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La fotografia: immagine o oggetto?

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Presentazione sul tema: "La fotografia: immagine o oggetto?"— Transcript della presentazione:

1 Storia delle tecniche fotografiche ed elementi per il loro riconoscimento dal 1839 ad oggi

2 La fotografia: immagine o oggetto?
Schematicamente la fotografia è costituita da: supporto; strato di legante e emulsione tra il supporto e l’immagine; immagine chimica finale. 55

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4 Analisi e strumenti per l’identificazione delle tecniche fotografiche
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5 Metodi e strumenti d’indagine
Esame visuale della fotografia (grado di incidenza dell’illuminazione, 45° o 180° sulla superficie); esame visuale attraverso strumenti ottici (lente d’ingrandimento, microscopio, ecc. almeno 30 x); esame stratigrafico; esame chimico (per esperti). 59

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7 La fotografia: il supporto
Il supporto può essere di varia natura: carta; metallo (rame, ferro, ecc.); vetro; pellicola flessibile (nitrato di cellulosa, acetato di cellulosa, diacetato di cellulosa, triacetato di cellulosa, poliestere, ecc.) ecc. 56

8 Fotografia a toni continui e a mezzitoni
Immagine a tono continuo; struttura della carta: 1 strato:carta salata, cianotipo, platinotipo; 2 strati: albumina, procedimento al carbone; 3 strati: gelatina ad annerimento diretto, collodio ad annerimento diretto, gelatina sviluppo chimico Immagine ottenuta con un retino; struttura della carta: 1 o più strati; caratteristiche della superficie: lucida od opaca. Processi: mezzitoni; fotoincisione; collotipo; ecc. 57

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11 La fotografia: legante. 1
Lo strato di legante tra il supporto e l’immagine ha diverse funzioni, la più importante è quella di rendere più sensibile alla azione della luce i sali di metallo in esso disciolto per migliorare la qualità dell’immagine. Sono stati utilizzati: albumina (dal 1855 al 1895); collodio (dal 1851 al 1880); gelatina (dal 1871 ad oggi) (emulsione); gomma arabica (dal 1930 ad oggi); ecc. 60

12 La fotografia: legante e emulsione. 2
Nel legante sono disciolti i sali di un metallo sensibile alla luce; l’associazione del tipo di un legante con un metallo, a volte combinato con il supporto, determina il procedimento fotografico; i sali di metallo sensibili all’azione della luce sono: argento; platino; ferro. Vi sono procedimenti, invece, che impiegano: pigmenti (minerali: carbone, terre colorate, ecc.) coloranti organici (anilina, ecc.). 61

13 Legante e emulsione Legante: sostanza trasparente che trattiene in sospensione le particelle che formano l’immagine, “legando” l’immagine al supporto; Emulsione: gelatina, stesa sulla pellicola o sulla carta fotografica, in cui sono disciolti fini sali d’argento sensibili all’azione della luce.

14 Emulsione L’emulsione è costituita da uno strato sensibile alla luce che ricopre le lastre, le carte fotografiche e le pellicole; sostanze particolarmente sensibili alla luce: cloruro, bromuro e ioduro d’argento= alogenuri dell’argento AgN03+ KCl= AgCl+ KN03 (nitrato d’argento + cloruro di potassio =cloruro d’argento+nitrato di potassio) gli alogenuri d’ag. con l’addizione della gelatina aumentano notevolmente la loro sensibilità alla luce; la quantità di uno di questi elementi composti rispetto agli altri determina la qualità dell’emulsione e le caratteristiche di una pellicola o di una carta

15 Emulsione: annerimento diretto Silver Printig-out Paper (P.O.P.)
Formula base: AgN03+ KCl= AgCl+ KN03 (nitrato d’argento + cloruro di potassio =cloruro d’argento+nitrato di potassio) la diversa quantità di nitrato d’argento e cloruro di potassio presente determinano due tipi di emulsione completamente diverse: se la quantità di nitrato d’argento è maggiore si otterrà una emulsione ad annerimento diretto; esposta direttamente alla fonte luminosa, infatti, forma l’immagine e non ha bisogno di un’agente di sviluppo; l’immagine assume un tono bruno rossiccio

