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Lavoro di: Valeria Cannata e Rinaldi Rosalia

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Presentazione sul tema: "Lavoro di: Valeria Cannata e Rinaldi Rosalia"— Transcript della presentazione:

1 Lavoro di: Valeria Cannata e Rinaldi Rosalia
Genetic Puzzle Lavoro di: Valeria Cannata e Rinaldi Rosalia

2 OBIETTIVI MINISTERIALI: SCIENZE NATURALI E SPERIMENTALI OBIETTIVI UDA
Individuare la diversità dei viventi (intraspecifica e interspecifica) e dei loro comportamenti (differenze/somiglianze tra piante, animali, funghi e batteri). Accedere alla classificazione come strumento interpretativo statico e dinamico delle somiglianze e delle diversità Conoscere e applicare le fasi del metodo sperimentale ed in particolare: Saper osservare fenomeni e immagini per individuare somiglianze/differenze rispetto ad un criterio dato (osservazione foto di famiglia); Saper formulare ipotesi al fine di spiegare il verificarsi degli eventi (trasmissione dei caratteri ereditari); Costruire un percorso di verifica delle ipotesi precedentemente formulate; Discriminare le ipotesi errate da quelle scientificamente validate, comprendendone il motivo; Generalizzare i risultati per arrivare ad una legge generale (legge di Mendel); Saper costruire e realizzare un modello di trasmissione genetica ricorrendo a schematizzazioni semplici; Identificare somiglianze e differenze al fine di spiegare la variabilità genetica; Conoscere e usare termini specifici del linguaggio disciplinare (dominanza, recessività, ecc.) TRAGUARDI ALLA FINE DELLA V PRIMARIA: SCIENZE ...formula ipotesi e previsioni, osserva, registra, classifica, schematizza, identifica relazioni spazio-temporali, misura, utilizza concetti basati su semplici relazioni con altri concetti, argomenta, deduce, prospetta soluzioni e interpretazioni, prevede alternative, ne produce rappresentazioni grafiche.

3 OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI: MATEMATICA OBIETTIVI UDA
argomentare sui criteri che sono stati usati per realizzare classificazioni e ordinamenti assegnati. rappresentare relazioni e dati con diagrammi schemi e tabelle. in situazioni concrete, di una coppia di eventi intuire e cominciare ad argomentare quale è il più probabile, dando una prima quantificazione, oppure riconoscere se si tratta di eventi ugualmente probabili. saper prevedere la probabilità di manifestarsi di un evento; riflettere sul procedimento risolutivo seguito e confrontarlo con altre possibili soluzioni; consolidare la capacità di raccolta dei dati e distinguere il carattere qualitativo (es. gruppo sanguigno) da quello quantitativo (es. probabilità di un determinato gruppo di manifestarsi); saper costruire e leggere schemi, grafici e tabelle; TRAGUARDI ALLA FINE DELLA V PRIMARIA: MATEMATICA impara a costruire ragionamenti (se pure non formalizzati) e a sostenere le proprie tesi, grazie ad attività laboratoriali, alla discussione tra pari e alla manipolazione di modelli costruiti on i compagni.

4 OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI: STORIA OBIETTIVI UDA
riconoscere relazioni di successione e contemporaneità, cicli temporali, mutamenti, permanenze, in fenomeni ed esperienze vissute e narrate; individuare le tracce (foto) e usarle come fonti per ricavare conoscenze sul passato personale, familiare e della comunità di appartenenza; individuare gli elementi di continuità (somiglianze) e di discontinuità (variabilità genetica) attraverso le generazioni (linea del tempo); scoprire le radici storiche di appartenenza; ARTE E IMMAGINE guardare e osservare con consapevolezza un’immagine descrivendo gli elementi formali e utilizzando le regole della percezione visiva; osservare e descrivere in maniera dettagliata un’immagine, discriminando l’aspetto conoscitivo da quello emotivo; CORPO, MOVIMENTO, SPORT partecipare attivamente ai giochi sportivi e non, organizzati anche in forma di gara, collaborando con gli altri e rispettando le regole; consolidare schemi motori e posturali; svolgere un ruolo attivo e significativo nelle attività di gioco e sport individuale e di squadra;

5 MACRO OBIETTIVO: prendere consapevolezza del procedimento scientifico e saperlo applicare attraverso la modellizzazione della trasmissione genetica dei gruppi sanguigni. TARGET: alunni della classe V primaria STRUMENTI: palline di polistirolo di 2 dimensioni diverse; colori a tempera, spilli o stuzzicadenti, sacca, fazzoletti colorati.

