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Provincia di Mantova 17 dicembre 2012

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Presentazione sul tema: "Provincia di Mantova 17 dicembre 2012"— Transcript della presentazione:

1 Provincia di Mantova 17 dicembre 2012
Le unità di offerta per la Prima Infanzia Regione Lombardia

2 La normativa regionale
Legge regionale 14 dicembre 2004 n. 34 «Politiche regionali per i minori» Legge regionale 12 marzo 2008 n. 3 e successive modifiche «Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario» Delibera Giunta Regionale n del 13 giugno 2008 “Determinazione in ordine all’individuazione delle unità di offerta sociali ai sensi dell’art. 4, comma 2, della L.R. 3/2008 Delibera Giunta Regionale n dell’11 febbraio 2005 “Definizione dei requisiti minimi strutturali e organizzativi di autorizzazione al funzionamento dei servizi sociali per la prima infanzia” Decreto Direttoriale 1254 del 15 febbraio 2010 “Prime indicazioni operative in ordine a esercizio e accreditamento delle unità di offerta sociale”. Ettore Vittorio Uccellini

3 Legge Regione Lombardia 14 dicembre 2004 n. 34
Articolo 4 - Compiti degli enti locali 1. I comuni, nel rispetto di quanto previsto dagli articoli 117 e 118 della Costituzione e dall'articolo 6 della legge n. 328/2000, promuovono la conoscenza e l'applicazione dei principi di sussidiarietà nella realizzazione e gestione dei servizi sociali e svolgono le seguenti funzioni: a) rilasciano l'autorizzazione al funzionamento e accreditano le unità d'offerta della rete sociale; b) esercitano il controllo su attività, servizi, interventi e progetti che concorrono a definire la rete d'offerta sociale; c) erogano, ai sensi dell'articolo 17 della legge n. 328/2000, titoli sociali per la fruizione di servizi, interventi e prestazioni, determinandone altresì i requisiti per l'accesso, nonché misure di sostegno economico per favorire la permanenza del minore nella famiglia; d) definiscono e promuovono interventi e servizi sociali rivolti ai minori, garantendo, ai fini della realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, l'effettiva partecipazione dei soggetti del terzo settore nella programmazione zonale, nonché nella realizzazione e nella gestione degli interventi e dei servizi; e) promuovono interventi e servizi sociali rivolti ai minori anche attraverso appositi rapporti convenzionali o altre idonee forme; f) …omissis… 2. I comuni esercitano le funzioni di cui al comma 1 in forma associata a livello di ambito territoriale nelle diverse forme giuridiche previste dalla normativa vigente e secondo gli assetti più funzionali alla gestione, alla spesa e al rapporto con i cittadini. Ettore Vittorio Uccellini

4 Le unità di offerta sociali
Legge Regione Lombardia 12 marzo 2008 n. 3 Articolo 4 – Unità di offerta sociali 1. Le unità di offerta sociali hanno il compito di: a)aiutare la famiglia, anche mediante l’attivazione di legami di solidarietà tra famiglie e gruppi sociali e con azioni di sostegno economico; b) tutelare la maternità e la vita umana fin dal concepimento e garantire interventi di sostegno alla maternità e paternità ed al benessere del bambino, rimuovendo le cause di ordine sociale, psicologico ed economico che possono ostacolare una procreazione consapevole e determinare l’interruzione della gravidanza; c) promuovere azioni rivolte al sostegno delle responsabilità genitoriali, alla conciliazione tra maternità e lavoro ed azioni a favore delle donne in difficoltà; d) tutelare i minori, favorendone l’armoniosa crescita, la permanenza in famiglia e, ove non possibile, sostenere l’affido e l’adozione, nonché prevenire fenomeni di emarginazione e devianza; Ettore Vittorio Uccellini

5 Le unità di offerta sociali Legge Regione Lombardia 12 marzo 2008 n. 3
Articolo 4 – Unità di offerta sociali e) promuovere il benessere psicofisico della persona, il mantenimento o il ripristino delle relazioni familiari, l’inserimento o il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in difficoltà e contrastare forme di discriminazione di ogni natura; f) promuovere l’educazione motoria anche finalizzata all’inserimento e reinserimento sociale della persona; g) assistere le persone in condizioni di disagio psicosociale o di bisogno economico, con particolare riferimento alle persone disabili e anziane, soprattutto sole, favorendone la permanenza nel proprio ambiente di vita; h) favorire l’integrazione degli stranieri, promuovendo un approccio interculturale; i) sostenere le iniziative di supporto, promozione della socialità e coesione sociale, nonché di prevenzione del fenomeno dell’esclusione sociale. Ettore Vittorio Uccellini

