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La questione sociale nella seconda metà dell’800

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Presentazione sul tema: "La questione sociale nella seconda metà dell’800"— Transcript della presentazione:

1 La questione sociale nella seconda metà dell’800

2 La società industriale
La diffusione della grande industria e dell’uso delle macchine… …incentiva la divisione del lavoro La produttività aumenta per l’introduzione del ciclo continuo e la produzione in serie L’ingegnere americano Taylor studia un’organizzazione scientifica del lavoro Henry Ford applicò per primo nelle sue fabbriche di automobili il sistema di Taylor. Nacque così la “catena di montaggio”

3 Le condizioni di vita Migliorano le condizioni di vita e del lavoro
La vita media si allunga, anche per i progressi della medicina La popolazione europea cresce e si inurba I ceti contadini sono i più sacrificati e gravi le crisi agricole Esplode il fenomeno dell’emigrazione

4 Sviluppo del sistema capitalistico
Grande depressione tra il 1873 e 1896: crisi di sovrapproduzione Le imprese si “concentrano”: cartello, trust, holding Le industrie hanno sempre più bisogno delle banche per i crediti Nascono tra i lavoratori cooperative, associazioni di mutuo soccorso, associazioni sindacali

5 Nuove funzioni degli Stati
Lo stato comincia ad intervenire attivamente in campo economico e sociale Si afferma l’idea di uno stato forte Protezionismo doganale Legislazione sociale in merito a salute pubblica, condizioni di lavoro, istruzione, gestione dei servizi

6 La condizione dei contadini
Proprietà della terra di tipo capitalistico: azienda lavorata da salariati, i braccianti Russia ed est Europa: terra nelle mani della nobiltà e lavorata da contadini-servi Piccoli proprietari-coltivatori - Mezzadri Condizioni molto misere del mondo contadino nel suo insieme: analfabetismo, sottoalimentazione, abitazioni malsane Anch’esso toccato in vari modi dallo sviluppo industriale Grande aspirazione rimaneva la proprietà della terra

7 La classe operaia I lavoratori salariati delle industrie cominciano in qt periodo a costituire una classe sociale compatta e diffusa nei principali paesi europei Si diedero nuove forme organizzative (partiti, sindacati, Ass. Internazionale dei Lavoratori) e nuovi metodi di azione Dilemma: riforme o rivoluzione?

8 “Coraggio e sempre avanti, il giorno della vittoria sarà lontano ma sarà!”
Il lombardo Pellizza da Volpedo ritrasse tra il 1898 e il 1901 ne “Il Quarto Stato” il proletariato agricolo e urbano

9 I partiti operai Sorsero in varie nazioni europee come “partiti socialisti” Rappresentativi di una sola classe (classisti) avevano dottrine ben precise e organizzazione stabile diffusa sul territorio Obiettivi: suffragio universale, miglioramento condizioni di lavoro e salario, garanzie previdenziali, libertà di associazione e di sciopero

10 Sindacati Il movimento sindacale fu vivo soprattutto in Inghilterra, poi successivamente in Francia In Italia nacquero negli anni ’80 Camere del Lavoro che portarono nel 1892 al Partito dei lavoratori italiani Che nel 1893 assunse il nome di Partito Socialista Italiano

11 L’Internazionale e i movimenti socialisti

12 La Prima internazionale
La diffusione dell’industrializzazione e delle conseguenti problematiche sociali favorisce il collegamento tra le formazioni socialiste. Nel 1864 nasce a Londra l’Associazione Internazionale dei Lavoratori, per coordinare le varie organizzazioni sindacali; ha come promotore Karl Marx, che ne redasse gli statuti Diversi gli orientamenti ideologici, prevalse la linea marxista

13 La posizione di Marx Marx propose all’organizzazione due principi:
L’emancipazione della classe operaia è compito della stessa classe operaia (no al “socialismo di stato”) Obiettivo principale della classe operaia doveva essere la conquista del potere politico (no alle rivendicazioni puramente economiche).