6 METODOLOGIA: L’argomento scelto, riguardante la trasmissione dei gruppi sanguigni, affronta il tema della genetica. Tale argomento viene utilizzato come “pretesto” per far applicare direttamente ai bambini il metodo scientifico e farli appropriare di un modo di procedere nella costruzione della conoscenza. Quest’ultima dovrà essere validata, negoziata, dimostrata tra gli alunni che insieme perverranno ad una costruzione sociale del sapere. La curiosità e l’interesse dei bambini vengono stimolati attraverso la partecipazione emozionale. In particolare partendo dall’uomo e dalla storia familiare di ogni alunno si cercherà di comprendere come e da chi si eredita. Ai bambini si richiede di osservare e di riflettere sulle caratteristiche riscontrate per ricavarne ulteriori informazioni e formulare delle ipotesi. Il metodo di lavoro sarà incentrato sulle previsioni circa il verificarsi di certi eventi e sulla possibilità di variare alcune condizioni operative per controllare se gli effetti cambiano. Dal confronto tra le previsioni e i risultati si passerà quindi a discutere sul perché alcune caratteristiche genetiche si manifestano ed altre no, nonché a identificarne le variabili.

7 Il percorso permetterà di: osservare fonti iconografiche della famiglia di ogni alunno, porsi domande e fare previsioni attraverso la formulazione di ipotesi; mettere in atto opportune strategie per controllare la validità delle proprie previsioni; tentare una generalizzazione. I bambini vengono invitati a sperimentare direttamente questi concetti, e a verificare le ipotesi precedentemente formulate nella pratica diretta, all’interno di giochi psicomotori predisposti dagli insegnanti; Questi ultimi avranno il compito di scegliere e indirizzare le ipotesi più passibili di verifica al fine di monitorare e condurre adeguatamente il gioco. In questo modo si acquisisce una solida base per fare scienze e per capire altre nozioni specifiche. Il risultato di tutto il lavoro è l’enunciazione, in termini semplificati (ma non troppo), di una legge di portata generale. Gli insegnanti, infine, utilizzeranno metodologie trasversali ed interdisciplinari come evidenziato nelle tabelle degli obiettivi sopra descritte.

8 Fasi delle attività Ho il nasino di…. Che sangue sei?
Di sangue in sangue

9 Ho il nasino di… - Nell’ultima lezione si era chiesto ai bambini di portare le foto di famiglia (mamma, papà, nonni, zii e cugini). L’attività inizia chiedendo ai bambini di osservare attentamente le foto portate e successivamente scrivere in due colonne le caratteristiche fisiche che ogni alunno ritrovava o meno nelle foto dei vari parenti; somiglianze e differenze. - Successivamente gli insegnanti avviano una discussione per poter comprendere come e da chi si eredita; perché alcune cose si trasmettono ed altre no e si chiede ai bambini di formulare le loro ipotesi. Dalle risposte dei bambini, gli insegnanti guideranno la discussione sul fatto che l’informazione da trasmettere deve essere contenuta in piccole unità quasi invisibili. Si chiederà, inoltre, come una certa caratteristica (es. colore capelli o occhi) che ogni bambino possiede deve provenire sia dalla mamma che dal papà. - Ma ereditiamo anche quello che non vediamo? Es. tratti del carattere o ….il sangue! Si chiede ai bambini se sanno cosa è il gruppo sanguigno e si lascia come consegna per casa di chiedere ai loro genitori il proprio gruppo sanguigno.

10 Che sangue sei? Gli insegnanti chiedono ai bambini se conoscono il loro gruppo sanguigno in maniera tale da scrivere alla lavagna qual è. Ci si accorge che i gruppi sanguigni sono solo quattro (A- B- AB- 0). Successivamente si costruisce una tabella a doppia entrata,dove per ogni gruppo sanguigno viene riportato il numero dei bambini che lo possiede. GRUPPI SANGUIGNI A B AB NUMERO BAMBINI 10 7 5 2

