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1 Povertà e rischio di esclusione nelle aree rurali dell’UE Paola Bertolini Università di Modena e Reggio Emilia Paola Bertolini - Dipartimento di Economia.

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1 1 Povertà e rischio di esclusione nelle aree rurali dell’UE Paola Bertolini Università di Modena e Reggio Emilia Paola Bertolini - Dipartimento di Economia Politica – Via Berengario 51 – 41100 Modena e-mail: paola.bertolini@unimore.it Bologna 9 maggio 2008 Dipartimento di Scienze Statistiche

2 2 Cosa si intende per povertà e rischio di esclusione? Necessario definire indicatore di benessere (well-being) Selezionare una linea di povertà (soglia al di sotto della quale un individuo/gruppo è definibile povero)

3 3 Problemi Come si misura la povertà? Quali indicatori? Quale l’ambito di osservazione? Individuo? Famiglia?

4 4 Diversi aspetti della povertà ed indicatori –Monetario (insufficiente reddito/consumi) –non monetario (salute, educazione e cultura, accesso ai servizi, relazioni sociali) Entrambi gli aspetti sono importanti →Multidimensionalità della povertà

5 5 Reddito o consumo? –Reddito: problemi (fluttuazioni, sottostima o sovrastima, accessibilità –Consumo: riflette lo standard di vita degli individui/famiglie; dà indicazioni su accessibilità

6 6 Quale linea di povertà scegliere? Povertà relativa: in relazione alla distribuzione del reddito o dei consumi di un paese. Povertà assoluta: ancorata a qualche standard assoluto che tenga conto soddisfacimento di un livello minimo di bisogni (paniere minimo di beni alimentari, medicinali, ecc.) (deprivazione) Percezione soggettiva della povertà: rilevata attraverso domande del tipo “Consideri il tuo reddito molto basso, basso, alto, molto alto…”

7 7 Indagini in Italia ed Europa Istat Banca d’Italia UE European Union Statistics on Income and Living Conditions (SILK)

8 8 Istat: consumi –soglia di povertà relativa: spesa familiare rilevata da indagine annuale sui consumi ( “I consumi delle famiglie “), condotta su un campione di circa 28 mila famiglie, rappresentative del paese –In alcuni anni (2003 e 2006) inseriti quesiti per rilevare aspetti multidimensionali di esclusione (accessi ai servizi, sporcizia, criminalità, ecc.)

9 9 Banca d’Italia Avviata nel 1960; 8.000 famiglie (24.000 individui), distribuite in circa 300 comuni italiani. (“Indagine sui bilanci delle famiglie italiane”), pubblicata in Supplementi al Bollettino Statistico della Banca.

10 10 Soglia di povertà relativa

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12 12 Istat: reddito –redditi (individuali e familiari) percepiti e l condizioni di vita (occupazione, difficoltà economiche, spese per la casa (“Reddito e condizioni di vita”). Campione ci poco meno di 22.000 famiglie (poco meno di 55 000 individui), rappresentativo dei residente in Italia. –Usata per l’analisi della diseguaglianza (popolazione divisa in quintili) nazionale ed europea (EU SILK) – rileva anche aspetti multidimensionali non monetari (pagamenti bollette, disagio)

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14 14 EU SILC Lanciata nel 2003 (prima ECHP) indicatori di disuguaglianza e di coesione sociale utilizza rilevazioni nazionali su redditi, armonizzate da Eurostat dati utilizzati nei rapporti ufficiali sulla situazione economica e sociale dell’Unione Europea (calcolo disuguaglianza e coesione sociale)

15 15 UE: Rischio di povertà quota di persone con un reddito equivalente inferiore ad una soglia definita. Di solito in UE è il 60% della mediana del reddito

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18 18 Il tema della povertà rurale: PVS Tema importante per PVS : –studi World Bank (World Development Report 2000/2001, cui segue il programma di attività dal nome "Attacking Poverty ) –International Fund for Agricultural Development (IFAD) – oltre 1 miliardo di persone vive in condizioni di povertà estrema; gran parte in ambito rurale –In questi paesi povertà rurale coincide con: Vasta presenza dell’agricoltura scarso sviluppo dell’ agricoltura

