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Le giovani trentine: formazione e accesso alle professioni tecnico-scientifiche a cura di Francesca Sartori Università di Trento.

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Presentazione sul tema: "Le giovani trentine: formazione e accesso alle professioni tecnico-scientifiche a cura di Francesca Sartori Università di Trento."— Transcript della presentazione:

1 Le giovani trentine: formazione e accesso alle professioni tecnico-scientifiche
a cura di Francesca Sartori Università di Trento

2 Introduzione Svantaggio della componente femminile nel campo lavorativo la formazione scientifica dei giovani italiani è limitata e carente le giovani donne continuano a scegliere prevalentemente percorsi scolastici e universitari umanistici effetto moltiplicatore data la loro elevata incidenza sulla % di diplomati e laureati Accesso Reddito Carriera Perdita di talenti Costo sociale Ridotta competitività

3 Dati statistici generali
Le diplomate Incidenza femminile sui diplomati e sulla popolazione per fasce di età

4 Dati statistici generali
Le laureate Incidenza femminile sui laureati e sulla popolazione per fasce di età Anni di età > 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ % F popolazione 49,3 49,7 49,5 50,8 55,2 63,2 % F laureati 59,2 55,5 53,0 48,5 37,6 38,1 35,0

5 Incidenza femminile sul totale degli iscritti alle scuole secondarie superiori trentine per indirizzo di studi Fonte: ISTAT (a.s. 2001/02)

6 (Fonte: Indagine PAT-Ateneo di Trento, 2003)
Immatricolati nei principali corsi di laurea dell’ateneo trentino per genere (Fonte: Indagine PAT-Ateneo di Trento, 2003)

7 Immatricolati in università fuori Provincia per genere
(Fonte: Indagine PAT-Ateneo di Trento, 2003)

8 (Fonte: Indagine PAT-Ateneo di Trento, 2003)
Dati statistici generali Indicatori di rendimento per genere (Fonte: Indagine PAT-Ateneo di Trento, 2003)

9 Indagine quantitativa
RAGAZZI E RAGAZZE DI FRONTE ALLA SCUOLA SUPERIORE: interessi, atteggiamenti e orientamenti verso il mondo delle scienze La scelta della scuola superiore E’ importante pertanto conoscere: gli interessi le inclinazioni gli orientamenti i punti di vista per capire le motivazioni sottostanti alla scelta di PERCORSI che le penalizzano nel mondo del lavoro possono non corrispondere ai loro desideri 14 anni : età molto giovane che non consente la consapevolezza relativa alle: capacità personali, interessi alle inclinazioni gli stereotipi di genere si possono essere già fissati gli esempi e i consigli di genitori e insegnanti sono condizionati da modelli culturali in cui il ruolo femminile risulta socialmente svantaggiato

10 Atteggiamenti e impegno nei confronti dello studio per genere
Indagine quantitativa

11 Indagine quantitativa
Le materie che piacciono di più (modalità di risposta “mi piace”)

12 Le materie che piacciono di meno (modalità di risposta “non mi piace”
Indagine quantitativa Le materie che piacciono di meno (modalità di risposta “non mi piace”

13 Risultati scolastici positivi nelle materie curricolari per genere
Indagine quantitativa Risultati scolastici positivi nelle materie curricolari per genere

14 Indagine quantitativa
Atteggiamenti negativi nei confronti della matematica e delle scienze per genere

15 Andamento scolastico “ottimo” nelle materie umanistiche e scientifiche
per genere

16 Composizione per genere degli scritti per tipo di scuola superiore

17 Opinioni relative ai risultati scolastici di maschi e femmine nelle diverse materie studiate alle scuole medie

18 Indagine qualitativa Opinioni relative ai risultati scolastici di maschi e femmine nelle diverse materie studiate alle scuole superiori

19 Le opinioni sulle professioni più adatte ai maschi e alle femmine

20 Metodologia, campione e obiettivi
Indagine qualitativa Metodologia, campione e obiettivi Obiettivi Rilevare interessi, motivazioni alla scelta, progetti, prospettive lavorative e familiari di studentesse di scuole superiori e università a carattere scientifico per capire come vivono tale esperienza e quali problemi incontrano in tali percorsi formativi ritenuti più adatti ai maschi e da essi maggiormente frequentati Metodologia Sono state raccolte durante 4 focus group le testimonianze di 28 ragazze; 2 di questi sono stati rivolti ad alunne di S.S. (ITI, ITG e liceo scientifico) e 2 a studentesse universitarie (facoltà di ingegneria e scienze)