11 Si chiede ai bambini di immaginare in cosa possono essere diversi i gruppi sanguigni.
Sottolineiamo che il sangue sembra essere sempre uguale ma in realtà i globuli rossi contengono un “marchio” diverso. Esemplifichiamo e modellizziamo questo concetto attraverso l’utilizzo di palline di polistirolo colorate di rosso che rappresentano i globuli rossi sui quali apponiamo sopra, con degli spilli, delle palline più piccole di diverso colore. Tali palline identificheranno il diverso gruppo sanguigno; il pallino giallo identificherà il gruppo A, il pallino blu il gruppo B, i due pallini insieme il gruppo AB, nessun pallino il gruppo 0. Concludiamo la lezione con il compito di pensare perché manifestiamo solo un gruppo sanguigno anche se i nostri genitori ne hanno due diversi. I bambini si faranno dire quali gruppi hanno i loro genitori Esiste una regola di trasmissione? E se esiste qual’è?

12 Di sangue in sangue Gli insegnanti chiedono se i bambini hanno domandato il gruppo sanguigno ai genitori e se hanno pensato alle possibili regole della trasmissione dei gruppi stessi. Chiediamo ai bambini che gruppo hanno e che gruppo hanno i loro genitori finché non troviamo l’alunno il cui gruppo sanguigno non coincide con uno dei due genitori. Se ad esempio Marco ha il gruppo 0 e sua mamma ha il gruppo A e suo padre ha il gruppo 0 possiamo ipotizzare che il gruppo A “vince” sul gruppo 0. Ci saranno, dunque, gruppi “dominanti” e gruppi “recessivi”. Semplifichiamo ciò che è stato appena detto associando il simbolo della spada ai globuli del gruppo A, il simbolo delle forbici ai globuli del gruppo B e il simbolo della carta ai globuli del gruppo 0. Ecco la regola: spada e forbici tagliano la carta vincendo, mentre forbici e spada combattono pareggiando. Siamo pronti per giocare alla “guerra dei globuli”.

13 La guerra dei globuli (fase 1)
Gli insegnanti dividono la classe in tre squadre: la squadra gialla con il simbolo della spada rappresenta il gruppo A la squadra blu con il simbolo delle forbici rappresenta il gruppo B La squadra bianca con il simbolo della carta rappresenta il gruppo 0 L’insegnante estrae da una sacca un fazzoletto a scelta tra i 3 colori disponibili; come per il gioco del fazzoletto i bambini della squadra del colore uscito correranno ad acchiappare il fazzoletto e colui che arriverà a prenderlo sarà il giocatore prescelto; l’insegnante estrae a caso il secondo fazzoletto e correrà il secondo bambino. Ecco allora che i due bambini lotteranno per stabilire la predominanza del gruppo sanguigno. Potranno così verificarsi tutte le possibili combinazioni: Spada gialla/spada gialla = pareggio (gruppo A) Spada gialla/forbice blu = pareggio (gruppo AB) Spada gialla/carta bianca = vince spada (gruppo A) Forbice blu/carta bianca = vince forbice (gruppo B) Carta bianca/carta bianca = pareggio (gruppo 0) Ogni combinazione indovinata dà un punto alla squadra e ogni combinazione sbagliata lo toglie. Vince chi, alla fine, ottiene più punti. L’insegnante avrà cura di estrarre le combinazioni in proporzione equa.

14 La guerra dei globuli (fase 2)
Complichiamo il gioco svelando ai bambini che in realtà ognuno di noi possiede 2 forme per ogni gruppo sanguigno e in base alle regole del gioco, precedentemente assimilate, solo una vince, manifestandosi. La lotta si complica (perché è una lotta a 4!) ma la srtuttura del gioco rimane tale. L’insegnante questa volta estrae 2 fazzoletti contemporaneamente che formeranno il genotipo della mamma. Successivamente si estraggono altri 2 fazzoletti, che formeranno il genotipo di papà. Come per il precedente gioco inizierà la lotta (questa volta tra tutte le coppie possibili per stabilire tutte le possibili combinazioni che di volta in volta avranno vincitori diversi.

15 Esempio Coppie possibili: Vince (manifestandosi): Mamma: Papà:
Pareggio vince A vince B pareggia 0 (gruppo AB)

16 Conclusioni: Riassumendo da mamma con genotipo A0 e papà con genotipo B0, i figli hanno probabilità di nascere con: 25% gruppo AB 25% gruppo A 25% gruppo B 25% gruppo 0 Il gioco si propone di far verificare più combinazioni possibili affinché gli alunni assimilino il meccanismo mendeliano della dominanza, codominanza, recettività e trasmissione genetica.


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