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Il ruolo della Chiesa durante la Guerra Fredda

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Presentazione sul tema: "Il ruolo della Chiesa durante la Guerra Fredda"— Transcript della presentazione:

1 Il ruolo della Chiesa durante la Guerra Fredda
ITIS “F. Severi” – Ins. Lorenzo Masiero

2 Indice Cronologia 1945-1991 Introduzione La corsa agli armamenti
Le ideologie contrapposte Il muro di Berlino e la crisi cubana Verso una coesistenza competitiva

3 Cronologia La conferenza di Yalta e la conferenza di Potsdam vedono le tre maggiori potenze (Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna) gettare le basi per il nuovo equilibrio politico e territoriale. In un discorso alle Camere in seduta congiunta, l'allora Presidente USA Harry Truman si propone di combattere l'espansionismo sovietico offrendo aiuto agli stati minacciati, primi fra tutti Grecia e Turchia. Il Segretario di Stato George Marshall elabora un piano di aiuti all'Europa occidentale per finanziare la ricostruzione post-bellica. Stalin blocca gli accessi a Berlino Ovest interrompendo ogni via di comunicazione stradale, fluviale e ferroviaria. Il blocco sarà revocato dopo undici mesi durante i quali un ininterrotto ponte aereo di rifornimenti fornisce viveri, medicinali e altri beni di prima necessità a due milioni di berlinesi. A Washington viene firmato il trattato di collaborazione della difesa comunemente conosciuto come Patto Atlantico. Nello stesso anno partono i primi esperimenti atomici sovietici. A seguito dell'invasione della Corea del Sud da parte dell'esercito nordcoreano, si apre la guerra di Corea che terrà l'intero pianeta col fiato sospeso per tre anni. Attraverso un documento passato alla storia come Stalin-noten, Stalin offre alla Germania la possibilità di riunificarsi, a patto che non si schieri con le potenze occidentali e rimanga neutrale. Le potenze occidentali appoggiano il governo tedesco rifiutando questo accordo.

4 La Germania Federale entra nella NATO e si dota di un proprio esercito nazionale. A Varsavia sotto la guida di Nikita Khruščёv i Paesi dell'Est stipulano un patto di difesa reciproca. In Ungheria una insurrezione popolare viene repressa dall'Armata Rossa che invade il paese. Nello stesso periodo in Egitto il Canale di Suez viene occupato dalle truppe francesi, britanniche e israeliane. la crisi minaccia di estendersi quando l'URSS dichiara di voler intervenire al fianco dell'Egitto e termina con il ritiro delle forze d'invasione su pressioni degli Stati Uniti. Attorno ai confini di Berlino Ovest inizia la costruzione del Muro. Il mondo è di nuovo con il fiato sospeso per la crisi dei missili di Cuba. USA, Gran Bretagna e URSS concordano una sospensione dei test nucleari terrestri e subacquei. La prima forza combattente americana (3500 marines) sbarca nel Vietnam del Sud. Il conflitto durerà circa dieci anni. L'invasione dei carri armati sovietici in Cecoslovacchia mette fine alla Primavera di Praga. Inizia una serie decennale di incontri USA-URSS, durante i quali vengono siglati numerosi accordi bilaterali per il controllo degli armamenti, ma la corsa al riarmo continua.

