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SHOAH.

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Presentazione sul tema: "SHOAH."— Transcript della presentazione:

1 SHOAH

2 Definizione di genocidio
LA DEFINIZIONE DI RAPHAEL LEMKIN (1944) Per genocidio intendiamo la distruzione di una nazione o di un gruppo etnico … Esso intende designare un piano coordinato di differenti azioni miranti a distruggere i fondamenti essenziali della vita dei gruppi nazionali, per annientare questi gruppi stessi. Obiettivi di un piano siffatto: distruzione delle istituzioni politiche e sociali, della cultura, della lingua, dei sentimenti nazionali, della religione e della vita economica dei gruppi nazionali Distruzione della sicurezza personale, della libertà, della salute, della dignità e persino delle vite degli individui che appartengono a tali gruppi. Il genocidio è diretto contri il gruppo nazionale in quanto entità, e le azioni che esso provoca sono condotte contro individui, non a causa delle loro qualità individuali, ma in quanto membri del gruppo nazionale. (Y. Ternon, Lo Stato criminale. I genocidi del XX secolo, Milano, Corbaccio, 1997, p. 13, Trad. di A. Agrati) CONVENZIONE PER LA PREVENZIONE E LA REPRESSIONE DEL CRIMINE DI GENOCIDIO ADOTTATA DALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE IL 9 DICEMBRE 1948 (…) Articolo II Nella presente Convenzione, per genocidio s’intende uno dei seguenti atti, commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale: Uccisione di membri del gruppo b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo c) Il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale d) misure che mirano ad impedire le nascite all’interno del gruppo e) trasferimento forzato di bambini da un gruppo ad un altro.

3 Età dell’imperialismo
DIFFERENZE GENOCIDIO NAZISTA E GENOCIDI COLONIALI Scopo degli europei nei confronti dei sudditi coloniali: SFRUTTAMENTO Scopo della «soluzione finale nazista»: STERMINIO […] I coloni non erano alieni dall’infliggere massacri e perfino stermini ai loro sudditi d’oltremare, poterono anche illudersi – in un delirio di onnipotenza- di essere votati alla distruzione degli indigeni: ma questo rappresentava un limite irraggiungibile, e in fondo nemmeno auspicabile, poiché scopo del dominio era pur sempre lo sfruttamento economico delle risorse umane e naturali dei territori d’oltremare. RAPPORTO GENEALOGICO TRA VIOLENZE COMPIUTE DAGLI EUROPEI NELLE COLONIE E GENOCIDIO NAZISTA Esattamente al pari di quella della soluzione finale, le vittime dei massacri e dei genocidi coloniali hanno finito per essere tali perché avevano perso – agli occhi dei dominatoti europei – la loro qualità di uomini […] gli ebrei dei lager come gli indigeni da sterminare avevano perso o non avevano mai avuto la propria qualità di appartenenti al genere umano. Il razzismo coloniale (che pure era un razzismo con storie, percorsi e caratteri diversi da quello antisemita) fece perdere agli aztechi e agli inca come agli herero e ai cirenaici la loro qualità di uomini. Agli occhi dei loro carnefici essi si trovarono completamente alla mercé della volontà «bianca» . (N. Labanca, Massacri d’oltremare: colonialismo e «soluzione finale», in M. Cataruzza, M. Flores, S. Levis Sullam, E. Traverso (a cura di) Storia della Shoah. La crisi dell’Europa, lo sterminio degli Ebrei e la memoria del XX secolo. Vol. 1 La crisi dell’Europa: le origini e il contesto, Torino, Utet, 2005, pp )

4 La Prima guerra mondiale come educazione alla violenza estrema
MORTE ANONIMA DI MASSA EFFERRATEZZA DEL COMBATTIMENTO DIRETTO VIOLENZA ESTREMA (dal punto di vista VIOLAZIONE DEI DIRITTI DEI CIVILI qualitativo e quantitativo) ODIO DEL NEMICO ERETTO A SISTEMA Il conflitto del 1914 – prima e vera manifestazione della guerra totale – pone fin dal suo inizio il problema della distruzione assoluta del nemico. […] Non bisogna solo intensificare al massimo la lotta militare, ricorrendo il più possibile alla tecnologia (…) o ad una violenza diretta estrema e senza limiti, ma anche aggredire le popolazioni di cui si vuole stroncare la volontà di resistenza. […] La guerra del , con le sue carneficine e il suo terrore insostenibile, ha reso banale la scomparsa di milioni di uomini […] Il consenso alla morte di massa è inscindibile dall’improvvisa dissacrazione della vita umana […] […] Si opera una distinzione manichea tra coloro che combattono per il bene, e rappresentano ciò che è umano, e un nemico che rappresenta invece il male, cioè l’inumano, se non addirittura l’a-umano (il mostruoso, il demoniaco). Lo stereotipo disumanizzante del nemico è allora talmente brutale e violento che la sua morte, così come essa viene rappresentata nel testo o nell’immagine di propaganda, non suscita più alcuna pietà. SVOLTA CULTURALE DECISIVA: la contrapposizione tra la morte dell’amico e quella del nemico in tempo di guerra fu trasposta, in tempo di pace, nell’ ambito della lotta politica BRUTALIZZAZIONE DELLA VITA POLITICA (…) per l’estrema destra nazionalista, l’assassinio politico (324 casi nei primi anni di Weimar) è soltanto l’omicidio di un parassita e se il nemico politico, definito subumano, è ucciso, l’amico e sostenitore, invece, è assassinato […] (B. Bruneteau, Il secolo dei genocidi, Bologna, Il Mulino, 2005, pp , trad. di Frores d’Arcais)

5 «Mein Kampf»: origini e caratteri dell’antisemitismo nazionalsocialista
La concezione che Hitler aveva degli ebrei ha trovato la sua più completa formulazione nell’opera: primo tomo redatto in carcere, nella fortezza (Mein leben) di Landsberg (Baviera), dopo il prevale la componente fallimento del putsch di Monaco autobiografica (9 /11/1923) MEIN KAMPF (LA MIA BATTAGLIA) secondo tomo redatto a partire dal 1925 prevale la dimensione dottrinale e teorica

