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GLI ESANTEMI INFANTILI

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Presentazione sul tema: "GLI ESANTEMI INFANTILI"— Transcript della presentazione:

1 GLI ESANTEMI INFANTILI
Prof. Piero Pirazzoli Prof. Franco Zappulla

2 10. ALTRI ESANTEMI VIRALI: MONONUCLEOSI,
  ESANTEMI INFETTIVI 1.     MORBILLO 2.     SCARLATTINA 3.     ROSOLIA 4.     SCARLATTINETTA 5.     MEGALOERITEMA 6.     ESANTEMA CRITICO 7.     VARICELLA 8.     MALATTIA DI KAWASAKI 9.     SEPSI MENINGOCOCCICA 10. ALTRI ESANTEMI VIRALI: MONONUCLEOSI, ADENOVIRUS, COXSACKIE, PARVOVIRUS

3 MORBILLO EZIOLOGIA Paramixovirus a RNA Mortalita’ in Africa: 20 %.
Morbillo= piccolo morbo (per distinguerlo nel medioevo dai grandi morbi: peste, colera, vaiolo, febbre gialla). EZIOLOGIA Paramixovirus a RNA Mortalita’ in Africa: 20 %. Mortalita’ in Europa (ante vaccinazione): 0,2 % Provoca depressione del sistema immunitario colpendo linfociti B e T con riduzione anche della blastizzazione e della sensibilita’ ritardata. Contagio diretto dal 7° giorno di incubazione al 5° giorno dopo la comparsa dell’esantema. Periodo di incubazione: 8-12 giorni. Indice di contagiosita’: 95 % Immunita’ per tutta la vita; gli anticorpi materni conferiscono una protezione parziale per buona parte del 1° anno di vita.

4 MORBILLO CLINICA 1° fase: incubazione 8-12 gg (soggetto asintomatico).
2° fase: periodo enantematico e delle mucositi : febbre elevata (remittente), enantema: macchie di Koplik (puntini bianchi come spruzzatura di calce sulla mucosa delle guance) che compaiono subito prima dell’esantema. E’ detto anche periodo delle mucositi: rinite (starnuti e secrezione siero-mucosa), congiuntivite (lacrimazione e fotofobia), laringite (tosse secca insistente), bronchite. 3° fase: esantema: alla fine del periodo enantematico si ha caduta febbrile, comparsa dell’esantema con ripresa della febbre. L’esantema di natura maculo-papulosa si diffonde dall’alto al basso iniziando in regione retro-auricolare in tutto il corpo.

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9 MORBILLO: COMPLICANZE:
1) Per localizzazione tipica del virus: Polmonite interstiziale (compare nelle prime fasi della malattia) 2) Da sovrainfezione: a)     Polmonite batterica (per depressione immunitaria) (1-2 %) b)    Otite media acuta (5 %) Nevrassite  Meningoencefalite virale (convulsioni fino a stato saporoso, coma e morte 1:1000 casi) dovuta a reazione immuno-allergica. La mortalita’ e’ elevata (20%) o, spesso, lascia dei reliquati neurologici. Nel liquor: aumento delle cellule e delle proteine e possibile isolamento del virus. PanEncefalite Sclerosante Subacuta (PESS) rara (1: ) forma degenerativa con latenza di 7 anni. Determina un progressivo scadimento delle funzioni neurologiche (paralisi spastica) ed intellettive fino a morte.

10 MORBILLO: PROFILASSI: Vaccinazione con virus vivo attenuato: 15° mese – 6° anno – 18° anno. Il soggetto non vaccinato che viene a contatto con un ammalato di morbillo puo’ essere profilassato con -globuline specifiche (0,25 mg/Kg).

11 ROSOLIA Eziologia: virus a RNA
Eziologia: virus a RNA Contagio : diretto da una settimana prima della comparsa dell’esantema fino a 1-2 settimane dopo la remissione. Incubazione: 2-3 settimane Periodo prodromico (1-5 giorni): linfoadenomegalia retronucale e laterocervicale, modica splenomegalia, febbricola Esantema: maculopapuloso, non confluente o modestamente confluente, diffuso su tutto il corpo, leggero (meno intenso di quello del morbillo), inizia al viso e procede verso il basso. Non sempre e’ presente.

