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Storia della psicoanalisi

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Presentazione sul tema: "Storia della psicoanalisi"— Transcript della presentazione:

1 Storia della psicoanalisi

2 Storia della psicoanalisi

3 Il valore della freudiana
Nel corso del Novecento la teoria psicoanalitica di Sigmund Freud è stata spesso messa in discussione, alcuni aspetti sono stati superati e lo stesso metodo terapeutico è stato rivisto: oggi la psicoanalisi non occupa più il posto di rilievo del secolo scorso Sigmund Freud ( ) 3

4 Identità familiare e incoscio individuale
I cambiamenti dovuti ai processi di industrializzazione e urbanizzazione modificano profondamente il senso di identità dell’individuo e il suo ruolo nella famiglia. L’idea di un inconscio individuale elaborata da Freud riflette i cambiamenti avvenuti: essa pone l’accento sulla particolarità di ogni esperienza umana, sull’elaborazione personale dei vissuti e sulle dinamiche inconsce alla base dei comportamenti individuali. Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di nebbia, 1818 4

5 Che cos’è la psicoanalisi
Freud ha coniato il temine psicoanalisi per indicare: un procedimento per l’indagine dei processi mentali, ovvero un metodo di ricerca per conoscere il funzionamento della psiche un metodo terapeutico per la cura delle nevrosi una disciplina scientifica, ovvero un insieme di teorie psicologiche La psicoanalisi costituisce quindi un modello teorico che propone una visione dell’uomo, una concezione antropologica nella quale vengono sviluppati temi quali l’origine dell’io, il rapporto tra individuo e società, il rapporto con la religione e con l’arte. 5

6 Le pulsioni e l’incoscio
Secondo Freud lo sviluppo dell’uomo è determinato da pulsioni e da elementi inconsci che influenzano comportamenti, pensieri, sentimenti. L’inconscio è per Freud una forza impersonale che dà origine appunto a motivazioni e comportamenti, le cui radici vanno cercate nell’infanzia. 6

7 Lo sviluppo della vita psichica
Freud distingue nella vita psichica tra processo primario e processo secondario processo primario inconscio soddisfazione immediata dei desideri (bisogni istintuali) principio di piacere (il bambino piange per avere il latte) processo secondario preconscio-conscio soddisfazione dilazionata del desiderio (spinte istintuali inibite) principio di realtà (il bambino si rende conto dell’impossibilità di soddisfare subito le pulsioni) 7

8 L’interpretazione dei sogni
L’interpretazione dei sogni (pubblicata nel 1899 ma con la data del 1900) è l’opera più famosa di Freud. Al sogno viene assegnato un ruolo fondamentale per l’esplorazione dell’inconscio: durante il sonno diminuiscono le difese e si allenta la censura che impedisce agli elementi rimossi di arrivare alla coscienza: nel sogno essi compaiono seppure mascherati. Salvador Dalì, Galatea delle sfere, 1952 8

9 Il lavoro onirico Nella condensazione elementi singoli vengono raggruppati in uno solo sulla base di somiglianze: due persone possono essere rappresentate da una sola attraverso un elemento comune, per esempio gli occhiali. Il lavoro onirico permette la trasformazione del contenuto latente del sogno (i desideri rimossi) in contenuto manifesto (la trama del sogno). Tra le tecniche più importanti del lavoro onirico troviamo la condensazione e lo spostamento ed è fondamentale l’uso di simboli. Attraverso lo spostamento i contenuti sono sostituiti da altri elementi: ad es., un individuo o un oggetto sognato ne rappresentano un altro, collegato al desiderio represso. I sogni fanno uso di simboli che vanno oltre l’esperienza individuale collegandosi all’esperienza umana espressa in miti e favole: ad es., il re e la regina rappresentano i genitori, le stanze rappresentano le donne ecc. 9

10 Il sogno e le libere associazioni
L’analisi del sogno permette di risalire ai contenuti latenti, e dunque ai desideri inconsci e ai traumi infantili rimossi, attraverso le libere associazioni, cioè la libera espressione da parte del paziente dei propri pensieri, emozioni, idee, senza censure. Ma l’inconscio utilizza altre situazioni della vita quotidiana per emergere: lapsus (errori compiuti nel parlare) e motti di spirito (battute umoristiche). Odilon Redon, L’Occhio, come un pallone bizzarro si dirige verso l’infinito…., 1882 10

11 Il bambino e la sessualità
Nei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905) Freud espone la sua concezione della sessualità infantile e dello sviluppo individuale. La sessualità infantile non coincide con la genitalità, ma si tratta di una ricerca del piacere che coinvolge diverse parti del corpo ed è collegata ai principali bisogni fisiologici: alle diverse parti del corpo corrispondono le diverse fasi. 11