6 La sconfitta tedesca e il «bolscevismo giudaico»
Il caporale Hitler, che si trovava nell’ospedale militare di Pasewalk, in Pomerania, con gli occhi bruciati dal gas, il 10 Novembre 1918 apprese della sconfitta della Germania. Nel Mein Kampf, a questo proposito, emergono due elementi: Per Hitler, il vero responsabile della sconfitta tedesca è l’ebreo, con il quale – a causa della sua perfidia congenita- non si deve mai scendere a patti. («Non è possibile alcun patteggiamento con gli ebrei, ma solo il perentorio aut-aut» da A. Hitler, La mia battaglia, I, VII, citato in W. Hofer, Il nazionalsocialismo. Documenti , Mi, Feltrinelli, 1979, p. 18) 2) I socialdemocratici, che hanno assunto la guida della Repubblica e, stipulando la pace, hanno «pugnalato alle spalle la Germania», sono gli agenti dell’ebreo, come del resto lo sono tutti i marxisti. IL BOLSCEVISMO GIUDAICO Nel capitolo XI del primo tomo del Mein Kampf Hitler sostiene che l’ebreo si mise a capo del movimento operaio, in modo da poterlo manipolare e sfruttare per il proprio scopo: la conquista del potere da parte del popolo ebraico. In Russia , secondo Hitler, questo processo si è già compiuto: la rivoluzione bolscevica è opera degli ebrei che si sono serviti del marxismo per impadronirsi dell’impero zarista ed hanno fatto di esso una base operativa per continuare la loro impresa di conquista del potere su scala planetaria. Per Hitler, di conseguenza, la Russia rappresentava il primo grande stato conquistato dagli ebrei, con i quali non si poteva né doveva scendere a patti.

7 PROSPETTO RIASSUNTIVO
Concetto di «bolscevismo giudaico» EBREI A CAPO DEL MOVIMENTO MARXISTA INTERNAZIONALE SCOPO DEGLI ABREI: USARE IL MARXISMO PER GIUNGERE ALLA CONQUISTA DEL POTERE MONDIALE Conseguenze interpretative: GLI EBREI SONO RESPONSABILI DELLA SCONFITTA DELLA GERMANIA GLI EBREI SONO ALLA GUIDA DELLA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA Conseguenze operative I MARZISTI – EBREI DEVONO ESSERE ELIMINATI CON L’UNIONE SOVIETICA NON E’ POSSIBILE ALCUNA ALLEANZA, MA SOLO LA GUERRA

8 I protocolli dei savi anziani di Sion
Molte opere composte in Russia tra il 1890 ed il 1920 contengono il tema dell’origine ebraica del marxismo e della rivoluzione, tra queste troviamo i cosiddetti «Protocolli dei savi anziani di Sion». Si tratta di un falso (come fu dimostrato dal giornalista del Times Philip Graves nel 1921) L’opera fu scritta a Parigi negli anni (al tempo dell’affaire Dreyfus) per iniziativa di Peter Ivanovic Raskovskij, responsabile dell’attività della polizia segreta russa all’estero (Ochrana). OBIETTIVO: screditare le varie concezioni politiche moderne (liberalismo, democrazia e socialismo) presentandole come strumenti manipolati dagli Ebrei per la conquista del potere mondiale; chiunque si proponesse di introdurre nella Russia zarista un qualsiasi elemento di modernizzazione veniva descritto, nei protocolli, come un burattino nelle mani degli Anziani di Sion o come agente degli ebrei, ormai vicini alla realizzazione dei loro piani di conquista mondiale. I Protocolli si presentano come i verbali, inventati, (24) di riunioni segretissime (inventate) in cui i capi degli ebrei (Gli Anziani di Sion) (inesistenti) avrebbero elaborato tutti gli strumenti e fatto periodicamente il punto del cammino che ancora restava da percorrere fino alla meta finale, ovvero la (fantomatica) conquista del mondo. Dal 1917 i Protocolli costituirono il principale strumento ideologico dei «Bianchi» durante la loro guerra con i bolscevichi; ciò spiega anche l’entità dei pogrom (massacri) di ebrei che accompagnarono la guerra civile fra «Bianchi» e «Rossi» (1918-’20) e poi, negli anni quella russo-polacca. Edizione russa dei protocolli del 1912

9 DOCUMENTI Il bolscevismo giudaico al potere in Russia
«[…]Non si dimentichi che l’ebreo internazionale, oggi padrone assoluto della Russia, vede nella Germania non un alleato ma uno Stato condannato alla stessa sorte della Russia. Non si conclude alleanza con un compagno il cui unico interesse è la distruzione dell’altro […]Egli fa la sua strada, quella di insinuarsi nei popoli e di minarli; si batte con le sue armi, la menzogna e la calunnia, l’avvelenamento e la disgregazione, finché non abbia sanguinosamente estirpato l’odiato avversario […] a meno che le sue aspirazioni al dominio universale siano soppresse dalla sua morte. Ma l’impotenza dei popoli, la loro morte per vecchiaia, dipendono dal fatto che il loro sangue non è più puro.» (A. Hitler, La mia battaglia, Mi, Bompiani, 1939, pp ) Prefazione all’edizione nazista dei Protocolli (1933) «E’ dovere di ogni cittadino tedesco studiare le terrificanti confessioni degli anziani di Sion, e metterle a confronto con la sconfinata miseria del nostro popolo, […]Il primo compito è disintossicare l’anima del popolo tedesco e destare in essa la coscienza della nobiltà della razza ariana. Con Dio, per la resurrezione della Germania!» (Prefazione all’edizione dei Protocolli curata nel 1918 da A. Rodionov, citata in N. Cohn, Licenza per un genocidio. I Protocolli degli anziani di Sion: storia di un falso, Torino, Einaudi, 1969, p. 157)