5 La Ostpolitik del cancelliere Willy Brandt comincia a dare frutti: Germania Occidentale e URSS firmano il primo di una serie di accordi che portano a una distensione dei rapporti fra Est e Ovest. L'Unione Sovietica invade l'Afghanistan intervenendo militarmente contro il governo di Hafizullah Amin, considerato amico degli americani. A seguito dell'invasione in Afghanistan, gli USA annunciano un embargo e boicottano i giochi olimpici di Mosca. Il nuovo Segretario del PCUS Michail Sergeevič Gorbačëv, nel corso del 28° congresso del partito, lancia la sua politica di riforme basata sulla glasnost. In ottobre incontra Reagan a Reykjavík per discutere sulla eliminazione delle armi nucleari a raggio intermedio installate in Europa. Il Trattato INF tra Reagan e Gorbačëv mette fine all'installazione degli Euromissili. La caduta del Muro di Berlino mette fine alla divisione della città: si gettano le basi per la riunificazione delle due Germanie, che avverrà l'anno dopo. Inoltre cadono i regimi comunisti di Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania, che così diventano Stati democratici. Decaduto il Patto di Varsavia, i presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia firmano a Belavezha la dissoluzione dello Stato Sovietico. Il 25 dicembre Gorbačëv rassegna le sue dimissioni da Capo dello Stato, e il giorno successivo l'Unione Sovietica viene dichiarata ufficialmente sciolta dal suo stesso parlamento, il Soviet Supremo.

6 Introduzione La Guerra Fredda è un conflitto che a partire dalla seconda metà del 1945 vide come protagonisti gli Stati Uniti d'America e l'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, paesi usciti dalla seconda guerra mondiale come le due uniche superpotenze. Senza mai sfociare in uno scontro effettivo combattuto con le armi, grazie al potere deterrente del vastissimo arsenale nucleare posseduto da entrambe le nazioni contrapposte, il conflitto si risolse in uno stato di continua tensione politico-economica e diplomatica tra gli stati che costituivano i blocchi formatisi attorno a USA e URSS, nonché in una serie di guerre locali combattute soprattutto nel Terzo Mondo. La durezza del confronto tra i due giganti ebbe origine in primo luogo nell'inconciliabilità delle ideologie poste alla base del sistema statunitense e di quello sovietico (capitalista l'uno, comunista l'altro), che ispiravano quindi interessi geopolitici opposti. Il carattere di bipolarità prodottosi nello scenario mondiale semplificò d'altra parte il quadro internazionale, congelando molte delle dinamiche di scontro che avevano caratterizzato il precedente sistema, dominato da più potenze, con l'esito paradossale di garantire il più lungo periodo di pace nella storia dell'Europa contemporanea.

7 La corsa agli armamenti
Nel conflitto strategico tra Stati Uniti e Unione Sovietica uno degli elementi principali fu la supremazia tecnologica come l'invenzione di armi d'inaudita potenza o il progresso in campo spaziale. La guerra fredda si concretizzò di fatto nelle preoccupazioni riguardanti le armi nucleari; da entrambe le parti veniva l'auspicio che la loro semplice esistenza fosse un deterrente sufficiente a impedire la guerra vera e propria. In effetti non era da escludere che la guerra nucleare globale potesse scaturire da conflitti su piccola scala, e ognuno di questi aumentava le preoccupazioni che ciò potesse verificarsi. Questa tensione influì significativamente non solo sulle relazioni internazionali, ma anche sulla vita delle persone in tutto il mondo. Durante tutta la guerra fredda gli arsenali nucleari delle due superpotenze vennero costantemente aggiornati ed ingranditi fino ad arrivare agli ultimi anni del conflitto, nei quali vennero negoziati una serie di accordi, denominati accordi START, che portarono a sostanziali riduzioni del numero di ordigni. Ma la contrapposizione tra una corsa al riarmo apparentemente irrefrenabile e continui tentativi di controllo degli armamenti negoziati tra USA ed URSS o nell'ambito dell'ONU fu costante. Furono necessarie molte attenzioni e una buona dose di diplomazia per sedare sul nascere alcuni conflitti armati, al fine di prevenire una "guerra calda" che avrebbe rischiato di estendersi e intensificarsi.

