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LO STUDIO SPERIMENTALE DEL SOGNO

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Presentazione sul tema: "LO STUDIO SPERIMENTALE DEL SOGNO"— Transcript della presentazione:

1 LO STUDIO SPERIMENTALE DEL SOGNO
APPLICARE LE METODICHE DELLA PSICOLOGIA SPERIMENTALE CON UN CONTROLLO RIGOROSO DELLE SITUAZIONI E DEI PARAMETRI CHE POSSONO INFLUENZARE NON SOLO LE CARATTERISTICHE MA, NEL CASO DEL SOGNO, ANCHE LA SUA PRESENZA IN QUANTO OGGETTO VISIBILE NEL SENSO DI RACCONTABILE E RACCONTATO.

2 APPROCCIO RELATIVAMENTE RECENTE
SVILUPPATOSI NEGLI ULTIMI ANNI DELL’800 NELLA SECONDA META’ DEL XIX SEC. CONFERIRE SCIENTIFICITA’ ALLO STUDIO DEL SOGNO DA UN PIANO TRASCENDENTE E IMMATERIALE AD UN PIANO FISICO MISURABILI E QUANTIFICABILI STUDIO DEI SOGNI : STUDIO DELLE CONDIZIONI FISIOLOGICHE NELLE QUALI IL SOGNO VENIVA PRODOTTO.

3 INIZIO DELLO STUDIO SPERIMENTALE DEI SOGNI
Alfred Maury Le Sommeil et Les Reves (1865) ESPERIMENTI SU SE STESSO I SOGNI SONO UN FENOMENO CHE ACCOMPAGNA LE IMPRESSIONI SENSORIALI ASSORBITE PRIMA E DURANTE IL SONNO. RELAZIONE TRA STIMOLI FISICI E SOGNO. Sogno della ghigliottina. Analisi dei sogni dI MAURY = metodo soggettivo, INTROSPEZIONE: Capacità soggettiva di cogliere, riportare e valutare la propria produzione onirica ≠ psicoanalisi.

4 1953 SCOPERTA DEL SONNO REM (Aserinski e Kleitman) NUOVA ERA DI STUDI PSICOFISIOLOGICI DEL SOGNO
TECNICHE UTILIZZATE: Registrazioni poligrafiche Raccolta attraverso una consegna Cosa stavi sognando? (Dement e Kleitman,1957) Cosa ti passava per la mente prima del risveglio? (Foulkes 1962) Raccolta del sogno Libera o guidata probes

5 Definire il sogno Come attività mentale durante il sonno
Di che genere? Differenti tipi?

6 Esempi di resoconti Appena mi addormento, potrei avvertire che mi muovo nello stesso modo in cui il mare muoveva la nostra barca oggi mentre ero a pescare 2. Penso insistentemente al mio prossimo esame e all’argomento su cui verterà. Non ho dormito bene perché continuavo a svegliarmi e finivo sempre con il rimuginare sul mio esame 3. Sono appollaiato sulla ripida cima di una montagna; ho il vuoto alla mia sinistra. Mentre un gruppo di scalatori segue il sentiero verso destra, all’improvviso mi trovo su una bicicletta, con la quale passo in mezzo gruppo. Capisco che ho fatto un giro completo intorno al picco stando fermo sull’erba. C’è infatti una superficie erbosa ben curata che passa tra le rocce e le rupi.

7 Resoconti diversi tra loro e caratterizzante del tipo di sonno
in cui è avvenuto Esempio 1. breve, all’inizio del sonno, mancanza di personaggi al di là del sognatore, appiattimento emotivo Esempio 2. si limita al pensiero o cognizione. Nessun aspetto allucinatorio. Presenza di emozioni, ansia indirizza il pensiero ossessivo. Resoconti di rimuginazioni spesso associati a risvegli nel cuore della notte Esempio 3. tipico resoconto sonno REM: animato, drammatico e complesso, bizzarro, allucinatorio, illusorio e più lungo degli altri due esempi.

8 COME VIENE ANALIZZATO IL MATERIALE RACCOLTO?
Tecniche che quantificano elementi del racconto Scale di contenuto: Hall e Van de Castle (1966) Due tipi di categoria empirica e teorica Questionari e scale di contenuto Dream Information Survey (Foulkes 1962) Dream-like Thought-like Elementi visivi uditivi, cenestesici, cambio di identità del soggetto ambienti reali e non Assenza di caratteristiche attribuite al dream-like.

