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Esperienze e progetti nell’ULSS 15

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Presentazione sul tema: "Esperienze e progetti nell’ULSS 15"— Transcript della presentazione:

1 Esperienze e progetti nell’ULSS 15
L’offerta degli screening oncologici nel territorio dell’Azienda ULSS 15 DONNA, SALUTE E LAVORO Esperienze e progetti nell’ULSS 15 Cittadella, 14 novembre 2013

2 Screening oncologici www.ullss15.pd.it
Programmi sanitari che prevedono la proposta di un esame ad una popolazione apparentemente sana, ma a rischio oncologico, per individuare le persone con lesioni precancerose e permettere una diagnosi precoce, cioè prima che compaiano sintomi o segni del tumore, in modo da ottenere la guarigione o una prognosi migliore.

3 Si fa screening quando….
la malattia coinvolge un elevato numero di persone esistono lesioni pre-cancerose e o stadi precoci che è possibile diagnosticare Il trattamento terapeutico precoce comporta vantaggi rispetto a trattamento tardivo (riduzione della mortalità) Il test da utilizzare è facile, ripetibile, innocuo, accettabile esistono strutture sanitarie qualificate in grado di effettuare diagnosi e terapia

4 complessi e impegnativi
Caratteristiche degli screening Sono interventi di Sanità Pubblica complessi e impegnativi basati su prove di efficacia offerti ad un grande numero di persone sane caratterizzati da elevata qualità sostenibili economicamente Interventi di sanità pubblica: si lavora sulla popolazione intera, si lavora su grossi numeri ma l’attenzione è sulle singole persone una volta che vengano individuate avere i segni di un tumore in fase molto precoce, precoce o già in essere. Queste persone vengono «prese per mano» e accompagnate per tutto il percorso che le condurrà alla diagnosi precisa e al trattamento. Interventi complessi: per la multidisciplinarietà. Sono percorsi assistenziali complessi che coinvolgono numerose unità operative e professionisti. Tutti concorrono con un ruolo ugualmente importante al raggiungimento degli obiettivi. Offerte a persone sane: è importante quindi non far ammalare le persone sane, limitare il più possibile i falsi positivi per evitare il «peso» di una malattia che non c’è e per ridurre gli esami di approfondimento che sono costosi. Quindi gli screening devono essere caratterizzati da elevata qualità. (Il fatto che gli screening sono attivamente offerti a persone sane, o che si ritengono tali, obbliga a un’attenzione alla qualità superiore a quella comunemente accettata per altri interventi). L’attenzione a limitare all’indispensabile gli esami utilizzati è anche una delle condizioni che consentono l’equità, cioè la possibilità di offrire regolarmente uno screening a tutte le persone eleggibili di una popolazione. Se si impiegano troppe risorse si finisce per escluderne una parte. E si finisce anche per compromettere l’altro aspetto fondamentale, la sostenibilità nel tempo: gli screening infatti non sono abbastanza efficaci se sono episodici e occasionali. Inoltre vanno realizzati rispettando gli altri bisogni di una società, cioè utilizzando le risorse minime possibili.

5 Multidisciplinarietà
Interventi di sanità pubblica: si lavora sulla popolazione intera, si lavora su grossi numeri ma l’attenzione è sulle singole persone una volta che vengano individuate avere i segni di un tumore in fase molto precoce, precoce o già in essere. Queste persone vengono «prese per mano» e accompagnate per tutto il percorso che le condurrà alla diagnosi precisa e al trattamento. Interventi complessi: per la multidisciplinarietà. Sono coinvolte in questo intervento molte strutture e soggetti sanitari (coordinamento screening, e questi devono essere coordinati e messi in rete soprattutto riguardo l’organizzazione, i tempi delle prestazioni, ecc…