6 Iter … Legge Regione Lombardia 12 marzo 2008 n. 3
Articolo 13 - Competenze dei comuni 1. I comuni singoli o associati e le comunità montane, ove delegate, in base ai principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza, sono titolari delle funzioni amministrative concernenti gli interventi sociali svolti a livello locale e concorrono alla realizzazione degli obiettivi della presente legge nelle forme giuridiche e negli assetti più funzionali alla gestione, alla spesa ed al rapporto con i cittadini ed in particolare: a) programmano, progettano e realizzano la rete locale delle unità d’offerta sociali, nel rispetto degli indirizzi e conformemente agli obiettivi stabiliti dalla Regione, anche promuovendo la partecipazione dei soggetti di cui all’articolo 3; b) riconoscono e promuovono la sperimentazione di unità d’offerta e di nuovi modelli gestionali nell’ambito della rete sociale, nel rispetto della programmazione regionale; c) erogano, nei limiti delle risorse disponibili, servizi e prestazioni di natura economica e assumono gli oneri connessi all’eventuale integrazione economica delle rette; d) definiscono i requisiti di accreditamento delle unità di offerta sociali in base ai criteri stabiliti dalla Regione, accreditano le unità d’offerta e stipulano i relativi contratti; e) definiscono eventuali livelli di assistenza ulteriori rispetto a quelli definiti dalla Regione; f) determinano i parametri per l’accesso prioritario alle prestazioni, di cui all’articolo 6, comma 2, sulla base degli indirizzi stabiliti nell’ambito della programmazione regionale, anche assicurando interventi di emergenza e di pronto intervento assistenziale, di norma mediante forme di ospitalità temporanea od erogazione di sussidi economici; g) gestiscono il sistema informativo della rete delle unità d’offerta sociali. Ettore Vittorio Uccellini

7 Iter … Legge Regione Lombardia 12 marzo 2008 n. 3
Articolo 15 - Modalità di esercizio delle unità d’offerta 1. L’esercizio delle strutture relative alle unità d’offerta della rete sociale di cui all’articolo 4, comma 2, è soggetto alla presentazione di una comunicazione preventiva al comune e alla ASL competente per territorio, che certifichi, da parte del gestore, il possesso dei requisiti previsti dalle disposizioni regionali. 2. L’esercizio delle unità d’offerta sociosanitarie è soggetto alla presentazione di una denuncia di inizio attività alla ASL competente per territorio, fermo restando il possesso dei requisiti minimi stabiliti dalle disposizioni vigenti. In caso di apertura, modifica sostanziale, trasferimento in altra sede di unità d’offerta residenziali e semiresidenziali, comprese quelle diurne, l’attività può essere intrapresa solo dopo che sia decorso il termine di trenta giorni dalla presentazione della denuncia di inizio attività. 3.In caso di accertata carenza dei requisiti minimi previsti dalla vigente normativa, l’ASL o il comune per quanto di competenza, previa diffida ed impartendo le eventuali prescrizioni, dispone la chiusura della struttura e la revoca dell’eventuale atto di accreditamento. In caso di accertato pericolo per la salute o per l’incolumità delle persone, l’autorità competente dispone l’immediata chiusura della struttura e prescrive le misure da adottare per la ripresa dell’attività. Ettore Vittorio Uccellini

8 Ettore Vittorio Uccellini
Iter … Decreto Direttoriale 1254 del 15 febbraio 2010 “Prime indicazioni operative in ordine a esercizio e accreditamento delle unità di offerta sociale”. Ettore Vittorio Uccellini

9 Ettore Vittorio Uccellini
La comunicazione Esempio di comunicazione La documentazione da allegare Dichiarazione sostitutiva atto notorio circa possesso dei requisiti Ettore Vittorio Uccellini

10 La comunicazione va presentata …
messa in esercizio di unità d’offerta afferenti alla rete sociale; variazione della capacità ricettiva dell’unità d’offerta, trasformazione di unità d’offerta esistenti; trasferimento in altra sede di unità d’offerta esistenti; cambiamento del soggetto gestore. Ettore Vittorio Uccellini

11 La comunicazione non va presentata
cambio della persona del Legale Rappresentante o dell’Amministratore del soggetto gestore (è sufficiente inviare lettera per informazione); sperimentazione di un’unità d’offerta innovativa e non rientrante nella rete regionale (è sufficiente inviare comunicazione contenente i contenuti organizzativi e strutturali della sperimentazione. Il Servizio prenderà atto con apposito provvedimento); messa in esercizio di attività sociali e assistenziali tra quelle previste dall’art. 3 - comma 2 - della Legge n.3/2008. Il gestore deve, comunque, garantire il rispetto delle Leggi Regionali o Nazionali in materia di Igiene e Sanità Pubblica, di Sicurezza degli Impianti, di Urbanistica-Edilizia e, nel caso di utilizzo di personale dipendente, il rispetto di quanto stabilito in materia di rapporti di lavoro dalla normativa vigente. È opportuno che il gestore invii all’Ufficio Comunale una relazione dalla quale si evinca la caratteristica dell’attività avviata sul territorio. Ettore Vittorio Uccellini

12 Il procedimento per la messa in esercizio
presentazione della C.P.E., utilizzando la modulistica allegata; Il Comune – Ufficio di Piano verifica la completezza della comunicazione e di quanto autodichiarato, relativamente ai requisiti posseduti, nonché la presenza dei certificati relativi ai requisiti soggettivi, entro 10 giorni lavorativi; effettuate le verifiche indicate, richiede alla Vigilanza Asl il sopralluogo, che sarà effettuata entro 60 giorni dalla data di ricevimento della richiesta. L’A.S.L. comunica l’esito dell’attività di vigilanza. Ettore Vittorio Uccellini

