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Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni

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Presentazione sul tema: "Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni"— Transcript della presentazione:

1 Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni
Parrocchia S. Michele - Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni “Tre giorni” parrocchiale per Giovani, Adulti e Famiglie Granali di S.Severino 05/12/2009 – 08/12/2009 PARTECIPANTE: Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 1

2 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
INDICE DELLA GUIDA ORARIO DELLA “TRE GIORNI” INTRODUZIONE 1° INCONTRO : Le Nozze di Cana 2° INCONTRO: La Samaritana 3° INCONTRO: Gesù e la Maddalena I MIEI APPUNTI 31/05/2009 – Preghiera del mattino 31/05/2009 – Celebrazione Eucaristica... 01/06/2009 – Preghiera del mattino 02/06/2009 – Preghiera del mattino Pag. 3 4 5 17 33 45 48 49 51 52 Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 2

3 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
ORARIO DELLA “TRE GIORNI” Sabato 05/12/2009 Domenica 06/12/2009 18:30 Ritrovo e Partenza 08:30 Prima colazione 19:30 Arrivo e sistemazione 09:15 Preghiera 20:30 Cena 09:30 1° Incontro : Le nozze di Cana (1 parte) 21:45 Introduzione Lunedì 07/12/2009 22:00 Giochi insieme 10:15 Pausa 23:15 Chiusura giornata 10:30 Discussione 08:30 Prima colazione 11:15 Tempo libero 09:15 Preghiera Martedì 08/12/2009 13:00 Pranzo e tempo libero 09:30 2° Incontro : La Samaritana (1 parte) 15:30 1° Incontro : Le nozze di Cana (2° parte) 08:30 Prima colazione 09:15 Preghiera 10:30 Pausa 16:15 Discussione 09:30 3° Incontro: Gesù e la Maddalena (1a parte) 10:45 Discussione 17:00 Tempo libero 11:45 Tempo libero 18:00 S. Messa 10:15 Pausa 13:00 Pranzo e tempo libero 18:45 Tempo libero 10:30 3° Incontro: Gesù e la Maddalena (2a parte) 16:00 2° Incontro : La Samaritana (2° parte) 20:00 Cena 21:15 Giochi insieme 11:00 Discussione 17:00 Discussione 23:15 Conclusione giornata 11:45 Tempo libero 18:00 Tempo libero 13:00 Pranzo 20:00 Cena 14:30 Sistemazione camere e preparazione bagagli 21:15 Giochi insieme 23:15 Conclusione giornata 15:00 Giochi insieme 17:30 Partenze Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 3

4 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
Introduzione INTRODUZIONE Il racconto in sé con i suoi personaggi ed i suoi elementi PIANO NARRATIVO EVANGELISTA I simboli che personaggi ed elementi del racconto richiamano PIANO SIMBOLICO Il significato che i simboli hanno per la realtà della comunità credente COMUNITA’ PIANO DELL’ATTUALIZZAZIONE Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 4

5 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
Le nozze di Cana 1° INCONTRO LE NOZZE DI CANA (Gv. 2,1-11) [1] Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. [2] Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. [3] Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». [4] E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». [5] Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». [6] Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. [7] E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. [8] Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. [9] Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo [10] e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». [11] Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 5

6 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
Le nozze di Cana 1° INCONTRO INTRODUZIONE (1) Spesso il brano è presentato come un simpatico gesto di Gesù verso due sposini. In realtà, troppi segnali rimandano ad un messaggio che va al di là della cronaca. Il quarto Vangelo racconta solo sette “miracoli”. Come mai il primo è un episodio così modesto? In pratica, Gesù “manifesta la sua gloria” dando vino a gente già ubriaca. Troppi particolari taciuti: i nomi degli sposi, quello dei discepoli, una descrizione della festa... Alcuni elementi da capire: Gesù chiama Maria “Donna”, oppure, afferma che non è giunta la sua ora ma compie il miracolo. Le nozze di Cana: sostituzione dell’acqua di purificazione con il vino eccellente. La sostituzione del tempio: il santuario cede il posto a Gesù, unico e vero tempio. La samaritana: l’acqua viva data da Gesù, sostituisce l’acqua del pozzo di Giacobbe (lo Spirito sostituisce la Legge). La sezione del Vangelo che tratta la sostituzione delle istituzioni giudaiche (cap. 2-4) Nei vangeli sinottici, nel contesto di una festa nuziale, Gesù usa il simbolismo del vino nuovo per paragonare il suo insegnamento con le usanze dei farisei. (Mc. 2,19-22) [19] Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. [20] Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. [21] Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. [22] E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!». Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 6

7 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
Le nozze di Cana 1° INCONTRO INTRODUZIONE (2) La “madre di Gesù” (citata 3 volte) (Citati 1 volta) Il versetto 6, che descrive le anfore, è il versetto centrale del racconto e divide in due l’episodio Gesù e i discepoli Il “maestro di tavola” (citato 3 volte) (Citati 1 volta) Giovanni, con il cambio dell’acqua in vino, propone il cambio dell’alleanza; da quella di Mosè a quella di Gesù Tutto il brano è centrato sulle nozze, tema con il quale i profeti raffiguravano l’alleanza tra Dio, lo sposo, e Israele, sua sposa. Il vino esalta l’ebbrezza dell’ incontro sponsale. L’esultanza dei giorni del Messia, è descritta dalla presenza di vino. Il Cantico dei Cantici impiega otto volte la metafora del vino per definire l’attrattiva che l’amato e l’amata nutrono l’uno per l’altro. Is. 54,5 ; Os. 2,3 Os. 2,21-24 ; Is. 62,5.8.9 Am. 9,13-14 ; Ger. 31,12 ; Gl. 2, Straordinariamente abbondante. Di qualità eccellente. di inattesa gratuità Os. 14,8 ; Is. 25,6 ; Zc. 9,17 Is. 55,1 CdC. 1,2.4 ; 2,4 ; 4,10 ; 5,1 ; 7,3.10 ; 8,2 Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 7

8 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni IL “TERZO GIORNO” E LE “NOZZE”
Le nozze di Cana 1° INCONTRO IL “TERZO GIORNO” E LE “NOZZE” A partire dall’attività del Battista (Gv. 1,19), si tratta del giorno “sesto” (Gv. 1, ). E’ lo stesso giorno in cui Dio creò l’uomo, Adamo. E’ un giorno simbolico che conterrà tutta l’attività di Gesù, culminerà con la sua morte, che, a sua volta, avverrà in un giorno “sesto”. Il richiamo al giorno della creazione dell’uomo, sta ad indicare che a Cana inizia la creazione dell’uomo nuovo. (Es. 19, ) [10] Il Signore disse a Mosè: «Va’ dal popolo e santificalo, oggi e domani: lavino le loro vesti [11] e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai, alla vista di tutto il popolo. [16] Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell’accampamento fu scosso da tremore. Il “terzo giorno” richiama anche il giorno dell’alleanza tra Jahvè e il popolo d’Israele sul Sinai. La teologia giudaica considerava l’evento del Sinai come una seconda creazione. Come la creazione della Genesi è narrata in una settimana e l’uomo è creato al sesto giorno, così anche la rivelazione del Sinai è suddivisa nel corso di una settimana e, al sesto giorno, Dio crea Israele come popolo. Giovanni Battista, facendo riferimento alla legge del Levirato, ha designato Gesù come nuovo sposo. Le nozze acquistano un valore simbolico. L’espressione “il terzo giorno”, si ritrova anche nel profeta Osea. (Os. 6,2) [2] Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza. (Gv. 1,27) [27] colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Tutta la vicenda di Gesù, si concluderà “il terzo giorno”, quello della risurrezione (1Cor. 15,3-4 ; Gv. 2,19-22). Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 8

9 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni “CANA” E GLI INVITATI ALLE NOZZE
Le nozze di Cana 1° INCONTRO “CANA” E GLI INVITATI ALLE NOZZE “Cana di Galilea”, citata solo da Giovanni, probabilmente è una località che non è mai esistita. A Giovanni interessa il significato del termine “Cana”, che, probabilmente, allude al verbo ebraico “qanah” che significa “acquistare” . E’ il verbo con il quale si indicava la scelta di Dio per Israele, che era il popolo “acquistato” da Dio (Es. 15,16 ; Sal. 73,2). Come sul Sinai avvenne “l’acquisto” di Israele da parte di Jahvè, a Cana avviene “l’acquisto” del popolo da parte di Gesù. La “madre di Gesù“ è presentata senza nome, ma solo attraverso la relazione che ha con Gesù; non solo qui ma in tutto il vangelo (Gv. 6,42 ; 19,25). Durante la vita pubblica di Gesù, la “madre” non comparirà mai. E’ presente solo in due circostanze strettamente legate tra loro: a Cana, dove Gesù annuncia la sua “ora”, e alla crocifissione (Gv. 19,25-27), dove la porta a compimento. Fino a questo momento, il protagonista principale del vangelo era stato Giovanni Battista. Inizia ora il “giorno” dell’attività di Gesù, nuovo sposo, che entra nelle antiche nozze, non in qualità di sposo, ma come invitato. Gesù non appartiene all’antica alleanza, è soltanto ospite insieme ai discepoli; “la madre” vive all’interno di essa. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 9

