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LA QUALITA’ DEGLI ALIMENTI: ASPETTI IGIENICO-SANITARI

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Presentazione sul tema: "LA QUALITA’ DEGLI ALIMENTI: ASPETTI IGIENICO-SANITARI"— Transcript della presentazione:

1 LA QUALITA’ DEGLI ALIMENTI: ASPETTI IGIENICO-SANITARI
Università degli Studi di Ferrara Anno Accademico Corso di Igiene per Scienze dell’Educazione LA QUALITA’ DEGLI ALIMENTI: ASPETTI IGIENICO-SANITARI

2 DEFINIZIONE DI ALIMENTO
Si definisce alimento qualsiasi sostanza che sia in grado di esercitare una o più delle seguenti funzioni: fornire materiale energetico per la produzione di calore, lavoro o altre forme di energia (protidi, glucidi, lipidi) fornire materiale plastico per la crescita e la riparazione dei tessuti (protidi e minerali) fornire materiale 'regolatore' catalizzante le reazioni metaboliche (minerali e vitamine) Sono chiamati alimenti tutte quelle sostanze che l'organismo assume dall'esterno e che sono capaci, da soli o convenientemente associati, di soddisfare i suoi fabbisogni materiali, energetici e "bioregolatori".

3 L’alimentazione, quale tratto dello stile di vita, rappresenta oggi più che mai, sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo, uno dei più importanti determinanti della salute Una nutrizione corretta costituisce infatti, assieme a una adeguata attività fisica e al controllo di altri fattori di rischio, come il fumo o l’alcol, un elemento fondamentale nella prevenzione di numerose condizioni patologiche. L’alimentazione tuttavia può essere la causa fondamentale dell’insorgenza di numerose patologie, alcune di queste legate all’errato equilibrio di sostanze introdotte con la dieta altre alla presenza di sostanze indesiderabili

4 CONSEGUENZE DELLE MALATTIE ALIMENTARI
Le malattie trasmesse da alimenti (MTA) costituiscono un rilevante problema di Sanità Pubblica a livello mondiale, sia dal punto di vista sanitario che in termini strettamente economici. CONSEGUENZE DELLE MALATTIE ALIMENTARI Malattia alimentare Diarrea Malnutrizione Altre malattie Impatto socio- economico INDIVIDUALE COMUNITA'

5 EPIDEMIOLOGIA All’anno: 76 milioni di casi di tossinfezioni
ospedalizzazioni 5.000 morti Costo da 8 a 23 miliardi di dollari Distribuzione/ristorazione Preparazioni casalinghe Produzioni industriali

6 ERRORI DI MANIPOLAZIONE IN AZIENDE DI RISTORAZIONE COLLETTIVA NEGLI USA
% episodi Raffreddamento inadeguato 64 Preparazione troppo anticipata 39 Personale infetto Riscaldamento inadeguato 24 Inadeguato mantenimento al caldo 21 Inadeguata pulizia Contaminazione crociata 10 Nelle aziende di ristorazione collettiva ricorre un andamento identico: la causa principale è la non corretta gestione di temperature e tempi. Un'altra causa frequente sono i manipolatori infetti.

7 Nell’ultimo decennio si evidenzia una generale tendenza all’incremento delle malattie a trasmissione alimentare in tutti i paesi occidentali. I determinanti di tale fenomeno possono essere ricondotti a due ordini di cause: 1.      Indirette, cioè collegate al contesto ambientale . 2.      Dirette, cioè collegate direttamente all’alimento.

8 CAUSE INDIRETTE cambiamento degli stili di vita;
industrializzazione e produzione di massa nuove tecnologie alimentari e metodi di lavorazione malattie di origine alimentari emergenti e riemergenti aumento del numero di soggetti a rischio aumento del turismo e degli scambi internazionali di alimenti aumento della consapevolezza delle conseguenze economiche dovute a malattie di origine alimentare aumento della consapevolezza della sicurezza alimentare da parte del consumatore

9 ingestione di un alimento contaminato
CAUSE DIRETTE (1) ingestione di un alimento contaminato