19 19 Il tema della povertà rurale: paesi sviluppati Paesi sviluppati: USA e Canada -USA: 14% della popolazione rurale (7.5 milioni) nel 2002 viveva sotto la soglia di povertà contro il 12 della popolazione urbana: -Canada: 14 %, in flessione, mentre quella urbana è al 16& ed in aumento Gruppi più colpiti: minoranze etniche, bambini, famiglie con 1 solo membro -UE: assenza di studi ed informazioni nonostante: –Cambiamento dello scenario europeo con allargamento –Si allarga la rilevanza dell’agricoltura –Si allarga l’area della povertà con l’accesso di paesi meno ricchi

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21 21 Letteratura Povertà: letteratura vastissima; in aumento dopo lancio strategia di Lisbona c –Elementi di rischio Disoccupazione Trasmissione intergenerazionale Scolarità –Gruppi a rischio Bambini Giovani Gruppi etnici Donne Disoccupati Lone parents Famiglie numerose Rurale: letteratura vasta –Non si identifica né con agricoltura né con arretratezza Politiche –Sociali (NAP inclusion) –Rurali, strutturali, settoriali (pac), ordinarie

22 22 Studio su Poverty and risk of exclusion in rural areas Fa una prima ricognizione del problema Fa una prima riflessione sulle policies

23 23 Metodologia Dati statistici (Eurostat e Istituti Nazionali Elaborazioni condotte a livello NUTS3 or NUTS2, EU 27 e European Economic Area → identificazione di alcuni aspetti (ad esempio aree rurali distinte dalle altre) Rapporti Nazionali: 15 paesi –14 EU: Italy, Spain, Greece, Portugal, France, Germany, UK, Ireland, Slovenia, Hungary, Poland, Lithuania, Bulgaria and Romania –1 EEA (Norway) Indicatori comuni, d’accordo con Commissione, per i 15 paesi coinvolti

24 24 Problemi affrontati Come definire la ruralità? Come definire ed individuare la povertà? –Quali indicatori usare? Quali i principali aspetti che caratterizzano la povertà rurale? Quali le determinanti? Quali i principali gruppi a rischio? Quali policies impattano il rurale e quali gli effetti sulla povertà? Ci sono good practices (certificate o no) che siano riproducibili?

25 25 Aree rurali: non c’è una definizione armonizzata EU

26 26 Definizione aree rurali usata OECD perchè? (largamente usata, comparabilità) Regioni classificate come Prevalentemente Rurali (PR), Intermedie (IR) or Prevalentemente urbane (PU) –In base a densità della popolazione (<150 ab KMq) e dimensione del centro urbano vicino

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28 28 Altre esplorazioni su definizione ruralità Esplorate anche altre definizioni –incluso il tema dell’accessibilità (REGIO) –inclusa l’agricoltura

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31 31 The OECD definition : Percentage distribution of EU-27 regions and population at NUTS3 level Source: own elaborations

32 32 Patterns? C’è qualche segno di patterns geografici: 1. predominanza di regioni rurali: ad Est (eccezione Polonia) Sud Europa (con eccezione di Italia) Scandinavia Francia Irlanda 2.solo 3 paesi ad Ovest (Belgium, the Netherlands and UK) hanno predominanza di PU 3.Tra I paesi più grandi Italia e Germania sono in una posizione intermedia. 4.C’è un’alta concentrazione di popolazione rurale (PR e IR) ad Est e a Nord (paesi scandinavi), Francia ed Irlanda 5.Belgium, Netherlands e UK hanno prevalenza di popolazione in PU 6. Meno chiaro il pattern al Sud (Portogallo, Spagna e Grecia hanno una certa concentrazione di popolazione in PU 7.Conclusioni: la prevalenza di popolazione rurale non è un aspetto chiaro e prevalente di tutte le regioni periferiche; nello stesso tempo, non tutti I paesi del “core”geografico (es. Francia) hanno prevalenza dio popolazione urbana

33 33 Problemi e suggerimenti C’è un trade-off tra semplicità della definizione di ruralità e capacità di tener conto dell’eterogeneità della situazione europea Unica definizione a livello UE (UNICA SOGLIA APPLICABILE A LIVELLO EUROPEO) oppure armonizzazione? In sostanza: –La ruralità è un concetto assoluto o relativo (come la povertà)?

34 34 Povertà rurale: problemi No rilevazione europea Sensibilità diversa tra i paesi nella rilevazione (a Nord -Irlanda ed UK- e ad Est c’è maggiore attenzione per il problema) Quali indicatori usare?

