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APPUNTI DELLE LEZIONI ANNO ACCADEMICO 2008/2009INTRODUZIONE.

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Presentazione sul tema: "APPUNTI DELLE LEZIONI ANNO ACCADEMICO 2008/2009INTRODUZIONE."— Transcript della presentazione:

1 APPUNTI DELLE LEZIONI ANNO ACCADEMICO 2008/2009INTRODUZIONE

2 LA RISCOPERTA DEL TERRITORIO Leconomia è lo studio delluomo nei suoi affari quotidiani Alfred Marshall In principio fu Alfred Marshall il quale, nella ricerca delle economie esterne, incontrò il distretto industriale. A quei tempi il mainstream delleconomia era concentrato sul fordismo che aveva coniato un suo paradigma industriale, una vera e propria filosofia di tipo deterministico che ha caratterizzato tutta lepoca che va sotto il nome di modernità. Una modernità orientata ad eliminare la complessità dal processo produttivo, intento in cui riuscì per un lungo periodo. La nuova organizzazione scientifica del lavoro (taylorismo) consisteva nella scomposizione del processo produttivo frammentato e semplificato in tante sottofunzioni, calcolabili, ottimizzabili ma soprattutto prevedibili.

3 CRITICA DEL MODELLO FORDISTA Il fordismo confinò il mondo esterno e la sua complessità, fuori dai cancelli della fabbrica-orologio allinterno della quale scorreva un tempo particolare, asettico e prevedibile che si dipanava in un territorio off- limits rispetto alla realtà. Tutto ciò che era fuori dalla fabbrica non era considerato e le numerose funzioni in cui era stato scomposto il processo produttivo venivano sbrigate sotto lo stesso tetto con un elevato grado di integrazione verticale (Becattini). Anche il fattore umano, che è caratterizzato da grande variabilità e indipendenza, venne reso, in certo qual modo, prevedibile con la tecnica della negoziazione.

4 Segue CRITICA DEL MODELLO FORDISTA Sconfessare il territorio e di conseguenza la variabilità e la complessità significa rinunciare a scendere sul terreno del reale dove si incontrano la storia, leconomia, la società e le rispettive esperienze e peculiarità e la qualità. Il controllo fordista fu possibile sino a quando la turbolenza nazionale ed internazionale che si annuncerà, negli anni settanta, come crisi monetaria, energetica e sociale aprirà la via alla domanda di flessibilità. Ma torniamo a Marshall il quale si accorse dellesistenza di economie esterne allimpresa, ma interne a unimpresa particolare avente una concentrazione spaziale e una struttura assai particolare. In un territorio circoscritto durante un congruo periodo di tempo si erano realizzate comunità di imprese e di persone in grado di competere sul mercato con risultati non dissimili da quelli conseguibili da parte della grande impresa.

5 VERSO I DISTRETTI Liniziativa privata aveva di fatto adottato un sistema di divisione del lavoro tra imprese istituendo un decentramento produttivo che, nel tempo, attraverso un contesto elevato di esternalità ha determinato linstaurarsi di rapporti a rete tra imprese (Favaretto). Il merito di Marshall fu quello di aver evidenziato che la complessità, continuava ad operare indisturbata nella vita economica, malgrado il fordismo (Rullani). Di qui a dedurre che la complessità è laltra faccia del territorio il passo era breve.

6 I DISTRETTI unentità socio-territoriale caratterizzata dalla compresenza attiva, in unarea territoriale circoscritta, naturalisticamente e storicamente determinata, di una comunità di persone e di una popolazione di imprese industriali. Allinizio i distretti vennero considerati poco più che una curiosità, il merito di aver evidenziato che, nella realtà, la qualità del settore era intimamente legata ai luoghi, va alla scuola di Firenze particolarmente a Giacomo Becattini e a Sebastiano Brusco dellUniversità di Modena. Secondo Becattini il distretto industriale può essere definito come unentità socio-territoriale caratterizzata dalla compresenza attiva, in unarea territoriale circoscritta, naturalisticamente e storicamente determinata, di una comunità di persone e di una popolazione di imprese industriali. Nel distretto, a differenza di quanto accade in altri ambienti (ad esempio, la città manifatturiera), la comunità e le imprese tendono, per così dire, ad interpenetrarsi a vicenda

