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Traduzione: Pratica quotidiana Evento “eccezionale”

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Presentazione sul tema: "Traduzione: Pratica quotidiana Evento “eccezionale”"— Transcript della presentazione:

1 Traduzione: Pratica quotidiana Evento “eccezionale”
Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale Dipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Lingua Inglese 3 a.a (Dott. Saverio Tomaiuolo) INTRODUZIONE Traduzione: Pratica quotidiana Evento “eccezionale”

2 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Fino al 1980: traduzione = attività esclusivamente pratica ed asettica di transizione/movimento (dal latino tradere) source text (testo di partenza) target text (testo di arrivo) Ora: Translation Studies - pratica “Multidisciplinare” (M. URLYCH) Traduttore= Mediatore culturale

3 Contributo della linguistica: Fondamentale ma non ASSOLUTO
John Catford, A Lingustic Theory of Translation (1966) Equivalenza formale/testuale (intraducibilità)=nuovo significato Eugene Nida (cfr Noam Chomsky e GRAMMATICA GENERATIVA) Roman Jacobson, “On The Linguistic Aspects of Translation” (1959) EQUIVALENZA: problema costante e irrisolto/irrisolvibile

4 Traduzione=esperienza culturale
James Holmes The Name and Nature of Translation Studies: descriptive translation studies theoretical translation studies Colloquio di Lovanio su “Letteratura e Traduzione”: André Lefevere accoglie la decisione dei convenuti di indicare con il termine di translation studies questa nuova disciplina

5 Lawrence Venuti: The Translator’s Invisibility
Theo Hermans traduttore come soggetto “discorsivamente posizionato”: “The translating subject cannot be elided or eliminated from translations because, as a form of text-production, translating requires the deployment of linguistic means in the host language, and this will involve dimensions other than those of the original. As a result, the translator’s utterances are necessarily marked, revealing a discursively positioned subject” (Theo Hermans, The Conference of the Tongues, 2007, p. 28)

6 Tradurre=“ricreare in lingua”
Traduttore NON fedele, ma LEALE (Franco Buffoni) Poststrutturalismo (Roland Barthes, Paul De Man, Jacques Derrida) Negazione cultura “LOGOCENTRICA” Relazione Problematica tra Source Text e Target Text

7 Octavio Paz “Traducción: literatura y literaridad” (1970)
[Da] un lato la traduzione sopprime le differenze tra una lingua e l’altra; dall’altro le rivela più palesemente: grazie alla traduzione veniamo al corrente di ciò che i vicini dicono e pensano in un modo diverso dal nostro. Da un lato, il mondo ci si presenta come una collezione di eterogeneità; dal lato opposto, come una sovrapposizione di testi, ognuno leggermente diverso dal precedente: traduzioni di traduzioni di traduzioni. Ogni testo è unico e, nel contempo, è la traduzione di un altro testo. Nessun testo è completamente originale, poiché lo stesso linguaggio, nella sua essenza, è già una traduzione.

8 Studio della Traduzione come: Prodotto (Il testo tradutto) finale
Processo (L’atto traduttivo) in progress Paola Faini, Tradurre. Dalla teoria alla pratica, Roma, Carocci, 2008, p. 58 La funzione del traduttore va dunque al di là del puro e semplice “traghettamento” di dati, e prevede il “rimodellamento” di una relazione testo/lettore che era nata su specifici presupposti di ordine linguistico, temporale, culturale ecc.., ma che deve essere ora adattata a presupposti diversi

9 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Elementi di Storia della traduzione/del tradurre MARCO TULLIO CICERONE, Libellus de optimo genere oratorum (46 a. C.) Tradurre da “oratore” e non da “interprete”, ORAZIO, Ars Poetica effetti negativi di un’incauta imitazione esclusivamente linguistica del testo di partenza. L’arte della traduzione consiste dunque per Cicerone ed Orazio in un’interpretazione giudiziosa del ST e nella creazione di un TT che si basi sul principio: verbum de verbo sed sensum esprimere de sensu.

