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AUTOCAD Corso Base 1/2/3 luglio

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Presentazione sul tema: "AUTOCAD Corso Base 1/2/3 luglio"— Transcript della presentazione:

1 AUTOCAD Corso Base 1/2/3 luglio
Regione Toscana Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

2 Indice Decrizione dell’interfaccia Sistema di coordinate Tipi di coordinate Organizzazione del disegno Gestione dei layer Iniziare a disegnare Gli strumenti per il disegno La visualizzazione Le funzioni di editing La gestione dei testi I retini L’uso dei blocchi Inserimento di immagini Quotature Stampa Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

3 AutoCAD Computer Aided Design
interfaccia utente Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

4 Interfaccia Windows di AutoCAD
Barra del titolo Visualizza il nome del programma e il nome del file correntemente in uso Barra dei menu a discesa Consiste in menu a discesa che contengono le funzioni e i comandi che controllano le operazioni del programma a livello generale Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Barra degli strumenti Object Properties Barra degli strumenti Contiene un gruppo di strumenti che controllano la creazione degli oggetti di AutoCAD e l’assegnazione dei livelli, del tipo di linea e del colore degli oggetti Contiene anche un insieme di strumenti di interrogazione per verificare attributi come lunghezza, area e volume Raccoglie icone che rappresentano comandi o strumenti

5 Barra degli strumenti Finestra di comando Comand Line
Interfaccia Windows di AutoCAD Barra degli strumenti La configurazione della barra degli strumenti può essere facilmente modificata e personalizzata Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Finestra di comando Comand Line In essa vengono elencati i comandi che sono via via utilizzati I comandi possono essere specificati tramite: i menù a tendina o i pulsanti delle barre degli strumenti oppure digitati direttamente con la tastiera

6 wcs World coordinate System
Il sistema di coordinate di default di AutoCad è il sistema WCS (SISTEMA DI COORDINATE GLOBALI), che è basato su un sistema di coordinate cartesiane standard Si può pensare alla finestra grafica di AutoCad come a un foglio da disegno con il sistema WCS esteso all’intero foglio Le coordinate del sistema WCS consistono in una posizione orizzontale sinistra- destra lungo un asse X e in una posizione verticale alto - basso lungo un asse Y. Esiste anche una posizione lungo un asse Z sopra e sotto il piano del foglio che viene usata per il disegno 3D. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Ogni punto del foglio può essere identificato specificandone la distanza dal punto zero Per convenzione i punti sono descritti specificando la distanza in X e oi in Y separate da una virgola.

7 UCS USER COORDINATE SYSTEM Icona UCS
Il SISTEMA DI COORDINATE UTENTE può essere definito un proprio sistema di coordinate, controllato dall’utente Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Icona UCS Nel sistema UCS l’origine, così come la direzione degli assi X,Y e Z, può essere spostata o ruotata e adirittura allineata a particolari oggetti del disegno I sistemi di coordinate utente sono indispensabili nella progettazione e nel disegno 3D Comando UCSICON 1- visualizza l’icona 0 - non visualizza l’icona

8 Coordinate cartesiane o rettangolari assolute
COORDINATE ASSOLUTE Coordinate cartesiane o rettangolari assolute In 2D si considerano le coordinate come scostamento dall’origine 0,0 dell’UCS corrente Se la posizione è positiva, non è necessario anteporre il segno + se invecela posizione è negativa, occorre introdurre il segno - Coordinate polari assolute In 2D si considerano le coordinate come scostamento dallo zero, ma la posizione viene specificata tramite la distanza e l’angolo. I valoridella distanza e dell’angolo devono essere separati dal segno <. Gli angoli positivi vengono misurati in senso antiorario relativamente al grado 0 che, per default, è nella stessa direzione e a 0 gradi lungo l’asse positivo delle X. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

9 Per specificare le coordinate relative si utilizza il simbolo @
Le coordinate relative non sono speificate rispetto al punto 0,0 ma rispetto a un qualsiasi punto dato. Sono normalmente specificate rispetto all’ultimo punto inserito. Esse non possono per definizione essere applicate al primo punto inserito. Anche le coordinate relative vengono specificate con la nozione X,Y come le coordinate assolute. La differenza consiste nel fatto che le coordinate assolute descrivono le distanze rispetto al punto 0,0 mentre quelle relative la distanza rispetto all’ultimo punto inserito. Per specificare le coordinate relative si utilizza il Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Coordinate relative cartesiane o rettangolari @3,2 e polari @3<60

10 ASSEGNAZIONE DELLE UNITA'
AutoCad dispone di unità per il disegno utilizzabili praticamente in ogni professione o disciplina La scelta delle unità comporta due fatti nel processo di inizializzazione del disegno: Viene determinato il formato d’ingresso con cui vengono gestiti i dati relativi alle distanze e agli angoli provenienti dalla tastiera Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Viene fissato il formato di uscita che AutoCad utilizzerà quando andrà a presentare le dimensioni e gli angoli in un disegno Settare ina precisione più alta rende più facile individuare gli errori

11 Gli elementi del disegno con AutoCad sono memorizzati in unità reali
ORGANIZZAZIONE DEL DISEGNO Gli elementi del disegno con AutoCad sono memorizzati in unità reali Non c’è “nessun bisogno” di preoccuparsi di applicare un fattore di scala mentre si disegna. Il problema “non sussiste” se il disegno non viene mai stampato su carta o su qualunque altro supporto fisico Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Il disegno deve comunque sempre essere pensato in funzione della scala alla quale si stà progettando, per riuscire a dettagliare le informazioni riportate

12 LAYER PROPRIETA’ DELL’OGGETTO
Quasi tutto quello che si progetta o si disegna può essere pensato come se fosse scomposto in “parti” Queste “parti” in AutoCad vengono organizzate in LAYER Si può pensare ai layer di AutoCad come a fogli elettronici trasparenti che possono essere sovrapposti l’uno all’altro Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Oltre alla sua posizione geometrica, ciascun oggetto ha associato ad esso - un layer - un colore - un tipo di linea PROPRIETA’ DELL’OGGETTO

13 LAYER Una parte importante del lavoro con AutoCad è il progetto dello schema di layer La finestra di dialogo Layer name, consente un controllo completo dei layer (DDLMODES) Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. “stato” Tipo di linea nome colore

