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Breve storia della lingua italiana

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Presentazione sul tema: "Breve storia della lingua italiana"— Transcript della presentazione:

1 Breve storia della lingua italiana
Il seicento e il settecento Raffaele De Rosa Unitre Soletta

2 Temi della lezione L’età barocca (1600)
Il significato del nome “barocco” L’accademia della Crusca Galileo Galilei ( ) L’italiano pubblico La letteratura dialettale La lingua franca mediterranea La lingua franca di Camilleri Raffaele De Rosa Unitre Soletta

3 Temi della lezione L’età Illuministica (1700) La lingua scientifica
La lingua degli artigiani Lingua letteraria vs. lingua comune Il Caffè I francesismi Puristi vs. innovatori Carlo Goldoni La lingua della musica Raffaele De Rosa Unitre Soletta

4 L’età barocca (1600) Barocco è il termine utilizzato per indicare un movimento culturale nato a Roma costituito dalla letteratura, dalla filosofia, dall'arte e dalla musica barocca: Sulla derivazione del termine ci sono tre ipotesi possibili: dalla figura più complessa del sillogismo aristotelico, il baroco (per es. Ogni uomo è animale; qualche vivente non è animale; dunque qualche vivente non è uomo); dal francese baroque, attestato in Francia nel XVII secolo nel significato di "stravagante, bizzarro"; dal portoghese barroco, con riferimento ad una perla irregolare. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

5 L’Accademia della Crusca
I membri dell’Accademia della Crusca realizzano nel 1612 il Vocabolario degli Accademici della Crusca fondato essenzialmente sulla lingua di Dante, Petrarca e Boccaccio e degli scrittori fiorentini del Trecento. Gli accademici erano puristi, la loro volontà era quella di separare la la parte buona e pura della lingua (cioè la «farina») dalla parte cattiva e impura (appunto la «crusca»). Raffaele De Rosa Unitre Soletta

6 L’Accademia della Crusca
Il Vocabolario conosce diverse edizioni - la seconda è del e ha un grande successo internazionale, tanto che diventa il modello di riferimento per gli altri grandi vocabolari delle lingue moderne d'Europa, come ad esempio i dizionari dell’Académie française. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

7 L’Accademia della Crusca
Non tutti accettano però i dettami della Crusca. C’è un'ampia corrente di letterati che proclama la superiorità dei 'moderni' sugli 'antichi', dell'uso linguistico contemporaneo sulla tradizione trecentesca. In quegli anni, infatti, parteciparano alla redazione del Vocabolario personaggi di spicco nel campo delle scienze come per es. Galileo Galilei (Pisa Arcetri/Firenze 1642) o Evangelista Torricelli (Roma 1608 – Firenze 1647). Raffaele De Rosa Unitre Soletta

8 Galileo Galilei Galileo Galilei ( ) preferisce il volgare al latino, e fa ampio ricorso al parlato introducendo un lessico più preciso, scientifico, non ancora utilizzati nella comunicazione fra dotti, vocaboli presi dal volgare e rigorosamente ridefiniti. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

9 L’italiano pubblico La lingua meno ricercata, più vicina al parlato comincia ad essere adottata nei testi scritti comuni come i bandi, le relazioni, i vari documenti e atti della burocrazia, gli inventari, le lettere private in tutta Italia. Per es.: «Tutte le taverne che faranno cocina e teneranno tavola de comodità da mangiare, pagaranno un tanto per ciascheduna taverna [...] tutti li potecari de l’arte lorda, come sono quelli che vendeno lardo, cascio, presotta, salcicioni, ovvero altra robba salata che si conviene a lo loro mistiero, pagaranno un tanto per ciascheduna poteca». Raffaele De Rosa Unitre Soletta

10 La letteratura dialettale
Un po’ in tutta la Penisola fiorisce letteratura dialettale di alto livello: p.es Lo cunto de li cunti del napoletano Giambattista Basile ( ) 50 fiabe sono collocate in una cornice che segue il modello del Decameron di Boccaccio, anche se il linguaggio e i temi trattati sono diversi. Tra le novelle più famose vi è la sesta della prima giornata, intitolata La gatta Cenerentola, la celeberrima fiaba che è stata ripresa alla fine del Seicento da Charles Perrault, con titolo di Cendrillon, nell'Ottocento dai Fratelli Grimm, con quello di Aschenbrödel, e infine nel Novecento da Walt Disney, nel lungometraggio animato intitolato Cinderella. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