10 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Elementi di Storia della traduzione/del tradurre Bibbia. La traduzione venne usata spesso (cfr. MARTIN LUTERO) come uno strumento molto potente di contestazione rispetto al potere culturale di Roma (e del latino). In Inghilterra il primo “eretico” è JOHN WYCLIFFE ( ca), non a caso traduttore della Bibbia, i cui seguaci furono definiti “Lollardi”. Thomas WYATT e HENRY SURREY (primi decenni del 1500) traduttori di FRANCESCO PETRARCA, Numero di sillabe: in italiano 11 / in inglese 10; in italiano ultima sillaba piana , in inglese uso del giambo. Ma le loro traduzione spesso sono delle revisioni e delle nuove poesie rispetto agli originali.

11 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
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12 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Elementi di Storia della traduzione/del tradurre ALEXANDER FRAZER TYTLER, The Principles of Translation (1791) La traduzione deve rendere in maniera completa l’originale; Il carattere e lo stile dell’originale deve essere riprodotto nella traduzione; Il testo tradotto deve possedere tutto lo “ease” (la scioltezza) dell’originale; in questo caso egli si scaglia contro le parafrasi che ad esempio JOHN DRYDEN aveva fatto alle Epistole di OVIDIO.

13 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Elementi di Storia della traduzione/del tradurre Vittorianesimo, DANTE GABRIEL ROSSETTI prefazione agli Early Italian Poets (1861), l’importanza di una traduzione il più possibile fedele all’originale (nel suo caso Dante e gli Stilnovisti) WILLIAM MORRIS propose delle traduzioni molto “poetiche” e “creative” delle saghe nordiche, dell’Eneide di VIRGILIO e dell’Odissea. MATTHEW ARNOLD sostenne in On Translating Homer che il lettore deve fidarsi in maniera assoluta dei traduttori “eletti” che non si devono abbassare al linguaggi del popolo. I traduttori in pratica si devono elevare, grazie alla propria superiorità cultrale, morale e diremmo anche sociale al di sopra di tutti perchè sono dei prescelti. EDWARD FITZGERALD The Rubaiat of Omar Khayyam (1858) Un testo deve vivere a tutti i costi “with a transfusion of one’s own worst life if one can’t retain the original’s better”. Per lui “it is better toh ave a live sparrow than a stuffed eagle”. Egli cerca di offrire una versione rivitalizzata delle liriche del poeta orientale Khayyam.

14 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Elementi di Storia della traduzione/del tradurre Nel ventesimo secolo il contributo più rappresentativo da parte di un artista è quello offerto da EZRA POUND sia nel campo della teorizzazione (I Gather the Lambs of Osiris) sia nella pratica-teorizzata delle sue “traduzioni” dalla poesia orientale cinese e da SESTO PROPERZIO, che in lui diventano “something rich and strange”. Tuttavia, a partire dagli anni 1950’, le riflessioni sulla traduzione sono fortemente debitrici agli studi di linguistica.

15 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Fondamenti di Linguistica FORMALISTA (Ferdinand De Saussure, Formalisti russi, Leonard Bloomfield e Noam Chomsky) FUNZIONALISTA (Scuola di Praga, Roman Jakobson, Anton Popovic; Michael Halliday, Basil Hatim e Ian Mason) FERDINAND DE SAUSSURE, Course de Linguistiche Generale (1957): Significante/significato Langue/parole Asse sintagmatico/asse paradigmatico NOAM CHOMSKY, Syntactic Structures (1957), Aspects of the Theory of Syntax, 1965): grammatica gnerativo7trasformazionale e “universalismo” Surface structures /deep structures Syntagmatic trees

16 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Fondamenti di Linguistica SCUOLA FORMALISTA RUSSA 1920 (Boris Eichebaum, Viktor Sklosvky, Jurij Tynianov) CIRCOLO LINGUISTICO DI PRAGA 1950 (Roman Jakobson, Anton POPOVIČ, JURIJ LOTMAN) Roman Jacobson, Essays on General Linguistics (1966), “On the Linguistic Aspects of Translation” (1959), : -interlinguistic translation (proper translation); -intralinguistic translation (rewording); -intersemiotic translation (transmutation).