14 ma non si possono utilizzare gli spazi
NOME DEI LAYER Il nome di un layer può raggiungere una lunghezza massima di 31 caratteri (fino a 255 caratteri nel caso di ingressi multipli) Si possono utilizzare i caratteri alfanumerici standard, il trattino (-), il dollaro ($), l’underscore (_) ma non si possono utilizzare gli spazi pianta_01_scala1:200 Tipo di elaborato Piano Scala di rappresentazione pianta_01_muro_int_scala1:200 Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Tipo di elaborato Piano Oggetto Scala di rappresentazione Il numero dei layer utilizzabili in un lavoro è infinito Una corretta pianificazione nella scelta del nome dei layer consentirà di far operare i filtri su tali nomi per selezionare i gruppi di layer

15 COLORE DEI LAYER Per selezionare il colore del layer è sufficiente selezionarne uno dalla tavolozza completa dei colori Nella finestra di dialogo possono essere visualizzati 255 colori Nella casella di testo Colore viene visualizzato il nome (per i primi sette colori) o il numero del colore selezionato. Non tutti i dispositivi video sono in grado di supportare 255 colori Nella tavolozza vengono pertanto visualizzati tutti i colori supportati dal video, e i restanti appaiono in grigio in gruppi di 16 colori ripetuti. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Una corretta pianificazione nella scelta del colore dei layer consente di lavorare con maggiore facilità. Ad esempio è possibile scegliere i colori “più leggibili a video” per gli oggetti più importanti o che dovranno essere plottati con uno spessore di linea maggiore

16 TIPO DI LINEA DEI LAYER SCALE DEI TIPI DI LINEA
Il tipo di linea di tutti gli oggetti presenti sul layer viene impostato dalla finestra di dialogo Seleziona tipo di linea, dove sono vusualizzati tutti i tipi di linea che sono stati caricati Per caricare altri tipi di linea è sufficiente fare clic sul pulsante Carica La finestra di dialogo consente unaselezione individuale dei tipi di linea, lasciando la possibilità di caricarne un numero piccolo o grande, a seconda delle necessità SCALE DEI TIPI DI LINEA I tipi di linea standard per AutoCad sono costituiti da modelli ripetuti di linee, spazi e punti Il numero di elementi disegnati per l’unità di lunghezza è controllato dalla funzione LTSCALE Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. La variabile del sistema LTSCALE agisce come moltiplicatore, influenzando direttamente il numero di ripetizioni per unità di lunghezza del tipo di linea. LTSCALE influenza in modo globale tutte le linee non continue del disegno. Riducendo il valore di LTSCALE, diminuisce la misura degli spazi e dei trattini, e di conseguenza aumenta il numero di ripetizioni per unità di lunghezza. E’ possibile impostare la scala dei tipi di linea per gli oggetti. La scelta della scala per i tipi di linea va fatta in rapporto alla stampa e non all’aspetto mostrato sul video.

17 "STATO" DEI LAYER Controllare il layer con la barra degli strumenti
I layer SBLOCCATI sono visibili, selezionabili e necessitano di un temp di rigenerazione I layer BLOCCATI sono visibili, non selezionabili, necessitano di un tempo di rigenerazione e possono essere ulteriormente frammentati I layer SCONGELATI sono visibili, selezionabili, necessitano di un tempo di rigenerazione e possono essere ulteriormente frammentabili I layer CONGELATI sono invisibili, non selezionabili e non richiedono nessun temp di rigenerazione Il layer corrente non è congelabile Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. I layer ON sono visibili, selezionabili, necessitano di un tempo di rigenerazione e possono essere ulteriormente frammentabili I layer OFF sono invisibili, non selezionabili ma ancora rigenerabili Se la condizione dello stato corrente viene portata in OFF, qualunque nuovo oggetto sia disegnato non verrà reso visibile fino a quando non si riporterà il layer in ON

18 arco, cerchio, spline, ellisse
INIZIARE A DISEGNARE Quasi tutti i disegni di AutoCad sono composti da relativamente pochi oggetti e forme. Gli strumenti per disegnare questi oggetti possono trovarsi: - nelle icone della barra degli strumenti - nel menu a tendina sotto la voce Disegna - digitando il comando Punto, linea, polilinea, poligono, rettangolo, arco, cerchio, spline, ellisse ……. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

19 PRECISIONE NEL DISEGNO
Il primo passo per creare un disegno preciso è la localizzazione dei suoi punti. Un modo per farlo è quello di inserire le coordinate da tastiera Benchè sia possibile conoscere tutti i valori delle coordinate l’inserimento di tutte le coordinate da tastiera è un lavoro estenuante e noioso, con l’inconveniente di possibili errori di battitura AutoCAD mette a disposizione diversi metodi per controllare il movimento del cursore in modo da poter selezionare accuratamente i punto con l’uso: della griglia e delle funzioni di snap dello snap sugli oggetti delle modalità orto dei filtri sui punti X, Y, Z di due tipi di costruzione Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

20 GLI STRUMENTI DI AUSILIO PER IL DISEGNO
La funzione ORTO (ortogonale) vincola i movimenti del cursore su angoli retti rispetto all’ultimo punto. La funzione è attivabile o disattivabile in ogni momento, anche con il tasto <F8> La GRIGLIA funziona come una maschera visibile che mostra la posizione di un insieme di punti Benché essa possa aiutare nel vedere la posizione dei punti, i punti inseriti non vengono però arrotondati con precisione Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. La griglia e lo snap funzionano bene in combinazione e si può facilmente controllare la selezione di molti punti coordinando le funzionalità della griglia e dello snap di AutoCAD Lo SNAP funziona come una griglia invisibile che controlla i punti che vengono selezionati con il cursore. Se si imposta la snap a 0.5, è possibile selezionare solo i punti che cadono esattamente su incrementi di 0.5 unità

21 GLI STRUMENTI DI AUSILIO PER IL DISEGNO
SNAP AD OGGETTO Gli snap ad oggetti di AutoCAD sono filtri geometrici che permettono di selezionare i punti di collegamento sul disegno Per capire lo snap sugli oggetti, bisogna ricordare che gli oggetti come le linee hanno punti medi e punti estremi, e che le circonferenze hanno centro e punti quadrandi e tangenti Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. OSS. Via via che il disegno si fa più complesso, i punti sulle circonferenze e sugli archi e le intersezioni delle linee non coincidono più con i punti di snap eventualmente attivati

22 LA VISUALIZZAZIONE DEI DISEGNI
I COMANDI ZOOM - PAN - VISTA AEREA Il comando ZOOM altera il livello d’ingrandimento corrente della visualizzazione sullo schermo. Il comando PAN serve per spostare la vista del disegno nell’ingrandimento corrente La VISTA AEREA consente di operare su grandi oggetti senza dovere ritornare a una vista in grandezza piena per la locazione del disegno Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. All - Center - Dynamic Extents - Left - Previus Vmax - Window Scale(X/XP)

