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LA PIANIFICAZIONE INTERATTIVA

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Presentazione sul tema: "LA PIANIFICAZIONE INTERATTIVA"— Transcript della presentazione:

1 LA PIANIFICAZIONE INTERATTIVA
NEGOZIAZIONE CONCERTAZIONE PARTECIPAZIONE

2 LA PIANIFICAZIONE RAZIONALE
Pianificazione razionale (strategica) è un processo di decisioni ed azioni razionali in funzione di obiettivi predeterminati. Sono fissati dei fini ed obiettivi Esistono una serie di alternative possibili Si confrontano le alternative possibili e si valutano le conseguenze Si sceglie l'alternativa le cui conseguenze sono da preferire. Il nesso conoscenza -azione l'indagine come momento tecnico indispensabile della pianificazione. La pianificazione è un problema di conoscenza Determinismo- una ed una sola soluzione

3 IL MODELLO CLASSICO DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI ANALISI DEL CONTESTO TERRITORIALE FORMULAZIONE DI ALTERNATIVE POSSIBILI VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE E SCELTA ELABORAZIONE DEL MODELLO DI ASSETTO ATTUAZIONE DELLE AZIONI CONSEGUENTI VERIFICA DEGLI EFFETTI PRODOTTI RIFORMULAZIONE DEGLI OBIETTIVI

4 PIANIFICAZIONE RAZIONALE ?? Alcune osservazioni
Il piano agisce in funzione di un bene comune superiore contro le logiche economiche ed individuali del mercato. Il metodo scientifico e la conoscenza su cui si fonda il piano sono garanzia della oggettività delle scelte L’urbanista è un advisor, scienziato al di sopra delle parti. La razionalità è il fondamento del piano Il bene comune non esiste; ogni attore del processo agisce secondo una propria logica ed un proprio interesse. La scienza non è mai neutrale e le scelte non sono dunque oggettive ma di parte L’urbanista è di parte come tutti gli attori del processo. Ma la razionalità è unica?

5 HABERMAS E LA RAZIONALITA’ COMUNICATIVA Weber e la tesi della razionalizzazione sociale
Mondo antico: immagine del mondo unitaria per effetto soprattutto della religione e del mito, che funge da collante. Mondo moderno: scomposizione dell’immagine unitaria del mondo, sostituito con un'immagine decentrata (unità infranta del senso del mondo). Nel mondo moderno si impone un concetto selettivo di ragione, quella cognitivo strumentale, appartenente al mondo oggettivo-scientifico, che ingloba le sfere culturali del mondo pratico morale ed estetico espressivo e crea antagonismo fra le diverse sfere (conflitto fra eros e morale per esempio).

6 LA RAZIONALITA’ COMUNICATIVA, vuole ricostruire il senso perduto della scissione dell’immagine unitaria del mondo e restituire all’uomo la libertà perduta a causa dell’enorme forza di costrizione della società moderna (Marcuse e L’uomo ad una dimensione), riunificando le diverse forme di razionalità dell’uomo

7 La razionalità comunicativa La razionalità comunicativa richiede che, nei rapporti fra individui e gruppi, la verità e l'azione siano il frutto non più imposto dalla tradizione o da una gruppo sugli altri, ma il risultato di un consenso costruito su un confronto ed un dialogo aperti. Della razionalità implicita nell'agire comunicativo i soggetti impegnati in una interazione fanno uso per muovere verso il raggiungimento di un'intesa. Da un punto di vista sociale l'agire comunicativo contraddistingue le società "aperte", capaci di superare le contraddizioni mediante la riflessione critica; esso segna il passaggio da un consenso basato sull'autorità della tradizione ad uno basato sull'interazione fra argomentazioni diverse.

8 Il piano come agire comunicativo
Negli anni più recenti si è andata affermando l’idea che la pianificazione, in quanto processo di decisioni collettive e pubbliche, rientri nel campo delle attività tipiche dell’agire comunicativo ovvero sia un’attività sostanzialmente basata sull’interazione fra soggetti diversi, che partecipano al processo decisionale con proprie argomentazioni; una filosofia che sta ridisegnando radicalmente i metodi della pianificazione, il suo significato, la sua essenza. Se la pianificazione è un'azione comunicativa, ed applichiamo quindi ad essa il concetto della razionalità comunicativa quale cornice e quadro di riferimento del piano, ne consegue la rinuncia alla logica della razionalità strumentale a vantaggio dell'etica dei processi deliberativi aperti e partecipati. Il piano perde dunque il suo significato di strumento tecnico - scientifico neutro per assumere un valore etico.