21 L’indagine qualitativa
Le motivazioni MOTIVAZIONI Studentesse ITI Interesse per le materie scientifiche Titolo professionalizzante “Io spero di trovare un posto di lavoro appena uscita da questa scuola. L’università non credo di farla o magari se mi viene l’idea il prossimo anno. Al massimo faccio tre anni però per il momento farò una buona sosta lavorativa.” Buone opportunità lavorative “Si, poi ho visto che mia sorella ha avuto tanta possibilità di lavoro Studentesse liceali (L.S) Mancanza di un’orientamento preciso “Non avevo e non ho ancora chiaro cosa farò dopo il liceo che mi dà comunque una buona preparazione di base per poi fare qualsiasi cosa, non è detto che sceglierò una facoltà scientifica”. Non sentirsi portate per studi umanistici Per raggiungere specifici obiettivi professionali (“diventare un piccolo scienziato”)

22 L’indagine qualitativa
L’esperienza scolastica B. ESPERIENZA SCOLASTICA Studentesse ITI Qualche difficoltà al momento della scelta “A me la prima settimana di scuola tutti i miei amici , amiche mi dicevano”cosa vai a fare l’ITI a far cosa?” vai a fare la scuola degli uomini “ te sei tutta scema” e avanti così” Soddisfazione per la scelta Assenza di problemi nonostante la schiacciante presenza maschile “ Adesso sono in una classe in cui sono l’ unica femmina però non ho nessun problema. Cioè, si sta meglio sicuramente, c’è meno competizione, ti senti più libera, e puoi comportarti più liberamente” e qualche atteggiamento maschilista dei compagni: “In classe fanno delle battute ma poi quando c’è da difenderci sono i primi ad intervenire. Alla fine ci vogliono bene. Siamo le uniche femmine”

23 L’indagine qualitativa
L’esperienza scolastica Correttezza complessiva degli insegnanti, che anzi sostengono le femmine ( a volte i compagni si lamentano di essere discriminati), anche se… “[l’insegnante di fisica]era il classico tipo che pensava che solo i maschi potevano lavorare… “guardava le mie compagne , le più carine che indossavano a volte la minigonna quando c’era l’interrogazione di fisica…”… “ma tipi del genere non si trovano solo a scuola e ci si impara a convivere” Difficoltà a seguire l’indirizzo di Meccanica per una mancanza di formazione e preparazione: “le ragazze trovano più difficoltà rispetto ai maschi perché è un indirizzo più dedicato a loro; loro certe cose le posso vedere di più, direttamente, perché io ho poca possibilità di andare sulle macchine per capire come funzionano certi meccanismi; mi sono dovuta impegnare di più”. a

24 Indagine qualitativa Le scelte post-diploma Studentesse ITI
Un lavoro attinente al titolo di studio “In quarta siamo in ventisei praticamente e poi non tutti ventisei vanno a fare chimica .Siamo l’unico istituto del Trentino e quindi sarà facile trovare un lavoro…Mi ispira di lavorare in un’ azienda come in un laboratorio” Incertezza tra studio e lavoro “non manca la voglia ma c’è più che altro la paura di non farcela, l’idea di dove andare ce l’avrei già… microbiologia o in campo farmaceutico verso la chimica organica o biologia…vedremo se non mi viene voglia di fare l’università sicuramente ci sarà possibilità di trovare lavoro” Continuare a studiare mantenendo l’indirizzo scelto e progettando un lavoro “…iscrivermi all’università e sicuramente alla facoltà d’ingegneria (meccanica o edile) con l’obiettivo di progettare qualcosa di mio e di metterlo in pratica”…”la spinta a scegliere l’indirizzo di meccanica a scuola è stato determinato anche dalla passione della “Formula uno” e mi piacerebbe anche lavorare in un ambiente del genere per poter vedere cosa si può fare su quelle macchine che prevedono una continua progettazione” anno anno dell'esame l'esame