23 IL SALVATAGGIO DEL LAVORO
Il disegno viene salvato assegnando al nome del file l’estensione .DWG Per precauzione se esiste già una versione precedente del disegno, AutoCAD ne fa una copia con l’estensione .BAK L’ASSEGNAZIONE DEL NOME DEVE ESSERE OPPORTUNAMENTE PROGETTATA E STANDARDIZZATA, COSI’ COME I NOMI DELLE CARTELLE DI FILE DELLE DIVERSE DIRECTORY E SOTTO-DIRECTORY Il comando SAVEAS salva il disegno sotto un nome a piacere, nella directory scelta per il lavoro. E’ possibile salvare il file anche in una versione di AutoCAD precedente a quella in uso Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Il comando SAVE salva il disegno corrente sotto il nome di file corrente (se è già stato assegnato) oppure sotto un nuovo nome, Se si salva il disegno sotto un nuovo nome di file, il disegno corrente assume quel nome Il comando QSAVE salva il disegno corrente cui è gia stato assegnato il nome, senza ulteriori richieste all’utrente AutoCAD dispone di una caratteristica di salvataggio automatico del disegno

24 Esistono tre tipi fondamentali di editing dei disegni: - la modifica
LE FUNZIONI DI EDITING Esistono tre tipi fondamentali di editing dei disegni: - la modifica - la copia - la cancellazione I passi da seguire per l’editing sono: - l’immissione del comando di editing - la selezione degli oggetti - l’inserimento degli opportuni parametri e dei punti di selezione - l’editing vero e proprio Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Benché a maggior parte dei comandi di editing lavori bene anche con la selezione degli oggetti fatta prima dell’immissione del comando, altri comandi (es. FILLET e TRIM) ignorano le selezioni fatte prima del comando

25 I DIVERSI METODI DI SELEZIONE DEGLI OGGETTI
LE FUNZIONI DI EDITING I DIVERSI METODI DI SELEZIONE DEGLI OGGETTI - OGGETTO PER OGGETTO - DA SINISTRA VERSO DESTRA (tutti gli oggetti interamente contenuti nella finestra di selezione - DA DESTRA VERSO SINISTRA (tutti gli oggetti toccati dalla finestra di selezione) Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

26 INSERIMENTO DEL TESTO Un disegno ha il valore di molte parole, ma un testo di accompagnamento a volte può servire per specificare, chiarire, semplificare il disegno o alcuni suoi dettagli In generale, poiché AutoCAD disegna tutti gli oggetti a grandezza reale, è necessario determinare l’altezza del testo in modo che la geometria e le descrizioni risultino proporzionate Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. AutoCAD mette a disposizione i comandi TEXT, DTEXT E MTEXT per posizionare un testo nel disegno

27 INSERIMENTO DEL TESTO:TEXT
Il comando TEXT, poco usato, è mantenuto comunque per compatibilità con le versioni precedenti di AutoCAD TEXT Single-Line Text Consente di posizionare una singola riga di testo in un disegno AutoCAD chiede: punto di inserimento stile giustificazione altezza rotazione Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

28 INSERIMENTO DEL TESTO:DTEXT
DTEXT consente di inserire linee multiple di testo in un disegno in maniera dinamica, ossia permette di vedere subito i caratteri mentre vengono digitati e di editarli. Quando DTEXT è attivo è anche disabilitato l’accesso a tutti i menù. Si deve usare la tastiera per terminare il comando AutoCAD chiede: punto di inserimento stile giustificazione altezza rotazione Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Ci si accerti di premere <INVIO> una seconda volta alla fine di una lunga sequenza di introduzioni di testo con DTEXT. Sebbene il testo appaia come parte del disegno, facendo clic su di un altro strumento per immettere un nuovo comando, il comando DTEXT viene terminato e il testo introdotto cancellato

29 INSERIMENTO DEL TESTO:MTEXT
MTEXT consente di creare paragrafi di testo che sono adattati all’interno di una zona delimitata e che vengono trattati come singolo oggetto Il comando specifica l’ampiezza e l’allineamento del paragrafo. Si possono anche specificare lo stile di testo, l’altezza e la direzione Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Se si vuole fare comparire tutti i prompt nella riga di comando si deve introdurre -MTEXT

30 STILE E FORMATTAZIONE DEL TESTO
STYLE consente di definire, dare un nome, cambiare ed elencare insiemi di parametri di testo, che includono il font, l’altezza, il fattore di larghezza, l’angolo di inclinazione così come gli orientamenti verticali e quelli che permettono di capovolgere le scritte orizzontalmente o verticalmente. Questo comando definisce anche lo stile corrente per il disegno L’oggetto MTEXT ha delle proprietà di default, ma ogni carattere all’interno dell’oggetto può avere attributi che gli sono assegnati Giustificazione del testo AutoCAD fornisce uno stile di testo di dafault chiamato STANDARD, che usa un font chiamato TXT Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

31 COME EDITARE I TESTI: DDEDIT
Quando si applica il comando a un oggetto creato con TEXT o DTEXT, si possono cambiare i caratteri di una singola riga di testo. Se si applica a un oggetto invece, apre la stessa finestra di dialogo di Edit Mtext del comando MTEXT. Si può cambiare qualsiasi proprietà e attributo del testo che si trova nella finestra di dialogo Edit Mtext. Il testo può essere modificato anche aprendo la finestra delle proprietà Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

32 I RETINI DI RIEMPIMENTO
BHATCH. Consente di disegnare un pattern di riempimento in un’area selezionata Occorre: - definire l’area che si desidera riempire - definire il pattern che si desidera - applicare (verificare con l’anteprima) - applicare il pattern L’area sulla quale può essere applicato un pattern deve essere chiusa. Può anche essere delineata da diversi oggetti che si intersecano variamente per formare un’area chiusa. Gli oggetti che formano il perimetro si chiamano oggetti periferici. Esistono due metodi per selezionare l’area da riempire: - con SELEZIONA OGGETTI, scegliendo gli oggetti periferici - con SCEGLI PUNTI, selezionando un punto interno all’area da riempire. Se si desidera applicare un pattern che già esiste nel disegno, un modo rapido di impostare i parametri del pattern di BHATCH, per farlo corrispondere al riempimento esistente, è di fare clic sul pulsante ADOTTA PROPRIETA’ e selezionare il riempimento che si desidera duplicare. I parametri del pattern di BHATCH sono così impostati per riprodurre quel riempimento. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Per i pattern predefiniti, i parametri da impostare sono. - la scala. Quando è impostata a 1 (default), il pattern è generato con le esatte lunghezze specificate nella definizione di riempimento. Se la scala è maggiore di 1, AutoCAD allarga il pattern proporzionalmente, se è minore di 1 lo riduce proporzionalmente; - l’angolo. Influenza la rotazione del pattern. Il valore di default è 0. - l’intervallo (spacing). Definisce la distanza tra le linee parallele.

