblici e privati: il Codice di Condotta (slide 12-30)

3 Accordo di Partenariato (slide 31- 58)
Indice dei temi (2) Accordo di Partenariato (slide ) Cosa è Le risorse Le proposte strategiche Le sfide per il mezzogiorno Gli Obiettivi Tematici I PON

4 Indice del temi (4) FOCUS
Ruolo del Terzo settore in alcuni Obiettivi Tematici (slide 59-66) Nuova programmazione e rischi che la disponibilità di risorse con finalità sociali attiri nel nostro settore anche attori speculativi (slide 67-68)

5 Agenda e il Bilancio EU

6 3 obiettivi I target EU e Italia Le iniziative faro L’ Agenda 2020
Crescita intelligente Crescita sostenibile Crescita inclusiva I target EU e Italia Le iniziative faro

7 Obiettivi Europa 2020, situazione attuale e obiettivi nazionali (1)
Europa Obiettivi principali Situazione attuale in Italia Obiettivo nazionale PNR 3% del PIL UE investito in R&S 1,26% (2010) 1,53% Ridurre del 20% le emissioni di gas serra rispetto al 1990 – 3% (previsione emissioni non-ETS 2020 rispetto al 2005) – 9% (emissioni non-ETS 2010 rispetto al 2005) –13% (obiettivo nazionale vincolante per settori non-ETS rispetto al 2005) 20% del consumo energetico rinveniente da fonti rinnovabili 10.3 (2010) 17,00% Aumentare del 20% l’efficienza energetica – Riduzione del consumo energetico in Mtep n.d. 13,4% o 27,9 Mtep 7

8 Obiettivi Europa 2020, situazione attuale e obiettivi nazionali (2)
Europa Obiettivi principali Situazione attuale in Italia Obiettivo nazionale PNR Il 75% della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni deve essere occupata 61,2% (2012) 67-69% Ridurre il tasso di abbandono precoce degli studi al di sotto del 10% 18,2% (2012) 15-16% Almeno il 40% delle persone di età compresa tra 30 e 34 anni ha completato l'istruzione universitaria o equivalente 20,3% (2011) 26-27% Ridurre, di almeno 20 milioni, il numero di persone in situazione di povertà/esclusione 14,5 milioni di persone (2010) 2,2 milioni di persone uscite dalla poverta’ 8

9 Il bilancio EU Quadro finanziario Pluriennale (QFP)
= 960 mld€ gli strumenti economico finanziario: Gestione Diretta Programmi a Gestione Diretta (Fondi PGD) (es. Erasmus+, Horizon 2020, etc) Gestione Indiretta Risorse del Quadro Strategico Comune (QCS) tramite Accordi di Partenariato con gli Stati, che cofinanziano (es. FSE, FESR)

10 Il Quadro Strategico Comune (QSC) (1)
livello EU: per ciascun obiettivo della Agenda 2020 vengono individuati: 11 Obiettivi Tematici Priorità di investimento

11 Il Quadro Strategico Comune (QSC) (2)
Livello Stato: redazione di un documento dove declinare le proprie azioni => l’Accordo di Partenariato

12 Gli attori dei Fondi IL PRINCIPIO DI PARTENARIATO Il ruolo del partenariato nell'attuazione dei Fondi del Quadro Strategico Comune Il Codice di Condotta (Regolamento Delegato della Commissione del 07/01/2014 – SWD(2013) 540 final)

13 Articolo 5 del nuovo regolamento "disposizioni comuni sui Fondi Europei” - Partenariato e governance a più livelli (1) 1. Ogni Stato membro organizza, per l'accordo di partenariato e per ciascun singolo programma, in conformità del proprio quadro istituzionale e giuridico, un partenariato con le competenti autorità regionali e locali. Il partenariato include altresì i seguenti partner: (segue)

14 a) le autorità cittadine e le altre autorità pubbliche competenti;
Articolo 5 del nuovo regolamento "disposizioni comuni sui Fondi Europei” - Partenariato e governance a più livelli (2) a) le autorità cittadine e le altre autorità pubbliche competenti; b) le parti economiche e sociali; e c) i pertinenti organismi che rappresentano la società civile, compresi i partner ambientali, le organizzazioni non governative e gli organismi di promozione dell'inclusione sociale, della parità di genere e della non discriminazione. 14 14

15 Articolo 5 del nuovo regolamento "disposizioni comuni sui Fondi Europei” - Partenariato e governance a più livelli (3) 2. Conformemente al sistema della governance a più livelli, gli Stati membri associano i partner di cui al paragrafo 1 alle attività di preparazione degli accordi di partenariato e delle relazioni sullo stato di attuazione, nonché a tutte le attività di preparazione e attuazione dei programmi, anche attraverso la partecipazione ai comitati di sorveglianza dei programmi in conformità dell'articolo 42.

