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Tutto quello che abbiamo visto e imparato…

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Presentazione sul tema: "Tutto quello che abbiamo visto e imparato…"— Transcript della presentazione:

1 Tutto quello che abbiamo visto e imparato…
Campo scuola Trieste 1 – 4 aprile 2008 classi III° sez. c - d - f – plesso san godenzo

2 1° giorno Il nostro primo giorno è stato di viaggio.
Infatti l’hotel “Ai cacciatori” di Redipuglia era distante da Roma più di 600 km! Ma all’arrivo,ha soddisfatto nel complesso le nostre attese… (tranne che per i letti a castello,fonte, per qualcuno, di… grande preoccupazione!!)

3 1° notte Dopo cena abbiamo organizzato, grazie alle casse portate da Sergio e agli I-pod messi a disposizione ,una “serata discoteca”, ma la voglia di ballare non era moltissima. Poi piccolo intrattenimento nelle “camere polo”, consegna cellulari e alle 24…tutti a nanna! Tranne le prof. occupate nel “pattugliamento corridoi”!

4 2° giorno Giornata intensissima, il programma prevede:
Centro profughi di Padriciano Foiba di Basovizza Grotta gigante Pranzo Trieste – Risiera di San Sabba Visita della città

5 Il centro profughi di Padriciano
Chi è il profugo? E’ colui che è costretto ad abbandonare la sua casa, la sua terra, il luogo in cui è sempre vissuto per trasferirsi in un luogo diverso dove reinventare la propria vita in condizioni difficili. Tutto questo è capitato agli abitanti dell’Istria e della Dalmazia che dopo la guerra e dopo il 1954 sono stati costretti a lasciare i loro paesi,passati sotto il controllo jugoslavo, e a trovare rifugio nei tanti centri profughi allestiti al confine, in territorio italiano.

6 Una scelta di libertà Con la vittoria della guerra e la creazione della Repubblica jugoslava, guidata dal maresciallo Tito, agli italiani dell’Istria venne tolto il diritto di parlare la propria lingua, professare la propria religione, avere una libera opinione ed esprimere il proprio pensiero, possedere una proprietà. Coloro che lasciarono tutto lo fecero con enorme sofferenza, ma preferirono la libertà personale e collettiva al “chiudere gli occhi”.

7 VIVERE in un centro profughi
La promiscuità e il disagio sono le costanti della vita in un centro profughi: Baracche di legno grandi 12 mq, servizi igienici comuni ed esterni, niente riscaldamenti, intimità zero… Stanzoni divisi da coperte per separare i nuclei familiari, famiglie divise, bambini in collegio, mensa comune, unico luogo “caldo”…la scuola!

8 Cosa abbiamo imparato? Qui abbiamo imparato:
Che la LIBERTA’ non ha prezzo Che il CORAGGIO e la DETERMINAZIONE permettono ad ognuno di ricostruire la propria vita Che la CASA e la FAMIGLIA sono le cose più importanti, senza le quali vivere è molto difficile…ma le portiamo nel CUORE TU COSA PORTERESTI CON TE SE DOVESSI ABBANDONARE LA TUA TERRA?

9 La foiba di Basovizza Cos’è una foiba? E’ una cavità nel terreno carsico che scende in profondità; quella di Basovizza era un pozzo minerario del diametro di 4 mt.,profondo più di 200mt. Scavato nella speranza di trovare carbone, venne poi abbandonato. Dopo la fine della guerra divenne la tomba di migliaia di italiani, militari e civili, uomini, donne e ragazzi, che vennero giustiziati dai partigiani titini e gettati dentro, a volte ancora vivi, vittime dell’odio etnico.

10 Per non dimenticare… Gli infoibati furono 2500, forse di più perché molte salme sono ancora nel fondo delle voragini. Nel 1992, con Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro per i Beni culturali ed ambientali, la Foiba di Basovizza è stata dichiarata monumento nazionale.

11 Cosa abbiamo imparato? Qui abbiamo imparato:
Che l’uomo è PERSONA sempre, al di là dell’etnia cui appartiene; Che l’ODIO ETNICO è privo di senso ma quando si impossessa dell’uomo lo rende peggiore delle bestie. Che dobbiamo specchiarci negli occhi degli altri e vedere noi stessi: l’uomo è UOMO…SEMPRE!!

12 La grotta gigante Una meraviglia della natura!!
Si tratta della più grande caverna aperta al pubblico, con i suoi 65 m di larghezza, 280 m di lunghezza ed una volta a cupola di 107 m. Si distingue inoltre per la ricchezza delle stalattiti e stalagmiti e per le concentrazioni di calcite che ricoprono le pareti. All'interno della grotta trova installazione, inoltre, una sensibilissima strumentazione scientifica, costituita da sismografi e pendoli geodetici, che rendono l'ambiente un laboratorio davvero unico.

13 Che fatica!!! 500 gradini all’andata….. 500 gradini al ritorno…
1000 gradini per ammirare come la natura possa produrre un paesaggio spettacolare!! …il migliore di noi: Andrea…un grande!!

