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Immanuel Kant Königsberg, 1724 Königsberg, 1804

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Presentazione sul tema: "Immanuel Kant Königsberg, 1724 Königsberg, 1804"— Transcript della presentazione:

1 Immanuel Kant Königsberg, 1724 Königsberg, 1804

2 FAMIGLIA DI UMILI ORIGINI
MADRE IMPARTISCE EDUCAZIONE ISPIRATA AL PIETISMO 1740 DOPO L’UNIVERSITÀ DIVIENE PRECETTORE PRIVATO. 1770 CATTEDRA DI LOGICA E METAFISICA 1781 CRITICA DELLA RAGION PURA 1788 CRITICA DELLA RAGIONE PRATICA SUL PROBLEMA MORALE 1790 CRITICA DEL GIUDIZIO PROBLEMA ESTETICO E DEI FINI CHE REGOLANO LA NATURA

3 1795 PER LA PACE PERPETUA SCRITTA IN OCCASIONE DELLA PACE DI BASILEA
1797 LA METAFISICA DEI COSTUMI. ESPOSIZIONE ORGANICA DEL SUO PENSIERO POLITICO 1801 SI RITIRA PER PROBLEMI FISICI DALL’INSEGNAMENTO 1804 MUORE A KONIGSBERG

4 ALTISSIMO SENSO DEL DOVERE
METODICO ORATORE MOLTO BRILANTE FORZAVA A PENSARE DA SÉ SCRITTORE CON UNO STILE PESANTE

5 Risposta alla domanda cos’è l’illuminismo? (1784)
“È L’USCITA DELL’UOMO DALLA SUA COLPEVOLE MINORITÀ. MINORITÀ È L’IMPOTENZA DI SERVIRSI DELLA PROPRIA RAGIONE SENZA LA GUIDA DI UN ALTRO. SAPERE AUDE: ABBI IL CORAGGIO DI SERVIRTI DELLA RAGIONE; QUESTO È IL MOTTO DELL’ILLUMINISMO”

6 Idea universale dal punto di vista cosmopolitico (1784)
“IL MEZZO DI CUI LA NATURA SI SERVE PER ATTUARE LO SVILUPPO DI TUTTE LE SUE DISPOSIZIONI È L’ANTAGONISMO DEGLI INDIVIDUI, IN QUANTO ESSO È LA CAUSA DELL’ORDINAMENTO CIVILE DELLA SOCIETÀ” ANTAGONISMO INSOCIEVOLE-SOCIEVOLEZZA

7 TESI IV : Il mezzo di cui la natura si serve per attuare lo sviluppo di tutte le sue disposizioni, è il loro antagonismo nella società, in quanto però tale antagonismo sia da ultimo la causa di un ordinamento civile della società stessa “Senza la condizione, in sé certo non desiderabile, della insocievolezza, da cui sorge la resistenza che ognuno nelle sue pretese egoistiche deve necessariamente incontrare, tutti i talenti rimarrebbero in eterno chiusi nei loro germi in una vita pastorale arcadica di perfetta armonia, frugalità, amore reciproco: gli uomini, buoni come le pecore che essi menano al pascolo, non darebbero alla loro esistenza un valore maggiore di quello che ha questo loro animale domestico; essi non colmerebbero il vuoto della ' creazione rispetto al loro fine di esseri razionali.

8 Siano allora rese grazie alla natura per la intrattabilità che genera, per la invidiosa emulazione della vanità, per la cupidigia mai soddisfatta di averi o anche di dominio! Senza di esse tutte le eccellenti disposizioni naturali insite nell'umanità rimarrebbero eternamente assopite senza svilupparsi. L'uomo vuole la concordia; ma la natura sa meglio di lui ciò che è buono per la sua specie: essa vuole la discordia. L'uomo vuol vivere comodamente e piacevolmente; ma la natura vuole che egli esca dallo stato di pigrizia e di soddisfazione inattiva, affronti dolori e fatiche per inventare ancora i mezzi onde liberarsi con la sua abilità anche da essi.

