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PubblicatoAlberico Mazzola Modificato 9 anni fa
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Diritto all’alimentazione e alla sicurezza alimentare
Progetto Unesco La crisi economica fa cambiare le abitudini alimentari? Diritto all’alimentazione e alla sicurezza alimentare A cura di Cecilia Lugi Liceo Ginnasio Statale “Pilo Albertelli”, Roma
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Alimentazione e Sicurezza
Fast Food Effetti sulla salute Slow food
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Fast Food Fast food è sinonimo di “cattiva alimentazione”, sia perché costituito da pasti consumati in fretta, sia per l'insufficiente qualità e varietà degli ingredienti e per l'abbondanza di elementi fritti, grassi, salati e zuccherati. Sebbene cibarsi sporadicamente al fast food non rappresenti un rischio per la salute, un’alimentazione basata sul consumo dei prodotti proposti nei menu dei fast food è di norma notevolmente squilibrata, perché fornisce un elevatissimo apporto calorico (eccessiva quantità di grassi, sodio e zuccheri semplici). Sono insufficienti, invece, le quantità di sali minerali, amido, fibre e vitamine (in particolare A e C) a causa dell’assenza di frutta e verdura fresche. È stato dimostrato, inoltre, che persino le insalate dei fast food contengano un quantitativo elevatissimo di zuccheri. Il fast food (“cibo rapido”) è un tipo di ristorazione di origine e principale diffusione in paesi di cultura anglosassone, servita in locali dallo stesso nome, veloce da preparare e da consumare. Questa cucina è costituita principalmente da hamburger, hot dog, patate fritte, sandwich e da un massiccio uso di salse (senape, maionese, ketchup). Il fast food è in genere caratterizzato da un costo relativamente modesto, dall'uniformità del servizio offerto e dall'ampia diffusione dei punti vendita. Il modello alimentare proposto dai fast food coinvolge prevalentemente fasce più giovani, ma anche una quota crescente di adulti, che per motivi essenzialmente legati ai ritmi lavorativi, fa sempre maggiore ricorso a questo tipo di ristorazione.
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Sondaggi Frequenza di consumo
Da una ricerca condotta autonomamente (su100 individui di età compresa fra 14 e i 18 anni) è emerso che più del 40% degli intervistati frequenta i fast food una volta al mese. Il 31% vi si reca regolarmente ogni settimana, mentre solo il 2% mangia nei fast food quotidianamente. Il 19% sostiene di consumare fast food occasionalmente due o tre volte all’anno. Infine il 4% degli intervistati afferma di non frequentare fast food.
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Consumo di fast food Consumatori in Italia
I dati ottenuti da una ricerca parallela (su un campione di 100 individui) mostra che i più assidui frequentatori di fast food sono ragazzi dai 14 ai 18 anni di età. In aumento il numero di adulti che per necessità lavorative frequentano fast food. Consumatori in Italia
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Una società frenetica Sviluppo economico e tecnologico
L’industrializzazione e il progresso danno vita a una crescita della produzione. Vi è necessità di una maggiore rapidità di lavoro. Sviluppo economico e tecnologico La frenesia influenza le attività quotidiane: molti lavoratori e operai preferiscono mangiare nei fast food (prezzo accessibile e pasto rapido). Mutamento della società Le aziende di fast food si arricchiscono. Improntano le vendite su consumatori più giovani. Tramite spot accattivanti attirano bambini e adolescenti. Cambiamento delle abitudini alimentari
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Influenza dei mass media
Adolescenti e bambini trascorrono sempre più tempo davanti alla televisione, incollati allo schermo e in balìa di pubblicità che hanno sempre più potere sulle giovani menti. Influenza dei mass media Un recente studio ha fatto notare che il divieto di trasmettere messaggi pubblicitari di panini, patatine fritte e cibi pronti potrebbe portare a una diminuzione dell’obesità infantile pari addirittura al 18%. I ricercatori della Lehigh University e della Georgia State University, della City University of New York Graduate Center hanno quantificato il numero di ore di pubblicità di fast food viste dai bambini : circa tre ore ogni settimana. Pubblicità (intervento dei mass media) Incremento delle vendite Espansione delle industrie dei fast food
