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La sfida della personalizzazione Meeting di Rimini, 26 agosto 2004.

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Presentazione sul tema: "La sfida della personalizzazione Meeting di Rimini, 26 agosto 2004."— Transcript della presentazione:

1 La sfida della personalizzazione Meeting di Rimini, 26 agosto 2004

2 1 - Premessa : perché una sfida, perché la raccogliamo 2 - La personalizzazione: –Caratteristiche –Personalizzazione/individualizzazione –Personalizzazione ed insegnamento –Personalizzazione ed apprendimento 3 - Verso una nuova cultura didattico- organizzativa

3 Siamo portati a raccogliere una sfida di approfondimento e ricomprensione dell’esperienza che viviamo e che abbiamo vissuto in questi anni come compagnia a lavoro

4 Apertura e disponibilità alla verifica L’ideologia, la chiusura mentale, il conservatorismo ostacolano la comprensione di come stanno le cose di un possibile loro cambiamento.

5 “Non é una "rivoluzione", ma un processo in atto, che lascia il tempo agli insegnanti e ai genitori di imparare le novità. La Riforma ha carattere di gradualità nel cambiamento e di flessibilità nell'attuazione

6 Il primo punto di lavoro di chi accetta la sfida conoscere, capire e assumere criticamente gli elementi – di sottolineatura – e di novità sia a livello di sistema sia a livello di fisionomia della professione

7 Le novità più evidenziate – l’articolazione dei cicli, – il monte ore obbligatorio, – il tutor, – il porfolio – la formazione professionale Novità “chiacchierate”, tra ignoranza, malafede e menzogne, censurando il fatto che viene proposto una forma del fare scuola improntata –ai principi di autonomia, –di sussidarietà, –di libertà di educazione, –e quindi di reale equità.

8 La personalizzazione chiave delle novità Le novità sono diverse “Personalizzazione” una delle parole più ricorrenti e dense di significato della riforma Moratti 30 volte con l’aggettivo “personalizzati”nello schema di decreto legislativo del 29 marzo 2004

9 La personalizzazione –Criterio di organizzazione della scuola –Compito specifico della professione docente –Principio metodologico didattico –Concretizzazione della centralità della persona che apprende

10 Gestione tempo scuola unitaria, flessibile, integrata a livello territoriale, con distinzione tra quota obbligatoria e facoltativa. Personalizzazione /organizzazione 1

11 Personalizzazione ed autonomia L’autonomia: contesto della personalizzazione. POF: primo passo nel senso della personalizzazione. Personalizzazione /organizzazione 2 L’ autonomia scolastica è ambiente e agente dell’attuazione dei piani personalizzati che si realizzano in autonomia organizzativa e didattica”

12 La scuola è fondamentalmente –una comunità che apprende –come luogo e strumento dell’insegnamento- apprendimento di persone Personalizzazione /organizzazione 3

13 “ Alla fine del primo biennio la scuola ha organizzato per lo studente attività educative e didattiche unitarie che hanno avuto lo scopo di aiutarlo a trasformare in competenze personali le seguenti conoscenze e abilità disciplinari ». N.B. la «scuola ha organizzato», non «lo studente deve aver raggiunto», «deve essere in grado di…». La riforma implementa l’autonomia Personalizzazione /organizzazione 4

14 Ruolo della famiglia “ soggetto che coopera concretamente e fattivamente alla definizione del percorso formativo del proprio figlio, nel rispetto delle sue vocazioni, attitudini e inclinazioni” “ I genitori, e più in generale la famiglia, a cui competono in modo primario e originario le responsabilità…devono essere coinvolti nella programmazione e nella verifica dei progetti educativi e didattici posti in essere dalla scuola.” Personalizzazione/ organizzazione 4

15 Ruolo docente e personalizzazione non concepito – né in termini di monade autosufficiente – né di precettore isolato – né di un funzionario con compiti esecutivi- burocratici, – ma di un professionista in un’ equipe di professionisti. non concepito – né in termini di monade autosufficiente – né di precettore isolato – né di un funzionario con compiti esecutivi- burocratici, – ma di un professionista in un’ equipe di professionisti. Abbandono della logica dei programmi e della programmazione curriculare Vincolo della personalizzazione

16 Indicazioni Programmi Le Indicazioni non sono programmi di insegnamento, ma standard obbligatori di prestazione del servizio professionale che le scuole e i docenti sono tenuti ad erogare per promuovere le competenze degli allievi e l’Amministrazione statale è obbligata a controllare siano garantiti