9 “Gli impulsi naturali che lo spingono a ciò, le fonti della insocievolezza e della generale rivalità sono causa di molti mali, ma questi però spingono a nuova tensione di sforzi, a un maggior sviluppo delle disposizioni naturali, e quindi rivelano l'ordine di un saggio Creatore e non la mano di uno spirito maligno che abbia guastato o rovinato per gelosia la magnifica opera dell'universo.”

10 Diritto PER REGOLAMENTARE “LA COESISTENZA DELLE SINGOLE VOLONTÀ E DEI SINGOLI ARBITRII”.

11 “il supremo fine della natura, cioè lo sviluppo di tutte le facoltà umane”
“LA MASSIMA LIBERTÀ LA PIÙ RIGOROSA DETERMINAZIONE DEI LIMITI DELLA LIBERTÀ DI CIASCUNO, AFFINCHÈ POSSA COESISTERE CON LA LIBERTÀ DI TUTTI GLI ALTRI”

12 “A subire questo stato di coazione l'uomo, a cui pure la libertà senza limiti sarebbe così cara, è costretto dalla necessità, e precisamente dalla maggiore di tutte le necessità, quella di sottrarsi ai mali che gli uomini si recano a vicenda. Le loro tendenze fanno sì che essi non possano durare a lungo assieme in selvaggia libertà.”

13 ANTAGONISMO=POSITIVO
“Solo nel chiuso recinto della società civile anche siffatti impulsi danno il migliore effetto, così come gli alberi in un bosco, per ciò che ognuno cerca di togliere aria e sole all'altro, si costringono reciprocamente a cercare l'una e l'altro al disopra di sé e perciò crescono belli e diritti, mentre gli alberi che in libertà e lontani tra loro mettono rami a piacere, crescono storpi, storti e tortuosi. Ogni cultura e arte, ornamento dell'umanità, il migliore ordinamento sociale sono frutti della insocievolezza, la quale si costringe da se stessa a disciplinarsi e a svolgere interamente i germi della natura con arte forzata.”

14 giusnaturalismo “IL PASSAGGIO DALLO STATO NATURALE ALLO STATO CIVILE COSTITUISCE PER KANT UN DOVERE MORALE”.

15 “la prima cosa che si è obbligati ad ammettere, se non si vuole rinunciare ad ogni concetto di diritto, è la proposizione fondamentale: l’uomo deve uscire dallo stato di natura, nel quale ognuno segue i capricci della propria fantasia, e unirsi con tutti gli altri (coi quali egli non può evitare di trovarsi in relazione reciproca) sottomettendosi a una costrizione esterna pubblicamente legale […]; vale a dire che ognuno deve, prima di ogni altra cosa, entrare in uno stato civile”

16 il binomio che caratterizza il diritto: LIBERTÀ-COAZIONE

17 LIBERTÀ = GIUSTIZIA ORDINAMENTO GIUSTO GARANTISCE A TUTTI I CONSOCIATI UNA SFERA DI LIBERTÀ PONE DEI LIMITI INVALICABILI ALLE ALTRUI PREVARICAZIONI

18 “un’azione è giusta quando per mezzo di essa, o secondo la sua massima, la libertà dell’arbitrio di uno può sussistere colla libertà di ogni altro secondo una legge universale”

19 LEGISLAZIONE POSITIVA
“Solo il diritto naturale, in quanto diritto razionale (ovvero ricavato dalla ragione), può servire a costruire una società giusta, cioè una società che garantisca a tutti la più ampia libertà possibile, nella misura in cui riesca a tradurre nella realtà, ovvero a far penetrare nella legislazione positiva, quel medesimo diritto naturale o razionale”