17 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Fondamenti di Linguistica

18 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Fondamenti di Linguistica ANTON POPOVIČ, The Concept “Shift of Expression” in Translation Analysis (1970) Quattro tipi di “translation equivalence”, : (1) Linguistic equivalence: dove c’è omogeneità sul livello linguistico della ST e TT; traduzione letterale; (2)Paradigmatic equivalence, dove c’è equivalenza sul piano paradigmatico (verticale, cfr. De Saussure), di categoria superiore rispetto alla precedente; (3) Stylistic equivalence, dove esiste un’equivalenza funzionale di elementi il cui fine è una “expressive identity”; (4) Textual (syntagmatic) equivalence, dove esiste un’equivalenza sintagmatica (piano orizzontale), di forma e struttura, tra ST e TT. Anton Popovic definisce con il temine “invariant core” l’elemento semantico comune a tutte le traduzione di uno stesso testo.

19 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Fondamenti di Linguistica MICHAEL HALLIDAY. Language as Social Semiotic (1978). Il SITUATIONAL CONTEXT include per Halliday tre aspetti, che il traduttore deve dunque cercare di riprodurre nel testo che tradurrà: - Field= l’argomento e la natura dell’attività (cosa accade, quando, dove etc..) -Tenor= il rapporto sociale/di potere che lega i soggetti coinvolti nel discorso-azione -Mode= come viene usato il linguaggio, l’organizzazione del testo e le scelte linguistiche operate.

20 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Fondamenti di Linguistica EUGENE NIDA, Message and Mission (1960), Toward a Science of Translating (1964), The Theory and Practice of Translation (1969) Target-Oriented Approach Strategie traduttive: back-transformation (retro-trasformazione) Nida individua due approcci al testo da tradurre: -Formal equivalence: una traduzione “quasi interlineare” del testo; -Dynamic equivalence: una traduzione che trasmetta il contenuto (quindi, paradossalmente, più fedele di quella “formale” e “letterale”).

21 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
La nascita ufficiale dei TRANSLATION STUDIES: 1972 JAMES HOLMES, The Name and Nature of Translation Studies - un approccio alternativo nuovo alla traduzione -l’importanza del contributo linguistico senza tuttavia limitare la traduzione ad una pratica esclusivamente riconducibile al linguaggio, -traduzione come strategia di interrelazione comunicativa a base culturale. -interesse non solo alla teoria ma alla definizione di vere e proprie “procedure di traduzione” riflessione meta-traduttiva traduzione come “critical interpretation”

22 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
SUSAN BASSNETT, Translation Studies (1980) ….Work in progress Bisogna ammettere la presenza e la possibilità di una teorizzazione sulla traduzione ed il ritrovamento di principi generali, sui quali costruire una teoria: “Underlying this discussion of translation is the belief that there are general principles of the process of translation that can be determined and categorized, and, ultimately, utilized in the cycle of the text – theory – regardless of the languages involved”

23 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
André Lefevere, Translation, Rewriting, and the Manipulation of Literary Fame (1992) -“peritesto” della traduzione più che la traduzione stessa Traduzione come “riscrittura”/ testo rifratto (refracted text) Controllo/Manipolazione sulle “logiche della cultura” di: The Specialists (critici, recensori, insegnati, traduttori) che contribuiscono a fare entrare un testo nel canone; The Patronage (gli editori, i sovrani, presidenti, gli sponsor) ostacolano o favoriscono la diffusione di un testo tradotto.