16 Annerimento diretto

17 Emulsione: a sviluppo Silver Developing-Out Paper (D.O.P.)
Se la quantità di cloruro di potassio è superiore si otterrà una emulsione più complessa che necessità di sviluppo per rivelare l’immagine; esistono differenze sensibili tra le varie emulsioni a sviluppo, le quali dipendono dal particolare alogenuro d’argento impiegato

18 A sviluppo

19 Tipi di emulsione

20 Positivi fotografici Annerimento diretto A sviluppo
La luce modifica la struttura molecolare dei sali di metallo producendo direttamente l’immagine senza l’utilizzo di sviluppo chimico; carta salata (argento); albumina (argento); cianotipo (ferro); platinotipo (platino); stampe al collodio-cloruro e alla gelatina collodio-cloruro (argento). A sviluppo La struttura molecolare dell’argento è a filamenti e ha necessità di agente chimico per sviluppare l’immagine latente; gelatina al cloro-bromuro d’argento; gelatina al bromuro d’argento. 77

21 Schema dei processi fotografici
Annerimento diretto formazione dell’immagine visibile per l’esposizione prolungata alla luce solare; lavaggio per rimuovere l’eccesso di nitrato d’argento; viraggio (oro, selenio, ecc.); fissaggio; lavaggio; asciugatura A sviluppo breve esposizione alla luce per la formazione dell’immagine “latente”; sviluppo chimico; arresto dell’azione di sviluppo con una soluzione chimica; fissaggio; lavaggio finale; asciugatura

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23 Procedimenti metallici e non metallici
Composti metallici sensibili alla luce: argento; platino; ferro. Composti non metallici: pigmenti minerali (carbone e terre) che associati a sostanze organiche (gelatina e gomma) in presenza di bicromato si rendono insolubili dopo l’esposizione alla luce.

24 Dagherrotipo Inventato da Louis-Jacques-Mandè Daguerre nel
1837, scoperta annunciata nel 1839, fu utilizzato sino al 1865. Caratteristiche: supporto in lastra di rame argentata; esposta ai vapori di mercurio che si combinano con l’argento predisponendola per l’esposizione nella camera ottica. Una volta impressionata veniva trattata con vapori di mercurio combinandosi con lo ioduro d’argento formatosi sulla lastra; fissaggio: in cloruro di sodio: Immagine a specchio (positivo e negativo); copia unica; formati: lastra intera (21,5x16,5) al 1/16 di lastra confezionato in cofanetti, cornici in legno, ecc. colorazione manuale 65

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27 Passe-partout Generalmente in ottone, superficie opacizzata e lavorata; forme:ottagonale ed ellittica dal ca. ovale: dal 1845 ca. altre forme più raffinate e complesse dal 1850 ca. al 1860 ca.

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29 Custodie Dal 1839 al 1860 ca.: cuoio in Inghilterra e USA;
dal 1840 ca. in poi cornici in legno sagomate; dal 1850 in poi diverse manifatture fabbricarono astucci e cornici per dagherrotipi e ambrotipi; dal 1845 ca. impreziositi da motivi floreali e arricchiti con velluti e decori in oro

30 Marchio di fabbrica Il numero denota la qualità della lastra dagherrotipica: 40 indica 1/40 dello spessore della lastra di rame è composto da una sottilissima lamina d’argento e 39/40 di rame

31 Montaggio

32 Formati delle lastre Lastra intera (full plate) 215x165 mm
Mezza lastra intera(full / half plate) 180x140 mm Mezza lastra (half-plate) 160x120 mm Quarto di mezza lastra (quarter /half plate) 130x100 mm Quarto di lastra (quarter-plate) 105x80 mm Sesto di lastra (sixth-plate) 80x70 mm Nono di lastra (ninth-plate) 70x55 mm

33 Ambrotipo Procedimento messo a punto nel 1854 da J.A.Cutting, basandosi sull’ invenzione di Frederick Scott Archer del collodio umido (1851), fu utilizzato sino al 1865 ca. Caratteristiche: immagine negativa ottenuta con il collodio in cui veniva disciolto nitrato d’argento. Il collodio, sbiancato con cloruro di mercurio, permetteva di vedere l’immagine negativa anche in positivo se la lastra veniva posta su un panno nero o verniciata, sul verso, di nero; azione chimica: acido pirogallico; supporto: vetro; copia unica confezione in cofanetto di guttaperca, cornice, gioielli, ecc. 66

