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Gesù e i malati psichici: rapporto umano e naturale

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Presentazione sul tema: "Gesù e i malati psichici: rapporto umano e naturale"— Transcript della presentazione:

1 Gesù e i malati psichici: rapporto umano e naturale
«Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo» Mc 5, 1-20

2 Chi sono i malati psichici?

3 Chi sono i malati psichici?
«Appena Gesù fu smontato dalla barca, gli venne subito incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale aveva nei sepolcri la sua dimora; nessuno poteva più tenerlo legato neppure con una catena» QUANDO di fronte ad una persona pensiamo che sia “malata”?

4 Come decidiamo il NORMALE e il PATOLOGICO?
Normalità = concetto che risente di tante variabili: la cultura, il modo di pensare, le circostanze e le interpretazioni soggettive NON E’ SEMPRE FACILE DEFINIRE I LIMITI DI NORMALE E PATOLOGICO Una persona può non essere consapevole della sua malattia... COME FARE?

5 CONCETTO DI NORMALITA’
LIBERTA’: ogni malattia, sia fisica che psichica è una perdita di libertà, è una limitazione; Ma chi è veramente libero? “la libertà di un individuo finisce dove comincia la libertà dell’altro” J.J.Rousseau ADATTAMENTO: capacità di adattarsi alla realtà esterna altrimenti distorta e condizionata dal disturbo stesso. Ma realmente è normale chi si adatta incondizionatamente a tutto? Chi non si ribella mai? E chi è ribelle esprimendo valori etici giusti è patologico?

6 PIACERE PERSONALE: soddisfare le nostre esigenze, il nostro equilibrio interno, stare bene non NOI. Se accettassimo questo criterio totalmente non potremmo mai intervenire in caso ci accorgessimo che una persona è in pericolo di vita e non è consapevole!! Lo psicopatico agisce assecondando i propri istinti: noi abbiamo il dovere di curare il suo disturbo, di non togliergli la dignità di essere umano.

7 Cos’è normale? È difficile stabilire il concetto di NORMALITA’ cerchiamo l’assoluto, vorremmo dei criteri standard ai quali affidarci, ma CIO’ NON E’ POSSIBILE. Ogni criterio citato deve essere relativizzato, ci deve aiutare a capire se ci troviamo di fronte ad una patologia. ABBIAMO ESEMPI DI QUALCUNO CHE RITENIAMO “NORMALE” PERCHE’ RISPETTA OGNI CRITERIO? Spesso togliamo speranza alle persone che sono diverse da noi, ci sentiamo superiori e li emarginiamo

8  ”Poiché spesso era stato legato con ceppi e con catene, ma le catene erano state da lui rotte, e i ceppi spezzati, e nessuno aveva la forza di domarlo. Di continuo, notte e giorno, andava tra i sepolcri e su per i monti, urlando e percotendosi con delle pietre”. Quest’uomo non è riconosciuto come tale e viene legato ed incatenato, NEGANDO IL SUO DIRITTO AD ESISTERE! C’è disperazione in lui, non si riconosce più come essere umano … la disperazione della malattia psichica.

9 “nessuno era riuscito a domarlo”
Quest’uomo è trattato come un animale, la gente ne prende distanza e ha paura, si difende emarginandolo, allontanandolo dalla città, mandandolo nel sepolcro in cui ogni speranza muore, quest’uomo è come se FOSSE MORTO!!!

10 L’uomo che nel vangelo era descritto come posseduto da uno spirito immondo non era altro che un uomo affetto da schizofrenia o epilessia o una grave patologia psichica. Malattie queste, sconosciute all’epoca e che destavano paura ed incomprensione Schizofrenia: mente divisa (scissione) Epilessia: “sono preso, sono colpito da qualcosa”

11 Schizofrenia

12 Il termine schizofrenia significa letteralmente “mente divisa”
 E’ una malattia cronica, grave e invalidante Le persone con questo disturbo possono sentire delle voci che gli altri non sentono, possono credere che gli altri leggano le loro menti, controllino i loro pensieri o che complottino per far loro del male l’individuo crede all’esistenza di forze estranee che dirigono i pensieri, o che i suoi pensieri siano così potenti da influenzare eventi e persone I pazienti colpiti possono dire cose senza senso, possono stare sedute per ore senza muoversi o parlare; a volte sembrano perfettamente normali fin quando non cominciano a parlare di ciò a cui stanno realmente pensando. Assumono posizioni bizzarre, periodi di eccitamento, mutismo, smorfie, risa senza fondamento

13 Molte persone affette hanno difficoltà a conservare il proprio posto di lavoro o a prendersi cura di se stessi, e per questo devono fare affidamento su altri che possano aiutarli.

14 Epilessia Disturbo neurologico e psichico dovuto ad una lesione o iperattività dell’attività elettrica cerebrale. L’aura è il segnale che può preannunciare una crisi epilettica e può portare: Cambi d’umore Momenti di forte ansia Agitazione ed irrequietezza Crampi allo stomaco

15 Epilessia Disturbo psichico: perdita di coscienza totale o parziale in cui il soggetto resta in piedi ma è confuso, manifesta deja-vù, crisi allucinatorie, coazione a ripetere come rituali ossessivi-compulsivi, crisi depressive. Disturbo neurologico: crisi tonico-cloniche muscolari (tremori classici dell’epilessia) -AMNESIA

16 Epilessia La persona affetta da epilessia è emotivamente FRUSTRATA, INFELICE!! La sua vita è limitata, non può guidare, non può fare determinati lavori; il suo male è imprevedibile, può manifestarsi in qualsiasi momento senza la sua volontà, la malattia lo limita e lo mette in imbarazzo … proviamo a metterci nei suoi panni: come ci sentiremmo???