24 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Michel Foucault e la nozione di “Potere”: Non solo un meccanismo repressivo, ma un insieme di forze che determinano e condizionano la struttura di una società e che producono, oltre ad una proibizione, anche piacere e un certo tipo di pensiero e conoscenza. Vedi concetto di “Egemonia” introdotto da Antonio Gramsci

25 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Prefazione della collana Translation Studies della casa editrice Routledge: Translation is, of course, a rewriting of an original text. All rewritings, whatever their intention, reflect a certain ideology and a poetics and as such manipulate literature to function in a given society in a given way. Rewriting is manipulation, undertaken in the service of power, and in its positive aspect can help in the evolution of a literature and a society. Rewriting can introduce new concepts, new genres, new devices, and the history of translation is the history also of literary innovation, of the shaping power of one culture upon another. But rewriting can also repress innovation, distort and contain, and in an age of ever-increasing manipulation of all kinds, the study of the manipulative processes of literature as exemplified by translation can help us towards a greater awareness of the world in which we live.

26 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
La teoria polisistemica: la scuola di Tel-Aviv ITAMAR EVEN-ZOHAR “POLYSYSTEM” in Papers in Historical Poetics (1978) come l’insieme dei sistemi letterari in una data cultura. Letteratura non come un’astrazione, ma come funzione dei giudizi di valore che appartengono ad un periodo. Nella storia letteraria e di una cultura in generale di un paese è per lui importantissimo il contributo della traduzione.

27 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
La teoria polisistemica: la scuola di Tel-Aviv - Rapporti interletterari tra culture ed intraletterari nell’ambito di una singola cultura sempre in relazione al contributo della traduzione. - Rapporto tra testi canonici e testi non canonici, e come avvenga il processo di canonizzazione. La teoria polisistemica confuta quindi l’opinione secondo cui la traduzione sarebbe un’attività secondaria e “derivativa”

28 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
GEORGE STEINER, After Babel (1975): interesse alla natura storico-culturale della produzione e della traduzione (e produzione delle traduzioni) la traduzione non è altro che una “comunicazione nel tempo” (e noi aggiungeremmo, nello spazio) e che lo studio della traduzione coincide sostanzialmente con lo studio del linguaggio: One thing is clear: every language-act has a temporal determinant. No semantic form is timeless [...]. A text is embedded in specific historical time; it has what linguistics call a diachronic structure

29 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Lawrence VENUTI, The Translator’s Invisibility (1995) fluency: “The more fluent the translation, the more invisibile the translator, and presumably, the more visibile the writer or meaning of the foreign text” -domesticating method= una riduzione etnocentrica dei testi stranieri ai valori culturali dominanti nei paesi di lingua inglese (soprattutto Inghilterra e Stati Uniti) rispondenti ai criteri di giudizio di una classe borghese egemone. -foregnizing method= modalità di espressione etnodeviante, allo scopo di porre in evidenza la specificità e la “diversità” del testo straniero. Usando un termine teatrale, è una traduzione “straniante” (Bertold Brecht).

30 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Storia della traduzione come pratica di conflitto tra tendenze “foregnizing” e “domesticating”. Traduzione “politica” dell’Iliade di JOHN DENHAM (uomo di corte) intitolata The Destruction of Troy: - attraverso l’utilizzo della storia di Troia – un messaggio che, fuori di metafora, vuole essere un’apologia del regno Stuart contro la “minaccia” repubblicana di Oliver Cromwell. Questo spiega lo iato che separa la scrittura del testo (1636) e l’anno di pubblicazione (1658). Eugenio Montale come poeta “simpatico” all’editoria angloamericana Per parafrasare Roland Barthes: “la traduzione non è mai innocente”

31 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
A translated text should be the site where a different culture emerges, where a reader gets a glimpse of a cultural other, and resistancy, a translation strategy based on an aesthetic of discontinuity, can best preserve that difference, that otherness, by reminding the reader of the gains and losses in the translation process and the unbridgeable gaps between cultures...