6 complessi e impegnativi
Caratteristiche degli screening Sono interventi di Sanità Pubblica complessi e impegnativi basati su prove di efficacia offerti ad un grande numero di persone sane caratterizzati da elevata qualità sostenibili economicamente Interventi di sanità pubblica: si lavora sulla popolazione intera, si lavora su grossi numeri ma l’attenzione è sulle singole persone una volta che vengano individuate avere i segni di un tumore in fase molto precoce, precoce o già in essere. Queste persone vengono «prese per mano» e accompagnate per tutto il percorso che le condurrà alla diagnosi precisa e al trattamento. Interventi complessi: per la multidisciplinarietà. Sono coinvolte in questo intervento molte strutture e soggetti sanitari (coordinamento screening, e questi devono essere coordinati e messi in rete soprattutto riguardo l’organizzazione, i tempi delle prestazioni, ecc… Offerte a persone sane: è importante quindi non far ammalare le persone sane, limitare il più possibile i falsi positivi per evitare il «peso» di una malattia che non c’è e per ridurre gli esami di approfondimento che sono costosi. Quindi gli screening devono essere caratterizzati da elevata qualità. (Il fatto che gli screening sono attivamente offerti a persone sane, o che si ritengono tali, obbliga a un’attenzione alla qualità superiore a quella comunemente accettata per altri interventi). L’attenzione a limitare all’indispensabile gli esami utilizzati è anche una delle condizioni che consentono l’equità, cioè la possibilità di offrire regolarmente uno screening a tutte le persone eleggibili di una popolazione. Se si impiegano troppe risorse si finisce per escluderne una parte. E si finisce anche per compromettere l’altro aspetto fondamentale, la sostenibilità nel tempo: gli screening infatti non sono abbastanza efficaci se sono episodici e occasionali. Essi non possono assumere carattere discontinuo o a termine, la loro finalità è quella di ridurre la mortalità per neoplasia, in quanto il tumore viene riscontrato in una fase più precoce. Inoltre vanno realizzati rispettando gli altri bisogni di una società, cioè utilizzando le risorse minime possibili.

7 RAGGIUNGERE TUTTI SENZA DISEGUAGLIANZA
Equità RAGGIUNGERE TUTTI SENZA DISEGUAGLIANZA

8 Equità: valore sociale dello screening
I risultati dello studio condotto in Emilia-Romagna mostrano che lo screening di popolazione per la diagnosi precoce del tumore alla mammella può livellare le disuguaglianze di sopravvivenza Does breast cancer screening level health inequalities out? A population-based study in an Italian region. Eur J Public Health, September 5, 2013 Un programma organizzato di screening con un’offerta proattiva e gratuita, quando raggiunge un elevato livello di adesione nella popolazione a cui si rivolge, favorisce l'equità di accesso a tutte le donne interessate, residenti e domiciliate, senza distinzione alcuna di razza, religione o appartenenza a strato sociale. Sono stati pubblicati su The European Journal of Public Health i risultati di uno studio osservazionale condotto dall’Agenzia sanitaria e sociale sull’impatto dello screening mammografico sulle disuguaglianze di sopravvivenza per tumore alla mammella in Emilia-Romagna. Lo studio si basa sui casi di tumore infiltrante al seno rilevati negli anni nella coorte di popolazione costituita da donne residenti in Emilia-Romagna e di età inferiore a 70 anni. I risultati indicano, nella fascia target dello screening (50-69 anni nel periodo di studio), forti riduzioni nelle differenze per istruzione, in termini sia di sopravvivenza a 5 anni sia di stadio alla diagnosi, a seguito del raggiungimento della piena implementazione del programma di screening.  Con questa analisi si conferma quindi quanto ipotizzato dalla recente letteratura scientifica: quando raggiunge un elevato livello di adesione nella popolazione a cui si rivolge, un programma organizzato di screening con un’offerta proattiva e gratuita favorisce l'equità di accesso a tutte le donne interessate, residenti e domiciliate, senza distinzione alcuna di razza, religione o appartenenza a strato sociale. I risultati dello studio costituiscono, dunque, un riconoscimento del valore in termini di significato sociale dello screening organizzato.

