La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Metodologia della ricerca in psicologia dello sviluppo

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Metodologia della ricerca in psicologia dello sviluppo"— Transcript della presentazione:

1 Metodologia della ricerca in psicologia dello sviluppo
1° semestre  TURNO B  (5-9) CFU: 3 Ore di lezione: 20 Ore di esercitazione: 8 Prof.ssa Nicoletta Salerni Orario Ricevimento Studenti: Martedì

2 Metodologia della ricerca in psicologia dello sviluppo
ESERCITAZIONI: non obbligatorie, cui sono ammessi gli studenti che frequentano almeno 12 ore delle lezioni del corso Se positivamente valutate, comportano un incremento della votazione finale pari a 1 punto (valevoli un A.A.)

3 Metodologia della ricerca in psicologia dello sviluppo
GRUPPI Lun 16/ A Mer 18/ A Lun 23/ A Mer 25/ A Lun 16/ B Mer 18/ B Lun 23/ B Mer 25/ B Mar 17/ C Gio 19/ C Mar 24/ C Gio 26/ C Mar 17/ D Gio 19/ D Mar 24/ D Gio 26/ D

4 Metodologia della ricerca in psicologia dello sviluppo
MODALITÀ D’ESAME Prova di accertamento scritta  domande con risposta a scelta multipla + un esercizio Prova orale  obbligatoria solo per gli studenti che non hanno svolto le esercitazioni

5 Metodologia della ricerca in psicologia dello sviluppo
PROGRAMMA D’ESAME D’Odorico L. (1990). L’osservazione del comportamento infantile. Milano: Cortina (Capp. 1 e 2; pp. 1-25) D’Odorico L. (1995). Sperimentazione e alternative di ricerca. Milano: Cortina (Capp. 1 e 2; pp ) Letture consigliate Fasolo M. (2006). La ricerca in psicologia dello sviluppo: tecniche ed esercizi. Roma: Carocci

6 Esperimento scientifico
Un ricercatore vuole esaminare la distribuzione dei nomi e dei verbi nell’input linguistico materno rivolto ai bambini in una precisa tappa dello sviluppo lessicale, al fine di verificare se il pattern qualitativo di tale input risulti coerente con la composizione del vocabolario produttivo infantile. 30 coppie madre-bambino sono state osservate in laboratorio durante una sessione di gioco libero della durata di 30 minuti, in corrispondenza di un’ampiezza del vocabolario dei bambini di circa 200 parole. A partire dal materiale videoregistrato gli enunciati prodotti sia dalle madri che dai bambini sono stati trascritti e, successivamente, sono stati individuati tutti i nomi comuni e i verbi diversi prodotti da entrambi. I risultati mostrano che i bambini producono più nomi comuni che verbi mentre il linguaggio che le madri rivolgono loro non sembra essere caratterizzato da una sostanziale presenza di nomi diversi piuttosto che di verbi.

7 Esperimento scientifico
Un ricercatore si propone di verificare la possibilità che il neonato non solo sia in grado di discriminare e riconoscere i volti, ma anche di coglierne alcune somiglianze percettive. Conduce un esperimento utilizzando una versione modificata della tecnica dell'abituazione in cui, dopo una prima fase di familiarizzazione ad un volto schematico, veniva presentata una coppia di stimoli entrambi nuovi: in un caso le componenti interne del volto presentavano caratteristiche percettive simili a quelle del volto familiare, nell'altro le componenti interne erano del tutto nuove. Si ipotizzava che il neonato riconoscesse la somiglianza delle componenti e preferisse guardare il volto in cui le componenti interne erano del tutto nuove. Due diversi gruppi di neonati sono stati abituati ad un volto in cui le componenti interne erano costituite da tre blob neri di forme chiusa quadrangolare, rispettivamente quadrati (gruppo 1) e rombi (gruppo 2). Nella fase di violazione dell'aspettativa (fase test) è stato presentato un volto costituito da nuove componenti quadrangolari (rombi per il gruppo 1; quadrati per il gruppo 2) e un volto formato da nuove componenti a forma di croce (sia per il gruppo 1 che per il gruppo 2). I neonati hanno mostrato di preferire lo stimolo volto in cui le componenti erano del tutto nuove.