20 PROPRIETÀ ESISTE NELLO STATO DI NATURA CARATTERE PROVVISORIO
PER TUTELARLA L’UOMO ENTRA NELLO STATO CIVILE ACQUISTA CARATTERE PERENTORIO

21 Postulato della ragion pratica
“Non possono esistere cose che non siano di nessuno perché ciò significherebbe che esistono parti del mondo esterno che l’uomo non può utilizzare per raggiungere i propri fini”

22 Congetture sull’origine della storia (1786)
“l’ultimo passo col quale la ragione ha finito di elevare completamente l’uomo al di sopra degli animali fu quello di fargli comprendere che egli era veramente lo scopo della natura e che nessun essere che vive sulla terra poteva in ciò competere con lui” “Quando egli disse per la prima volta alla pecora: «la lana che tu porti, la natura non l’ha data per te ma per me» quando egli la spogliò e se ne vestì (Gen., III, 21) riconobbe di avere per natura al di sopra di tutti gli animali il privilegio di non considerarli più come suoi compagni nella creazione, ma come dei mezzi e degli strumenti abbandonati dalla natura al suo arbitrio per servirsene secondo i suoi scopi. Questa idea implicava, sia pure confusamente, anche la proposizione opposta: che egli non poteva tenere questo linguaggio ad un altro uomo ma doveva considerarlo come eguale partecipante ai doni della natura”

23 “L’UOMO DEVE CONSIDERARE I PROPRI SIMILI COME FINI, E LE COSE DEL MONDO ESTERNO COME MEZZI”

24 MOMENTI ACQUISTO ORIGINARIO O OCCUPAZIONE
“apprensione di un oggetto che non appartiene a nessuno; la dichiarazione che io voglio possedere quella cosa e ne proibisco l’uso a ogni altro; l’appropriazione, come atto che emana da una volontà esternamente e universalmente legislatrice, per la quale ognuno è costretto ad accordarsi col mio proprio arbitrio”

25 “QUANDO IO PRENDO POSSESSO DI UNA COSA, POSSO FARLO IN VIRTÙ DI DUE CONDIZIONI: DELLA COMUNITÀ ORIGINARIA (IDEALE) ALLA QUALE IO PARTECIPO INSIEME A TUTTI GLI ALTRI INDIVIDUI, E DEL FATTO CHE GLI ALTRI INDIVIDUI, IN QUANTO NON SI OPPONGONO ALLA MIA PRESA DI POSSESSO, RINUNCIANO AD USARE QUELLA COSA, E RICONOSCONO IMPLICITAMENTE IL MIO POSSESSO”

26 ESSENZA INTERSOGGETTIVA DELLA PROPRIETÀ
No correlata al lavoro

27 PROPRIETÀ: POSTO CENTRALE NEL PENSIERO GIURIDICO-POLITICO DI KANT
PRIMO OBIETTIVO: ASSICURARE ALL’INDIVIDUO LA SFERA PIÙ AMPIA DI LIBERTÀ

28 “UN INDIVIDUO È TANTO PIÙ LIBERO QUANTO PIÙ RIESCE A CONQUISTARSI, MEDIANTE LA PROPRIA ATTIVITÀ E DILIGENZA, UN AMBITO NEL QUALE NON DIPENDE DA NESSUNO, E CHE GLI PERMETTE DI VIVERE SECONDO I SUOI DESIDERI, LE SUE INCLINAZIONI, IL SUO CARATTERE”

29 LO STATO CIVILE, CONSIDERATO COME STATO GIURIDICO, DEVE ESSERE FONDATO SUI SEGUENTI PRINCIPI A PRIORI: 1) LA LIBERTÀ DI OGNI MEMBRO DELLA SOCIETÀ IN QUANTO UOMO; 2) L’UGUAGLIANZA DI ESSO CON OGNI ALTRO, IN QUANTO SUDDITO; 3)L’INDIPENDENZA DI OGNI MEMBRO DI UN CORPO COMUNE, IN QUANTO CITTADINO.