9 DREAM-LIKE FANTASY SCALE (Foulkes 1966):
scala ordinale con 8 possibili scelte da nessun contenuto a contenuto percettivo allucinatorio, bizzarro, ecc. ANALISI DEL CONTENUTO DEI SOGNI ANTROBUS (1983) conteggio delle parole appartenenti a diverse classi linguistiche: nomi concreti, verbi di azione, preposizioni spaziali…. Numero e frequenza di parole relative alla dimensione immaginazione visiva” o “partecipazione emotiva”.

10 Salzarulo e Cipolli (1974;1979)
Applicazione delle regole della grammatica generativo-trasformazionale di Chomsky (1957; 1965) all’analisi dei resoconti provenienti da sonno Rem e Nrem. Classificazione dei resoconti come contentuful report (Cohen,1972). Analisi sintattica della frase secondo le regole della Grammatica trasformazionale: scomposta in frasi KERNEL Sequenza di sei unità morfologiche Determinativo-nome-verbo-preposizione-determinativo-nome Classificazione: completa, incompleta, appartenente all’esperienza mentale, appartenente allo stato del soggetto dopo risveglio. Indicatori: frequenza dei resoconti contentful, lunghezza del resoconto, frequenza frasi kernel, pause tra due kernel ecc..

11 UNITA’ TEMPORALI Foulkes e Schmidt (1983)
Consegne: Cosa ti passava per la mente prima che ti svegliassi? Considerando tutte le cose che hai raccontato dimmi l’ordine nel quale tu pensi di averle vissute. Analisi del resoconto due giudici 3 categorie: Attività, ambienti, personaggi. Una nuova U.T. viene annotata quando: a) un personaggio compie un’azione che non può essere svolta verosimilmente insieme ad un’altra b) Quando un personaggio reagisce ad un altro personaggio o evento c) Quando si cambia argomento nel corso del resoconto. Analisi qualitativa: plausibilità, continuità, discontinuità, presenza personaggi…

12 DISEGNO SPERIMENTALE RACCOLTA RESOCONTO
Notte di adattamento NREM REM NREM REM NREM REM NREM REM W Notti di sperimentali NREM REM W NREM REM W NREM REM W Risveglio provocato e consegna Risveglio provocato e consegna NREM REM NREM W NREM REM NREM W NREM REM W Risveglio provocato e consegna Risveglio provocato e consegna

13 RISULTATI DELLE RICERCHE PSICOFISIOLOGICHE
Snyder et al. 1964 Fisher, 1965, Karakan et.al, 1966 L’esperienza mentale in sonno, il ricordo al mattino e il vissuto emotivo del sogno sono possibili grazie ai fenomeni neurovegetativi del sonno rem. Roffwarg et al,1962 Bertini, 2003 Relazione tra movimenti oculari (MOR) e scene oniriche

14 Attività EEG desincr. del sonno Rem essenziale per
alto livello di “efficienza corticale” e produzione mentale. Ephron e Carrington 1966 Attività EEG del sonno NREM (fusi e delta) in relazione con l’attenuazione del ricordo di attività mentale Rechtschaffen et al., 1963 Vissuti emozionalmente intensi dovuti ai fenomeni neurovegetativi del sonno Rem Snyder et al., 1964

15 NREM/REM E RESOCONTI VERBALI
Risveglio provocato in Rem e Nrem: cosa stavi sognando? 80% dei resoconti ottenuti in REM e 7% in Nrem Dement e Kleitman 1957 Stessa tecnica cambio consegna: cosa le passava per la mente prima che si svegliasse? 92% resoconti in Rem 87% in NREm. Differenze qualitativa tra i due tipi di resoconti. Foulkes 1962 Maggior numero di unità linguistiche in Rem. Antrobus, 1983

16 Teoria del generatore unico
Foulkes, 1962 Meccanismo di produzione del sogno, in sonno REM e NREM, sia basato su processi comuni Attivazione memoria Organizzazione materiale raccolto dalle fonti di memoria in strutture narrative c) Interpretazione e critica della struttura del sogno da parte del sognatore stesso. Sarebbero la maggiore o la minore disponibilità delle fonti di memoria e la più o meno alta capacità di organizzarle in strutture coerenti a determinare differenze nell’esperienza mentale dei due stati di sonno.

17 Resoconti in Rem, in media
Foulkes e Schmidt 1983 Cavallero et al, 1990 Resoconti in Rem, in media più lunghi di quelli in Nrem. Lunghezza maggiore in rem più elevata complessità della struttura linguistica in Rem: Salzarulo e Cipolli 1983 Confronto tra attività toniche e fasiche del sonno Rem: Caratteristiche attribuite precedentemente al Rem trasferite all’attività fasica Molinari e Foulkes, 1969

18 DIFFERENZE INTERINDIVIDUALI NEL RICORDO Reporters vs non-reporters
IL RICORDO DEL SOGNO DIFFERENZE INTERINDIVIDUALI NEL RICORDO Reporters vs non-reporters Variabili: Inerzia del sonno che rende difficile recuperare il materiale in memoria subito dopo il risveglio. Cohen e Wolfe 1973 Variabili motivazionali, dopo istruzioni motivanti aumenta il numero di sogni ricordati. Maggiore attenzione al momento del risveglio?

