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Il prologo: testo originale e traduzione

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Presentazione sul tema: "Il prologo: testo originale e traduzione"— Transcript della presentazione:

1 Il prologo: testo originale e traduzione
Adelphoe Il prologo: testo originale e traduzione Appunti di letteratura latina Prof.ssa M. R. Di Deco

2 La funzione del prologo
Terenzio abolisce il prologo informativo, che per informare il pubblico dell’antefatto, anticipando spesso la conclusione; ciò metteva gli spettatori nella condizione di seguire meglio la vicenda (il cui intreccio era spesso complesso) e lo rendeva superiore agli stessi personaggi della commedia. Terenzio trasforma, invece, il prologo informativo in un prologo a carattere "critico" e letterario: nel prologo parla di sé, del suo modo di poetare e si difende dalle accuse che i suoi avversari gli rivolgono. A recitare il prologo, poi, non è neanche più un personaggio della commedia, ma un attore scelto apposta (la cosiddetta "persona [= maschera] protatica“ ), che indossa un costume particolare.

3 La funzione apologetica
Così, ad es., dall'accusa di aver sfruttato il procedimento della contaminatio, rivolta soprattutto da un malevolus poeta (Luscio Lanuvino), l'autore si difende nel prologo dell' Andria: se è vero che ha usato questa tecnica (non diversamente, del resto, dai suoi illustri predecessori, cui nessuno ha recriminato alcunché), egli lo ha fatto nel rispetto della verosimiglianza. Dall'accusa di plagio, invece, Terenzio si difende nel prologo dell' Eunuchus, “sostenendo di aver attinto direttamente al modello greco - cosa certamente consentita - senza conoscere i rifacimenti latini della stessa opera e aggiungendo che, essendo ormai tutto detto nel teatro, dev‘ esser permesso rifare ciò che è stato fatto” [Monaco - De Bernardis]. Nel prologo dell' Heautontimorumenos, inoltre, egli spiega il senso della definizione stataria ch'egli dà alle sue commedie.

4 La funzione apologetica
Infine dall'accusa di essere il mero "prestanome" di autori politicamente impegnati, Terenzio si difende nel prologo dell’ Adelphoe, dove afferma che ciò che gli altri ritengono una colpa e di cui lo accusano, è per lui motivo di vanto e di orgoglio: ritiene un merito essere aiutato dagli uomini più importanti di Roma, delle cui imprese tutto il popolo si serviva. La difesa di Terenzio risulta, però, (volutamente) debole, forse perché non voleva urtare la suscettibilità dei protettori, a cui quelle calunnie e quelle dicerie evidentemente non dispiacevano affatto.

5 scripturam suam ab iniquis observari
PROLOGVS Postquam poeta sensit scripturam suam ab iniquis observari et advorsarios rapere in peiorem partem Dal momento che il poeta ha capito che quel che scrive viene scrutato da gente prevenuta e che i suoi nemici mettono in cattiva luce la commedia che sta per rappresentare (… ) quam acturi sumus,

6 indicio de se ipse erit, vos eritis iudices,
PROLOGVS indicio de se ipse erit, vos eritis iudices, oporteat sarà egli stesso ad accusarsi e voi giudicherete se quel che ha fatto debba essere lodato o biasimato. laudin an uitio duci id factum.

7 In Graeca adulescens est
PROLOGVS Synapothnescontes Diphili comoediast: eam Commorientes Plautus fecit fabulam. In Graeca adulescens est Difilo ha composto i Synapothnescontes: Plauto ne ha ricavato i Commorientes. Nella commedia greca c'è un giovane che, nella prima scena, strappa via una prostituta a un ruffiano: Plauto questo brano lo ha tralasciato integralmente qui lenoni eripit meretricem in prima tabula: eum Plautus locum reliquit integrum.

8 eum nunc hic sumpsit sibi in Adelphos,
PROLOGVS eum nunc hic sumpsit sibi in Adelphos, verbum de verbo expressum extulit. e questo brano il nostro poeta ha utilizzato negli Adelphoe, riproducendolo alla lettera. Stiamo appunto per rappresentare questa novità: valutate se si tratta di un furto o della ripresa di quel che era stato deliberatamente tralasciato. eam nos acturi sumus novam: pernoscite furtumne factum existumetis an locum reprehensum, qui praeteritus neclegentiast.