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35 Ferrotipo Inventato dal fotografo francese A.Martin nel 1853 e perfezionato da H.Smith nel 1856 fu utilizzato sino al 1880ca. Caratteristiche: immagine negativa ottenuta con nitrato d’argento disciolto nel collodio; azione chimica: acido pirogallico; supporto: sottile lastra in ferro laccata di nero; copia unica; confezione: astucci, cornici, album, bottoni, ecc. 67

36 Ferrotipo

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39 Calotipo e carta salata
Inventato da William Henry Fox Talbot nel 1841 fu utilizzato sino al Primi esperimenti condotti nel 1833. Caratteristiche: positivo ottenuto sensibilizzando un foglio di carta imbibita in un bagno di cloruro di sodio e sensibilizzata con nitrato d’argento. La combinazione dava origine al cloruro d’argento sensibile alla luce; azione chimica o sviluppo, fissaggio, viraggio. Immagine bruno-rossastra; supporto: carta; dal positivo si ottiene il negativo e da questo un numero illimitato di copie positive; struttura: 1 strato. 68

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45 Calotipo cerato Inventato da L.-D. Blanquart-Evrard nel 1844 e perfezionato da Gustave Le Gray nel 1851 e utilizzato sino al 1860 ca. permetteva di avere maggiore ricchezza di dettagli e una più ampia gamma di toni; caratteristiche: nitrato d’argento su carta salata; azione chimica o sviluppo: acido pirogallico; supporto: carta cerata. 71

46 Cianotipo Procedimento inventato da J.Herschel nel 1842.
Utilizza sali di ferro sensibili alla luce. Caratteristiche: l’immagine fotografica è di colore blu per la tipica colorazione che assumono i sali di ferro; supporto: carta; struttura: 1 strato. 75

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48 Negativo al collodio umido
Inventato da Frederick Scott Archer nel 1851 fu utilizzato sino al 1860 ca. Caratteristiche: veniva utilizzato il collodio umido trattati con ioduro o bromuro di potassio e combinato con una soluzione di nitrato d’argento; veniva esposto il negativo ancora umido per non far perdere la sensibilità all’emulsione; sviluppo: acido pirogallico; supporto: vetro; dal negativo: stampe positive all’albumina. 70

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51 Albumina La carta all’albumina fu inventata da L.-D. Blanquart-Evrard nel 1850 e fu utilizzata sino al 1910 ca.. Caratteristiche: foglio di carta sensibilizzato con un legante formato dal bianco dell’uovo (albume) in cui veniva disciolto cloruro di sodio; in seguito la carta veniva sensibilizzata con nitrato d’argeto per ottenere positivi da negativi al collodio umido; azione chimica: acido pirogallico, fissaggio e viraggio; suporto: carta; struttura: 2 strati. 69

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55 Formati Mignonette 60x35 mm Pochet 75x37 mm
Carte de visite 104x62 mm Dal 1854 Touriste 108x67 mm Dal 1854 al 1860 ca. Victoria o Margherita 126x80 mm Dal 1870 ca. Album 165x110 mm Gabinetto Americano 177x86 mm Salon o Cabinet 250x175 mm Dal 1860 ca. Boudoir 220x133 mm Dal 1870 ca. al 1900 ca. Family 290x230 mm

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59 Negativo alla gelatina
Inventato da Richard Maddox nel 1871 viene utilizzato ancor oggi in versioni differenti su supporti differenti; Caratteristiche: nella gelatina viene disciolto, in sospensione, bromuro d’argento o cloruro d’argento (emulsione); sviluppo: metolo idrochinone; supporto: vetro. 72

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61 Negativi su supporto plastico
Pellicola di nitrato di cellulosa ( circa). Sul bordo portano la dicitura: “nitrate”; pellicole di acetato di cellulosa (1934 ad oggi). Sul bordo portano la dicitura: “safety”; pellicole di poliestere (dal 1955 ad oggi); sul bordo portano la dicitura: “estar”.

