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AUTONOMIA, VALUTAZIONE, QUALITA’ 11 settembre 2012.

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Presentazione sul tema: "AUTONOMIA, VALUTAZIONE, QUALITA’ 11 settembre 2012."— Transcript della presentazione:

1 AUTONOMIA, VALUTAZIONE, QUALITA’ 11 settembre 2012

2 Alcuni spunti per una discussione interculturale Focus: Idee e prassi per la valutazione degli apprendimenti Sommario: Parte I: Principi guida Parte II: L’autonomia delle istituzioni scolastiche Parte III: Autonomia, Valutazione, Progettazione, Qualità Parte IV: La valutazione degli apprendimenti: criticità di sistema. Parte V: Il Percorso di progettazione e valutazione dell’I.I.S.S. “V. Lilla”

3 Quattro idee, concetti-chiave, percorsi normativi che hanno caratterizzato e caratterizzano il Sistema scolastico italiano di istruzione e formazione. La Scuola italiana oggi con l’Europa e nell’Europa guarda ad una società della conoscenza in una economia globale del sapere: 1. Diritto universale allo studio; 2. Integrazione, inclusione, interazione; 3. Comunità di dialogo; 4. Autonomia e responsabilità. I PARTE: Principi guida

4 1. Diritto universale allo studio Costituzione della Repubblica Italiana : Diritto formale: L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sulla istruzione e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. (art. 33) La scuola è aperta a tutti. (…) I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Diritto sostanziale: La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze (…). (art.34)

5 2. Integrazione, inclusione, interazione Legge n.104 del 1992 (Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) Art.1 comma a. La Repubblica garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società;

6 Integrazione, inclusione, interazione La Legge 104 ha inaugurato un percorso di principio contro ogni forma di esclusione che è stato esteso dalla disabilità, alle problematiche legate agli studenti non italiani, ai disturbi specifici di apprendimento, a situazioni di dispersione scolastica e insuccesso formativo. Dall’inserimento all’integrazione; Dall’ acculturazione all’ inclusione, all’interazione sociale. “Non uno di meno”

7 3. Comunità di dialogo D.P.R. n.249 del 1998. Statuto delle studentesse e degli studenti. Art. 1 comma 2. La scuola è comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. Art. 4. La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione, sul rispetto reciproco di tutte le persone che la compongono, quale sia la loro età, condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale.

8 4. Autonomia e responsabilità Legge n.59 del 1997; D.P.R. 275 del 1999. Art.1 comma 2. L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana (…)

9 Una logica concentrica Persona, Scuola, Territorio: Cittadinanza attiva La persona, ogni persona, nella Scuola si realizza come individuo, professionista, lavoratore; si orienta in se stesso e nel mondo; diventa un cittadino consapevole e attivo, portatore di valori, costruttore del futuro della sua comunità. PERSONA SCUOLA TERRITORIO CITTADINANZA ATTIVA E COESIONE SOCIALE

10 II PARTE: L’autonomia delle istituzioni scolastiche “Autonomia” (gr. autòs “proprio”, nomos “legge”; autonomeomai “sono indipendente”) è un concetto politico. L’autonomia delle istituzioni scolastiche è una autonomia incompleta; è vincolata e “limitata” alla didattica, ad alcuni aspetti dell’organizzazione, alla ricerca, alla sperimentazione, allo sviluppo.

11 L’autonomia delle istituzioni scolastiche È una delle prime leggi sull’autonomia delle istituzioni scolastiche in Europa; È stata assunta a rango costituzionale (Legge n.3 del 2001) È pensata per coniugare (congiungere) i livelli essenziali di prestazioni da garantire in tutto il paese con le specificità e le eccellenze di uno specifico territorio.

12 L’autonomia delle istituzioni scolastiche La scuola autonoma è pensata per superare “i livelli essenziali” di erogazione del servizio su tutto il territorio nazionale e rendere sostanziale la promozione dei principi e dei diritti fondamentali dei cittadini (democrazia, libertà, uguaglianza, etc.); è pensata, in altri termini, per costituire l’infrastruttura principale di promozione culturale e sociale del territorio in cui materialmente opera. L’istituzione autonoma incontra le esigenze formative del territorio ed opera per garantire ai cittadini il pieno godimento della cittadinanza attiva, molto oltre, quindi, il soddisfacimento dell’essenzialità del servizio. Autonomia è, quindi, ricerca della qualità, di una qualità non “fondamentale-essenziale” ma “progressiva-totale”; autonomia è, inoltre, valutazione, perché la funzione delicatissima che svolge comporta una fortissima responsabilità etica verso lo Stato e verso il cittadino. La scuola autonoma non può esimersi, per sua stessa natura, da un sistema di valutazione globale per perseguire il miglioramento continuo.

