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Zenone di Elea (Ζήνων, 495 a.C. – 430 a.C.)

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Presentazione sul tema: "Zenone di Elea (Ζήνων, 495 a.C. – 430 a.C.)"— Transcript della presentazione:

1 Zenone di Elea (Ζήνων, 495 a.C. – 430 a.C.)

2 Zenone di Elea (Ζήνων, 495 a.C. – 430 a.C.)
Ciò che si è conservato delle sue concezioni è stato tramandato da Platone nel Parmenide e da Aristotele, che nel suo scritto Fisica (libro VIII) ne analizza il pensiero, definendo l'eleate "scopritore della dialettica". Diogene Laerzio, nel suo Vite dei filosofi (IX, 26), racconta della valenza politica di Zenone, il quale avrebbe ordito una congiura contro il tiranno della sua città natale (tale Nearco, o Diomedonte).

3 Zenone di Elea (Ζήνων, 495 a.C. – 430 a.C.)
È conosciuto soprattutto per i suoi paradossi formulati in relazione alla tesi della impossibilità del moto. Tre di essi, in particolare, sono noti come "paradosso dello stadio", "paradosso di Achille e la tartaruga", "paradosso della freccia".

4 Zenone di Elea (Ζήνων, 495 a.C. – 430 a.C.)
Lo scopo di essi è quello di dimostrare che accettare la realtà del movimento comporta cadere in contraddizioni logiche gravi. È meglio quindi, da un punto di vista puramente razionale, rifiutare l'esperienza sensibile ed affermare che la realtà è immobile. Questi paradossi implicano il concetto di infinita divisibilità dello spazio ed è questa la ragione per cui hanno ricevuto una notevole attenzione da parte dei matematici.

5 Zenone di Elea (Ζήνων, 495 a.C. – 430 a.C.)
Col primo argomento Zenone sostiene che un corridore non arriverà mai al traguardo. Infatti …

6 Zenone di Elea (Ζήνων, 495 a.C. – 430 a.C.)
per raggiungere un punto preciso, egli deve prima raggiungerne il punto medio. Per giungere ad esso deve arrivare a sua volta al punto medio del punto medio, e ancora al punto medio del punto medio del punto medio, ecc,

7 Zenone di Elea (Ζήνων, 495 a.C. – 430 a.C.)
Ritrovandosi alla fine nello stesso identico punto della partenza. In definitiva, non è mai partito.

8 Zenone di Elea (Ζήνων, 495 a.C. – 430 a.C.)
Il paradosso di Achille e la tartaruga si fonda sullo stesso presupposto di quello precedente: l’infinita divisibilità dello spazio. Supposto che una tartaruga preceda anche di poco il pie’ veloce Achille, questi non la raggiungerà giammai perché, mentre egli si muove per raggiungerla, questa si sarà mossa, anche se di poco, in avanti, per cui l’eroe dovrà prima raggiungere il punto precedente in cui si trovava la testuggine, e, prima ancora, il punto precedente, e così via all’infinito …

9 Zenone di Elea (Ζήνων, 495 a.C. – 430 a.C.)
A mettere in discussione le affermazioni di Zenone interverrà Aristotele, sostenendo che egli si sbagliava poiché lo spazio è divisibile in infiniti punti soltanto in "potenza", e non in "atto". In atto il tempo e lo spazio sono un insieme di punti non distinti tra loro.


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