16 Articolo 5 del nuovo regolamento "disposizioni comuni sui Fondi Europei” - Partenariato e governance a più livelli (4) 3. Alla Commissione é conferito il potere di adottare un atto delegato conformemente all'articolo 149 per stabilire un codice europeo di condotta sul partenariato (il Codice di Condotta - CdC), allo scopo di sostenere e agevolare gli Stati membri nell'organizzazione del partenariato a norma dei paragrafi 1 e 2. Il codice di condotta definisce il quadro all'interno del quale gli Stati membri, in conformità del proprio quadro istituzionale e giuridico nonché delle rispettive competenze nazionali e regionali, perseguono l'attuazione del partenariato. (OMISSIS)

17 Articolo 5 del nuovo regolamento "disposizioni comuni sui Fondi Europei” - Partenariato e governance a più livelli (5) 5. Una violazione di un qualsiasi obbligo imposto agli Stati membri dal presente articolo o dall'atto delegato adottato ai sensi del paragrafo 3 non costituisce un'irregolarità che comporta una rettifica finanziaria a norma dell'articolo 85.

18 Articolo 5 del nuovo regolamento "disposizioni comuni sui Fondi Europei” - Partenariato e governance a più livelli (6) 6. Per ciascun Fondo SIE la Commissione consulta, almeno una volta l'anno, le organizzazioni che rappresentano i partner a livello di Unione in merito all'esecuzione dell'intervento dei Fondi SIE e riferisce al Parlamento europeo e al Consiglio in merito ai risultati.

19 Identificazione dei partner pertinenti per gli accordi di partenariato (art. 3 CdC) e per i programmi (art. 4 CdC) (1): le autorità regionali, locali, cittadine e le altre autorità pubbliche (le autorità regionali, i rappresentanti nazionali delle autorità locali e le autorità locali ..) i rappresentanti nazionali di istituti di istruzione superiore, organismi di istruzione e di formazione e centri di ricerca);

20 Identificazione dei partner pertinenti per gli accordi di partenariato (art. 3 CdC) e per i programmi (art. 4 CdC) (2): le parti economiche e sociali organizzazioni delle parti sociali riconosciute a livello nazionale, in particolare organizzazioni interprofessionali a carattere generale e organizzazioni settoriali, camere di commercio nazionali e associazioni imprenditoriali che rappresentano l'interesse generale delle industrie e dei settori);

21 Identificazione dei partner pertinenti per gli accordi di partenariato (art. 3 CdC) e per i programmi (art. 4 CdC) (3): organismi che rappresentano la società civile, quali: Associazioni ambientali, organizzazioni non governative e organismi di promozione dell'inclusione sociale, della parità di genere e della non discriminazione.

22 Consultazione dei partner pertinenti nella preparazione dell'accordo di partenariato e dei programmi (art. 5 CdC) (1): Al fine di garantire la trasparenza e il coinvolgimento effettivo dei partner pertinenti, gli Stati membri e le autorità di gestione li consultano sul processo e sulla tempistica della preparazione dell'accordo di partenariato e dei programmi. A tal fine, essi li tengono pienamente informati del loro contenuto e delle eventuali modifiche.