13 Ettore Vittorio Uccellini
Le sanzioni L’articolo 15 della Legge Regionale 12 marzo 2008, n. 3, come modificato dalla legge regionale 24 febbraio 2012, n. 2, prevede l’applicazione di sanzioni, fatte salve le responsabilità di natura civile e penale, nonché le sanzioni previste per le violazioni di altre normative regionali o nazionali, nelle seguenti situazioni: a) da € a € per la mancata presentazione della comunicazione di inizio attività b) da € 500 a € per l’esercizio dell’attività in mancanza dei requisiti minimi. Ettore Vittorio Uccellini

14 Requisiti gestionali - Micronidi
1 Definizione e destinatari: il micronido è un servizio di tipo diurno avente capacità ricettiva fino a 10 bambini da 3 mesi a 3 anni; svolge anche servizio di mensa e ristoro 2 Documenti: carta dei servizi SI gestione dell'emergenza (modalità di evacuazione rapida dei locali) SI piano manutenzioni e revisioni dell'immobile e Registro degli interventi NO organizzazione spazi (organizzazione attività per un massimo di 15 bambini) NO gestione servizi generali (pulizie ambienti - preparazione e distribuzione pasti) SI 3 Ricettività: fino a 10 posti Superficie utile netta complessiva: 20 mq + 5,5 mq per ogni posto di capacità ricettiva Ettore Vittorio Uccellini

15 Requisiti gestionali - Micronidi
4 Apertura minima annuale: 45 settimane, da lunedì a venerdì fatti salvi i giorni festivi - giornaliera: 8 ore continuative 5 Personale coordinatore: 1 operatori socio educativi: 1 cuoco: 1 qualora i pasti vengano confezionati direttamente addetti ai servizi (pulizie ambienti e eventuale aiuto in cucina): 1 compresenza: 2 operatori durante tutto l'orario di apertura del servizio Ettore Vittorio Uccellini

16 Requisiti gestionali - Nidi
1 Definizione e destinatari: il nido è un servizio di tipo diurno avente capacità ricettiva da 11 fino a 60 bambini da 3 mesi a 3 anni; svolge anche servizio di mensa e ristoro 2 Documenti: carta dei servizi SI gestione dell'emergenza (modalità di evacuazione rapida dei locali) SI piano manutenzioni e revisioni dell'immobile e Registro degli interventi SI organizzazione spazi (organizzazione attività per un massimo di 15 bambini) SI gestione servizi generali (pulizie ambienti, preparazione, distribuzione pasti) SI 3 Ricettività: da 11 a 60 posti Superficie utile netta complessiva: 20 mq + 6,0 mq per ogni posto di capacità ricettiva Ettore Vittorio Uccellini

17 Requisiti gestionali - Nidi
4 Apertura minima annuale: 47 settimane, da lunedì a venerdì fatti salvi i giorni festivi - giornaliera: 9 ore continuative 5 Personale coordinatore: 1 operatori socio educativi: 1 ogni 8 posti di capacità ricettiva cuoco: 1 qualora i pasti vengano confezionati direttamente addetti ai servizi (pulizie ambienti e eventuale aiuto in cucina): 1 ogni 30 posti di capacità ricettiva compresenza: operatori durante tutto l'orario di apertura del servizio Ettore Vittorio Uccellini

18 Il requisito dell’apertura minima regionale per i nidi
Circolare regionale del 23 luglio 2008 le settimane che comprendono festività o giorni di programmazione educativa, garantiscono almeno tre giorni di apertura all’utenza; in presenza di almeno 46 settimane di apertura all’utenza, la 47° settimana è garantita, sulla base di una verifica dei bisogni espressi dalle famiglie, da: apertura di almeno 1 nido, a livello Comunale/ ambito territoriale, per tutte le 47 settimane erogazione di servizi/prestazioni alternativi, (es. baby sitter, possibilità di frequenza di altri servizi per la prima infanzia) senza oneri aggiuntivi per la famiglia tutte le famiglie sottoscrivono una dichiarazione di non necessità di usufruire della 47.a settimana. Ettore Vittorio Uccellini

19 Requisiti gestionali – Nido famiglia
1 Definizione e destinatari: il nido famiglia è un servizio di tipo domiciliare avente capacità ricettiva fino a 5 bambini da 0 a 3 anni svolge finalità educative e sociali 2 Documenti carta dei servizi NO gestione dell'emergenza (modalità di evacuazione rapida dei locali) NO piano manutenzioni e revisioni dell'immobile e Registro degli interventi NO organizzazione spazi NO gestione servizi generali (pulizie ambienti - preparazione e distribuzione pasti) NO 3 Ricettività fino a 5 posti 4 Apertura minima: le famiglie concordano le modalità organizzative e la proposta educativa 5 Personale: le famiglie concordano le modalità organizzative e la proposta educativa Ettore Vittorio Uccellini

20 Requisiti gestionali – Centri prima infanzia
1 Definizione e destinatari: il centro prima infanzia è un servizio temporaneo di accoglienza, anche non continuativa, avente capacità ricettiva fino a 30 bambini da 0 a 3 anni e per un massimo di quattro ore consecutive; non può svolgere servizio di somministrazione pasti 2 Documenti carta dei servizi SI gestione dell'emergenza (modalità di evacuazione rapida dei locali) SI piano manutenzioni e revisioni dell'immobile e Registro degli interventi SI organizzazione spazi (organizzazione attività per un massimo di 15 bambini) NO gestione servizi generali (pulizie ambienti) SI 3 Ricettività: fino a 30 posti Ettore Vittorio Uccellini