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10 Gli screening oncologici sono L.E.A.
Gli screening per il tumore della cervice uterina, della mammella e del colon retto sono stati inseriti tra i Livelli Essenziali di Assistenza da garantire a tutti i soggetti in fascia d’età target residenti in Italia. DPCM  DPCM= decreto presidente consiglio dei ministri I programmi di screening per i tumori della mammella, della cervice uterina e del colon retto sono raccomandati dalla Comunità Europea e in Italia sono considerati Livelli essenziali di assistenza, cioè un diritto di tutti i cittadini. Gli screening per il tumore della cervice uterina, della mammella e del colon retto sono stati inseriti tra i Livelli Essenziali di Assistenza con DPCM

11 Non semplicemente un test
Lo screening è un percorso a tappe che prevede: individuazione dei soggetti a rischio formulazione di una diagnosi offerta di intervento terapeutico

12 Screening attivi nell’ULSS 15

13 Lo screening citologico
La popolazione target dell’Ulss 15 “Alta Padovana” è di donne Destinatari: donne residenti con età compresa tra 25 – 64 anni Periodicità: intervallo triennale (round) donne/anno Attivazione: anno 2001

14 Luglio 2010: attivazione dello Screening con HPV test
Screening Citologico Test con HPV Luglio 2010: attivazione dello Screening con HPV test

15 Screening citologico Primo livello
Le prelevatrici eseguono i test I test vengono inviati c/o i centri di refertazione La segreteria organizzativa invia le lettere con appuntamento prefissato La donna si presenta presso la sede dell’appuntamento I referti tornano alla Segreteria organizzativa Front office telefonico

16 Screening Citologico Sedi ambulatoriali
Carmignano di Brenta Cittadella Piazzola sul Brenta Camposampiero Vigodarzere Trebaseleghe Vigonza

17 Screening citologico Secondo livello
Refertazione in Anatomia patologica La segreteria organizzativa contatta le donne risultate positive ai test e propone gli esami di approfondimento La segreteria organizzativa invia alle donne i referti degli accertamenti effettuati Presso gli Ambulatori Ginecologici di Camposampiero e Cittadella le donne eseguono la valutazione ginecologica Circolarità attività coordinamento Front office telefonico

18 Screening citologico Terzo livello
Le donne con diagnosi di displasia moderata o grave vengono inviate a trattamento chirurgico Le donne accedono alle U.O. di Ginecologia dei due Presidi Ospedalieri Dopo il trattamento le donne rientrano nel programma di screening per i follow up

19 Screening Citologico Estensione dal 2001 ad oggi

20 Inserire fonte

21 Screening citologico Adesione corretta
60% obiettivo regionale Dati PASSI Nella ASL 15, tra le donne intervistate di anni, il 30.0% ha eseguito il test di screening all’interno di un programma organizzato, mentre il 56.9% l’ha eseguito come prevenzione individuale. Tra i tre programmi di screening, questo è quello in cui più rilevanti possono essere le disuguaglianze rispetto alla partecipazione all’invito: basso titolo di studio e difficoltà economiche condizionano infatti la copertura al test, come pure la cittadinanza straniera; una particolare attenzione va posta nel mantenere le iniziative specifiche per favorire l’adesione nei diversi gruppi etnici.

22 Perché le donne non hanno aderito allo screening citologico
Nella ASL 15 il 9.8% delle donne di anni non è risultata coperta per quanto riguarda la diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero in quanto o non ha mai eseguito un test di screening (4.4%) o l’ha eseguito da oltre tre anni (5.4%). La mancata esecuzione del test sembra associata ad una molteplicità di fattori, tra cui una non corretta percezione del rischio sembra giocare il ruolo principale: il 35.2% ritiene infatti di non averne bisogno. E’ necessario dunque di misure per aumentare l’accessibilità al test e di campagne promozionali.