10 CAUSE DIRETTE (2) Le principali categorie di sostanze che possono rinvenirsi negli alimenti sono le seguenti:  additivi intenzionali (addensanti, aromatizzanti, antimicrobici, antiossidanti, ecc.)  additivi involontari (composti aggiunti non intenzionalmente) (pesticidi, anabolizzanti, farmaci, ecc.)  contaminanti (idrocarburi, metalli pesanti, microorganismi e/o loro tossine)  sostanze tossiche e/o dannose presenti naturalmente (tossine, sostanze allergizzanti, antimetaboliti)

11 CONTAMINAZIONE Fisica Chimica Biologica

12 CONTAMINAZIONE DA SOSTANZE CHIMICHE
residui involontari pesticidi metalli pesanti Contaminazione primaria residui volontari residui di farmaci anabolizzanti Durante le fasi di produzione Pesticidi additivi sostanze chimiche detergenti/disinfettanti Contaminazione secondaria

13 CONTAMINAZIONE MICROBIOLOGICA
Fonti di contaminazione Contaminazione all'origine (Primaria); La contaminazione è primaria quando le materie prime “nascono” nei luoghi di produzione con all’interno il pericolo Contaminazione dovute alle pratiche di lavorazione (Secondaria). La principale fonte di contaminazione secondaria degli alimenti sono l’uomo e le attrezzature utilizzate per la lavorazione. Contaminazione crociata. E’ il passaggio diretto o indiretto di microrganismi da alimenti contaminati (solitamente crudi) ad alimenti pronti al consumo o che hanno già subito trattamenti di bonifica come cottura o pastorizzazione.

14 CONTAMINAZIONE MICROBIOLOGICA
SAPROFITI PATOGENI Infezione Tossinfezione Alterazione caratteri organolettici del prodotto Alimento come veicolo di microrganismi patogeni: no proliferazione Alimento elemento indispensabile: proliferazione e produzione di tossina

15 contaminazione proliferazione ingestione ingestione sopravvivenza
Fattori favorenti la proliferazione Salmonella typhi, Vibrio cholerae, Virus dell’epatite A sopravvivenza proliferazione ingestione C. botulinum, Salmonella spp., S. aureus, C. perfringens, B. cereus Batteri saprofiti INFEZIONE VEICOLATE DETERIORAMENTO ingestione Alterazione carat. organolettici Fermentazione Prodotti metabolismo batt. TOSSINFEZIONE

16 INFEZIONI VEICOLATE DA ALIMENTI (1)
Le infezioni alimentari insorgono quando vi è stato il consumo di un alimento che contiene batteri patogeni che colonizzano l’intestino dell’uomo, si sviluppano e causano lesioni ai suoi tessuti. In questo caso gli alimenti costituiscono soltanto un veicolo abbastanza efficiente ma assolutamente non indispensabile né esclusivo

17 Malattia Agente eziologico Veicolo Febbre tifoide e paratifoide Salmonella typhi, S, paratyphi A, B, C Acqua, alimenti vari Shigellosi (dissenteria batterica) Shigella dysenteriae Colera Vibrio cholerae Brucellosi Brucella melitensis, B. abortus Latte e formaggi non bonificati Epatite virale A Virus dell’epatite A Acqua, alimenti vari, frutti di mare Infezioni diarroiche Shigella flexneri, S. sonnei, Escherichia coli (sierotipi patogeni), Campylobacter, Yersinia Gastroenteriti virali Enterovirus, Rotavirus, Norwalk-like virus, ecc.

18 INFEZIONI VEICOLATE DA ALIMENTI (3)
Caratteri comuni possono trasmettersi anche per contagio diretto o tramite altri veicoli (acqua, oggetti personali, stoviglie, ecc.); La veicolazione dei microrganismi non richiede la loro moltiplicazione negli alimenti stessi prima della ingestione; infezioni che sviluppano anche una carica infettante relativamente modesta ed hanno spesso un lungo periodo di incubazione; Infezioni del circuito oro-fecale.

19 INFEZIONI VEICOLATE DA ALIMENTI (4)
Prevenzione: - EVITARE LA CONTAMINAZIONE - RISANAMENTO Profilassi generale delle malattie infettive (trasmissione oro-fecale): Igiene dell’ambiente (acque destinate al consumo umano, irrigazione, ecc.) Immunoprofilassi Notifica e accertamento diagnostico Igiene della produzione degli alimenti: Materie prime, Personale, Ambiente di lavoro, Attrezzature.