21 Requisiti gestionali – Centri prima infanzia
4 Apertura minima annuale: non richiesta settimanale: non richiesta giornaliera: non richiesta 5 Personale coordinatore: non richiesto operatori socio educativi: 2 cuoco: non richiesto addetti ai servizi (pulizie ambienti): compresenza: 2 operatori durante tutto l'orario di apertura Ettore Vittorio Uccellini

22 Ettore Vittorio Uccellini
Deroghe ed eccezioni La capacità ricettiva del nido può essere incrementata del 20% massimo (esempio: se un nido è autorizzato per 15 posti, è consentita la presenza contemporanea di un massimo di 18 bambini); Per i micronidi non è previsto l’incremento del 20% dei bambini frequentanti, come per i nidi; pertanto, in questa tipologia d’offerta non possono essere contemporaneamente presenti più di 10 bambini (circolare regionale n. 45 del ). Ettore Vittorio Uccellini

23 Alcune precisazioni per i micronidi
Ubicazione Il micronido è un’unità d’offerta che può essere realizzata: a)in un appartamento purché esclusivamente destinato alla funzione di micronido come da autocertificazione del richiedente; b) in strutture polifunzionali purché gli spazi destinati allo stesso siano ben distinti dalle altre funzioni. (per struttura polifunzionale si intende una struttura che prevede diversi servizi e unità d’offerta sociali, educative, scolastiche); 3. inserita in insediamento aziendale; 4. anche oltre il piano terra. Abitabilità Si precisa che il documento attestante la civile abitazione è il certificato di abitabilità, con i requisiti vigenti nel momento in cui il certificato è stato rilasciato, richiesto o formato. Barriere architettoniche Per il superamento delle barriere architettoniche è sufficiente che laddove i locali non siano strutturati a garantire l’accessibilità o visitabilità a persone con difficoltà, siano previste e codificate procedure per garantirle. Articolazione della struttura Per superficie utile netta, si intende la superficie calpestabile. Ettore Vittorio Uccellini

24 Ettore Vittorio Uccellini
Ancora sui micronidi Condivisione di spazi Gli spazi ammessi in condivisione sono i bagni del personale. A tal proposito si precisa che, anche se in condivisione con altre unità d’offerta / servizi, i bagni devono essere: a) di esclusivo utilizzo del personale; b) in numero adeguato a quanto previsto dalla normativa vigente in merito al personale contemporaneamente presente che li può utilizzare. ( per esempio in un micronido aziendale i bagni del personale possono essere i medesimi del personale dell’azienda presso cui è situato, ma il numero di bagni dovrà essere rapportato al numero di personale contemporaneamente presente nel micronido e nell’azienda); c) in conformità con i requisiti igienico sanitari; d) ubicati nel medesimo edificio (abbinati/adiacenti) anche se non sullo stesso piano del micronido/nido, purché appartenenti a strutture/servizi dell’area sociale/ educativa/socio sanitaria (esclusi i nidi aziendali adiacenti al luogo di lavoro che possono utilizzare i bagni dell’azienda come riportato al soprastante punto b). Ettore Vittorio Uccellini

25 I locali cucina dei micronidi
Cucina, catering, preparazione pasti Le civili abitazioni, secondo i requisiti previsti dal regolamento locale d’igiene tipo, devono essere dotate o di un “locale cucina” o di uno “spazio cottura”; per le due diverse tipologie vengono previsti specifici requisiti. Nella fattispecie, per “cucina” è da intendersi lo spazio riservato alla cottura dei cibi rispondente ai requisiti fissati dal regolamento locale di igiene tipo almeno per lo “spazio cottura”. In caso di presenza di cucina abitabile, quindi rispondente ai requisiti di “locale cucina” e di dimensioni adeguate a consentirne l’uso anche per la consumazione dei pasti dei bambini, la stessa potrà anche essere conteggiata – ovviamente detratti i metri quadri specificatamente usati per la preparazione dei pasti - ai fini della determinazione della superficie utile complessiva destinata ai bambini. La cucina/spazio cottura del micronido, anche in caso di preparazione diretta dei pasti non deve acquisire specifica autorizzazione sanitaria, ferma restando la responsabilità del gestore sulla sicurezza alimentare e sugli aspetti nutrizionali nonché sul controllo e formazione del personale addetto. I pasti possono anche pervenire al micronido tramite catering. In questo caso: a) la ditta che fornisce i pasti deve essere in possesso dell’autorizzazione sanitaria; copia di tale autorizzazione deve essere conservata presso il micronido; b) la cucina aziendale, in caso di micronido realizzato presso i luoghi di lavoro, può essere utilizzata per la preparazione di pasti fermo restando una linea specifica di produzione ed il trasporto degli stessi con contenitori/carrelli idonei (termoregolati, chiusi, lavati e detersi quotidianamente); c) il locale scaldavivande previsto dalla deliberazione, per la porzionatura dei pasti e il lavaggio delle stoviglie, deve comunque essere presente, al fine di consentire al personale l’eventuale preparazione di bevande calde, merende o per predisporre le pappe per i lattanti, ed essere di facile pulizia e sanificazione. Ettore Vittorio Uccellini