8 Le ideologie contrapposte
Il conflitto di posizioni, interessi contrapposti, propaganda e azioni di disturbo che si era venuto a creare aveva principalmente radici nelle rispettive ideologie politiche, economiche, filosofiche, sociali e culturali. Vi furono aggressive guerre di propaganda tra i blocchi USA e URSS: l'Est criticava l'Ovest in quanto promotore del capitalismo borghese e dell'imperialismo, che marginalizzano i lavoratori, mentre l'Ovest criticava l'Est definendolo "impero del male", incarnazione di un totalitarismo antidemocratico sotto forma di dittatura comunista. La guerra fredda si protrasse dalla fine della seconda guerra mondiale, fino al collasso dell'Unione Sovietica, nei primi anni novanta. Solo in alcune occasioni la tensione tra i due schieramenti prese la forma di conflitti armati, come la guerra di Corea, le guerre in Africa, la Guerra del Vietnam, l'invasione sovietica dell'Afghanistan e gli scontri in centro America. Gran parte della guerra fredda si svolse invece attraverso conflitti indiretti, contro "nazioni surrogate"; in tali conflitti, le potenze maggiori operavano in buona parte armando o sovvenzionando i surrogati. Altri conflitti erano ancor più sotterranei, perpetrati attraverso atti di spionaggio, con spie e traditori che lavoravano sotto copertura da entrambe le parti; in molti casi l'attività comportava reiterate uccisioni di individui delle rispettive squadre perpetrate dai vari servizi segreti. La guerra tra agenti, nello spionaggio mutuo di obiettivi civili e militari potrebbe aver causato la maggior parte delle vittime della guerra fredda.

9 Gli agenti venivano inviati sia dall'Est che dall'Ovest, e le spie venivano anche reclutate sul posto o costrette al servizio. Quando scoperte, venivano uccise immediatamente o scambiate con altri agenti. Gli aerei spia e altri apparecchi di ricognizione venivano parimenti abbattuti al momento dell'individuazione. Tali aspetti della guerra fredda, debolmente percepiti anche dai media, hanno avuto scarso impatto sull'opinione pubblica delle rispettive potenze. Va notato che URSS e USA non ruppero mai le relazioni diplomatiche nel corso della guerra fredda e che anzi queste furono intense e quasi mai apertamente conflittuali. Ad esempio il 30 agosto 1963 entrò in funzione la 'linea rossa', ovvero il primo collegamento telefonico tra Mosca e Washington. Punto caldo del conflitto in ambito europeo fu la Germania, ed in particolare Berlino. Uno dei simboli più vividi della guerra fredda fu proprio il Muro di Berlino, che separava Berlino Ovest (controllata dalla Germania Ovest, assieme agli alleati di Francia, Regno Unito e Stati Uniti) dalla Germania Est, che la circondava completamente.

10 Il muro di Berlino e la crisi cubana
Una nuova fase di tensione riprese sul finire degli anni Cinquanta a causa della costruzione, da parte di entrambi gli schieramenti, di missili balistici atomici intercontinentali: il muro di Berlino, eretto nel 1961, divenne il simbolo della Guerra Fredda. Nel 1962 sembrò essere imminente una guerra nucleare, quando l'URSS installò a Cuba, sua alleata, alcuni missili in grado di raggiungere il territorio statunitense; di fronte al blocco navale dell'isola ordinato dal presidente Kennedy, Mosca smantellò le basi missilistiche sull'isola (vedi Crisi cubana dei missili).

11 Verso una coesistenza competitiva
L'esito della crisi cubana dimostrò la possibilità di passare da uno scontro frontale, teso all'eliminazione dell'avversario, a una 'coesistenza competitiva' tra le due superpotenze, le quali d'altra parte stavano assistendo a un progressivo ridimensionamento della rispettiva egemonia: Mosca dovette subire la rottura dell'alleanza con la Cina di Mao e affrontare la rivolta della Cecoslovacchia, chiaro segno del malessere presente oltrecortina; dal canto loro gli Stati Uniti conobbero una pesante sconfitta nella guerra del Vietnam. Con l'avvento degli anni Settanta veniva così inaugurata la politica della distensione, con i colloqui SALT (Negoziati per la limitazione degli armamenti strategici) intesi sia a rallentare l'ormai costosissima corsa al riarmo, introducendo forme di controllo degli armamenti, sia ad arginare il pericolo di guerre nel Terzo Mondo.

