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LA VALLE D’AOSTA Il territorio della Valle d’Aosta è prevalentemente montuoso e la sua superficie è 3263 km. La Valle d’Aosta, la regione più piccola d’

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Presentazione sul tema: "LA VALLE D’AOSTA Il territorio della Valle d’Aosta è prevalentemente montuoso e la sua superficie è 3263 km. La Valle d’Aosta, la regione più piccola d’"— Transcript della presentazione:

1 LA VALLE D’AOSTA Il territorio della Valle d’Aosta è prevalentemente montuoso e la sua superficie è 3263 km. La Valle d’Aosta, la regione più piccola d’ Italia, è situata nelle Alpi Occidentali al confine con La Francia e la Svizzera. Qui trovano le cime più alte d’Europa con vette che superano i 4000 m: Il Monte Bianco, il Monte Rosa e il Gran Paradiso. I due valichi naturali più importanti sono il Passo Del Piccolo S. Bernardo e il Passo del Gran S. Bernardo. La Valle d’Aosta è ricca di torrenti e ruscelli che scendono dai ghiacciai alpini e confluiscono nella Dora Baltea che nasce alle pendici del Monte Bianco e attraversa tutta la regione. Il clima è alpino con inverni lunghi e freddi ed Estati brevi e freschi. La prima parte del nome richiama la presenza delle valli, la seconda deriva da Augusta Praetoria, La colonia fondata dai Romani nel 25 a.c. La sua pianta a scacchiera indica la derivazione da un accampamento romano.

2 LA POPOLAZIONE La Valle d’Aosta è la regione meno popolosa d’Italia. La maggior parte della popolazione abita ad Aosta. Gli abitanti, parlano l’italiano e il francese. La Valle d’Aosta è una regione A statuto speciale che gode di autonomia legislativa. La popolazione è circa di 123 mila di abitanti. La densità è di 38 abitanti per km. Il capoluogo è Aosta.

3 LE ATTIVITÁ I pascoli favoriscono l’allevamento di bovini da cui si ricavano carne, e soprattutto il latte con cui si produce un ottimo formaggio. I boschi forniscono legni pregiati. Una grande risorsa della regione è il turismo. Il turismo si è sviluppato con la costruzione di una autostrada e con l’apertura di trafori alpini. L’occupazione nei tre settori è : -4,7% del settore primario e occupa l’allevamento e l’agricoltura. -23,4% del settore secondario e occupa l’economia. -71,9% del settore terziario e occupa il turismo. Ghiacciai e nevi perenni alimentano numerose centrali idroelettriche(siderugico, Chimico e alimentare.

4 Aspetto storico La Valle d'Aosta era abitata dalla popolazione celtica dei Salassi (sono stati rinvenuti comunque megaliti risalenti al 3000 a.C.), nel 25 a.C. fu conquistata dai Romani, che vi fondarono Augusta, l'odierna Aosta. Importante sotto il profilo militare e strategico per il controllo dei valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo. Altre città furono fondate lungo la valle della Dora Baltea, come Carema (Quadragesima Galliarum, cioè « alla quarantesima pietra miliare della via delle Gallie »), dove si trovava un posto di controllo, Quart (Ad quartum lapidem, cioè « alla quarta pietra miliare »), Chétoz (Ad sextum lapidem, cioè « alla sesta pietra miliare »), Nus (Ad nonum lapidem, cioè « alla nona pietra miliare »), Diémoz (Ad decimum lapidem, cioè « alla decima pietra miliare »), che indicavano la distanza a partire da Aosta. Altri borghi e guarnigioni militari erano Verrès (Vitricium), Châtillon (Castellio), oppure i fundi di Charvensod (Calventianus), Gressan (Gratianus) e Jovençan (Joventianus). I coloni Aymus e Avilius diedero il nome a Aymavilles[senza fonte]. Il popolo dei Salassi potrebbe appartenere alla cultura di Hallstatt, una cultura celtica. Discendono dalla tribù degli Allobrogi; per un aumento intensivo della popolazione, poi, si spinsero verso il Mediterraneo, seguendo l'antica Via del sale, arrivando in Valle d'Aosta, nella zona della Dora Baltea, e nel Canavese nel 1200 a.C.; sovrapponendosi ad altri gruppi etnici già presenti nella regione. Una conferma dell'origine celtica dei Salassi è data da alcune parole, quali "berrio" (= pietra) e "bletsé" (= mungere), del patois valdostano.

5 ARTIGIANATO L’artigianato tipico della Valle d’Aosta affonda le sue radici nella civiltà contadina delle Alpi. Il tradizionale stile di vita dei montanari implicava per ciascuno di essere al tempo stesso agricoltore ed allevatore, al fine di sfruttare al meglio le risorse limitate di un territorio avaro, e di diventare in caso di necessità anche artigiano, dato che i mercati cittadini erano distanti e i prezzi alti in rapporto alle limitate disponibilità finanziarie. Da qui la necessità di produrre direttamente a casa propria, per quanto possibile, gli attrezzi necessari per il lavoro dei campi e l’uso domestico. Innumerevoli generazioni di contadini-artigiani hanno così elaborato, attraverso i secoli, molteplici tecniche per sfruttare al meglio certi prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento – la canapa, la lana e il cuoio – e per utilizzare al meglio le materie prime che la natura offriva in quantità abbondante: la legna e la pietra; senza dimenticare inoltre che un importante attività estrattiva forniva ai fabbri della regione del rame e soprattutto del ferro di eccellente qualità. L’artigianato valdostano, fiorente nei secoli passati, conobbe una crisi nel XIX secolo, per l’introduzione nella regione, fino allora caratterizzata da una economia in gran parte autarchica, dei prodotti industriali a prezzi concorrenziali. Gli operatori del settore, essendo gli utensili di prima necessità oramai importati e l’agricoltura meccanizzata, hanno saputo in questi ultimi decenni riconvertirsi, verso un artigianato d’arte le cui creazioni non cessano di diversificarsi e di raffinarsi.