10 Le nozze di Cana 1° INCONTRO
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Le nozze di Cana 1° INCONTRO LA MANCANZA DI “VINO” E L’INTERVENTO DELLA “MADRE” (1) Il vino rappresenta l’amore degli sposi ed è un elemento indispensabile nelle nozze. Si è di fronte ad un matrimonio in cui manca il vino; nell’alleanza tra Dio e il suo popolo, è venuto a mancare l’amore. Interviene la “madre di Gesù” che, da un lato, è un membro delle nozze, e dall’altro, ha uno stretto vincolo con Gesù che è l’invitato. La “madre” si rivolge a Gesù senza chiamarlo “figlio”; neanche Gesù la chiamerà “madre”. Tra loro esiste un vincolo d’origine, ma la “madre” non pretende d’avere diritti su Gesù. (Cdc. 1,2b ; 7,10a ; 8,2b) [2b] Sì, migliore del vino è il tuo amore. [10a] Il tuo palato è come vino squisito, [2b] Ti farei bere vino aromatico La “madre” appartiene alle nozze, ma riconosce in Gesù il Messia; rappresenta il popolo che è rimasto fedele a quest’alleanza, e che soffre per la situazione del popolo. L’espressione “che ho da fare con te, o donna?” è un “semitismo“. Una traduzione a noi più comprensibile potrebbe essere “cosa importa a me e a te, donna?”. Gesù nega che la sua missione è rivitalizzare l’antica alleanza. Pronunciando “Donna“ , utilizzato per una donna sposata o promessa sposa, e non “madre”, Gesù mostra la sua indipendenza; se è nato in ambiente giudaico, non per questo il suo modo di agire s’ispirerà a tale ambiente. Gesù fa comprendere che l’antica alleanza è decaduta, e che la sua opera non si appoggerà sulle antiche istituzioni, ma sarà una novità radicale; l’antica alleanza fondata sulla Legge non sarà integrata nella nuova. “L’ora” è un termine tecnico utilizzato da Giovanni per indicare il periodo della passione, morte e risurrezione, che, anziché essere una scena di morte, sarà descritta come una esplosione di vita. La “madre di Gesù”, pur appartenendo alle nozze antiche, si distanzia da esse affermando “non hanno vino”, e non “non abbiamo vino”. L’Israele fedele all’alleanza riconosce in Gesù il Messia che deve salvare Israele. Una religione dove ci sono solo riti di purificazione, è triste come un matrimonio senza vino. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 10

11 Le nozze di Cana 1° INCONTRO
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Le nozze di Cana 1° INCONTRO LA MANCANZA DI “VINO” E L’INTERVENTO DELLA “MADRE” (2) La “madre” figura dell’Israele fedele, ha capito che l’antico patto è decaduto e che Gesù sta per inaugurare quello nuovo; per questo invita i servitori a collaborare con Gesù. Per indicare i “servi”, Giovanni utilizza il termine greco “diacono”; non sono servi per condizione sociale, ma coloro che liberamente e per amore servono gli altri. La frase “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” , richiama quella che il popolo d’Israele pronunciò sul Sinai, quando Mosè, sceso dal monte, propose loro le norme dell’alleanza. La “madre”, simbolo dell’Israele fedele a quell’impegno descritto nel libro dell’ Esodo, comprende che la stessa professione deve essere fatta al Messia che sta per inaugurare la nuova alleanza. “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”, richiama anche le parole del Faraone durante la carestia in Egitto. Le parole di Maria fanno di Gesù un nuovo Giuseppe nel momento della mancanza del vino, come il patriarca lo fu in mancanza di cibo. (Es. 19,8) [8] Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». (Gen. 41,55b) [55b] Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà». Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 11

12 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
Le nozze di Cana 1° INCONTRO LE ANFORE (1) La capacità delle “anfore”, letteralmente, è la “metreta“ che va dagli 80 ai 120 litri. La finalità delle anfore, la “purificazione dei giudei”, e la loro posizione al centro dell’episodio, evidenziano la loro importanza: esse “presiedono” alle nozze, cioè all’alleanza. Noi immaginiamo le “anfore” come dei vasi di terracotta, ma il testo precisa che sono di “pietra”, quindi pesantissime. Le “anfore” sono di “pietra” come le tavole della Legge; in esse l’evangelista rappresenta la legge di Mosè, codice dell’antica alleanza. La “pietra” ricorda anche un famoso testo del profeta Ezechiele. Alle legge di pietra corrisponde un cuore di pietra. La purificazione, che indica lo sforzo dell’uomo per ingraziarsi Dio, creava con lui una relazione difficile e fragile, poiché dominata dai riti. In questo sistema religioso, l’uomo non si sentiva unito al Signore da un vincolo d’amore, ma dalla paura dei suoi castighi. Le “anfore” non contengono acqua, e di fatto, dovranno essere riempite dai servi. Le prescrizioni della legge sulla purificazione erano soltanto apparenti, vuote come le “anfore”, e quindi inutili ed inefficaci. Il numero delle “anfore” è “sei”, cifra che indica l’incompletezza in opposizione al “sette” che indica la totalità. Anche il numero delle feste giudaiche riportate da Giovanni è “sei”. Anche le feste sono incomplete, provvisorie; stanno per essere sostituite dalla “festa” per eccellenza, la Pasqua di Gesù. La stessa attività di Gesù si svolge nel “sesto” giorno perché la creazione non è ancora completata. Come non vi era vino alla festa, così non vi era acqua per la purificazione. Le due cose messe insieme, indicano che il disegno dell’Antico Testamento sta terminando. Le “anfore” saranno, per ordine di Gesù, riempite fino all’orlo; la venuta di Gesù già indica una pienezza che ricomincia. (Ez. 36,26) [26] vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 12

13 Le nozze di Cana 1° INCONTRO LE ANFORE (2) E IL MAESTRO DI TAVOLA
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Le nozze di Cana 1° INCONTRO LE ANFORE (2) E IL MAESTRO DI TAVOLA Essendo vuote, le “anfore” costituiscono una realtà pesante, ingombrante. L’espressione “fino all’orlo”, letteralmente è “fino all’alto”; un modo per indicare che nell’azione c’è Dio. Gesù indica che lui sta per offrire la vera e definitiva purificazione, che non dipenderà mai da nessuna Legge; le “anfore” non conterranno mai il vino che egli offre. L’acqua si muterà in vino al di fuori di esse. La Legge si poneva tra l’uomo e Dio, d’ora in poi non vi saranno intermediari; il vino che è l’amore, stabilirà una relazione personale ed immediata. L’abbondanza di vino è una delle immagini costanti della tradizione profetica per esprimere la gioia dei giorni messianici. I matrimoni, nel mondo palestinese, duravano dai tre ai sette giorni ed erano aperti a tutto il paese. Per dirigere la cerimonia, c’era un “maestro di tavola”; il responsabile dell’organizzazione. Il maestro, che “non sapeva di dove venisse”, non riconosce il dono del Messia. Il vino, è offerto a tutti, anche ai dirigenti giudei rappresentati dal “maestro di tavola”, ma costoro non lo riconoscono. Il vino simboleggia l’amore dono è lo Spirito; con il riferimento alla “sua ora“, l’azione di Gesù annuncia la croce dove a tutti sarà offerto lo Spirito. In questa scena c’è l’ampliamento dell’opposizione già annunciata nel prologo: (Gv. 1,17) [17] Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. La figura del “maestro di tavola” è contrapposta a quella della “madre di Gesù”; mentre quest’ultima si è accorta della mancanza del vino, il “maestro di tavola”, non solo non se n’è reso conto, ma protesta per l’ordine con il quale il vino è servito. Per indicare il “maestro di tavola”, Giovanni usa un termine, la cui radice è identica a “capo” e “sommo sacerdote”. (Am. 9,13-14) [13] Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – in cui chi ara s’incontrerà con chi miete e chi pigia l’uva con chi getta il seme; i monti stilleranno il vino nuovo e le colline si scioglieranno. [14] Muterò le sorti del mio popolo Israele, ricostruiranno le città devastate e vi abiteranno, pianteranno vigne e ne berranno il vino, coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 13

14 Le nozze di Cana 1° INCONTRO
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Le nozze di Cana 1° INCONTRO IL MAESTRO DI TAVOLA (2) – GESU’ MANIFESTA LA “GLORIA” Giovanni rappresenta, nella figura del “maestro di tavola”, i capi religiosi sordi e insensibili ai bisogni del popolo. Per loro, non c’è nulla di anomalo che Dio si sia allontanato dal popolo a causa della legge che loro hanno deformato; che tra Dio e il popolo non vi sia amore, a loro non interessa assolutamente niente. Il “maestro di tavola”, abituato a un sistema di dare-avere con Dio, non capisce e non accoglie un regalo gratuito. Egli protesta riguardo all’ordine in cui i vini sono offerti; secondo lui quello di prima deve essere il migliore. E’ la caricatura che Giovanni fa dei rappresentanti dell’istituzione religiosa; sono uomini del passato che di fronte alla novità, anziché accoglierla, rimproverano coloro che l’accolgono. Non comprendono che il piano di Dio è in progressione; per loro, la situazione passata era quella definitiva. Nell’istituzione religiosa, si vede il nuovo sempre con sospetto e diffidenza, e, spesso, è ostacolato; per essa il meglio appartiene al passato, e, ogni novità deve essere integrata nell’antico. I “segni”, piuttosto che “prodigi”, e sono da collegarsi all’ “ora” di Gesù. Un segno non ha significato in se stesso, ma deve indicare qualcos’altro e condurvi; chi si ferma al segno, ne perde il significato profondo. E’ l’unico episodio del vangelo di Giovanni, in cui si afferma che Gesù “manifestò la sua gloria”, come Dio nel giorno dell’antica alleanza. (Es. 24,15.17) [15] Mosè salì dunque sul monte e la nube coprì il monte. [17] La gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna. Per Giovanni i termini “gloria” e “glorificare” sono sempre un riferimento alla croce, che rivela in pienezza l’amore di Gesù. A Cana, per la prima volta, Cristo ha annunciato la nuova alleanza dell’amore da viversi nell’ebbrezza dello Spirito, così come il vino dà l’ebbrezza. Le “nuove nozze“ appariranno in pienezza il giorno della “nuova creazione“, attraverso la nuova coppia, Gesù e Maria di Magdala, nel giardino della risurrezione. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 14