23 Consultazione dei partner pertinenti nella preparazione dell'accordo di partenariato e dei programmi (art. 5 CdC) (2): Per quanto riguarda la consultazione dei partner interessati, gli Stati membri tengono conto della necessità di: comunicare tempestivamente le informazioni pertinenti e renderle facilmente accessibili; dare ai partner tempo sufficiente per analizzare e commentare i principali documenti preparatori, il progetto di accordo di partenariato e i progetti di programmi;

24 Consultazione dei partner pertinenti nella preparazione dell'accordo di partenariato e dei programmi (art. 5 CdC) (3): mettere a disposizione canali attraverso i quali i partner possono porre domande, fornire contributi ed essere informati del modo in cui le loro proposte sono state prese in considerazione; divulgare i risultati delle consultazioni. 24 24

25 Preparazione dei programmi (art. 8 CdC)
- Gli Stati membri coinvolgono i partner pertinenti nella preparazione dei programmi, in particolare per quanto riguarda: l'analisi e l'identificazione delle esigenze; la definizione o la selezione delle priorità e dei relativi obiettivi specifici; l'assegnazione dei finanziamenti; la definizione degli indicatori specifici dei programmi; la composizione del comitato di sorveglianza.

26 Rafforzare la capacità istituzionale dei partner pertinenti (art
Rafforzare la capacità istituzionale dei partner pertinenti (art. 17 CdC) (1) L'autorità di gestione esamina la necessità di avvalersi di assistenza tecnica al fine di sostenere il rafforzamento delle capacità istituzionali dei partner, in particolare per quanto riguarda i piccoli enti locali, le parti economiche e sociali e le organizzazioni non governative, al fine di aiutarli a partecipare con efficacia alla preparazione, all'attuazione, alla sorveglianza e alla valutazione dei programmi.

27 Rafforzare la capacità istituzionale dei partner pertinenti (art
Rafforzare la capacità istituzionale dei partner pertinenti (art. 17 CdC) (2) Il sostegno di cui al paragrafo 1 può assumere la forma di, tra l'altro, seminari ad hoc, sessioni di formazione, coordinamento e collegamento in rete di strutture o contributi ai costi di partecipazione a riunioni sulla preparazione, sull'attuazione, sulla sorveglianza e sulla valutazione del programma. 27 27

28 Rafforzare la capacità istituzionale dei partner pertinenti (art
Rafforzare la capacità istituzionale dei partner pertinenti (art. 17 CdC) (3) Per i programmi del FSE, le autorità di gestione nelle regioni meno sviluppate, nelle regioni in transizione o negli Stati membri ammissibili al sostegno del Fondo di coesione garantiscono che, in base alle esigenze, siano assegnate adeguate risorse del FSE alle attività di sviluppo delle capacità delle parti sociali e delle organizzazioni non governative che partecipano ai programmi.

29 Rafforzare la capacità istituzionale dei partner pertinenti (art
Rafforzare la capacità istituzionale dei partner pertinenti (art. 17 CdC) (1) Per la cooperazione territoriale europea, il sostegno di cui ai paragrafi 1 e 2 può inoltre coprire il sostegno ai partner per il potenziamento delle capacità istituzionali finalizzate alla partecipazione ad attività di cooperazione internazionale.

30 Ruoli e attori Ruoli Attori - rappresentanze Attori operativi Ex ante
Programmazione EEPPLL e Partenariato Economico sociale (composto dalle parti sociali; es. Confindustria, OOSS, Forum Terzo Settore, Università, CCIAA, etc.) + eventuali partner pertinenti Eventuali occasioni di ascolto di altri soggetti portatori di saperi rilevanti In itinere Progettazione/ esecuzione / Erogazione Imprese, associazioni, coop sociale etc. etc. (progettisti) Ex post Monitoraggio e vigilanza EEPPLL e Partenariato Economico sociale (composto dalle parti sociali; es. Confindustria, OOSS, Forum Terzo Settore)

31 L’Accordo di Partenariato presentato dall'Italia alla Commissione Europea il 22/04/2014

32 L’Accordo di partenariato è il documento che definisce l’allocazione dei Fondi Strutturali europei per il Tale accordo è il frutto di un lungo percorso di preparazione e di discussione con vari soggetti istituzionali: Amministrazioni centrali (Ministeri), le Regioni, il Partenariato economico e sociale (Associazioni e Organizzazioni di categoria). 32

33 “Lavoro, competitività dei sistemi produttivi e innovazione”;
I tavoli tecnici di confronto partenariale che hanno lavorato alla definizione dei contenuti dell’Accordo (1): “Lavoro, competitività dei sistemi produttivi e innovazione”; “Valorizzazione, gestione e tutela dell’ambiente”; “Qualità della vita e inclusione sociale”; “Istruzione, formazione e competenze”. 33