25 Indagine qualitativa Le scelte post diploma
Rifiuto delle discriminazioni “Che cosa ne capiscono? Sono donne” C’è ancora questa mentalità ma alla fine studiano gli uomini e studiano le donne, non vedo la differenza, basta che le conoscano (le macchine)”. con la consapevolezza della persistenza di pregiudizi e di difficoltà per la donna nel mondo del lavoro “non mi vedo a lavorare nei box” ma vorrei invece essere impegnata nella fase progettuale per fare “ qualche disegno alla macchina”. Il motivo è anche la presenza di molti pregiudizi nei confronti delle donne riguardo soprattutto a questo campo” “Nel mondo del lavoro siamo un po’ più sfortunate perché si pensa tanto al pratico e noi, se rimaniamo incinta, per nove mesi non lavoriamo mentre l’uomo in quei nove mesi lavora…e quindi non ci prenderebbero così facilmente come un uomo. Perché noi non possiamo fare lavori serali nel senso di turni di notte… se hai una famiglia è difficile che ti mettano a fare la notte” e aggiunge: “Se c’è un uomo e una donna con lo stesso curriculum non penso che scelgano la donna perché la donna è più limitata (dal punto di vista lavorativo) avendo più agevolazioni” ”…”Per una donna arrivare allo stesso livello di un uomo deve lavorare il doppio; questo nel mondo del lavoro perché a scuola è diverso. Da quello che si sente almeno per una donna diventare capo di un’azienda vuol dire sudare e anche tanto forse perché è da poco che sono entrate nel mondo del lavoro, fino a cinquant’anni fa ce n’erano poche”

26 Indagine qualitativa La maternità La maternità come problema sociale
”…è sempre più difficile che un uomo riesca a mantenere una donna e pertanto sono obbligate ad andare a lavorare e pertanto dovranno agevolarle…se si vuole tirare avanti una società, non è che non si possono fare figli e quindi bisogna aiutarle e lasciarle stare a casa per un po’ di mesi” come un’esperienza possibile: “la famiglia non è una limitazione per la donna, cioè tutti lo dicono ma dipende da come uno la pensa; sarà perché io ho l’esempio di mia mamma e di mia sorella che lavorano e hanno figli… e poi la famiglia non si può considerare un limite perché se a me dicessero che mi tolgono la possibilità di andare in maternità…insomma io ringrazio Dio che c’è perché puoi stare a casa con tuo figlio” con l’aiuto del partner: “… c’è anche il papà dopo, almeno che il papà non se ne “strafreghi”,cioè almeno io vedo mia sorella che si è appena sposata , lei ha intenzione di fare un figlio …suo marito non dico che andrà in maternità lui…perché lei ama i bambini e vuole stare coi bambini ma è disposto comunque ad aiutare ,se mio marito mi dicesse che non sarebbe disposto non sto più con mio marito …alla fine tante cose se le cercano le donne ,cioè per me è solo volerle certe cose ; non penso che bisogna rinunciare alla carriera …”

27 Ricerca qualitativa Il futuro tra studio, lavoro e famiglia
Studentesse liceali Continuare gli studi in ambiti tipicamente femminili: assistente sociale educatrice ma anche come manager ingegnere critica d’arte Medico Convinte di farcela senza problemi “La facoltà che vorrei scegliere è ingegneria, perché mi piace il percorso di studi, in particolare quello civile; poi mi piace il lavoro dell’ingegnere. Comunque il mio sogno rimane il manager…Ho dei compagni che frequentano questa facoltà, ho dei conoscenti che si sono laureati in ingegneria civile; poi conosco due ingegneri, mio cugino che si è laureato in ingegneria …mi è sempre interessato quest’ambito” “Ho sempre pensato una donna tra i maschi, però ho sempre avuto un rapporto migliore con il sesso opposto, forse perché sono dell’idea che si creano meno litigi, perché secondo me lavorare tra donne non so se riuscirei; quindi non mi spaventa il fatto di essere una donna tra gli uomini”.

