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Alzheimer e demenza senile

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Presentazione sul tema: "Alzheimer e demenza senile"— Transcript della presentazione:

1 Alzheimer e demenza senile
Dr. Giuseppe Fariselli, Specialista in Oncologia Studio medico via G. Giacosa 71, Milano Tel

2 Alzheimer e demenza senile
Patologie progressive ad esordio prevalentemente senile che comportano demenza Dr. Giuseppe Fariselli

3 La demenza Disturbo organico acquisito delle funzioni intellettive: capacità critica, linguaggio, memoria, orientamento spazio-temporale, pensiero astratto Gino Sandri, Demenza senile per alcool, circa Dr. Giuseppe Fariselli

4 L’encefalo Dr. Giuseppe Fariselli

5 Le demenze Dr. Giuseppe Fariselli

6 Le demenze corticali Alzheimer: precoci alterazioni della memoria
poi afasia (perdita della capacità di produrre o comprendere il linguaggio), agnosia (incapacità a riconoscere forme, odori, oggetti, persone, suoni, in assenza di lesioni degli organi di senso), aprassia (disturbo nell'esecuzione di un movimento finalizzato a uno scopo), perdita del pensiero astratto estesa atrofia corticale Dr. Giuseppe Fariselli

7 Le demenze sottocorticali
Malattia di Parkinson, Corea di Huntington, paralisi sopranucleare progressiva, alcune patologie cerebrali non degenerative: minore perdita della memoria assenza di agnosia, afasia, aprassia più precoce rallentamento dei processi cognitivi con apatia, bradifrenia (rallentamento delle risposte motorie), depressione Dr. Giuseppe Fariselli

8 Altre demenze Carenziale (deficit di B12 e folati, sindrome di Korsakoff-Wernicke da carenza di tiamina negli alcolisti e nell'emodialisi, pellagra da carenza o mancato assorbimento di vitamine del gruppo B, presenti nei cereali, nel latte e nelle verdure freschi) Da encefalopatie tossiche Da disturbi endocrino-metabolici (patologie epatiche, renali, tiroidee) Da infezioni (AIDS, malattia di Whipple con artralgia, demenza, endo/pericardite, febbricola, linfadenopatia, malassorbimento e perdita di peso) Da malattie organiche di varia natura (sclerosi multipla, traumi, tumori) Da prioni Dr. Giuseppe Fariselli

9 Le demenze È affetto da demenza circa il 5% della popolazione over 65 anni, ma addirittura il 30% degli over 85 Dr. Giuseppe Fariselli

10 Demenza FTD Disinteresse per la cura della persona
Familiarità (≅ 50% dei casi) Insorgenza precoce (IV°-V° decade) Iperoralità Ipersessualità Atrofia e degenerazione dei lobi cerebrali frontale e temporale Dr. Giuseppe Fariselli

11 Demenza FTD Insorge talvolta prima dei quaranta anni
È dovuta alla degenerazione delle cellule nervose nella corteccia del lobo frontale, ove risiedono il controllo degli impulsi, la pianificazione, il senso morale I pazienti mostrano spesso alterazioni del comportamento, con discontrollo degli impulsi e disinibizione, che possono avere anche gravi conseguenze da un punto di vista giuridico
 Dr. Giuseppe Fariselli

12 Demenza FTD Afasia Amimia Atteggiamenti stereotipati perseverativi
Bulimia Cristallizzazione del pensiero Delirio Disfasia Disinibizione Dr. Giuseppe Fariselli

13 Demenza vascolare Andamento "a scalino" e quadro clinico di deficit a scacchiera Esordio generalmente brusco Frequentemente associata ad arteriosclerosi Da ischemie che hanno distrutto parte del tessuto cerebrale Dr. Giuseppe Fariselli

14 Vasculopatia aterosclerotica
Dr. Giuseppe Fariselli

15 Insufficienza cerebro-vascolare e steno-occlusioni delle carotidi
Stato di scarsa vascolarizzazione delle strutture del sistema nervoso centrale caratteristico di molte persone anziane le cui arterie sono state danneggiate dall’aterosclerosi Dr. Giuseppe Fariselli

16 La vascolarizzazione dell'encefalo
Il sistema arterioso, che ha origine dalle due carotidi interne e dalle due arterie vertebrali, forma un anello vascolare detto poligono di Willis, che regola le variazioni di pressioni e di portata ematica all'encefalo Il sangue venoso passa dai seni della dura madre alla vena giugulare interna, alla cava superiore, all’atrio destro del cuore Dr. Giuseppe Fariselli