9 LA RAZIONALITA’ LIMITATA
Il concetto di razionalità limitata (bounded rationality) fu introdotto dall’economista Herbert A. Simon per indicare un modello comunemente usato per assumere decisioni in contrapposizione al modello tutto teorico della razionalità comprensiva. Nella vita di tutti i giorni, per assumere una decisione non si dispone quasi mai del tempo e delle risorse necessarie per sviluppare quel processo analitico richiesto dalla razionalità comprensiva secondo il quale si passano in rassegna tutte le possibili alternative e si sceglie quella ottimale. La razionalità limitata sostituisce al principio di ottimizzazione (la scelta ottimale fra tutte le possibili) quello di soddisfazione (la scelta che ci soddisfa maggiormente fra quelle che abbiamo potuto esaminare)

10 PATRICK GEDDES ( ) Laureato in biologia si interessa di studi sociologici ed urbani. Autore di Cities in evolution (1915), nel quale descrive per la prima volta il processo di formazione delle aree metropolitane

11 PATRICK GEDDES ( ) Sostenitore della Survey preliminare al piano Fautore di un’urbanistica dei cittadini (esperienza indiana) E’ considerato il padre dell’ORGANICISMO

12 PATRICK GEDDES L’ESPERIENZA INDIANA
IL GIOCO DEL PIANO: LA SURVEY, DAL LABIRINTO ALLA SCACCHIERA L’URBANISTICA COME SCIENZA CIVICA IL MUSEO DI CITTA’ E LA PARTECIPAZIONE COME EDUCAZIONE L’OUTLOOK TOWER AD EDIMBURGH

13 L’ADVOCACY PLANNING I CONFLITTI RAZZIALI NEGLI USA ALL’INIZIO DEGLI ANNI ‘60 LE POLITICHE DI RINNOVO URBANO: URBAN RENEWAL E NEGRO REMOWAL L’URBANISTA DI PARTE: DA ADVISOR AD ADVOCATE FRIEDMANN E LA PIANIFICAZIONE RADICALE

14 LA PARTECIPAZIONE IERI E OGGI
FORTEMENTE POLITICIZZATA LEGATA A MOVIMENTI ALTERNATIVI VOGLIAMO TUTTO! PIANIFICAZIONE ANTI SISTEMA RISPOSTA ALLA INEFFICACIA DEL PIANO RISPOSTA A BISOGNI CONCRETI COMPLESSITA’ SOCIALE SVILUPPO SOSTENIBILE

15 L’ALLARGAMENTO DELLO STATO
ORIZZONTALE STATO SOCIALE PREVIDENZA, ASSISTENZA, SANITA’, ISTRUZIONE LO STATO IMPRENDITORE IRI, ENI, FFSS, ECC VERTICALE ORGANISMI INTERNAZIONALI UNIONE EUROPEA STATO REGIONI PROVINCE, COMUNI CIRCOSCRIZIONI

16 IL PARTENARIATO PUBBLICO - PUBBLICO
L’ACCORDO DI PROGRAMMA (art. 27 legge 142 del 1990), per la definizione di programmi di intervento che richiedono l’azione integrata di più soggetti pubblici. LA CONFERENZA DEI SERVIZI ART. 14 L. 241, “CONVOCAZIONE DELLE PARTI INTERESSATE PER ACQUISIRE I DIVERSI PARERI

17 IL PARTENARIATO PUBBLICO - PRIVATO
CRISI DELLA FINANZA PUBBLICA E DELLO STATO SOCIALE NECESSITA’ DI AZIONI COORDINATE PUBBLICO - PRIVATO FINE DELLA CONTRAPPOSIZIONE STATO - MERCATO NASCITA DEL TERZO SETTORE

18 LA PIANIFICAZIONE INTERATTIVA
La pianificazione interattiva, è un modo di fare pianificazione che ha come obiettivo fondamentale il confronto e l’interazione fra i diversi soggetti che a qualunque titolo sono coinvolti nelle scelte derivanti dal piano stesso. Essa non definisce aprioristicamente obiettivi, ma tende a definire un percorso possibile di decisioni e successive azioni relativi a obiettivi o problemi non dati, ma scaturiti dall’interazione stessa. La sua finalità è quella di migliorare l’efficacia del piano attraverso: un miglioramento del processo decisionale attraverso il coinvolgimento dei diversi saperi e delle esperienze di cui sono portatori i soggetti che partecipano all’interazione; la costruzione di un consenso adeguato sulle decisioni prese, perché queste possano più efficacemente essere convertite in azioni concrete.