12 Pacem in Terris La Pacem in Terris è l'ultima enciclica pubblicata da papa Giovanni XXIII l'11 aprile 1963, quando il Pontefice era già gravemente segnato dai sintomi della malattia - un cancro allo stomaco - che l'avrebbe portato meno di due mesi dopo alla morte. Il pontefice si rivolge a tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti, perché la Chiesa deve guardare ad un mondo senza confini e senza "blocchi", e non appartiene né all' Occidente né all' Oriente. Cerchino, tutte le nazioni, tutte le comunità politiche, il dialogo, il negoziato. Bisogna ricercare ciò che unisce, tralasciando ciò che divide. Dunque, in un mondo dominato dalla Guerra Fredda e diviso tra capitalismo e socialismo il papa ha levato la sua voce per richiamare il fondamentale valore della pace.

13 Fu importante, l’Enciclica, perché propose al mondo l’ideale della pace, fino ad allora strumentalizzato dai vertici comunisti, ma guardata con fastidio da quelli occidentali a cui imponeva un progressivo disarmo. Per di più presentava la pace nella sua visuale complessiva, che include valori o – come dice – poggia su quattro pilastri, che sono la verità, la giustizia, la libertà, l’amore. In realtà la verità, prima ancora che la verità speculativa è la verità dell’uomo, il valore di ogni persona umana in quanto essere umano. Tutte le guerre partono dalla svalutazione dell’altro, del nemico, del diverso, che ci si sente autorizzati a trattare come un essere di serie inferiore se non addirittura come se non fosse un essere umano: di qui gli stermini, le torture, le umiliazioni.

14 Questa discriminazione tra le persone si estende ai popoli: quelli che si sentono superiori per sviluppo tecnologico, economico, quindi militare e politico, organizzano il mondo, ormai globalizzato, secondo i propri interessi; sapranno presentarsi come i benefattori dell’umanità, ma nel concreto ne sono gli sfruttatori. È così che le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, con il loro influsso ricattatorio e i loro “veti”, hanno praticamente annullato la forza e il prestigio dell’ONU, esaltando la NATO diventata “difesa dei loro interessi”, condizionando l’economia mondiale con il movimento delle loro Borse e con istituzioni (Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale) che strangolano i Paesi dipendenti e ne impediscono lo sviluppo, e regolando il commercio mondiale con norme ispirate al libero mercato, subito però modificate quando toccano i loro interessi. Del resto basti vedere cosa le nostre nazioni “civili” hanno fatto in America Latina e in Africa, come le nostre “democrazie” si siano affermate sfruttando le colonie politiche ed economiche, e come ancor oggi la giustizia sia sempre condizionata agli interessi dei potenti, nelle singole nazioni e nel mondo.

15 Il muro di Berlino Eretto dal regime comunista della Germania Est, era una barriera in cemento alta circa tre metri e mezzo che separava Berlino Ovest da Berlino Est e dal resto della Repubblica Democratica Tedesca. Il muro ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni, dalla sua costruzione fino al suo smantellamento, ed era considerato un simbolo della Cortina di ferro. Il suo smantellamento avvenne il 9 novembre 1989, a causa della sua inutilità, dopo lo smantellamento (avvenuto il 23 agosto 1989) della Cortina di Ferro da parte dell'Ungheria e del successivo esodo di tedeschi dalla DDR (a partire dall'11 settembre dello stesso anno).