12 Le fasi della sessualità Le fasi dello sviluppo psicosessuale
fase orale (nel primo anno e mezzo): la principale zona erogena è la bocca, il cui piacere è stimolato dalla suzione e dal mangiare fase anale (da un anno e mezzo a tre anni): la libido si concentra nella zona intorno all’ano e trova soddisfazione nell’attività di espellere e trattenere fase fallica (da tre a sei anni): il piacere si ottiene con le prime attività di manipolazione dei genitali; in questa fase si scoprono le differenze tra maschio e femmina e si sviluppano il complesso edipico (l’attrazione da parte del bambino o della bambina per il genitore di sesso opposto e la rivalità verso il genitore dello stesso sesso), il complesso di castrazione (nei bambini) e l’invidia del pene (nelle bambine), fenomeni centrali per lo sviluppo dell’identità di genere. 12

13 Le fasi della sessualità
periodo di latenza (da sei a undici anni) nel quale gli impulsi sessuali sembrano assopirsi genitalità adulta: con la pubertà la sessualità si riorganizza attraverso la relazione con un partner sessuale, in cui la zona dei genitali è la principale fonte di piacere 13

14 Le alterazioni dello sviluppo
Il passaggio da una fase all’altra dello sviluppo comporta una maturazione biologica e psicologica che può non verificarsi in modo corretto. Se l’individuo non ha trovato la dovuta soddisfazione in uno degli stadi precedenti, può compiere una regressione per tornare a esso. In altri casi, ci si può essere sentiti totalmente appagati in un dato stadio: allora si realizza una fissazione in tale fase. Regressione e fissazione sono alla base delle perversioni sessuali, cioè comportamenti che realizzano il piacere secondo modalità non accettate socialmente. M.C. Escher, Relatività, 1953 14

15 Le nevrosi La nevrosi è l’opposto della perversione: il nevrotico rimuove i suoi desideri e li esprime in forma mascherata attraverso i sintomi. Freud, inizialmente, pensa che all’origine della nevrosi ci sia sempre un trauma sessuale; in seguito abbandona questa teoria continuando però ad attribuire alla sessualità un ruolo fondamentale (centralità della sessualità o pansessualismo). Lucian Freud, Bella, 1981 15

16 I luoghi della psiche Freud ha scomposto la psiche, che era fino allora considerata un’entità unitaria. Una suddivisione riguarda Eros e Thanatos, costantemente in lotta tra loro. Il conflitto nella vita psichica non si esaurisce qui. Freud elabora due descrizioni, o topiche, parzialmente sovrapponibili, dell’apparato psichico: nella prima distingue tra conscio, preconscio e inconscio (sfere); nella seconda topica individua Io, Es, Super-Io (istanze). Rappresentazione delle due topiche freudiane secondo la celebre metafora dell’Icerberg: Es, Io e Super-Io sono qui riportate nella terminologia anglosassone che ricorre al latino: Id, Ego, Super-Ego. L’Es è regolato dal principio di piacere, l’Io dal principio di realtà, il Super-Io coincide con i principi morali introiettati 16

17 La civiltà e le pulsioni
Ne Il disagio della civiltà (1929), Freud analizza il rapporto tra individuo e civiltà, affermando che quest’ultima implica la rinuncia parziale alla soddisfazione delle pulsioni. Le pulsioni represse, attraverso la sublimazione, vengono canalizzate verso obiettivi socialmente utili: lavoro, scienza, arte e ogni produzione culturale. Gli impulsi aggressivi, legati al Thanatos, devono essere repressi, mentre le energie libidiche vengono utilizzate per creare legami libidici tra i singoli rafforzando l’unione sociale. La sublimazione è quindi il modo in cui si attenua il disagio e si può realizzare la felicità nonostante la repressione. Edward Hopper, Ufficio in una piccola città, 1953 Edward Hopper, Ufficio in una piccola città, 1953 17

18 Carl Gustav Jung Psicologia analitica
Per Carl Gustav Jung lo sviluppo dell’individuo s’interseca strettamente con quello dell’umanità: egli non si limita a parlare di inconscio individuale ma contempla anche un inconscio collettivo che contiene gli archetipi, immagini primordiali universali, tracce del passato umano. Il punto che segna la separazione di Jung da Freud riguarda la concezione della libido esposta in Trasformazioni e simboli della libido (1912): per Jung la libido non è solo energia sessuale ma un’energia vitale più generale. Carl Gustav Jung ( ) 18