11 La lingua franca mediterranea
La lingua franca mediterranea, detta anche sabir, fu un idioma pidgin "di servizio" parlato in tutti i porti del Mediterraneo tra l'epoca delle crociate e tutto il XIX secolo. Sebbene avesse diverse varianti la più diffusa e persistente era costituita principalmente da un lessico al 70% di italiano (principalmente di veneziano e di genovese) e 10% di spagnolo, con influenze di altre lingue mediterranee come arabo, catalano, greco, occitano, siciliano e turco. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

12 La lingua franca mediterranea
Jean-Baptiste Poquelin “Molière” (1622 –1673) fa dire a uno dei personaggi berberi nel Borghese gentiluomo dice: Se ti sabir,ti respondir, se non sabir tazir, tazir.  Raffaele De Rosa Unitre Soletta

13 La lingua franca mediterranea
Padre Nostro Padri di noi, ki star in syelo, noi voliri ki nomi di ti star saluti. Noi volir ki il paisi di ti star kon noi, i ki ti lasar ki tuto il populo fazer volo di ti na tera, syemi syemi ki nel syelo. Dar noi sempri pani di noi di cada jorno, i skuzar per noi li kulpa di noi, syemi syemi ki noi skuzar kwesto populo ki fazer kulpa a noi. Non lasar noi tenir katibo pensyeri, ma tradir per noi di malu. Amen. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

14 La lingua franca di Camilleri
Il re di Girgenti, la storia è ambientata nella Sicilia meridionale (tra Agrigento/Montelusa e Porto Empedocle/Vigàta) tra la fine del XVII sec. e gli inizi del XVIII sec., quando l’isola, insieme a tutta l’Italia meridionale e la Lombardia, si trovava sotto il dominio spagnolo. Lo spunto viene dalla lingua utilizzata da uno dei personaggi de Il re di Girgenti. Si tratta del duca spagnolo Sebastiano Vanasco de Pes y Pes rappresentante dei dominatori spagnoli sull’isola che tenta di impossessarsi di un bene immobile di un signorotto siciliano attraverso numerosi sotterfugi a scapito dei braccianti locali. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

15 La lingua franca di Camilleri
Vuoi vedere che quel cabrón del principe se n’era fujuto senza riconoscergli per iscritto la proprietà della villa e dei feudi? “Fuera todos! E cerrate la puerta! Voglio restare solo per pregare por l’alma de mi pobre amigo!” Raffaele De Rosa Unitre Soletta

16 L’età illuministica (1700)
L'illuminismo fu un ampio movimento politico, sociale, culturale e filosofico sviluppatosi approssimativamente nel secolo XVIII in Europa. Nacque in Inghilterra ma ebbe il suo massimo sviluppo in Francia. Il termine illuminismo è passato a significare genericamente qualunque forma di pensiero che voglia "illuminare" la mente degli uomini, ottenebrata dall'ignoranza e dalla superstizione, servendosi della critica della ragione e dell'apporto della scienza. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

17 L’età illuministica (1700)
Nel Settecento avvengono cambiamenti importanti nella storia e nel costume italiano. Due di essi sono fondamentali: Si organizzano e si riorganizzano, almeno nell'Italia settentrionale e centrale, le scuole, nelle quali si insegna ormai l'italiano; Si diffondono soprattutto nei centri grandi e medi giornali e gazzette, che avviano un'opera di grande divulgazione della lingua e della cultura presso i ceti medi acculturati. Aumenta il bisogno di un italiano comune (non solo a livello letterario) Raffaele De Rosa Unitre Soletta

18 La lingua scientifica La lingua inizia a disporre di termini più precisi per definire le cose e di una sintassi che consenta la stringatezza dell'argomentazione scientifica. Il lessico italiano si arricchisce di nuovi termini di origine scientifica, composti su base greca e/o latina (per esempio geografia, biologia). Si tratta di termini neoclassici che furono coniati originariamente in francese. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

19 La lingua scientifica Questi termini si sono diffusi in molte lingue europee e anche in italiano hanno un peso notevole, la grande maggioranza di parole composte sono entrate infatti nella nostra lingua negli ultimi 3 secoli sono appunto composti neoclassici. Esempi di questo tipo sono tutte le parole formate con l'unione di una forma libera (cioè di una parola qualunque) e di suffissoidi come -logo, -logia o -filo (per es. anglofilo), -filia; altri esempi sono le parole derivanti da forme greche come ippodromo, antropofago, parricida, o latine come lacrimogeno, calorifero, callifugo. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