16 La crisi dei missili di Cuba
La crisi dei missili di Cuba fu un conflitto tra USA e URSS circa lo spiegamento sovietico di missili nucleari a Cuba. La crisi iniziò il 15 ottobre 1962 e durò tredici giorni. Dopo la vittoria di Castro nella rivoluzione cubana, gli Stati Uniti erano desiderosi di soffocare sul nascere il nuovo regime, con il quale, già dal 1961, l'allora presidente Eisenhower aveva interrotto i rapporti diplomatici. Il suo successore, John Fitzgerald Kennedy, approvò un piano di invasione dell'isola definito dal precedente governo addestrando e appoggiando gli esuli cubani, che sbarcarono nella baia dei Porci. L'operazione fallì e Cuba, vistasi minacciata, chiese e ottenne da Mosca l'installazione di batterie di missili nucleari sul proprio territorio. Quando gli aerei spia americani li scoprirono, Kennedy ordinò il blocco navale dell'isola. Durante tutta la Guerra Fredda mai si ebbe un così alto rischio di degenerazione della crisi in conflitto armato: dopo giorni di tensione, Chruščëv, vista la fermezza di Washington, ordinò il ritiro dei missili in cambio della promessa dell'indipendenza dell'isola dagli Stati Uniti. In realtà gli Stati Uniti dovettero promettere di smantellare le loro basi missilistiche in Turchia, cosa che fecero 6 mesi più tardi ufficialmente perché vecchie e inutili. L'Avana fu considerata da quel momento un nuovo satellite dell'URSS, il più vicino al territorio statunitense.

17 Conferenza di Yalta La conferenza di Yalta è il nome di un vertice tenutosi presso Livadiya, in Crimea, durante la seconda guerra mondiale nel quale i capi politici di tre paesi presero alcune decisioni importanti su come proseguire il conflitto, sull'assetto futuro della Polonia e sulla nuova Società delle Nazioni. I tre protagonisti furono Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchill e Stalin, capi dei governi degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell'Unione Sovietica. Non venne invitato il leader francese Charles de Gaulle. L'incontro si tenne in Crimea, nella vecchia residenza estiva di Nicola II a Yalta, fra il 4 e l'11 febbraio 1945, pochi mesi prima della sconfitta della Germania nazista nel conflitto mondiale. Esso fu il secondo ed il più importante di una serie di tre incontri fra i massimi rappresentanti delle grandi potenze alleate, iniziati con la Conferenza di Casablanca (14-24 gennaio 1943) e conclusisi con la Conferenza di Potsdam (17 luglio-2 agosto 1945).

18 Nel dettaglio, gli accordi ufficialmente raggiunti a Yalta includono:
una dichiarazione in cui si affermava che l'Europa era libera e che invitava allo svolgimento di elezioni democratiche in tutti i territori liberati dal giogo nazista, la proposta di una conferenza (da tenere nell'aprile 1945 a San Francisco) in cui discutere l'istituzione di una nuova organizzazione mondiale, le Nazioni Unite (ONU); in particolare a Jalta si considerò l'istituzione del Consiglio di Sicurezza. lo smembramento, il disarmo e la smilitarizzazione della Germania, visti come "prerequisiti per la pace futura"; lo smembramento (che prevedeva che USA, URSS, Regno Unito e Francia gestissero ciascuno una zona di occupazione) doveva essere provvisorio, ma si risolse nella divisione della Germania fra Est ed Ovest che finì solo nel 1989 furono fissate delle riparazioni dovute dalla Germania, nella misura di 22 miliardi di dollari. in Polonia si sarebbe dovuto insediare un "governo democratico provvisorio" che avrebbe dovuto condurre il paese a libere elezioni nel più breve tempo possibile. riguardo alla Jugoslavia, fu approvato l'accordo fra Tito e Subasic (capo del governo monarchico in esilio) che prevedeva la fusione fra il governo comunista e quello in esilio.