23 Screening mammografico
La popolazione target dell’Ulss 15 “Alta Padovana” è di donne Destinatari: donne residenti con età compresa tra anni Periodicità: intervallo biennale (round) donne/anno Attivazione: anno 2000

24 Screening Mammografico Primo livello
La segreteria organizzativa invia alle utenti le lettere di invito con appuntamento prefissato e depliant informativo e garantisce un front office telefonico Le mammografie vengono eseguite nel corso di sedute dedicate dal lunedì al sabato presso le due U.U.O.O. di Radiologia dell’ULSS15 Le mammografie vengono inviate al Centro di lettura di Padova (Dipartimento di Radiologia ULSS 16 di PD)

25 Screening Mammografico Primo livello diagnostico

26 Screening Mammografico Secondo livello diagnostico

27 Screening Mammografico Estensione
Problemi con il centro di lettura di Firenze: due mesi di stop

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29 Screening Mammografico Adesione corretta
80% obiettivo regionale Obiettivo regionale =80%

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31 Screening Colorettale
La popolazione target dell’Ulss 15 “Alta Padovana” è di persone Destinatari: uomini e donne residenti con età compresa tra anni Periodicità: intervallo biennale (round) persone/anno Attivazione: anno 2005

32 Screening Colorettale
Test utilizzato Test di Ricerca del sangue occulto nelle feci (SOF) SOF biennale (round) alle persone con esame negativo

33 consegna campione per SOF analisi campione ricerca SOF
Screening Colorettale Primo livello lettera invito con etichetta ritiro KIT per SOF consegna campione per SOF analisi campione ricerca SOF NO c.c.screening farmacie punti prelievo U.O. laboratorio

34 Screening Colorettale
Punti di raccolta SOF due sedi ospedaliere: Cittadella Camposampiero sei sedi distrettuali: San Martino di Lupari Carmignano di Brenta Piazzola sul Brenta Vigodarzere Vigonza Trebaseleghe

35 Screening Colorettale
esito SOF

36 Screening colorettale secondo livello
Telefonata all’utente e proposta di colonscopia Esecuzione della colonscopia Refertazione prelievi Istologici invio agli utenti i referti degli accertamenti effettuati NO C.C.Screening U.O. Gastroenterologia Anatomia Patologica C.C.Screening

37 Screening colorettale esito colonscopia

38 Screening Colorettale Estensione

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40 Screening Colorettale Adesione corretta
65% obiettivo regionale Obiettivo regionale =65%

41 Le principali motivazioni addotte da chi non ha mai effettuato un esame del sangue occulto nelle feci sono il pensare di non averne bisogno (32.1%) e il fatto di non aver ricevuto consigli in merito. Tali motivi possono riflettere la mancanza di conoscenze sulla diagnosi precoce, la sottovalutazione del rischio di cancro colorettale e infine un’insufficiente opera di orientamento da parte degli operatori sanitari.

42 Screening colorettale
Dati attività anno 2012 % aderenti % positivi al SOF maschi 62,1 5,1 femmine 67,8 3,7

43 Screening oncologici Dati attività anno 2012
n. Inviti Esami eseguiti Approfondimenti eseguiti Lesioni diagnosticate Screening citologico 19.589 11.130 HPV test 951 colposcopie e/o biopsie 74 CIN2/CIN3 Screening mammografico 13.373 9.750 mammografie 721 ecografie 41 carcinomi Screening colorettale 24.832 16.123 S.O.F. 958 colonscopie 35 Adenocarc. 280 Adenomi A.R.

44 Il personale del Centro Coordinamento Screening

45 Il personale del Centro Coordinamento Screening
Patrizia brugnaro, marisa campagnolo, susanna callegaro, artuso lina, renata maso, manuela luison


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