35 35 Source: own calculations on Eurostat data GDP per head (national average=100) - NUTS3 2004

36 36 Limiti degli indicatori Occupazione, reddito, spesa per consumi possono essere sovrastimati o sottostimati. Esempi di problemi: –Costo della vita più basso –Possesso casa –Commuting –Sottoccupazione/sovraoccupazione in agricoltura o altri settori –Costi di trasporto o accesso ai servizi superiori

37 37 Alcune evidenze dallo studio National Reports Indicatori

38 38 Dai National Reports: povertà relativa (reddito) Are rurali hanno una povertà più elevata rispetto alle altre aree Gap rurale-non rurale superiore ad Est Ad Est si associa a difficoltà dell’agricoltura. Ad ovest povertà tende a diventare soprattutto urbana e nel rurale si concentrata nelle aree “remote”

39 39 Relative income poverty At risk of poverty rate The urban-rural patterns in relative poverty is partly explained by GDP differentials

40 40 National Reports: Poverty in rural areas Principali gruppi a rischio: –Women: educational gap, activity and employment rates, elderly, farm women –Youth: education, employment, migration –Children: large families, education, housing –Elderly: lack of services, low pensions, isolation –Ethnic minorities: Roma (large households, children, bad housing, health, education, employment) –Immigrants: undeclared economy, housing, education, family rejoining –Farmers and agricultural workers: small farmers, agricultural seasonal workers, low pensions, ex- workers of the former state farms

41 41 Rilevanza della Povertà rurale Introdotta la distinzione tra: –Poverty of rural areas –Poverty in rural areas

42 42 Indicatori: metodologia Povertà e Esclusione sociale (multidimensionalità, persistenza, relazioni sociali) Indicatori di Laeken di Social Exclusion più comuni (usati per Metodo di coordinamento aperto e valutazione dell’efficacia delle politiche): –Misure di deprivazione in differenti dimensuioni (reddito, educazione, Salute, Mercato del lavoro) Amendati sulla base di: –Specificità del rurale –Limiti dovuti a carenza di dati

43 43 Indicatori usati Labour market Employment rate Youth unemployment rate Employment rate of older workers Long term unemployment rate Housing quality Housing Health Life expectancy at birth Education Adults with low educational attainment Education of head of household Demography Demographic labour pressure Multi-generation households

44 44 Labour Market indicators

45 45 Employment rate (15-64 y.o.) - Total - NUTS3 - 2005 *NUTS2 Source: own elaborations

46 46 Youth unemployment ratio - Total - NUTS2 - 2005 Source: own elaborations

47 47 Employment rate (%) of older workers (55-64 y.o.) - NUTS2 level - 2005 Source: own elaborations

48 48 Long-term unemployment rate (as a % of total unemployment rate) - NUTS2 level- 2005 Source: own elaborations

49 49 Percentage change in labour market indicators - 2000-2005 - NUTS2 level Source: own elaborations

50 50 Mercato del lavoro In generale gli indicatori segnalano peggiori risultati per le aree rurali Nel periodo 2000-2005: performance di PR e IR è peggiore delle PU. Tasso di occupazione di donne, uomini e lavoratori anziani calato in PR mentre è aumentato in PU Tasso di disoccupazione giovanile si è ridotto solo in PR regions disoccupazione di lunga durata rimasto costante in PR e IR mentre si riduce in PU

51 51 Mercato del lavoro: Barriere specifiche del ruralke: a)Struttura del mercato del lavoro: in generale basse competenze b)Inadeguatezza degli intermediari => recrutamento attraverso reti informali: 1)Centri impiego meno accessibili 2)Intermediazione illegale (immigranti) c)Accessibilità al luogo di lavoro (remoteness, inadequacy of infrastructures, car-dependency, …); d)Costi opportunità della partecipazione al mercato del lavoro: bambini, anziani, trappola dei benefici

52 52 Capitale umano: education Più alta l’incidenza di low education in PR rispetto a PU in tutti i paesi (eccetto Germany) Problema non solo di rural-urban divide ha una dimensione geografica: –Gli unici paesi con quota di adulti con bassa educazione inferiore al 50% in PR sono nel Mediterraneo (Greece, Italy, Spain and Portugal)

53 53 % of adults (25-64 year old) with low educational attainment (ISCED 0-2) - NUTS 2 - 2004 Source: own elaborations