12 Diagnosi: 1)     quadro clinico 2)     indagini di laboratorio: leucopenia, plasmacellule e cellule di Turk (stato irritativo delle plasmacellule) 3)     ricerca degli anticorpi specifici (Rub test): IgM specifiche cercando di valutare l’aumento del titolo. 4)     Infezione congenita: ricerca di Ig M specifiche nel liquido amniotico, sangue cordonale o preso dai villi coriali Profilassi 1)     Passiva: -globuline specifiche 2)     Attiva: vaccino vivo attenuato in una unica dose (vaccinazione trivalente al 15° mese: anti-morbillo, rosolia, parotite)

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16 Sindrome della rosolia congenita (SRC)
Infezione nel I trimestre di gravidanzaSRC nel 70% dei casi Infezione nel II trimestre di gravidanzaSRC nel 15% dei casi Infezione nel III trimestre di gravidanza %SRC trascurabile Quadro clinico: Triade di Gregg: 1) cardiopatia congenita (pervietà del dotto arterioso di Botallo) 2) cataratta 3) sordità Alla nascita può essere presente un quadro settico: ittero, porpora trombocitopenica, epatosplenomegalia.

17 SCARLATTINA Eziologia: Streptococco -emolitico di gruppo A
Eziologia: Streptococco -emolitico di gruppo A (S. Pyogenes) produttore della cd. tossina eritrogenica. Incubazione: 2-3 giorni.

18 Fase prodromica: faringotonsillite (angina) con febbre elevata, cefalea, dolori addominali, vomito. La febbre (se non si usa adatta terapia antibiotica) dura 3-6 giorni. In caso di adatta terapia antibiotica la febbre scompare dopo ore. Esantema: maculopapuloso (elementi piccoli 0,5-1-2 mm, rosso vivo, aspetto vellutato per la tendenza a confluire senza lasciare zone di cute indenne), inizia alla radice degli arti e diffonde a tutta la cute in modo uniforme. Coesiste enantema: lingua inizialmente bianca patinosa con margini rossirosso lampone. Linfoadenomegalia laterocervicale dolente. Dopo una settimana segue una desquamazione furfuracea soprattutto alle mani e ai piedi (attualmente si osserva raramente per la somministrazione della terapia antibiotica).

19 Altri segni caratteristici
SCARLATTINA Altri segni caratteristici 1)     L’esantema risparmia la regione periorale (maschera di Filatov) 2)     Segno della mano gialla: spingendo con la mano sull’addome l’esantema scompare e rimane l’impronta gialla 3)     Strie di Pastia: strie rubre nella regione flessoria degli arti (per fragilità vasale) 4)     Dermatografismo bianco: strisciando l’unghia sulla pelle rimane un segno bianco. Diagnosi 1)     Quadro clinico 2)     Tampone faringeo 3)     Esame di laboratorio: Ves e TASL, leucocitosi neutrofila e eosinofilia. 

20 SCARLATTINA Complicanze 1) Precoci di tipo settico: Otite
1)     Precoci di tipo settico: Otite Osteomielite Artrite Miocardite Nefrite 2)     Tardive: Malattia reumatica Glomerulonefrite

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25 Diagnosi differenziale
SCARLATTINA Diagnosi differenziale Morbillo: che pero’ presenta le mucositi (rinite, congiuntivite, laringite, bronchite); l’esantema maculo-papuloso nel morbillo tende a rimanere con elementi staccati senza confluire. Terapia - Penicillina o meglio penicilline semisintetiche (amoxicillina o acido clavulanico) alla dose di mg/Kg/die per 10 giorni; - oppure macrolidi (eritromicina, ecc) alla dose di mg/Kg/die per 10 giorni (azitromicina per tre giorni?)

26 IV MALATTIA (SCARLATTINETTA)
Non rappresenta altro che una forma lieve di scarlattina.

27 V MALATTIA: MEGALOERITEMA
Eziologia: parvovirus B19 (DNA) individuato nel 1975; si moltiplica nelle cellule della serie rossa del midollo. Contagiosità piuttosto bassa (25%) Periodo di incubazione: 4-17 gg. Periodo prodromico: cefalea, febbricola o febbre, mialgia. Esantema: rosso, abbastanza rilevato, inizialmente a farfalla (aspetto di viso schiaffeggiato), poi diffonde in tutto il corpo con aspetto a festoni (simile ad una forma allergica). L’esantema puo’ durare anche settimane. Complicanze: - Anemie aplastiche (anemia aplastica temporanea dopo contatto con B19 nei soggetti con condizione emolitica cronica); - Forme di artrite (nel 10% dei bambini, piu’ spesso negli adulti) Terapia: sintomatici (antipiretici)

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36 VI° MALATTIA: ESANTEMA CRITICO
Eziologia: HHV-6, virus a DNA di tipo Herpes, isolato nel 1988 Epidemiologia: colpisce prevalentemente i primi 6-12 mesi. I soggetti siero-positivi sono molto frequenti (quindi: la malattia si presenta spesso con sintomi attenuati, cioe’ senza esantema). Quadro clinico: - febbre elevata (iperpiressia) per circa 3 giorni - possibili convulsioni durante il rialzo febbrile - sfebbramento rapido per crisi - esantema maculopapuloso soprattutto al tronco dopo lo sfebbramento Diagnosi differenziale: forme allergiche, morbillo, rosolia.