19 Inoltre in Romania e Bulgaria furono installate delle
i sovietici avrebbero dichiarato guerra al Giappone entro tre mesi dalla sconfitta della Germania; in cambio avrebbero ricevuto la metà meridionale dell'isola di Sakhalin, le isole Kurili e avrebbero visti riconosciuti i loro "interessi" nei porti cinesi di Port Arthur e Dalian. tutti i prigionieri di guerra sovietici sarebbero stati rimandati in URSS, indipendentemente dalla loro volontà. Inoltre in Romania e Bulgaria furono installate delle commissioni alleate per governare tali Paesi, appena sconfitti. A Jalta il Regno Unito e gli USA denunciarono l'insorgervi di regimi comunisti; Stalin però negò e Churchill e Roosevelt non poterono fare altro che prenderne atto. Nella relazione finale viene inserito l'impegno a garantire che tutti i popoli scelgano i propri governanti, impegno palesemente disatteso nei decenni successivi.

20 Patto di Varsavia Il Patto di Varsavia fu un'alleanza militare tra i paesi del Blocco Sovietico intesa a organizzarsi contro l'avversaria Alleanza Atlantica NATO, fondata nel Il trattato fu elaborato da Nikita Khruščёv nel 1955 e sottoscritto a Varsavia il 14 maggio dello stesso anno. I membri dell'alleanza promettevano di difendersi l'un l'altro in caso di aggressione. Il patto giunse a termine il 31 marzo 1991 e fu ufficialmente sciolto durante un incontro tenutosi a Praga il 1º luglio successivo.

21 Conferenza di Potsdam La Conferenza di Potsdam è il nome dato all'ultimo dei vertici interalleati tenutosi dal 17 luglio al 2 agosto Nel corso dell'incontro i leader delle potenze vincitrici della seconda guerra mondiale discussero e raggiunsero accordi sulla gestione dell'immediato dopoguerra. Le decisioni prese nel corso della conferenza di Potsdam dettero luogo alla Dichiarazione di Potsdam. Furono stabiliti i confini tra Polonia e Germania sulla linea Oder-Neisse e fu deciso che tutta la popolazione tedesca presente nel territorio polacco, cecoslovacco e ungherese doveva essere reimpatriata in Germania. La Germania fu suddivisa in quattro zone di occupazione amministrate dalle potenze vincitrici. Non vi fu accordo sull'ammontare dei risarcimenti, mentre le potenze occidentali perseguivano una linea più morbida Stalin insistette per dei risarcimenti molto elevati. Per questo motivo fu deciso che all'interno della propria zona di occupazione ogni potenza avrebbe gestito entità e tipologia di risarcimento in modo autonomo. Harry S. Truman lanciò un ultimatum al Giappone che se non si fosse arreso non avrebbe evitato una "immediata e completa distruzione".

22 Il piano Marshall Il Piano Marshall fu uno dei piani statunitensi per la ricostruzione dell'Europa dopo la Seconda guerra mondiale. Il discorso con cui l’allora segretario di Stato statunitense George Marshall annunciò al mondo, nel giugno 1947, la decisione degli Stati Uniti di avviare l’elaborazione e l’attuazione di un piano di aiuti economico-finanziari per l’Europa, che fu senza dubbio uno dei momenti più alti della storia della politica internazionale nell’immediato secondo dopoguerra. Marshall affermò, in quell’occasione, che l’Europa avrebbe avuto bisogno, almeno per altri 3-4 anni, di ingenti aiuti da parte statunitense e che, senza di essi, la gran parte del Continente avrebbe conosciuto un gravissimo deterioramento delle condizioni politiche, economiche e sociali. Pur rimanendo sul vago, relativamente a quelli che avrebbero dovuto essere i caratteri del Piano, in primo luogo perché se ne volevano predisporre i termini con gli europei, il segretario di Stato si augurò che da esso sarebbe potuta scaturire non solo una nuova e più proficua epoca nella collaborazione tra le due sponde dell’Atlantico, ma anche una prima realizzazione di quei progetti europeisti fino ad allora caratterizzati da un certa vaghezza utopistica.


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