30 LIBERTÀ “Nessuno mi può costringere ad essere felice a suo modo (come cioè egli si immagina il benessere degli uomini), ma ognuno può ricercare la sua felicità per la via che a lui sembra buona, purchè non rechi pregiudizio alla libertà degli altri di tendere allo stesso scopo, in guisa che la sua libertà possa coesistere con la libertà di ogni altro secondo una possibile legge universale (cioè non leda questo diritto degli altri)”

31 Il dispotismo “è una costituzione che toglie ai sudditi ogni loro facoltà di scelta e di giudizio. Un despota che rende felici i suoi sudditi, li rende felici solo secondo il suo proprio parere, senza chiedere consiglio al parere loro”

32 “OGNI UOMO…CERCA LA PROPRIA FELICITÀ ED È CON L’INTENZIONE DI PROMUOVERE QUESTA FELICITÀ CH’EGLI ENTRA ANCHE NELL’UNIONE CIVILE. MA NON INTENDE AFFATTO CHE LO STATO STABILISCA IN CHE COSA EGLI DEBBA RIPORRE LA SUA FELICITÀ, BENSÌ VUOLE, AL CONTRARIO, PROVVEDERVI LUI STESSO. LO STATO DEVE SOLTANTO GARANTIRLO CONTRO COLORO CHE POTREBBERO OSTACOLARLO IN QUESTO SUO PERSONALE PROMUOVIMENTO DELLA PROPRIA FELICITÀ”

33 ORDINANZA DEL PRINCIPATO DI BADEN (1776) SI STABILIVA CHE AL CONSIGLIO DI CORTE COMPETEVA LA VIGILANZA SUI SUDDITI E DUNQUE IL COMPITO «DI TRATTENERLI DALL'ERRORE E DI RICONDURLI SULLA RETTA VIA, NONCHÉ DI INSEGNAR LORO, ANCHE CONTRO LA LORO VOLONTÀ, IL MODO IN CUI DEVONO ORGANIZZARE L'ECONOMIA DOMESTICA, COLTIVARE I CAMPI ED ALLEVIARE A SE STESSI, MEDIANTE UNA CONDIZIONE ECONOMICA PIÙ PRODUTTIVA DELL'AZIENDA, GLI ONERI DEI TRIBUTI DA LORO DOVUTI LEGGI SUL LUSSO: REGOLAVANO NEI MINIMI PARTICOLARI IL MODELLO E IL COSTO DEGLI ABITI A SECONDA DELL'ETÀ, DEL SESSO E DEL CETO SOCIALE, E STABILIVANO IL NUMERO DEGLI OGGETTI DI ARREDAMENTO, DELLE CARROZZE, DEI DOMESTICI E PERFINO DELLE PIETANZE, BEVANDE ED OSPITI IN OCCASIONE DI FESTE PUBBLICHE, PRIVATE E FAMILIARI.

34 EGUAGLIANZA DEGLI UOMINI IN QUANTO SUDDITI
SIGNIFICA CHE TUTTI GLI UOMINI DEVONO ESSERE EGUALMENTE SOTTOPOSTI ALLE LEGGI, AVERE GLI STESSI DIRITTI E GLI STESSI OBBLIGHI

35 “Ogni membro dello Stato deve poter pervenire in esso a quel grado di posizione sociale (accessibile a un suddito) al quale possono elevarlo il talento, la sua operosità e la sua fortuna, senza trovar ostacolo negli altri sudditi che invocano prerogative ereditarie (quasi avessero il privilegio di una determinata classe sociale) per tenere perpetuamente soggetti a sé lui i suoi discendenti”