26 Specificazioni per i nidi famiglia
Il nido famiglia, in quanto tipologia domiciliare, può essere realizzato: nell’abitazione di residenza di una delle famiglie associate; b) in un appartamento in uso ad una delle famiglie (comodato o affitto o proprietà) destinato a nido famiglia; in uno spazio che abbia i requisiti della civile abitazione, in affitto, proprietà o comodato d’uso ad una delle famiglie. Gestione Il nido famiglia è promosso associazioni familiari (ai sensi della L.R. 23/99) o da famiglie/utenti associate costituite in osservanza all’ordinamento delle associazioni non riconosciute e quindi regolate dagli accordi tra gli associati anche mediante la stipulazione di una scrittura privata secondo la normativa vigente. Il modello educativo e gestionale ritenuto più idoneo per il nido famiglia è scelto dalle famiglie associate. Le famiglie possono gestire il nido famiglia: a) direttamente attraverso l’individuazione della persona che si occuperà dell’accudimento dei bambini; b) tramite affidamento a terzi (professionisti, cooperative ecc) di tutte o parte delle prestazioni. Ettore Vittorio Uccellini

27 Ancora sui nidi famiglia
Capacità ricettiva La capacità ricettiva massima è determinata in 5 posti. I nidi famiglia già funzionanti e finanziati con la legge 23/99 sono tenuti ad adeguare, entro tre anni dalla data di pubblicazione della DGR 20588, il numero dei bambini alla capacità ricettiva prevista dalla succitata DGR. Condivisione di spazi Non sono previste possibilità di condivisione di spazi. Preparazione pasti I pasti possono essere preparati: a) all’interno del nido famiglia; b) all’esterno mediante catering; c) all’esterno dalla famiglia, ma solo per il proprio bambino. Ettore Vittorio Uccellini

28 Specificazione per i centri prima infanzia
I centri per la prima infanzia sono da intendersi quali servizi che offrono, in modo non continuativo, le prestazioni educative che vengono offerte dal nido in modo continuativo. a) La frequenza è consentita per non più di quattro ore giornaliere; b) Non è ammessa né la preparazione né la distribuzione dei pasti; c) La responsabilità dell’accudimento dei bambini frequentanti attiene al personale operante nel centro prima infanzia secondo le competenze specifiche e non all’eventuale adulto che può essere ammesso quale accompagnatore del bambino. L’area ristoro prevista dalla DGR per la consumazione delle merende può essere o un locale dedicato oppure un’area attrezzata (secondo le modalità organizzative scelte dal gestore, ad esempio con piccolo frigorifero, forno micro onde o anche semplicemente distributore di merende ) del locale destinato ai bambini. Non sono invece da intendersi assimilabili ai centri prima infanzia: o I servizi offerti a clienti di unità commerciali o di altri servizi (esempio spazi gioco di centri commerciali, di ospedali, di supermercati ecc.) che hanno di fatto solo finalità ricreative e di “garderie”; o spazi gioco, ludoteche o analoghi servizi con altre denominazioni con finalità esclusivamente ludica e di socializzazione destinati a bambini accompagnati sempre da un adulto di riferimento che è responsabile del bambino. Ettore Vittorio Uccellini

29 Specificazioni sul coordinatore Indicazioni comuni a nidi e micronidi
Il titolo specifico del coordinatore è la laurea in scienze della educazione/formazione, psicologiche, sociologiche e di servizio sociale. Nel merito dell’esperienza in servizio, che può sostituire il titolo di laurea, si precisa che può essere stata maturata o in un nido/micronido o in servizio analogo (es. scuola materna). L’esperienza in servizio deve essere documentata da certificati di servizio rilasciati dai datori di lavoro presso cui si è operato. Ettore Vittorio Uccellini

30 Ettore Vittorio Uccellini
Operatore socio educativo Indicazioni comuni a nidi, micronidi e centri prima infanzia I titoli validi alla definizione del profilo professionale dell’operatore socio educativo sono: o diploma di maturità magistrale (rilasciato dall’Istituto magistrale) o diploma di maturità rilasciato dal liceo socio-psico pedagogico (5 anni) o diploma di abilitazione all’insegnamento nelle scuole di grado preparatorio/ diploma di scuola magistrale (tre anni) o diploma di dirigente di comunità (5 anni) o diploma di tecnico dei servizi sociali (5 anni) o operatore dei servizi sociali (tre anni) o diploma di assistente per l’infanzia (tre anni) o vigilatrice d’infanzia (tre anni) o puericultrice (tre anni) Ovviamente, quale operatore socio educativo, può essere assunto anche personale laureato in scienze dell’educazione/formazione, psicologiche, sociologiche e di servizio sociale nonché l’educatore professionale. Ettore Vittorio Uccellini

31 Ettore Vittorio Uccellini
La compresenza Fermo restando il rispetto dei requisiti di personale determinati per ogni tipologia d’offerta dalla DGR 20588, si precisa che la compresenza può essere garantita nei servizi non profit, anche attraverso un operatore volontario anche privo del titolo specifico. Il personale volontario privo di titolo specifico non concorre alla determinazione dello standard. Relativamente ai centri prima infanzia la DGR ha previsto due operatori socio educativi, intendendo garantire almeno un operatore ogni 15 utenti e comunque la compresenza. Uno dei due operatori può essere volontario purché in possesso di uno dei titoli più sopra specificati Ettore Vittorio Uccellini