7 LE DISCIPLINE TERRITORIALI IL TERRITORIO, LUOGO DELLA VARIABILITÀ, DELLA DIVERSITÀ E DELLA QUALITÀ COSTITUISCE LUNITÀ DI INDAGINE DI SVARIATE DISCIPLINE AVENTI CIASCUNA UNO SPECIFIO CAMPO DINDAGINE CHE VALE LA PENA DI ESAMINARE ANCHE SE SOMMARIAMENTE. IL TERRITORIO, LUOGO DELLA VARIABILITÀ, DELLA DIVERSITÀ E DELLA QUALITÀ COSTITUISCE LUNITÀ DI INDAGINE DI SVARIATE DISCIPLINE AVENTI CIASCUNA UNO SPECIFIO CAMPO DINDAGINE CHE VALE LA PENA DI ESAMINARE ANCHE SE SOMMARIAMENTE. LECONOMIA DEI TRASPORTI LECONOMIA DEI TRASPORTI disciplina che studia il manifestarsi delle leggi economiche che hanno per oggetto il trasferimento nello spazio delle persone e delle cose e le relazioni fra tale complesso di settori e il resto del sistema economico (Marchese). Linteresse di tale disciplina appare assai convergente con alcune problematiche delleconomia territoriale quando si occupa dei fattori di localizzazione industriale. Altra fase in cui leconomia dei trasporti incrocia una delle discipline interessanti il territorio è la fase della pianificazione dei trasporti in cui si effettua la definizione delarea in studio e la zonizzazione ovvero lindividuazione del land-use, fase in cui si esaminano prioritariamente gli aspetti urbanistici ed economici dellarea in studio..

8 Segue DISCIPLINE TERRITORIALI LA LOGISTICA ECONOMICA LA LOGISTICA ECONOMICA disciplina che rappresenta la nuova frontiera delleconomia dei trasporti e studia la governance e lottimizzazione dei flussi di merci, delle informazioni e relative strutture nellambito del territorio. E un insieme di attività (movimentazione e trasporto di beni dai luoghi di produzione a quelli di utilizzo, gestione magazzini e confezionamento- Reebok) che hanno il carattere della trasversalità per eccellenza. Può rappresentare un rilevante fattore di attrazione per le imprese.

9 Segue DISCIPLINE TERRITORIALI LURBANISTICA LURBANISTICA si occupa dello studio dei sistemi urbani nel loro aspetto territoriale utilizzando un approccio interdisciplinare in cui si avvale delleconomia, della statistica, della demografia, della sociologia ed altre discipline. Essa si pone lobiettivo di incidere sul territorio predisponendo scenari gestionali indirizzati a regolare il land-use migliorando le condizioni insediative del territorio la sua riqualificazione e la sua accessibilità nei confronti della localizzazione delle attività funzionali ed economiche che si svolgono sul territorio in esame. In sintesi lurbanistica è un processo di pianificazione che delinea le grandi scelte di organizzazione del territorio nei confronti delle attività che vi si effettueranno anche in relazione agli altri territori coi quali relazionarsi.

10 Segue DISCIPLINE TERRITORIALI LECONOMIA TERRITORIALE LECONOMIA TERRITORIALE è una branca delleconomia che studia il modo in cui le attività economiche si organizzano nel territorio. La sua caratteristica distintiva è luso del sistema locale come unità dindagine; esso diviene il riferimento condiviso per lanalisi e le politiche di sviluppo della città e dei distretti industriali (Sforzi).

11 Segue DISCIPLINE TERRITORIALI IL MARKETING TERRITORIALE IL MARKETING TERRITORIALE cui è dedicato il nostro corso, è stato oggetto, negli ultimi anni, di diverse definizioni inizialmente a cura di Walsh nel 1989 e Kotler, che risento nodi un approccio essenzialmente aziendalistico che non prende in considerazione la specificità del territorio. Più completa sembra la definizione che considera il marketing territoriale un processo finalizzato alla creazione di valore per una collettività composta dallinsieme degli individui che fruiscono di un territorio predeterminato nei suoi confini (Cercola ). Questo approccio è focalizzato su una logica di processo e sul meta-obiettivo di creazione di valore come prospettiva finalizzata ad orientare tutte le azioni del marketing.

12 Segue DISCIPLINE TERRITORIALI il MT Una definizione accettata è quella fornita da Ancarani secondo il quale il MT è lanalisi dei bisogni degli stakeholders e dei clienti/mercati, volta a costruire, mantenere e rafforzare rapporti di scambio con gli stakeholders e con i pubblici esterni allo scopo di aumentare il valore della risorsa territorio e lattrattività della risorsa. Il MT in definitiva è uno strumento a disposizione dei policy makers per mettere in atto lo sviluppo del territorio in chiave economica con lo scopo di attirare nuove imprese, attività economiche, residenti, turisti e lavoratori sul territorio valorizzandolo in un quadro di sviluppo sostenibile.

13 INQUADRAMENTO Numerosi fattori di ordine economico-produttivo e politico- istituzionale hanno fortemente sviluppato la sensibilità dei governi, nazionali, regionali e locali, verso la necessità di migliorare la competitività del proprio territorio. Ha assunto rilievo cruciale la capacità di far evolvere l'assetto materiale e immateriale di un'area geografica verso le condizioni più idonee agli attori che si vuole attrarre e mantenere al suo interno. Di qui, la rapida diffusione di azioni di marketing del territorio poste in essere un po' a tutti i livelli geografici. Il testo riflette sulle condizioni e sulle modalità in cui tali azioni possono essere attuate e ne sviluppa i contenuti concreti. Il MT viene interpretato come un metodo e una funzione utili per la più ampia pianificazione strategica del territorio e finalizzati a favorire il rafforzamento della sua competitività "sostenibile".


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