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Influenza dei media sugli adolescenti
Pubblicità e reclames del prodotto Spettatore percepisce e riceve il messaggio dello spot Lo spettatore diventa consumatore
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Effetti sulla salute Super Size Me
Ha avuto una notevole risonanza, il film-documentario uscito nelle sale cinematografiche americane nel dal titolo eloquente “Super size me”. Morgan Spurlock, autore-protagonista mette al vaglio la tesi sostenuta in un’aula di un tribunale americano secondo la quale il cibo da fast-food può essere considerato responsabile dell’obesità dei suoi frequentatori, e lo fa sperimentando sulla propria pelle il risultato di una dieta di un mese basata esclusivamente su cibo della nota catena di fast food McDonald’s. Spurlock, 33 anni, era in salute (188 centimetri di altezza per 84 kg di peso) prima dell'esperimento. Dopo 30 giorni ha guadagnato 11 kg e ha incrementato la sua massa corporea del 18% (la media negli Usa è del 22%). Ha manifestato improvvisi e repentini cambi di umore, tachicardia, disfunzioni sessuali, e ha riportato danni irreversibili al fegato. Dal documentario-denuncia emerge che i prodotti dei fast food inducono dipendenza.
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Effetti sulla salute Obesità infantile L’Italia è ai primi posti in Europa per il numero di bambini in sovrappeso e i dati sono destinati a peggiorare. In Europa, infatti, il sovrappeso in età scolare cresce al ritmo di circa casi l’anno. L'adulto che è obeso fin dall’età evolutiva avrà un maggior rischio di mortalità rispetto a un suo pari non obeso da bambino. L’obesità è il risultato di diverse cause più o meno evidenti : sedentarietà, fattori genetici e ambientali e soprattutto alimentazione scorretta.
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L’ alimentazione scorretta è causa di obesità
I maggiori responsabili Ogni 5 minuti viene trasmesso uno spot alimentare Sedentarietà Consumo energetico ridotto al minimo Ore trascorse di fronte allo schermo del pc o del televisore Inattività fisica Fattori ambientali Abitudini alimentari della famiglia Sregolatezza dei pasti Apporto energetico squilibrato Mass media Effetto degli spot pubblicitari Associazione cibo=benessere e soddisfazione Campagna pubblicitaria delle aziende dei fast food
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Effetti sulla salute della popolazione Dati Istat 2009
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Effetti sulla salute Politica di profitto delle aziende Risparmio sui salari dei dipendenti Scarsa igiene e inesperienza Trattamento inadeguato della carne Carne avariata Nel saggio di Eric Schloesser sono descritti gli effetti negativi del cibo prodotto dalle aziende di fast food. L’epidemia di Escherichia coli 0157:H7, un virus che si trova nella carne avariata, a causa del quale sono morti migliaia di bambini, è una delle conseguenze più letali. Virus Escherichia coli
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Fast Food Nation Il lato oscuro del fast food
Fast Food Nation è un saggio del giornalista statunitense Eric Schlosser, pubblicato nel gennaio del 2001. L’autore critica la sfrenata ricerca di guadagno e profitto delle grandi industrie del fast food, analizzandone le conseguenza a livello socio- economico e l’impatto sulla natura. Cita le disfunzioni e i danni irreversibili causati all’organismo umano dall’alimentazione ipercalorica dei fast food. Illustra la condizione disumana in cui versano i dipendenti (sottopagati, inesperti e spesso vittima di mutilazioni e gravi incidenti sul lavoro) delle aziende che si occupano della macellazione della carne. Racconta infine, della sua esperienza in un laboratorio specializzato nella creazione degli aromi che daranno sapore ai gustosi cibi reclamizzati dalle stesse catene di fast food.