14 Cosa abbiamo imparato ? Qui abbiamo imparato:
Che la natura NON HA BISOGNO dell’intervento umano per creare MERAVIGLIE! Che i paesaggi inusuali che la terra racchiude scatenano la FANTASIA di chi ha occhi per guardare!

15 La Risiera di San Sabba Il grande complesso di edifici dello stabilimento per la pilatura del riso - costruito nel 1913 nel periferico rione di San Sabba - venne dapprima utilizzato dall'occupatore nazista come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l'8 settembre 1943 (Stalag 339). Verso la fine di ottobre, venne strutturato come Polizeihaftlager (Campo di detenzione di polizia), destinato sia allo smistamento dei deportati in Germania e in Polonia e al deposito dei beni razziati, sia alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei.

16 Dove l’uomo tocca il fondo
Nel sottopassaggio, il primo stanzone , alla sinistra di chi entra, era chiamato "cella della morte". Qui venivano stipati i prigionieri tradotti dalle carceri o catturati in rastrellamenti e destinati ad essere uccisi e cremati nel giro di poche ore. Secondo testimonianze, spesso venivano a trovarsi assieme a cadaveri destinati alla cremazione.

17 A seguire una stanza con 17 micro-celle, in ciascuna delle quali venivano ristretti fino a sei prigionieri: tali celle erano riservate particolarmente ai partigiani, ai politici, agli ebrei, destinati all'esecuzione a distanza di giorni, talora settimane. Ogni porta aveva uno spioncino che veniva chiuso durante le torture perché nel buio le urla dei torturati amplificassero la paura degli altri prigionieri Poi la “stanza delle croci”: quattro piani, oggi privi della pavimentazione, dove tanti uomini e donne venivano detenuti in condizioni disumane.

18 L’unico crematorio in Italia
Nella risiera di San Sabba era presente l’unico forno crematorio in Italia, che i nazisti fecero saltare in aria prima di abbandonare il campo. Ma le sue tracce sono ben visibili sulla parete…

19 Cosa abbiamo imparato? Qui abbiamo imparato:
Che la BARBARIE UMANA può essere SCIENTIFICA e mascherarsi dietro una LOGICA PERVERSA; Che abbiamo il DOVERE DI RICORDARE, perché nessuno mai debba più subire niente di simile!

20 Trieste… sotto la pioggia!
La bella città di Trieste ci ha accolto con la pioggia! Parte dell’impero asburgico fino al 1918, divenne italiana al termine della 1° guerra mondiale. Il periodo più difficile della sua storia lo attraversò dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando venne dichiarata “città libera”, fino al 1954, perchè pretesa dalla Jugoslavia.

21 Il “salotto d’Italia” A Trieste è la piazza per eccellenza, luogo d'incontro dell'animata vita locale e meta preferita da quanti giungano in città. Piazza dell'Unità è un vero e proprio gioiello nel cuore del capoluogo giuliano, recentemente restaurata. Diversi elementi conferiscono alla piazza un'atmosfera suggestiva: la monumentalità dei palazzi che la circondano, la pavimentazione liscia del selciato e la fontana centrale dedicata ai quattro continenti. Chiusa ai tre lati, piazza dell'Unità si spalanca sul golfo di Trieste offrendo un panorama veramente mozzafiato!

22 Cosa abbiamo imparato? Qui abbiamo imparato:
Che non conviene fare paragoni tra Trieste e Venezia…i Triestini sono un po’ suscettibili… Che oltre le nuvole c’è sempre il sereno! (come lo splendido panorama ci ha dimostrato) Che la pioggia non è un ostacolo per coloro che possiedono un ombrello (10 su 57 !!)

23 2° notte Distrutti da questo “tour de force” siamo riusciti a dormire in orario ragionevole: l’01:00!! (quasi tutti…)

24 3° giorno Giornata movimentata, il programma prevede:
Sacrario militare di Redipuglia Monte San Michele e visita alle trincee Pranzo Aquileia e l’inizio di qualche “piccola complicazione”…

25 Il sacrario di Redipuglia
Redipuglia (GO), dallo sloveno "sredij polije" ovvero “terra di mezzo" è il più grande Sacrario Militare Italiano e venne realizzato su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. Inaugurato nel 1938, custodisce le salme di caduti della Grande Guerra. L'opera, realizzata sulle pendici del Monte Sei Busi, cima aspramente contesa nella prima fase della Grande Guerra, si presenta come uno schieramento militare con alla base la tomba del Duca d'Aosta, Comandante della III Armata, cui fanno ala quelle dei suoi generali. Seguono disposte su ventidue gradoni le salme dei caduti identificati. Nell'ultimo gradone, in due grandi tombe comuni ai lati della cappella votiva, riposano le salme di Caduti Ignoti.