15 Le nozze di Cana 1° INCONTRO APPROFONDIMENTO
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Le nozze di Cana 1° INCONTRO APPROFONDIMENTO Gli sposi, gli invitati, il “maestro di tavola”, i servi Gli sposi non hanno un nome, un’appartenenza sociale, emergono solo come simbolo. Gli invitati sono semplici comparse. Recedono per far spazio al Cristo sposo, che ha la sua sposa nella comunità composta da sua madre e dai suoi discepoli. Il “maestro di tavola” è l’unico che emerge dalla massa, rappresenta il “buon senso” che va in confusione di fronte alla novità dell’evento. I servi eseguono le richieste insolite di Gesù, senza porsi tanti problemi. Saranno loro a sperimentare il passaggio dell’acqua in vino; diventano portatori dell’amore di Dio perchè hanno aderito a Gesù. La “madre di Gesù” La “madre di Gesù“ è la protagonista insieme al Figlio. E’ colei che lo ha generato, ma “madre di Gesù” è anche la comunità fedele d’Israele che lo ha cresciuto religiosamente. Nell’annunciazione, Maria afferma “si faccia di me secondo la tua parola” (Lc. 1,38); ha fatto un suo personale atto di fede. Ora, a Cana, chiede agli altri di fare la stessa cosa. La “madre di Gesù” invita a passare dai problemi quotidiani al grande problema del Regno. La “madre di Gesù” è nominata più volte, sempre in dipendenza dal Figlio. Non può avere nessuna parte nel suo ministero. Al momento “dell’ora”, sulla croce (Gv. 19,27), seguirà Gesù non come “madre addolorata”, ma come la vera discepola pronta a morire con il maestro. Il testo afferma che “stava in piedi”; non è una donna trascinata dagli avvenimenti, ma volontariamente presente. Dopo le sue parole, la madre si ritira nell’ombra. Il suo compito è terminato. Alla fine del racconto, non è più la “madre di Gesù” ad essere nominata per prima, ma Gesù stesso e la sua comunità. (Lc. 11,27-28) [27] Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». [28] Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 15

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Le nozze di Cana 1° INCONTRO LA SIMBOLOGIA DEL VINO La simbologia del vino è il tema centrale dell’episodio, ed è un tema classico della Parola di Dio. Il vino esprime la vitalità, la rigogliosità, quasi l’ebbrezza di un rapporto: Nella simbologia del Cantico dei Cantici, la “cella” del vino è la “camera nuziale” . Il vino è simbolo dell’amore sponsale tra Jahvè e il suo popolo. Il dialogo d’amore tra noi e il Padre, si deve equiparare all’ebbrezza che dà il vino. L’Antico Testamento ricorre spesso all’immagine del “banchetto escatologico” per indicare l’approdo ultimo della vita; all’interno di questo banchetto Cristo è lo sposo, che offre il suo vino. (CdC. 2,4) [4] Mi ha introdotto nella cella del vino e il suo vessillo su di me è amore. Se nella nostra vita, nella fiducia del Padre, si manca di scioltezza, si è spaventati, pigri, timorosi, affannati per il futuro, significa che non c’è la gioia, che si “arranca” nella vita, forse fatta più di amarezza che di soddisfazioni. E’ venuto a mancare il vino al nostro banchetto di nozze. E’ in queste situazioni che si ha la sensazione di non aver più nulla da offrire se non la propria stanchezza, freddezza e, spesso, l’amara delusione: sono le anfore di pietra vuote. Bisogna far nostro l’invito della madre: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Per far scaturire il vino della gioia, bisogna riempire abbondantemente il vuoto che sentiamo e viviamo, con l’acqua della vita. E’ la nostra vita che va riempita con la sua luce e i suoi progetti. Bisogna fare quello che dice facendogli credito, fidandosi. L’invito del Vangelo è un invito a nozze. E’ in quest’incontro che emerge la gioia, che spesso ci viene a mancare. La fede trasmette un’ebbrezza dell’amore del Padre che dovrebbe creare un contagio. La nostra fede ha bisogno di uscire dalle sacche del legalismo, che ci appesantisce; quel tipo di cristianesimo che ci portiamo dietro come un “asma” permanente, e un po’ asmatici lo siamo tutti. Questo primo segno di Gesù ci dice che la fede è da un’altra parte, su un altro versante. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 16

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La Samaritana 2° INCONTRO LA SAMARITANA (Gv. 4,3-43) [3] lasciò allora la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. [4] Doveva perciò attraversare la Samaria.[5] Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: [6] qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. [7] Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». [8] I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. [9] Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. [10] Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». [11] Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? [12] Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».[13] Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; [14] ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».[15] «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». [16] Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». [17] Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. [18] Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». [19] Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! [20] I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». [21] Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. [22] Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. [23] Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: cosìinfatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. [24] Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». [25] Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». [26] Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». [27] In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». [28] La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: [29] «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». [30] Uscirono dalla città e andavano da lui. [31] Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». [32] Ma egli rispose loro:«Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». [33] E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». [34] Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. [35] Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. [36] Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. [37] In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. [38] Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». [39] Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». [40] E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. [41] Molti di più credettero per la sua parola [42] e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».[43] Trascorsi due giorni, partì di là per la Galilea. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 17

18 La Samaritana 2° INCONTRO INTRODUZIONE La Samaritana e Nicodemo
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO INTRODUZIONE La Samaritana e Nicodemo Lo sfondo dell’episodio: il libro del profeta Osea La donna è posta in contrasto con la figura di Nicodemo, rappresentante dell’autorità giudaica (Gv. 3,1-15). Nicodemo va da Gesù di NOTTE e SCOMPARE nella nebbia, confuso dalla rivelazione di Gesù. La samaritana, incontra Gesù a mezzogiorno in PIENA LUCE, accetta la rivelazione di Gesù e diviene TESTIMONE. Osea è il profeta della Samaria, che, partendo dalla sua tragica situazione matrimoniale, utilizzò per primo l’immagine delle nozze per descrivere la relazione tra Dio e il suo popolo. Le allusioni allo scritto del profeta saranno frequenti nell’episodio. Nonostante Gomer, la moglie di Osea lo tradisse con molti amanti, il profeta continuava ad esserne innamorato: questo gli fece comprendere l’immensità dell’amore di Dio per il suo popolo. Dopo un’ennesima fuga, Osea ritrova la moglie, l’aggredisce furibondo elencandole le colpe di sposa infedele e madre irresponsabile. Ma, giunto alla sentenza finale, afferma: (Os. 2,16-18) [16] Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. [17] Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acor in porta di speranza. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. [18] E avverrà, in quel giorno – oracolo del Signore – mi chiamerai: “Marito mio”, e non mi chiamerai più: “Baal, mio padrone”. Anziché una condanna, lapidazione o strangolamento, le propone un nuovo viaggio di nozze. Osea, comprende che la moglie cercava negli amanti quell’amore che da un marito-padrone non poteva ricevere (“mio padrone”) . Le propone, quindi, un rapporto più intimo (“mio marito”). Osea, che concede il perdono alla moglie senza assicurarsi del suo reale pentimento, intuisce che anche Jahvè si comporta così con Israele: la conversione, dunque, non sarà la condizione per ricevere il perdono di Dio, ma l’effetto. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 18

19 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
La Samaritana 2° INCONTRO IL CAMMINO DI GESU’ “Attraversare” compare solo sue volte in Giovanni, in questo brano. Gesù “attraversa” la Samaria affinché la samaritana non debba “attraversare” più per andare ad attingere l’acqua. Gesù va in cerca delle persone alle quali è proibito l’accesso al tempio. Egli non è come il Dio del tempio che aspetta che le persone vadano da lui, ma è lui esce dal tempio e va in cerca di coloro che non vi possono accedere. Il cammino “teologico” “Doveva” : indica la volontà di Dio. Itinerario d’amore e non geografico Sicar/Sichem Il cammino “geografico” Si evitava la Samaria, luogo pericoloso per l’inimicizia tra i due popoli, passando per la valle del Giordano Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 19

20 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni LA “SORGENTE” E IL “POZZO”
La Samaritana 2° INCONTRO LA “SORGENTE” E IL “POZZO” Il testo presenta una tensione tra due termini tradotti indistintamente con “pozzo” “Sorgente” “Pozzo” Quando chi parla è Gesù o l’evangelista Il “pozzo”, nella cultura ebraica era luogo d’incontri d’amore e di decisioni di matrimonio. Nell’Antico Testamento diverse coppie nascono incontrandosi nei pressi di un pozzo. Il pozzo è un dono che Dio ha fatto al suo popolo in cammino nel deserto durante l’esodo (Nm. 21,16-18). E’ un condotto verticale coperto da una pietra, e tradizionalmente, era simbolo della Legge da cui sgorga la sapienza. Quando chi parla è la Samaritana Acqua sempre nuova e fresca Acqua “ferma” E’ sempre a disposizione e basta bere Richiede lo sforzo dell’uomo per essere attinta L’espressione “sedeva presso il pozzo” è letteralmente “si fermò a sedere su il pozzo”. Gesù si siede sopra la fonte, cioè sopra la legge antica, occupa il suo posto. La frase indica la sostituzione che avverrà: Gesù occuperà permanentemente il posto della fonte antica, e offrirà un’acqua che sgorgherà dal suo costato (Gv. 19,34). Gesù è la vera fonte che occupa il posto della Legge, della tradizione e del tempio; sarà lui la nuova fonte di vita. Simbolo dello SPIRITO Simbolo della LEGGE FEDE : L’amore di Dio è gratuito RELIGIONE : L’amore di Dio va meritato Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 20