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Cinematografia Fast Food Nation Regia: Richard Linklater
Con: Greg Kinnear, Catalina, Sandino Moreno, Ethan Hawke, Patricia Arquette, Jason McDonald, Avril Lavigne, Luis Guzmán, Bruce Willis, Kris Kristofferson, Paul Dano, Wilmer Valderrama Distribuzione: DNC
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Cinematografia Fast Food Nation
Il noto adagio “Dimmi che cosa mangi e ti dirò chi sei” (Brillat-Savarin) fotografa alla perfezione il senso di Fast Food Nation, affresco americano di sconfortante, se non addirittura inquietante, attualità per via delle conseguenze che la “globalizzazione alimentare” sta provocando in tutto il mondo, Italia compresa. Un altro arguto aforisma del comico Paolo Rossi risulta, in tal senso, emblematico: “Ho visto gente di Parigi visitare il Louvre e poi andare a mangiare da Mac Donald. Ho visto gente di Londra visitare il British Museum e poi andare a mangiare da Mac Donald. Ho visto gente di Milano visitare Mac Donald e poi non sapere dove andare a mangiare.” Accantonando le numerose citazioni sull’argomento, quest’ottimo film corale - tratto dall’omonimo bestseller di Eric Schlosser - presentato a Cannes 2006 e inspiegabilmente penalizzato in Italia dall’uscita in piena estate, non solo riporta sotto i riflettori il problema della contaminazione del “cibo di massa”, ma si propone come una delle opere più significative di questi ultimi anni nell’ambito del cinema di denuncia, e di quel filone politico che annovera documentari di grande risonanza mondiale e di buon successo commerciale come Bowling a Columbine e Fahrenheit 9/11 di Michael Moore, Una scomoda verità, prodotto dal senatore Al Gore e, per rimanere nell’ambito del junk food, Supersize me di Morgan Spurlock. Ma se quest’ultimo sottolineava specialmente gli aspetti sanitari (obesità, problemi cardiologici e gastroenterologici) culturali e sociali legati alla grande abbuffata di hamburger negli USA, Fast Food Nation affonda ancor più il coltello nella piaga tirando in ballo l’intera filiera produttiva della carne bovina, a partire dall’allevamento del bestiame fino alla macellazione, dal confezionamento delle polpette alla cottura, dalla fraudolenta promozione del prodotto alla scarsa serietà dei controlli sanitari. Inoltre, quest’interessantissimo dossier in forma di intrattenimento - non mancano divertenti spunti di commedia - possiede pure il pregio di sollevare la drammatica questione dell’immigrazione clandestina, nella fattispecie di manodopera messicana impiegata soprattutto nella UMP, la grande fabbrica di Cody, fittizia cittadina del Colorado, dove è appena giunto Don Anderson (Greg Kinnear) il direttore marketing della “Mickey’s”, un’importante catena di fast food, per indagare sulle condizioni igieniche nell’industria che produce i “Big One”, gli appetitosi (?) panini che fanno la fortuna della sua impresa.
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Un’analisi compiuta da un laboratorio indipendente avrebbe infatti accertato la presenza di letame nella carne macinata e se l’allarme fosse confermato ufficialmente rischierebbe di causare gravi perdite economiche e d’immagine alla ricca compagnia. L’indagine di Anderson (“regola n°1: non uccidere il cliente”) per accertare le gravi responsabilità prevede la visita al mattatoio e al locale ristorante Mickey’s, il confronto con Rudy Martin (Kris Kristofferson), un vecchio allevatore che tenta di resistere all’avanzata del cemento e soprattutto con lo spregiudicato intermediario Harry Rydell (un convincente Bruce Willis), il quale giustifica quegli inconvenienti con la velocità dei ritmi produttivi ricordando “che tutti dobbiamo mangiare merda ogni tanto”, e che poi “basta cuocere bene la carne…” Se questo viaggio all’interno della provincia americana oscilla tra la serietà documentale e l’arguta ironia dei dialoghi, il sottotesto più rilevante di cui è protagonista la bravissima Catalina Sandino Moreno (Sylvia) concernente le condizioni sociali ed esistenziali degli immigrati utilizzati al mattatoio-lager come forza-lavoro sottopagata e quasi del