10 L’ antisemitismo di Stato: le leggi razziali nella Germania nazista
IL RAZZISMO NEL MEIN KAMPF (cap. XI, primo tomo: Il popolo e la razza) «L’incrocio fra due essere di ineguale valore dà come prodotto un termine medio tra il valore dei due genitori […] Il ruolo del più forte è di dominare e non di fondersi con il più debole, sacrificando così la propria grandezza» ESISTONO RAZZE DI DIVERSO VALORE ESISTE UNA GERARCHIA FRA GLI ESSERI UMANI Antecedenti storici del pensiero razzista di Hitler Arthur de Gobineau, Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane ( ) Il concetto di razza viene assunto come criterio per comprendere la dinamica storica. Secondo Gobineau esistono tre razze fondamentali (la gialla, la nera e la bianca). Gli incroci sono sempre dannosi per la razza superiore che dopo l’incrocio abbassa il livello della propria creatività e della propria grandezza spirituale, trasformandosi in «razza degenerata». Houston Stewart Chamberlain, I fondamenti del XIX secolo, (1899) Le qualità che vengono attribuite alla razza superiore bianca sono quelle tipiche della moralità della classe media: laboriosità, senso della rispettabilità e dell’onore, moderazione nel manifestare le proprie passioni. Emerge, inoltre, la tendenza a mescolare considerazioni di ordine scientifico con presupposti di ordine estetico, rifacendosi all’ideale di bellezza neoclassico. Per indicare il gruppo umano superiore, di pelle bianca e lineamenti fisici «armonici» ed equilibrati (neoclassici), già a partire dal 1788 si iniziò ad utilizzare il termine «ariano», adottato anche da Hitler.

11 Le Leggi di Norimberga 15 settembre Al Congresso del partito nazista, che aveva luogo ogni anno nella città di Norimberga, Hitler presenta due leggi antiebraiche 1) «Legge per la cittadinanza del Reich» stabiliva l’esistenza di due gradi di cittadinanza: solo «l’appartenente allo Stato di sangue tedesco o affine» poteva essere considerato, da quel momento «cittadino del Reich» e come tale godere dei «pieni diritti politici a norma di Legge»; gli altri, primi fra tutti gli ebrei, erano declassati a «semplici cittadini dello Stato». 2) La seconda Legge aveva come fine «la protezione del sangue e dell’onore tedesco». Essa vietava ogni forma di rapporto sessuale fra ebrei e tedeschi; quindi, da un lato vietava i matrimoni misti, dall’altro dichiarava nulli quelli già celebrati.

12 LEGGE PER LA PROTEZIONE DEL SANGUE E DELL'ONORE TEDESCO
DOCUMENTI LEGGE PER LA PROTEZIONE DEL SANGUE E DELL'ONORE TEDESCO 15 Settembre 1935 Il Reichstag, fermamente convinto che la purezza del sangue tedesco sia essenziale per il futuro del popolo tedesco e ispirato dalla inflessibile volontà di salvaguardare il futuro della nazione Germanica, ha unanimemente deciso l'emanazione della seguente legge: Articolo I 1. I matrimoni tra ebrei e cittadini di sangue tedesco o affini sono proibiti. I matrimoni contratti in violazione della presente legge sono nulli anche se per eludere questa legge venissero contratti all'estero. 2. Le procedure legali per l'annullamento possono essere iniziate soltanto dalla Procura di Stato. Articolo II Le relazioni extraconiugali tra ebrei e cittadini di sangue tedesco o affini sono proibite. Articolo III Agli ebrei non è consentito impiegare come domestiche donne di sangue tedesco o affini di età inferiore ai 45 anni. Articolo IV 1. Agli ebrei è vietato esporre la bandiera nazionale del Reich o i suoi colori. 2. Agli ebrei è consentita l'esposizione dei colori giudaici. L'esercizio di questo diritto è tutelato dallo Stato. Articolo V 1. Chiunque violi il divieto previsto dall'Articolo I sarà condannato ai lavori forzati. 2. Chiunque violi il divieto previsto dall'Articolo II sarà condannato al carcere o ai lavori forzati. 3. Chiunque violi i divieti previsti dall'Articolo III e dall'Articolo IV sarà punito con un anno di carcere o con una ammenda, oppure con entrambe le sanzioni.[…] (Y. Arad, Y. Gutman, A. Margolit, Documents on the Holocaust (1981), Traduzione di Ugo Persiani, pp 78-79) LEGGE SULLA CITTADINANZA TEDESCA 15 Settembre 1935 Il Parlamento del Reich ha approvato all'unanimità la seguente legge: Articolo I 1. Cittadino dello Stato è quella persona che gode della protezione del Reich Tedesco e che in conseguenza di ciò ha specifici doveri verso di esso. 2. Lo status di cittadino del Reich viene acquisito secondo le norme stabilite dai Decreti del Reich e dalla Legge sulla Cittadinanza dello Stato. Articolo II 1. Cittadino del Reich può essere solo colui che abbia sangue tedesco o affine e che dimostri, attraverso il suo comportamento, il desiderio di voler servire fedelmente il Reich e il popolo tedesco. 2. Il diritto alla Cittadinanza viene acquisito attraverso la concessione di un Certificato di Cittadinanza del Reich. 3. Solo un cittadino del Reich gode di tutti i diritti politici stabiliti dalla Legge. Articolo III Il Ministro degli Interni del Reich, di concerto con il Vice Führer, emanerà le ordinanze e i provvedimenti amministrativi necessari ad integrare ed attuare questa legge. Norimberga, 15 Settembre 1935 La Legge entrerà in vigore il 30 Settembre 1935. Il Führer cancelliere del Reich Adolf Hitler Il Ministro degli Interni del Reich Wilhelm Frick Reichsgesetzblatt, 1, 1935, p. 1146 (Y. Arad, Y. Gutman, A. Margolit, Documents on the Holocaust (1981), Traduzione di Ugo Persiani, p 77)

13 PROSPETTO RIASSUNTIVO
Concetto di «purezza razziale» L’ARIANO E’ CONSIDERATO L’UNICO ESSERE DEGNO DEL NOME DI UOMO E UNICO CREATORE DELLA CIVILTA’ UMANA SE L’ARIANO SI MESCOLA CON INDIVIDUI DI RAZZA INFERIORE, LA SUA CREATIVITA’ INARIDISCE E LA SUA GRANDEZZA SI SPEGNE Conseguenze interpretative GLI EBREI TENTANO DI IMBASTARDIRE IL POPOLO TEDECSO LA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA É LA PROVA DELL’ELIMINAZIONE DELL’ÉLITE ARIANA IN RUSSIA Conseguenze operative LO SCOPO SUPREMO DELLO STATO DEVE ESSERE QUELLO DI CONSERVARE LA PUREZZA RAZZIALE LEGGI DI NORIMBERGA ( ) Origini del concetto ARTHUR DE GOBINEAU ( ): ASSUME IL CONCETTO DI RAZZA COME CRITERIO PER COMPRENDERE LA STORIA, MA NON E’ ANTISEMITA. HOUSTON STEWART CHAMBERLAIN (1899): CONTRAPPONE L’EBREO ALL’ARIANO, AL QUALE ATTRIBUISCE QUALITA’ ESTETICHE DEDOTTE DAGLI IDEALI NEOCLASSICI E DAL SISTEMA DI VALORI TIPICO DELLE CLASSI MEDIE