17 Il cervello: arterie Dr. Giuseppe Fariselli

18 Il cervello: vene Dr. Giuseppe Fariselli

19 Il telencefalo visto dall’alto
Dr. Giuseppe Fariselli

20 Demenza da corpi di Lewy
Sintomi: spesso l’esordio della malattia è segnato da: Ricorrenti allucinazioni visive, ne caratterizzano spesso l’esordio Grande variazioni dello stato di allerta e attenzione con fluttuazioni giornaliere e perfino orarie Decadimento cognitivo Disturbi del movimento e tremori indistinguibili da quelli del Parkinson ma spesso più marcati ed invalidanti Dr. Giuseppe Fariselli

21 Demenza da corpi di Lewy
Dr. Giuseppe Fariselli

22 Demenza da corpi di Lewy
Allucinazioni uditive, anosmia, deliri paranoidi e di misidentificazione, disordini cognitivi, disordine comportamentale nel sonno, distonia assiale in avanti o laterale (“sindrome di Pisa”), dolori diffusi e segni paretici che tendono a scomparire, incontinenza urinaria, ipotensione ortostatica, manifestazioni isteriche, rigidità parkinsoniana, sintomi psicoallucinatori, turbe dell’umore Inclusioni intracellulari di alpha-sinucleina e ubiquitina in amigdala, lobo temporale, nuclei sottocorticali, tronco cerebrale presso la sostanza nera Dr. Giuseppe Fariselli

23 Demenza da corpi di Lewy
Le forme di morbo di Parkinson associate o evolute in demenza, definite PDD (Parkinson Dementia Disease), potrebbero essere demenze a corpi di Lewy (depositi di proteina fibrillare che si formano nelle cellule nervose dei nuclei del tronco encefalico e della corteccia) esordite con parkinsonismo Dr. Giuseppe Fariselli

24 Alzheimer Patologia progressiva, ad esordio prevalentemente senile, che comporta una significativa atrofia cerebrale, ammassi neurofibrillari e placche amiloidi (Marktbreit, 14 giugno Breslavia, 19 dicembre 1915) Dr. Giuseppe Fariselli

25 Alzheimer Dr. Giuseppe Fariselli

26 Alzheimer Dr. Giuseppe Fariselli

27 Alzheimer Dr. Giuseppe Fariselli

28 Alzheimer Dr. Giuseppe Fariselli

29 Alzheimer Dr. Giuseppe Fariselli

30 Alzheimer Dr. Giuseppe Fariselli

31 Alzheimer Tranne che in rare forme genetiche familiari "early-onset" (cioè con esordio giovanile), il fattore maggiormente correlato all’incidenza della patologia è l'età Dr. Giuseppe Fariselli

32 Alzheimer L'incidenza è di 2,5 casi ogni persone per la fascia di età tra i 65 e i 69 anni; 9 casi su persone tra i 75 e i 79 anni; 40,2 casi su persone tra gli 85 e gli 89 anni Dr. Giuseppe Fariselli

33 Alzheimer Le persone che ne sono affette vivono in media 8 anni (3-20)
Inizia lentamente con difficoltà nel ricordare eventi recenti o nomi di persone e cose familiari, incapacità di acquisire nuovi ricordi, ripetizione delle stesse domande durante le conversazioni Dr. Giuseppe Fariselli

34 Alzheimer Le persone che ne sono affette vivono in media 8 anni (3-20)
Inizia lentamente con difficoltà nel ricordare eventi recenti o nomi di persone e cose familiari, incapacità di acquisire nuovi ricordi, ripetizione delle stesse domande durante le conversazioni Dr. Giuseppe Fariselli

35 Alzheimer Allo stadio medio il malato non riesce a pensare con chiarezza, non è in grado di gestire le finanze e organizzare una cena, è confuso, ha sbalzi di umore, è irritabile e aggressivo Dr. Giuseppe Fariselli

36 Alzheimer Mentre la malattia progredisce perde la capacità di parlare in modo chiaro, ha problemi a vestirsi, deve essere aiutato a lavarsi e a mangiare, perde la capacità di camminare senza essere sostenuto e la memoria a lungo termine, non ricorda il nome del caregiver principale Dr. Giuseppe Fariselli

37 Alzheimer La deposizione di beta-amiloide sulla membrana dei neuroni innesca un processo infiammatorio con arrivo di macrofagi e neutrofili, le cui citochine, interleuchine e TNF-alfa danneggiano irreversibilmente i neuroni All’interno dei neuroni si accumula Proteina Tau che forma ammassi neurofibrillari Dr. Giuseppe Fariselli