28 Ricerca qualitativa Il futuro tra studio lavoro e famiglia
Consapevolezza delle difficoltà ma anche convinzione e determinatezza nel superarle “…in una donna carriera, come nella carriera dell’ ingegnere, ha la strada un po’ più difficile rispetto ad un uomo perché l’ingegnere di solito è un uomo.. io ho sempre pensato di fare il meglio, cioè di pormi degli obiettivi e di cercar di raggiungerli sempre nella maniera migliore; io sono convinta che se riesco a impegnarmi anche i risultati arriveranno…non è che posso affermare al cento per cento che sicuramente vincerà l’uomo, perché sono capace di impormi con il mio carattere….e magari ce la posso fare” “Secondo me viviamo in una società maschilista.. io sono una tipa idealista e penso che le donne potrebbero farcela nel lavoro e riuscire anche sugli uomini, però tornando alla realtà secondo me non è così. Troppi uomini e anche donne pensano che la donna abbia un altro ruolo, non di confrontarsi con gli uomini in attività che fino a poco tempo fa erano di ambito maschile”…” Gli uomini invece credono che abbiano il ruolo di fare la donna, di stare in casa..almeno,parlando con i nostri compagni di classe questa è l’idea dei maschi, che io non condivido assolutamente…”anche molte donne penso che non credano in questo.Ad esempio quelle della tv ,tutte quelle “ballerine” …ci sono altre donne che potrebbero riuscire a diventare qualcuno di veramente importante secondo me ma vengono sottovalutate, e questo non è giusto.. secondo me un uomo non è in grado di confrontarsi con una donna al suo stesso livello e a tanti uomini spaventa questo”. Ad esempio ho assistito al colloquio finale di laurea di mia sorella in Ingegneria Civile e era l’unica donna su 10 uomini ed è passata con un voto più alto di alcuni uomini che erano lì…adesso lavora con un ingegnere uomo, ma le capacità le ha, la formazione c’è, quindi non credo che.. non può limitarla eccessivamente, se i dati e le cose ci sono…”.

29 Ricerca qualitativa La scelta della facoltà universitaria
Studentesse universitarie (scienze, ingegneria) Motivazioni della scelta Interesse per le materie scientifiche Per esclusione Per motivi strumentali (per non andar via di casa; per seguire il percorso paterno)

30 Ricerca qualitativa La scelta della facoltà universitaria
Per la facilità di trovare un lavoro “uno dei motivi per cui ho lasciato Matematica perché alla fine bisognava fare una fatica sia da una parte che dall’altra, e il lavoro che offre Ingegneria è molto meglio di quello che poteva offrire una laurea in Matematica” “Si anche per questo, per me tentare di fare ingegneria piuttosto che matematica o fisica, sta nel fatto di poter trovare un lavoro. Mia madre è professoressa e bene o male ho capito come funziona il mondo della scuola e li capisci che se non fanno un concorso non lavori, se lavori in scuole private il domani è sempre un’incognita. Penso che così sia meno difficile un domani trovare un lavoro sicuro. Questo ha giocato anche la mia scelta di ingegneria civile piuttosto che ingegneria aereo-spaziale, li mi son detta sono una donna e ho scelto civile perché in certi campi dell’ingegneria veramente sei una donna e tutto il resto è proprio lo stesso” Per svolgere un determinato tipo di lavoro Per affermare le proprie capacità e misurarsi con gli uomini “…anche il fatto comunque che è bello pensare essere una donna ingegnere perché ti dà molto più comando, perché c'è sempre stata l'idea del ragazzo che va a fare ingegneria e della donna . in casa. Invece il fatto di stare a ingegneria, che sei lì insieme a loro e poi magari vai molto meglio dei tuoi compagni che poi magari si credono degli dei…”. “…La sfida secondo me arriverà quando entreremo nel lavoro, secondo me si, quando si arriverà in uno studio e ci saranno degli uomini, li secondo me si arriverà a dire sono donna ,ho studiato anch’io, so quello che sai tu, e vedrai che ce la faccio…ogni tanto mi piace immaginarmi donna in carriera, manager e cose così, capo.Però l’università la vedo più come sfida a me stessa, che ce la posso fare, e non con le altre persone. Una soddisfazione personale”