36 NOBILTÀ EREDITARIA “è un rango che passa avanti al merito, e non gli lascia inoltre nessun motivo di sperare; è una cosa immaginaria senza nessuna realtà. Perché, se anche l’antenato aveva qualche merito, egli non ha potuto trasmetterlo con la nascita ai suoi discendenti, ma bisogna che questi se lo acquistino da loro stessi, perché la natura non ha combinato le cose in modo che il talento e la volontà, per mezzo dei quali si possono rendere dei servizi allo Stato, fossero anche ereditari”

37 INDIPENDENZA “«ognuno nasce come cittadino potenziale»
«perch’egli diventi un cittadino effettivo, deve avere un reddito, o di merito o di sostanze»”

38 ELETTORATO ATTIVO E PASSIVO
POSIZIONE ECONOMICA E CENSO CITTADINO ATTIVO: PADRONE DI SÉ (SUI JURIS) E QUINDI AVERE UNA QUALCHE PROPRIETÀ CHE PROCURI I MEZZI PER VIVERE

39 “CITTADINO: ATTIVITÀ, PROFESSIONALE, SCIENTIFICA, ARTISTICA, CHE GLI ASSICURI UNA VITA ECONOMICA AUTONOMA. OPERARII: DOMESTICI, GARZONI DI BOTTEGA, PRECETTORI PRIVATI, CHI LAVORA A GIORNATA NO CITTADINO PLENO JURE. CONSOCIATI SOTTO LA PROTEZIONE DELLO STATO. ARTIFICES E CHE QUINDI POSSONO ALIENARE UN OPUS (COME L’ARTIGIANO, IL FITTAVOLO, L’INSEGNANTE, L’ARTISTA ECC. CITTADINI IN SENSO PIENO”.

40 “I CITTADINI ATTIVI: DIVIETO DI EMANARE LEGGI CHE IMPEDISCANO IL PASSAGGIO DI STATUS
MOBILITÀ SOCIALE: DEVE ESSERE POSSIBILE DIVENTARE CITTADINI ATTIVI GRAZIE ALLE PROPRIE CAPACITÀ E AL PROPRIO LAVORO”

41 LEGGI «non debbono essere contrarie alle leggi naturali della libertà, e della conseguente eguaglianza di tutti i membri del popolo nel poter elevarsi dal loro stato passivo ad uno stato attivo».

42 GOVERNANTI E GOVERNATI: IL PROBLEMA DEL CONSENSO
LO STATO DI DIRITTO SI DEVE FONDARE SUL CONSENSO CRITERIO DELLA MAGGIORANZA DEI VOTI MAGGIORANZA DEI VOTI= MAGGIORANZA DEI DELEGATI O DEI DEPUTATI CHE RAPPRESENTANO IL POPOLO

43 GIUSTIFICAZIONE CONSENSO
ALL’“ORIGINE DELLA SOCIETÀ CIVILE UN CONTRATTO ORIGINARIO, …..COME UNIONE DI TUTTE LE VOLONTÀ PARTICOLARI E PRIVATE DI UN POPOLO IN UNA VOLONTÀ COMUNE E PUBBLICA”

44 CONTRATTO “Questo contratto….è invece una semplice idea della ragione, ma che ha indubbiamente la sua realtà (pratica): cioè la sua realtà consiste nell’obbligare ogni legislatore a far leggi come se esse dovessero derivare dalla volontà comune di tutto un popolo e nel considerare ogni suddito, in quanto vuole essere cittadino, come se egli avesse dato il suo consenso a una tale volontà. Questo infatti è la pietra di paragone della legittimità di una qualsiasi legge pubblica”

45 DISCREZIONE SOVRANO “se solo è possibile che un popolo consenta tale legge, allora si ha anche il dovere di tenerla per giusta, anche se al momento il popolo si trovasse in una tale situazione o in un tale stato d’animo che, se fosse su ciò interpellato, con ogni probabilità negherebbe il suo assenso”

46 “Lo stato civile….è la sottomissione alle leggi in quanto si è sudditi ma colui che sta alla sommità e a cui tutti gli altri sono sottomessi, non è suddito e si trova fuori dallo stato civile….egli è pertanto libero dall’obbligazione e osservanza giuridica”