38 Alzheimer Dr. Giuseppe Fariselli

39 Alzheimer Particolarmente colpiti sono i neuroni colinergici delle aree corticali e di quelle sottocorticali dell’ippocampo, che sono fondamentali nell'apprendimento e nella memorizzazione La malattia impedisce ai neuroni di comunicare fra di loro e causa la loro distruzione, con conseguente atrofia progressiva del cervello nel suo complesso Dr. Giuseppe Fariselli

40 Alzheimer? Dr. Giuseppe Fariselli

41 Malattia di Alzheimer Dr. Giuseppe Fariselli

42 Alzheimer Fattori di rischio: Età, educazione, traumi cranici, fumo, ipercolesterolemia, ipertensione Dr. Giuseppe Fariselli

43 Alzheimer È diagnosticata con anamnesi, esame clinico, neurologico e neuropsicologico con test di memoria ed esecutivi La ricerca di beta-amiloide o di proteine ​​tau nel liquido cerebrospinale prevede l'insorgenza del morbo di Alzheimer con una sensibilità tra il 94% e il 100% Per escludere altre patologie possono essere utilizzati TC, RMN, tomografia a emissione di fotone singolo (SPECT) e tomografia ad emissione di positroni (PET) Dr. Giuseppe Fariselli

44 La diagnosi clinica di Alzheimer
La diagnosi clinica di Alzheimer richiede l’esecuzione di test neuropsicologici che esaminano gli 8 ambiti funzionali cognitivi più comunemente compromessi: abilità costruttiva, abilità percettiva, attenzione, capacità funzionali, linguaggio, memoria, orientamento, risoluzione dei problemi Dr. Giuseppe Fariselli

45 La diagnosi strumentale di Alzheimer
Per confermare la diagnosi di Alzheimer in una persona che presenta una forma di demenza ai test neuropsicologici possono essere eseguiti: PET (Tomografia a emissione di positroni) PiB-PET (PET per la sostanza amiloide) Risonanza magnetica volumetrica SPECT (Tomografia a emissione di fotone singolo) Dr. Giuseppe Fariselli

46 PET Dr. Giuseppe Fariselli

47 PiB PET Dr. Giuseppe Fariselli

48 Risonanza magnetica volumetrica
Dr. Giuseppe Fariselli

49 Alzheimer Dr. Giuseppe Fariselli

50 SPECT Dr. Giuseppe Fariselli

51 La terapia dell’Alzheimer
Antiossidanti, FANS, vitamine A, C, E Diidroergotossina, gingko biloba, pentossifillina Farmaci che agiscono sul sistema glutamatergico, come la memantina Inibitori dell'acetilcolinesterasi: fisostigmina, galantamina, neostigmina, rivastigmina Arte e musicoterapia, training di stimolazione cognitiva, comportamentale, emotivo-motivazionale e sociale Dr. Giuseppe Fariselli

52 La demenza senile Dr. Giuseppe Fariselli

53 La demenza senile Diminuzione delle prestazione cognitive (memoria, linguaggio, logica) tale da compromettere le usuali attività (hobby, interessi, lavoro) e relazioni, legata nel 70% dei casi a malattia di Alzheimer, nel 20 % a lesioni cerebrali ischemiche arteriosclerotiche multiple Dr. Giuseppe Fariselli

54 La demenza senile È la conseguenza di altre malattie:
nel 60% della malattia di Alzheimer, con aspettativa di vita > 10 anni. nel 15-20% dei casi si associano Alzheimer e lesioni vascolari nel 10% dei casi da arteriosclerosi cerebrale con lesioni ischemiche (demenza vascolare) nel 5% da malattia di Pick, con atrofia dell'area fronto-temporale, neurofilamenti intracellulari, stati di agitazione psicomotoria afinalistica Dr. Giuseppe Fariselli

55 La demenza senile Dr. Giuseppe Fariselli

56 Invecchiamento cerebrale
I radicali liberi danneggiano il DNA e alterano le pareti dei vasi arteriosi A livello cerebrale si ha riduzione della secrezione di acetilcolina, colina-acetiltransferasi, dopamina, GABA, noradrenalina, serotonina Dr. Giuseppe Fariselli

57 Invecchiamento cerebrale
Disturbo cognitivo, in primis della memoria: amnesia anterograda, globale transitoria (TIA), retrograda, confabulazione, confusione, disorientamento spazio-temporale Dr. Giuseppe Fariselli

58 Invecchiamento cerebrale
Il peso del cervello negli anziani diminuisce per perdita di neuroni e loro diminuzione di volume, che colpisce prevalentemente i lobi frontali e temporali La sostanza bianca subisce con gli anni un processo di rarefazione Le alterazioni possono essere valutate con DTI (Diffusor Tensor Imaging) Dr. Giuseppe Fariselli