32 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Il contributo del Poststrutturalismo Jacques Derrida, L'Écriture et la différence (1967) Jacques Lacan, Ecrits(1966) Michel Foucault, Les Mots et lec choses. Une archéologie des sciences humaines (1966) Roland Barthes, S/Z (1970) Scardinamento del rapporto tra testo=verità; arte=realtà (visione logocentrica)

33 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Il contributo del Poststrutturalismo LOGOS messo in discussione Negazione della’antitesi tra (Padre/Originale= verità) Vs (Donna/Traduzione=menzogna)

34 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
…la ragione per cui la traduzione è così ipercodificata, così iperregolata, è che essa minaccia di cancellare la differenza tra la produzione e la riproduzione, che è essenziale per l’affermazione del potere. Le traduzioni, in breve, possono camuffarsi come originali, causando, dunque, un corto circuito nel sistema. Lori Chamberlain, “Il genere e il significato metaforico della traduzione”, Testo A Fronte, 30, XVI (giugno 2004), pp

35 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
JACQUES DERRIDA scrittura come differànce = differimento/differenza Ridimensionamento del primato dell’originale rispetto al testo tradotto. Interdipendenza tra i due. In questo senso, anche la traduzione diviene un testo di pari dignità ed assurge al ruolo di originale,

36 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Il concetto di EQUIVALENZA :John Catford e Eugene Nida Concetto dinamico e relativo, in quanto testi in lingue diverse possono essere resi più o meno equivalenti dal traduttore ai diversi gradi (semantico, sintattico, stilistico, pragmatico), a seconda del segmento testuale che il traduttore sceglie di considerare (parola, sintagma, frase, paragrafo, testo) e del tipo di testo che va traducendo. La relatività del concetto di equivalenza va correlata al tipo di scelte individuali operate dal traduttore ed anche all’ambiente sociale e alla temperie culturale in cui egli opera.

37 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Impossibilità di un traduttore “invisibile”. “Il traduttore necessariamente si arroga il diritto (o ha il dovere) di scegliere tra i significati offerti dalla parola in LP una parola o locuzione in LA che possa condividere in modo più o meno parziale uno o più significati della parola di partenza” (Bruno Osimo) Traduzione come “gamble” (Umberto Eco)

38 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Traduttore come Mediatore Culturale The Mediating Person: Bridges between Cultures (1981), a cura di S. BOCHNER A cultural mediator is a person who facilitates communication, understanding, and acting between persons or groups who differ with respect to language and culture. The role of the mediator is performed by interpreting the expressions, intentions, perceptions, and expectations of each cultural group to the other, that is by estabilishing and balancing the communication between them. In order to serve as a link in this sense, the mediator must be able to participate to some extent in both cultures. Thus a mediator must be to a certain extent bicultural (R. Taft, “The Role and Personality of the Mediator”)

39 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Basil HATIM e Ian MASON, Discourse and the Translator (1990) The translator is first and foremost a mediator between two parties for whom mutual communication might otherwise be problematic – and this is true of the translator of patents [brevetti], contracts, verse or fiction just as much as it is of the simultaneous interpreter, who can be seen to be mediating in a very direct way

40 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
La traduzione […] è un atto complesso, di natura multidisciplinare, e il compito del traduttore, secondo le moderne teorie traduttologiche, è giocato su due piani: come profondo conoscitore delle strutture testuali e delle condizioni culturali del prototesto [cfr. Bruno OSIMO=Source Text], e di studioso delle condizioni di ricezione del metatesto [cfr. Bruno OSIMO=Target Text], Il traduttore, dunque […] deve farsi carico, oltre che della mediazione linguistica, anche della mediazione culturale […].

41 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
L’atto del tradurre […] non è mai neutro: anzi è spesso un atto di manipolazione delle differenze linguistiche e culturali del prototesto nell’intenzione di ridurre l’opera tradotta a condizioni di maggiore familiarità all’interno della cultura ricevente. (Raffaella BERTAZZOLI, La traduzione: Teorie e metodi, pp )

42 Translation studies: evoluzione, teoria e pratica
Traduttore come Ermeneuta GEORGE STEINER, After Babel (1975), “The Hermeneutic Motion”: configura quattro stati nel moto ermeneutico: 1) la fede nella serietà del testo che si oppone a noi (fede) 2) atto di incursione del traduttore (aggressione) 3) incorporazione, che comporta anche il rischio del fraintendimento (assimilazione) 4) compensazione, in quanto il traduttore deve cercare di mediare tra le sue pulsioni e quelle dell’originale (mediazione). Translation studies: evoluzione, teoria e pratica


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