47 DIRITTO DI RESISTENZA “Se, pertanto, un popolo sotto una data legislazione positiva dovesse giudicare con ogni probabilità compromessa la sua felicità cosa dovrebbe fare? Ribellarsi? La risposta può essere una sola: a quel popolo non rimane che obbedire. Ne segue che ogni resistenza al supremo potere legislativo, ogni rivolta diretta a tradurre in atto il malcontento dei sudditi…… è il più grande e il più punibile dei delitti che si possa commettere nel corpo comune, essendo quello che ne distrugge le fondamenta.”

48 “E questo divieto è assoluto, tanto che, se anche quel potere o chi lo rappresenta, il capo dello Stato, avesse violato il contratto originario e perduto così, a giudizio dei sudditi, il diritto di essere legislatore, per avere autorizzato il governo a condursi in modo interamente tirannico, ciò nonostante non sarebbe affatto lecito al suddito far resistenza a titolo di rappresaglia.”

49 “perché il popolo fosse autorizzato alla resistenza, dovrebbe esistere una legge pubblica che la permettesse, vale a dire la legislazione sovrana dovrebbe contenere in se stessa una proposizione, secondo la quale essa non sarebbe più sovrana, e il popolo, come suddito, sarebbe dichiarato in un solo e medesimo giudizio sovrano di colui al quale è soggetto, il che si contraddice”

50 “IN BUONA SOSTANZA: IL POPOLO È TENUTO SEMPRE E COMUNQUE AD UBBIDIRE ALLE LEGGI, ANCHE NEL CASO CHE ESSO NON LE APPROVI; IL SOVRANO PUÒ E DEVE AGIRE IN PIENA INDIPENDENZA DAL POPOLO, POICHÉ EGLI CONOSCE ASSAI MEGLIO DEL POPOLO MEDESIMO QUALE DEBBA ESSERE LA VOLONTÀ DI QUEST’ULTIMO”

51 LIBERTÀ DI PENNA “tenuta nei limiti del rispetto e dell’amore per la costituzione sotto la quale si vive dai sentimenti liberali che ispirano i sudditi (le cui penne si limitano reciprocamente da sé per non perdere tale libertà) – è l’unico palladio dei diritti del popolo”

52 “PER USO PUBBLICO DELLA PROPRIA RAGIONE L’USO CHE UNO NE FA COME STUDIOSO DAVANTI ALL’INTERO PUBBLICO DEI LETTORI. CHIAMO INVECE USO PRIVATO DELLA RAGIONE QUELLO CHE ALCUNO PUÒ FARNE IN UN CERTO IMPIEGO O FUNZIONE CIVILE A LUI AFFIDATA”

53 “LIBERTÀ DEL PUBBLICO COLTO DI MANIFESTARE IL PROPRIO PENSIERO: NEL LUNGO PERIODO FINISCE PER INCIDERE SULLO SPIRITO PUBBLICO E «DA ULTIMO ANCHE SU PRINCÌPI DEL GOVERNO, CHE FINISCE PER COMPRENDERE CHE È PER LUI VANTAGGIOSO TRATTARE L’UOMO […] IN MODO CONFORME ALLA SUA DIGNITÀ»”

54 GOVERNO TIRANNICO KANT NON PROPONE ALCUNA REALE SOLUZIONE

55 FORME DI STATO Forma imperii (forma del dominio)
secondo la differenza delle persone che rivestono il potere supremo AUTOCRAZIA ARISTOCRAZIA DEMOCRAZIA

56 FORME DI STATO Forma regiminis (forma del governo)
secondo il modo di governare il popolo da parte del sovrano REPUBBLICANO DISPOTICO