34 I tavoli tecnici di confronto partenariale che hanno lavorato alla definizione dei contenuti dell’Accordo (2): Ai lavori dei Tavoli tecnici hanno preso parte le Amministrazioni centrali interessate per materia, le Regioni e le Associazioni rappresentative degli Enti locali, il partenariato economico-sociale rilevante rispetto ai temi della programmazione. Alle attività di livello tecnico si sono affiancati i lavori di un “tavolo politico” tra il Ministro per la coesione territoriale e i Presidenti delle Regioni 34

35 Le risorse del nuovo QFP (1)
Il totale di risorse comunitarie assegnate all'Italia è pari a milioni di euro (incluse le risorse destinate alla cooperazione territoriale per milioni di euro e al fondo per gli indigenti per milioni di euro) di cui 7.695 milioni di euro per le Regioni più sviluppate 1.102 milioni di euro per le Regioni in transizione milioni di euro per le Regioni meno sviluppate 35

36 Le risorse del nuovo QFP (2)
Alla quota comunitaria si aggiungerà il cofinanziamento nazionale a carico del Fondo di rotazione di cui alla legge n. 183 del , preventivato nella Legge di Stabilità per il in 24 miliardi di euro, nonché la quota di cofinanziamento di fonte regionale da destinare ai POR (quantificabile in una cifra pari al 30 per cento del cofinanziamento complessivo del programma). Il cofinanziamento consentirà, in pratica, di raddoppiare il volume di risorse assegnato dalla Commissione Europea. 36

37 Il Fondo Sviluppo e Coesione (1)
È uno strumento nazionale finalizzato a promuovere la coesione territoriale, attraverso investimenti nelle grandi reti infrastrutturali, materiali e immateriali. Tale fondo, in base alla legge di stabilità per il 2014, sarà rifinanziato per il periodo per un importo complessivo nel settennio di programmazione di circa 55 miliardi di euro. 37

38 Il Fondo Sviluppo e Coesione (2)
Una parte rilevante di queste risorse dovrebbe essere destinata, nella proposta dell’ex Ministro Trigilia, alle Amministrazioni centrali nella proporzione del 60% (nel ciclo la proporzione era del 50%). Inoltre, il Fondo opererà per investimenti pubblici destinando l’80% delle risorse alle regioni del Sud e il 20% al Centro- Nord. 38

39 La necessità di ampliare i margini di manovra economico-finanziaria per il governo italiano:
Rivedere nei prossimi mesi il valore del Patto di stabilità e per incrementarlo, rispetto a 1 miliardo previsto ad oggi, almeno di 1,7 miliardi ulteriori (attingendo, come è stato fatto per il 2013, dal Fondo sviluppo e coesione?). In sede Ue chiedere lo scorporo del cofinanziamento dal rapporto deficit/pil e ciò per consentire un più ampio margine di manovra alle Regioni, alle quali si chiede da una parte di spendere e dall'altra di non farlo per non infrangere i vincoli del patto di stabilità. 39

40 La concentrazione delle risorse comunitarie su pochi obiettivi strategici strutturali:
Internazionalizzazione Digitalizzazione Innovazione valorizzazione dei beni culturali e ambientali qualità dell’istruzione e del capitale umano lotta alla povertà 40

41 Le sfide per il Mezzogiorno (1)
l’accrescersi della competizione internazionale, l’impossibilità di svalutare, l’elevata pressione fiscale, si sono combinate con un’inefficienza dei servizi e del contesto istituzionale in genere ben più grave che in altre regioni; Questi fattori hanno dunque colpito ancor più duramente un’economia già fragile, segnata dal minore sviluppo di attività aperte al mercato e capaci di esportare. Nelle Regioni del Mezzogiorno non si tratta dunque solo di rafforzare innovazione e internazionalizzazione sostenendo processi già in corso, occorre far crescere le attività produttive e le imprese capaci di stare sul mercato per attivare uno sviluppo autonomo e sostenibile. 41

42 Le sfide per il Mezzogiorno (2)
Occorre cogliere in modo più estensivo vantaggi comparati rilevanti in settori di lunga specializzazione e spesso trascurati, come l’ agricoltura e l’agroindustria. Potenziare il settore dei beni culturali e ambientali, che ha una dotazione particolarmente ricca anche nel confronto con le regioni più sviluppate, ma non è riuscito finora esprimere attività imprenditoriali capaci di accrescere significativamente la fruizione. 42