33 I RETINI DI RIEMPIMENTO
A volte può essere necessario riempire un’area ma lasciare delle sottoaree non riempite, o riempite con pattern diversi. Le sottoaree nell’area sono dette isole Come con l’area di riempimento, un’area deve essere un’area chiusa definita da uno o più oggetti trattati. Gli oggetti di testo vengono trattati come isole dal comando BHATCH Se si usa il pulsante SELEZIONA OGGETTI per definire l’area da riempire, occorre selezionare gli oggetti che definiscono i contorni delle isole. Per gli oggetti di testo o mtext, è sufficiente selezionarli. Se si usa il pulsante SCEGLI PUNTI per definire le aree, le isole automaticamente sono definite come trovate. Talora questo metodo trova le isole che non si vuole che vengano considerate: si usa il tasto ELIMINA ISOLE per toglierle dalla considerazione. HATCHEDIT. Consente di modificare un oggetto associativo esistente. Dopo aavere selezionato un riempimento che si desidera modificare, è possibile cambiare tipo di pattern, i parametri che lo controllano, lo stile di riempimento e anche esplodere il riempimento e renderlo non associativo. Dopo avere costruito un riempimento non associativo, non è possibile usare HATCHEDIT per modificarlo nuovamente E’ possibile modificare le proprietà anche con DDMODIFY Se la modifica del contorno determina un contorno aperto, il riempimento non verrà aggiornato e diverrà non associativo. I tratteggi associativi sono collegati ai relativi contorni e vengono aggiornati quando si modificano i contorni, mentre i retini non associativi sono indipendenti dai contorni Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

34 I RETINI DI RIEMPIMENTO
ESPLOSIONE DEI RIEMPIMENTI: un riempimento è un tipo di blocco noto come blocco anonimo. Essendo un blocco, non importa quanto sia omplicato il riempimento, poiché ogni riempimento generato è un oggetto singolo. Quando lo si esplode, non è più un oggetto singolo, ma una raccolta di linee che formano il pattern. Quando si modifica un riempimento esploso di guadagna di flessibilità di modifica con l’area da riempire, ma si perde la caratteristica associativa. Se si sceglie il pulsante AVANZATE, appare la relativa finestra di dialogo 25K => 77K Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Normale Esterno Ignora Quando si crea un riempimento BHATCH crea una polilinea temporanea che delinea l’area da riempire e qualsiasi isola nell’area.

35 TIPI DI LINEA Si può scegliere fra quattro metodi per l’applicazione dei tipi di linea a un oggetto: • E’ possibile assegnare tipi di linea ai layer e poi disegnare oggetti con un’impostazione di tipo di linea corrente BYLAYER • E’ possibile esplicitamente impostare il tipo di linea corrente al tipo di linea desiderato • E’ possibile cambiare il tipo di linea esistente assegnando un tipo di linea esplicitamente all’oggetto o spostando l’ogetto sul layer che ha il tipo di linea desiderato • E’ possibile cambiare lo spessore di linea esistente assegnando uno spessore di linea esplicitamente all’oggetto Per default, il solo tipo di linea che è possibile usare in un nuovo disegno è il tipo di linea continuo. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. DDLTYPE apre la finestra di dialogo SELEZIONA TIPO LINEA, che consente di caricare e impostare il tipo di linea corrente e la scala globale dei tipi di linea Per caricare o ricaricare un tipo di linea, selezionare semplicemente il tipo di linea e scegliere OK. DDMODIFY consente di cambiare il tipo di linea di un gruppo selezionato di oggetti, senza sostarli in un altro layer e senza modificare le impostazioni del layer Le impostazioni del tipo di linea BYLAYER sono usate in modo appropriato quandosi desidera modificare i tipi di linea degli oggetti su tutto il layer

36 CONTROLLO DELLE SCALE DEI TIPI DI LINEA
E’ possibile regolare le lunghezze dei trattini e degli spazi dei tipi di linea per compensare la scala di stampa usando tre modi 1. Modificando il fattore di scala del tipo di linea globale, con LTSCALE, che influenzerà tutti gli oggetti esistenti, e qualsiasi oggetto disegnato dopo la modifica. Per default è impostato a 1 2. Impostando il fattore di scala del tipo di linea corrente, con CELTSCALE (Current Entity Line Type SCALE), che influenzerà tutti gli oggetti disegnati dopo il cambiamento 3. Cambiando la scala del tipo di linea degli oggetti esistenti SCALA DEL TIPO DI LINEA DELL’OGGETTO FINALE = scala del tipo di linea dell’oggetto singolo X scala del tipo di linea globale (LTSCALE) Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Se lo scopo è di modificare la scala di tutti i tipi di linea di un disegno in maniera uniforme, modificare LTSCALE Se lo scopo è di modificare la scala di un gruppo scelto di oggetti, usare DDMODIFY, CHANGE, CHPROP, DDCHPROP per modificare la scala dei tipi di linea singoli. Nella modifica della scala di un tipo di linea, ricordare che la scala degli oggetti interagisce con la scala del tipo di linea globale per produrre la scala del tipo di linea finale dell’oggetto Se non vi è spazio a sufficienza tra il punto d’inizio e quello terminale dell’oggetto per consentire la realizzazione di un pattern da disegnare, AutoCAD disegnerà il pattern del tipo di linea come linea continua

37 INSERISCI Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

38 COSTRUZIONE DEI BLOCCHI PER DISEGNI RIPETITIVI
I blocchi sono elementi grafici raggruppati insieme in modo che sia possibile posizionarli facilmente in un disegno o utilizzarli in vari disegni diversi. L’uso dei blocchi elimina le procedure ripetitive di disegno e assicura l’omogeneità dei simboli L’utilizzo dei blocchi consente di aumentare la velocità, l’uniformità e l’efficienza del lavoro Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Quando i blocchi vengono utilizzati per caratteristiche ripetute la dimensione del file di disegno diminuisce, poiché la geometria del blocco necessita di essere definita una sola volta I blocchi consentono di operare sul gruppo come insieme unico. Gli oggetti sono collegati l’uno all’altro. Se occorre modificare gli elementi individuali è possibile esplodere il blocco.