19 LA PIANIFICAZIONE INTERATTIVA
LA NEGOZIAZIONE - CONCERTAZIONE GLI ATTORI HANNO PROPRI OBIETTIVI E DISPONGONO DI PROPRIE RISORSE LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI COME GARANZIA CHE LA CONCERTAZIONE NON SI TRASFORMI IN COLLUSIVISMO LA TRASPARENZA DEL PROCESSO

20 La pianificazione interattiva, pur mantenendo concettualmente distinti i due momenti, deve ricondurli all’interno di un processo e di un percorso unitari, laddove essi invece tendono spontaneamente a divergere. Una negoziazione, infatti, separata da una partecipazione della società civile e delle sue ragioni, limitata ai rapporti fra stato ed operatori economici, ben difficilmente perseguirebbe obiettivi di natura sociale e, posta al di fuori di una reale trasparenza e privata della decisiva azione di controllo da parte dei cittadini, scivolerebbe ben presto, come del resto è accaduto, nella mediazione politica e nel collusivismo. Dall’altro lato, una partecipazione limitata al solo momento della formulazione dei bisogni, separata dal processo negoziale relativo all’utilizzo ed alla allocazione delle risorse, privata della sua capacità di controllo sullo stesso, ben difficilmente sarà in condizione di raggiungere i suoi obiettivi sociali e rischia di trasformarsi, come spesso accade, in sterile pratica conflittuale.

21 NEGOZIAZIONE E CONCERTAZIONE
NEGOZIAZIONE: TRATTATIVA, DISCUSSIONE PER STIPULARE UN CONTRATTO O RAGGIUNGERE UN ACCORDO, UN PATTO. CONCERTAZIONE: INTESA FRA SOGGETTI DIVERSI PER REALIZZARE UN OBIETTIVO COMUNE

22 LA PIANIFICAZIONE NEGOZIALE - CONCERTATA
FASE PRELIMINARE O DI PREPARAZIONE DEL NEGOZIATO TAVOLO NEGOZIALE DEFINIZIONE DELL’ACCORDO E INIZIO DELLA FASE CONCERTATIVA FORMALIZZAZIONE DELL’ACCORDO GESTIONE E VERIFICA

23 LA FORMALIZZAZIONE DELL’ACCORDO
PATTO, PROTOCOLLO D’INTESA, CONTRATTO IMPEGNI E VINCOLI DELLE PARTI CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA MODALITA’ PER LA DEFINIZIONE DELLE CONTROVERSIE PROCEDURE PER LA MODIFICA DELL’ACCORDO

24 LA GESTIONE ATTUAZIONE
MODALITA’ PER LA PREDISPOSIZIONE DEI PROGETTI BANDI DI GARA E CRITERI DI SELEZIONE (eventuali) STRUMENTI DI CONTROLLO STRUMENTI DI MONITORAGGIO

25 I PROGRAMMI DELL’UNIONE EUROPEA
IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA’ I PROGETTI LEADER E I GAL (GRUPPO DI AZIONE LOCALE) I PROGETTI URBAN AGENDA 2000

26 I PROGRAMMI IN ITALIA I PROGRAMMI DI RECUPERO URBANO
I CONTRATTI DI QUARTIERE I PRUSST AGENDA 21 ED IL FORUM LOCALE I PATTI TERRITORIALI I CONTRATTI D’AREA I CONTRATTI DI PROGRAMMA

27 LA LEGGE URBANISTICA REGIONALE DELLA CALABRIA
La Regione garantisce la semplificazione dei procedimenti amministrativi, assicurando la trasparenza dei processi decisionali e promuove la partecipazione dei cittadini alla formazione delle scelte che incidono sulla qualità dello sviluppo e sull’uso delle risorse ambientali.


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