43 Regioni meno sviluppate: Calabria, Campania, Sicilia e Puglia.
Classificazione delle regioni italiane ai fini dell'allocazione dei fondi comunitari: Regioni meno sviluppate: Calabria, Campania, Sicilia e Puglia. Regioni in transizione: Abruzzo, Basilicata, Molise e Sardegna. Regioni più sviluppate: Val d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio. 43

44 Obiettivi tematici dei Regolamenti 2014-2020 (1)
Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione Migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché l'impiego e la qualità delle medesime Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell’acquacoltura Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse 44

45 Obiettivi tematici dei Regolamenti 2014-2020 (2)
Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete Promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori Promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione Investire nell’istruzione, formazione e formazione professionale, per le competenze e l’apprendimento permanente Rafforzare la capacità delle amministrazioni pubbliche e degli stakeholders e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente Assistenza tecnica 45

46 Allocazione Indicativa delle Risorse Ue per obiettivo tematico e fondo (milioni di euro) 1:
FESR FSE FEASR Totale 1) Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione 3.281 434 3.715 2) Migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione 1.789 136 1.925 3) Promuovere la competitività delle P.M.I. 4.018 4.650 8.668 4) Sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio 3.055 1.056 4.111 5) Promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi 932 1.351 2.283 6) Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse 2.650 1.640 4.290 46

47 Allocazione Indicativa delle Risorse Ue per obiettivo tematico e fondo (milioni di euro) 2:
FESR FSE FEASR Totale 7) Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature 1.941 8) Promuovere l'occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori 3.939 190 4.129 9) Promuovere l'inclusione sociale, combattere la povertà e le discriminazioni 1.040 2.159 615 3.814 10) Investire nell'istruzione, la formazione professionale e l'apprendimento permanente 854 3.237 83 4.174 11) Rafforzare le capacità delle amministrazioni pubbliche e degli stakeholders 433,4 645 1.078 Assistenza Tecnica 747 398 272 1.417 TOTALI 20.741 10.378 10.429 41.548 47

48 Allocazione delle risorse Ue per categorie di regioni (milioni di euro) 1:

49 Allocazione delle risorse Ue per categorie di regioni (milioni di euro) 2:

50 Iniziativa occupazione giovani programmata nell'ambito dell'Ot 8 – Occupazione:
Allocazione specifica occupazione giovani € Co-finanziamento FSE € Totale risorse € Risorse per i giovani residenti in aree non eleggibili €

51 Per il prossimo biennio, però, si potrebbero sommare le risorse con quelle Al riguardo occorre tener conto che: il residuo della programmazione ammonta a 28,89 miliardi di € non spesi al 31 dicembre 2013 (così suddivisi: 22,89 miliardi dei programmi cofinanziati dal Fesr e dal Fse; 6 miliardi di euro dei piani cofinanziati dal Feasr. Nel l'Italia ha speso solo 37 miliardi dei 66 miliardi di euro a disposizione). Nel ciclo in Puglia, Sicilia, Calabria, Basilicata e Campania (le regioni ex Obiettivo Uno) si concentra la dotazione più importante dei programmi cofinanziati dai fondi europei: 39,88 miliardi; poiché ne sono stati spesi solo 20,345 miliardi, entro la fine del 2015 occorrerà impiegarne 19,538 (fra risorse a livello ministeriale -5,2 miliardi- e risorse a livello regionale).

52 La Corte dei Conti stima il contributo netto dell'Italia al Bilancio dell'UE come segue:
per il 2012 pari a 5,7 miliardi di euro: infatti nel abbiamo versato 16,4 miliardi di euro e ne abbiamo ricevuti appena 10,7; Tra il 2006 e il 2012 l'Italia ha avuto nel complesso un saldo negativo tra i contributi versati all'UE e le risorse ricevute pari a 41,2 miliardi di euro.; E' necessario smentire il luogo comune secondo il quale noi italiani otteniamo favori e la ricca Berlino ci mantiene: è semplicemente falso!