14 La «notte dei cristalli»
7 Novembre 1938: Il governo polacco decise di privare della cittadinanza gli ebrei polacchi residenti all’estero da più di 5 anni Più di israeliti emigrati dalla Polonia, ma residenti da vari anni in Germania, divennero apolidi Himmler ordinò il loro immediato arresto e la loro espulsione (tra questi apolidi si trovavano anche i genitori del giovane Herschel Grynzpan, che viveva a Parigi e, quando seppe dell’accaduto, si recò all’ambasciata tedesca di Parigi e sparò ad un funzionario tedesco) Formidabile pretesto per l’inasprimento delle misure antisemite in Germania: Notte fra il 9 ed il 10 Novembre 1939: KRISTALLNACHT (termine coniato dai nazisti stessi per sdrammatizzare la gravità degli avvenimenti) 7.500 Negozi distrutti e saccheggiati 101 sinagoghe incendiate 66 sinagoghe demolite 36 ebrei uccisi e 36 ebrei gravemente feriti ebrei arrestati e spediti in campo di concentramento Il 12 Novembre 1938 il Consiglio dei ministri elaborò una serie di decreti con cui il processo di emarginazione degli Ebrei in Germania e la loro esclusione da tutti i settori della vita, della società e dello Stato tedeschi giunsero a piena conclusione.

15 I decreti emessi dopo la riunione del 12 novembre 1938
DOCUMENTI I decreti emessi dopo la riunione del 12 novembre 1938 A. Decreto di Göring relativo al tributo espiatorio L’atteggiamento ostile dell’ebraismo nei confronti del popolo e del Reich tedesco, che non arretra neppure davanti all’assassinio vigliaccamente perpetrato, richiede delle decise misure difensive ed una dura espiazione. Quindi in base al decreto per l’attuazione del piano quadriennale del 18 ottobre 1936 (RGB1, I, p. 887) ordino che vengano prese le seguenti disposizioni: par. 1. Agli ebrei di cittadinanza tedesca viene addossato il pagamento di un tributo di 1 miliardo di marchi a favore del Reich tedesco...  B. Decreto di Göring per l’allontanamento degli ebrei dalla vita economica par. 1. 1) A partire dal 1° gennaio 1939 agli ebrei sarà proibito condurre in proprio negozi di vendita al dettaglio, uffici di spedizioni o agenzie di commissioni e la conduzione in proprio di botteghe artigiane. 2) Inoltre, a partire dallo stesso giorno, sarà loro proibito offrire delle merci o dei prodotti industriali sui mercati di ogni tipo, nelle fiere o nelle esposizioni, sarà loro proibito concorrere a queste manifestazioni e assumere delle ordinazioni. 3) Le aziende ebraiche la cui produzione contravviene alle norme di queste disposizioni restrittive verranno chiuse dalla polizia.  par. 2. 1) A partire dal 1° gennaio 1939 nessun ebreo potrà più dirigere un’azienda  ai sensi della legge sull’ordinamento del lavoro nazionale del 20 gennaio 1934. 2) Se un ebreo è impiegato con mansioni direttive in un’impresa, potrà venire licenziato con un preavviso di sei settimane. Scaduto tale termine il prestatore di servizio perde tutti i diritti previsti dal contratto, in particolare i diritti ai contributi assistenziali e alle indennità.  par. 3. 1) Un ebreo non può essere membro di un’associazione di categoria. 2) i membri ebrei di un’associazione di categoria saranno espulsi dal 31 dicembre Non è richiesta alcuna notifica d’espulsione...  C. Ordinanza del presidente della camera di cultura del Reich, Goebbels ...Dopo che già da oltre 5 anni lo stato nazionalsocialista ha concesso agli ebrei la possibilità di creare e di mantenere una propria cultura all’interno di speciali organizzazioni ebraiche, la loro partecipazione alle manifestazioni della cultura tedesca non è più compatibile. Quindi da questo momento agli ebrei è vietato l’ingresso alle manifestazioni di questo genere, in particolare ai teatri, ai cinematografi, ai concerti, alle conferenze, alle manifestazioni d’arte varia(varietà, cabarets, rappresentazioni dei circhi, ecc.), alle esecuzioni di danze ed alle esposizioni di natura culturale...  (W. Hofer, Il Nazionalsocialismo. Documenti , Milano, Feltrinelli, 1979, pp )

16 L’universo concentrazionario nazista: da Dachau ad Auschwitz i percorsi della deportazione e dello sterminio CAMPO DI CONCENTRAMENTO Il 30 Gennaio 1933 Hitler, che aveva ottenuto 13 milioni di voti, viene chiamato dal Presidente della Repubblica tedesca a guidare il governo. Il 27 Febbraio 1933 scoppia l’incendio alla sede del Parlamento tedesco e i nazisti ne attribuiscono la responsabilità ai comunisti Il 20 Marzo 1933, 50 giorni dopo la presa del potere di Hitler, viene aperto un primo campo di concentramento speciale: il campo di Dachau, presso Monaco di Baviera. Un deportato in un campo di concentramento era un detenuto arrestato, trasferito nel lager ove veniva registrato e inserito nel sistema, assegnato ad un blocco e ad un gruppo di lavoro interno. I campi di concentramento nascono come strumenti di terrore per reprimere le opposizioni politiche, ma nel giro di pochi anni rinchiuderanno milioni di persone di tutte le nazionalità e per ragioni diverse, trasformandosi in strutture dove la morte dei deportati diventerà un banale incidente di percorso. CAMPO DI STERMINIO I campi di sterminio non erano veri e propri campi: Chlemno, Sobibor, Belzec, Treblinka erano centri , installazioni create non per internare prigionieri, ma per ucciderli immediatamente all’arrivo. I deportati venivano da un ghetto o da adunate di massa, secondo un principio numerico, non individuale e quando giungevano a destinazione non venivano immatricolati ma, dopo la svestizione, venivano immediatamente uccisi con il gas ed inceneriti nei forni crematori (in un primo momento sepolti in fosse comuni). Solo in due casi a noi noti le due realtà (campo di concentramento e campo di sterminio) coincidevano: Majdanek e Auschwizt-Birkenau. In questi due campi avvenivano selezioni all’arrivo dei deportati tra quelli da uccidere immediatamente e quelli da inserire nel sistema lavorativo del lager, dove comunque sarebbero stati portati allo sfinimento fisico e morale con uno dei tanti mezzi a disposizione (denutrizione, fatica, freddo, malattie, violenze…)