6 AREE TURISTICHE Presenta montagne più grandi d’Europa Una vetta che
presenta gran sport sciistico L’incontro con la natura in tutte le stagioni Castelli, natura e sapori a portata in mano Arte e cultura nel cuore della regione Storie e antiche tradizioni lungo la via di Francigena

7 SPORT Oltre agli sport convenzionali, si praticano gli sport tradizionali valdostani, promossi dalla Federaxon Esport de Nohtra Tera: il fiolet: una pallina ovoidale posta su un sasso alto circa 20 cm viene colpita due volte dal giocatore con un bastone, prima per farla balzare in aria e subito dopo al volo per mandarla il più lontano possibile; il palet valdostano è una delle tante varianti del gioco delle piastrelle, diffuso a livello europeo fin dall'antichità; gioco di precisione, si gioca lanciando un disco verso un boccino; la rebatta si gioca a squadre o nei campionati individuali: scopo del gioco è quello lanciare la pallina il più lontano possibile colpendola con una mazza; lo tsan è un antico e popolare sport di squadra che ricorda vagamente il baseball e l'oina romena. SQUADRE

8 TRADIZIONI Al turista che visita la Valle d’Aosta si consiglia di bere il caffè valdostano: predispone allo stare bene insieme e scaccia i brividi del freddo. Il recipiente con cui si prepara si chiama «coppa dell’amicizia»: è di legno, ha una forma tonda e bassa con dei beccucci laterali. Lo si riempie di caffè caldo, si aggiunge scorza di limone, un po’ di liquore alla menta, grappa e zucchero. Ognuno beve a turno da uno dei beccucci.

9 BATTAGLIA DEI TORI Letteralmente significa battaglie delle regine. Si tratta di confronti incruenti fra bovine - che hanno un istinto innato alla territorialità e alla dominanza gerarchica il cui esito determina la gerarchia all'interno di ciascuna mandria. Oggi questa pratica è regolamentata (le vacche devono essere gravide e sono suddivise per peso) ed è organizzato un autentico torneo, articolato in venti eliminatorie e una finale regionale che si svolge in autunno ad Aosta in un'apposita arena. Dopo la Fiera di S. Orso, è la manifestazione che attira il maggior numero di spettatori nella regione. La bataille più tradizionale è probabilmente quella che si svolge nel vallone di Vertosan, a monte di Saint-Nicolas (ma in comune di Avise). Una tradizionale "battaglia" fra le regine degli alpeggi di Vertosan è stata immortalata in una famosa poesia in patois del poeta Jean Baptiste Cerlogne. Segnaliamo sull’argomento il blog reinesvalleedaoste, dedicato al mondo rurale valdostano. E’ un blog ricchissimo di fotografie di combattimenti ma anche di animali e mandrie al pascolo in magnifici ambienti alpini. Sul sito dell'Associazione Amis des Batailles de Reines trovate il regolamento e il calendario dettagliato di tutti gli incontri con le relative classifiche.

10 LA CUCINA La tradizione gastronomica di questa regione è
legata agli ortaggi, al cavolo soprattutto, al pane di segale, alle castagne, e in , misura molto contenuta, al latte, alla caccia e agli animali da cortile di cui i meno abbienti si rivervavano le parti non commerciabili. La cucina dei benestanti era molto diversa; più varia e pregiata, aveva raccolto i suoi alimenti principali dalal cucina Francese e Svizzera.

11 La Carbonade è un piatto tipicodella Valle d’Aosta, che si serve solitamente il giorno di Natale.
E’ un secondo a base di carne di bue, marinata nelle erbe aromatiche, infarinata, cotta nel vino ed arricchita con le cipolle. E’ un piatto ricco, sostanzioso e dal sapore deciso, sebbene la sua preparazione sia abbastanza facile, richiede molta pazienza in quanto necessita di un giorno di marinatura e due ore di cottura. Esiste anche una versione fiamminga della Carbonade che differisce da quella Valdostana per un piccolo particolare: la carne viene cotta nella birra.

12 Polenta Concia: strati di polenta che si alternano a strati di formaggio per un piatto tipico della Val D'Aosta. La Polenta Concia è una pietanza tipica della Val D'Aosta. In questa variante della tradizionale e classica Polenta, strati di polenta si alternano a strati di formaggio che varia a seconda delle zone di preparazione. viene conosciuta anche come polenta grassa proprio per la sua consistenza cremosa e dal sapore delizioso, da gustare nelle giornate fredde


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