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Knowledge Transfer from Public Research Organizations

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Presentazione sul tema: "Knowledge Transfer from Public Research Organizations"— Transcript della presentazione:

1 Knowledge Transfer from Public Research Organizations
Prof. Giuseppe Visaggio Dipartimento di Informatica Università di Bari

2 Sommario Il trasferimento della conoscenza nell’Università di Bari. Gli approcci per il trasferimento tecnologico. La diversità del trasferimento tecnologico. Una esperienza. Lezioni apprese.

3 Il trasferimento della conoscenza nell’Università di Bari.

4 Il trasferimento Tecnologico nell’Università di Bari …
Industrial Liaison Office. Facilità l’interazione fra l’Università e le imprese. In Puglia esiste una rete tra gli ILO di tutti gli Atenei; questo migliora la competitività dell’intero territorio. Particolarmente attivo nella creazione e nel sostegno delle spin off Tecnopolis Società nata nel 2006 e che dal 2008 è partecipata al 100% dall’Università di Bari gestisce il Parco Scientifico e Tecnologico che ha come scopo: Supporto alle imprese ed alle P.A. per l’innovazione tecnologica ed organizzativa; Attrazione di imprese esogene con caratteri di alta tecnologia; Sviluppo di ricerca industriale; Formazione tecnologica e manageriale.

5 … Il trasferimento Tecnologico nell’Università di Bari
Spin-off universitarie Società costituite da Università, ricercatori e, qualche volta, anche imprese per la trasformazione dei risultati di ricerca in innovazione di processi e/o prodotti industriali. 17 società nei settori: Chimica; ICT; Agraria; Geologia e Geofisica; Geomineralogia; Statistica; Farmaco – Chimico; Archeologia; Beni culturali; Giuridico. Brevetti 26 brevetti registrati nei settori: Agronomico; Biologico; Chimico; Farmacologico; Medico; Veterinario.

6 Gli approcci per il trasferimento tecnologico

7 Organismi per l’Innovazione per il Trasferimento Tecnologico
Organismi promossi da MIUR e/o Regione Puglia e partecipati dall’Università di Bari: Centri di Competenza. Distretti Produttivi. Distretti Tecnologici. Reti di Laboratori.

8 Centri di Competenza Scopo dei Centri di Competenza:
Costituire una Rete Interregionale di nodi che aggreghino Istituzioni ed Imprese per il trasferimento tecnologico dalla ricerca ai processi industriali. Ogni nodo deve essere costituito da una rete di Università ed Imprese produttrici ed utilizzatrici di tecnologie per lo sviluppo e l’innovazione in uno specifico settore. Problemi dei Centri di Competenza: Avviati grazie all’avviso MIUR 1854/2006 per le regioni dell’obiettivo 1. Non hanno ricevuto altre opportunità di finanziamento agevolato per la loro operatività. Istituzioni ed imprese non riescono a finanziare autonomamente la loro operatività. Ognuno, ha un suo percorso di sviluppo. Le Regioni non hanno avuto comportamenti omogenei nel sostenerli, anche perché avevano contesti territoriali molto diversi. La Regione Puglia non li considera come organismi che contribuiscono allo sviluppo territoriale. I Nodi Pugliesi: Agroindustria-agroalimentare (nodo primario); Analisi e prevenzione del rischio ambientale (nodo secondario); Nuove tecnologie per le attività produttive (nodo secondario); Tecnologie avanzate e ICT (nodo secondario); Biologie avanzate(nodo secondario); Trasporti (nodo secondario).

9 Distretti Produttivi/ Industriali …
Scopo del Distretto Produttivo/Industriale: Promozione dello sviluppo locale e della competitività. Costituzione di reti di imprese appartenenti allo stesso comparto produttivo od alla stessa filiera. I Problemi dei distretti produttivi: Le imprese non sono organizzate per lavorare in rete anche quando sono in competizione. Perciò: riescono a cooperare solo nei Progetti di Ricerca Industriale. Carenza di processi di disseminazione ed accumulazione di conoscenza che devono essere i motori per lo sviluppo e la competitività. Carenza di iniziative di aiuti finanziari per la innovazione organizzativa che consentano alle imprese di adeguarsi alla competizione.