21 La Samaritana 2° INCONTRO IL DIALOGO TRA GESU’ E LA DONNA (Vers. 6-8)
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO IL DIALOGO TRA GESU’ E LA DONNA (Vers. 6-8) La scelta dell’ora per andare al pozzo è insolita; a mezzogiorno, sia d’estate sia d’inverno, il sole picchia. Secondo gli usi dell’epoca, si andava ad attingere l’acqua all’alba o al tramonto. In passato, la stranezza era spiegata ipotizzando che la donna fosse una prostituta che la notte aveva “lavorato”. L’espressione “era circa mezzogiorno” è letteralmente “era circa l’ora sesta” . E’ la stessa espressione che Giovanni userà nel momento in cui Gesù sarà condannato a morte (Gv. 19,14); Giovanni anticipa gli effetti della morte di Gesù; dal suo costato uscirà sangue ed acqua, elementi vitali. La donna non ha nome proprio, è quindi un personaggio rappresentativo in cui tutti si possono rispecchiare. Di lei è solo detto che appartiene alla regione di Samaria. Ritorna, come a Cana e come nell’incontro con Giovanni Battista (Gv. 3,29) il tema del Messia-Sposo che va a cercare, in questo caso, la sposa infedele. (Os 2,15-16) [15] La punirò per i giorni dedicati ai Baal, quando bruciava loro i profumi, si adornava di anelli e di collane e seguiva i suoi amanti, mentre dimenticava me! Oracolo del Signore. [16] Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. La richiesta di Gesù è inaudita. Mai un uomo, specialmente un maestro, avrebbe rivolto fuori di casa la parola ad una donna; mai un Giudeo avrebbe chiesto da bere ad un samaritano, tanto meno ad una donna. Gesù non agisce dall’alto della sua superiorità di maschio, ma esprime la propria accogliente simpatia: chiede un favore. E’ il modo tipico di Gesù quando si avvicina alle persone: non si rivolge dall’alto della sua condizione divina, ma dal basso. Gesù prova necessità ed è solidale con le necessità dell’umanità. Chiede solidarietà a livello umano, elementare, che unisce gli uomini al di sopra delle culture e delle barriere politiche e religiose. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 21

22 La Samaritana 2° INCONTRO IL DIALOGO TRA GESU’ E LA DONNA (Vers. 9-12)
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO IL DIALOGO TRA GESU’ E LA DONNA (Vers. 9-12) Prima d’ogni altra ulteriore specificazione, la donna è una persona, in grado di dare l’acqua dell’amore. Gesù sposta al livello umano ciò che era scaduto in divisioni razziste e religiose. Gesù non dovrebbe chiedere nulla perché solo lui è la sorgente che disseta; siamo di fronte al paradossale gesto di un Dio amore che si fa mendicante per rendere l’uomo ricco. Gesù si presenta semplicemente come un uomo e riconosce che la donna può offrirgli qualcosa d’indispensabile. La donna inizia a cambiare atteggiamento: prima lo ha chiamato “Giudeo”, ora lo chiama “Signore“. La donna è stupita per l’offerta; non conosce altra acqua che quella del pozzo. Il suo stupore è parallelo a quello di Nicodemo (Gv 3.5). Né Nicodemo, né la donna, educati nella Legge, sono abituati all’idea di gratuità, perché nella religione tutto ha un prezzo, ma il dono di Dio non va tassato (Mt. 10,8b). La domanda della samaritana “da dove prendi dunque quest’acqua” viva? , richiama quella del maestro di tavola nelle nozze di Cana “da dove viene il vino…” (Gv. 2,9). La donna conosce il dono di Giacobbe (“ci diede”), ma non conosce quello di Dio; conosce il “pozzo“ ma non la “sorgente“ Gesù è lo sposo che va incontro alla sposa adultera non per minacciarla, ma per farle un dono che lei mai ha conosciuto. Dio non ama gli uomini per i loro meriti ma per i loro bisogni. Il dono di Dio, l’acqua, è Gesù stesso e il suo Spirito. Egli è la sorgente della vita ed è in grado di dare acqua viva. “Conoscere“ nella Bibbia non significa semplicemente “essere informati”, ma indica un’esperienza vitale. “Se tu conoscessi il dono Dio”, significa: “Se tu avessi esperienza della vita che io porto”. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 22

23 La Samaritana 2° INCONTRO IL DIALOGO TRA GESU’ E LA DONNA (Vers.13-15)
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO IL DIALOGO TRA GESU’ E LA DONNA (Vers.13-15) Giacobbe ha dato un’acqua che non toglie mai definitivamente la sete. Traspare il rifiuto della saggezza basata sulla Legge. Gesù fa comprendere la sua superiorità rispetto a Giacobbe. Egli offre l’acqua secondo il testo di Isaia (Sir. 24,21-23) [21] Quanti si nutrono di me avranno ancora fame e quanti bevono di me avranno ancora sete. [22] Chi mi obbedisce non si vergognerà, chi compie le mie opere non peccherà». [23] Tutto questo è il libro dell’alleanza del Dio altissimo, la legge che Mosè ci ha prescritto, (Is 55,1a) [1] O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite, A differenza dell’altra acqua, basterà bere una sola volta perché la sete si calmi per sempre; lo Spirito rimarrà interiorizzato nell’uomo. L’unico atto di bere corrisponde alla nuova nascita annunciata a Nicodemo (Gv. 3,3.5s) che dà nuova vita. Se si vive la relazione con Dio sull’osservanza della Legge, non si sarà mai soddisfatti e, soprattutto, si vivrà sempre in uno stato di senso di colpa, perché si ha di un fronte un Dio deluso. Non si è mai all’altezza del suo progetto su di noi. L’acqua che Gesù dona può soddisfare pienamente ogni aspirazione dell’uomo, perché è l’amore che lo orienta verso il servizio agli altri. Con Gesù non vi sarà un’acqua, simbolo della Legge, esterna, che accompagna il popolo, ma una fonte interna di vita che guida l’individuo. L’acqua è la stessa in tutti; crea unità con Gesù e fra tutti. Zampillando in ciascuno come sorgente propria, e fecondando la terra di cui l’uomo è costituito, l’acqua produce un frutto diversificato. Lo Spirito è una sorgente interna, non esterna come la Legge. Lo “zampillare” dà l’immagine del “salire e scendere” dell’acqua senza interruzioni. Lo Spirito è personalizzante; la Legge, assolutizzata come fine a se stessa, spersonalizza l’uomo. In chi l’accoglie, lo Spirito si trasforma in uno zampillo che inizia a gorgogliare, nell’intimo della persona, in un crescendo, che corrisponde all’esperienza di essere amato, e che porta la persona ad amare in un processo senza fine. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 23

24 La Samaritana 2° INCONTRO I “CINQUE MARITI” DELLA DONNA (vers. 16-18)
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO I “CINQUE MARITI” DELLA DONNA (vers ) Re Nabucodonosor deportò in Samaria, cinque tribù provenienti da città Babilonesi. Ognuna di queste tribù portò con sé le proprie divinità e, su cinque colli della Samaria, furono costruiti cinque templi dedicati a ciascuna divinità (2Re 17,29-32). Gli Ebrei di Samaria, adoravano Jahvè sul monte Garizim L’adulterio, nella bibbia, non indica mai il tradimento tra coniugi, ma è un’immagine dell’idolatria. Se Dio è lo sposo e il popolo è la sposa, adorare altre divinità è idolatria. Gesù non sta parlando della vita coniugale della donna, ma dell’idolatria di Samaria che adora Jahvè, ma adora anche altre cinque divinità. Il passaggio al tema matrimoniale acquista significato; il termine “marito“, in ebraico significa anche “Signore” . Gesù invita la donna a prendere coscienza che il suo culto si è prostituito; per questo, la donna passerà al tema dei templi. Gesù invita la donna a rompere con le altre divinità che promettono una felicità che non possono dare. 5 Divinità = 5 Mariti “Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito” (Gv. 4,18) IDOLATRIA DI SAMARIA La donna ha 6 mariti (numero dell’imperfezione e incompletezza) ma non uno SPOSO Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 24

25 La Samaritana 2° INCONTRO
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO IL CULTO IN “SPIRITO E VERITA’” (Vers ) Gesù chiama la Samaritana “Donna”; rappresenta la sposa adultera che ha tradito il suo sposo, e che Dio riconquista con il suo amore. Non si tratta di scegliere tra culto giudeo e samaritano; anche il tempio di Gerusalemme si è prostituito e Gesù ne ha già annunciato la fine (Gv. 2,13ss). Gesù prospetta un cambiamento radicale; è finita l’epoca dei templi: il culto di Dio non avrà luoghi privilegiati. Il nuovo tempio è Gesù stesso, luogo della comunicazione con Dio (Gv. 1,51) e nuovo santuario (Gv. 2,19-22) dal quale sgorga l’acqua dello Spirito (Gv. 7,37-39; 19,34). Gesù dà a Dio un nome nuovo, quello di “Padre”, che stabilisce con lui un vincolo familiare e personale. L’unico Dio vero è quello cui è dedicato il tempio di Gerusalemme, definito da Gesù “la casa di mio Padre” (Gv. 2,16) . La salvezza che proviene dai Giudei è Gesù stesso. Il vero culto non sarà a un Dio lontano, ma al Padre unito all’uomo da un rapporto personale in spirito e verità, termine che può essere tradotto anche con “lealtà“. Il nuovo culto è la pratica dell’amore fedele che esclude i templi prefabbricati, già denunciati dal profeta Isaia. (Is. 66,1) [1] Così dice il Signore: «Il cielo è il mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi potreste costruire? In quale luogo potrei fissare la dimora? La samaritana chiede a Gesù “dove” bisogna adorare Dio; Gesù le risponde spiegandole “come” bisogna fare. Non conta il luogo, ma l’atteggiamento dell’uomo. L’espressione “il Padre cerca” è molto forte: descrive il suo desiderio di incontrare questo tipo di culto: per lui l’antico culto dei templi non significa nulla: (Os. 6,6) [6] poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti. L’espressione “Dio è spirito” definisce il Padre come dinamismo d’amore. La relazione con Dio conduce ad amare l’uomo fino ad una dedizione totale. E’ questo l’unico culto che il Padre cerca. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 25