20 I microrganismi negli alimenti
Oltre ad essere un ottimo veicolo per la trasmissione di microrganismi patogeni attraverso la via fecale-orale, gli alimenti rappresentano un ottimo substrato nutritivo per numerosi microrganismi, in particolare batteri e miceti. In condizioni idonee i microrganismi possono proliferare con conseguente Aumento della carica microbica Trasformazione/consumo dei principi nutritivi Produzione di metaboliti

21 Le condizioni che determinano la proliferazione e la velocità di crescita dipendono da:
FATTORI IMPLICITI FATTORI INTRINSECI FATTORI ESTRINSECI

22 ESPRESSIONE DEI FENOMENI DI INTERAZIONE MICROBICA
FATTORI IMPLICITI ESPRESSIONE DEI FENOMENI DI INTERAZIONE MICROBICA NEUTRALISMO MUTUALISMO COMMENSALISMO ANTAGONISMO COMPETIZIONE PARASSITISMO

23 FATTORI INTRINSECI CONTENUTO IN NUTRIENTI
ESPRESSIONE DELLE CARATTERISTICHE FISICHE, CHIMICHE E BIOLOGICHE DELL’ALIMENTO CONTENUTO IN NUTRIENTI STRUTTURE FISICHE DELL’ALIMENTO ATTIVITA’ DELL’ACQUA (aw) pH POTENZIALE DI OSSIDORIDUZIONE (Eh) PRESENZA DI INIBITORI

24 ESPRESSIONE DELL’AMBIENTE IN CUI SI TROVA L’ALIMENTO
FATTORI ESTRINSECI ESPRESSIONE DELL’AMBIENTE IN CUI SI TROVA L’ALIMENTO TEMPERATURA TEMPO COMPOSIZIONE DELL’ATMOSFERA

25 Tossinfezioni in sensu strictu
Sono causate da particolari batteri che manifestano la loro azione patogena solo se riescono a moltiplicarsi abbondantemente prima dell’ingestione dell’alimento che rappresenta il substrato indispensabile per la loro attiva moltiplicazione Tossinfezioni in sensu strictu Infezioni acute intossicazioni

26 TOSSINFEZIONI (2) Le infezioni acute sopravvengono in seguito al consumo di alimenti contenenti un’alta carica di microrganismi vivi che, una volta ingeriti insieme all’alimento arrecano danno alla mucosa intestinale (Es. salmonellosi)

27 TOSSINFEZIONI (3) Le intossicazioni alimentari sono manifestazioni patologiche che si determinano in seguito al consumo di alimenti contenenti tossine prodotte da microrganismi che si sono moltiplicati sull’alimento precedentemente al suo consumo. Perché si manifesti l’intossicazione pertanto non obbligatoriamente ci deve essere il microrganismo, bensì è indispensabile la presenza della sua tossina (Intossicazione botulinica o botulismo, intossicazione stafilococcica).

28 Le tossinfezioni alimentari in sensu strictu sono determinate dal consumo di alimenti contenenti sia tossine che batteri. In questo caso la tossicità è data sia dalle tossine preformate sia da quelle prodotte da cellule vive ingerite con l’alimento all’interno dell’ospite (Bacillus cereus, Clostridium perfringens). TOSSINFEZIONI (4)

29 Patogeni Tempo di incubazione Sintomi Alimenti a rischio Clostridium botulinum 12-24 ore fino a 3-6 giorni prima sintomi gastrointe-stinali, poi nervosi quali lo sdoppiamento della vista, difficoltà di parola, debo-lezza muscolare fino alla paralisi tipo A: conserve di carne e verdure tipo B: prodotti a base di carne tipo E: prodotti ittici tipo F: conserve a base di carne e pesce Clostridium perfringens 820 ore diarrea violenta, dolori addominali carni bianche e rosse cotte Salmonella spp. 2448 ore dolori addominali, diarrea, vomito, febbre cibi crudi a base di carne, frutti di mare, uova, latte crudo, cibi cotti contaminati dopo la cottura Staphylococcus aureus 26 ore nausea, vomito, sudorazione, cefalea, diarrea panna, latte, creme, gelati, altri alimenti contaminati da soggetti portatori Bacillus cereus 1 816 ore prodotti carnei, minestre, vegetali, budini e salse