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65 Platinotipo Procedimento inventato da W.Willis nel 1873 sfrutta la sensibilità dei sali di platino alla luce; Caratteristiche: rinforzo con ossalato di potassio o di ferro combinato con sali di platino formava una immagine dai toni neutri; la tonalità dell’immagine è grigio intenso tipica della colorazione dei sali di platino; supporto: carta; struttura: 1 strato. 76

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67 Carte fotografiche per ottenere positivi fotografici
Positivi al collodio cloruro (celloidina) ca. ad annerimento diretto Carte fotografiche per ottenere positivi fotografici prodotte industrialmente a partire dal 1880 e utilizzate sino al 1910 ca. da negativi alla gelatina; Annerimento diretto; Caratteristiche: la tonalità è di colore bruno rossastro e di buona definizione; supporto: carta; struttura: 3 strati 78

68 immagine: toni neutri; strati: 3
Gelatina - cloruro d’argento (aristotipo) ca. ad annerimento diretto o carte al citrato Gelatina ad annerimento diretto con emulsione al cloruro d’argento stabilizzato dalla presenza di acido citrico; supporto: carta; immagine: toni neutri; strati: 3 difficilmente distinguibile dalle celloidine il termine aristotipo venne scelto per designare entrambe.

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70 Positivi al cloruro o al cloro-bromuro d’argento
Emulsione meno sensibile e più facile da trattare, anche nella semi oscurità agevolando il lavoro degli amatori; denominate gaslight; strati: 3

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72 Positivo alla gelatina al bromuro d’argento su carta baritata a sviluppo
Prodotte industrialmente a partire dal 1874 sono tutt'oggi, modificate, utilizzate. Si affermarono, però, sul mercato soltanto nel 1886 per problemi legati alla produzione industriale della carta. Caratteristiche: tonalità molto ricca nella gamma dei grigi e dei neri grazie alla differente struttura molecolare dell’argento; Supporto: carta baritata o politenata; Struttura: 3 strati. 79

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74 Positivo alla gelatina bromuro d’argento su carta politenata
Dal 1970 sono state immesse sul mercato carte fotografiche che presentano caratteristiche assai diverse dalle carte baritate; per accelerare i tempi di trattamento (sviluppo, fissaggio e lavaggio) lo strato di barite è sostituito da uno strato di polietilene; carte in bianco e nero e a colori

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76 Tecnica fotomeccanica Collotipo
Messo a punto nel 1870 sulle esperienze di A.Poitevin ha come partenza un negativo fotografico che messo a contatto con una matrice spalmata con la gelatina bicromatata permette di ottenere stampe con inchiostro tipografico; Caratteristiche: l’immagine è formata da un reticolo visibile anche ad occhio nudo; Supporto: negativo su vetro, matrice di lastra di vetro; positivo: carta. 74

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78 Procedimento di stampa al carbone
Dal 1856 ad oggi; nel 1859 Alphonse-Louise Poitevin mise a punto il procedimento sfruttando la proprietà di alcuni bicromati alcalini, rendeva insolubili la gelatina, la gomma arabica o l’albumina a seguito dell’esposizione della luce; supporto: carta; pigmenti: carbone, terre colorate, ecc. nel 1864 J.W.Swan migliora il procedimento e commercializza le carte pronte all’uso

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80 Mezzitoni Tecnica fotomeccanica
Procedimento inventato da Stephen Horgan nel 1880 per ottenere, da una immagine negativa fotografica, un positivo a stampa tipografica. Caratteristiche: i toni non sono continui. Anche a occhio nudo è visibile il retino che distribuisce equamente l’inchiostro nelle luci alte e basse; Supporto: carta. Altissime tirature. 73

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82 Sensibilità dei procedimenti fotografici
Incisione con bitume di giudea ore Dagherrotipo minuti Talbotipo o carta salata minuti Collodio umido secondi Collodio con bromuro d’argento secondi (P.O.P.) Gelatina al bromuro d’argento /200 secondo Gelatina al bromuro d’argento /1000 secondo (D.O.P.)