26 La Samaritana 2° INCONTRO
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO L’ANFORA ABBANDONATA E LA MISSIONE (Vers ) L’espressione “Sono io”, letteralmente è “Io sono“, che, nell’Antico Testamento, era il nome di Dio. I discepoli si meravigliano che Gesù parli con una donna; mostrano così la loro mentalità giudaica che considerava le donne esseri inferiori. Il fatto che i discepoli non domandino nulla, mette in risalto l’intimità della conversazione tra Gesù e la donna. Egli l’ha condotta nella solitudine e le ha parlato al cuore per conquistarla di nuovo (Os. 2,16). La donna presenta Gesù come un “uomo“ e non come “giudeo”, perché Gesù ha eliminato qualsiasi discriminazione. Ciò che ha colpito di Gesù la samaritana, è stata la sua umanità, perché è lì che si manifesta veramente il divino. Il messaggio della Samaritana è modesto e in forma interrogativa; vuole che ciascuno, come lei, giunga alla propria conclusione personale. Il comportamento della donna è simile a quello dei discepoli quando incontrarono Gesù. Andrea andò a cercare suo fratello Simone (Gv. 1,41), Filippo a cercare Natanaele (Gv. 1,45). La Samaritana diviene la figura della comunità missionaria, chiamata a mostrarsi per mostrare Gesù e, allo stesso tempo, a mettersi da parte per non rubargli spazio. Il termine “anfora” è lo stesso usato nell’episodio di Cana (Gv. 2,6). Come le giare rappresentavano la Legge, così anche l’anfora è l’immagine della Legge. La donna era dipendente dall’anfora, da dove beveva l’acqua che non spegneva la sua sete. Al contrario di Nicodemo, la donna rompe con la Legge; ha compreso la novità rispetto al passato. “Uscirono” è il verbo che descrive l’esodo. I samaritani stanno compiendo un esodo da una situazione d’infedeltà verso una nuova realtà. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 26

27 La Samaritana 2° INCONTRO
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO IL CIBO DI GESU’ E LA VOLONTA’ DI DIO (Vers ) “Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera” (Gv. 4,33) “Cibo” “Volontà di Dio” Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. (Gv. 6,40) Esprime un bisogno primario La volontà di Dio è che ogni uomo raggiunga la sua stessa condizione divina. Questo è possibile a tutti, perché tutti possono praticare un amore simile al suo. E’ ciò che si assimila e mantiene in vita In tutto il Nuovo Testamento, la volontà di Dio è UNA e POSITIVA Per Gesù, compiere la volontà del Padre, è ciò che lo mantiene in vita e non frutto di chissà quali penosi sforzi Il dialogo di Gesù con i discepoli sul cibo completa il simbolo dell’acqua. Il loro fraintendimento sul cibo richiama quello della Samaritana sull’acqua. “L’alimento” di Gesù consiste nel realizzare il progetto del Padre, lavorando a favore dell’uomo, donando lo Spirito. L’alimento di Gesù sostituisce quello della Legge come la sua acqua sostituiva quella del pozzo. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 27

28 La Samaritana 2° INCONTRO LA “SEMINA” E IL “RACCOLTO” (Vers. 35-38)
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO LA “SEMINA” E IL “RACCOLTO” (Vers ) Gesù compara due messi, quella del campo ancora lontana, e quella della fede di Samaria già pronta. La sterilità di Gerusalemme e della Giudea si è trasformata nella fecondità della Samaria. Il Messia, lo sposo, ha trovato qui la sposa. Gesù afferma che c’è la semina della Parola e della buona notizia, e c’è già il frutto, tra gli eretici samaritani. Gesù si riferisce al profeta Amos. Israele non accetta Gesù come Messia, per cui le promesse dell’AT saranno raccolte dalla nuova comunità di Gesù. I discepoli già godono di beni che non sono costati loro fatica; questo corrisponde a quanto avvenne ad Israele nell’occupare la terra promessa: (Am. 9,13) [13] Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – in cui chi ara s’incontrerà con chi miete e chi pigia l’uva con chi getta il seme; i monti stilleranno il vino nuovo e le colline si scioglieranno. (Am. 5,11) [11] Poiché voi schiacciate l’indigente e gli estorcete una parte del grano, voi che avete costruito case in pietra squadrata, non le abiterete; voi che avete innalzato vigne deliziose, non ne berrete il vino. Nonostante l’inimicizia tra i due popoli, era consentito recarsi a Sicar per prendere il grano in occasione di siccità e carestie. Mentre la Giudea è sterile, non produce frutto, l’eretica ed impura Samaria è feconda. Il “frutto“ è per la “vita eterna”; “eterna” non indica tanto la durata quanto la qualità della vita, e il cui inizio non è dopo la morte, ma in questa esistenza. (Dt 6,10-11) [10] Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà fatto entrare nella terra che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti, con città grandi e belle che tu non hai edificato, [11] case piene di ogni bene che tu non hai riempito, cisterne scavate ma non da te, vigne e oliveti che tu non hai piantato, Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 28

29 La Samaritana 2° INCONTRO LA “PAROLA” E LE “CHIACCHIERE” (Vers. 39-43)
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO LA “PAROLA” E LE “CHIACCHIERE” (Vers ) Parola (lÒgoj) Chiacchiera, Discorso (lali£) E’ la differenza tra l’ascolto del messaggio portato da una persona e portato da Gesù. La fede non si fonda sull’esperienza di nessuno; solo su quella personale. E’ un termine che designa la Parola di Dio E’ un termine che nasce dal balbettare dei fanciulli “Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna” (Gv. 4,39) “e alla donna dicevano: Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito” (Gv. 4,42) “Molti di più credettero per la sua parola (di Gesù)” (Gv. 4,41) Se non si ascolta la PAROLA di Gesù, si finisce inevitabilmente per ascoltare le CHIACCHIERE di qualcun altro. Come sempre, i numeri hanno un valore figurato: Gesù acconsente e si ferma due giorni richiamando ancora il profeta Osea. I samaritani definiscono Gesù “Salvatore del mondo”; il messaggio di Gesù non può essere racchiuso dentro una religione o un popolo, ma è per tutti. (Os. 6,2) [2] Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 29

30 La Samaritana 2° INCONTRO IL DIALOGO TRA GESU’ E LA SAMARITANA
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO IL DIALOGO TRA GESU’ E LA SAMARITANA Il dialogo tra Gesù e la Samaritana ha un ritmo “settenario”: sette espressioni di Gesù e sette risposte della donna. Solo nell’ultima la samaritana non dà una risposta di tipo verbale, bensì pratico: lascia la brocca e va ad annunciare alla gente. 1 “Dammi da bere” Tu che sei Giudeo 2 “Se tu conoscessi il dono di Dio.... Sei forse più grande del nostro padre Giacobbe? 3 Chiunque beve...avrà di nuovo sete dammi di quest’acqua La serie di appellativi con cui Gesù è designato, mostra una scoperta graduale della sua identità 4 Va a chiamare tuo marito Io non ho marito 5 Hai detto bene.... Vedo che sei un profeta 6 Viene l’ora in cui... So che deve venire il Messia Sono io che parlo con te 7 Lasciò la sua anfora Ultima risposta: non verbale, ma pratica I samaritani Il salvatore del mondo Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 30

31 La Samaritana 2° INCONTRO IL SIMBOLISMO DELL’ACQUA
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO IL SIMBOLISMO DELL’ACQUA L’acqua rappresenta per la vita naturale, quello che l’acqua viva, cioè lo Spirito, rappresenta per la vita eterna. L’immagine suggerita dal brano è quella di una sorgente che zampilla, al contrario dell’acqua stagnante chiusa in una cisterna che è morta. (Ger. 2,13) [13] Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua. (Gen. 2,10) [10] Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. Nella Bibbia l’acqua è simbolo dello straripare della vita; essa si apre e si chiude nel segno dell’acqua: (Ap. 22,1) [1] E mi mostrò poi un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. Nel simbolo dell’acqua si riassume il dono di vita che Dio fa all’uomo (Gv. 7,37) [37] Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva (Es. 17,6) [6] Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà». Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. Dono di Dio per la sete dell’uomo Gesù riassume i tre aspetti dell’acqua Comunicazione della vita di Dio (Ez. 47,1a) [1] Mi condusse poi all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. (Gv. 19,34) [34] ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. (Gv. 9,7) [7] e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Simbolo di purificazione (2Re 5,10) [10] Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va’, bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato». Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 31

32 La Samaritana 1 Le nozze di Cana 2 3 Nicodemo Cap. 4 La samaritana 19
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni La Samaritana 2° INCONTRO LA COLLOCAZIONE ALL’INTERNO DEL VANGELO 1 Gesù riconosciuto come vero sposo Si anticipa l’ “ora” di Gesù Le nozze di Cana 2 Maria è chiamata “Donna” Sei giare 3 Nicodemo Incomprensione sul nascere dall’alto Gesù chiede da bere (ha sete) Cap. Gesù offre l’acqua viva Incomprensione sull’acqua viva 4 La samaritana E’ “l’ora sesta” (mezzogiorno) La samaritana è chiamata “Donna” Una giara Si anticipa l’ “ora” di Gesù Gesù grida “Ho sete” (è dato l’aceto) L’ “ora” di Gesù 19 La morte di Gesù Esce acqua dal costato di Gesù E’ “l’ora sesta” (mezzogiorno) 20 La risurrezione di Gesù Maria di Magdala è chiamata “Donna” Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 32

33 Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO GESU’ E LA MADDALENA (Gv. 20,1-18)
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO GESU’ E LA MADDALENA (Gv. 20,1-18) [1] Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.[2] Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». [3] Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. [4] Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. [5] Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. [6] Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, [7] e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. [8] Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. [9] Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. [10] I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa. [11] Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro [12] e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. [13] Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». [14] Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. [15] Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». [16] Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». [17] Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». [18] Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 33