39 BLOCCHI E DIMENSIONE DEL FILE DI DISEGNO
Se si disegnano 100 righe, si aggiungono 100 oggetti al disegno Se si produce un blocco che contiene i 100 oggetti disegnati, AutoCAD crea la definizione di un blocco che contiene 100 oggetti, che poi verrà memorizzata come un solo oggetto nel file di disegno. Se si inserisce il blocco una sola volta, non si risparmia nulla poiché la definizione contenente le 100 righe viene comunque memorizzata nel disegno Se si inserisce un blocco che contiene 100 righe nel disegno in 12 posizioni diverse, AutoCAD deve memorizzare solo 112 oggetti Questi 112 oggetti comprendono 100 righe nella definizione del blocco e 12 riferimenti di blocco (propriamente chiamati oggetti d’inserimento) Se si disegnano e si copiano 12 gruppi di 100 righe, ma non si usano i blocchi, si aggiungono 1200 oggetti al file di disegno Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

40 Il comando BLOCCO viene usato per creare una definizione di un blocco
Il comando BLOCCO generalmente si adatta meglio per gli elementi comuni in un disegno Il comando BLOCCO viene usato per creare una definizione di un blocco Occorre specificare un nome per un blocco, tali oggetti costituiscono il blocco stesso e un punto da usare come inserimento nel posizionare il blocco AutoCAD elenca i nomi di tutti i blocchi e mostra il numero e i tipi dei blocchi. Blocchi utente. Blocchi creati dal comando blocco Blocchi di riferimento esterno. Disegni di riferimento collegati al disegno. Blocchi dipendenti. Blocchi che appartengono ai disegni di riferimento. Blocchi senza nome. Blocchi che AutoCAD crea per eseguire il riempimento tratteggiato, le quote associative, l’importazione PostScript e le funzioni di modellazione solida Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Il punto base di inserimento può avvenire mediante l’inserimento come coordinata, oppure può essere selezionato sullo schermo. Il punto base d’inserimento diviene il punto da cui viene giustificato un blocco quando lo si pone nel disegno. Può essere pensato come una “maniglia” per mezzo della quale il blocco verrà posizionato nel disegno. Occorre quindi considerare la posizione del blocco quando si utilizza.

41 POSIZIONAMENTO DEI BLOCCHI NEI DISEGNI
DDINSERT. Apre la finestra di dialogo che consente di specificare un nome per il blocco o il nome di un file di disegno per il loro inserimento. Si può anche specificare un punto di inserimento, la scala e l’angolo di rotazione del blocco. INSERT. Consente di posizionare il blocco o il file di disegno senza usare una finestra di dialogo, direttamente dal crompt Command:. MINSERT (Multiple INSERtion). Consente di specificare un nome del bloccomo del file di disegno da inserire nel disegno dal prompt Command:. AutoCAD poi chiede il numero di file e di colonne per eseguire l’array del blocco inserito, e la distanza tra le righe e le colonne. MINSERT è un modo efficiente di posizionare più copie di un blocco in un file di disegno. In una matrice, ogni ricorrenza di un oggetto richiede spazio su disco. Se si utilizza MINSERT, il riferimento del blocco si verifica una volta e include informazioni sul numero di file, colonne ed elementi di spazio. Gli oggetti singoli di MINSERT non possono essere modificati con CANCELLA o altro e gli oggetti inseriti con MINSERT non possono essere esplosi. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

42 DIVIDE E MISURA DIVIDE. Consente di dividere un oggetto in un numero di divisioni uguali. Si può anche usarlo per posizionare un blocco lungo gli oggetti divisi in corrispondenza di ciascuna divisione. Si possono dividere linee, cerchi, archi, ellissi, polilinee, anelli, poligoni e rettangoli in modo accurato. Il comando DIVIDE non separa questi oggetti in segmenti separati. Pone invece un oggetto punto o un bloccoa intervalli uguali lungo l’oggetto diviso. Tutto ciò che occorre fare dopo aver introdotto il comando DIVIDE è selezionare l’oggetto che si desidera dividere, poi specificare il numero di divisioni. AutoCAD calcolerà la distanza dell’intervallo e posizionerà un punto a ciascun intervallo. Se si desidera posizionare un blocco piuttosto che un punto, scegliere l’opzione Blocco di DIVIDE prima di specificare il numero di divisioni. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Il comando MISURA lavora come DIVIDE, ma invece di dividere un oggetto in parti uguali, MISURA consente di specificare la lunghezza del segmento MISURA. Consente di posizionare un punto o un blocco a intervalli specificati lungo una linea o una circonferenza di un oggetto. Dopo avere selezionato l’oggetto lungo cui misurare, è possibile specificare il nome di un blocco da inserire. In seguito, si specifica la lunghezza di un segmento (introducendo un valore o selezionando due punti), e AutoCAD inserisce un punto o il blocco specificato a intervalli specificati sulla lunghezza del segmento.

43 WBLOCK Lo scopo principale del comando WBLOCK è di consentire di riutilizzare lo stesso blocco da un disegno a un altro. WBLOCK. Permette di creare un file di disegno da un blocco, un insieme di selezione o un file intero. Questo rende la selezione del blocco accessibile da altri file di disegno. Quando si crea un blocco, AutoCAD aggiunge informazioni che descrivono quel blocco in una parte del file di disegno chiamata tabella del blocco. Poiché AutoCAD memorizza queste informazioni nel file di disegno, è possibile accedervi solo dal disegno in cui sono memorizzate le informazioni. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Se si usa il comando WBLOCK per scrivere su disco un file di disegno separato (con estensione .dwg) contenente le informazioni del blocco, queste informazioni saranno accessibili anche da altri disegni. Quando si scrive un blocco su disco, il punto di inserimento del blocco diviene l’origine del file di disegno creato

44 POSIZIONAMENTO DEI BLOCCHI NEI DISEGNI
DDINSERT. Si seleziona il pulsante Sfoglia nella finestra di dialogo INSERISCI. Poi si seleziona il percorso e il nome del file di disegno. Quando si inserisce il file di disegno in un disegno come blocco, il punto di origine del file (0,0) viene usato come punto base di inserimento del blocco. INSERT. Fornisce un altro modo d’inserire un file di disegno nel disegno corrente. Quando si usa il comando INSERT, AutoCAD richiede il nome di un blocco. Quando questo viene specificato, AutoCAD prima ricerca il nome specificato nella tabella, se non lo trova, lo ricerca nella directory corrente. Se ancora non trova una corrispondenza, ricerca nel percorso definito nella finestra di dialogo Preferences e memorizzato nel file ACAD.INI. E’ anche possibile introdurre un nome del file disegno con il percorso: es. disegno\dettaglio\muro Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