54 54 Capitale umano Differenze tra rural e urban incominciano già nel pre-school => rischio di trasmissione intergenerazionale della povertà Nelle scuole: peggiore performance del rurale (Ireland, France, Greece, Poland, Italy, Spain, Hungary). Disparità educazione anche come conseguenza dell’emigrazione selettiva In alcuni paesi ancora analfabetismo (East) Qualità dell’educazione più bassa in ambito rurale (infrastrutture e qualificazione dello staff) molti unskilled workers

55 55 Poverty of rural areas

56 56 Rilevanza della dimensione rurale e della povertà Dimensione rurale significativa sia come popolazione che area (vedi grafico) Dai Rapporti Nazionali: povertà maggiore nelle aree rurali rispetto alle urbane PIL/pro capite più basso (vedi grafico)

57 57 Poverty of rural areas Influenzata da alcune carattersitiche delle aree rurali che influenzano il rischio di povertà e l’esclusione sociale per la popolazione rurale: –Remoteness, infrastructure and access to basic services –Demography –Education –Labour market

58 58 Remoteness, infrastructures and access to basic services Trasports:: limited, low quality infrastructure (mainly in Bulgaria, Poland and Romania) digital gap: lack of physical infrastructure (broadband), lack of education, adoption of ICT endogenous health care and services: long travel times, lack or poor medical infrastructure and staff, lack of emergency services → impoverishment of rural areas in terms of quality of life/attractiveness for people and capital

59 59 Vicious circle of remoteness 1. low infrastructure 2. poor economy 3. migration, low density of population

60 60 Education pre-school facilities: general lack (also in Nordic countries!) other orders of school: difficulties (cost and time) to access especially in PR (commuting everyday) quality of education: lower in rural areas (education infrastructure, qualification of staff, scarce ICT, obsolete or missing equipment for vocational training and apprenticeship) → impoverishment of rural areas in terms of quality of human capital

61 61 Vicious circle of education 1. low education 2. low employment rate 3. high poverty rate

62 62 Demography Aging: general problem but particularly severe in rural areas (isolation and distance to basic services, single women) Gender: labour market barriers for women (Southern and Eastern countries); out-migration of rural women especially in Eastern countries (towards capital city or abroad) Young people: migration to cities (Western countries) or abroad (Eastern countries) → In perspective: impoverishment of rural areas in terms of demographic trends (masculinisation and birth rate)

63 63 Vicious circle of demography 1. Vulnerable population2. poor economy 3. Low birth rate and migration

64 64 Labour market Worse than urban (e.g.: male and female employment rate, long-term unemployment, etc.) Relevance of agriculture in labour market –Low income, seasonality, low pensions (farmers and agricultural workers). More severe in Eastern countries (transformation of agriculture from state to private farms→ fragmentation of farms, unemployment, etc.) –Seasonal workers, undeclared immigration and criminal organisations (southern countries)

65 65 Vicious circle of labour market 1. Poor labour market opportunities2. Migration 3. Poor qualified labour supply4. Low attractiveness for investment

66 66 *Farms with economic size < 2 ESU. 1 ESU (European Size Unit) = 1,200 € of Standard Gross Margin of the agricultural holding. Source: own calculations on Eurostat data Small farms* (% of total number of farms) – NUTS2/3 level - 2003

67 67 Politiche di lotta alla povertà nelle aree rurali Politiche del lavoro Education and training Welfare benefits The actors, the design and the governance

68 68 Labour market: policies Priorities in the design of labour policies: a)Building a more formal network for job search; b)Job intermediaries c)Transport solutions, as for instance work bus, car sharing, transport on demand, etc.; d)Training and education; e)Childcare and eldercare support. Good practices: France, Spain, Romania, Italy, …

69 69 Education and training: policies Education provision in the very first years of the individual life Education and training provision - based on analysis of the demand for skills from the local economy – as option for the young (against migration) and the middle aged (against under- employment) Re-training and life-long education for adults and mature workers, especially in peripheral regions Patterns of human capital may reflect the location of higher education establishments: support more dispersed provision and distance learning

70 70 Welfare benefits Ne beneficiano meno le aree rurali Migliorare l’accesso alle informazioni Come correggere il social stigma, specie nei villaggi piccoli dove non c’è anonomato?