57 REGIME REPUBBLICANO LIBERTÀ EGUAGLIANZA INDIPENDENZA
SEPARAZIONE DEI POTERI

58 “IL VERO POTERE SOVRANO È IL LEGISLATIVO, AL QUALE L’ESECUTIVO È SOTTOMESSO (ANCHE PER QUANTO RIGUARDA LA GUERRA, CHE NON PUÒ ESSERE DICHIARATA SENZA IL CONSENSO DEI RAPPRESENTANTI DEL POPOLO) PERCIÒ IL LEGISLATIVO PUÒ ANCHE TOGLIERE ALL’ESECUTIVO IL SUO POTERE, DEPORLO O RIFORMARE LA SUA AMMINISTRAZIONE. INFINE, NEL REGIME REPUBBLICANO NÉ IL SOVRANO O LEGISLATIVO, NÉ IL REGGITORE O ESECUTIVO POSSONO GIUDICARE”

59 “IL DISPOTISMO È CARATTERIZZATO DALL’ESECUZIONE ARBITRARIA DELLE LEGGI CHE LO STATO SI È DATO, E IN ESSO LA VOLONTÀ PUBBLICA È MANEGGIATA DAL SOVRANO COME SUA PROPRIA VOLONTÀ PRIVATA”

60 GIUDIZIARIO “Il popolo si giudica da sé per mezzo dei suoi concittadini, che esso nomina a questo effetto, con una libera scelta, come suoi rappresentanti, per ogni atto particolare […] Soltanto il popolo, dunque, può, quantunque in modo indiretto, per mezzo dei suoi rappresentanti da lui stesso nominati [nella giuria], giudicare ognuno dei suoi”

61 MONARCHIA RAPPRESENTATIVA
LEGISLATIVO AL POPOLO PER MEZZO DEI RAPPRESENTANTI

62 Rivoluzione francese STRAVOLSE LA SUA VITA METODCA RIFIUTA LA VIOLENZA
PARLA «DELL’IMPRESA DI UNA TOTALE TRASFORMAZIONE DI UN GRANDE POPOLO IN UNO STATO»

63 LA RELIGIONE ENTRO I LIMITI DELLA SOLA RAGIONE (1793)
CONTRO TESI DELL’IMMATURITÀ DEL POPOLO “Confesso che non riesco a riconoscermi nell’espressione: un certo popolo (che sta per realizzare la sua libertà giuridica) non è maturo per la libertà, servi della gleba di un proprietario terriero non sono maturi per la libertà; e così gli uomini in generale non sono maturi per la libertà religiosa. Ma con questo presupposto la libertà non arriverà mai, perchè non si può diventare maturi per essa, se prima non ci si è posti nella libertà (occorre essere liberi per potersi servire delle proprie forze liberamente, secondo fini ragionevoli)”

64 “SI PUÒ DIVENTARE MATURI PER LA LIBERTÀ SOLO SE LA SI CONQUISTA”

65 “Quell’avvenimento…..è infatti troppo grande, troppo intimamente connesso all’interesse dell’umanità e troppo esteso, nella sua influenza a tutte le parti del mondo, perché in qualsiasi ricorrere di circostanze favorevoli esso non debba ritornare al ricordo dei popoli e non debba essere ridestato al fine di ripetere nuovi tentativi del genere, dato che in una questione tanto importante per il genere umano la costituzione a cui si mira deve pur raggiungere un giorno quella stabilità che l’insegnamento di numerose esperienze non potrà mancare di operare negli animi di tutti”

66 ESECUZIONE DI LUIGI XVI
“COME UN ABISSO…CHE INGHIOTTE TUTTO SENZA RESTITUIRE NULLA, È COME UN SUICIDIO DELLO STATO, È UN DELITTO CHE SEMBRA NON POSSA ESSERE RISCATTATO DA NESSUNA ESPIAZIONE”