45 BLOCCHI ANNIDATI Un blocco può essere costituito da altri blocchi, tecnica chiamata annidamento. E’ possibile posizionare un blocco all’ìinterno di un blocco che si trova all’interno di un blocco. AutoCAD non pone un limite al numero di livelli di blocchi che possono essere annidati, benché la modifica di blocchi annidati può essere problematica se si hanno vari livelli. Quando si usa il comando BLOCCO, viene richiesto di selezionare gli oggetti che costituiscono il blocco. Se uno degli oggetti selezionati è a sua volta un blocco, si crea un blocco annidato. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. I blocchi annidati aumentano ulteriormente l’efficienza e il controllo dei blocchi

46 USO DI BYLAYER CON I BLOCCHI
QUANDO SI CREA UN BLOCCO, LE PROPRIETA’ DEGLI OGGETTI (COLORE, TIPO DI LINEA E LAYER) SONO MEMORIZZATE CON I DATI DEGLI OGGETTI NELLA DEFINIZIONE DEL BLOCCO. SE IL BLOCCO E’ INSERITOIN UN ALTRO DISEGNO, QUESTE PROPRIETA’ RESTANO COLLEGATE A ESSE. COLORE TIPO DI LINEA Le impostazioni di default per il colore e i tipi di linea è BYLAYER: questo significa semplicemente che il colore e il tipo di linea per ogni oggetto disegnato sono definiti dalle impostazioni del layer su cui risiede. Se si crea un blocco di oggetti disegnati ssu un layer specifico, il colore e il tipo di linea di quel layer restano con il blocco, senza tenere conto del layer su cui è inserito. Questo sppesso è l’effetto desiderato Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. L’inserimento dei blocchi con le proprietà di BYLAYER può ingenerare confusione.

47 USO DI BYBLOCK CON I BLOCCHI
Se un blocco viene creato dagli oggetti le cui proprietà di colore dei tipi di linea sono impostati a BYBLOK, gli oggetti non hanno colore o tipo di linea stabilito finché non vengono inseriti. Essi vengono vilualizzati in bianco con un tipo di linea continuo All’inserimento acquistano il colore e il tipo di linea correnti nel disegno che li ospita. Le impostazioni di default per colore degli oggetti e delle proprietà dei tipi di linea è BYLAYER. Se si desidera creare un blocco con le proprietà di BYBLOCK occorre definire le proprietà degli oggetti BYBLOCK prima di creare il blocco Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. E’ possibile creare un blocco che abbia sempre le stesse proprietà del colore e del tipo di linea, senza tenere conto delle impostazioni delle proprietà attive quando il blocco è stato inserito. Per fare questo, occorre assegnare esplicitamente queste proprietà agli oggetti prima di renderli un blocco. L’assegnazione può essere fatta con i comandi COLOR e LINETYPE prima di disegnare gli oggetti oppure con i comandi DDCHPROP, DDMODFY, CHPROP, CHANGE per reimpostare le proprietà degli oggetti quando sono stati già disegnati

48 I BLOCCHI DEL LAYER 0 I blocchi del layer 0 con le proprietà impostate a BYLAYER o a BYBLOCK assumono il colore e il tipo di linea di qualsiasi layer su cui sono stati inseriti. Se gli oggetti nel blocco Layer 0 sono stati creati con le impostazioni di colore o di tipo di linea espliciti, queste impostazioni verranno conservate Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. La creazione e il raggruppamento in blocchi di tutti gli oggetti sul layer 0 è il metodo più efficiente e meno difficoltoso per i simboli di uso comune

49 LA MODIFICA DEI BLOCCHI
Per modificare oggetti individuali in un riferimento a blocco, i comandi EXPLODE e XPLODE consentono di riportare il riferimento da un blocco agli oggetti originali usati per crearlo Se si sa che occorrerà modificare i componenti individuali di un riferimento al blocco, è possibile inserire il blocco come oggetti del componente, usando il riquadro di spunta Esplodi nella finestra di dialogo di inserisci Quando vengono esplosi gli oggetti del blocco creati con BYLAYER ritornano al loro layer originale e alle sue impostazioni delle proprietà. Gli oggetti del blocco creati con BYBLOCK ritornano al layer originale e mantengono le impostazioni del colore e del tipo di linea di BYBLOCK, ma sono visualizzati come oggetti bianchi con tipo di linea continuo perché non hanno blocchi per definire queste impostazioni. I blocchi Layer 0 ritornano al layer 0 con il loro colore e tipo di linea originali. Quando un blocco annidato viene esploso, è scomposto nei blocchi che lo contengono Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

50 INSERIMENTO DI IMMAGINI RASTER
L’immagine raster può essere inserita in scala se si conosce il valore esatto, ma può essere prtata in scala in un secondo tempo, con il comando SCALA Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Il comando SCALA consente di cambiare la dimensione di oggetti già esistenti relativamente a uno specificato punto base. Per fare ciò si può specificare un opportuno fattore di scala o definire una distanza oppure utilizzare una combinazione dei due metodi

51 SALVATAGGIO DI FILE CONTENENTI IMMAGINI RASTER
Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Non viene riconosciuto il percorso Viene riconosciuto il percorso

52 INSERIMENTO DI IMMAGINI RASTER
Un Xrif è un riferimento in un disegno a un altro disegno esterno. Tutti gli oggetti in un disegno in cui esistono riferimenti esterni, compresi gli elementi denominati come layer, tipi di linee e blocchi fanno parte dei riferimenti esterni nel disegno attivo. AutoCAD aggiorna automaticamente qualsiasi cambiamento in un disegno con riferimenti esterni in tutti i disegni che hanno riferimenti incrociati a quel disegno. In una situazione in cui è coinvolto un team, la persona che esegue una modifica a un disegno cui si fa riferimento deve notificarlo agli altri. Il comando Xrif non fornisce una notifica automatica né le identificazioni delle modifiche. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. XRIF. Il comando XRIF consente di collegare, sovrapporre, unire o aggiornare disegni di riferimenti esterni. I dati dell’Xrif risiedono interamente nel database del disegno esterno e nel database corrente del disegno viene posto solo un riferimento al file esterno.