31 Ricerca qualitativa Difficoltà nella scelta universitaria
Difficoltà nella scelta e nel percorso di studi La durata e la difficoltà dello studio Il fatto che fosse un percorso “maschile” “… mi ha un po’ spaventata il fatto che fosse difficile forse sì perché pensi magari andare in una facoltà di soli uomini sicuramente, poi magari pensi che loro siano un po' più portati per queste materie allora soprattutto con l’edile, secondo me il mio corso, sono entrate molte più ragazze a ingegneria e dopo per il resto ce ne sono molte di più che in passato. In generale con il nuovo ordinamento, secondo me, anche parlando con chi era già iscritto prima si è riempita di più l’università e loro non si aspettavano questo fenomeno e adesso le ragazze all’interno di ingegneria sono circa il 25% e mi hanno detto che è una cosa fuori del comune” Nessuna difficoltà “Mi incuriosiva questa cosa che si dice delle donne, non mi hanno mai detto ma sei matta che sei una donna, ma sei matta che vai a fare fisica, ma perché in generale ha la fama di una cosa difficile, ma non perché sono una donna. Ma neanche da parte dei maschietti che sono un po’ più orgogliosini, non mi è mai successo… No, anzi. Sono sempre stata una persona un po’ irruente, un po’ che parla tanto che sovrasta i maschietti, un po’ maschiaccio fin da bambina, magari anche per quello che mia mamma non mi ha mai detto che poteva forse non essere una carriera adatta ad una ragazza, non saprei spiegare in altro modo…Gli adulti, tranquilli i miei, mi hanno detto che è una bella facoltà, siete in pochi, organizzata bene, chiaro, li attirava il fatto che fosse ben organizzata e attrezzata…. sono soddisfatta. I miei mi hanno incentivata”

32 Ricerca qualitativa L’esperienza universitaria
Non si avverte discriminazione da parte dei docenti, i giudizi su di loro sono alquanto favorevoli ( a volte sono le studentesse che si comportano diversamente con gli insegnanti maschi) sono i compagni a sostenere di essere loro discriminati “ Una cosa che mi dispiace è che mi sento dire spesso da compagni ma dai che lo passi, tanto sei una donna… tu vai, sei un po' scollata, sei gentile…si, però alcune volte è vero, io pur non andando scollata da nessuna parte - non ci vado neanche a ballare scollata tanto meno a fare un esame - però con alcuni professori è innegabile… almeno uno voglio dire, che mi viene in mente subito, non dico che ha un occhio di riguardo però diciamo che fa un orale più volentieri una ragazza che a un ragazzo”

33 Ricerca qualitativa L’esperienza universitaria
nel complesso l’esperienza universitaria è positiva: per i contenuti dello studio per l’ambiente e le relazioni con compagni e insegnanti “Quello che noto è che parlano molto bene delle ragazze probabilmente per la puntualità, l’ordine, la precisione, non lo so se sia per maggior feeling con il nuovo ordinamento, cioè ti crea tutte una serie di appuntamenti che non possono essere saltati perché se no ti si crea una gran confusione in testa, non riesci a recuperare tutto e ho notato che le ragazze sono più predisposte a tenere questi appuntamenti fissi, a rincorrere la meta più velocemente, mentre col vecchio ordinamento quando era molto più gestita dal singolo la facoltà in generale, sapevi i corsi c’erano gli esami però questo lo faccio prima questo dopo, mi organizzo io, secondo me prima era più maschile l’organizzazione” Anche se… “Una delle mie migliori amiche con cui studio ha avuto parecchi scontri con un professore di disegno, il quale diceva in aula chiaramente che le donne non sarebbero mai state brave come gli uomini, e li secondo me è dura con un professore di disegno in cui è una delle materie più opinabile in giudizio, perché se è fisica o fa due o fa quattro, lei non è riuscita a fare l'esame perché ha avuto da... Se il professore non andava in pensione non ne veniva più fuori secondo me. Cioè con i professori che fanno discriminazioni, questo in particolare riguardo al sesso non è l'unico, ma ce ne sono…ma sono tutti piuttosto avanti negli anni”

34 Ricerca qualitativa L’esperienza universitaria
Sono piuttosto le insegnanti femmine che non le apprezzano “C'è stata una mia amica che faceva un orale con una donna e inizialmente era un po' agitata e questa professoressa è iniziato a dire “ma lei non può diventare ingegnere, le donne non possono fare questa professione” questa qua c'è l’ha con le donne”. “Le insegnanti femmine, in forte minoranza rispetto ai maschi, sono più rigide” “Le donne “Sono tutte cattive …è vero che le donne in generale sono più severe”.