13 L’autonomia delle istituzioni scolastiche Con la Legge che concede l’autonomia, l’Istituzione scolastica diventa “adulta” AUTONOMIA E’ RESPONSABILITA’ ETICA verso il cittadino AMMINISTRATIVA verso lo Stato Necessità della trasparenza, del rendiconto, della VALUTAZIONE (esterna e interna)

14 III PARTE: Autonomia, Valutazione, Progettazione, Qualità Autonomia, pratica progettuale, pratica autovalutativa: una interdipendenza ineludibile Autonomia Progettazione Valutazione/ autovalutazione Progettazione Valutazione/ autovalutazione Qualità

15 Autonomia, Valutazione, Progettazione, Qualità Non può esserci “pieno” esercizio di autonomia se non attraverso processi di progettazione/ri-progettazione diffusi e permanenti Essere scuola “autonoma” significa essere scuola che progetta/si progetta/si ri-progetta permanentemente, attraverso processi diffusi di macro e micro progettazioni MA Per progettare, progettarsi, riprogettarsi, la scuola autonoma non può fare ameno di valutazioni e autovalutazioni anch’esse permanenti e diffuse, su macro e micro processi, macro e micro esiti, macro e micro impatti (Rita Bortone)

16 Autonomia, Valutazione, Progettazione, Qualità Evoluzione della ricerca in campo valutativo Aspetti metrologici Sviluppo dello strumentario valutativo Collocazione funzionale della valutazione nel processo di istruzione La valutazione come attività orientata all’assunzione di decisioni per il miglioramento 1930195019701990 La valutazione come attività tendente a certificare competenze d’interesse sociale e processi di qualità 2000

17 Autonomia, Valutazione, Progettazione, Qualità Piccolo vocabolario della scuola autonoma: Valutazione: “Valutazione” deriva dal verbo latino “valêre”, che significa propriamente “stare bene”. In senso traslato la parola assume il significato di “avere valore”, “essere in grado di…”. Alla luce delle sue origini semantiche e spostando il termine in ambito scolastico possiamo sottolineare come la valutazione parta dal processo di misurazione di uno stato di fatto (verifica, raccolta dati, misurazione) e sia finalizzata alla valorizzazione di ciò che è stato prodotto (valore aggiunto) Progettazione: dal lat. pro “avanti” e iaceo “getto”. Consiste nella definizione del modello a cui tendere e del traguardo a cui giungere. Qualità: La qualità non è un traguardo-standard, quindi statico, ma un elemento dinamico, cioè soggetto a continuo miglioramento. La qualità è il passaggio da un risultato ad un altro immediatamente successivo, migliorativo, graduale e perseguibile. La valutazione ha per finalità la qualità.

18 Autonomia, Valutazione, Progettazione, Qualità Le quattro chiavi della valutazione (D.P.R. 122 del 2009): -Omogeneità (adozione e utilizzo degli stessi strumenti di valutazione per tutti gli studenti); -Equità (il cambiamento del “valutatore” e dell’“ambiente di valutazione” non altera la valutazione stessa); -Trasparenza (nelle procedure che la determinano); -Tempestività (nella comunicazione agli studenti, alle famiglie ed al Consiglio di classe).

19 Autonomia, Valutazione, Progettazione, Qualità Art. 1, comma 3. La valutazione ha per oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo degli alunni. La valutazione concorre, con la sua finalità anche formativa e attraverso l’individuazione delle potenzialità e delle carenze di ciascun alunno, ai processi di autovalutazione, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo formativo, anche in coerenza con l’obiettivo dell’apprendimento permanente di cui alla ‘Strategia di Lisbona’, adottata dal Consiglio europeo con raccomandazione del 23 e 24 marzo 2000. Funzione “termostatica” della valutazione

20 PARTE IV: La valutazione degli apprendimenti: criticità di sistema. Valutazione interna (singolo docente, Consiglio di Classe, Collegio dei docenti): -Soggettività valutativa; -Scarsa omogeneità (diversa formazione docenti; criteri di valutazione non condivisi; eterogeneità di metodi e strumenti); -Poca attendibilità delle valutazioni scolastiche da parte del mondo del lavoro e dell’Università con una conseguente debole credibilità dell’istituzione scolastica da parte dell’intero territorio; -Autoreferenzialità delle scuole. Valutazione esterna (soggetti esterni; I.N.VAL.S.I.; OCSE P.I.S.A., etc.): -Distanza tra “valutato” e “valutatore”; -Riduzione delle rilevazioni a poche discipline; -Assenza di coordinamento con la progettazione; -Superficialità ed esternalità.