71 71 The actors, the design and the governance difficoltà: Migliorare la partnership nella diffusione delle politiche di inclusione Migliorare il dialogo tra le diverse instituzioni centrali e locali (MCA) A est migliorare la partecipazione degli attori sociali Ragionare su ottima scala di interveno (specie in villaggi piccoli)

72 72 The actors, the design and the governance (ctd) Possible points of actions: Migliorare la consapevolezza delle autorità locali; Promuovere la partnership pubblico-privato Incoraggiare processo partecipativo dei vari attori); Sviluppo dell’economia sociale

73 73 Policies against poverty of rural areas 2 main EU policies for fighting poverty of rural areas but not directly targeted against poverty and risk of exclusion –Sector policy (CAP Guarantee-Common Market Organisation) –Rural development policy and Regional policy

74 74 Policies Very important policies supporting rural areas and fighting against poverty and risk of exclusion Some problems of method and coherence among goals and effects of those policies

75 75 Examples: CAP Pillar 1 CAP Pillar 1 supports farmers (market measures and direct aid) but its effect penalises poor farmers Same risk in the future with new market- orientation, supply restrictions, emphasis on competitiveness Coherence between this emphasis and new requirements in food quality and safety; multi- functional agriculture, agri-environmental and rural development

76 76 Examples : Rural development and Regional Policy CAP Pillar 2: positive effects on infrastructures, labour market, quality of life in rural areas For 2007-13: reinforced the emphasis on the theme of quality of life (Axis 3) and the mainstreaming of Leader in Axis 4

77 77 Examples : Rural development and Regional Policy POSITIVE Large autonomy of Member States and sub-national level of government (programming and expenditure allocation) Synergy with regional and cohesion policy Bottom-up approach (Leader) and positive effects on institutional building, network, social capital NEGATIVE Diversified effects in different countries Risk of failure in the poorest areas (vicious circle “low capacity building/difficulty in using funds/low capacity building”) Bottom-up approach: selection process (criteria of eligibility) influenced by political and administrative considerations Leader is important for promotion of social capital (institutional buildings, networks, etc.) but funding is too limited

78 78 Poverty of rural areas and poverty in rural legati. Tuttavia le policies disponibili agiscono separatamente. Are actual policies and measures able to broken the vicious circles affecting rural poverty and risk of exclusion? How can they be improved for reaching this goal?

79 79 Grazie!

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82 82 The OECD regional typology is based on three criteria. The first criterion identifies rural communities according to population density. A community, normally corresponding at Eurostat LAU2 level (Local Administrative Units corresponding to communes, municipalities and similar) is defined as rural if its population density is below 150 inhabitants per square kilometre. The second criterion classifies regions according to the percentage of population living in rural communities. Thus, a region is classified as: Predominantly rural, if more than 50% of its population lives in rural communities. Predominantly urban, if less than 15% of the population lives in rural communities. Intermediate, if the share of population living in rural communities is between 15% and 50%. The third criterion is based on the size of the urban centres. Accordingly: A region that would be classified as predominantly rural on the basis of the general rule is classified as intermediate if it has a urban centre of more than 200 000 inhabitants representing no less than 25% of the regional population. A region that would be classified as intermediate on the basis of the general rule is classified as predominantly urban if it has a urban centre of more than 500 000 inhabitants representing no less than 25% of the regional population. OECD definition

83 83 FGB definition It takes into account the following elements at NUTS 3 level: Density = inhabitants per sq. km; "Adjusted density" = (total population - population of the largest NUTS3 town)/area. The area of a region is expressed in sq. km; Employment in the primary sector (agriculture, hunting, forestry and fishing) = persons employed in the primary sector as a share of total employment The NUTS 3 regions are then classified into three categories (in order to keep our classification comparable with that of the OECD) as follows: Predominantly Rural, if at least one of the two following criteria is satisfied: a) Density < 50 inhabitants per sq. km b) Adjusted density < 100 inhabitants per sq. km AND employment in primary sector > 150% of national average Predominantly Urban, if at least one of the two following criteria is satisfied: c) Density > 250 inhabitants per sq. km d) Adjusted density > 100 inhabitants per sq. km AND employment in primary sector < national average Intermediate: all other cases

84 84 DG REGIO definition This classification takes the OECD typology (Predominantly Urban, Intermediate Rural and Predominantly Rural regions) as a starting point. Then it divides both Intermediate Rural regions and Predominantly Rural regions into 2 subcategories, according to the following criterion: Regions close to a city = at least 50% of the region's population lives at less than 45 minute travel by road to a city of at least 50,000 inhabitants; Remote regions = otherwise Five categories are then identified: Predominantly Urban regions Intermediate Rural, close to a city, regions Intermediate Rural, remote regions Predominantly Rural, close to a city, regions Predominantly Rural, remote regions


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