10 …. Distretti Produttivi/ Industriali
In Puglia sono stati costituiti i seguenti Distretti Produttivi: Aerospaziale Pugliese (che riunisce 37 imprese); Legno e Arredo (84 imprese); Edilizia Sostenibile Pugliese (133 imprese); Nautica da Diporto in Puglia (70 imprese); Filiera Moda Puglia (230 imprese); Logistico Pugliese (111 imprese); Lapideo Pugliese(201 imprese); Energie Rinnovabili e dell’Efficienza energetica ‘La Nuova Energia’ (263 imprese); Ambiente e del Riutilizzo (138 imprese); Meccanica Pugliese (95 imprese); Informatica (72 imprese); Agroalimentare di Qualità Jonico-Salentino (167 imprese); Agroalimentare di Qualità Terre Federiciane (683 imprese); Florovivaistico di Puglia (227 imprese); Comunicazione, dell’Editoria, dell’Industria Grafica e Cartotecnica (127 imprese).

11 Distretti Tecnologici
Scopo del Distretto Tecnologico : Valorizzare la capacità ad operare in rete già testimoniata dall’imprenditoria italiana in altri ambiti ( distretti produttivi; ecosistemi, reti di subfornitura, più recentemente, contratti di rete). Promuovere la collaborazione tra grandi e piccole/medie imprese su progetti innovativi. Costituire uno strumento di intervento pubblico più moderno e compatibile con gli indirizzi comunitari in tema di economia industriale. I problemi dei distretti tecnologici nascono dalla mancanza di una definizione concettuale; da cui deriva che: Modelli territoriali profondamente diversi si attribuiscano l’appellativo di distretto tecnologico senza specifici processi di validazione e certificazione. I distretti tecnologici operanti in un territorio non sempre hanno una chiara corrispondenza con il sistema industriale operante nello stesso territorio, perciò i settori interessati cambiano con il tempo e con essi anche lo scopo. Distretti tecnologici in Puglia: Distretto Biotecnologico (Sanità; Agroalimentare, Ambiente) Distretto Meccatronico (Meccatronica, nanotecnologie per la produzione) Distretto High-Tech (Materiale e dispositivi; Tecnoilluminazione; Biotecnologie ed illuminazione).

12 Reti di Laboratori Pubblici di ricerca …
Finanziato dalla Regione Puglia mediante Avviso Pubblico (13 marzo 2008). Ogni laboratorio è una rete di "nodi“, distribuiti sul territorio, di elevata specializzazione tecnologica. Scopo: Portare ai livelli della frontiera tecnologica internazionale la dotazione infrastrutturale dei laboratori pubblici di Università e Enti Pubblici di Ricerca pugliesi; Mettere a disposizione delle attività di ricerca delle imprese pugliesi tali infrastrutture, per generare una specializzazione produttiva diversificata sul territorio regionale o rispondere a specifici bisogni di natura sociale. Problemi Attualmente non sono terminati i progetti di avvio; non si ha un chiaro scenario; Si prevede che sarà complesso diffondere, al sistema di imprese, la conoscenza dei servizi innovativi di tali reti e le modalità d’uso efficace di tali servizi.

13 … Reti di Laboratori Pubblici di ricerca ….
Settore: Aeronautico, spaziale ed avionico GREEN ENGINE – Tecnologie per la propulsione sostenibile; SENS&MICRO LAB - Laboratorio Regionale per la realizzazione di Sensori e Microsistemi Avanzati per il settore aeronautico. Settore: Agroalimentare AFF - Apulian Food Fingerprint – Valorizzazione dei prodotti agroalimentari pugliesi mediante analisi di risonanza magnetica nucleare, spettrometria di massa e naso elettronico; LAIFF - Rete di laboratori per l'innovazione nel campo degli alimenti funzionali; SELGE - Rete Regionale di laboratori per la selezione, caratterizzazione e conservazione del germoplasma e per la prevenzione della diffusione di organismi nocivi di rilevanza economica e da quarantena.