21 Est modus in rebus! Valutazione interna + Valutazione esterna Vicina allo studenteOggettiva Legata al territorioRigorosa Legata alla progettazioneTrasparente

22 PARTE V: Il Percorso di progettazione e valutazione dell’I.I.S.S. “V. Lilla” Progettazione P.O.F. su base pluriennale. Interventi organizzativi Prima fase: costituzione di una commissione operativa per raccolta dati relativi ai risultati degli apprendimenti nel precedente triennio; tabulazione dei dati; lettura e condivisione da parte del Collegio docenti. Definizione dei punti di forza e criticità; piano di fattibilità. Seconda fase: articolazione interna più funzionale e del Collegio docenti con l’istituzione dei Dipartimenti disciplinari, dei Gruppi d’asse, di commissioni di docenti impegnati in percorsi di ricerca e sperimentazione e nell’auto-valutazione permanente.

23 Il Percorso di progettazione e valutazione dell’I.I.S.S. “V. Lilla” Interventi di formazione Terza fase: piano di formazione di tutto il personale docente, articolato nei due anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011 e composto da moduli di formazione-informazione, ricerca- azione, svolti in relazione ai momenti della progettazione, verifica in itinere, verifica finale e riprogettazione. La finalità è stata quella di costruire una cultura comune e condivisa della valutazione e strutturare un documento di progettazione e quindi di valutazione d’Istituto, in continua revisione, in grado di assumere dalla valutazione esterna criteri e modalità il più possibile oggettivi, e, nello stesso tempo, estendere le valutazioni ai diversi aspetti della complessa vita dell’Istituto.

24 Il Percorso di progettazione e valutazione dell’I.I.S.S. “V. Lilla” Interventi di progettazione Quarta fase: pianificazione e progettazione dei livelli da raggiungere; costruzione di modelli; definizione di un profilo in uscita dello studente, definizione di indicatori e descrittori per la valutazione disciplinare. Il profilo punta a una realizzazione piena della persona nell’orizzonte delle proprie scelte di vita e della società. Per il raggiungimento di una “qualità totale” sono stati oggetto di “valutazione totale” quasi tutte le discipline curriculari, oltre, ai fini della valutazione dell’intero Istituto, gli aspetti strutturali, amministrativi, organizzativi e relazionali (comunicazione interna ed esterna; rapporti con l’utenza, gli Enti Locali). La dimensione della scoperta del sé, del rapporto con il territorio e con la società civile ha richiesto una valutazione più estesa e profonda di quella legata a conoscenze, abilità e competenze disciplinari. Indicatori di tale valutazione sono stati la frequenza, la partecipazione, l’incidenza, gli esiti, la ricaduta sulla vita dell’Istituto, delle diverse attività di ampliamento dell’offerta formativa (piano delle attività finanziate dal Fondo Sociale Europeo; progetti d’intesa con associazioni del territorio ed Enti Locali, etc.).

25 Il Percorso di progettazione e valutazione dell’I.I.S.S. “V. Lilla” Interventi esecutivi di rilevazione e misurazione Quinta fase: somministrazione di prove parallele (strutturate e semistrutturate) ad inizio e fine anno a tutte le classi dell’Istituto, fino a coprire, insieme alle prove INVALSI, il 90% delle discipline curriculari (Italiano, Latino, Greco, Fisica, Filosofia, Storia, Storia dell’arte). Somministrazione di questionari di misurazione, rilevazione di materiali prodotti in attività extra-curriculari, inerenti agli aspetti complessi della vita d’Istituto, al fine di verificare la ricaduta delle stesse sul profitto curriculare e sul profilo culturale di ogni studente.

26 Il Percorso di progettazione e valutazione dell’I.I.S.S. “V. Lilla” Interventi valutativi e di certificazione: Sesta fase: raccolta, tabulazione, lettura, condivisione dei risultati raggiunti. Valutazione e certificazione dell’attività didattica. Interventi di diffusione degli esiti e di riprogettazione Settima fase: definizione di standard di riferimenti e diffusione in rete degli esiti. È il primo passaggio per costruire una banca dati territoriale. Ottava fase: Riprogettazione. Si potenziano le positività per ridimensionare le criticità.

27 Il Percorso di progettazione e valutazione dell’I.I.S.S. “V. Lilla” Valutazione e progettazione Apprendimenti Qualità prestazioni professionali Qualità dell’ambiente- scuola Qualità dei modelli organizzativi Qualità gestione risorse e relazioni interne/esterne Qualità del servizio scolastico …… ….….. ……

28 Analisi di contesto Valutazione gap fra modello e contesto Elaborazione standard d’uscita in contesto Valutazione di mezzi e risorse in contesto Definizione risultati attesi ottenibili Piano d’interventi Piano di controllo Intervento controllato e correttivo Rilevazione esiti Accertamen to misurazione Valutazione PROGETTO Autovalutazione Rilevazione gap rispetto al risultato atteso Valutazione gap rispetto al risultato atteso Rilevazione gap rispetto a standard Valutazione gap rispetto a standard e autovalutazione Condivisione ed esplicitazione del modello standard di riferimento


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