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Metodi di studio Metodi chirurgici Metodi elettrofisiologici

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Presentazione sul tema: "Metodi di studio Metodi chirurgici Metodi elettrofisiologici"— Transcript della presentazione:

1 Metodi di studio Metodi chirurgici Metodi elettrofisiologici
STUDI DI LESIONE STEREOTASSIA Metodi elettrofisiologici POLIGRAFIA POTENZIALI EVOCATI STIMOLAZIONE Metodi istologici FISSAZIONE COLORAZIONE TRACCIAMENTO Metodi neurochimici IBRIDAZIONE IN SITU Metodi genetici IBRIDAZIONE IN SITU Metodi di neuroimmagine: RADIOGRAFIA, TAC, PET, SPECT, RMN, RMF, SMTC

2 POLIGRAFIA Tecnica di registrazione simultanea di molteplici attività fisiologiche La scelta degli indici da misurare varia a seconda del fenomeno da osservare Esempi: Sonno ----> EEG, EOG, EMG + altri (ECG, spirometria) Attivazione, ansia ----> EEG, ECG, conduttanza cutanea, EMG + manometria arteriosa

3 ELETTROENCEFALOGRAMMA (EEG) Tracciato che mostra l’attività elettrica del cervello POTENZIALI D’AZIONE+POTENZIALI POSTSINAPTICI+Altri segnali elettrici (da PELLE, OCCHI, MUSCOLI) Può essere: MONOPOLARE: elettrodo attivo ___ elettrodo di riferimento BIPOLARE: elettrodo attivo ________ elettrodo attivo CLINICO (diagnosi di epilessia, coma, sofferenze focali / accertamento di morte cerebrale) SPERIMENTALE (ricerca psicofisiologica, a.e. su attivazione, sonno, vigilanza)

4 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLE ONDE EEG 1
PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLE ONDE EEG 1. AMPIEZZA: Si misura in volt, dipende in larga misura anche dalla distanza fra gli elettrodi 2. FREQUENZA: Si misura in Hz, ossia il numero di onde nell’unità di tempo (sec). L’inverso della frequenza è il periodo (P = 1/F) 3. FORMA: E’ l’elemento base per il riconoscimento visivo di alcuni pattern EEG fisiologici o patologici

5 CARATTERISTICHE FREQUENZE EEG Ritmo Delta (ONDE LENTE) 0
CARATTERISTICHE FREQUENZE EEG Ritmo Delta (ONDE LENTE) Hz, Tipico di: sonno profondo Ritmo Theta 4-8 Hz, Tipico di: Sonno REM, sonno superficiale, stati di sofferenza focale Ritmo Alfa 8-12 Hz, Tipico di : Veglia rilassata ad occhi chiusi Ritmo Sigma HzTipico di: Stadio 2 del sonno Ritmo Beta (ONDE RAPIDE) Hz, Tipico di: veglia attiva

6 Gli artefatti di movimento

7 ACTIGRAFIA (1) Tecnica di registrazione del movimento basata sull’applicazione di un sensore piezoelettrico (actigrafo) su taluni segmenti corporei di cui vengono registrate le escursioni. In genere l’actigrafo viene indossato al polso come un orologio, per il movimento dell’arto superiore, oppure come una cavigliera all’altezza del malleolo tibiale, per il movimento dell’arto inferiore.

8 ACTIGRAFIA (2) Il dato nell’unità di tempo sull’attività motoria dei distretti prescelti viene registrato digitalmente sulla memoria dell’actigrafo e quindi scaricato sul computer. Tramite specifici algoritmi, il software provvede poi a riferire l’intensità motoria ad un preciso stato comportamentale (veglia attiva, riposo, sonno). L’actigrafia, per tale motivo, è un’ottima tecnica per la registrazione dei ritmi sonno-veglia “on field” o in generale in tutte quelle situazioni cliniche o sperimentali che non consentano l’esecuzione di una polisonnografia completa

9 ACTIGRAFIA (3)

10 Lo Static Charge Sensitive Bed

11 Tecniche neurovegetative
Registrazione di variabili autonomiche Flusso respiratorio Muscoli respiratori Elettrocardiogramma

12 Potenziali evocati durante il sonno

13 MUSCOLI PIU’ UTILIZZATI PER L’APPLICAZIONE DEGLI ELETTRODI
L’Elettromiogramma (EOG) Tecnica per la registrazione del tono muscolare MUSCOLI PIU’ UTILIZZATI PER L’APPLICAZIONE DEGLI ELETTRODI MENTONIERO MILOIOIDEO TIBIALE ANTERIORE

14 TECNICHE DI NEUROIMAGING (2)
1.Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) Basata sul fatto che onde di radiofrequenza attivano gli atomi di idrogeno delle strutture cerebrali, che a loro volta determinano delle immagini attraverso un rilevatore 2.Tomografia a emissione di positroni (PET) Fornisce informazioni sull’attività metabolica (funzionale) del cervello. Basata sull’iniezione in arteria carotide di 2-desossiglucosio marcato con un tracciante radioattivo 3.Risonanza magnetica funzionale Evidenzia, mutuando la tecnica della RMN, le aree in cui c’è maggiore flusso ematico e quindi maggiore apporto di ossigeno (H2O) Svantaggi: tecniche molto costose e non sempre disponibili. La PET è anche piuttosto invasiva


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