8 Esperimento scientifico
Registrazione di osservazioni, di natura quantitativa o qualitativa, condotta in condizioni prestabilite (controllate?) attraverso operazioni definite e registrabili, seguita dall’esame dei dati per mezzo di appropriate regole matematiche e statistiche allo scopo di individuare delle relazioni significative

9 Fenomeni e Variabili Un fenomeno può essere un qualsiasi evento in tutta la sua complessità Per studiarlo sperimentalmente dobbiamo eliminare una parte della sua complessità Dobbiamo trasformare il fenomeno in una o più variabili selezionate

10 Fenomeni e Variabili Variabile: qualsiasi proprietà di un evento reale che sia misurabile (attributo del fenomeno che appartiene alla realtà) Le variabili sono collegate ai concetti teorici per mezzo delle definizioni operazionali usate per misurare i concetti stessi

11 Variabili Concettuali e Variabili Operative
Definizione operazionale: descrizione di un procedimento che specifica il significato del concetto Variabili concettuali: sono il prodotto dell’elaborazione teorica che guida la progettazione di un esperimento Variabili operative: eventi/comportamenti osservabili

12 Criteri di valutazione di una definizione operazionale
1. deve contenere una descrizione delle procedure tale per cui un altro ricercatore sia in grado di compiere le medesime operazioni 2. deve rappresentare adeguatamente la variabile concettuale sottostante VALIDITÀ DI COSTRUTTO

13 Misurazione Assegnazione di valori numerici secondo regole che permettono di rappresentare importanti caratteristiche degli eventi/ oggetti/individui mediante proprietà del sistema numerico diversa da VALUTAZIONE (giudizio di valore di tipo inferenziale)

14 Tipi di scala di misurazione
Scala nominale: permette di classificare oggetti/eventi/individui in categorie, sulla base della presenza o meno di una data caratteristica utilizza un’unica proprietà dei numeri (i numeri sono dei simboli)

15 Tipi di scala di misurazione
Scala ordinale: dispone gli oggetti/ eventi/individui secondo una relazione d’ordine La posizione ordinale del valore numerico sulla scala deve corrispondere al grado con cui un determinato attributo è posseduto dagli oggetti/ eventi/individui (i numeri sono una serie ordinata)

16 Tipi di scala di misurazione
Scala a intervalli: utilizza un’unità di misura costante (la differenza tra due qualsiasi punti adiacenti della scala è costante) La differenza tra i valori numerici sulla scala deve corrispondere alle differenze fra gli attributi posseduti da oggetti/ eventi/individui (progressione aritmetica)

17 Scala a intervalli Esempio
Ss A B C D E F G H I Punteggi 70 140 150 130 95 100 110 90 80

18 Tipi di scala di misurazione
Scala a rapporti: possiede un punto zero significativo (zero assoluto) tant’è che i rapporti fra i valori numerici hanno un significato non arbitrario I rapporti tra i valori devono corrispondere ai rapporti tra gli attributi posseduti da oggetti/ eventi/individui

19 Affidabilità delle misurazioni
Affidabilità: si riferisce alla precisione dello strumento Misure oggettive: non devono risentire dell’influenza di colui che effettua la misurazione Misure fedeli: devono essere prive di errori variabili Misure sensibili: devono cogliere anche le minime differenze presenti negli oggetti/ eventi/individui relative all’attributo misurato

20 Validità delle misurazioni
Validità: denota la capacità di una misura di cogliere effettivamente la caratteristica che interessa e non un’altra Validità di contenuto Validità convergente Validità discriminante Validità di criterio concorrente predittiva

21 Tipi di variabili Variabili osservate: sono una misura del comportamento del soggetto (del fenomeno osservato) Sono lasciate libere di assumere un qualsiasi valore che viene semplicemente registrato

