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VISIBLE /INVISIBLE: IL SEGNO ETNICO ITALOAMERICANO “Gli Italiani che vengono in America ci vengono con una testa italiana. È naturale, e ci mancherebbe.

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1 VISIBLE /INVISIBLE: IL SEGNO ETNICO ITALOAMERICANO “Gli Italiani che vengono in America ci vengono con una testa italiana. È naturale, e ci mancherebbe altro che fosse diversamente. Un Italiano dev’essere un Italiano e non un Americano.” Giuseppe Prezzolini

2 Fred L. Gardaphé, Italian Signs, American Streets: The Evolution of Italian American Narrative, (1996). “I propose dividing contemporary Italian American writers into two categories: the "visible" and the "invisible." Those Italian American writers who choose to deal with the Italian American experience through Italian American subjects I will call the visible. Italian American writers who choose to avoid representation of the Italian American as a major subject in their works can be referred to as the invisible.” (123) VisibleInvisible Helen Barolini (Syracuse, NY, 1925)Don DeLillo (New York, 1936) Tina DeRosa (1944)Gilbert Sorrentino (NY, 1929- 2006) Carole Maso (Paterson, NJ, 1956)Mary Caponegro (1956) “The invisible Italian Americans create works that are more implicitly Italian American; the visible Italian Americans are more explicit in their Italian Americanness.” (216)

3 Gardaphè – Said – Sollors “The labels visible and invisible correspond in many ways to Edward Said's notion of filiation and affiliation, and to Werner Sollor's notion of descent and consent. All writers, I would argue, can be read as being somewhere along a continuum from one to the other; it is the purpose of my analyses to locate each writer's position, as well as to determine his or her ratio of visible to invisible.” (216)

4 Edward W. Said, The World, the Text and the Critic, Cambridge, MA: Harvard University Press, 1983. “Filiation” → rimanda ai legami naturali che implicano il conformarsi ad una tradizione che si riceve per via ereditaria; “affiliation” → allude alla risposta di quanti si trovano trapiantati o esiliati in quanto cultura minoritaria all’interno di una dominante e che finiscono dunque per negoziare la loro identità attraverso la cultura.

5 Edward Said è arabo occidentalizzato, palestinese, cristiano, intellettuale critico della demonizzazione occidentale dell’Islam “Said suggests that the pattern of “filiation” (heritage or descent) which had acted as a cohering force in traditional society became increasingly difficult to mantain in the complexity of contemporary civilisation and were replaced by patterns of “affiliation”. While filiation refers to lines of descent in nature, affiliation refers to a process of identification through culture.” Bill Ashcroft e Paul Ahluwalia, Edward Said, Routledge, London, 2001, p.25.

6 Werner Sollors, Beyond Ethnicity. Consent and Descent in American Culture, New York, Oxford University Press. “I rely on, and develop, a less overtaxed terminology which takes the conflict between contractual and hereditary, self- made and ancestral, definitions of American identity- between consent and descent - as the central drama in American culture. Consent and descent are terms which allow me to approach and question the whole maze of American ethnicity and culture. They are relatively neutral though by no means natural terms.” (5-6).

7 “Descent relations” ↔ “Consent relations” “Descent relations are those defined by anthropologists as relations of "substance" (by blood or nature); consent relations describe those of "law" or "marriage." Descent language emphasizes our positions as heirs, our hereditary qualities, liabilities, and entitlements; consent language stresses our abilities as mature free agents and "architects of our fates" to choose our spouses, our destinies, and our political systems.”(6)

8 “descent relations”→ i legami sostanziali tra le persone (legami di sangue e di natura); → ci definiscono in quanto eredi di una linea genealogica e in quanto soggetti che passivamente ricevono un corredo genetico, culturale e sociale; “consent relations” → i rapporti che noi stessi mettiamo in essere attraverso il matrimonio e gli altri istituti del diritto; → ci descrivono in quanto agenti liberi, autentici fabbri del nostro destino nel momento in cui operiamo scelte determinanti per la nostra esistenza quale quella relativa alla persona da sposare, al lavoro da svolgere, al luogo in cui vivere.

9 L’immagine di un continuum ossia di una linea ininterrotta che congiunge le due nozioni apparentemente contrapposte di “consent”/“descent” e di “filiation”/ “affiliation” ribadisce come, nella tradizione letteraria italoamericana, il processo stesso di trasformazione dell’identità rimandi al passaggio evolutivo dall’uno all’altro estremo. Per gli scrittori della prima e seconda generazione - che hanno dato vita ad un vero e proprio rinascimento della cultura e della produzione letteraria italoamericana - la rappresentazione degli ambienti e dei personaggi del mondo da cui provenivano appare di fatto ineludibile ed occupa ampiamente e prepotentemente gran parte dei loro testi Per gli scrittori di terza generazione – che sono ormai perfettamente integrati nella realtà socio-culturale e artistico-letteraria statunitense – servirsi o meno dell’eredità etnica diventa una scelta.

10 Gardaphè - Vico Gardaphè indica cinque fasi nell’evoluzione della cultura (Giambattista Vico, teoria dei corsi e ricorsi storici in La scienza nuova) ciascuna con peculiari modalità espressive: 1.“poetic mode” 2.“early mythic mode” 3.“middle mythic mode” 4.“later mythic mode” 5.“philosophic mode”. Gli autori che scelgono di non servirsi della loro eredità culturale nelle narrazioni contribuiscono a spostare la loro cultura nel cosiddetto “philosophic mode” ossia nello stadio in cui una nazione decade dando inizio a una fase di barbarie.

11 I “Corsi” e “Ricorsi” storici di Vico “In discovering these components we can be helped by the application of Vico’s notion of corso and ricorso, a cultural rise and fall that happens and will happen again as cultures and civilizations age and mature. I grant that applying this notion literally to American history would be quite problematic, for as a nation of nations, America could not easily follow Vico’s universal pattern of rise and fall as long as cultural diversity persists.” (12-3) –Se consideriamo ogni gruppo etnico negli Stati Uniti come una nazione individuale all’interno di una società di nazioni, la teoria di Vico fornisce, indubbiamente, un buon modello teoretico attraverso cui seguire le vicende di letterature come quella anglo-americana, afroamericana o ebreoamericana.

12 Paul Lauter, “Caste, Class, Canon”, in A Gift of Tongues: Critical Challenges in Contemporary American Poetry, ed. Marie Harris and Kathleen Aguero, 57- 82, Athens, University of Georgia Press, 1987, p. 59. Paul Lauter → solleva ed esamina il problema del canone → Lauter ribadisce la necessità di tener conto di tutte le tradizioni culturali esistenti in America per poter operare cambiamenti sul corpo della letteratura che entra di diritto nel cosiddetto “canone” di cui fornisce la seguente definizione: “a product […] of our training in a male, white, burgeois cultural tradition, including in particular the formal techniques of literary analysis.” [i]

13 Rapporto tra etnicità e forme letterarie “We are accostumed to think of the development of American literature as “growth,” as a process of increasing formal complexity from travelogues and letters […], sermons, essays, and biographies to the increasingly successful mastery of poetry, prose fiction and drama. Analogously, we may see the historical unfolding of ethnic writing as a process of growth; and again, the beginning is with immigrant and immigrant letters […]. The literature then “grows” from nonfictional to fictional forms […]; from folk and popular to high forms […]; from lower to higher degree of complexity […]; and from “parochial” marginality to “universal” significance in the literary mainstream.” Werner Sollors, Beyond Ethnicity: Consent and Descent in American Culture, New York, Oxford University Press, 1986, 240-1.


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