26 Il grande mausoleo venne realizzato di fronte al primo Cimitero di Guerra della III° Armata sul Colle Sant'Elia, che oggi è una sorta di museo all'aperto, noto come Parco della Rimembranza. Lungo il viale adornato da alti cipressi, segnano il cammino cippi in pietra carsica con riproduzioni dei cimeli e delle epigrafi che adornavano le tombe del primo sacrario. Sulla sommità del colle un frammento di colonna romana, proveniente dagli scavi di Aquileia, celebra la memoria dei caduti di tutte le guerre, "senza distinzione di tempi e di fortune".

27 Le trincee Vivere in una trincea deve essere stato qualcosa di tremendo, sia che queste fossero “blindate” o “all’aperto”, costruite con le pietre carniche, o “mobili”, costruite con i sacchi. La precarietà, il pericolo e la morte erano compagne dei soldati, eppure… È proprio da qui che l’ Italia è diventata per tutti la Patria e l’italiano la nostra lingua!

28 Il monte San Michele Qui Giuseppe Ungaretti scrisse questa poesia:
San Martino del Carso Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916   Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro   Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto   Ma nel cuore nessuna croce manca   E' il mio cuore il paese più straziato.

29 Cosa abbiamo imparato? Qui abbiamo imparato:
Che la GUERRA non è MAI una soluzione; Che il nostro essere italiani va al di là delle partite della nazionale; Che tanti hanno sacrificato la LORO VITA per la NOSTRA LIBERTA’! Che non c’è niente di più emozionante che ritrovare le proprie radici!

30 Aquileia Aquileia ,fondata dai Romani come colonia militare nel 181 a.C.,fu dapprima baluardo contro l’invasione di popoli barbari e punto di partenza per spedizioni e conquiste militari. Grazie ad una buona rete viaria e ad un imponente porto fluviale, col tempo divenne sempre più importante per il suo commercio e per lo sviluppo di un artigianato assai raffinato (vetri, ambre, gemme…). Raggiunse il suo massimo splendore sotto il dominio di Cesare Augusto (27 a.C. – 14 d.C.) divenendo capitale della X Regio “Venetia et Histria” ed accelerando quel processo che ne avrebbe fatto una delle più importanti metropoli dell’Impero Romano.

31 La Basilica di Aquileia
La Basilica di Aquileia conserva gli splendidi mosaici del III° secolo d.C. intatti, mentre il corpo della basilica è del 1300 come abbiamo visto dalla sopraelevazione dei muri perimetrali,dal rifacimento dei capitelli, dall’affresco dell’abside e dalla costruzione dell’imponente campanile alto 73 metri. Un vero spettacolo dell’arte umana!

32 Cosa abbiamo imparato? Qui abbiamo imparato:
Che l’arte è insita nell’animo umano e ne rappresenta i sentimenti più grandi. Che in ogni epoca, anche la più difficile, l’uomo può creare qualcosa di eterno e inestimabile. Che la “perfezione” non è patrimonio dei contemporanei, ma si manifesta in tutte le epoche.

33 3° e “ultima notte” Come definire l’ultima notte?
Esilerante…per lo show “Amici 2”!! Movimentata… per molti! Preoccupante …per qualcuno! Riposante… per pochi … ma proprio pochi!!

34 4° giorno Il programma prevede:
visita al castello di Miramare (quasi per tutti… e in treno!) Pranzo Rientro a Roma

35 Il castello di Miramare
Il bianco castello da favola, circondato da un verde e lussureggiante parco, si affaccia su mare blu battuto dal vento, fu fatto costruire tra il 1856 ed il 1860 dall'arciduca Massimiliano d'Asburgo per la sua amata giovane sposa. La smania di potere e il desiderio di fama di Carlotta del Belgio spinsero l'arciduca a partire per il Messico, di cui diventerà imperatore ma dove perderà, dopo poco, la vita. Si dice che Carlotta, dopo la morte del suo amato, abbia perso la ragione. In questa vicenda trova fondamento la maledizione che graverebbe sul castello; si crede infatti che chi vi dimora perisca anzitempo di morte violenta. Pare che, nella storia, la maledizione si sia sempre fatalmente avverata...

36 All'interno del castello si possono visitare gli appartamenti privati, le stanze desinate agli ospiti, i vari saloni, la biblioteca-studio e la magnifica sala del trono, recentemente restaurata e riportata all'originario splendore. I sentieri del parco, sempre perfettamente conservati, permettono di passeggiare in un ambiente variegato e di notevole interesse botanico.

37 Cosa abbiamo imparato? Qui abbiamo imparato:
Che l’UNIONE fa la FORZA , sia nei presenti che negli assenti. Che ogni difficoltà può essere superata… Che i castelli, per la bellezza che li caratterizza, ti fanno sentire in una favola!

38 BILANCIO FINALE: UN SUCCESSO!!
Il rientro a Roma Come definire il viaggio di ritorno: Estenuante… causa traffico! Divertente … grazie al cinema ! Commovente …nei ringraziamenti! BILANCIO FINALE: UN SUCCESSO!! grazie a tutti!


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