35 Ricerca qualitativa Il futuro formativo e lavorativo
IL futuro prevede: La scelta dell’indirizzo che inciderà sulle opportunità lavorative Siamo due indirizzi. Io ho preso quello biofisico che secondo me è un attimo più femminile…tornando al discorso di prima. I maschietti prendono qualcosa di più elettronico, materiali cose così. Loro possono fare il tirocinio presso industrie, presso gli stessi laboratori dell’università un po’ dove vogliono. Noi addirittura in ospedale volendo… si, mi piacerebbe. Parlando con un altro mio compagno che fa biofisica, però è un maschio, pensavamo che se troviamo in questo tirocinio formativo un posto in cui ci dicono: “ se appena laureati volete tornare noi vi prendiamo..lavoro fisso…” la laurea specialistica “Io penso che…e non è detto che farò l'ingegnere, mi piacerebbe fare tante esperienze…” io sul mestiere non ho pensato molto. Penso che farò la laurea specialistica” ma per quanto riguarda il lavoro poche hanno delle idee su cosa faranno e non sempre realistiche: “La specialistica la vedo nel mio futuro sicuramente, magari lavorando, mantenendomela di sicuro, anche perché già ho iniziato e quando si inizia non ci si ferma più. Dopo dall’altra io, che è un’idea un po’ ridicola…mi piace l’arte, ho delle idee paurose sull’arredamento e abbigliamento, quindi io voglio, sempre lavorando prendermi una laurea che sia adiacente a questa cosa e che sia disegno industriale o altro, anche architettura. Chiaramente devo vedere tempo, denaro, lavoro, luogo, cosa mi offriranno e cosa riuscirò a fare. Siccome io sono convinta di essere superman ovviamente tutta la vita quindi eventualmente vedrò”

36 Ricerca qualitativa Il futuro lavorativo
hanno solo qualche idea generale sulle caratteristiche o le qualità necessarie per trovarlo o svolgerlo L'unico pensiero che io ho riguardo al lavoro uno è che dovrò avere un grandissimo spirito di adattamento secondo me, nel senso che ottenuto questo pezzo di carta e magari anche il timbro, di lì in poi tutto è in salita perché Verona, dove abito io, è piccola” “ io spero soprattutto di trovare qualcosa più che altro di stimolante, inerente a quello che mi piace” “Io spererei nella libera professione; spero di si, nel senso che il mio obiettivo sarebbe quello, magari associato con uno studio di architetti e fare conti su belle strutture, e non su parallelepipedi almeno. Questa è la mia speranza poi se non succede, spero comunque in qualcosa di interessante e non trent'anni di AutoCAD. Ecco questa è l'unica cosa che non vorrei” La gran parte dimostra incertezza, nebulosità e astrattezza “Ma io ancora bene non ho pensato, non so neanche se farò l'ingegnere, sceglierò più avanti. Sono disposta anche ad andare fuori da Trento per un po’ di anni a fare esperienza, d'altra parte non mi dispiacerebbe però non ho la minima idea” “Quella (la specialistica) comunque lo so che la farò poi non so se avrò un dottorato, una carriera accademica o se mi cercherò un posto di lavoro fuori dipende un po’ da come arriverò dopo questi altri due anni”