19 Carl Gustav Jung Tra gli archetipi fondamentale è quello chiamato Anima che costituisce le componenti femminili nella personalità maschile, mentre l’Animus è la parte maschile nella personalità femminile; l’Ombra è la componente psicologica irrazionale. Nell’opera Tipi psicologici (1921) Jung individua due orientamenti fondamentali della personalità: estroversione e introversione. Come per Freud la vita psichica è conflittuale, ma tale conflitto non è per lui insanabile. Lo sviluppo individuale è un processo di individuazione nel quale i contenuti inconsci possono essere integrati nella coscienza armonizzando le componenti della personalità fino alla realizzazione del Sé: il Sé è l’archetipo dell’identità e il nucleo centrale della psiche. 19

20 Carl Gustav Jung Però non sempre il soggetto riesce a soddisfare le sue esigenze evolutive, allora può insorgere la nevrosi come conflitto con l’ambiente circostante. Gli elementi inconsci irrisolti si riuniscono in complessi che condizionano la vita del soggetto: la terapia deve riportarli alla coscienza, non per porli sotto il controllo della ragione, ma per riprendere il percorso interrotto. Anche Jung riconosce nel sogno l’espressione dell’inconscio, ma non distingue tra contenuto manifesto e latente. 20

21 Alfred Adler La psicologia individuale
Alfred Adler ( ) è il primo eretico a staccarsi dalla Società psicoanalitica freudiana. Egli ritiene fondamentali gli elementi sociali, per cui, a differenza di Freud, la nevrosi non ha un’origine sessuale ma dipende dalle relazioni sociali e dal senso di inadeguatezza individuale. L’individuo aspira alla superiorità per superare il senso di inferiorità che ogni bambino sperimenta di fronte all’adulto. Esiste infatti una volontà di affermazione che spinge alla realizzazione del sé creativo e a uno stile di vita personale. La nevrosi sorge quando si accentua il senso di inferiorità divenendo complesso di inferiorità, portando alla prevalenza della dimensione individuale su quella collettiva e allo scatenamento dell’aggressività se fallisce l’autorealizzazione 21

22 Wilhelm Reich Wilhelm Reich ( ) ha tentato di conciliare psicoanalisi e marxismo, estendendo la psicoanalisi anche alle classi popolari: ha individuato la stretta correlazione tra repressione sessuale e oppressione sociale. La società borghese capitalistica utilizza la repressione sessuale per sottomettere l’individuo all’autorità (Psicologia di massa del fascismo 1933). La rivolta sociale dunque implica per Reich una rivoluzione sessuale, che non condurrà a una vita licenziosa ma a un’equilibrata vita sessuale: la nevrosi, come per Freud, nasce dalla repressione sessuale. Wilhelm Reich ( ) 22

23 Erich Fromm La psicologia umanistica
Erich Fromm collega lo sviluppo individuale al contesto sociale, politico ed economico. Come gli altri appartenenti alla Scuola di Francoforte, elabora una teoria critica della società sulla scia del marxismo integrato con la psicoanalisi (dei quali individua elementi positivi e negativi). Anche Fromm come Reich collega repressione sessuale e sociale (Studi sull’autorità e la famiglia 1936): famiglia e società hanno gravi responsabilità nell’imporre limiti alla libertà individuale: l’uomo deve riprendere contatto con i bisogni istintuali portatori di energie creative. Wilhelm Reich ( ) 23

24 Melanie Klein Melanie Klein ha fornito un contributo importante per l’analisi dell’età infantile. Ella applica le concezioni freudiane di Eros e Thanatos e del narcisismo alla vita del bambino. Il neonato non distingue tra sé e il mondo esterno, differenziazione che avverrà solo con la formazione dell’Io. Fin dall’inizio il neonato stabilisce relazioni oggettuali anche se si tratta di oggetti interni (fantasmi), oggetti connessi ai suoi bisogni fisiologici. Se i bisogni sono soddisfatti il bambino prova piacere e fa esperienza dell’oggetto buono, che coincide inizialmente con la presenza fisica della madre; se il bisogno non è appagato, fa esperienza dell’oggetto cattivo, che coincide con l’assenza della madre. Melanie Klein ( ) 24

25 Melanie Klein Questa fase viene chiamata schizo-paranoide poiché un unico oggetto, la madre, viene scisso in due (oggetto buono o cattivo). Successivamente, il bambino scopre che la madre rappresenta ambedue le realtà opposte: inizia la posizione depressiva tra i cinque e i dodici mesi, caratterizzata dalla paura di perdere l’oggetto amato: tale perdita è correlata a impulsi sadici (il bambino succhia il seno materno arrecando dolore), con la nascita del senso di colpa. Non potendo usare la metodologia classica della psicoanalisi con i bambini ancora privi di linguaggio, la Klein individua nel gioco sia uno strumento interpretativo che una tecnica per la terapia psicoanalitica. 25


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