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40 VARICELLA Eziologia: Varicella-zooster (VZ), un DNA-virus appartenente alla famiglia degli Herpesviridae. Epidemiologia: e’ una affezione ubiquitaria ad elevata contagiosità (indice di contagiosita’: 90%), con incidenza più elevata nei bambini di età compresa tra 5 e 9 anni. L’incubazione e’ di gg. Il contagio avviene dalla fine dell’incubazione fino al 5° giorno dopo l’ultima pousse’ di vescicole. La prima infezione da virus VZ si trasmette attraverso il contatto diretto di soggetti suscettibili con pazienti affetti da varicella; sorgente di infezione: vescicole cutanee e secrezioni espiratorie. Risulta contagiosa da un giorno prima a circa 6 giorni dopo l’esordio dell’eruzione cutanea (i neonati possono acquisire la malattia dalla madre che contrae la varicella alla fine della gestazione).

41 Rapporti fra varicella ed herpes zooster.
Varicella e herpes zooster possono occorrere insieme nella stessa famiglia e nello stesso bambino dando un’immunita’ crociata. La varicella puo’ essere considerata la forma acuta, mentre lo zooster il risultato della riattivazione dalla fase latente del virus nei gangli spinali.

42 VARICELLA: QUADRO CLINICO
Periodo prodromico: febbre e malessere generale della durata di circa 24 ore; subito dopo compare l’esantema. Esantema: lesioni inizialmente maculo-papulari che evolvono in vescicole di 2-3 mm. di diametro, circondate da un alone eritematoso, a contenuto dapprima liquido ed in seguito torbido (pustole); entro 4-6 giorni queste lesioni si trasformano in croste che in seguito cadono senza lasciare cicatrici evidenti (a volte cicatrici appena visibili). L’esantema della varicella si manifesta inizialmente alla parte superiore del tronco quindi al volto, al cuoio capelluto ed alle estremità. “Rush cutaneo a cielo stellato” nella fase di stato sono presenti elementi in tutti i diversi stadi evolutivi, cioe’ esistono gittate successive.

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45 VARICELLA Diagnosi: Complicanze: - quadro clinico
-  esami di laboratorio (test di Tzanck) Complicanze: - superinfezione delle vescicole da stafilococco o altri germi - polmonite (soprattutto negli adulti) - manifestazioni neurologiche: encefalite (molto rara): compare dopo 1-2 settimane dalla fine della malattia (segni cerebellari, atonia, tremori, convulsioni, coma) sindrome di Reye  (aspirina come antipiretico!)

46 VARICELLA Terapia: Aciclovir, farmaco antivirale attivo sugli Herpesvirus (dose 15 mg/Kg/die e.v.). Riduce l’intensità e la durata del quadro clinico e contrasta la disseminazione viscerale dell’infezione. E’ indicato solo nei casi piu’ gravi e quando il paziente e’ immunodepresso: tumori, trapianto d’organo o midollo, steroidi ad alte dosi, malattie immunodeficitarie congenite e acquisite, neonati o in caso di complicanza: polmonite, encefalite. Profilassi: passiva con gammaglobuline iperimmuni (VZIG) entro 48 ore dall’esposizione. Il vaccino e’ ancora sperimentale.

47 MALATTIA DI KAWASAKI La malattia di Kawasaki o sindrome linfo-muco-cutanea e’ una malattia ad eziologia ignota, caratterizzata da febbre elevata per almeno 5 giorni, e da 4 delle seguenti 5 condizioni: (1) congiuntivite; (2) flogosi delle alte vie respiratorie; (3) sintomi alle estremita’: edemi, eritemi, desquamazione; (4) esantema polimorfo al tronco; (5) adenite latero-cervicale. Eziologia: ignota. Per alcuni virale, ma la maggior parte degli Autori suppone un’eziologia immuno-allergica. Laboratorio: VES elevata, leucocitosi neutrofila, aumento delle piastrine, iper-IgE.

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53 Decorso: per lo piu’ benigno, ma con possibile complicanza
(1 %) a livello delle coronarie (aneurismi e trombosi) nel % . Malattie da escludere: (1)   infezioni streptococciche; (2)   morbillo (3)   rickettsiosi (4)   sindrome di Steven’s Johnson (5)   reazioni allergiche a farmaci (6)   artrite reumatoide giovanile (forma sistemica) Terapia: (a) γ-globuline ad alte dosi: 400 mg/Kg/die per 4-5 giorni (b) acido acetil-salicilico (Aspirina) per alcuni ad alte dosi ( mg/Kg/die: uso antinfiammatorio), per altri a basse dosi (5 mg/Kg/die: uso anti-aggregante)