20 La lingua degli artigiani
Tramonta l’epoca della coincidenza fra lingua italiana e lingua letteraria. I vocabolari accolgono le terminologie delle arti e dei mestieri, della tecnica e della scienza. Francesco D’Alberti di Villanuova ( ) compila il Dizionario universale critico enciclopedico della lingua italiana che comprende anche un gran numero di voci dell'uso, colte dalla viva voce degli artigiani e degli operai toscani dell’epoca. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

21 Lingua letteraria vs. lingua comune
Si profila alle coscienze degli Italiani una nuova distinzione tra: la lingua dei letterati, con la sua retorica, le sue metafore ardite, le sue vaghezze, i suoi perfezionismi formali (imitazione del modello di Bembo e della Crusca); la lingua della comunicazione scientifica, tecnica, filosofica, che ha come caratteristiche essenziali la precisione e la chiarezza; la lingua di tutti i giorni, il parlato. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

22 Il caffè Nella rivista Il Caffè ( ) gli autori Alessandro Verri ( ) e Cesare Beccaria ( ) difendono apertamente l’infranciosamento dell’italiano: «Prendere il buono quand'anche fosse ai confini dell'universo, e se dall'inda, o dall'americana lingua ci si fornisse qualche vocabolo ch'esprimesse un'idea nostra, meglio che colla lingua italiana, noi lo adopereremo». Raffaele De Rosa Unitre Soletta

23 I francesismi I francesismi della lingua italiana nella moda e nella gastronomia. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

24 I francesismi bignè da beignet), più correttamente in italiano bignola; ragù da ragoût, sostantivo derivato da ragoûter, cioè "risvegliare l'appetito", e originariamente indicava dei piatti di carne stufata con abbondante condimento che poi fu usato per accompagnare altre pietanze: in Italia, principalmente la pasta; dessert dal verbo francese desservir (il/elle dessert) che significa "sparecchiare". toilette da toile ‘tela’; propriamente ‘piccola tela (che copriva il tavolo per l’acconciatura)’, quindi il mobile stesso; cabaret da ca(m)baret ‘osteria, taverna’, cambrette ‘piccola camera’. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

25 Puristi vs. innovatori Lo scrittore e drammaturgo veneziano Carlo Gozzi ( ), autore della fiaba teatrale della Turandot, ripresa poi da Giacomo Puccini ( ), fu uno dei più accaniti oppositori anti-illuministi. Egli ritiene il francese: come il «maggior guastatore, rovesciatore e difformatore dell'eccellente idioma nostro».   Raffaele De Rosa Unitre Soletta

26 Puristi vs. innovatori La polemica tra conservatori e innovatori è accesa, ma ormai i tempi del cambiamento sono maturi per l’abbandono di ogni atteggiamento puristico nei confronti della lingua italiana. Si accetta il principio che l’evoluzione linguistica passa anche attraverso la contaminazione lessicale e sintattica di altre lingue e dialetti. Questa posizione viene ufficialmente difesa nel Saggio sopra la lingua italiana pubblicato nel 1785 dal poeta padovano Melchiorre Cesarotti ( ). Raffaele De Rosa Unitre Soletta

27 Puristi vs. innovatori L'Accademia della Crusca portò avanti la sua attività con alti e bassi fino al 1783, quando il Granduca di Toscano Pietro Leopoldo la sciolse insieme ad altre Accademie e la riunì nella Accademia Fiorentina (seconda). Nel 1808, però, venne fondata la terza Accademia Fiorentina e con decreto del 19 gennaio 1811, firmato da Napoleone, fu ripristinata la Crusca con la sua autonomia, statuti e finalità antiche. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

28 Carlo Goldoni Il veneziano Carlo Goldoni ( ) adotta nelle sue commedie (per es. La locandiera, La bottega del caffè, Il servitore di due padroni, ecc.) una lingua priva di ogni letterarietà, lontano da ogni purismo e dalle prescrizioni della Crusca; Quando fa parlare i suoi personaggi in dialetto usa un linguaggio basato sul veneziano, ma ricco di forme provenienti da altri dialetti dell'Italia settentrionale; Italiano e dialetto convivono nelle commedie di Goldoni. Raffaele De Rosa Unitre Soletta

29 La lingua della musica L’italiano non accoglie solo parole dal francese, ma ‘esporta’ anche parole in altre lingue. Lingua della musica ne è un esempio evidente. Raffaele De Rosa Unitre Soletta


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