32 Una definizione di accreditamento
L’accreditamento è un atto amministrativo in capo alla Pubblica Amministrazione che autorizza un soggetto, in possesso di predeterminati requisiti e di standard strutturali, tecnologici, organizzativi e di qualità, ad esercitare la propria attività all’interno della rete pubblica di fornitori di beni e servizi. Il fine principale dell’accreditamento è quello di migliorare il sistema dell’offerta, con garanzia di maggiore qualità, equità, appropriatezza ed efficacia nei confronti dei cittadini utenti, e, nel contempo, di regolare il sistema dell’offerta, individuando e selezionando i soggetti che vi concorrono. Ettore Vittorio Uccellini

33 Accreditamento e autorizzazione
L’accreditamento è diverso dall’istituto della autorizzazione, che è un atto amministrativo con cui la Pubblica Amministrazione consente il funzionamento di un servizio, dopo aver verificato il possesso di predeterminati requisiti e di standard strutturali, tecnologici ed organizzativi. Nella legislazione lombarda, l’autorizzazione al funzionamento è requisito fondamentale per l’accreditamento delle unità di offerta sociale. Ettore Vittorio Uccellini

34 Ettore Vittorio Uccellini
Il contesto L’accreditamento si pone come strumento per rispondere alla necessità di una rete di soggetti pubblici e privati per assicurare ai cittadini politiche sociali universalistiche ed efficaci, nel rispetto dei principi fondamentali previsti dall’art. 1, comma 1, della 328/2000. “La Repubblica assicura alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali, promuove interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza, previene, elimina o riduce le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia, in coerenza con gli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione.” Ettore Vittorio Uccellini

35 Ettore Vittorio Uccellini
Le finalità Aumentare i livelli di offerta e la disponibilità di “acquisto”, mediante libera scelta del cittadino attraverso titoli sociali (voucher), di alcuni servizi dell’area sociale e assistenziale. Rendere tassativi, espliciti e verificabili i livelli di qualità ritenuti essenziali per ogni tipo di servizio. Garantire al cittadino che il livello di qualità essenziale sia presente in modo omogeneo in tutti i servizi (inizialmente a partire da quelli della medesima tipologia) nell’Ambito territoriale di riferimento dei PDZ. Incoraggiare gli enti gestori ad adottare strumenti che migliorino la qualità nel tempo fino a giungere a livelli di eccellenza Ettore Vittorio Uccellini

36 I modelli di accreditamento
Dell’accreditamento, oltre che diverse definizioni, esistono anche diversi modelli, i principali si possono riassumere in due filoni: l’accreditamento ISTITUZIONALE, come strumento di “autorizzazione” e l’accreditamento VOLONTARIO o di ECCELLENZA come strumento di “valutazione e miglioramento” scelto autonomamente da un soggetto. Accreditamento ISTITUZIONALE  procedimento “autorizzativo” con cui l’ente pubblico riconosce ad enti privati il possesso di determinati requisiti di qualità e li autorizza ad erogare servizi. Accreditamento d’ECCELLENZA  attività “volontaria” di valutazione tra pari, sistematica e periodica, gestita direttamente dai professionisti di un servizio, volta a migliorare la qualità e lo scambio di buone prassi. Ettore Vittorio Uccellini

37 L’accreditamento istituzionale
L’accreditamento istituzionale annovera almeno tre diversi modelli, che non si escludono ma possono essere integrati in un sistema di accreditamento complesso o “stratificato”. Le tre tipologie individuate possono essere così sintetizzate: certificatorio: si propone come un’autorizzazione ad operare sul mercato privato dimostrando di possedere i requisiti predeterminati dall’ente che rilascia l’accreditamento; equiparatorio: autorizza soggetti che possiedono le caratteristiche ed i requisiti richiesti ad operare in regime di parità con gli enti pubblici, ricevendo in sostanza delle commesse pubbliche (molto simile tuttavia a quanto accade oggi con gli appalti con la differenza di “esternalizzare” di fatto anche la titolarità del servizio) selettivo, alla situazione descritta sopra aggiunge l’introduzione di elenchi speciali con priorità di scelta in base a graduatorie di qualità. Ettore Vittorio Uccellini

38 La normativa regionale
Deliberazione della Giunta Regionale Lombarda n. VII/20943 del 16 febbraio 2005 “Definizione dei criteri per l’accreditamento dei servizi sociali per la prima infanzia, dei servizi sociali di accoglienza residenziale per minori e dei servizi sociali per persone disabili” Ettore Vittorio Uccellini

39 Decreto Direttoriale 1254 del 15 febbraio 2010
PRIME INDICAZIONI OPERATIVE IN ORDINE A ESERCIZIO E ACCREDITAMENTO DELLE UNITA' DI OFFERTA SOCIALI L’accreditamento è il processo di ulteriore qualificazione delle unità d’offerta sociale in esercizio. La richiesta di accreditamento è volontariamente espressa dall’ente gestore dell’unità d’offerta in esercizio. Ettore Vittorio Uccellini