54 SEPSI MENINGOCOCCICA Quadro clinico:
E’ una forma gravissima, spesso mortale, dovuta alla Neisseria meningitidis, un diplococco Gram-negativo intracellulare, che da’ di solito episodi epidemici di rinofaringite e che in alcuni individui, per condizioni particolari, evolve verso la sepsi con secondaria localizzazione alle meningi. Quadro clinico: - stato settico: febbre alta, cefalea, vomito, forte prostrazione; - shock settico: se esiste interessamento surrenalico (emorragia bilaterale) il quadro e’ ancora piu’ grave ed irreversibile (cd sindrome di Waterhouse-Friderichsen); - porpora: petecchie ed ecchimosi compaiono velocemente su tutto il corpo (emboli settici anche negli organi interni). Terapia: deve essere immediata (entro poche ore): a)    anti-shock: idratazione e cortisonici b)    antibiotica: penicilline e cefalosporine (ceftriaxone) (con eventuale associazione di un secondo antibiotico: es. CAF)

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59 MONONUCLEOSI Eziologia: virus di Epstein-Barr della famiglia degli herpes-virus. E’ anche l’agente eziologico del linfoma di Burkitt, un linfoma maligno che colpisce i bambini negri dell’Africa e del carcinoma nasofaringeo dei cinesi. Il virus infetta i linfociti B fondendo il suo DNA con quello della cellula e determinandone la moltiplicazione all’infinito (linfoblasti: fenomeno dell’immortalizzazione). La cellula contiene l’antigene nucleare EBNA. Epidemiologia: e’ una malattia diffusissima e la siero-conversione aumenta con l’eta’. Gli adulti sono quasi tutti siero-positivi. Il contagio avviene con le goccioline di saliva (malattia del “bacio” o dei “college”). Incubazione: giorni.

60 MONONUCLEOSI Clinica:
- febbre di durata molto variabile (pochi giorni o anche un mese); - angina rossa (o pseudo-membranosa o lacunare “a placche”); - poliadenomegalia diffusa; - epatomegalia e splenomegalia; - esantema maculo-papuloso (10 %) simile a quello della rosolia o del morbillo.

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63 MONONUCLEOSI Diagnosi: a) clinica
b)    emocromo: linfomonocitosi assoluta con aumento anche di alcuni linfociti atipici detti “attivati”: sono linfociti T che non contengono il virus e che si oppongono (insieme ai linfociti NK) alla proliferazione dei linfociti infetti. c)    aumento modesto delle transaminasi (quasi costante) d)    reazioni sierologiche: reazione di Paul-Bunnel delle agglutinine eterofile (aspecifica, ma precoce); titoli anti-VCA di tipo IgM; gli anticorpi anti-EBNA sono gli ultimi a comparire e indicano per lo piu’ un’infezione non piu’ recente.

64 MONONUCLEOSI Prognosi: e’ buona.
Rarissime le complicanze: respiratorie (broncopolmonite interstiziale); ematologiche (piastrinopenia, anemia emolitica, rottura di milza); cardiache (miocarditi); neurologiche (meningo-encefaliti, sindrome di Guillain-Barre’). Possibile gravita’ in soggetti immunodefedati: sovrinfezioni gravi, tumori. Terapia: sintomatica: antipiretici (paracetamolo), ma non l’Aspirina (rischio di sindrome di Reye). Secondo Alcuni nei casi piu’ gravi e prolungati: cortisonici.

65 INFEZIONI DA ADENOVIRUS
Gli adenovirus per lo piu’ provocano: -  infezioni delle alte vie respiratorie (5-8% di tutte le infezioni delle alte vie respiratorie): faringiti, faringo-congiuntiviti; -  flogosi delle basse vie respiratorie: polmoniti e sindromi pertussoidi; -  infezioni gastro-enteriche; -  cistiti emorragiche.

66 INFEZIONI DA VIRUS COXSACKIE
I coxsackie sono enterovirus ubiquitari responsabili di malattie che in genere hanno un decorso bifasico: -  1° fase: localizzazione alla mucosa respiratoria o intestinale e ai linfonodi; -  2° fase: disseminazione con localizzazione cutanee, polmonari, cardiache, muscolari, nervose. Epidemiologia: si trasmettono per lo piu’ con meccanismo feci  mano  bocca.

67 INFEZIONE DA VIRUS COXSACKIE
Quadri clinici: -         malattia febbrile indifferenziata: febbre, mialgie, rash cutaneo maculo-papuloso -         herpangina: febbre per 3-7 giorni, esantema vescicolare in gola; -         sindrome mano-piede-bocca: cosi’ detta per le zone colpite dalle vescicole; -         pleurodinia: febbre e dolori toracici -         miosite -         epatite -         miocarditi e pericarditi -         meningo-encefaliti -         broncopolmoniti


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