37 Ricerca qualitativa Il futuro lavorativo
C’è consapevolezza delle difficoltà da affrontare nel mondo del lavoro in quanto donne: “ A livello dello studio c’e’ parità, poi quando devo trovare un lavoro… il mondo dello studio e la dimostrazione delle tue capacità sono cose completamente differenti dall’effettiva scelta di un datore di lavoro ” “…si però l’uomo se deve decidere fra l'uomo e la donna, sicuramente prenderà un uomo piuttosto di una donna, perché sanno che la donna ha la famiglia, i figli…” c’è chi parla di discriminazione durante i colloqui di lavoro “… e le domande che fanno a un uomo?, non chiedono sposato, fidanzato con figli o senza, a una donna è la prima cosa che chiedono: sposata, fidanzata, se fidanzata si hai intenzione di sposarti? Se hai in mente di sposarti vuoi avere figli?...sono le prime dieci domande che ti fanno. Prima ancora di sapere il voto della laurea” chi e’ convinta che per una donna è necessaria maggiore determinazione: “Bisogna dimostrare di più, avere qualcosa in più, perché a parità di capacità fra un uomo e una donna, prendono un uomo secondo me. Bisogna sapersi imporre, avere più grinta” ma anche della presenza in loro stesse di stereotipi: “…ma nella nostra testa c'è ancora l'idea dell'ingegnere di figura maschile, cioè se ti dicono arriva un ingegnere tu già t’immagini che da quella porta entrerà un uomo”

38 Ricerca qualitativa Il futuro familiare
C’è chi non pensa alla prospettiva di crearsi una famiglia: “Sono convinta di essere in grado di affrontare varie difficoltà, io ci posso stare dietro, poi se arriva la famiglia si vedrà. Non è che ci penso alla famiglia…ho sempre pensato a ingegneria, al mio lavoro” “Io ho avuto un ragazzo per sei anni e ci siamo appena lasciati e fino adesso ho avuto questo problema di quando finisco lo sposo, adesso basta! Penso almeno per un paio di anni scalerò il mondo quando avrò finito l'università poi chi lo sa”. o chi ha un atteggiamento pragmatico: “Io penso che sono al terzo anno e devo ancora compiere 21 anni, diciamo che ce la faccio alla fine dei cinque anni, diciamo sei, comunque arrivo quasi sicuramente a 25 anni, quindi non mi faccio neanche il problema della famiglia, perché secondo me se deve arrivare viene, devi trovare la persona giusta…. non ho ancora trovato la persona giusta, penso al mio lavoro, quello che voglio fare, però se trovo la persona giusta ovvio che continuerò a fare il mio lavoro, ovviamente non penserò più di girare per il mondo a fare cose, ovvio che preferirò crearmi una famiglia e mi andrebbe anche benissimo stare qua a Trento. Ok, io parto con l'idea donna in carriera però potrò cambiarla col tempo“

39 Ricerca qualitativa Qualcuna spera di riuscire a conciliare il ruolo domestico con quello professionale: “Il mio sogno sarebbe far combaciare il lavoro con la famiglia perché ovviamente non è giusto che una donna si privi della possibilità di fare una famiglia ma non è neanche giusto non lavorare e quindi...” ma ne coglie anche le difficoltà: c’è sempre la preoccupazione di riuscire a conciliare il lavoro e poi la vita privata, soprattutto una ha in mente di avere una famiglia….I ricercatori sono tutti uomini…” “E’ anche vero che se una donna intraprende una carriera come quella del medico o quella di ricercatore che passa tanto tempo fuori casa.., qui vengono anche la notte se devono seguire gli esperimenti. Vedrà un po’ lei se potrà farlo con una famiglia, o no. Vedrà il marito che si trova” Vari sono gli esempi di donne che non ce l’hanno fatta e hanno rinunciato a lavoro e carriera per la famiglia ma vengono anche riportati modelli femminili positivi e vincenti che inducono le giovani donne a sperare di cavarsela, magari con l’aiuto dei genitori

40 Ricerca qualitativa Conclusioni Emerge un QUADRO CONTRASTATO
da una parte giovani donne sicure, motivate e consapevoli delle proprie capacità e possibilità nello STUDIO (dove non avvertono ostacoli) e nel LAVORO convinte di avere forza ed energia sufficiente a superare gli ostacoli che consapevolmente sanno che incontreranno sul proprio cammino; dall’altra prospettando il FUTURO, permane la voglia di realizzarsi nella professione per la quale stanno formandosi, ma si edenziano le contraddizioni, i dubbi; si fa strada una certa passività, l’arrendevolezza nei confronti della cultura dominante, di cui loro stesse subiscono gli stereotipi, che identifica l’ingegnere, il ricercatore o il docente universitario nel maschio