34 Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO INTRODUZIONE
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO INTRODUZIONE Gv. 20 : I primi incontri con Gesù risorto Pietro e il discepolo amato al sepolcro (Gv. 20,1-10) Prima apparizione ai discepoli (Gv. 20,19-23) parallelo Incontro di Maria Maddalena con Gesù (Gv. 20,11-18) Incontro di Gesù con Tommaso (Gv. 20,19-23) parallelo Gv. 20,1-18 : Suddivisione del brano Maria Maddalena al sepolcro (Gv. 20,1-2) Pietro e il discepolo amato al sepolcro (Gv. 20,1-10) Pietro e il discepolo amato al sepolcro (Gv. 20,3-10) La preparazione per opera degli angeli (Gv. 20,11-13) Incontro di Maria Maddalena con Gesù (Gv. 20,11-18) Gesù si rivela alla Maddalena (Gv. 20,14-13) Maria Maddalena è presentata come una nuova Eva nel giardino del sepolcro, piena di amore e in affettuosa ricerca dello Sposo, come la sposa del Cantico dei Cantici. In passato, si è fatta confusione su questo personaggio, e si è identificata Maria di Magdala, con la peccatrice anonima del vangelo di Luca (Lc. 7,36-50). Questo ha generato l’immagine della Maddalena pentita che, non è dei vangeli. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 34

35 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni MARIA DI MAGDALA AL SEPOLCRO
Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO MARIA DI MAGDALA AL SEPOLCRO L’espressione “il primo giorno della settimana”; sottolinea l’inizio della tappa definitiva della creazione. Al tempo stesso, è “l’ultimo giorno” che albeggiava nella croce; ora è presentato come “il primo giorno”, che apre il tempo nuovo. Giovanni prescinde dal dato cronologico per evidenziare che il tempo messianico segue immediatamente la morte di Gesù. E’ anche in opposizione al “giorno sesto”, che ha avuto il suo culmine nella realizzazione del progetto d’amore di Dio, portato a termine da Gesù (Gv. 19,30). L’espressione “di buon mattino”, è difficilmente conciliabile con il seguito, “quando era ancora buio”. In Giovanni, le “tenebre” designano l’ideologia contraria alla verità della vita (Gv. 1,5 ; 3,19 ; 6,17 ; 12,35). La mancanza di luce materiale fa da contesto alla mancanza di luce interiore di Maria Maddalena che, dominata dalla falsa concezione della morte, si reca a cercare Gesù nel sepolcro. “La pietra era stata tolta dal sepolcro”. La pietra al suo posto sarebbe stata segno della morte definitiva (Gv. 11, ), ma Giovanni non ha neanche rilevato che al momento della sepoltura fosse stata posta; la morte di Gesù non ha interrotto la sua vita. Nell’atteggiamento di Maria, Giovanni rappresenta la comunità che ha dimenticato la raccomandazione di Gesù a Betània: “Maria di Magdala” è figura della comunità sposa di Gesù In sintonia con l’immagine di “sposa”, lo sfondo della scena dell’incontro di Maria con Gesù risorto, è una serie di richiami al Cantico dei Cantici. (Gv. 12,5.7) [5] «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». [7] Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. (CdC. 3,1-2) [1] Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato l'amato del mio cuore; l'ho cercato, ma non l'ho trovato. [2] «Mi alzerò e farò il giro della città; per le strade e per le piazze; voglio cercare l'amato del mio cuore». L'ho cercato, ma non l'ho trovato. La fede nella vita che supera la morte, simboleggiata dal profumo, è assente in Maria e nei discepoli; non si attendono la risurrezione. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 35

36 Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO PIETRO E “L’ALTRO DISCEPOLO” AL SEPOLCRO (1) Maria va ad avvertire i due discepoli separatamente: come aveva annunciato Gesù, la sua morte ha causato la dispersione: Il discepolo che “Gesù amava” compare per la quarta volta nel vangelo ed indica il discepolo che è disposto, come Gesù, a dare la sua vita. Maria afferma che “hanno portato via il Signore”. Ciò che era un segno di vita, l’assenza del corpo, lo interpreta come segno di morte. Maria parla al plurale, “non sappiamo”; questo indica nuovamente che rappresenta la comunità disorientata, che si sente persa senza Gesù. (Gv. 16,32) [32] Ecco, verrà l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Nel brano il “sepolcro” è citato nove volte, mostrando che l’idea di Gesù morto è predominante nella comunità. “L’altro discepolo” precede Pietro; il contrasto tra i due e sempre a favore del primo. Lo “svantaggio” di Pietro è anche indicato da come è presentato: prima è “Simon Pietro”, poi è solo “Pietro”, soprannome che richiama la sua ostinazione. Corre più in fretta chi ha l’esperienza dell’amore di Gesù, ed è stato testimone del frutto della croce (Gv. 19,35): arriva per primo chi ama di più. “L’altro discepolo” vede le “teli” di lino di cui si parla nella sepoltura (Gv. 19,40). A livello simbolico, vede sistemati i teli, come lenzuola nel letto nuziale. Anche se è giunto primo, “l’altro discepolo” non entra, ma attende Pietro. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 36

37 Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO PIETRO E “L’ALTRO DISCEPOLO” AL SEPOLCRO (2) “L’altro discepolo” mostra il suo rispetto ed amore a Pietro, dandogli la precedenza. Lo lascia entrare per primo perché manifesti il suo amore a Gesù. Nel loro incontro precedente, egli lo aveva condotto: ora Pietro deve accostarsi a Gesù senza intermediari. (Gv. 18,16) [16] Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. Ciò che Pietro constata smentisce l’idea di Maria di Magdala: chi trafuga un cadavere dalla tomba, non ripiega i panni funerari. Come per Lazzaro, è “saltato” l’avvolgimento dei teli, ma, mentre quest’ultimo deve essere liberato, Gesù se ne libera da solo. La tomba vuota e i teli non sono una prova, ma sono un segno che Gesù ha lasciato la tomba e ha vinto la morte Pietro vede anche “il sudario”, simbolo della morte, che non era ricordato nella descrizione del seppellimento di Gesù. Il “sudario” ma copre un altro “luogo”, termine che nel Vangelo di Giovanni ha costantemente designato il tempio di Gerusalemme, centro dell’istituzione giudaica che ha dato la morte a Gesù. “L’altro discepolo” vede gli stessi segni che ha visto Pietro, e comprende che la morte non ha interrotto la vita. Il discepolo che è in sintonia con Gesù comprende i segni della vita, e sarà testimone della risurrezione come lo è già stato della morte e dell’amore di Gesù (Gv. 19,35). L’evangelista mette di nuovo in contrasto i due discepoli, indicando soltanto la fede de “l’altro discepolo”. Sulla riva del lago di Tiberiade (Gv. 21,4.7), è ancora il “discepolo amato” a riconoscere Gesù per primo e ad informare Pietro. Il discepolo anonimo, qui come altrove, è il seguace ideale di Gesù. E’ sconcertante la “scena muta” tra i due discepoli, che, semplicemente “tornarono di nuovo a casa”. I discepoli non annunciano nulla, perchè non hanno ancora visto Gesù, ma hanno solo costatato la sua assenza. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 37

38 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni MARIA DI MAGDALA E GLI “ANGELI”
Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO MARIA DI MAGDALA E GLI “ANGELI” La scena presenta, nel giardino, la nuova coppia che dà inizio alla nuova umanità. Per presentare l’incontro di Maria di Magdala con il Risorto, Giovanni segue la falsariga del Cantico dei Cantici. Le fasi presentate dal Cantico dei Cantici sono: il desiderio dell’innamorata, la ricerca nella notte, la domanda alle guardie, l’incontro con l’amato. Giovanni è fedele a questo ritmo, ma cambia il finale: mentre la sposa del Cantico afferma che “lo strinsi fortemente”, Gesù, lo sposo, inviterà Maria Maddalena “non mi trattenere” . (CdC. 3,1-4) [1]Sul mio letto, lungo la notte, ho cercatol'amato del mio cuore;l'ho cercato, ma non l'ho trovato. [2]«Mi alzerò e farò il giro della città;per le strade e per le piazze;voglio cercare l'amato del mio cuore». L'ho cercato, ma non l'ho trovato. [3] Mi hanno incontrato le guardie che fanno la ronda: «Avete visto l'amato del mio cuore?». [4] Da poco le avevo oltrepassate, quando trovai l'amato del mio cuore. Lo strinsi fortemente e non lo lascerò finché non l'abbia condotto in casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice. Il pianto della Maddalena è lo stesso di Marta sorella di Lazzaro: la disperazione perchè ritiene che la morte di Gesù sia la fine di tutto. Gli “angeli”, sono i “custodi del letto”, “seduti l'uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi”, conoscono ciò che è avvenuto; sono quindi i testimoni della risurrezione. Con la loro domanda, i messaggeri di Dio, indicano a Maria che non c’è motivo né di lutto né di lacrime, e la chiamano “Donna”, come Gesù con sua madre a Cana (Gv. 2,4) e sulla croce (Gv. 19,26), e per la samaritana (Gv. 4,21), la sposa fedele e la sposa infedele dell’antica alleanza. Gli angeli, vedono in Maria di Magdala la sposa della nuova alleanza, che cerca desolata lo sposo, pensando di averlo perso. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 38

