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La radiazione di Corpo Nero

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Presentazione sul tema: "La radiazione di Corpo Nero"— Transcript della presentazione:

1 La radiazione di Corpo Nero

2 L’Onda Elettromagnetica
E’ noto che la luce, o radiazione elettromagnetica, si propaga sottoforma di onde. Un’onda è caratterizzata da due parametri legati fra loro: la lunghezza d’onda (l), definita come la distanza fra due “creste” o massimi di oscillazione, e la frequenza (n), definita come il numero di oscillazioni al secondo. Queste due quantità sono legate dalla velocità della luce nel vuoto che vale circa km/s, in modo tale che onde corte corrispondono a onde ad alta frequenza e onde lunghe corrispondono a onde a bassa frequenza. = lunghezza d’onda n = frequenza c = velocità della luce = km/s

3 Queste figure illustrano lo spettro elettromagnetico, che si estende dai raggi gamma ad altissima frequenza fino alle onde radio a bassa frequenza. L’intervallo di lunghezza d’onda corrispondenti alla luce cosiddetta visibile è molto piccolo e compreso fra circa 0.3 e 0.8 micron.

4 mm cm m Onde radio FM = MHz l = c/n = 3.42 – 2.77 m

5 Il Corpo Nero Esperienza:
un corpo solido freddo non produce alcuna emissione visibile, ma al crescere della temperatura comincia a diventare luminoso e a cambiare colore…. Esempio: un metallo che diventa incandescente cambia il suo colore e diventa prima rosso, poi arancione, e infine di un giallo-bianco abbagliante

6 In generale La radiazione emessa da un corpo arbitrario dipende da:
forma geometrica del corpo composizione chimica del corpo temperatura stato della superficie …….. Ogni corpo: assorbe parte della radiazione che lo investe riflette parte della radiazione che lo investe emette radiazione trasmette parte della radiazione che lo investe Le prossime due diapositive possono essere omesse

7 Alcune precisazioni Definiamo la potenza emessa per metro quadro di superficie che indichiamo con il simbolo Questa grandezza si chiama potere emissivo integrale (o densità di flusso termico; integrale perché su tutte le frequenze), è una quantità sempre positiva. La irradiata è molto piccola, o addirittura al di fuori del campo visibile stesso. È per questo che i colori dei corpi a temperatura ambiente, per come percepiti dall’occhio umano, dipendono soprattutto dalla riflessa. Solo alle alte temperature la irradiata inizia a diventare rilevante ed i corpi si colorano a partire dal rosso. La potenza incidente della radiazione è, per la conservazione dell’energia, scrivibile come somma delle potenze assorbita, riflessa e trasmessa da un corpo:

8 possiamo definire Dividendo per la potenza incidente:
coefficienti di assorbimento, di riflessione e di trasmissione. Adimensionali, compresi tra 0 e 1. Un corpo che non si lascia attraversare da onde elettromagnetiche ( per il quale si ha quindi t =0 ) si definisce opaco. Per un corpo opaco:

9 In generale assorbe parte della radiazione che lo investe: potere assorbente = frazione di energia raggiante assorbita dall’unità di superficie emette radiazione: potere emissivo = energia raggiante emessa dall’unità di superficie nell’unità di tempo per unità di lunghezza d’onda [a] = numero puro

10 Il Corpo Nero Nel 1859 G. Kirchhoff stabilisce, con considerazioni termodinamiche che, all’equilibrio termodinamico: Il rapporto dei poteri emissivo ed assorbente di un corpo, per ogni frequenza della radiazione, dipende solo dalla temperatura del corpo Intensità specifica della radiazione o radianza specifica Se a =1 per tutte le frequenze, il corpo viene detto corpo nero (blackbody)

11 Il Corpo Nero Se a =1 dal teorema di Kirchhoff si ricava che il potere emissivo di un corpo nero è una funzione universale, per ogni frequenza, della temperatura: L’esistenza di una funzione universale indica che la sua spiegazione dovrà coinvolgere processi fisici fondamentali, leggi generali di natura e non processi particolari legati alle caratteristiche specifiche del sistema in esame.