30 Caratteri comuni TOSSINFEZIONI (6) Incubazione breve
Sintomatologia gastroenterica (ecc. Botulismo) Caratteri epidemici Decorso breve e benigno (ecc. Botulismo) Spesso associate al consumo di cibo fuori casa Assenza di alterazioni organolettiche dell’alimento (ecc. Botulismo)

31 OBIETTIVI DEGLI INTERVENTI DI IGIENE
TOSSINFEZIONI (7) OBIETTIVI DEGLI INTERVENTI DI IGIENE ELIMINARE I BATTERI PATOGENI = ELIMINARE O ALMENO RIDURRE A LIVELLI COMPATIBILI CON LA CONSERVABILTA’ DELL’ALIMENTO I BATTERI DETERIORATIVI CON IL RICORSO A TRATTAMENTI TERMICI

32 OBIETTIVI DEGLI INTERVENTI DI IGIENE
TOSSINFEZIONI (8) OBIETTIVI DEGLI INTERVENTI DI IGIENE DILAZIONARE (NEL TEMPO) L’AVVIO DELLA CRESCITA BATTERICA = RAGGIUNGERE NEL PRODOTTO CONDIZIONI IDONEE AD ALLUNGARE AL MASSIMO LA FASE DI LATENZA (IDEALMENTE IMPEDIRE LA CRESCITA BATTERICA PER TUTTA LA DURATA DELLA VITA COMMERCIALE DELPRODOTTO)

33 OBIETTIVI DEGLI INTERVENTI DI IGIENE
TOSSINFEZIONI (9) OBIETTIVI DEGLI INTERVENTI DI IGIENE IMPEDIRE LA PROLIFERAZIONE NEGLI ALIMENTI, MICRORGANISMI PATOGENI, DETERIORATIVI O COMUNQUE INDESIDERATI = PREVENIRE L’INGRESSO DI ULTERIORI BATTERI NEL PRODOTTO SUCCESSIVAMENTE LAVORATO NEI MEDESIMI AMBIENTI, CON I MEDESIMI IMPIANTI ED ATTREZZATURE

34 SICUREZZA E QUALITA’ ALIMENTARE
Questa lezione è un'introduzione al concetto dell'HACCP.

35 SICUREZZA ALIMENTARE Alimento che non causa danni al consumatore
quando è preparato e/o consumato secondo l'uso a cui è destinato Prima di tutto, dobbiamo capire cosa vuol dire "alimento sicuro": un alimento è sicuro se non causa danno alla salute quando è preparato e/o consumato secondo l’uso a cui è destinato. L'importante implicazione di questa definizione è che il consumatore ha un ruolo attivo nella sicurezza alimentare. Alcune volte l'alimento deve essere reso sicuro durante la preparazione; talvolta è importante comprendere l'uso a cui è destinato. La manipolazione o l’utilizzazione non corretta possono rendere inadatto per il consumo anche il cibo più sicuro. Torneremo più avanti sul significato di danno nel contesto della sicurezza alimentare. Spiegheremo anche come dovrebbe essere manipolato e preparato un alimento per mantenerlo sicuro.

36 SODDISFAZIONE DEL CONSUMATORE
QUALITA’ ALIMENTARE La qualità alimentare è intesa come quell'insieme di attributi del prodotto che permettono contemporaneamente di tutelare la sicurezza e il benessere dei cittadini consumatori, di incrementare le performance competitive delle imprese e di promuovere in senso più ampio lo sviluppo economico del settore. ASPETTI NUTRIZIONALI ASPETTI IGIENICI ASPETTI COMMERCIALI SODDISFAZIONE DEL CONSUMATORE ASPETTI ETICI

37 La normativa che regola le produzioni alimentari si è sempre concentrata sugli aspetti di sicurezza che è stata inquadrata con normative di base a partire dagli anni ’60 per essere via via aggiornata e definita con una intensa emissione di documenti legislativi che, avviata negli anni ’70, si è intensificata negli anni ’90. Standard di sicurezza Standard di qualità

38 SISTEMA TRADIZIONALE DI GARANZIA DELLA SICUREZZA
Legge 283/62 “disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande” DPR 327/80 regolamento di esecuzione della legge 283/62 3 azioni fondamentali Eliminazione dei microrganismi indesiderabili nelle materie prime (sistemi di bonifica attiva) Prevenzione della ricontaminazione degli alimenti trattati (confezionamento asettico) Distribuzione e conservazione in modo da arrestare o limitare lo sviluppo di eventuali microrganismi indesiderabili (catena del freddo)