39 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO IL “GIARDINO” Fino a quando Maria guarda in direzione del sepolcro, non potrà mai incontrare Gesù che è vivo; infatti, è conseguenza di quel “si voltò” che vede Gesù che è in piedi” . Nonostante questo, Maria di Magdala non lo riconosce; per lei ciò che è certo è che Gesù è morto. Maria non ha ancora gli occhi adatti per scorgere Gesù, come non li avranno i discepoli di Emmaus (Lc. 24,16), gli apostoli sul lago di Tiberiade (Gv 21,4), Tommaso (Gv. 20,25). La domanda di Gesù ripete quella degli angeli, ed aggiunge “Chi cerchi?”, già comparsa due volte nel testo di Giovanni. La prima, ai discepoli, la seconda a chi lo catturava nel giardino. Gesù chiede a Maria se cerca un cadavere nel sepolcro o un vivente; se cerca il vivente non può trovarlo nel luogo della morte. Maria crede che Gesù sia il giardiniere, termine con cui Giovanni introduce di nuovo il tema del “giardino”, già presentato al momento della morte di Gesù. Precisando che c’era un “giardino” nel luogo dove Gesù morì, Giovanni mostra che nella sua morte c’era già vita. Il “giardino” richiama anche il tema del giardino dell’Eden, dove Dio è stesso è il giardiniere. Nel Cantico dei Cantici, il “giardino” è il luogo dove si manifesta l’amore tra lo sposo e la sposa. (Gv. 1,38) [38] Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». (Gv. 18,4.7) [4] Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». [7] Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». (Gv. 19,41) [41] Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. (CdC. 4,12a.15.16b;5,1a;6,2a.11;7,12-13) [12a] Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, [15] Fontana che irrora i giardini, pozzo d'acque vive e ruscelli sgorganti dal Libano. [16b] Venga il mio diletto nel suo giardino e ne mangi i frutti squisiti. [5,1a] Son venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa, [6,2a] Il mio diletto era sceso nel suo giardino [11] Nel giardino dei noci io sono sceso, per vedere il verdeggiare della valle, per vedere se la vite metteva germogli, se fiorivano i melograni. [7,12] Vieni, mio diletto, andiamo nei campi, passiamo la notte nei villaggi. [13] Di buon mattino andremo alle vigne; vedremo se mette gemme la vite, se sbocciano i fiori, se fioriscono i melograni: là ti darò le mie carezze! Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 39

40 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO LA “VOCE DELLO SPOSO” Anche Gesù chiama Maria “Donna”, cioè sposa; lei, senza saperlo, esprime la realtà di Gesù, chiamandolo “Signore”, cioè sposo, marito. Maria continua a non comprendere il motivo dell’assenza di Gesù; non ha capito che, donando la sua vita liberamente, Egli aveva il potere di riacquistarla: Maria crede che la presenza di Gesù sia vincolata ad un luogo preciso, “dove l’hai posto”; vuole assicurarsi la presenza di Gesù, anche morto, “e io lo prenderò”. Non sa che è risorto e non è circoscritto in un luogo, ma sempre presente tra i suoi. Il risorto non sta su un piedistallo circondato di luce come nei nostri altari il giorno di Pasqua, ma sembra un “giardiniere”. (Gv. 10,18) [18] Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio». Gesù la chiama per nome ed essa lo riconosce dalla voce. Lo stesso tema appare nel Cantico dei Cantici: Nell’episodio conosciuto come “il buon Pastore”, Gesù afferma: La voce di Gesù che Maria riconosce, chiama a seguirlo; adesso spetta ai discepoli percorrere il suo stesso cammino verso il Padre: Giovanni Battista aveva udito la voce dello sposo ed aveva esultato di gioia, vedendo il compimento della salvezza annunciata. Ora allo sposo risponde la sposa; si forma la comunità messianica. (CdC. 5,2) [2] Io dormo, ma il mio cuore veglia. Un rumore! È il mio diletto che bussa: «Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba, perfetta mia; perché il mio capo è bagnato di rugiada, i miei riccioli di gocce notturne». (Gv. 10,3-4) [3] Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. [4] E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. (Gv. 14,6) [6] Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 40

41 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO “NON MI TRATTENERE” Udendo la voce di Gesù, Maria si “volge” del tutto, non guarda più il sepolcro. Risponde a Gesù, chiamandolo “Rabbunì” che è l’appellativo con cui ci si rivolgeva ai maestri, e che, allo stesso tempo, poteva essere usato dalla donna per rivolgersi al marito. Si combinano i due aspetti della scena: il linguaggio nuziale che esprime la relazione d’amore che unisce la comunità a Gesù, e il fatto che l’ amore è “sequela”; si corrisponde all’amore di Gesù, praticando un amore simile al suo (Gv. 1,16 ; 13,34). Il doppio voltarsi da parte di Maria è segno della conversione necessaria per l’incontro con Gesù risorto; quando Maria smette di guardare al passato, percepisce la realtà del presente. Le tante citazioni del pianto di Maria, richiamano alcuni famosi passi sull’eliminazione del pianto. (CdC. 3,4b) [4b] Lo strinsi fortemente e non lo lascerò finché non l'abbia condotto in casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice. (Is. 25,8a) [8a] Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; L’espressione “non mi trattenere”, letteralmente è “non mi toccare”. Il gesto di Maria è un nuovo richiamo al Cantico dei Cantici: Gesù fa capire alla Maddalena che non sta continuando a vivere la sua esistenza di prima. L’ascesa al Padre, significherà la fine dell’attività di Gesù nella sua comunità, e al tempo stesso, annuncia il ritorno con un nuovo tipo di presenza. La Maddalena cercava un corpo e le viene detto non è un cadavere che deve trovare, ma Gesù vivo. (Ap. 21,4) [4] E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate». Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 41

42 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni LA COPPIA DELLA NUOVA UMANITA’
Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO LA COPPIA DELLA NUOVA UMANITA’ Maria Maddalena incontra Gesù nel giardino e si costituisce la coppia della nuova umanità. Maria vorrebbe trattenere Gesù, ma egli afferma che è lui che deve condurre la sposa nella sua dimora, che è quella del Padre, ma il momento non è ancora arrivato. Maria “possiede” Gesù e al tempo stesso “non lo possiede” ancora; questa tensione tra il “già” e il “non ancora”, crea il dinamismo nella vita cristiana. La festa nuziale sarà lo stadio finale, quando la sposa, dopo aver percorso lo stesso cammino dell’amore totale dello sposo, si ricongiungerà con lui. La gioia dell’incontro fa dimenticare a Maria che la sua risposta a Gesù deve essere l’amore per gli altri; per questo Gesù la invia a compiere una missione. L’amore che consente di riconoscere Gesù, non è un amore egoista, ripiegato su se stesso, ma è l’amore che si dona e che spinge verso gli altri. Non si può trattenere per se il Risorto, ma è annunciandolo agli altri che Maria conoscerà il suo Signore. Per la prima ed unica volta Gesù definisce il “Padre” suo come “Padre” dei discepoli; per questo li chiama “fratelli” . Gesù sale al Padre per preparare per i discepoli un posto, cioè per ottenere loro la condizione di figli. L’ascesa di Gesù realizza il dono dello spirito alla sua comunità. E’ attraverso l’esperienza dello Spirito che i discepoli conosceranno Dio come Padre. Questo è il Dio, del quale Gesù, il figlio unico, è stato la manifestazione (Gv. 1,18) . (Gv. 14,2-3) [2] Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; [3] quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. (Gv. 14,16) [16] Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 42

43 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni “VEDERE”, “OSSERVARE”, “INTUIRE”
Gesù e la Maddalena 3° INCONTRO “VEDERE”, “OSSERVARE”, “INTUIRE” Giovanni utilizza tre diversi verbi greci che indicano la “visione”, tutti tradotti indistintamente con “vedere”, e lo fa con molta attenzione alle sfumature, perché c’è modo e modo di “vedere”. Il primo indica la visione fisica, materiale (blšpw -blepô). Il secondo indica un vedere con attenzione che suscita il problema, rende perplessi (qewršw - theôreô). Il terzo indica la visione interiore della fede, lo sguardo che coglie il significato nascosto (Ðr£w - horaô). Per una più agevole comprensione, possiamo tradurre il primo con “vedere”, il secondo con “osservare”, il terzo con “intuire”. Maria e discepolo amato che giunge per primo al sepolcro “vedono”. Pietro entra nel sepolcro ed “osserva” con attenzione, ma non è ancora lo sguardo di fede. Il discepolo amato, quando l’evangelista afferma che “vide e credette”, “intuisce”. Oltre che dai diversi verbi greci lo sviluppo crescente del brano è anche evidenziato dall’oggetto della visione. I tre vanno al sepolcro, e, la loro vicinanza a quel luogo è sempre più accentuata: dal solo avvicinarsi, alla pietra rimossa, al chinarsi verso il sepolcro e, alla fine, ad entrarvi. Ognuno di loro vede qualcosa in modo crescente verso Gesù: Maria Maddalena vede solo la pietra rimossa, il discepolo amato arrivato per primo vede solo le bende, Pietro vede le bende e il sudario, infine, l’altro discepolo vede anche lui il tutto e “credette”. Per descrivere l’esperienza di Maria di Magdala, sono utilizzati tutti e tre i verbi. Di fronte al sepolcro “vede”. Davanti agli angeli e a Gesù, che scambia per il giardiniere, “osserva”. In entrambi gli incontri la Maddalena vede, ma non vede: vede due figure, ma non li identifica con due angeli, vede il giardiniere, ma non lo identifica con Gesù. Solo alla fine, quando Gesù la chiama per nome, può annunciare “ho intuito il Signore”. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 43