12 Un corpo nero è un oggetto teorico che assorbe il 100% della radiazione che incide su di esso. Perciò non riflette alcuna radiazione e appare perfettamente nero. Attenzione! T ordinaria In pratica : nessun materiale assorbe tutta la radiazione incidente la grafite ne assorbe il 97% la grafite è anche un perfetto emettitore di radiazione

13 Corpo nero, corpi grigi, corpi generici
l Si possono saltare le prossime due diapositive

14 Corpo nero, corpi grigi, corpi generici
nella figura i poteri emissivi sono normalizzati con quello del BB

15

16 Un corpo nero riscaldato ad una temperatura sufficientemente elevata emette radiazioni
L’ energia emessa è totalmente isotropa e dipende solo dalla temperatura del corpo e non dalla sua forma o dal materiale di cui è costituito condizioni…. L’energia emessa da un corpo nero riscaldato ad una certa temperatura T viene chiamata : radiazione di corpo nero

17 Esempio di corpo nero emittente: la fornace
L’energia entra da un piccolo foro e viene assorbita dalle pareti della fornace che si riscaldano ed emettono radiazione. Se la cavità è mantenuta a temperatura uniforme, all’equilibrio la radiazione che esce dal foro è una radiazione di corpo nero.

18 Esempio di corpo nero emittente: le stelle
Le Pleiadi, un ammasso aperto giovane Esempio di corpo nero emittente: l’Universo Si possono saltare le prossime due diapositive

19 Lo stato della fisica a fine ‘800
Meccanica newtoniana pieno successo nello studio del moto degli oggetti macroscopici, in particolare dei corpi celesti, scoperta di Nettuno (1846). Termodinamica e termodinamica statistica comprensione delle natura del calore, macchine termiche, verso delle trasformazioni naturali, teoria cinetica dei gas,…….. Elettromagnetismo sintesi dei fenomeni elettrici e magnetici (1867, J.C. Maxwell), l’ottica geometrica e l’ottica fisica come aspetti dell’elettromagnetismo. ma………..

20 Alcuni problemi aperti per la fisica di fine ‘800 inizio ‘900
MQ Planck, 1900 Lo spettro della radiazione termica L’esistenza e la stabilità degli atomi La natura della luce (effetto fotoelettrico) Gli spettri discontinui I calori specifici dei solidi Il problema dell’etere luminifero MQ Bohr, 1913 MQ MQ Einstein, 1905 RR

21 Funzione di Planck Facendo passare la radiazione emessa da un corpo nero a temperatura T attraverso uno spettrografo (bolometro) e misurando l’intensità dell’energia alle varie lunghezze d’onda si osserva uno spettro riprodotto dalla funzione di Planck Radianza specifica Nel SI SIMULAZIONI

22 B(l,T) (x1016 erg cm-3 s-1) l (mm) 1.5 n (x1014 Hz) 3.0 9.0
Questo grafico rappresenta l’andamento della funzione di Planck per un corpo nero ad una certa temperatura. In ascissa ci sono la lunghezza d’onda in unità di micron e in ordinata il valore della funzione in unità di 1016 erg/cm3/s. In alto sono riportati i corrispondenti valori in frequenza della radiazione, in unità di 1014 Hz. Come si nota, la funzione di Planck ha un massimo di emissione molto ben definito, con l’intensità che cresce molto rapidamente alle lunghezze d’onda più corte e diminuisce più lentamente alle lunghezze d’onda maggiori.