40 Decreto Direttoriale 1254 del 15 febbraio 2010
L’accreditamento istituzionale di una unità d’offerta sociale, adottato nel sistema sociale regionale, è un provvedimento amministrativo rilasciato a favore di un soggetto giuridico (soggetto accreditato), che con tale provvedimento viene riconosciuto come soggetto che può erogare prestazioni o servizi, relativi all’unità d’offerta accreditata, per conto del servizio pubblico. L'accreditamento sociale viene concesso a tutti i soggetti richiedenti che dimostrino il possesso dei requisiti definiti dal soggetto pubblico a questo deputato. L’accreditamento è presupposto necessario affinché il Comune stipuli contratti o convenzioni per l’acquisizione delle prestazioni, specifiche dell’unità d’offerta, erogate dal privato. Ettore Vittorio Uccellini

41 Decreto Direttoriale 1254 del 15 febbraio 2010
Condizione fondamentale ed indispensabile per ottenere l’accreditamento di una unità d’offerta sociale è essere in regolare esercizio (aver presentato la CPE per la medesima unità d’offerta ed aver avuto esito positivo, dalla relativa attività di vigilanza espletata dalla ASL, in ordine al possesso dei requisiti minimi di esercizio o autorizzate secondo la precedente normativa) e possedere tutti i requisiti di qualificazione (requisiti di accreditamento) fissati dal Comune, o dai Comuni associati o dalla Regione, nei casi specifici previsti dalla normativa di settore o da ulteriori atti regionali. L’accreditamento, infatti, implica un innalzamento dei livelli qualitativi del servizio, rispetto a quelli definiti per l’esercizio e l’assunzione di una serie di obblighi nei confronti del servizio pubblico. Ettore Vittorio Uccellini

42 I requisiti della Provincia di Mantova
Adesione alle finalità del Piano di Zona; Presenza di una sede operativa nell’Ambito territoriale del Piano di Zona Autorizzazione al funzionamento o comunicazione e/o, ove previsto, iscrizione agli Albi Regionali e Provinciali; Possesso dei requisiti per l’esercizio dell’attività di impresa, ove previsto dalla legge; Impiego di personale in possesso delle qualifiche professionali previste dalla normativa vigente; Rispetto dei trattamenti economici previsti dalla contrattazione collettiva e dalle norme in materia di previdenza e assistenza; Puntuale applicazione della D. Lgs , n. 196; Ettore Vittorio Uccellini

43 I requisiti della Provincia di Mantova
Assenza, da parte del rappresentante legale dell’Organizzazione, di condanna definitiva per reati gravi in danno allo Stato o della comunità che incidono sulla moralità professionale; Assenza, da parte del rappresentante legale dell’Organizzazione, di condanne penali per fatti imputabili all’esercizio di unità d’offerta del sistema sanitario, sociosanitarie e sociale; Assenza, da parte del legale rappresentante dell’Organizzazione, della applicazione della pena accessoria della interdizione da una professione o da un’arte e interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese; Assenza, da parte del legale rappresentante dell’Organizzazione, di procedimenti per l’applicazione di una misura di prevenzione; Assenza di risoluzione di contratti di accreditamento, stipulati negli ultimi dieci anni, per la gestione della medesima unità d’offerta per fatti imputabili a colpa del soggetto gestore, accertata giudizialmente; Assenza, da parte del legale rappresentante dell’Organizzazione, di altre fattispecie previste dall’art.38 del decreto legislativo n.163/2006. Ettore Vittorio Uccellini

44 I requisiti della Provincia di Mantova
Rispetto delle norme che disciplinano il diritto al lavoro delle persone con disabilità, ai sensi dell’art. 17 della legge 12 marzo 1999, n. 68; Rispetto di tutte le disposizioni attinenti la prevenzione degli infortuni e le assicurazioni relative a favore di chiunque, a qualunque titolo, lavori nel servizio; Rispetto degli adempimenti e delle norme previste dal D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 “Attuazione dell’art. 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro; Copertura assicurativa di R.C. per operatori ed utenti; Rispetto del debito informativo con la Regione, i Comuni, l’Ufficio di Piano ovvero l’Ente capofila per l’attuazione del Piano di Zona; Ettore Vittorio Uccellini

45 I requisiti della Provincia di Mantova
Mission del Servizio, desumibile dal documento costitutivo; Predisposizione di un Piano di lavoro annuale; Predisposizione di un Piano di lavoro settimanale /giornaliero per interventi con l’utenza; Compilazione di un Registro degli interventi quotidianamente erogati e breve diario di aggiornamento sulle singole situazioni; Svolgimento di regolari riunioni d’équipe per la organizzazione del lavoro, la programmazione, i progetti individualizzati e l’aggiornamento sulle situazioni degli utenti in carico con stesura e conservazione del relativo verbale; Ettore Vittorio Uccellini

46 I requisiti della Provincia di Mantova
Tenuta e regolare aggiornamento dell’archivio e delle schede nominative per utente, con i verbali degli incontri di monitoraggio con utente/famiglia/servizi e la liberatoria dei dati personali; Utilizzo di Schede di valutazione del grado di soddisfazione dell’utenza/famiglia somministrate annualmente o al termine dell’intervento; Utilizzo di Schede di valutazione del grado di soddisfazione degli operatori somministrate annualmente; Elaborazione annuale del grado di soddisfazione degli utenti e degli operatori, loro trasmissione all’Ente Capofila e restituzione dei risultati ai soggetti interessati; Possesso dei requisiti organizzativo - gestionali come da bando; Piano di aggiornamento del personale. Ettore Vittorio Uccellini