14 … Reti di Laboratori Pubblici di ricerca …
Settore: Biotecnologie per la salute dell’uomo BioPOP – Network per l'utilizzo di tessuti oncologici controllati e caratterizzati per lo sviluppo di nuovi approcci diagnostici, farmacologici e biomedicali (biobanca oncologica pugliese); BISIMANE – Costituzione di una rete regionale di laboratori per gli approcci di biologia sistemica nelle malattie umane. Settore: Energia Reti di laboratori pubblici di ricerca: Produzione integrata di energia da fonti rinnovabili nel sistema agroindustriale regionale.

15 … Reti di Laboratori Pubblici di ricerca
Settore: Nuovi materiali e nuove tecnologie per i sistemi produttivi Laboratorio di tecnologie di modificazione superficiale di fibre naturali per il rilancio del settore tessile in Puglia; Laboratorio regionale di sintesi e caratterizzazione di nuovi materiali organici e nanostrutturati per elettronica, fotonica e tecnologie avanzate; LIPP – Laboratorio pubblico di ricerca Industriale Pugliese dei Plasmi; RELA-VALBIOR – REte di LAboratori a sostegno della ricerca per lo sviluppo di nuove tecnologie per la VAlorizzazione di BIOmasse Residue del sistema produttivo della Regione Puglia; VOC and Odor – Valutazione delle emissioni di compositi organici volatili e degli impatti odorigeni prodotti dai nuovi materiali e dalle nuove tecnologie per i sistemi produttivi; WAFITECH – Laboratorio regionale per le nuove nano- e biotecnologie per la filtrazione dell’acqua: design e costruzione di membrane biomimetiche per applicazioni industriali, commerciali ed ambientali.

16 La diversità del trasferimento tecnologico

17 Bisogni per Tipo di Innovazioni
Innovazioni di processo Nelle manifatturiere spesso consistono nell’acquisto di nuovi macchinari che aumentano la produttività. C’è scarsa richiesta di nuova conoscenza. Nell’immateriale, i processi sono ancora poco definiti ed hanno molti sprechi. E’ necessaria per migliorare la competitività. C’è molta richiesta di nuova conoscenza. Innovazione di prodotto. Nelle manifatturiere è considerata la via più efficace per migliorare la competitività. Nell’high-tech è richiesta molta ricerca e sviluppo a causa del cicli di prodotto molto brevi. Nell’immateriale l’innovazione di prodotto ha le stesse caratteristiche dell’high-tech. Questo settore,ha, inoltre, il problema della facile imitazione senza un’adeguata protezione della proprietà intellettuale.

18 Bisogni per Tipo di Innovazioni
Innovazione organizzativa. Tutte le imprese hanno bisogno di adeguare la propria organizzazione per poter lavorare in rete. Le grandi imprese hanno maggiore esperienza. Le piccole e medie imprese hanno bisogno di molto trasferimento di conoscenza. Innovazione di commercializzazione. Nel manifatturiero hanno bisogno di tecnologie per rendere digitale il presidio dei mercati geograficamente dispersi. Nelle produzioni mature c’è bisogno di nuovi formati di vendita e di aggiornarli continuamente.

19 Mezzi di trasferimento …
Letteratura. Utile per il trasferimento di conoscenza a tutti i tipi di impresa. Le maggiori carenze sono: la ricerca empirica per dimostrare l’efficacia di una soluzione, la dispersione della conoscenza su aspetti e problemi di uno stesso settore . Brevetti. Utili nell’innovazione di prodotto per le manifatturiere e per l’high-tech. Non sono utilizzati per i settori in cui è difficile la protezione della proprietà intellettuale Licenze. Utili per innovare gli automatismi dei processi, soprattutto nei settori dell’immateriale. E’ di interesse il moderno approccio del Cloud Computing per rendere sostenibile questo tipo di innovazione. Informali. Utilizzabile in tutti i tipi di innovazione, a condizione che si desideri metter in comune la propria esperienza. Spesso colma la carenza di risultati empirici della letteratura. Interessante è l’approccio Open Innovation.