44 Conclusione Maria la madre di Gesù La samaritana Maria di Magdala
Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Conclusione 3° INCONTRO LE TRE “DONNA” NEL VANGELO DI GIOVANNI Maria la madre di Gesù La samaritana Maria di Magdala E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». (Gv. 2,4) Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» (Gv. 20,15) Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». (Gv. 19,26) Sposa (Israele) fedele Sposa (Israele) infedele Sposa Nuova Comunità COMUNITA’ ANTICA ALLEANZA COMUNITA’ NUOVA ALLEANZA Ai piedi della croce, la “madre”, simbolo dell’Israele fedele è accolta nella nuova comunità rappresentata dal discepolo che Gesù amava, che riconosce in lei la sua origine. L’antico popolo, cioè la “madre di Gesù”, termina sulla croce, da dove comincia il nuovo popolo, rappresentato da Maria Maddalena. Il fatto che le donne hanno lo stesso nome, “Maria”, e il fatto di essere presentate come “sorelle” evidenzia che l’uguaglianza deve essere la regola nella relazione della comunità antica con quella nuova. (Gv. 19,25) [25] Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 44

45 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
I miei appunti Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 45

46 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
I miei appunti Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 46

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I miei appunti Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 47

48 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
Preghiera del mattino Domenica 06/12/2009 Lettura: Le Nozze di Cana (Gv. 2,1-11) Pag. 5 L’invito di Cana (C.M. Martini) Donaci, Signore, di contemplare la tua rivelazione nelle parole dell’evangelista Giovanni. Donaci di lasciarci invitare Alle nozze della tua Parola, perché possiamo gustare abbondantemente il vino dello Spirito ed essere riempiti dalla ricchezza della scritture con la quale tu vuoi nutrirci. Donaci di penetrare momenti fondamentali E insegnamenti decisivi del brano evangelico Che è come una sintesi del tuo mistero di amore. Di redenzione, di grazia, di attenzione all’uomo, di offerta di gioia alla tua Chiesa. O signore, credo in te, spero in te, scommetto su di te, perché tu, attraverso l’ascolto della Parola, ci vuoi riempire del vino nuovo che è il tuo amore imprevedibile. COME MARIA Vogliamo vivere, Signore, offrendo a te la nostra vita, con questo pane e questo vino, accetta quello che noi siamo. Vogliamo vivere, Signore, abbandonati alla Tua voce, staccati dalle cose vane, fissati nella vita vera. Vogliamo vivere come Maria, l’irraggiungibile, la Madre amata, che vince il mondo con l’Amore, e offrire sempre la Tua vita, che viene dal Cielo. Accetta dalle nostre mani, come un’offerta a Te gradita, i desideri di ogni cuore, le ansie della nostra vita. Vogliamo vivere, Signore, accesi dalle Tue parole, per riportare in ogni uomo, la fiamma viva del tuo amore. Vogliamo vivere... Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 48

49 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Celebrazione Eucaristica
Domenica 06/12/2009 COMUNIONE INIZIO SAN FRANCESCO O Signore fa di me uno strumento fa di me uno strumento della tua pace dov’è odio che io porti l’amore dov’è l’offesa che io porti il perdono dov’è il dubbio che io porti la fede dov’è discordia che io porti l’unione dov’è l’errore che io porti verità a chi dispera che io porti la speranza O Maestro dammi tu un cuore grande che sia goccia di rugiada per il mondo, che sia voce di speranza, che sia un buon mattino per il giorno di ogni uomo, e cogli ultimi del mondo sia il mio passo lieto nella povertà, nella povertà. O Signore fa di me il tuo canto fa di me il tuo canto di pace a chi è triste ch’io porti la gioia a chi è nel buio che io porti la luce. E’ donando che si ama la vita È servendo che si vive con gioia Perdonando si trova il perdono è morendo che si vive in eterno O maestro INSIEME COME FRATELLI Oh come è bello e gioioso stare insieme come fratelli. (2) Come olio che scende sulla testa profumando tutto il volto. (2) Oh come.... Come olio che scende sulla barba, profumando anche le vesti. (2) Come rugiada che scende dall'Ermon, sui monti di Sion. (2) Là il Signore ha mandato benedizione e la vita per sempre. (2) Oh come... OFFERTORIO ECCO QUEL CHE ABBIAMO Ecco quel che abbiamo, nulla ci appartiene ormai. Ecco i frutti della terra che tu moltiplicherai. Ecco queste mani, puoi usarle se lo vuoi, per dividere nel mondo il pane che Tu hai dato a noi. Solo una goccia hai messo fra le mani mie, solo una goccia che tu ora chiedi a me, una goccia che, in mano a Te una pioggia diventerà e la terra feconderà. Ecco…. Sulle strade il vento da lontano porterà Il profumo del frumento, che tutti avvolgerà. E sara l’amore che il raccolto spartirà E il miracolo del pane in terra si ripeterà. Ecco... SANTO : Osanna eh! Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 49

50 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Celebrazione Eucaristica
Domenica 06/12/2009 PADRE NOSTRO : Padre Nostro (Comi) CONCLUSIONE NOI ARCOBALENO DI DIO Se tu credi che un sorriso è più forte di un arma, se tu credi alla potenza di una mano tesa. Se tu credi che l’unione vale più che la divisione, se tu credi alla speranza più che alla disperazione. Allora la pace verrà, e il sole un nuovo giorno donerà, saremo tutti noi arcobaleno, segno di Dio all’umanità. (2) Se tu credi che l’amore è più forte dell’odio, se tu credi che nell’altro trovi sempre un fratello, se tu credi che ogni vita vale più di un tesoro, se tu credi che ascoltare vale più che parlare. Allora.... Se tu credi che i prati sorridono al cielo, se tu credi che l’acqua canta limpida al sole, se tu credi alla voce del vento e del mare, se tu credi che il mondo è pronto a cantare. SCAMBIO DELLA PACE PACE SIA, PACE A VOI Pace sia, pace a voi, la tua pace sarà sulla terra com’è nei cieli. La tua pace sarà gioia nei nostri occhi, nei cuori. Pace sia, pace a voi l a tua pace sarà luce limpida nei pensieri. Pace sia, pace a voi la tua pace sarà una casa per tutti. Pace a voi, sia il tuo dono invisibile Pace a voi, la tua eredità. Pace a voi, come un canto all’unisono che sale dalle nostre città. Pace sia... Pace a voi, sia l’impronta nei secoli, pace a voi, segno d’unità. Pace a voi, sia l’abbraccio tra i popoli la tua promessa all’umanità. Parrocchia S. Michele Macerata Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni Simon Pietro: un diavolo in paradiso 05/12/2009 – 08/12/2009 50

51 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni TE AL CENTRO DEL MIO CUORE
Simon Pietro: un diavolo in paradiso Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni Preghiera del mattino Lunedì 07/12/2009 L’acqua viva (C.M. Martini) Signore, io desidero quest’acqua viva, io credo Signore che tu sei per me e per ciascuno di noi questa sorgente di acqua viva. Io credo, Signore, che tu non ci verrai mai meno, e anche nel momento in cui ci sentiremo o ci parrà di essere soli, smarriti, abbandonati, assettati come in un deserto, e il cammino ci parrà troppo lungo, tu, o Signore, non ci abbandonerai in ogni istante del nostro cammino. Lettura: La Samaritana (Gv. 4,3-43) Pag. 17 TE AL CENTRO DEL MIO CUORE Ho bisogno d’incontrarti nel mio cuore, di trovare te, di stare insieme a te, unico riferimento del mio andare unica ragione tu, unico sostegno tu al centro del mio cuore ci sei solo tu. Anche il cielo gira intorno e non ha pace, ma c’è un punto fermo è quella stella là, la stella polare è fissa ed è la sola, la stella polare tu, la stella sicura tu Tutto ruota attorno a te in funzione di te E poi non importa il come, il dove, il se. Che tu splenda sempre al centro del mio cuore il significato allora sarai tu, quello che farò sarà soltanto amore unico sostegno tu, la stella polare tu, Tutto ruota..... Parrocchia S. Michele Macerata Parrocchia S. Michele Macerata Simon Pietro: un diavolo in paradiso Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 51 51

52 Le tre “Donna”nel Vangelo di Giovanni
Preghiera del mattino Martedì 08/12/2009 L’ideale ultimo e definitivo (C.M. Martini) Noi ti ringraziamo Dio nostro Padre perché hai risuscitato per noi il figlio tuo Gesù Cristo e hai inaugurato la vita nuova di questo secolo nell’attesa della sua venuta. donaci di contemplare il suo volto di Risorto nella tua Chiesa; rendici disponibili all’azione dello Spirito santo che edifica il corpo del tuo Figlio risorto fino al momento in cui te lo presenterà alla fine dei secoli, affinché Tu sia tutto in tutte le cose. Padre tu ci hai dato in Gesù un ideale ultimo e definitivo,. capace di illuminare tutti i singoli momenti del cammino umano: un ideale che corrisponde ai desideri più profondi; ai bisogni più profondi dell’umanità, alle sofferenze più vere degli uomini e delle donne del nostro tempo. ti chiediamo di farci contemplare, mediante Gesù, questo ideale per meglio servire il tuo disegno di salvezza. Lettura: Gesù e la Maddalena (Gv. 20,1-18) Pag. 33 RISURREZIONE Che gioia ci hai dato, Signore del cielo, Signore del grande universo, che gioia ci hai dato vestito di luce, v estito di gloria infinita, vestito di gloria infinita. Vederti risorto, vederti Signore, il cuore sta per impazzire, Tu sei ritornato, Tu sei qui fra noi e adesso ti avremo per sempre, e adesso ti avremo per sempre. Chi cercate donne quaggiù, chi cercate donne quaggiù, quello che era morto non è qui, è risorto! Si, come aveva detto anche a voi. Voi gridate a tutti che è risorto Lui, A tutti che è risorto Lui. Tu hai vinto il mondo Gesù, Tu hai vinto il mondo Gesù, liberiamo la felicità e la morte. no non esiste più, l’hai vinta Tu hai salvato tutti noi, uomini con Te, tutti noi uomini con Te. Parrocchia S. Michele Macerata Le tre “Donna” nel Vangelo di Giovanni 05/12/2009 – 08/12/2009 52


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