41 Alcune ragazze pensano che ce la faranno anche in FUTURO
Ricerca qualitativa Conclusioni c’è chi non si pone il problema continuando a pensare solo al presente, a dedicarsi con passione e dedizione nei propri studi ma molte si dimostrano consce che “tutto cambierà” nel momento in cui decideranno di “mettere su famiglia” non si riscontra paura, insicurezza e ansia per l’OGGI nessun dubbio o rimpianto per le scelte scolastiche, l’autostima è rafforzata dai buoni risultati conseguiti, spesso migliori dei compagni maschi Alcune ragazze pensano che ce la faranno anche in FUTURO Pragmaticamente la maggioranza tende ad aspettare che le cose si verifichino per capire come comportarsi Si coglie nel complesso grande realismo e consapevolezza delle difficoltà di conciliare lavoro e famiglia che sfociano però spesso nell’accettazione dell’esistente

42 Ricerca qualitativa Conclusioni
solo una ’intervistata sostiene che dipende dalla donna se accettare o meno una condizione di disparità all’interno della famiglia la gran parte dà per assodato che gli uomini si impegnino fuori casa ma poco contribuiscano alle faccende domestiche le esperienze, in famiglia e fuori, non le rassicurano per la realizzazione delle pari opportunità, anzi confermano l’ attribuzione alla donna delle responsabilità domestiche e di cura In presenza di modelli positivi e non conformisti ne traggono forza e fiducia nella possibilità di non poter affermarsi nel lavoro senza rinunciare alla realizzazione nella maternità

43 Proposte operative E’IMPORTANTE
dare sostegno all’autostima delle giovani donne non devono negarsi la possibilità di esprimersi e realizzarsi in campi “ maschili”come la ricerca scientifica; in discipline come la fisica, la matematica o la biologia di cimentarsi in lavori impegnativi e competitivi caratterizzati da alta competenza tecnico-scientifica RUOLO DELLA SCUOLA la formazione dell’identità di genere in senso paritario interventi di appoggio e stimolo a favore le ragazze affinché si impegnino nelle discipline logico-matematiche o scientifiche e in percorsi formativi tradizionalmente scelti dai ragazzi ma questo non per favorire l’omologazione al modello maschile evitare il crearsi di atteggiamenti e comportamenti femminili rinunciatari, motivati dalla paura di non farcela o dalla volontà di evitare problemi futuri all’interno del mercato del lavoro

44 Una FORMAZIONE adeguata e trasversale dei docenti di tutte le materie per:
evitare la riproduzione da parte loro - in modo più o meno consapevole – degli stereotipi di tipo sessuale         sensibilizzare alle problematiche di genere         rilevare, valutare ed eventualmente modificare gli interventi nei confronti di comportamenti femminili e maschili in contrasto con le aspettative di genere individuare percorsi e attività didattiche, anche differenziate per i due sessi, sia allo scopo di studiare le eventuali diverse modalità di affrontare i problemi e di risolverli, sia per sviluppare le capacità e le attitudini nascoste      

45 rendere gli insegnanti in grado di cogliere i bisogni, ad aprire le menti e le prospettive delle alunne ma anche degli alunni impostare interventi di orientamento in terza media e al quinto anno delle superiori facendo specifica attenzione al processo di scelta formativa femminile         privilegiare l’utilizzo di materiale come supporto alla didattica, abbiano rappresentazioni dei ruoli maschili e femminili paritari

46 Proposte operative La SCUOLA nello specifico potrebbe:
·  proporre giochi, gare, concorsi, istituire premi mirati a stimolare l’impegno in discipline non sempre amate, ma non solo dalle ragazze, come quelle scientifiche ·  affiancare supporter, tutor per aiutarle a capire i propri orientamenti, ad esprimersi senza il timore di contrastare i modelli femminili tradizionali, a convincersi delle proprie potenzialità, in modo tale da sviluppare al meglio le capacità e orientare correttamente e liberamente le proprie scelte formative e lavorative ·   proporre incontri con figure femminili di successo in modo da consentire alle ragazze l’identificazione in donne che distinguendosi nella professione in vari campi come le scienze, la politica, la cultura, l’arte o lo sport possono diventare punti di riferimento rassicuranti che consentono loro di pensare: ”Se ce l’hanno fatta loro ce la posso fare anch’io”


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