23 Legge di Wien (1894) Lo spettro di emissione del corpo nero mostra un massimo di energia emessa ad una certa lunghezza d’onda (lmax) All’aumentare della temperatura T del corpo, la lunghezza d’onda del massimo di emissione decresce cm Unità misura

24 l (mm) 2000 K 1750 K 1500 K 1250 K

25 corpo umano T = 37 ° C = 310 K lmax  9 mm lampada a incandescenza T  K lmax  1 mm stella T  K lmax  1000 Å

26 osservare bene le unità di misura sull’asse y,
corpo umano T = 37° C = 310 K lmax  9 mm osservare bene le unità di misura sull’asse y, in particolare i valori di scala, in questa e nelle prossime due diapositive B(l, 310 K) (x108 erg cm-3 s-1) La funzione di Planck per un corpo nero che emette alla temperatura del corpo umano. Il massimo di emissione si ha a circa 9 micron, mentre al di sotto di 3 micron non c’è praticamente alcuna emissione. Infatti al buio una persona risulta invisibile, mentre diventa visibile con un sensore di luce infrarossa. Le ordinate sono espresse in unità di 108 erg/cm3/s. l (mm)

27 lampada a incandescenza T  3 000 K lmax  1 mm
B(l, 3000 K) (x1013 erg cm-3 s-1) La funzione di Planck per un corpo nero che emette alla temperatura di una lampadina a incandescenza. Di nuovo, il massimo di emissione è collocato nell’infrarosso, eppure la lampadina emette luce visibile. Questo è possibile perché come si vede dal grafico la funzione si estende fino a 0.3 micron, includendo l’intervallo di lunghezza d’onda visibile. Quindi solo una frazione della radiazione globale emessa dalla lampadina è luce visibile. Le ordinate sono espresse in unità di 1013 erg/cm3/s, valori centomila volte superiori a quelli del caso precedente. l (mm)

28 stella T  K lmax  1000 Å=0,1mm B(l, K) (x1018 erg cm-3 s-1) La funzione di Planck per un corpo nero che emette alla temperatura superficiale di una stella molto calda. Questa volta il massimo di emissione cade nell’ultravioletto. La stella risulta visibile ad occhio perché la funzione si estende fino all’infrarosso e oltre con emissione decrescente, ma pur sempre con valori molto alti. Le ordinate sono espresse in unità di 1018 erg/cm3/s, valori dieci miliardi di volte superiori a quelli del primo esempio. l (mm)

29 Legge di Stefan-Boltzmann
1879 – 1884 Abbiamo appena visto che all’aumentare di T non solo diminuisce il valore di lmax, ma accade anche che la funzione di Planck assume valori con intensità rapidamente crescente. Se sommiamo i valori della funzione ad ogni lunghezza d’onda, otteniamo il flusso globale di energia, cioè la quantità di energia emessa dall’unità di superficie nell’unità di tempo. Questo è possibile calcolando l’integrale di B(l,T), che nel grafico è rappresentato tramite l’approssimazione dei rettangoli, e si ottiene una semplicissima soluzione, secondo cui il flusso è proporzionale alla quarta potenza della temperatura. Questo risultato è noto come legge di Stefan-Boltzmann. Nel SI

30 All’aumentare della temperatura, l’energia totale emessa
l (mm) 2000 K 1750 K 1500 K 1250 K All’aumentare della temperatura, l’energia totale emessa cresce, perché aumenta l’area totale sotto la curva e cresce con la quarta potenza di T

31 Note storiche Già nel XIX secolo i fisici tentavano di ricavare una teoria che fosse in grado di predire lo spettro della radiazione emessa da un corpo nero. I due tentativi più famosi sono quello di Lord Rayleigh e James Jeans e quello di Wilhelm Wien. I tentativi vennero condotti applicando le leggi di J.C. Maxwell dell’elettromagnetismo classico, la termodinamica, il teorema di equipartizione dell’energia e la teoria delle onde

32 Wilhelm Wien trattò la radiazione all’interno di una cavità in modo
analogo a un gas di molecole e riuscì a riprodurre l’andamento generale della curva di corpo nero, inclusa la presenza di un massimo di emissione, ma la sua teoria falliva nel riprodurre i dati sperimentali alle grandi lunghezze d’onda l (mm) B(l,T) (erg cm-3 s-1) Wien