17 IMMAGINI Dachau Treblinka

18 IMMAGINI La Bahnrampe, la rampa dei treni, all'interno del campo di Birkenau dove, dal 1944, arrivavano i convogli dei deportati, come si presentava nel 1945 CIMINIERE DI MAJDANEK Nella foto, scattata nel 2004, la ciminiera e il forno crematorio del campo di Majdanek. Situato a pochi chilometri ad est di Lublino, in Polonia, quello di Majdanek, istituito nel 1941, fu uno dei più grandi campi di concentramento, concepito sin dall'inizio come campo di sterminio. Esiste ancora l'edificio che aveva all'interno le camere a gas, il cartello fuori con la scritta entrata ai bagni, le docce e i tubi progettati non per portare acqua, ma per ingannare le vittime. Inoltre si possono ancora vedere due forni crematori con la ciminiera che si staglia nel cielo e sette camere a gas. Campo di concentramento di Auschwitz (EN) Auschwitz Birkenau German Nazi Concentration and Extermination camp ( ).

19 Quattro fasi principali nella storia dei campi nazisti
Primo periodo sperimentale: dal 1933 al creazione di Dachau e di centri di detenzione speciali per reprimere l’opposizione politica e tutti coloro che vengono considerati un pericolo per l’ordine pubblico (comunisti e socialdemocratici, sacerdoti, giornalisti, funzionari, ecc…). Nel 1934 a Dachau iniziano a venire addestrate le SS destinate a comandare i lager. Seconda fase: dal 1935 al si allarga la popolazione incarcerata nei campi (criminali comuni, renitenti al lavoro, omosessuali, prostitute, vagabondi, alcolizzati, zingari, testimoni di Geova). L’obiettivo primario diventa quello di ripulire la società dagli elementi imperfetti e scomodi. Himmler, intanto, da capo della polizia di Monaco era diventato capo delle SS, comandante dell’ufficio centrale di polizia e vice del Führer. I nuovi campi (creati fra il ‘36 ed il ‘39) come Sachsenhausen, Flossembürg, Mauthausen, Ravensbrück dovevano avere dimensioni ampliabili ed offrire un contributo al piano economico di sviluppo del Reich. Per questo non sorsero più in corrispondenza di stabilimenti penali, ma nei pressi di impianti destinati all’estrazione e alla produzione di materie prime, come cave di pietra o fabbriche di mattoni. Si privilegiavano, inoltre, luoghi dotati di buone linee ferroviarie. (es: Mauthausen, vicino a Linz, costruito subito dopo l’annessione dell’Austria (1938) nei pressi di una cava di granito). Ogni volta che occorre costruire un nuovo lager vengono distaccati centinaia di deportati da un altro campo per iniziare i lavori di installamento. I prigionieri che vengono sempre trattati peggio degli altri appartengono a tre categorie: ebrei, sovietici e slavi. DOC. Il 30 gennaio 1939, in occasione dell’anniversario dell’assunzione del potere (30 gennaio 1933) Hitler pronunciò un solenne discorso di fronte al Reichstag in cui annunciò la DISTRUZIONE DELLA RAZZA EBRAICA “…Oggi voglio essere di nuovo il profeta: se il giudaismo della finanza internazionale, in Europa o altrove, riuscisse ancora una volta a gettare i popoli in una guerra mondiale, il risultato non sarà la bolscevizzazione della terra e la vittoria del giudaismo, ma l'annientamento della razza ebraica in Europa.” (A.Hillgruber, La distruzione dell’Europa. La Germania e l’epoca delle guerre mondiali ( ), Bologna, Il Mulino, 1992, p. 382) Southampton, England,1939, Refugees on the St. Louis

20 Terza fase: inizia con l’invasione della Polonia (1 Sett
Terza fase: inizia con l’invasione della Polonia (1 Sett. 1939) e lo scoppio della seconda guerra mondiale e arriva fino al 1942 Aumentano le deportazioni da tutti i territori occupati (soprattutto per i prigionieri di guerra russi e polacchi) Peggiorano le condizioni di vita per il sovraffollamento e la scarsità di cibo e delle strutture igieniche Internazionalizzazione della popolazione dei lager (con conseguente miglioramento della situazione per i detenuti di nazionalità germanica, che verranno scelti per compiti di comando all’interno dei lager) Aumento della mortalità Sterminio di massa degli ebrei nei campi di sterminio, eutanasia nei centri speciali, uccisioni di massa dei prigionieri nei campi di concentramento Moltissimi campi vengono dotati di forni crematori in previsione dell’aumento della mortalità I forni crematori sono istallazioni che precedono l’invenzione delle camere a gas e che inizialmente servivano per risolvere il problema dello smaltimento dei cadaveri; in seguito, con le uccisioni per gas, servirà come catena di collegamento tra la gassazione e la liquidazione dei corpi. Alla fine del 1941 i campi di concentramento diventano anche luoghi dove procedere ad uccisioni di massa; ad Auschwitz, in Polonia, si procede alla fine di quell’anno alla prima gassazione sperimentale di massa su 600 prigionieri di guerra russi. A Mauthausen la camera a gas verrà istallata nel maggio 1942 e vedrà l’utilizzo Zyklon B, un pesticida sperimentato con successo in Polonia. Quarta fase: dagli inizi del 1942 al 1945, quando i nazisti decidono di concentrare tutti gli sforzi nella produzione bellica. Persino alcune migliaia di ebrei verrano temporaneamente tenuti in vita e ceduti in affitto ad industrie tedesche come la Bayer, la Siemens, la Telefunken,…