53 IL LAVORO CON GLI XRIF Non è possibile modificare gli Xrif nel disegno tramite il quale sono collegati o sovrapposti. Per modificare i contenuti di un Xrif occorre modificare il file di riferimento esterno NON E’ POSSIBILE USARE IL COMANDO ESPLODI SUGLI Xrif PER MODIFICARLI NEL DISEGNO CORRENTE Ricordarsi di nominare in modo opportuno i file Xrif Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. File di disegno creato con copia: 1.05MB File di disegno creato con i blocchi: 655KB File di disegno creato con i riferimenti esterni: 440KB

54 IL LAVORO CON GLI XRIF AutoCAD carica sempre la versione corrente (aggiornata) del disegno di riferimento esterno ogni volta che apre un disegno di riferimento Per rimuovere un riferimento esterno si usa l’opzione Stacca del comando Xrif Nel casso in cui un altro collega del gruppo di lavoro dovesse aggiornare un disegno con riferimenti del disegno corrente, è possibile usare il comando Xrif con l’opzione Ricarica per aggiornare l’Xrif In un ambiente di rete è importante ricaricare gli Xrif periodicamente o adottare una politica dipartimentale che richieda che tutti i membri del gruppo di lavoro comunichino l’un l’altro quando si verificano modifiche sostanziali. Un messaggio via posta elettronica è un metodo molto pratico. I percorsi ai file con riferimenti esterni vengono memorizzati come dati in un oggetto Xrif. Se la struttura del progetto si modifica e i file con i riferimenti vengono spostati, occorre anche aggiornare le informazioni di percorso nell’oggetto Xrif. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

55 IL LAVORO CON GLI XRIF I layer, i tipi di linea, gli stili di testo, i blocchi e gli stili delle quote sono simboli, cioè nomi arbitrari che rappresentano i diversi elementi (da non confondersi con i simboli grafici) I simboli trasportati in un disegno da un Xrif si chiamano simboli dipendenti perché dipendono da un file esterno, anziché dal disegno corrente per le loro caratteristiche. Per evitare conflitti, i simboli dipendenti sono preceduti dal nome dell’Xrif per cui sono dipendenti. Per proteggere l’integrità di un Xrif, AutoCAD limita le possibilità di modificare i simboli dipendenti nel disegno corrente. Non è infatti possibile rendere corrente il layer dell’Xrif e disegnare su di esso. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Poiché i layer di un Xrif non si uniscono con i layer del disegno di destinazione (tranne il layer 0), è possibile semplicemente creare gli oggetti dell’Xrif su qualsiasi layer diverso da 0 per costruire i layer, i colori e i tipi di linea restano come sono nel disegno originale.

56 La quotatura di AutoCAD è dinamica:
In un progetto, le quote, sono spesso più importanti del disegno. La quotatura di AutoCAD è dinamica: quando si pongono delle quote su un oggetto, AutoCAD legge la dimensione dell’oggetto e pone automaticamente il testo corretto nella riga della quota. QUANDO SI DISEGNA UN OGGETTO FUORI SCALA O IN UNA DIMENSIONE NON CORRETTA, LE QUOTE DEL DISEGNO RIFLETTONO LA DIMENSIONE NON CORRETTA. A MENO CHE NON SI SOVRASCRIVA IL TESTO DELLA QOTA. SE SI DEVE SOVRASCRIVERE IL TESTO DELLA QUOTA DIGITANDO LA DIMENSIONE CORRENTE, OGNI VOLTA SI PERDE TUTTO IL VANTAGGIO DI AUTOCAD CHE CALCOLA E POSIZIONA LE QUOTE AUTOMATICAMENTE Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

57 QUOTATURA Per eseguire una corretta quotatura, occorre:
Creare un layer separato per tutte le quote per mantenere le quote separate da tutte le altre informazioni del disegno; Creare uno stile di tsto da usare solo quando si creano le quote; Impostare le unità di quotatura al tipo di misura che si desidera che la quotatura rifletta (es. decimale) e impostare la precisione della più piccola unità che si desidera che appaia sulla quota; Impostare il fattore OVERALL SCALE nella finestra di dialogo Dimension Style al fattore di scala di stampa del disegno; Impostare lo snap ad oggetto attuale a ENDpoint, INTesrsection e QUAdrant per velocizzare i punti di selezione sugli oggetti che si desidera quotare. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

58 QUOTATURA DDIM. Consente di creare famiglie di stili di quotatura e di impostare le variabili di quotatura Imposta come corrente uno stile di quota Crea un nuovo nome dello stile di quotatura Imposta tutte le variabili per i componenti della quota Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Per ottimizzare il lavoro conviene creare e salvare degli stili di quotatura in modo che tutti gli stili siano sempre immediatamente disponibili. AutoCAD 2000 presenta di default lo stile di quotatura ISO-25

59 QUOTATURA: CREAZIONE DI UNO STILE
STYLE. Per prima cosa occorre creare uno stile di testo da usare specificamente per le quote in modo che si possa controllare il testo della quota senza dover influenzare l’altro testo nel disegno. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Si assegna un nome al nuovo stile di quota. Si crea un nuovo stile di quota impostando tutte le variabili in modo corretto per la quotatura architettonica

60 QUOTATURA Si definiscono le caratteristiche geometriche
Punti di definizione Linee della quota Linee di estensione I punti di definizione dove partono le linee delle estensioni sugli oggetti selezionati. Se si selezionano questi punti con oggetti da modificare, AutoCAD automaticamente aggiorna le quote e le linee di estensione per riportare la nuova lunghezza. Questa capacità dinamica che AutoCAD possiede per aggiornare le quote quando si modificano viene detta associatività. Una delle variabili di quotatura più importanti da impostare correttamente è il fattore di scala per la stampa delle quote. Il fattore Overall Scale moltiplica il formato di ciascun componente di quota e aumenta o diminuisce i componenti delle quote per la corrispondenza alla dimensione del disegno. Se si usa questo stile in altri disegn, con scale di stampa diverse, è possibile modificare questo fattore. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

61 QUOTATURA Si definisce il formato di testo in modo che il testo si allinei con l’angolo della linea di quota per tutte le quotature lineari. Si definisce l’aspetto del testo nelle quotature. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

62 2) LA PRATICA QUOTIDIANA
LA STAMPA La stampa è un capitolo molto importante del mondo di AutoCAD ma è anche uno dei più complessi e conviene quindi esplorarlo gradualmente. Analizzeremo l’argomento attraverso due approcci: 1) I MONDI DELLA STAMPA Gli strumenti che AutoCAD fornisce per facilitare e velocizzare le operazioni di stampa di un progetto ... Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. 2) LA PRATICA QUOTIDIANA Le operazioni principali da eseguire per stampare i propri elaborati ….