47 Ettore Vittorio Uccellini
La Carta dei Servizi mission (ragion d’essere dell’organizzazione e i valori cui si ispira) attinente alla specifica tipologia di attività da accreditare; principi del servizio, diritti e doveri degli utenti; obiettivi e loro articolazione nel tempo; servizi offerti e tipologia prestazioni; modalità di erogazione dei servizi; ambiti territoriali nei quali svolge l’attività l’ente che richiede l’accreditamento; modalità di accesso; modalità di collaborazione con la committenza per l’elaborazione e attivazione dei progetti e/o prestazioni; modalità di raccordo nella gestione dell’utenza, nel mantenimento di contatti costanti con la famiglia dell’utente, con i Servizi Sociali di riferimento, con la rete del territorio; modalità e tempi massimi di attivazione del servizio dalla richiesta; orari di apertura, riferimenti di sede e telefonici; costi del servizio per tipologia di prestazione; standard di qualità, dimensioni e indicatori; condizioni per facilitare la valutazione da parte degli utenti e dei soggetti che rappresentano i loro diritti; sistema di valutazione adottato, del grado di soddisfazione dell’utenza e del personale in servizio, sistema di verifica e di controllo; sistema adottato per l’invio di segnalazioni e reclami. Ettore Vittorio Uccellini

48 Decreto Direttoriale 1254 del 15 febbraio 2010
L’accreditamento istituzionale di una unità d’offerta sociale si manifesta, a seguito di apposita istanza dell’Ente gestore, con un provvedimento del Comune o dei Comuni associati o della Regione per unità d’offerta specifiche. Così come per la CPE l’accreditamento di una unità d’offerta è relativo al soggetto gestore, cioè alla persona giuridica o fisica titolare della unità d’offerta che presenta l’istanza di accreditamento. Se una persona giuridica o fisica gestisce più unità d’offerta, così come sono necessarie distinte CPE, sono necessari distinti accreditamenti per ogni unità d’offerta gestita. Ettore Vittorio Uccellini

49 Decreto Direttoriale 1254 del 15 febbraio 2010
CPE ed accreditamento sono relativi al soggetto gestore, cioè alla persona giuridica o fisica titolare della unità d’offerta e che presenta la CPE e l’istanza di accreditamento se una persona giuridica o fisica gestisce più unità d’offerta, sono necessarie distinte CPE (o autorizzazioni) e, quindi, distinti accreditamenti gli atti tra privati che dovessero avere ad oggetto trasferimenti di unità d’offerta e, quindi, il subentro di un soggetto ad un altro nella gestione, non hanno efficacia ai fini dei rapporti con la pubblica amministrazione. Pertanto con particolare riferimento all’accreditamento, occorre uno specifico atto di voltura in capo al nuovo gestore, previa verifica dei requisiti soggettivi, emesso dal Comune o dai Comuni associati, o dalla Regione nei casi specifici. Ettore Vittorio Uccellini

50 Decreto Direttoriale 1254 del 15 febbraio 2010
A seguito del ricevimento della domanda, e prima dell’adozione dell’atto di accreditamento, l’Ente preposto all’accreditamento istituzionale, procede alla verifica del possesso dei requisiti. La verifica dovrà essere effettuata, tramite: a) analisi della documentazione, in caso di presentazione di istanza corredata da documentazione, oppure, nel caso in cui il gestore si avvalga della autocertificazione, attraverso la verifica della completezza della ceck list dei requisiti necessari, fermo restando che l’Ente gestore dovrà esibire, qualora richiesto, gli atti conservati presso l’unità d’offerta medesima b) sopralluogo della struttura. Il sopralluogo è necessario solo qualora l’istanza di accreditamento venga presentata oltre 6 mesi dall’ultimo verbale di vigilanza della ASL. L’attività di sopralluogo dell’Unità d’offerta, può essere attribuita, con oneri a proprio carico, dal Comune singolo o dai Comuni associati, alla ASL territorialmente competente. A seguito delle attività di verifica e di sopralluogo con esito positivo l’Ente preposto all’accreditamento emetterà specifico atto di accreditamento dell’Unità d’offerta. Ettore Vittorio Uccellini

51 Il fondo sociale regionale
Legge Regione Lombardia n. 1 Articolo 40 - Modalità di finanziamento 1. Il finanziamento delle attività socio-assistenziali ad ambito zonale o multizonale è assicurato: a) dalla Regione, mediante il fondo regionale costituito ai sensi del successivo art. 41, iscritto in bilancio e ripartito a norma del successivo art. 42; … omissis … La Regione assegna annualmente ad ogni Ambito Distrettuale il finanziamento per la copertura parziale dello spese in conto mantenimento Ettore Vittorio Uccellini

52 Ettore Vittorio Uccellini
Come accedere Annualmente, di norma entro il 30 giugno, l’Ambito Distrettuale chiede ai soggetti gestori di presentare domanda di finanziamento, allegando un rendiconto dettagliato sulla attività svolta. Il rendiconto è sotto forma di autocertificazione, con possibilità non remota di controllo. Il finanziamento eventualmente concesso è a valere sull’esercizio di richiesta del finanziamento, anche se la base di commisurazione è quella del periodo precedente. Sono ammesse al finanziamento solo le strutture autorizzate ovvero accreditate. Ettore Vittorio Uccellini


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