14 Il fallimento Nonostante gli sforzi di Marx, l’Internazionale fu il terreno di scontro di opposte visioni del socialismo. Il contrasto con gli anarchici sfociò nel conflitto che oppose Marx al russo teorico dell’anarchia M. Bakunin. Al Congresso dell'Aia (1872) gli anarchici furono espulsi. Il conflitto con gli anarchici, il fallimento dell'esperienza della Comune di Parigi, la crisi economica del '73 e un'inadeguatezza organizzativa, portarono allo scioglimento della prima internazionale nel 1876.

15 Le tesi di Bakunin L’origine dell’ingiustizia: l’esistenza dello stato. Mezzo per la liberazione: la rivolta di tutte le classi oppresse. Obiettivo: distruzione dello stato e affermazione della libera associazione.

16 La Seconda Internazionale
Gli anni seguenti videro la formazione di Partiti Socialisti e di organizzazioni sindacali. La Seconda Internazionale nacque nel 1889 come luogo di confronto delle varie esperienze locali. Subì l’influenza dei dibattiti interni al Partito Socialdemocratico Tedesco (1875), il più forte partito socialista europeo. Egemonizzata dalla Socialdemocrazia tedesca, fu di fatto un organismo di coordinamento dei partiti operai nazionali (socialisti)

17 Riforme o rivoluzione? Il nascere di partiti socialisti rappresentati nei parlamenti pose il problema del loro ruolo politico; si doveva: condurre un’opposizione totale al sistema borghese, nell’attesa che maturassero le condizioni per la rivoluzione, oppure collaborare con le forze borghesi più illuminate per ottenere riforme favorevoli al proletariato (suffragio universale, legislazione sociale, pensioni, ecc.)?

18 Nella S.P.D. E. Bernstein difese il riformismo sostenendo l’erroneità dell’idea marxiana dell’autodistruzione del capitalismo (revisionismo). K. Kautsky si schierò a difesa della rivoluzione (massimalismo), obiettivo che tuttavia non poneva in alternativa al “programma minimo” delle riforme.

19 La crisi dell’internazionalismo
Pur risolto con soluzioni di compromesso, il dibattito rimase aperto e sfocerà, nel ’900, alla frantumazione del movimento socialista in vari partiti. Contemporaneamente si eclissava la solidarietà internazionale dei lavoratori: allo scoppio della guerra mondiale i partiti socialisti si schierarono gli uni contro gli altri seguendo i governi nazionali.

20 L’Internazionale Il canto, con il testo composto da E. Pottier. ai tempi della Comune di Parigi (1871), fu adottato ufficialmente dai partiti della Seconda Internazionale nel 1910 ed è stato l’inno dell’Unione Sovietica dal 1917 al 1944.

21 I Nazionalismi Introdussero in Europa un potente fattore di conflitto e di disgregazione Francese (revanchismo) Tedesco (pangermanesimo) Slavo (panslavismo) Italiano (irredentismo)

22 La Chiesa e la questione sociale
Nel corso dell’800 si sviluppano tra i cattolici iniziative spontanee volte a migliorare le condizioni delle classi più deboli (cooperative, società di mutuo soccorso, casse rurali). Viva attività missionaria da parte di ordini religiosi e associazioni laicali Impegno dei cattolici nella vita sociale e politica Il nuovo papa, Leone XIII ( ) incoraggia questa attività, pronunciandosi ufficialmente con un’enciclica.

23 In Italia Cattolici intransigenti ostili allo stato liberale
Nuovo impulso col pontificato di Leone XIII ( ) Enciclica Rerum Novarum 1891 Leone XIII definì nella Rerum Novarum, enciclica “sulle condizioni degli operai”, i principi della dottrina sociale cattolica Nascono le correnti “democratico-cristiane”

24 Rerum Novarum (1891) Condanna del capitalismo liberista:
Il lavoratore non può essere considerato una merce, l’uso della ricchezza non è moralmente indifferente. Condanna del socialismo: La proprietà è un diritto naturale. Invito alla collaborazione delle parti (corporativismo) e riconoscimento delle associazioni di operai.


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