39 SISTEMA TRADIZIONALE DI GARANZIA DELLA SICUREZZA
Buone pratiche igieniche e di produzione per la produzione di alimenti sicuri + analisi dei prodotti finiti per ottenere la garanzia di prodotti sicuri Nel passato, il sistema tradizionale di garanzia di sicurezza alimentare nell’industria, era stato basato sull'applicazione delle GMP/GHP nella produzione e trasformazione degli alimenti. La conferma della sicurezza e l'identificazione di potenziali problemi si otteneva con il campionamento del prodotto finito.

40 CONTROLLO TRADIZIONALE
Ispezioni per verificare la conformità alle GMP + GHP + Campionamento del prodotto finito Gli addetti al controllo degli alimenti verificavano la conformità alle GMP/GHP ed effettuavano anche analisi sugli alimenti per verificare la conformità alle leggi ed identificare prodotti alimentari non sicuri.

41 DIFETTI DEL METODO ISPETTIVO
Scarsa garanzia di sicurezza impossibilità da parte delle Autorità Sanitarie di controllare tutti i lotti di prodotto di tutti i produttori incompletezza dell’informazione desumibile dall’indagine analitica monitoraggio effettuato su prodotti già in commercio risultati tardivi spirito repressivo/sanzionatorio mancato coinvolgimento e sensibilizzazione degli operatori

42 EVOLUZIONE DEI CONCETTI DI IGIENE E SICUREZZA DEGLI ALIMENTI DEGLI ANNI ’70-’90
Esigenza di alimenti commercializzati con sufficienti garanzie di sicurezza Necessità di vigilanza ufficiale continua, capillare, efficiente e a costi contenuti Consolidata l’opinione che verifiche e controlli preliminari devono essere effettuati dai responsabili di produzione e distribuzione (autocontrollo) su cui poi si deve innestare il controllo ufficiale da parte dell’Autorità pubblica Introduzione del concetto di autocontrollo Codifica dei principi dell’igiene degli alimenti in base ai criteri del sistema HACCP

43 GARANZIA DELLA SICUREZZA ALIMENTARE
Progettazione del prodotto e del processo Scelta delle materie prime Controllo del processo Buone Pratiche di Fabbricazione Igiene Buone pratiche di Commercializzazione ed Uso HACCP La sicurezza inizia con la progettazione del prodotto e del processo; deve costruirsi al loro interno. Continua con la selezione di appropriate materie prime. Poi, i processi devono essere controllati. Tutto questo deve avvenire in condizioni di igiene che assicurino la minima contaminazione degli alimenti e la minima possibilità di sopravvivenza e crescita dei microrganismi. La nuova filosofia operativa è ispirata al coinvolgimento di tutti i soggetti operanti nel settore e non più la verifica demandata unicamente all’organo ufficiale di controllo.

44 DECRETO LEGISLATIVO 155/97 Il responsabile dell’azienda deve individuare, nella propria attività, ogni fase che potrebbe rivelarsi critica per la sicurezza degli alimenti Il responsabile dell’azienda deve individuare, applicare e mantenere aggiornate le procedure di sicurezza seguendo i principi del sistema HACCP

45 HACCP NELLA PROGETTAZIONE
La sicurezza si costruisce nella progettazione e nella realizzazione del prodotto, l'HACCP è lo strumento per raggiungere questo obiettivo Vi era la necessità di avere un sistema dove "la sicurezza fosse progettata e realizzata dentro il prodotto" (ISO/UNCTAD/GATT). L'HACCP inizia sulla carta. I potenziali rischi sono previsti e viene studiato il loro trattamento.

46 IL CONCETTO DELL'HACCP Identificazione dei potenziali problemi per la sicurezza alimentare Definizione di come e dove possono essere prevenuti Descrizione di che cosa fare e formazione del personale Applicazione e registrazione Nella sua forma più semplice l'HACCP consiste nell'identificazione di problemi potenziali per la sicurezza degli alimenti e nella definizione di come e dove possono essere prevenuti nel modo più efficace. Per assicurare che queste misure preventive o di gestione siano eseguite regolarmente e interamente, esse devono essere descritte e le persone che devono eseguirle devono essere formate. L'HACCP implica la conservazione della documentazione dello studio, così come dei risultati di ogni cosa misurata e sottoposta ad osservazione, al fine di dimostrare che il processo, in un certo periodo di tempo, è rimasto sotto controllo. Le registrazioni di misure servono anche per migliorare il sistema.