22 Tipi di variabili Variabili estranee: sono quelle di cui si ipotizzano possibili effetti sulla variabile osservata (indirettamente rilevanti) Devono essere controllate in modo tale da minimizzare i loro effetti Eliminazione Controbilanciamento Costanza  Randomizzazione Bilanciamento

23 Tipi di variabili Variabili di disegno: sono quelle che si suppone influenzino direttamente il fenomeno osservato Vengono manipolate (direttamente o indirettamente) in modo tale da far loro assumere valori diversi in diversi sotto-insiemi di osservazioni

24 Variabili di disegno Possono essere: ●direttamente manipolabili
●non manipolabili i valori vengono selezionati variabili del soggetto (intrinseche)

25 Disegno sperimentale La variabile di disegno (fattore) è direttamente manipolata dallo sperimentatore che le fa assumere valori diversi livelli Una ricerca sperimentale ha sempre almeno un fattore; un fattore ha sempre almeno due livelli

26 Disegno sperimentale Il controllo sulle altre variabili indirettamente rilevanti avviene tramite l’assegnazione casuale dei soggetti ai diversi livelli della variabile di disegno oppure tutti i soggetti sono sottoposti a tutte le condizioni (in ordine casuale o controbilanciato)

27 Disegno sperimentale Il modo di trattare la variabile di disegno massimizza la possibilità di rilevarne l’influenza sulla variabile osservata Consente il massimo controllo per escludere l’influenza di altre variabili come causa della differenza tra gruppi o condizioni

28 Disegno quasi-sperimentale Ricerca differenziale
I soggetti da assegnare alle diverse condizioni sono selezionati da gruppi già esistenti (no assegnazione casuale) La variabile di disegno è una variabile del soggetto (è la caratteristica in base alla quale sono stati selezionati i soggetti)

29 Disegno quasi-sperimentale Ricerca differenziale
La natura della variabile di disegno e l’assenza di assegnazione casuale dei soggetti ai gruppi lasciano aperta la possibilità che altre variabili influenzino quella osservata Non si può escludere che la variabile di disegno non manipolata sia associata ad altre differenze presenti nei soggetti

30 Ricerca correlazionale
Assenza di manipolazione (sia diretta che indiretta) di una qualche variabile Sono presenti almeno due variabili osservate di cui sono studiate le relazioni

31 Osservazione vs. Sperimentazione
CRITERIO: la registrazione del comportamento viene effettuata (o meno) con totale o parziale assenza di limitazioni imposte dal ricercatore la differenza sta nelle richieste che vengono fatte al soggetto e sui vincoli posti alla manifestazione del suo comportamento

32 Osservazione vs. Sperimentazione
L’interferenza del ricercatore sul normale manifestarsi del comportamento del soggetto è misurabile secondo un continuum: -Manipolazione sperimentale Predisposizione di situazioni che favoriscono l’emergere spontaneo del comportamento -Registrazioni del comportamento spontaneo

33 Osservazione vs. Sperimentazione
La ricerca osservativa si pone obiettivi descrittivi piuttosto che esplicativi (non verifica relazioni di causa-effetto) MA si avvicina alla sperimentazione quando: è guidata dalla formulazione di ipotesi si svolge in condizioni controllate

34 Tipologie di Ricerca osservativa
Due parametri: grado di struttura dell’ambiente ● ambiente naturale ● ambiente artificiale

35 Tipologie di Ricerca osservativa
grado di struttura che l’osservatore impone all’ambiente ●osservazione e registrazione il più completa possibile di ciò che avviene ●registrazione di comportamenti specifici predefiniti oppure di risposte a determinate modificazioni introdotte dallo sperimentatore nella situazione

36 Tipologie di Ricerca osservativa
Ambiente naturale Ambiente artificiale Grado di struttura imposto dal ricercatore Studio sul campo non strutturato Studio in laboratorio strutturato Assente Presente

37 Osservazione naturalistica
Lo sperimentatore evita in ogni modo di influenzare il comportamento oggetto di indagine Di norma si applica all’ambiente naturale in cui il comportamento oggetto di indagine si verifica spontaneamente MA è possibile utilizzare anche il laboratorio