63 I MONDI DELLA STAMPA - LO SPAZIO MODELLO - LO SPAZIO CARTA
Progettando con AutoCAD possiamo muoverci in due “mondi” diversi: lo SPAZIO MODELLO & lo SPAZIO CARTA - LO SPAZIO MODELLO - è uno spazio TRIDIMENSIONALE - è lo spazio della PROGETTAZIONE - è lo spazio della COSTLRUZIONE DI UN MODELLO ICONA SPAZIO MODELLO - LO SPAZIO CARTA - è uno spazio BIDIMENSIONALE - è lo spazio della RAPPRESENTAZIONE - è lo spazio creato appositamente per la riproduzione su carta, l’ambiente per CREARE I FOGLI DI CUI ESEGUIRE IL PLOTTAGGIO Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. SE SI RIESCE A CAPIRE LE CIRCOSTANZE IN CUI É MEGLIO IMPIEGARE I DUE TIPI DI SPAZIO, SI POSSONO RIDURRE SENSIBILMENTE I TEMPI DI LAVORO

64 IL PASSAGGIO DA UNO SPAZIO ALL’ALTRO DIPENDE DALL’IMPOSTAZIONE DI TRE VARIABILI INTERDIPENDENTI NELLA BARRA DI STATO DELLA PARTE INFERIORE DELLO SCHERMO: In “MODEL + TILE” (SPAZIO MODELLO AFFIANCATO) si costruisce un modello (in 2D o in 3D) di riferimento e si lavora su di esso ... 1) Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. 2) In “PAPER” (SPAZIO CARTA) si creano le finestre mobili della forma e della dimensione che si desidera e le si dispone come meglio si crede nel foglio ...

65 Vengono realizzate nello SPAZIO MODELLO utilizzando il comando VPORTS
In “MODEL” (SPAZIO MODELLO) si gestiscono immagini dentro alle finestre, in ogni singola finestra si possono selezionare il tipo di visualizzazione, l’eliminazione delle linee nascoste, la scelta delle viewports, i layer da tener accesi ... Le “FINESTRE” (viewports) che si possono creare possono essere di due tipi: VIEWPORTS AFFIANCATE Appaiono come riquadri e dividono la finestra complessiva dello spazio modello in più viewports. Sono fisse e non possono essere spostate. Non si sovrapongono mai e i loro bordi sono sempre adiacenti alle viewports circostanti ... Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. Vengono realizzate nello SPAZIO MODELLO utilizzando il comando VPORTS VIEWPORTS MOBILI Non suddividono lo schermo e non rimangono nemmeno fisse. Possono essere copiate, ridimensionate e spostate e sovrapposte, proprio come qualsiasi altro oggetto di AutoCAD ... Vengono realizzate nello SPAZIO CARTA utilizzando il comando MVIEW

66 LA PRATICA QUOTIDIANA 1)
Nel percorso progettuale, è importante, di volta in volta, controllare in forma stampata chò che si è prodotto, e ciò spesso avviene senza ancora aver impostto la atavola definitiva nello spazio carta. Per stampare il proprio progetto dallo Spazio Modello Affiancato BISOGNA: 1) Digitare plot dal command o selezionare Stampa dalla tendina File o premere Ctrl+P Quindi si aprirà la finestra Stampa/Configura Stampa dalla quale si potranno regolare tutti gli aspetti relativi alla stampa. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

67 INDIVIDUAZIONE DEL DISPOSITIVO, DEL FORMATO E DEL FILE DI STAMPA
GESTIONE STILI DI STAMPA Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. VISUALIZZAZIONE DI CIO’ CHE VERRÀ STAMPATO

68 IMPOSTAZIONE DELLA SCALA E DELLA POSIZIONE DELL’OGGETTO NELLA STAMPA
INDIVIDUAZIONE DELLE DIMENSIONI DEL FOGLIO DI STAMPA Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. INDIVIDUAZIONE DELLA FINESTRA DI STAMPA VISUALIZZAZIONE DI CIO’ CHE VERRÀ STAMPATO

69 2) INDIVIDUAZIONE DEL DISPOSITIVO DI STAMPA:
Selezionando Device and Default Selection si apre la corrispondente finestra nella quale è possibile IMPOSTARE O CAMBIARE IL DISPOSITIVO DI STAMPA E LE CARATTERISTICHE DEL FOGLIO DI STAMPA (dimensioni, orientamento ...). 3)REGOLAZIONE DEI PENNINI: Con AutoCAD 2000 si preferisce gestire lo spessore delle penne dal menu. Selezionando Assegnazione Penne si apre la corrispondente finestra nella quale è possibile PERSONALIZZARE GLI SPESSORI DI LINEA IN RELAZIONE AI COLORI A VIDEO. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari.

70 4) IMPOSTAZIONE DELLA SCALA E DELLA POSIZIONE DELL’OGGETTO DI STAMPA:
SCALA IN CUI SI È STATO FATTO IL DISEGNO 4) IMPOSTAZIONE DELLA SCALA E DELLA POSIZIONE DELL’OGGETTO DI STAMPA: Innanzitutto è importante fissare correttamente la scala di output del disegno e per farlo ci si può aiutare con la semplice tabella qui riportata. Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. VALORI DA RIPORTARE NELLE APPOSITE CASELLE Quindi selezionando Rotazione ed Origine si apre la corrispondente finestra nella quale è possibile IMPOSTARE L’ESATTA POSIZIONE DELL’OGGETTO DI STAMPA NEL FOGLIO.

71 5) INDIVIDUAZIONE DELLA FINESTRA E VISUALIZZAZIONE DI CIÒ CHE VERRÀ STAMPATO:
Prima di “lanciare la stampa” è ancora importante SELEZIONARE CORRETTAMENTE L’OGGETTO DI STAMPA e ... Selezionare Finestra e successivamente Seleziona per poter così andare ad individuare direttamente sullo schermo una finestra di ciò che si vuole stampare La selezione della finestra da plottare funziona esattamente come il comando Zoom Finestra Nel file ci sono due pagine mastro: quella della copertina (schema titolo) e quella di tutte le pagine successive (schema diapositiva) Il file modello è predisposto con la prima diapositiva pronta per essere corretta, poi facendo “nuova diapositiva” apparirà la nuova slide (schema diapositiva), anch’essa già formattata. Le modifiche vanno sempre fatte sulla singola slide, mai sulle pagine mastro, se non per l’inserimento del marchio del cliente. Se non serve una diapositiva standard, ma ad esempio una dove inserire un grafico allora prima bisogna creare una nuova diapositiva e poi da “formato”/”layout diapositiva” cambiare la struttura della diapositiva con quella che occorre: rimarranno della diapositiva standard solo gli elementi necessari. ... VISUALIZZARE COME VERRÀ STAMPATO il disegno sul foglio per verificare che tutto sia stato impostato correttamente Scegliere se vedere l’anteprima completa o solo parziale e selezionare Anteprima.


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