33 “catastrofe ultravioletta”
Un altro tentativo fu fatto da Lord Rayleigh e James Jeans, i quali considerarono la radiazione all’interno di una cavità come costituita da una certo numero di onde stazionarie. Il loro risultato riproduceva bene la curva di corpo nero alle grandi lunghezze d’onda, ma falliva alle lunghezze d’onda corte e non mostrava nessun massimo di emissione: l (mm) B(l,T) (erg cm-3 s-1) Rayleigh-Jeans “catastrofe ultravioletta” Nel SI: Costante di Boltzmann

34 Nel 1900, Max Planck riesce a ricavare una formula che riproduce i valori osservati nello spettro del corpo nero: (19 ottobre 1900) con due costanti sperimentali necesssarie per ottenere il fit con i dati sperimentali e

35 “Nascita della MQ” Due mesi dopo, il 14 dicembre 1900, Planck presenta un lavoro che giustifica teoricamente la legge empirica ed esprime in termini di costanti fondamentali le due costanti empiriche C1 e C2 : le due espressioni contengono una nuova costante fondamentale di natura, la costante h, detta costante di Planck

36 S.I. S.I.  Rayleigh-Jeans  Wien Costante di Planck
Nota: come si passa da una all’altra S.I. Costante di Planck In alto le formule della legge di Planck in funzione della lunghezza d’onda (l) o della frequenza (n). La costante h è chiamata costante di Planck, c è la velocità della luce. Se calcoliamo l’andamento della legge di Planck alle grandi lunghezze d’onde, otteniamo l’approssimazione di Rayleigh-Jeans, mentre alle lunghezze d’onda corte abbiamo l’approssimazione di Wien.  Rayleigh-Jeans  Wien

37 Giustificazione di Planck
Le pareti di una cavità come qualsiasi superficie emittente contengono particelle, che assorbendo energia dall’esterno aumentano la loro temperatura e quindi la loro energia cinetica e iniziano ad oscillare. A posteriori, 1914 Oscillando emettono radiazione, ma questa radiazione contrariamente ai principi classici non può assumere valori qualsiasi. L’energia deve essere emessa in quantità definite o pacchetti. Ma non con energie qualsiasi: !!! Alle alte frequenze (piccole lunghezze d’onda) la radiazione deve essere emessa in pacchetti più “grandi”. Se le particelle non hanno abbastanza energia non si vedrà emissione di radiazione ad alta frequenza. D’altra parte se la temperatura aumenta, le particelle avranno abbastanza energia per emettere pacchetti di radiazione a frequenze via via più alte.

38 Un approccio elementare
Qual è il legame fra la “dimensione” energetica dei pacchetti (E) e la frequenza della radiazione emessa (n) ? spostamento Wien  Se la temperatura raddoppia, anche la frequenza a cui gli oscillatori producono la massima energia raddoppia Se la temperatura raddoppia anche la “dimensione” dei pacchetti di energia emessa raddoppia, il collegamento esatto tra energia e frequenza è: Un approccio elementare

39 Nel 1905 Einstein conferma l’idea di Planck spiegando l’effetto fotoelettrico e mostrando che la radiazione non è solo emessa, ma anche assorbita sotto forma di pacchetti o fotoni, o, più in generale che la luce, nell’interazione con la materia si presenta come un corpuscolo

40 Applicazioni astronomiche
Sorgente Temperatura lmax Regione spettrale Fondo cosmico 3 K 1 mm Infrarosso-radio Nube molecolare 10 K 300 m Infrarosso Sole 6000 K 5000 Å Visibile Stella calda K 1000 Å Ultravioletto Gas intra-cluster 108 K 0.3 Å Raggi X

41 T = 6000 K lmax = 4800 Å l (Å) Esempio di stella con temperatura superficiale pari a 6000 K. Il grafico a destra rappresenta lo spettro dello stella, cioè la distribuzione di energia alle varie lunghezze d’onda. La linea continua rossa è la funziona di Planck per un corpo nero di temperatura analoga. Il massimo di emissione di energia si ha a 4800 Å. La stella in questo esempio è molto simile al Sole.