38 Osservazione in condizioni controllate
Il ricercatore sceglie di esercitare un qualche grado di controllo sulla variabile osservata (non su quella di disegno!): strumento di osservazione strutturato predisposizione di situazioni criteriali che si assume possano stimolare la produzione dei comportamenti cui si è interessati

39 Validità di un esperimento
Si riferisce alla verità o all’esattezza della conclusione del ricercatore, alla sua corrispondenza con la realtà È minacciata quando la conclusione che esiste una relazione fra variabili può essere messa in dubbio

40 Validità interna di un esperimento
Riguarda la logica della relazione fra la variabile osservata e quella di disegno Si ha quando vi sono ragioni valide per ritenere che la variabile di disegno ha causato le modificazioni di quella osservata Quando qualche condizione covaria con la variabile di disegno (e i loro rispettivi effetti non possono essere vagliati separatamente) le due variabili sono confuse

41 Validità interna di un esperimento
Dipende dalla capacità del ricercatore di escludere, nella pianificazione e nella conduzione della ricerca, l’intervento di ogni elemento che permetta di arrivare ad un’interpretazione diversa da quella inizialmente prevista, la quale implica solo le variabili definite all’inizio della ricerca

42 Minacce alla validità interna
Selezione dei soggetti i gruppi assegnati ai diversi livelli della variabile di disegno non sono equivalenti (prima della manipolazione sperimentale) sono diversi per altre caratteristiche oltre che per la variabile di disegno

43 Minacce alla validità interna
Eventi esterni al luogo in cui avviene la ricerca ogni volta che un esperimento richiede che i soggetti vengano esaminati in tempi diversi è possibile che alcuni eventi non previsti influenzino i risultati

44 Minacce alla validità interna
Maturazione i soggetti possono cambiare tra le condizioni di un esperimento a causa di processi che avvengono naturalmente importante nei casi in cui l’esperimento prevede un pre-test e un post-test (soprattuto se i soggetti sono bambini!)

45 Minacce alla validità interna
Perdita selettiva di soggetti (mortalità) nel corso di una ricerca alcuni soggetti possono non completare tutte la fasi i soggetti che abbandonano la ricerca possono essere diversi da quelli che la completano

46 Minacce alla validità interna
Effetto della regressione Si verifica ogniqualvolta i soggetti vengono esaminati due o più volte riguardo la stessa variabile gli individui che hanno fornito prestazioni a valori estremi nella prova precedente tenderanno ad ottenere un punteggio più vicino ai valori medi nella prova successiva

47 Minacce alla validità interna
Influenze interne all’esperimento ●Esperienza della prova ●Mancata standardizzazione della prova ●Diffusione del trattamento sperimentale

48 Validità esterna di un esperimento
Riguarda l’applicabilità dei risultati della ricerca ad un’altra situazione (diversi soggetti, diversi luoghi, diversi tempi) Rappresentatività del campione (NO gruppi dotati di caratteristiche particolari) Il comportamento osservato NON deve essere in funzione delle condizioni generali in cui avviene la rilevazione

49 Validità esterna di un esperimento
Il problema della validità esterna si pone solo quando lo scopo della ricerca è quello di ottenere risultati generalizzabili MA se lo scopo è quello di mettere alla prova alcune generalizzazioni (e NON quello di farne i nuove) il problema non si pone

50 Validità ecologica di un esperimento
Si riferisce alla coincidenza tra: la percezione che il soggetto ha della situazione in cui il comportamento viene studiato le condizioni ambientali che lo sperimentatore intendeva ottenere

51 Validità ecologica di un esperimento
QUINDI l’ambiente del quale i soggetti hanno esperienza (in una determinata indagine scientifica) deve avere, per i soggetti, le caratteristiche che il ricercatore suppone o assume

52 Validità ecologica di un esperimento
non è vero che una ricerca può considerarsi ecologicamente valida solo se condotta in una situazione ambientale naturale anche una ricerca condotta in laboratorio può essere ecologicamente valida (dipende da come la situazione sperimentale è percepita e interpretata dai soggetti)

