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Socilogo e antropologo francese ( nato a Épinal nel 1858- e morì a Parigi nel 1917). Professore di sociologia a Bordeaux e Parigi, fu fondatore (nel.

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3 Socilogo e antropologo francese ( nato a Épinal nel 1858- e morì a Parigi nel 1917). Professore di sociologia a Bordeaux e Parigi, fu fondatore (nel 1886) e animatore di Année sociologique. La sua produzione scientifica lo colloca fra i massimi esponenti delle rinnovate scienze sociali europee. D. rivendica anzitutto l'autonomia di contenuti e di metodi della sociologia rispetto alla tendenza a estendere allo studio degli uomini in società le regole e le leggi di sviluppo proprie delle scienze naturali.antropologo

4 Critico del biologismo, afferma il primato del «fatto sociale» anche nei confronti della psicologia, dimostrando come persino fenomeni tradizionalmente indagati a partire dalla sfera della soggettività debbano essere interpretati muovendo dalla loro configurazione sociologica. Esemplare è in materia la ricerca che dimostra con inoppugnabile rigore statistico il nesso fra declino della solidarietà e del sentimento di appartenenza comunitaria (anomia) e propensione a un tipo di suicidio – «anomico», appunto – del tutto diverso dal suicidio «altruistico» e da quello «egoistico», prodotto di una disperata rivolta contro il rifiuto tipico il suicidio d'amore. E.D. appartiene la prima compiuta definizione proprio del concetto di anomia come situazione di crisi del sistema di norme e valori capace di garantire la coesione di un aggregato sociale. Una crisi cui sarebbero particolarmente esposte proprio quelle società della modernità industriale caratterizzate da un'accentuata divisione del lavoro e specializzazione delle funzioni.

5 Al centro della teoria di D. è, insomma, una visione complessa dell'evoluzione sociale – fuori delle ingenuità e degli schematismi della vecchia sociologia positivistica – che tende a ricondurre al fatto sociale la stessa coscienza individuale. La società si presenta quindi, nell'approccio di D., come un insieme superindividuale, a forte connotazione etica e in cui centrale è la dimensione delle norme e delle istituzioni. In questa prospettiva, le relazioni fra soggetto individuale e aggregato sociale possono essere regolate da forme di solidarietà «meccanica» o, viceversa, da dinamiche secondarie, connesse alla divisione del lavoro e a più articolate funzioni sociali.

6 Critico verso tutte le pretese di individuare leggi dello sviluppo storico, D. inaugura – anche attraverso importantissimi studi etno- antropologici sul mito, il totemismo e la ritualità nelle comunità primitive australiane – un indirizzo di indagine particolarmente attento al significato delle funzioni sociali. Al suo insegnamento si richiameranno infatti, seppure criticamente e con significative distinzioni di metodo, numerosi sociologi ed etnologi di scuola funzionalistica.


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