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Le cellule staminali del midollo osseo.

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Presentazione sul tema: "Le cellule staminali del midollo osseo."— Transcript della presentazione:

1 Le cellule staminali del midollo osseo

2 Arma terapeutica possibile
Sclerosi multipla La sclerosi multipla è una malattia cronica del sistema nervoso centrale. È causata da un’anomalia del sistema nervoso immunitario, che si attiva contro alcuni componenti dell’organismo stesso, attivando il meccanismo “autoimmune” distruggendo in più zone (“multipla”) la mielina, formando cicatrici o placche (“sclerosi”).

3 SMA L’atrofia muscolare spinale è una malattia delle cellule nervose delle corna anteriori del midollo spinale. Questa malattia impedisce di camminare, controllare collo e testa e deglutire. È una malattia autosomica recessiva, ovvero si manifesta solo se i genitori sono entrambe portatori del gene responsabile. SMA1 La SMA1 è la più diffusa e anche la più grave che può essere mortale nei primi mesi di vita.

4 Leucemia La leucemia è un tumore di tutte le cellule del sangue. Le cellule normali che si ritrovano nel sangue, globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, prendono origine da cellule immature - dette anche cellule staminali o blasti - che si trovano nel midollo osseo. Nelle persone affette di leucemia vi è una proliferazione incontrollata di queste cellule, che interferisce con la crescita e lo sviluppo delle normali cellule sanguigne.

5 Potenzialità terapeutiche con staminali del midollo osseo
Metodo stamina Il metodo stamina è un trattamento terapeutico a base di cellule staminali. Prevede la conversione delle cellule staminali mesenchimali in neuroni, dopo una breve esposizione ad acido retinoico diluito in etanolo. La terapia consiste nel prelievo di cellule dal midollo osseo dei pazienti, la loro manipolazione in vitro, e infine l’infusione di queste nei pazienti stessi. Tale metodo viene indicato per la cura di diverse malattie tutte di origine neurodegenerative.

6 Funzione mesenchimale del trapianto
I risultati ottenuti mostrano che le MSC, pur non differenziandosi in neuroni, esercitato un effetto benefico (detto effetto “bystender” o “spettatore”) che non consiste nella sostituzione delle cellule perse, ma in un effetto trofico che migliora la riparazione e limita i danni al tessuto nervoso. Questo effetto neuroprotettivo rallenta la progressione del deficit motorio, ma non aumenta significativamente la sopravvivenza. Questi miglioramenti sembrano esser dovuti al rilascio da parte delle MSC di diversi fattori: antinfiammatori, antipoptici e antiossidanti.

7 Funzione emopoietica del trapianto
Il trapianto di cellule staminali emopoietiche, CSE, può essere definito come l’espansione in vivo di cellule primitive allo scopo di ricostruire il tessuto midollare osseo non più funzionante per effetto di un processo morboso o per l’azione tossica di farmaci o radiazione. La funzione emopoietica è prodotta dalle cellule del sangue. Quando questa viene meno può essere per vari motivi: invasione da parte di cellule tumorali (leucemie), distruzione del tessuto per un’ alta dose di farmaci o radiazioni, aggressione immunologica .

8 Il trapianto allogenico
Il trapianto allogenico rappresenta l’unica forma di immunoterapia chimicamente testata. L’effetto terapeutico risiede nella razione delle cellule del sistema immunitario del donatore, che riconoscono come “estranee”, le cellule tumorali residue nel paziente . Il trapianto allogenico necessita delle disponibilità di un donatore, la cui tipologia possa variare: familiare identico, familiare non identico, volontario adulto, cordone ombelicale . La donazione viene effettuata a partire dal sangue periferico, senza la necessità di anestesia totale. Le cellule donate son infuse al paziente, tramite un accesso venoso centrale senza alcuna manipolazione. Nei giorni precedenti al trapianto il paziente è sottoposto a una terapia, i quali farmaci possono costituire due tipi di condizionamento: condizionamento a intensità ridotta e condizionamento mieloblativo .

9 Trapianto autologo Il trapianto autologo è utilizzato soprattutto nella cura dei linfomi e mielomi. Il paziente è domatore di se stesso: durante la chemioterapia viene praticata la raccolta delle cellule staminali circolanti, che vengono congelate e conservate fino al loro utilizzo . Si somministra una dose elevata di farmaci attivi contro la malattia che inducono un’ aplasia midollare. L’uso, dopo scongelamento, permette di abbreviare la durata dell’aplasia midollare, ricucendo così i potenziali rischi per il paziente .

10 Realizzato da: Lorenti Ilenia, Guidara Giuseppina, Scarfone Antonio, Ciaccio Giuseppina, Bagetta Silvio, Abelardo Domenico e Palamara Giandomenico Classe IV C Liceo Scientifico di Soverato


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