tutto priva dei normali diritti degli operai a causa della condizione di clandestinità, racconta in parallelo una storia di dolorosa emigrazione, di umiliazione e di sfruttamento fisico e morale. È fin troppo evidente l’analogia tra la carne del bestiame martoriata durante la macellazione, impietosamente mostrata nelle scene finali del film come una sorta di epilogo nel segno dell’orrore, e la carne umana violata o straziata dalla bestialità dei sistemi delle grandi aziende massificate e inconoscibili; inafferrabili anche a un gruppetto di adolescenti americani che decide di ribellarsi alla politica di queste multinazionali, adoperandosi in alcune vacue azioni di propaganda e sabotaggio… Retto da un cast straordinario (Willis e Kristofferson, Ethan Hawke e Patricia Arquette, Greg Kinnear e perfino la cantante Avril Lavigne al debutto cinematografico), attirato da un progetto di rilevante impegno civile, e dalla direzione appassionata del texano Richard Linklater, regista in bilico tra successi commerciali (Prima dell’alba, School of Rock) e interessanti sperimentazioni animate (Waking life, A scanner darkly), Fast Food Nation è un’opera di stampo giornalistico, magari imperfetta, perché - ironia delle parole - finisce per “mettere troppa carne al fuoco”. Tuttavia, la durezza delle immagini basta a formulare l’ennesimo atto di accusa contro l’amministrazione Bush e contro i profitti delle corporation, contro le leggi sull’immigrazione e contro il consumismo, contro la distruzione delle aree boschive e contro lo sfruttamento dei lavoratori: l’ennesimo quadro di un’America disgregata che continua a regalare sogni. Ma solamente di celluloide. Andate subito a vederlo, rischierete finalmente di diventare vegetariani. C.L. Estratto da Primissima, 7 luglio 2007
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Slow food “La velocità è diventata la nostra catena, tutti siamo in preda allo stesso virus: la vita veloce, che sconvolge le nostre abitudini, ci assale fin nelle nostre case, ci rinchiude a nutrirci nei fast food. Ma l'uomo sapiens deve recuperare la sua saggezza e liberarsi dalla velocità che può ridurlo a una specie in via d'estinzione.” Il manifesto dello Slow Food Slow Food è un’associazione internazionale non profit nata in Italia, a Bra nel con il nome di Arcigola. Fondata da Carlo Petrini e pensata come risposta al dilagare del fast food, Slow Food studia, difende e divulga le tradizioni agricole ed enogastronomiche di ogni parte del mondo.
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Slow food Obiettivi dell’associazione
Educazione a una corretta e salutare alimentazione Elevare la cultura alimentare dei cittadini e, in particolar modo, educarli al piacere e al gusto dell’alimentazione. Difesa della qualità del prodotto Promuovere la pratica di una diversa qualità della vita nel rispetto dei tempi naturali, dell'ambiente e della salute dei consumatori. Salvaguardia della biodiversità e delle tradizionii culinarie Individuare i prodotti alimentari e le modalità di produzione legati a un territorio, promuovendone l'assunzione a ruolo di beni culturali.
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Galleria
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Bibliografia Libri: Eric Shlosser, Fast Food Nation, Net, Milano 2004
AA.VV. Il grande tritacarne, Feltrinelli, Milano 2005 DVD: Super Size Me (2004) di Morgan Spurlock Fast food Nation (2006) di Richard Linklater Articoli: Super Size Me (2005) Art. da l’Unità Fast Food Nation (2007) Art. da Primissima Web Siti Web: Musiche: Mike Oldfield, Tubular Bells Linkin Park, What I’ve done Gioacchino Rossini, Ouverture Guglielmo Tell – The Chamber Orch. of Europe dir. Claudio Abbado
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Credits Soggetto, sceneggiatura, realizzazione Cecilia Lugi
Montaggio e supporto tecnico Paolo Marzioli Video Mac Donald’s Giorgia Currà
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Ringraziamenti Prof.ssa Rosalba Calcagno
Prof.ssa Emilia Marano, D.S. del Liceo Ginnasio Statale “Pilo Albertelli” di Roma
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