19 Se vi è un’interferenza prima di scrivere il resoconto del sogno
(fare una telefonata…) vi è una notevole diminuzione della frequenza di ricordo del sogno. Cohen e Wolfe (1973) Cohen,1974 Goodenough 1974 Spostamento dell’attenzione e ansia possono ridurre la frequenza di ricordo.

20 CONSOLIDAMENTO DEL MATERIALE
RUOLO DEI PROCESSI MNESTICI NEL RICORDO DI SOGNO CONSOLIDAMENTO DEL MATERIALE E’ possibile consolidare durante il sonno? Koulack e Goodenough, 1976 Teoria arousal-retrieval: un materiale difficilmente può essere trasferito da breve a lungo termine durante il sonno, ma solo dopo un certo periodo di attivazione fisiologica. Salzarulo e Cipolli, 1974, 1979: è possibile consolidare durante il sonno il non ricordare al mattino potrebbe essere dovuto alle interferenze. RECUPERO DOPO IL RISVEGLIO

21 TRANSIZIONI SONNO-VEGLIA TRANSIZIONI VEGLIA-SONNO
ATTIVITA’ MENTALE NELLE TRANSIZIONI DI STATO TRANSIZIONI SONNO-VEGLIA TRANSIZIONI VEGLIA-SONNO Allucinazioni Ipnagogiche (Maury,1865;Vaschide,1911) Allucinazioni Ipnopompiche Goblot 1896: il sogno è generato in fase di risveglio e si sviluppa nella transizione dal sonno alla veglia, processo lento e graduale prodotto e recuperato durante il risveglio. Immagini visive, spesso colorate, Senza emozione,dimenticate rapidamente,senza riferimenti spaziali (Jean-Paul Sartre,1940) Si producono quando il ritmo alfa sta scomparendo con prevalenza di attività teta e movimenti oculari lenti. (Fischgold e Safar,1968)

22 IL RICORDO DI SOGNO NEI BAMBINI
Frequenza di ricordo Risveglio provocato 4-10 anni ricordo difficilmente ottenibile a 4 anni con racconti brevi. Foulkes et al,1969,1979 Resnick et al,1994 Già a 4-5 anni il 56% dei risvegli era seguito da un racconto di sogno Lunghezza dei racconti Più brevi nei bambini più piccoli sia che i sogni siano stati raccolti casa o in laboratorio. Foulkes, 1979: la scarsa frequenza e la brevità dei sogni nei bamb. Sono legate a un deficit dello sviluppo delle capacità cognitive.

23 IL RICORDO DI SOGNO NEL SOGGETTO ANZIANO
FREQUENZA DI RICHIAMO “Home dreams”: BASSA RISPETTO AI GIOVANI (Zepelin,1973; Herman e Shows,1984,) In laboratorio risveglio provocato: seppur inferiore non molto diversa da quella dei giovani. (Kahn et. Al,1969; Fein et. Al,1985) In laboratorio risveglio spontaneo: frequenza di richiamo bassa rispetto ai giovani e rispetto a studi “home dreams” (V. De Padova et al., 2005). E’stato ipotizzato che tra produzione notturna e risveglio mattutino intervengano eventi che interferiscono con il ricordo. (Cipolli e Salzarulo, 1998). I nostri risultati non supportano tale ipotesi, avendo riscontrato una bassa frequenza anche in lab. dove il resoconto era richiesto subito dopo il risveglio.

24 FREQUENCY OF DREAM RECALL
N._DREAM_RECALL/N._AWAKENING 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% p < .001 nrem rem On a total of 44 awakenings (13 from REM sleep, 31 from NREM sleep), 11 dream reports were obtained (25%). The frequency of dream recall was significantly higher in REM than in NREM sleep (53,8 % vs. 12,9 %; p < ).

25 Risultati contrastanti:
LUNGHEZZA NARRATIVA Risultati contrastanti: Kahn et al.,1969 resoconti più brevi rispetto ai giovani. Fein et al.,1985, no significative differenze tra giovani e anziani. De Padova et al., 2005, lunghezza molto simile a quella dei giovani. Resoconti Rem più lunghi dei resoconti da Nrem. Le differenze legate all’età potrebbero dipendere da una difficoltà nei processi di recupero. Se infatti vengono forniti dei cues il ricordo è facilitato, indicando che la produzione onirica è intatta. De Padova et al, 2005.