21 Aktion T-4 e Centri di Sterminio
Il sistema delle fucilazioni di massa comportava un elevatissimo coinvolgimento emotivo da parte degli assassini, che frequentemente abusavano di alcool. Di qui la necessità di trovare altri sistemi, impersonali ed efficaci. A tal fine i nazisti poterono ricorrere all’esperienza maturata nella cosiddetta «Aktion T-4», ovvero nel programma di eutanasia attivato in Germania nel periodo Secondo Hitler era un delitto contro la stirpe mettere al mondo individui malati o deformi; già nel 1933 fu emanato un decreto che imponeva la sterilizzazione di quanti fossero portatori di malattie ereditarie o fossero alcolisti cronici. Nell’Ottobre 1939 Hitler autorizzò l’eliminazione dei malati di mente (anche ariani) ricoverati nei manicomi del Reich. Per attuare il Programma si costituì un’ «Associazione degli ospedali psichiatrici», che aveva la propria sede a Berlino, in Tiergartenstrasse 4 (da cui il nome in codice Aktion T-4 assunto dall’intera iniziativa). I malati venivano trasferiti dai manicomi ai centri attrezzati per la loro uccisione, che avveniva per mezzo di ossido di carbonio in camere a gas mascherate da docce o in appositi furgoni, detti Gaswagen, in quanto i gas di scarico venivano immessi all’interno dei furgoni stessi. Fino all’agosto 1941, quando il Programma fu interrotto furono uccisi malati di mente. CHELMO: Gli ebrei affluiti dai ghetti della Polonia (soprattutto Lodz) venivano uccisi con il sistema dei gaswagen; il totale delle vittime ammonta a BELZEC , TREBLINKA, e SOBIBOR: rientravano nel piano «Aktion Reinhard» (in onore di Heydrich Reinhard, caduto in un agguato di partigiani a Lidice, in Boemia nel Maggio 1942) che si proponeva l’eliminazione degli ebrei dei ghetti polacchi istituiti nel 1940; questi centri utilizzavano il metodo della camera a gas fissa, alimentata dall’ossido di carbonio, emesso da un motore diesel, collegato con la camera a gas stessa. Cifre delle vittime: BELZEC SOBIBOR TREBLINKA (provenienti in larga misura da Varsavia) Il vero obiettivo dell’antisemitismo nazionalsocialista non fu la riduzione degli ebrei in schiavitù, bensì la loro completa eliminazione e ciò lo distingue nettamente da ogni altra forma di razzismo. L’originalità dello sterminio nazista consiste nella «predominanza della componente «ideologica».

22 La Conferenza di Wannsee
Reinhardt Heydrich , (uomo di fiducia di Himmler, dal 1939 capo dell’Ufficio centrale per la Sicurezza del Reich, controllava tutto il sistema di polizia) il 20 Gennaio 1942 convocò la «Conferenza di Wannsee» presso il «Comitato internazionale di polizia criminale», con sede «Am Grossen Wannsee 56-58» (a Berlino). Nel verbale della riunione figura fra i presenti Adolf Eichmann, che dal 1940 era a capo, nell’ambito dell’ «Ufficio centrale per la Sicurezza del Reich», della sezione IV A, 4 b, che diventerà la vera centrale operativa della «soluzione finale». Heydrich rivendica la direzione e la responsabilità della «soluzione finale» alla SS, che avevano già iniziato nell’estate del 1941 le «eliminazioni caotiche» in Russia e, dal Dicembre ‘41 le operazioni di sterminio nel campo di Chelmno. Egli, inoltre, presenta una sorta di tipologia di ebrei che si ritroveranno ad Auschwitz: gli ebrei, infatti, sono divisi in abili al lavoro e incapaci di lavorare; di questi ultimi non si dice nulla, ma il contesto lascia capire che, una volta arrestati, saranno immediatamente eliminati. Gli abili al lavoro, invece verranno utilizzati in attività utili al Reich. L’essenziale, però, è che il lavoro, in realtà, è finalizzato alla morte degli ebrei. La produttività è un effetto secondario, desiderabile, ma collocata in secondo piano rispetto al fine principale: gli scampati dovranno essere, infine, «opportunatamente trattati». DOC. Dal cosiddetto «protocollo di Wannsee» […] Ora, nel quadro della soluzione finale della questione ebraica e sotto la necessaria guida, gli ebrei devono essere utilizzati all'Est nei compiti lavorativi giudicati più opportuni. Inquadrati in grandi colonne e separati per sesso, gli ebrei abili al lavoro saranno condotti in quei territori a costruire strade, operazione durante la quale senza dubbio una gran parte di loro soccomberà per selezione naturale. Il nucleo che alla fine sopravvivrà a tutto questo, e si tratterà della parte dotata della maggiore resistenza, dovrà essere trattato in maniera adeguata, poiché rappresentando il frutto di una selezione naturale, qualora fosse lasciato andare libero, dovrebbe essere considerato la cellula germinale di una nuova rinascita ebraica (si veda l'esperienza storica). Nel quadro dell'attuazione pratica della soluzione finale, l'Europa verrà setacciata da ovest a est. II territorio del Reich, incluso il Protettorato di Boemia e Moravia, dovrà essere ripulito per primo, non foss'altro che per ragioni di carattere abitativo e altre necessità socio-politiche. Gli ebrei evacuati verranno dapprima portati, senza esitare, in cosiddetti ghetti di transito e di lì trasportati più a Est[…]