17 Ma è davvero una novità? L’esigenza di personalizzare le attività educative non è nuova in pedagogia e ha sempre alimentato il desiderio dei docenti di qualificare il proprio intervento educativo. Non una novità in senso assoluto, Reinterpreta alla luce di nuove esigenze e con certe particolarità e certe specificità un motivo ricorrente della cultura pedagogica novecentesca e cioè il principio della “individualizzazione” dell’insegnamento”

18 Personalizzare coinvolgere nella situazione didattica – la nostra persona nella sua totalità ed unità – e la persona del giovane nella integralità della sua consistenza – in tutte le dimensioni di sviluppo e di crescita – con la sua natura irriducibile a “cosa” e la sua libertà Non ridurre con psicologismi e sociologismi…(ismi) lo spessore di un individuo che sa dire: Io

19 Personalizzazione/individualizzazion e 1 L’individualizzazione –Finalizzata alla compensazione –Mettere alla pari La personalizzazione –Finalizzata alla con-segna di un metodo di lavoro efficace e personale –promuovere identità personale piuttosto che individuale Principio della differenziazione: scuola su misura; centralità del soggetto che apprende

20 Personalizzazione/individualizzazion e 2 L’individualizzazione –dare a tutti, sebbene in modo diverso, lo stesso, che è uguale e ripetibile –dare ad ognuno le conoscenze e le abilità elencate nelle Indicazioni nazionali –obiettivi didattici e le unità didattiche L’individualizzazione –dare a tutti, sebbene in modo diverso, lo stesso, che è uguale e ripetibile –dare ad ognuno le conoscenze e le abilità elencate nelle Indicazioni nazionali –obiettivi didattici e le unità didattiche La personalizzazione –dare a ciascuno il proprio, che è unico e irripetibile –Usare le conoscenze e le abilità come base per progettare percorsi che, a partire da esse, rispondano alle capacità uniche e irripetibili di ciascuno –obiettivi formativi e le unità di apprendimento La personalizzazione –dare a ciascuno il proprio, che è unico e irripetibile –Usare le conoscenze e le abilità come base per progettare percorsi che, a partire da esse, rispondano alle capacità uniche e irripetibili di ciascuno –obiettivi formativi e le unità di apprendimento

21 Personalizzare un piano di lavoro è fare in modo che nello studio e mediante l’apprendimento lo studente possa – avere sempre più coscienza di sé come persona, cioè come essere in rapporto con l’Altro e con gli altri in modo costitutivo, – come essere libero, degno e capace di ereditare tutto ciò che c’è e che si viene scoprendo.

22 “ Col professor Bernard le lezioni erano sempre interessanti, per la semplice ragione che lui amava appassionatamente il suo mestiere. No, la scuola non offriva soltanto una semplice evasione dalla vita…Almeno nella classe del professor Bernard, appagava una sete più essenziale per il ragazzo che per l’adulto, la sete della scoperta. Certo, anche nelle altre classi si insegnavano molte cose, ma un po’ come si ingozzavano le oche, si presentava un cibo confezionato e s’invitavano i ragazzi ad inghiottirlo.

23 Nella classe del professor Bernard, per la prima volta in vita loro, i ragazzi sentivano invece di esistere e di essere oggetto della più alta considerazione: li si giudicava degni di scoprire il mondo. E anche il maestro non si occupava soltanto di insegnare ciò per cui era pagato, ma li accoglieva con semplicità nella sua vita personale, la viveva con loro, raccontava la propria storia e quella di altri ragazzi che aveva conosciuto” (Albert Camus, Le premier homme,)

24 Personalizzare = promuovere esperienza Esperienza= vissuto –Sensato –Dotato dei caratteri Della totalità unificata E insieme –Dinamica – e sempre aperta

25 Personalizzare ovvero pensare ed agire da persona C’è personalizzazione quando viene messo in gioco l’ io Nemici della personalizzazione il razionalismo, l’ astrazione, l’emozionalismo

26 Certo non c’era bisogno della Moratti e del suo gruppo per capire che insegnare è fondamentalmente condividere e produrre segni da persona a persona. La storia della scuola e di ciascuno di noi ci ricorda che sono esistiti ed esistono donne ed uomini che sanno comunicare mettendo in gioco se stessi e gli altri come persone nel lavoro di apprendimento e di insegnamento.