67 “essa realizza concretamente, per la prima volta nella società moderna, quei principi sociali e politici (fondamentali per una costituzione repubblicana) che egli era venuto elaborando attraverso una lunga, complessa e tormentata riflessione durata alcuni decenni”

68 COSTITUZIONE INGLESE “NON ESISTE LA REALE LIBERTÀ PERCHÉ IL PARLAMENTO NON È VERAMENTE IN GRADO DI LIMITARE LE DECISIONI DEL MONARCA MONARCA NON CHIEDE AUTORIZAZIONE PER ENTRATA IN GUERRA RUOLO IMPORTANTE NOBILTÀ”

69 GRANDE PROPRIETÀ FONDIARIA DI CHIESA E NOBILTÀ: CONTRARIA AL DIRITTO – DA SOPPRIMERE

70 SERVITÙ DELLA GLEBA “nessuno può obbligarsi con un contratto a una dipendenza tale che egli cessi perciò di essere una persona, perché soltanto come persona egli può stipulare contratti. Un individuo può obbligarsi soltanto a lavori determinati per la qualità e anche per il grado non a una cessione illimitata della propria persona”

71 “il cammino dell’umanità verso un ordine civile razionale è ineluttabile, come ineluttabile è il progresso della specie umana”

72 Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico (1784)
“nel gioco della libertà umana, considerato in grandi proporzioni, vi è un ordine per cui ciò che nei singoli individui si rivela confuso e irregolare, nella totalità della specie può essere riconosciuto come sviluppo continuato e costante, anche se lento, delle sue tendenze originarie”

73 “i singoli individui e i popoli, pur perseguendo i loro particolari fini, ognuno a suo modo e spesso in contrasto con gli altri, procedano in realtà inavvertitamente secondo il filo conduttore di un disegno della natura e promuovano quell’avanzamento che essi stessi ignorano. Sicché compito del filosofo è quello di scoprire, nel contradditorio corso delle cose umane, quel disegno della natura che si realizza attraverso le azioni degli individui e dei popoli, senza che essi ne abbiano consapevolezza alcuna. C’è quindi un filo conduttore nella storia che il filosofo deve rintracciare”

74 ETEROGENESI DEI FINI “gli uomini, ricercando il proprio utile, pervengono a risultati diversi e non previsti, che concorrono tutti alla formazione di una società fondata sul diritto”

75 “SOLO LA SOCIETÀ CIVILE PUÒ GARANTIRE UNA SFERA DI LIBERTÀ LA PIÙ AMPIA POSSIBILE, E AL TEMPO STESSO GARANTIRE, ATTRAVERSO LE LEGGI, CHE LA MIA SFERA DI LIBERTÀ NON PREVARICHI SU QUELLA DEGLI ALTRI, O QUELLA DEGLI ALTRI SULLA MIA, IN MODO TALE CHE LE VARIE LIBERTÀ POSSANO COESISTERE TRA LORO”

76 “LA SOCIETÀ CIVILE IN QUANTO ORDINAMENTO RAZIONALE, CAPACE DI ASSICURARE NEL PIÙ ALTO GRADO LA LIBERTÀ E LA CREATIVITÀ DELL’UOMO, È QUINDI PER KANT TANTO UN IDEALE, CIOÈ UN OBIETTIVO DA RAGGIUNGERE, QUANTO UNA META GARANTITA DALLA NATURA, PERCHÉ ISCRITTA NEL SUO DISEGNO TELEOLOGICO”

77 Riferimenti bibliografici
G. Bedeschi (a cura di), Kant, Bari/Roma, Laterza, 1994 G. Bedeschi, Kant, in A. E. Baldini (a cura di), Il pensiero politico dell'età moderna: da Machiavelli a Kant, Torino, UTET libreria, 1999, pp M. D’Addio, Storia Delle Dottrine Politiche, vol. II, Genova, ECIG, 1996, pp C. Galli (a cura di), Manuale di storia del pensiero politico, Bologna, Il Mulino, 2001, pp


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