20 … Mezzi di trasferimento
Agenti di trasferimento. Utile per l’innovazione di processo ed organizzativo. Particolarmente utilizzato nelle acquisizioni e fusione. Le Università lo adottano anche attraverso le spin-off. Scambio di personale. Simile al precedente. Può essere realizzato anche attraverso progetti in rete, quando tra le imprese partecipanti c’è l’attitudine alla competition. Dimostrazioni in loco. Per innovazioni di processo che consistono nell’acquisire nuovi macchinari o nuove tecnologie. E’ accoppiato al servizio di accompagnamento fino alla completa acquisizione nei processi di produzione. Spin-off. Spesso indirizzate verso le innovazioni di prodotto. Ci sono anche spin-off che forniscono agenti di trasferimento e scambio di personale. Acquisizioni e fusioni. Per innovazioni di prodotto e di commercializzazione. Creano grandi problemi nella omogeneizzazione dell’organizzazione e dei processi, soprattutto per le imprese ad alta intensità di competenze specialistiche.

21 Sostenibilità Le Grandi Imprese hanno maggiori risorse finanziarie ed umane per sostenere i processi di innovazione. Perciò possono utilizzare tutti i mezzi disponibili per il trasferimento della conoscenza. Le Piccole e Medie imprese hanno scarsità di risorse quindi hanno bisogno di Trasferimenti di conoscenza incrementali; Localizzare gli aspetti dell’impresa da innovare Cooperare con le istituzioni pubbliche attraverso progetti di ricerca industriale fortemente finanziati; Possono avere molti benefici dalla Collaborazione in Rete e dall’Open Innovation.

22 Una esperienza

23 Organizzazione del DBE

24 Modello di Trasferimento di Conoscenza a Rete

25 Spinta verso l’Innovazione Organizzativa per la Rete

26 Impresa per componenti

27 Il trasferimento tecnologico con il Cloud Computing

28 Trasferimento tecnologico attraverso un progetto in DAISY-Net

29 La Fabbrica delle Esperienze come trasferimento di conoscenza informale

30 LOGIN: Un progetto di ricerca in competition

31 L’Impresa Digitale in Rete in LOGIN

32 Lezioni apprese

33 Facilitazioni cooperazione tra industria ed Organizzazioni Pubbliche di Ricerca (PRO)
Maggiore rapidità nella produzione di risultati di ricerca, da parte dei PRO, per ravvivare l’economia della conoscenza in Europa. Nello svolgimento dei progetti di ricerca industriale le università devono migliorare il loro ruolo nella gestione (Spin-Off). Le iniziative per il trasferimento delle conoscenze devono essere meglio strutturate ed integrate per evitare disorientamento alle imprese (esistono molte iniziative di cui non è chiara la diversità: centro di competenza, polo di innovazione, distretto tecnologico, distretto produttivo, laboratori pubblici, etc.).

34 Elementi da migliorare nell’Università
Maggiore scambio di ricercatori tra università ed industria. Strategie chiare dell’università e regole relative alla cooperazione per la ricerca industriale con l’industria. Maggiore comprensione da parte dei ricercatori dei bisogni dell’Industria (specialmente le piccole e medie imprese). Integrare criteri “relativi all’innovazione” nell’apprezzamento delle carriere dei ricercatori.

35 Elementi da migliorare nelle Imprese
Maggiore disponibilità allo scambio di ricercatori ed esperienze tra imprese e tra imprese e PRO. In generale, maggiore disponibilità alla cooperazione. Migliore valutazione di cooperazione a lungo termine con le PRO da parte del management industriale (specialmente le piccole medie imprese con questo tipo di cooperazione possono facilitare lo sviluppo incrementale). Industrializzare i risultati di ricerca per ottenere pienamente i relativi benefici economici e competitivi.

36 Elementi da migliorare nei fondi di ricerca
Aumentare la disponibilità di fondi per la collaborazione tra PRO e Imprese. Indirizzare la disponibilità di fondi sulle diverse iniziative dei PRO per la collaborazione con le imprese e, quindi, far comprendere meglio la loro diversità. Prevedere nei progetti finanziati le misure di efficacia dell’innovazione e della sua industrializzazione; anche attraverso premialità e penalità per gli obiettivi raggiunti o meno. Prevedere per le piccole e medie imprese finanziamenti anche per la industrializzazione dei risultati della ricerca industriale, anche questi misurati e successivamente premiati o penalizzati.


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