23 Auschwitz La macchina dello sterminio non si fermò in seguito alla morte di Heydrich (5 giugno 1942) ma ebbe proprio in Auschwitz il proprio centro più efficiente e micidiale. Intorno alla cittadina omonima si stendeva una «rete di campi»: il primo fu Auschwitz I che nel 1940 divenne un campo di concentramento per prigionieri politici polacchi, diretto da Rudolf Hoess; dal 1942 Auschwitz divenne un grande centro di sterminio internazionale. Le selezioni e le conseguenti gassazioni avvenivano in una località che si trovava circa 5 chilometri a sud del villaggio di A. ed era chiamata Birkenau. Qui si trovano il terminale ferroviario e le camere a gas, oltre ad un secondo campo per detenuti denominato Auschwitz II- Birkenau. La novità più importante, sotto il profilo tecnico, introdotta a Birkenau fu la sostituzione dell’ossido di carbonio (utilizzato negli altri campi di sterminio) con un altro gas, lo «Zyclon B», un insetticida a base di acido prussico, che si presentava, prima dell’uso, sotto forma di cristalli bluastri, i quali poi vaporizzavano a contatto con l’aria. In questo modo il contatto con le vittime era pressoché inesistente. Le camere a gas di Birkenau «riducevano il ruolo dell’uccisore a quello di un «ufficiale sanitario» al quale si chiedeva di introdurre una certa quantità di «disinfettanti chimici» attraverso un’apertura nel tetto di un edificio il cui interno egli non era tenuto a visitare» (Z. Bauman, Modernità e Olocausto, Bo, Il Mulino, 1992, p. 47). In questa logica rientrava anche il fatto che i lavori più repellenti sui cadaveri erano svolti da prigionieri ebrei, che formavano i cosiddetti Sonderkommandos ed erano incaricati di vuotare le camere a gas dopo le esecuzioni e di bruciare i morti. Nei campi di lavoro, inoltre, il fine rimaneva quello dello sfinimento fisico e della morte dei detenuti (Conferenza di Wannsee). Il livello della alimentazione e le condizioni igieniche erano tali che l’individuo non poteva assolutamente recuperare le energie spese nel lavoro. Così nella maggior parte dei casi , i prigionieri morivano nel giro di 2 o 3 mesi, dopo essersi trasformati in «mussulmani» (esseri umani che , ormai stremati sia fisicamente che spiritualmente, ormai erano vivi solo biologicamente e non davano più segno di alcuna reazione emotiva). Il numero delle vittime di A. è stimato fra e , di cui non meno di 1 milione erano ebrei. Sulla vita nei lager vedi: Primo Levi, Se questo è un uomo; P. Levi, I sommersi e i salvati.

24 Raul Hilberg: le tre tappe che portarono gli ebrei verso la «Soluzione finale»
Il percorso che portò gli ebrei alla cosiddetta «Soluzione finale» fu diverso da quello legato all’istituzione dei campi di concentramento e seguì un altro parallelo percorso a tappe. Raul Hilberg, storico americano, considerato fra i massimi studiosi della Shoah, sostiene che il percorso che durante il terzo Reich ha condotto gli ebrei dall’emarginazione allo sterminio ha seguito tre tappe fondamentali: DEFINIZIONE DEL NEMICO: Gli ebrei tedeschi erano profondamente assimilati (non si percepiva alcuna differenza né di stile di vita né fisica fra chi era ebreo e chi non lo era). Per questo occorreva definirli come nemici, non ariani. A tal fine fu fondamentale il ruolo della propaganda che aveva l’obiettivo di divulgare presso la gente comune l’idea che gli ebrei fossero diversi dai non ebrei, non affidabili, perfidi, corrotti, pericolosi per il benessere del Paese. Dal 1933 al 1939 ebbe luogo in Germania ( e dal 1938 in Austria) una pesante discriminazione degli ebrei con Leggi e Decreti volti ad escluderli dalla vita politica, economica e culturale. CONCENTRAZIONE DEGLI EBREI: Nel 1939, in seguito all’occupazione della Polonia, il Reich tedesco si trovò con 3 milioni di ebrei in più rispetto a quelli presenti in Germania ed in Austria. Dopo varie ipotesi si decise tra la fine del 1939 ed il 1940 per la ghettizzazione. Vennero creati i grandi ghetti polacchi (Lodz, Varsavia, Lublino, Cracovia) dove vennero ammassati gli ebrei rastrellati ad est e deportati dal Reich. Le condizioni stesse dei ghetti (sovraffollamento, denutrizione, condizioni igieniche, malattie…) costituirono la prima fase di sterminio in quanto la mortalità fu altissima. ANNIENTAMENTO: Lo sterminio degli ebrei ebbe inizio con l’attacco all’Urss (estate 1941) inizialmente tramite massacri di massa disordinati sotto forma di fucilazioni collettive effettuate dalle Einsatzgruppen, reparti speciali, formati soprattutto da SS, che seguirono l’esercito tedesco nella grande avanzata dell’estate Questi gruppi erano quattro ed erano nominati mediante le lettere A,B,C,D. Il loro compito era di rastrellare tutti gli ebrei e di fucilarli sul posto. Lo storico L. Poliakov ha definito questa prima fase «fase delle eliminazioni caotiche». Alla fine del 1941 si passò via via a sistemi più «ordinati», rapidi ed efficienti (il gas). Vennero creati 4 grandi centri di sterminio in Polonia: Chelmo, Belzec, Sobibor e Treblinka. Nel 1942 fu creato Birkenau, che con i sui grandi crematori (1943) fu il più grande centro di sterminio, destinazione finale di tutti gli ebrei deportati dai paesi occupati, compresa l’Italia.

25 IMMAGINI PROPAGANDA ANTISEMITA
Il cartello dice che lì gli ebrei non sono graditi Un commerciante ebreo sta cercando di truffare una donna ariana An Antisemitic Caricature from: The Poisonous Mushroom Film and Photo Archive, Yad Vashem

26 L’interpretazione del fenomeno dei lager di G. L. Mosse
Secondo George Lachmann Mosse (Storico statunitense, ebreo di origine tedesca - Berlino 1918, Madison nel 1937 si trasferì in Gran Bretagna per sfuggire alle persecuzioni razziali; nel 1939 giunse negli Stati Uniti, di cui assunse la cittadinanza nel 1945) i lager avevano, rispetto agli ebrei, primariamente una funzione ideologica, ovvero assolvevano al compito di trasformare migliaia di individui (ognuno diverso dall’altro) in altrettanti esemplari del «tipo ebraico». Per Hitler e per ogni razzista, invero, non esistono gli individui, ma esistono i «tipi razziali»: l’ariano (luminoso, gentile, laborioso) e l’ebreo (cattivo, perverso e parassita). Lo scopo primario del lager, allora, era quello di fare in modo che tutti gli ebrei finissero per corrispondere allo stereotipo che, dell’ebreo, il nazionalsocialismo si era costruito. Così gli ebrei rinchiusi nei lager venivano fatti vivere in condizioni che li trasformavano in esser privi di ogni senso morale e disposti a tutto per sopravvivere: essi dovevano diventare esattamente identici a come li dipingeva la propaganda nazista, che sotto questo profilo appare una «profezia autorealizzantesi». (G.L. Mosse, Il razzismo in Europa dalle origini all’Olocausto, Bari, Laterza, 1985, p. 239)