59 DTI (Diffusor Tensor Imaging)
Dr. Giuseppe Fariselli

60 Invecchiamento cerebrale
Contemporaneamente alle alterazioni anatomiche si ha un progressivo calo di dopamina e di serotonina Dr. Giuseppe Fariselli

61 Invecchiamento cerebrale
L’invecchiamento cerebrale sarebbe legato ad alterazioni della permeabilità della barriera emato-encefalica (cellule endoteliali dei capillari, membrana basale, periciti, astrociti) causate dai radicali liberi Dr. Giuseppe Fariselli

62 Invecchiamento cerebrale
Questo, associato a deposito di amiloide e a ridotta produzione di neurotrofine, determina danno acuto o cronico, reversibile o irreversibile, con perdita anche del 50% dei neuroni e degli oligodendrociti Dr. Giuseppe Fariselli

63 Invecchiamento cerebrale
Contemporaneamente alle alterazioni anatomiche si ha: Progressivo calo di acetilcolina, β-endorfina, dopamina, GABA, noradrenalina e serotonina L’accumulo di materiali tossici intracellulari ed extracellulari (β amiloide e placche senili) Dr. Giuseppe Fariselli

64 Invecchiamento cerebrale
Imaging: TC e RMN dimostrano atrofia corticale e sottocorticale con ampliamento delle cavità ventricolari PET e fRMN documentano invece una attivazione più elevata (funzioni compensatorie) Dr. Giuseppe Fariselli

65 Invecchiamento cerebrale
Valutazione clinica: Alterazione del ritmo sonno-veglia Andatura a “marcia cauta” Disturbo affettivo con comparsa di depressione Motilità rallentata Accomodazione, forza muscolare, funzioni cognitive, gusto, olfatto, riflessi profondi e superficiali, sensibilità vibratoria, udito, ridotti Dr. Giuseppe Fariselli

66 Invecchiamento cerebrale
Prevenzione e terapia dell’invecchiamento cerebrale, sono analoghe a quelle dell’Alzheimer e della demenza senile Dr. Giuseppe Fariselli

67 La prevenzione di Alzheimer, demenza senile e invecchiamento cerebrale
Avere degli interessi nella vita Avere un’alimentazione corretta Fare movimento Eseguire terapie “vitalizzanti” Iniziare in età giovanile!!! Dr. Giuseppe Fariselli

68 Le terapie rivitalizzanti
Dr. Giuseppe Fariselli

69 Le terapie rivitalizzanti
Drenaggio Catalizzatori e chinoni Rivitalizzazione omeomesoterapica Dr. Giuseppe Fariselli

70 Il drenaggio Degli organi emuntori: nux vomica, populus, chelidonium, berberis, hepar, solidago, phosphorus, psorinum, thyreoidea, tonsilla Del connettivo: galium, myosotis arvensis, pulsatilla, thireoidea Dr. Giuseppe Fariselli

71 Catalizzatori e chinoni
Gli acidi del ciclo di Krebs e i loro sali stimolano i mitocondri a produrre energia I chinoni omeopatizzati neutralizzano i chinoni che si accumulano nelle malattie degenerative danneggiando i tessuti Dr. Giuseppe Fariselli

72 Il ciclo di Krebs Dr. Giuseppe Fariselli

73 I mitocondri Dr. Giuseppe Fariselli

74 I mitocondri Dr. Giuseppe Fariselli

75 I mitocondri Dr. Giuseppe Fariselli

76 I chinoni Sostanze, fisiologicamente presenti nel mitocondri, che hanno la spiccata capacità di legare l’ossigeno In molte patologie degenerative la loro concentrazione aumenta fino a provocare il blocco del ciclo di Krebs I chinoni omeopatizzati sbloccano il ciclo di Krebs Dr. Giuseppe Fariselli

77 La terapia rivitalizzante in omeomesoterapia
Dr. Giuseppe Fariselli

78 La terapia rivitalizzante in omeomesoterapia
Glyoxal, phosphorus, procainum in: 9P, 36S, 3MP, 18V, 20V, 23V, 3 R, 40VB Dr. Giuseppe Fariselli

79 Rivitalizzazione del sistema nervoso
arsenicum album, berberis, equisetum, galium aparine, phosphorus, plumbum metallicum, procainum, solidago, sero-omeoterapia anti tessutale con rene, tessuto nervoso e vasi sanguigni In: 23V e 25VB (rene) + 15V e 14VC (vasi) Dr. Giuseppe Fariselli

80 Alzheimer e demenza senile
Dr. Giuseppe Fariselli


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