27 La riforma dà organicità e legittimità di risposta A esigenze di cambiamento che negli da quindici anni stanno coinvolgendo i sistemi formativi di vari paesi 1.Dalla scuola dello stato alla scuola della società civile. 1.Policentrismo formativo. La scuola non è tutto e non ha un solo centro 2.Pedagogie della differenziazione

28 Nel riproporlo come specifico della professione docente –indipendemente dal carisma e dalla buona volontà della persona –Nell’ottica dell’autonomia. Sono cose che abbiamo sempre fatto e/o stiamo facendo? E’ vero, forse. Ma da “tragressivi”.

29 Strumenti della personalizzazione come principio metodologico Piani di studio personalizzati Tutoraggio Portfolio

30 Punti fermi 1.Educare insegnando. Valenza educativa della discipina: guadagno di un rapporto con le cose e con se stessi che la tradizione con-segna 2. In un orizzonte di senso.Realtà inesauribile 3. Sempre più in là

31 Occorre scegliere libri per bambini che tengano conto della loro crescita; che siano al di là anziché al di sotto della loro misura, al pari dei loro indumenti (J.R. Tolkien). Occorre scegliere libri per bambini che tengano conto della loro crescita; che siano al di là anziché al di sotto della loro misura, al pari dei loro indumenti (J.R. Tolkien).

32 Verso una nuova cultura didattico-organizzativa Responsabilità progettuale Atteggiamento sperimentale Cooperazione Rendicontazione Riflessione e documentazione critica

33 Responsabilità progettuale La prima sottolineatura sui tratti della cultura professionale che esprime e chiede la Riforma riguarda la responsabilità progettuale. “È compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti, infatti, nel concreto della propria storia e del proprio territorio, assumersi la libertà di mediare, interpretare, ordinare, distribuire ed organizzare gli obiettivi specifici di apprendimento negli obiettivi formativi, nei contenuti, nei metodi e nelle verifiche delle Unità di Apprendimento”(Indicazioni, p.8).

34 Atteggiamento sperimentale Se educare è fondamentalmente accompagnare nella conoscenza della realtà totale, allora è necessario essere disposti alla ricerca e alla verifica. La Riforma ci permette di rischiare sempre più ipotesi di insegnamento- apprendimento che mettano davvero al centro la persona La didattica non è meccanica esecuzione di piani prefabbricati ma avventura creativa: è “scienza, tecnica, ispirazione” come la poesia. Se educare è fondamentalmente accompagnare nella conoscenza della realtà totale, allora è necessario essere disposti alla ricerca e alla verifica. La Riforma ci permette di rischiare sempre più ipotesi di insegnamento- apprendimento che mettano davvero al centro la persona La didattica non è meccanica esecuzione di piani prefabbricati ma avventura creativa: è “scienza, tecnica, ispirazione” come la poesia.

35 Cooperazione La responsabilità e l’intrapresa ritrovano una risorsa ed un vincolo nella collaborazione che nella nostra esperienza è “ lavoro condiviso per uno scopo comune”. Nelle Indicazioni per la scuola secondaria non c’è la parola collegialità, ma si parla di collaborazione, di cooperazione, di équipe. Senza il desiderio e l’impegno di un “lavoro condiviso” non c’è scuola, non c’è personalizzazione, non c’è ”comunità di apprendimento”. La responsabilità e l’intrapresa ritrovano una risorsa ed un vincolo nella collaborazione che nella nostra esperienza è “ lavoro condiviso per uno scopo comune”. Nelle Indicazioni per la scuola secondaria non c’è la parola collegialità, ma si parla di collaborazione, di cooperazione, di équipe. Senza il desiderio e l’impegno di un “lavoro condiviso” non c’è scuola, non c’è personalizzazione, non c’è ”comunità di apprendimento”.

36 Rendicontazione “E compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti assumersi la responsabilità di «rendere conto» delle scelte fatte e di porre gli allievi, le famiglie e il territorio nella condizione di conoscerle e di condividerle.”

37 La riflessione e documentazione critica L’ultima nota è sintetica: comprende e dà spessore alle precedenti. E’ la riflessione e documentazione critica. Il vero professionista è riflessivo, “costruisce il proprio sapere imparando da quello che fa”. Faremmo torto alla nostra creatività e alla nostra intelligenza mutuare le nostre scelte organizzative e didattiche da qualche modellistica di riferimento. “Imparare è conservare il perché di ogni cosa” (Mille), possiamo imparare da quello che facciamo se coltiviamo il senso di quello che facciamo.

38 A scuola con soddisfazione –Criterio di organizzazione della scuola –Compito specifico della professione docente –Principio metodologico didattico –Concretizzazione della centralità della persona che apprende


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