53 I fondi UE saranno ripartiti e programmati coi programmi operativi:
Nazionali (P.O.N.) destinati a tutte le Regioni Nazionali/Multiregionali (P.O.I.N., destinati solo ad alcune tipologie di Regioni) Regionali (P.O.R.) 53

54 I PON previsti: Istruzione, in attuazione di risultati dell’OT10 e OT11 (FSE e FESR, plurifondo) Sistemi di politiche attive per l'occupazione, in attuazione di risultati dell’OT8 e OT11 (FSE, monofondo) Inclusione, in attuazione di risultati dell’OT9 e OT11 (FSE, monofondo) Città metropolitane, in attuazione dell’agenda urbana per quanto riguarda le 14 città metropolitane (FESR e FSE, plurifondo) Governance, reti, progetti speciali e assistenza tecnica in attuazione di risultati dell’OT11 e a supporto di altri risultati di diversi OT (FESR e FSE, plurifondo) Programma YEI (FSE, monofondo) 54

55 Sono previsti ulteriori Programmi nazionali per
Il FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: 1) rete rurale nazionale; 2) gestione del rischio, infrastrutture irrigue e biodiversità. Il FEAMP Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca Il FEAMD Fondo per gli Indigenti 55

56 Ricerca e Innovazione (FESR ed FSE, plurifondo)
Programmi Nazionali/Multiregionali che operano nelle Regioni in transizione e meno sviluppate negli ambiti: Ricerca e Innovazione (FESR ed FSE, plurifondo) Imprese e Competitività (FESR, monofondo) 56

57 Infrastrutture e reti (FESR, monofondo)
Per le sole Regioni meno sviluppate sono previsti Programmi Nazionali/Multiregionali negli ambiti: Infrastrutture e reti (FESR, monofondo) Beni culturali (FESR, monofondo) Legalità (FESR e FSE, plurifondo) 57

58 I PSR (Programmi di Sviluppo Rurale) a valere sul FEARS
A livello regionale (in tutte le regioni e province autonome) sono previsti: I Programmi Regionali (POR) a valere sul FESR e FSE (Solo Puglia e Molise stanno optando per fare anche programmi plurifondo, mentre tutte le altre regioni e province autonome hanno scelto di fare programmi monofondo) I PSR (Programmi di Sviluppo Rurale) a valere sul FEARS 58

59 Il ruolo del Terzo Settore in alcuni Obiettivi Tematici
FOCUS Il ruolo del Terzo Settore in alcuni Obiettivi Tematici

60 OT 2, risultato atteso 3 - potenziamento della domanda di ICT di cittadini ed imprese per l'utilizzo dei servizi on line, l'inclusione digitale e la partecipazione in rete: Azioni previste PON/POR interessati Fondi Soluzioni tecnologiche per l'alfabetizzazione e l'inclusione digitale, la collaborazione e la partecipazione civica in rete (open government) con particolare riferimento ai cittadini svantaggiati ed alle aree interne e rurali PON Governance PON Città Metropolitane + POR FESR

61 OT 3, risultato atteso 7 - Diffusione e rafforzamento delle attività economiche a contenuto sociale:
Azioni previste PON/POR interessati Fondi Sostegno all'avvio e rafforzamento di attività imprenditoriali che producono effetti socialmente desiderabili e beni pubblici PON Cultura + POR FESR Fornitura di servizi di supporto e accompagnamento alla nascita e consolidamento di imprese sociali Messa a disposizione di spazi fisici per lo svolgimento di attività imprenditoriali di interesse sociale POR

62 OT 6, risultato atteso 6 – Miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio nelle aree di attrazione naturale: Azioni previste PON/POR interessati Fondi Interventi per la tutela e la valorizzazione di aree di attrazione naturale di rilevanza strategica (aree protette in ambito terrestre e marino, paesaggi tutelati) tali da consolidare e promuovere processi di sviluppo POR FESR Sostegno alla diffusione della conoscenza e alla fruizione del patrimonio naturale attraverso la creazione di servizi e/o sistemi innovativi e l'utilizzo di tecnologie avanzate