53 Disegno sperimentale (confronto)
TRA GRUPPI diversi di soggetti (between-subjects): ogni soggetto è assegnato ad un gruppo diverso definito da uno dei livelli della variabile di disegno nell’analisi dei risultati viene utilizzato un solo dato per ogni soggetto

54 Problemi di validità nei disegni between-subjects
Minaccia principale: i 2 gruppi di soggetti possono essere non equivalenti Rimedio: - assegnazione casuale dei soggetti ai gruppi - controllo delle variabili estranee

55 Disegno sperimentale (confronto)
TRA PRESTAZIONI ripetute degli stessi soggetti (within-subjects): ogni prova o gruppo di prove a cui il soggetto è sottoposto rappresenta un diverso livello della variabile di disegno nell’analisi dei risultati vengono utilizzati più dati per ogni soggetto

56 Problemi di validità nei disegni within-subjects
Minaccia principale: essendo i soggetti sottoposti a più prove, può esserci l’influenza della prova prestazione peggiore alle ultime prove prestazione migliore alle ultime prove influenza reciproca tra le prove

57 Disegno sperimentale “ideale” di Solomon
X O2 G1 O3 O4 G2 O5 G3 O6 G4 Trattamento Esperienza della prova Storia/Maturazione Interazione esperienza prova/trattamento Differenze preesistenti Selezione

58 Disegno quasi-sperimentale (confronto)
X O2 G1 O3 O4 G2 Si tratta di un disegno con gruppo di controllo non equivalente (no assegnazione casuale) Difficoltà come confrontare i risultati del gruppo sperimentale con quelli del gruppo di controlllo?

59 Disegno quasi-sperimentale

60 Disegno quasi-sperimentale

61 Disegno quasi-sperimentale

62 Disegno quasi-sperimentale

63 Disegno Fattoriale E’ un disegno in cui due o più variabili (o fattori) sono impiegate in modo tale che tutte le possibili combinazioni dei valori selezionati di ciascuna variabile sono utilizzati

64 Disegno Fattoriale (esempio)
Siamo interessati alle caratteristiche di una persona che possono influenzare il giudizio di colpevolezza dato da un giudice quando la persona stessa è accusata di un crimine Piacevolezza / Espressione facciale

65 Disegno Fattoriale (esempio)
Due esperimenti separati: Piacevolezza dell’aspetto Attraente Non attraente ___________________________________ Espressione Facciale Neutra Sorridente

66 Disegno Fattoriale (esempio)
Un esperimento unico che permette di studiare gli effetti delle due variabili di disegno nello stesso tempo Espressione Facciale (A) Piacevolezza (B) Neutra (A1) Sorridente (A2) Non attraente (B1) A1-B1 A2-B1 Attraente (B2) A1-B2 A2-B2

67 Disegno Fattoriale (esempio)
Espressione Facciale (A) Piacevolezza (B) Neutra (A1) Sorridente (A2) Effetti di B Non attraente (B1) A1-B1 88 A2-B1 24 56 Attraente (B2) A1-B2 16 A2-B2 32 Effetti di A 52 28

68 Disegno Fattoriale -Effetti principali-
Effetto principale: fa riferimento all’effetto medio di una variabile in tutti i valori di un’altra variabile (o di altre variabili) Si ha un effetto principale quando gli effetti di una delle variabili di disegno si mantengono essenzialmente equivalenti in tutti i livelli dell’altra (delle altre)

69 Disegno Fattoriale -Effetti di interazione-
Effetto di interazione: due variabili interagiscono se l’effetto di una variabile dipende dal livello dell’altra gli effetti di una variabile di disegno variano in funzione dei livelli dell’altra variabile di disegno

70 Effetto principale Effetto principale: contingenza

71 Effetti principali Effetti principali: voce + contingenza

72 Effetto d’interazione

73 Effetto d’interazione


Scaricare ppt "Metodologia della ricerca in psicologia dello sviluppo"

Presentazioni simili


Annunci Google