26 NARRATIVE LENGTH nrem rem MEAN OF T.U. 35 32.5 30 27.5 25 22.5 20 17.5
2.5 5 7.5 10 12.5 15 17.5 20 22.5 25 27.5 30 32.5 35 PRIMARY REPORT p = .1 p < .003 GUIDED REPORT NARRATIVE LENGTH

27 PLAUSIBILITY Plausible reports (%) nrem rem 76 75 74 73 72 71 70 69
PRIMARY REPORT GUIDED REPORT nrem rem Plausible reports (%)

28 Continuous reports (%)
CONTINUITY 10 20 30 40 50 60 70 80 90 nrem rem Continuous reports (%) PRIMARY REPORT GUIDED REPORT

29 CONCLUSIONS Also in laboratory experiments, the frequency of dream recall after spontaneous awakenings is lower in the elderly than in young people. In old subjects, we found an even lower frequency of dream recall than the one showed in previous studies in “home dreams”. This result does not support the hypothesis of a role of the intervening wakefulness. The narrative length of dream recalls in the elderlies of our study is very similar to the one reported in the young by Cavallero and Cicogna (1992). This result suggests that the differences with aging found by previous studies depend on difficulties related to storing and recall processes more than on the efficiency of oniric production. Nevertheless, when the dream recall is “primed”, it continues effectively. In fact, the procedure of “guided” report allows a further increase of the narrative length. Is it possible that this result may reflect good cognitive functioning in our sample. (Fein et al., 1985).

30 Differences between REM and NREM reports are still observed in the elderly subject.
As in the young, dream recall from REM awakenings in elderly subjects are more frequent and longer than NREM recalls. In the young, the different profiles of physiological and metabolic activation in REM sleep (Foulkes, 1996), or sleep inertia, which is greater after NREM awakenings, have been invoked as determining factors for these differences (Cavallero & Cicogna, 1992). It remains to be ascertained whether these factors might play a role also in the aged individuals. Guided reports in elderly are not “continuous”, but “plausible”. After presentation of cues, subjects built up rather uncertain and confused narrative patterns, as if they were taking little care of formal patterns of their reports. In elderlies’ dreams, the frequency of “plausibility”, i.e. the similarity to real life events, appear to be higher than those found in young subjects’ (Cavallero & Cicogna, 1992). Consistently with previous studies (Waterman, 1981), we found a remarkable number of recalls in which the subjects report scenes from everyday life, such as, for example, cooking meals, house cleaning, shopping.

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32 CERVELLO COME MACCHINA DEI SOGNI
IPOTESI ATTIVAZIONE-SINTESI: Hobson e McCarley, 1977 Il sonno si attiva periodicamente rispondendo alla domanda sull’origine del sogno: mente-cervello autoattivata Migliore combinazione possibile dei dati, prodotti dalla mente-cervello autoattivata Sintesi= proencefalo corteccia e regioni sotto corticali che presiedono alla memoria Attivazione = tronco cerebrale

33 ATTIVAZIONE CERVELLO-MENTE
Sistema acceso e mantenuto internamente attivato per alimentare la produzione onirica Commutatore acceso-spento Sistema aminergico e sistema reticolare del tronco cerebrale BLOCCO DEGLI INGRESSI SENSORIALI Per mantenere il sonno l’informazione in entrata dal mondo esterno non può accedere alla mente-cervello internamente attivata Inibizione presinaptica: attiva inibizione dei nervi impedisce ai segnali-stimoli periferici di accedere al sistema nervoso centrale OCCLUSIONE

34 BLOCCO DELLE USCITE MOTORIE
Il sistema cervello-mente attivato internamente ma scollegato dagli ingressi motori, deve anche inibire la risposta motoria per impedire che i comandi motori siano eseguiti. ATTI MOTORI ANNULLATI PER INIBIZIONE DI NEURONI MOTORI DEL MIDOLLO SPINALE E TRONCO CEREBRALE Questo blocco delle uscite impedisce il risveglio a causa della stimolazione sensoriale che tali movimenti inevitabilmente rimanderebbero alla corteccia

35 MEDIANTE QUESTI 3 PROCESSI IL CERVELLO:
Elabora l’informazione ATTIVAZIONE Esclude i dati sensoriali provenienti dall’esterno BLOCCO INGRESSI Non agisce sulla scorta dell’informazione generata internamente BLOCCO USCITE GENERAZIONE INTERNA DEI SEGNALI PGO = manifestazione di un segnale informativo generato internamente con origine nel tronco cerebrale Cervello-mente elabora segnali intern. e li interpreta in termini di informazione immagazzinata in memoria.


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