27 DOC. : Miseria, fame e malattia nel ghetto di Varsavia
Marek Edelmann fu uno dei capi della rivolta del ghetto di Varsavia nell’aprile Riuscì a salvarsi fuggendo attraverso la rete fognaria. Nel 1945, pubblicò un breve resoconto intitolato Il ghetto lotta. Nella prima parte, descrive le drammatiche condizioni di vita del ghetto negli anni «La fame cresce di giorno in giorno. Essa esce dagli alloggi oscuri e sovrappopolati per esporre nella strada lo spettacolo dei ventri caricaturalmente gonfi, dei piedi purulenti avvolti in stracci sporchi, coperti di ascessi e di piaghe causate dal gelo e dalla denutrizione. La fame parla con la bocca dei mendicanti, dei vecchi, dei giovani e dei bambini fin nei cortili. I bambini mendicano in massa. Mendicano nel ghetto. Mendicano nella parte ariana [di Varsavia – n.d.r.]. Bambini di sei anni scivolano tra i reticolati, anche sotto gli occhi dei gendarmi, per elemosinare cibo dall’altra parte. Ciascuno di loro fa vivere tutta una famiglia. Sovente uno sparo nei reticolati avverte i passanti che uno di questi piccoli trafficanti è stato appena assassinato nella lotta contro la fame. I ladruncoli fanno la loro apparizione: dei monelli o più esattamente degli scheletri di monelli che strappano le sporte ai passanti e ne divorano subito il contenuto, mentre fuggono. Nella fretta, gli capita spesso di ingoiare sapone o legumi secchi. La miseria è così grande che la gente muore di fame in mezzo alla strada. Ogni giorno, verso le quattro o le cinque di mattina, le imprese di pompe funebri raccolgono per le strade una quindicina di cadaveri che i passanti hanno ricoperto di giornali, fermati da una pietra perché non volino via. Alcuni cadono per la via, altri muoiono in casa, ma la famiglia spoglia completamente il cadavere, per ricavare denaro dai suoi vestiti, e getta il corpo fuori casa perché la sepoltura sia pagata dal Consiglio ebraico. File di carretti avanzano nelle strade. Le carcasse scheletriche sono ammucchiate le une sulle altre. Le teste traballano ad ogni sobbalzo sul selciato, sbattono l’una contro l’altra e urtano le sponde del carro. Il tragico arriva al suo colmo quando il ghetto è invaso dagli abitanti deportati dalle piccole città e dai villaggi. Essi non hanno né casa né alloggio. Senza tetto, sporchi, vagano per le strade. Vi si accampano per interi giorni, dormono e mangiano nei cortili. Infine vanno ad alloggiare nei centri di raccolta, dei locali provvisori per rifugiati, aperti per loro. Questi centri sono una delle piaghe più orribili del ghetto, una catastrofe impossibile a vincere (solo una parte dei bambini può essere trasferita in internati e trova migliori condizioni). Nei grandi edifici vuoti e non riscaldati delle sinagoghe, nelle sale delle fabbriche abbandonate, si stringono centinaia di persone. Sporche, pidocchiose, senza possibilità alcuna di lavarsi, denutriti e affamati (il Consiglio ebraico distribuisce la zuppa d'acqua una volta al giorno), giacciono su paliericci rivoltanti, senza più la forza di alzarsi. Macchie verdi di muffa si spandono sui muri. I pagliericci sono per terra, raramente su una lettiera. Per ogni famiglia non c'è, molto spesso, che un solo posto per dormire. Là, più nessun ritegno vela il regno della miseria e della fame. Nello stesso tempo il tifo fa strage. Sulle porte degli appartamenti o dei caseggiati appaiono sempre più numerosi gli avvisi di colore giallo: Fleckfieber. Gli occupanti miserabili dei centri di raccolta sono colpiti in massa dall'epidemia. Gli ospedali, pur riservati esclusivamente alle malattie contagiose, straripano di malati. Ne vengono ammessi ogni giorno centocinquanta, in un servizio. Essi finiscono per stare stesi a due o tre in uno stesso letto e invadono i pavimenti. Si guarda con impazienza il moribondo nella speranza che lasci presto il suo posto al seguente. Troppo scarsi, i medici non ne possono più. Le persone muoiono a centinaia. Il cimitero non basta per tutti. I becchini non riescono più a seppellire. Essi gettano cinquecento cadaveri dentro ogni fossa comune, ma altre centinaia attendono vari giorni, senza alcun riparo, diffondendo per tutto il cimitero un fetore nauseabondo e dolciastro. L'epidemia si estende. Il tifo e dappertutto. Minaccia da tutte le parti. come la fame, diviene il signore onnipotente del ghetto. La mortalità mensile raggiunge la cifra di seimila, cioè il 2 per cento della popolazione. (M. Edelmann - H. Krall, Il ghetto di Varsavia. Memoria e storia dell'insurrezione, Roma, Città Nuova, pp Traduzione di M. Meghnagi)

28 Lo storico tedesco Eberhard Jäckel, in sintesi, afferma:
«L’assassinio nazista degli ebrei rimane incomparabile perché mai in precedenza uno Stato, attraverso l’autorità dei propri leader responsabili, ha deciso e annunciato lo sterminio totale di un certo gruppo di persone, compresi i vecchi, le donne, i bambini, i neonati e tradotto in pratica questa decisione con l’uso di tutti i possibili strumenti di potere a disposizione dello Stato» (E.J., Die elende Praxis der utersteller, in Historikerstreit: Die Dokumentation der kontroverse um die einzigartigkeit der nationalsozialistischen Judenvernichtung, Piper, München, 1987, p.188)


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