42 T = K lmax = 1000 Å l (Å) Esempio analogo al precedente, ma per una stella con temperatura cinque volte maggiore. Il massimo di emissione non cade nell’intervallo del visibile, dove si osserva solo la “coda” a bassa energia della funzione di Planck.

43 La radiazione di fondo cosmico
WMAP La radiazione di fondo cosmico Una della più importanti scoperte astronomiche, che è valsa il premio Nobel a Penzias e Wilson: la radiazione di fondo cosmico, cioè com’era l’universo ai suoi inizi. Essa viene emessa ad una temperatura equivalente di 3 K e si osserva alle lunghezze d’onda millimetriche, dal lontano infrosso al radio.

44 Nubi di gas molecolare Esempi di sorgenti astronomiche presenti nella nostra Galassia: le nubi di gas molecolare (CO, H2, etc.). La loro temperatura è molto bassa, e questo le rende “oscure” in luce visibile. Sono invece osservate in infrarosso e radio.

45 Sorgenti infrarosse Altre sorgenti visibili in infrarosso: dischi di gas e polveri attorno a stelle giovani.

46 Il Sole in ultravioletto
Immagine del Sole in ultravioletto, ottenuta dal satellite SOHO. Le zone di colore bianco sono regione della fotosfera a temperatura più alta.

47 La galassia M101 in ultravioletto
Immagine di una galassia vicina in ultravioletto. Osservare a queste lunghezze d’onda consente di mettere in evidenza le stelle più calde rispetto a quelle più fredde la cui emissione è spostata a lunghezze d’onda maggiori.

48 Emissione X dal mezzo intracluster
A sinistra, la sovrapposizione di un’immagine ottenuta nel visibile di un ammasso di galassie con un’immagine ottenuta in X dal satellite CHANDRA. La macchia di colore violetto è l’emissione X di gas ad altissima temperatura, centinaia di milioni di gradi, presente fra le galassie dell’ammasso. L’immagine a destra è una porzione di quella visibile a sinistra, ottenuta con Hubble Space Telescope. Si può notare l’elevato numero di galassie presenti. Immagine HST Immagine CHANDRA

49 Il processo fisico che avviene nell'emissione della luce è sostanzialmente una trasformazione di energia termica in energia radiante. Un semplice modello che possiamo fare è rileggere la legge di Wien in questo modo: (1) dove c è la velocità della luce e A= 2,9⋅10-3 m⋅K è la costante della legge dello spostamento. Nella relazione, il primo membro può essere interpretato come rappresentativo dell'energia termica e il secondo dell'energia radiante: la legge di Wien è quindi una descrizione della trasformazione di energia termica in energia radiante. La temperatura assoluta è legata all'energia termica con una relazione di proporzionalità diretta. Vediamo come.

50 Si può stabilire il legame usando la teoria cinetica dei gas o la meccanica statistica e la costante di proporzionalità è la costante di Boltzmann kB= 8,6 ⋅10-5 eV. Si può passare attraverso la legge dei gas perfetti. Per una mole di sostanza, abbiamo: RT rappresenta appunto l'energia termica, con R costante dei gas perfetti, pari a 8,31 J K-1 mol-1 e NA numero di Avogadro; per confronto infatti: come valore dell'energia termica media per molecola. Moltiplicando ambo i membri della (1) per kB, abbiamo, trascurando il fattore 3/2 (che è in generale f/2, ove f è il numero di gradi di libertà della molecola):

51 La novità della legge di Wien sta nell'ultimo membro della equazione, perché mostra che l'energia termica si trasforma in energia radiante in modo proporzionale alla frequenza della radiazione luminosa. Perché è una novità? Perché, dall'elettromagnetismo classico ci saremmo aspettati un legame dell'energia termica del corpo che emette con l'intensità della radiazione luminosa prodotta, ma non con la sua frequenza. ritorna


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