83 Strumenti guida: timeline
Timeline of Photography, George Eastman House International Museum of Photography [ National Museum of Photography, Film & Television [ Processes,styles and movements in photography [ Histories of photography [ 64

84 Timeline dei maggiori procedimenti fotografici
Dagherrotipo Carta salata Albumina Collodio e gelatina ad annerimento diretto Gelatina a sviluppo Colori cromogenici 62

85 Bibliografia REILLY, J.M. (1986), Care and Identification 19th Century Photographic Prints, Kodak, Rochester, publ. G-2S;; REILLY, J.M. (1993), IPI Storage Guide for Acetate Film, Image Permanence Istitute, Rochester, NY; REILLY, J.M. (1998),Storage Guide for Color Photographic Materials, The University of The State of New York, NY SCARAMELLA, L. (1999), Fotografia. Storia e riconoscimento dei procedimenti fotografici, De Luca, Roma. BERSELLI, S.-GASPARINI,L. (2000) ,L’archivio Fotigrafico, Zanichelli, Bologna. 63

86 La conservazione

87 Gli ambienti Condizioni microclimatiche degli ambienti (magazzini, depositi temporanei, sala mostre, ecc.); I fattori ambientali, per la conservazione delle collezioni fotografiche, sono i più insidiosi oltre che da quello del loro cattivo utilizzo (handling); Umidità; Temperatura; Inquinamento atmosferico.

88 Umidità Influenza la struttura fisica e chimica dei diversi materiali che costituiscono la fotografia; sostanze di origine animale o vegetale, ad esempio, sono costituite il larga misura d’acqua (albumina, collodio, gelatina, ecc.); Ogni immagine fotografica è costituita da diversi materiali e a strati; ognuno di questi reagisce differentemente alle condizioni ambientali; danni alla struttura (es.: distacco della gelatina dal supporto, ecc.) e danni biologici (muffe, ecc.)

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90 Umidità assoluta e umidità relativa
L’umidità assoluta: quantità di grammi di vapore acqueo contenuta in un metro cubo d’aria; Umidità relativa: si esprime in % e corrisponde al rapporto tra la quantità di vapore acqueo presente in un dato volume d’aria e la quantità massima di vapore che l’acqua potrebbe contenere; UR 100%: significa che l’aria ha assorbito il massimo d’acqua e si definisce satura.

91 Umidità relativa e temperatura
La temperatura ha una diretta incidenza sull’umidità relativa; es.:10 g/m3 con alta C° è un ambiente asciutto; la stessa quantità di vapor acqueo in -C° può tradursi in un ambiente altamente umido da creare condensa; La temperatura determina la quantità di vapor acqueo che l’aria può contenere.

92 Danni causati da ambienti troppo umidi (60%)
Sviluppo di muffe; Deterioramento chimico (ossidazione dell’argento); Rigonfiamento della gelatina (igroscopica); Ingiallimento dell’albumina.

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94 Danni causati da ambienti troppo asciutti (-30%)
Deformazione e fragilità (differenza di reazione tra i materiali costituiti da diverse percentuali d’acqua e che determinano la struttura della fotografia, reagiscono differentemente alla percentuale di UR%).

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96 Inquinamento Filtraggio dell’aria: polveri (particelle solide);
gas (gas di scarico delle automobili, riscaldamento, fumi di lavorazione industriale, ecc.); la polvere può causare danni meccanici: es.: graffi sui negativi; muffe (può contenere spore), ecc.

97 Manutenzione Spolveratura periodica delle scatole e dei locali;
trattamento anti-polvere delle pareti e del pavimento; in fase di riordino dei fondi o in fase di pre-catalogazione è necessario spolverare gli originali utilizzando guanti, pennelli sempre puliti e utilizzando una cappa aspirante nei casi particolari.

98 Condizioni ambientali ottimali
Necessità dei valori ambientali controllabili; Parametri: Gli standard prevedevano: c°/ 30-50% UR; attualmente si preferisce modificare le condizioni ambientali a seconda delle caratteristiche dei singoli fondi.

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101 La scelta dei parametri ambientali
Essa è legata al tipo di politica di conservazione che s’intende perseguire; durata di conservazione (breve e lungo termine); significa conoscere in modo approfondito le collezioni (valore di unicità, storico, procedimento tecnico raro, soggetto, autore, ecc.); Da ciò si possono determinare alcuni dei parametri di conservazione.

102 Priorità d’intervento e soluzioni
Terminata l’analisi sulle collezioni e stabilite le priorità si applicano i parametri conservativi più idonei considerando le seguenti priorità: importanza del controllo dell’umidità (valori ideali: 30%-40%); limitazione degli sbalzi climatici: mantenimento costante dei valori adottati (4 punti +/-); basse temperature solo se controllate: i materiali così conservati richiedono particolari procedure di consultazione e di utilizzo.