17 “Quando vide Gesù da lontano, corse, gli si prostrò davanti e a gran voce disse: «Che c'è fra me e te, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Io ti scongiuro, in nome di Dio, di non tormentarmi” Il malato psichico è una persona che chiede aiuto, vede nell’altro una mano per riconoscersi di nuovo persona Il malato psichico chiede attenzione ma non compassione, non è in grado di contrastare da solo il suo disturbo e alcune volte è aggressivo

18 Dobbiamo avere paura? I malati psichici sono violenti?
I soggetti con schizofrenia non sono in genere violenti, infatti la maggior parte dei crimini non sono commessi da persone con schizofrenia. Tuttavia alcuni sintomi sono associati a violenza, come le manie di persecuzione. L’ abuso di sostanze può anche incrementare la probabilità che una persona diventi violenta: se un soggetto con schizofrenia diventa violento, la violenza è di solito diretta ai familiari e tende a manifestarsi in casa . Il rischio di violenza tra soggetti con schizofrenia è basso

19 “Vennero da Gesù e videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che aveva avuto la legione; e s'impaurirono” Un trattamento adeguato aiuta ad alleviare molti sintomi; la maggior parte delle persone schizofreniche avvertono i sintomi della malattia per tutta la vita, tuttavia molti possono condurre una vita gratificante e soddisfacente in comunità e poi a casa.

20 La casa; luogo di speranza
 ”Com'egli saliva sulla barca, l'uomo che era stato indemoniato lo pregava di poter stare con lui. Gesù non glielo permise, ma gli disse: «Va' a casa tua dai tuoi, e racconta loro le grandi cose che il Signore ti ha fatte, e come ha avuto pietà di te»”.

21 .. “Gesù, infatti, gli diceva: «Spirito immondo, esci da quest'uomo!» Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?» Egli rispose: «Il mio nome è Legione perché siamo molti». E lo pregava con insistenza che non li mandasse via dal paese”. Gesù riesce a distinguere ciò che è l’uomo e ciò che è la sua malattia, compie una distinzione, gli rivolge la parola ed entra in RELAZIONE

22 Rapporto umano e naturale: La relazione

23 La relazione che cura La relazione è il primo atto terapeutico per cercare di curare il paziente psichiatrico La relazione aiuta il paziente e l’uomo ad uscire dalla SOLITUDINE della sua malattia La relazione dice all’altro :“ci sono anch’io non sei solo”

24  La relazione  che si costruisce tra un paziente ed un terapeuta è veramente qualcosa di meraviglioso
Ogni relazione che noi abbiamo, (anche quella analitica), è una relazione d'amore, in questa relazione ci siamo noi e che l'altro Gli  psicoterapeuti possono essere molto preparati perché conoscono la teoria in modo impeccabile, ma se non mettono amore in ciò che fanno, non mettono le basi per costruire quella relazione che cura. 

25 La cura è essere vicini ma differenziati, per avere la possibilità di accompagnare la persona nel suo viaggio verso la risalita La relazione terapeutica è un incontro, un contatto, uno stringersi insieme per aiutare l'altro a sciogliere la propria corazza, a trovare il proprio movimento  Questa continua attenzione e questa costante comunicazione tra l'io e il tu, traccia la strada da seguire, quella migliore per chi viene a chiedere aiuto.

26 Rapporto curante Empatia Colloquio Riabilitazione:
Per aiutare la persona a ritrovare sé stesso e ad incontrare l’altro, per fargli ritrovare il suo benessere e per la sua crescita personale

27 Riabilitare per ridare dignità
Prendersi cura della persona: Nella sua unicità, complessità e soggettività Per non trascurare le sue necessità, per dare importanza delle sue relazioni sociali Per dare possibilità di migliorare la qualità della vita

28 “Quelli che avevano visto raccontarono loro ciò che era avvenuto all'indemoniato ...”
Si cerca di far ri-acquisire alla persona con disturbo psichico, un ottimale livello di funzionamento delle capacità precedentemente possedute e di aiutarlo sia ad affrontare e gestire problemi concreti della quotidianità sia ad acquisire capacità sociali, relazionali, professionali per poter progettare il futuro.

29 Altro compito di nostra competenza, come operatori del benessere, è quello di creare un ambiente accogliente e supportivo, un contesto dove avvalorare i piccoli gesti e le azioni portate a termine con successo dai pazienti; uno spazio rassicurante dove gli utenti possano sperimentare sicurezza, sostegno e speranza per raggiungere un sufficiente grado di autonomia e possano accedere al diritto a un lavoro e a una casa.

30 Gli obiettivi sono e saranno sempre realistici, concreti, personalizzati, senza smanie di onnipotenza o potere salvifico, ma con la speranza di credere che, alla fine del "viaggio" intrapreso, si possa assistere al miglioramento fisico, mentale e sociale della condizione di vita della persona e al raggiungimento di traguardi che, inizialmente, sembravano impossibili. E così tra limiti e previsioni la riabilitazione traccia il suo percorso, attraverso dinamiche di cambiamento e adattamento.

31 “Ed egli se ne andò e cominciò a proclamare nella Decapoli le grandi cose che Gesù aveva fatte per lui. E tutti si meravigliavano” Il miracolo che suscita meraviglia:La vera riabilitazione deve attraversare la vita quotidiana, un buon clima familiare, una casa, un lavoro e uno spazio personale nell'universo del sociale. Noi Psicologi non dobbiamo dimenticare che stiamo lavorando con persone e non con diagnosi, con uomini e donne e non con casi clinici e con soggetti 

32 «la diversità non va negata, perché solo riconoscendola e dotando chi la esprime di strumenti per godere delle stesse opportunità concesse a tutti, si può evitare di utilizzarla per escludere e per emarginare» (Carozza P., 2006).


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