63 OT 6, risultato atteso 7 – Miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale nelle aree di attrazione: Azioni previste PON/POR interessati Fondi Interventi per la tutela, la valorizzazione e la messa in rete del patrimonio culturale, materiale e immateriale, nelle aree di attrazione di rilevanza strategica tali da consolidare e promuovere processi di sviluppo PON Cultura + POR FESR Sostegno alla diffusione della conoscenza e alla fruizione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, attraverso la creazione di servizi e/o sistemi innovativi e l'utilizzo di tecnologie avanzate POR Supporto allo sviluppo di prodotti e servizi complementari alla valorizzazione di identificati attrattori culturali e naturali del territorio, anche attraverso l'integrazione fra imprese delle filiere culturali, turistiche, creative e dello spettacolo, e delle filiere dei prodotti tradizionali e tipici

64 OT 8, risultato atteso 7 – Favorire l'inserimento lavorativo e l'occupazione di soggetti/lavoratori svantaggiati: Azioni previste PON/POR interessati Fondi Incentivi alle imprese per l'assunzione e altri interventi di politica attiva POR FSE Misure per l'attivazione e l'accompagnamento di percorsi imprenditoriali (es. accesso al credito, fondi di garanzia, microcredito, forme di tutoraggio anche alla pari) Campagne di informazione e animazione territoriale finalizzate alla conoscenza e diffusione dei principali dispositivi disponibili 64 64

65 OT 9, Promuovere l'inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione – Risultati attesi: Risultati Attesi PON/POR interessati Fondi Riduzione della povertà, dell'esclusione sociale e promozione dell'innovazione sociale PON Inclusione, Città Metropolitane, + POR e PSR FSE Incremento dell'occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro PON Inclusione, PON Legalità + POR Aumento, consolidamento e qualificazione dei servizi e delle infrastrutture di cura socio-educativi rivolti ai bambini e dei servizi di cura rivolti a persone con limitazioni dell'autonomia PON Inclusione + POR Riduzione del numero di famiglie con particolari fragilità sociali ed economiche in condizioni di disagio abitativo PON Governance, Città Metropolitane, + POR Riduzione della marginalità estrema e interventi di inclusione a favore di Rom, Sinti e Caminanti PON Inclusione, Città Metropolitane, Legalità + POR Aumento della legalità nelle aree ad alta esclusione sociale e miglioramento del tessuto urbano nelle aree a bassa legalità PON Legalità + POR 65 65

66 OT 10, risultato atteso 1 – Riduzione del fallimento formativo precoce e della dispersione scolastica formativa: Azioni previste PON/POR interessati Fondi Interventi di sostegno agli studenti caratterizzati da particolari fragilità, tra cui anche persone con disabilità PON Istruzione + POR FSE Iniziative di seconda opportunità Iniziative per la legalità, per i diritti umani, le pari opportunità e la cittadinanza attiva PON Istruzione e PON Sistemi di politiche attive per l'occupazione Azioni di orientamento, di continuità e di sostegno alle scelte dei percorsi formativi Rafforzamento delle analisi sulla popolazione scolastica e i fattori determinanti dell'abbandono, con riferimento alle componenti di genere, ai contesti socio-culturali, economici e locali 66 66

67 La disponibilità di risorse ingenti in ambiti in cui il terzo settore è protagonista, richiede delle precise assunzioni di responsabilità riguardo (1): Alla capacità di partecipare attivamente ai processi di attuazione dei fondi (dalla programmazione fino alla realizzazione degli interventi ed alla misurazione dei risultati e degli impatti sui territori); Alla capacità di elaborare strategie complesse che coinvolgono una pluralità di soggetti (anche pulviscolari) ed orientate a realizzare modelli innovativi di sviluppo economico e sociale del territorio; Alla capacità di presidiare la comunità dall'assalto di soggetti disposti a “travestirsi da impresa sociale” pur di arraffare le risorse disponibili; 67 67

68 La disponibilità di risorse ingenti in ambiti in cui il terzo settore è protagonista, richiede delle precise assunzioni di responsabilità riguardo (2) Alla capacità di tutelare e valorizzare le peculiarità del terzo settore nei confronti degli altri attori del partenariato economico-sociale; Alla capacità di mantenere fede alle proprie origini giocando coraggiosamente le partite che riguardano il futuro del territorio.

69 Grazie per l’attenzione.
Daniele Ferrocino Tel Cell Mail Massimo Novarino Tel Mail


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