9 nam quod isti dicunt malivoli,
PROLOGVS nam quod isti dicunt malivoli, homines nobilis hunc adiutare adsidueque una scribere: Quello che le malelingue affermano, che dei nobili collaborano abitualmente col poeta e compongono insieme con lui, quello che essi ritengono un'accusa formidabile, egli la ritiene la più grande delle lodi, quod illi … existumant maledictum vehemens esse eam laudem hic ducit maxumam,

10 qui vobis univorsis et populo placent,
PROLOGVS Quom illis placet, qui vobis univorsis et populo placent, quorum opera in bello, in otio, in negotio suo quisque tempore usust sine superbia. visto che piace a coloro che piacciono a voi tutti e al popolo e che della loro opera ciascuno si è avvalso in guerra, in pace, in affari al momento opportuno senza umiliazioni.

11 dehinc ne exspectetis argumentum fabulae: senes
PROLOGVS dehinc ne exspectetis argumentum fabulae: senes ... ei partem aperient, in agendo partem ostendent. Non vi attendete adesso che vi esponga l'argomento della commedia; a introdurlo in parte ci penseranno i vecchi che compariranno in scena per primi, e in parte ve lo faranno capire con le loro azioni . … qui primi venient

12 aequanimitas * * * poetae ad scribendum augeat industriam
PROLOGVS facite aequanimitas * * * poetae ad scribendum augeat industriam Fate in modo che il vostro giudizio sereno accresca nel poeta il desiderio di scrivere.

13 Il poeta ha capito che quel che scrive viene scrutato da gente prevenuta e che i suoi nemici mettono in cattiva luce la commedia che sta per rappresentare; perciò sarà egli stesso ad accusarsi e voi giudicherete se quel che ha fatto debba essere lodato o biasimato. Difilo ha composto i Synapothnescontes Plauto ne ha cavato i Commorientes. Nella commedia greca, nella prima scena, c'è un giovane che strappa via una prostituta a un ruffiano: Plauto questo brano lo ha tralasciato integralmente, e proprio questo brano il nostro poeta ha utilizzato negli Adelphoe, riproducendolo alla lettera. Stiamo appunto per rappresentare questa novità: valutate se si tratta di un furto o della ripresa di quel che era stato deliberatamente tralasciato. Se poi le malelingue affermano che ci sono dei nobili che collaborano abitualmente col poeta e compongono insieme con lui, quella che essi ritengono un'accusa formidabile, egli la ritiene la più grande delle lodi, visto che gode del favore di coloro che godono del favore di voi tutti e del popolo e che della loro opera ciascuno si è avvalso in guerra, in pace, in affari al momento opportuno senza umiliazioni. Non vi attendete adesso che vi esponga l'argomento della commedia; a introdurlo in parte ci penseranno i vecchi che compariranno in scena per primi, e in parte ve lo faranno capire con le loro azioni. Fate in modo che il vostro giudizio sereno accresca nel poeta il desiderio di scrivere.

14 Postquam poeta sensit scripturam suam ab iniquis observari et advorsarios rapere in peiorem partem quam acturi sumus,(…) indicio de se ipse erit, uos eritis iudices, laudin an vitio duci id factum oporteat. Synapothnescontes Diphili comoediast: eam Commorientes Plautus fecit fabulam. In Graeca adulescens est, qui lenoni eripit meretricem in prima tabula: eum Plautus locum reliquit integrum. Eum nunc hic sumpsit sibi in Adelphos, verbum de verbo expressum extulit. eam nos acturi sumus novam: pernoscite furtumne factum existumetis an locum reprehensum, qui praeteritus neclegentiast. Nam quod isti dicunt malivoli, homines nobilis hunc adiutare adsidueque una scribere: quod illi maledictum vehemens esse existumant, eam laudem hic ducit maxumam, quom illis placet, qui vobis univorsis et populo placent, quorum opera in bello, in otio, in negotio suo quisque tempore usust sine superbia. Dehinc ne exspectetis argumentum fabulae: senes qui primi venient, ei partem aperient, in agendo partem ostendent. Facite aequanimitas (… ) poetae ad scribendum augeat industriam


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