47 PRINCIPI DELL'HACCP 1. Condurre l'analisi dei rischi
2. Determinare i CCP 3. Stabilire i limiti critici 4. Stabilire un sistema di monitoraggio 5. Stabilire le azioni correttive 6. Stabilire le procedure di verifica 7. Stabilire la documentazione Il sistema HACCP consiste in 7 principi; essi rappresentano il requisito minimo nell’applicazione obbligatoria del sistema. Rivediamo ora il significato dei termini essenziali utilizzati in questi principi.

48 (1) COME FARE HACCP Studio HACCP (specifico per ogni azienda)
Piano HACCP (elaborazione) Formazione del personale (istruzione) “Implementazione “ del piano (applicazione) “Audit” e miglioramento (evoluzione) Le 5 fasi per sviluppare e mettere in pratica un programma HACCP sono: eseguire uno studio HACCP durante il quale vengono stabiliti gli elementi del sistema HACCP in conformità ai 7 principi; sviluppare il piano HACCP. Questo è il documento che riflette il risultato dello studio; formare il personale secondo le rispettive funzioni, come stabilite nel piano HACCP; applicazione del piano. Es. monitoraggi, adozione di azioni correttive e necessarie verifiche; “audit” sul piano HACCP

49 PIANO HACCP Un documento preparato in conformità
ai principi dell’HACCP per garantire il controllo dei pericoli che sono significativi per la sicurezza alimentare nel segmento della catena alimentare considerato Il termine piano HACCP è già stato usato più volte. Questa definizione da Codex descrive chiaramente cos’è un piano HACCP, Indica cosa deve essere fatto, quando e dove. E’ la base della documentazione che può essere mostrata agli Organi del controllo ufficiale e ad “auditor” commerciali. Normalmente è un foglio di lavoro con indicati i CCP. E’ il risultato di uno studio HACCP, è specifico per prodotto e luogo di produzione, e deve essere rigorosamente applicato. Modelli o piani generici possono essere usati come base. In ogni caso, le domande devono avere risposte, e il modello di riferimento deve essere raffrontato alla situazione reale. Poiché il piano HACCP è specifico, qualsiasi cambiamento ed il suo potenziale impatto sulla sicurezza devono essere considerati ed il piano, se necessario, deve essere modifi-cato. I risultati di uno studio HACCP sono anche presentati in una forma ridotta , un foglio di lavoro HACCP.

50 LINEE GUIDA PER L’APPLICAZIONE DELL’HACCP
costituzione del gruppo di lavoro descrizione del prodotto identificazione dell’uso e destinazione costruzione del diagramma di flusso conferma sul posto del diagramma di flusso elenco dei potenziali pericoli, conduzione dell’analisi dei rischi e definizione delle misure preventive Determinare i CCP Stabilire i limiti critici Stabilire un sistema di monitoraggio Stabilire le azioni correttive Stabilire le procedure di verifica Stabilire la documentazione Principi Le linee guida del Codex descrivono come dovrebbe essere condotto uno studio HACCP. Queste linee guida forniscono una struttura comune allo studio in modo da renderlo accettabile per il Controllo pubblico e per i “partners” commerciali. I sette principi possono essere applicati tenendo conto di specifiche condizioni e non seguendo esattamente le linee guida.

51 CONTROLLO PRIMA DEL D.LGS. 155/97
5 intervento correttivo 1 analisi di laboratorio sul prodotto finito 4 individuazione della fonte di contaminazione 3 ispezione a reparti, M.P., a procedure 2 referto analitico di non conformità Intervento spesso tardivo, molte non conformità, basso livello di sicurezza

52 CONTROLLO DOPO IL D.LGS. 155/97
3. intervento correttivo per ripristinare condizioni ottimali 1. ispezione a reparti, M.P. , a procedure di autocontrollo 2. individuazione della fonte di contaminazione 4. analisi laboratorio per verificare efficacia intervento correttivo In questo modo è possibile un intervento più tempestivo, una riduzione di non conformità, bassi costi di intervento e alto livello di sicurezza


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