103 Criteri opere originali: stampe e negativi originali antichi e moderni eseguiti dall’autore o dal suo stampatore; opere originali preziose: pochi esemplari (antichi e moderni); opere instabili: di natura instabili e soggette a deperimento precoce(antichi e moderni): procedimenti a colori, al collodio, pellicole al nitrato e acetato di cellulosa; copie di lavoro: duplicati utilizzati per documentazione o editoria, materiali impiegati per l’utilizzo corrente.

104 Livelli di umidità relativa e temperatura consigliati per gli archivi fotografici

105 A parità di temperatura i materiali a colori conservati in un ambiente con il 60% di UR sbiadiscono due volte di più dei materiali conservati al 40% di UR (asse x: alterazione colore; y umidità relativa)

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107 Conservazione a basse temperature
L’instabilità cronica di alcuni procedimenti, quali quelli a colori cromogeni, pongono come unica soluzione l’archiviazione a basse temperature, infatti la loro instabilità è legata alla natura dei coloranti organici che formano l’immagine e alla chimica del colore; non potendo operare sulla struttura chimica si agisce esteriormente, sugli ambienti; il colore ha soppiantato il bianco e nero; le temperature a O c° oppure a -O c° rallentano il degrado dei materiali a colori.

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109 Tempi di acclimatazione consigliati per diversi tipi di contenitori di fotografie
Tipo di contenitore da -18° a 24° C da 2° a 24° C Scatola da 36 dia color minuti minuti Singola dia o neg. in striscia min min 6 strisce di neg. 35 mm minuti minuti Dieci stampe su carta in scatola minuti minuti Cento stampe su carta in scatola 5 h 3 h In: W.Henry, The permanence and Care of Color Photographs, 1993, p.715

110 Materiali fotografici a colori particolarmente instabili
Stampe a colori Ektacolor (37 RC e 74 RC) precedenti il 1984 Fujicolor precedenti il 1984 Agfacolor precedenti il 1984 Konica Kolor precedenti il 1984 Kodak Ektachrome precedenti il 1991 Ektachrome Prestige

111 Negativi a colori Negativi a colori Ektacolor Vericolor II Kodacolor X
Kodacolor II Fuijcolor II Fuijicolor HR precedenti il 1986 KonicaColor SR precedenti il 1987 Agfacolor XR e XRS precedenti il 1989 3M ScotchColor precedenti il 1992

112 Diapositive a colori Diapositive a colori
Ektachrome Process E-1, E-2, E-3, E-4 Ansco GAF Agfachrome precedenti il 1989 3M Scotch W.Henry, The permanence and Care of Color Photographs, 1993, p.658 e 664.

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114 Contenitori per la conservazione
proteggere da: polvere; luce; dalle sostanze inquinanti; garantire rigidità all'opera; facilitare la consultazione; minimizzare la manipolazione; minimizzare gli sfregamenti.

115 Materiali a diretto contatto con le fotografie (buste, scatole, ecc.)
Caratteristiche delle carte e dei cartoni da utilizzare come contenitori per l’archiviazione di documenti fotografici (Normativa ISO 10214) Carta posta a diretto contatto con fotografie B/N e colore (buste) ·      cotone sbiancato al solfito ·      fibre kraft con alfa-cellulosa +87% ·      no fibre lignificate ·      no particelle metalliche ·      no cere ·      no plastificanti ·      pH compreso tra 7,2 - 9,5 (solo per B/N) ·      riserva alcalina 2% di carbonato di calcio (solo per B/N) ·      pH compreso tra 7 - 7,5 (solo per colore) ·      minimo di additivi (neutri o alcalini) ·      no carte pergamino Carta posta non a diretto contatto con le fotografie (scatole) ·      pH compreso tra 7,2 e 9,5 ·      riserva alcalina 2% di carbonato di calcio

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117 Materie plastiche consigliate come contenitori per l’archiviazione di documenti fotografici
(Normativa ISO 10214) ·polietilene tereftalato (poliestere non ricoperto); ·polipropilene; ·polietilene.

118 Photographic Activity Test (PAT)
American National Standard Institute – ANSI IT9.16 Controllo della reattività dei materiali per la conservazione


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