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Progetti di Qualificazione 3-5 anni

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Presentazione sul tema: "Progetti di Qualificazione 3-5 anni"— Transcript della presentazione:

1 Progetti di Qualificazione 3-5 anni
Provincia di Bologna Comune di San Lazzaro di Savena Comune di Ozzano dell’Emilia Dr. Nicola Corazzari Psicologo-Psicoterapeuta I pre-requisiti della letto scrittura e introduzione al percorso di formazione rivolto ad insegnanti della Scuola d’Infanzia. Martedì 11 Gennaio Ore 18,00 Mediateca Via Caselle, 22 San Lazzaro (Bo)

2 Perché una formazione sul tema dei pre-requisiti?
Programma: Ore 18,00 -19,30 Perché una formazione sul tema dei pre-requisiti? Ore 19,30 -20,00 Introduzione al percorso formativo laboratoriale e agenda.

3 Perché un progetto sul tema dei pre-requisiti ?
Tavolo Tecnico Progetti di Qualificazione 3-5 anni (a.s.2009/2010) Obiettivo: delineare le linee guida di un protocollo di intervento sui pre-requisiti della letto-scrittura destinato a operatori dell’ultimo anno di Scuola d’Infanzia. Scopo del protocollo di intervento: Allenarsi ad un processo osservativo sul bambino e sui pre- requisiti implicati nel futuro apprendimento della letto-scrittura. Allenare le competenze e le abilità di base implicate nella acquisizione dei primi apprendimenti. Individuare precocemente possibili casi di rallentamento.

4 Cosa si intende per pre-requisiti nel processo di letto-scrittura?
Quali sono le componenti che entrano in gioco nella acquisizione della lettura e della scrittura secondo le vostre osservazioni quotidiane? I requisiti sono quelle abilità che facilitano l’accesso alla lettura e alla scrittura.

5 AMBITI IMPORTANTI DA ALLENARE PER FAVORIRE LO SVILUPPO COGNITIVO E COMUNICATIVO LINGUISTICO:
LA FONOLOGIA: rinforza nel bambino conoscenze di suoni del linguaggio e delle regole fonologiche della propria lingua in un momento evolutivo in cui si affina l’uso consapevole dei fonemi. La competenza fonologica è la capacità di riconoscere e separare i suoni che compongono la parola, e che corrispondono al linguaggio parlato con l’aggiunta di “poterci fare” modifiche sopra. Giochi analisi di parole (sillabica) : GE.LA.TO ; (fonemica) (G.E.L.A.T.O). “Cerchiamo parole che finiscono come CASA/SALE/LEPRE”….”Dimmi una parola che comincia con BA…”. Riconoscere RIME ecc. (Vedi P.A.R.O.L.E, ed. Ericksson)) LA NARRAZIONE: il libro consiste in una mediazione tra il mondo degli oggetti realmente esistenti e la pura rappresentazione attraverso le parole. Arrichisce le conoscenze dei bambini e favorisce l’uso di un linguaggio e di un pensiero decontestualizzati. Inoltre, comporta una forma di interazione verbale dove i ruoli sono ben distinti. Differenti strategie di attenzione a interlocutori diversi e a contesti narrativi diversi (strategie narrative) diventano molto stimolanti per l’intero sviluppo cognitivo. (vedi “Nati x Leggere”)

6 - COORDINAZIONE occhio – mano e abilità prassiche.
- ATTENZIONE: sostenuta e selettiva. - COORDINAZIONE occhio – mano e abilità prassiche. IL GIOCO SIMBOLICO e DI FINZIONE: condivide con il linguaggio la stessa funzione simbolica aprendo la strada al pensiero astratto, all’immaginazione e alla creatività. Più memoria. (Vedi Winnicott, Gioco e Realtà)

7 Perché un progetto sul tema dei pre-requisiti ?
Legge n° 170, 8 Ottobre 2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”

8 Perché un progetto sul tema dei pre-requisiti ?
Art.2, sulle finalità di legge: “Preparare (per le persone con DSA) gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA”. Art.3, sulla diagnosi: “E’ compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole d’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui (…). L’esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.

9 Perché un progetto sul tema dei pre-requisiti ?
Art.4, sulla formazione nella scuola: “Per gli anni 2010 e 2011, nell’ambito dei programmi di formazione del personale docente (…) comprese le scuole dell’infanzia (…), è assicurata una adeguata preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA, finalizzata ad acquisire la competenza per individuarne precocemente i segnali e la conseguente capacità di applicare strategie didattiche adeguate (…). Art. 7, sull’attuazione: “(…) entro 4 mesi dall’entrata in vigore (…) si provvede ad emanare linee guida per la predisposizione di protocolli regionali , da stipulare entro i 6 mesi successivi per le attività di identificazione precoce di cui art. 3 (…) .

10 Perché un progetto sul tema dei pre-requisiti
Perché un progetto sul tema dei pre-requisiti ? Anche nella scuola d’infanzia dobbiamo cominciare a prestare attenzione a questo tema. Il nostro obiettivo non sarà quello di IDENTIFICARE un DSA, o SEGNALARLO PRECOCEMENTE. A noi interesserà trovare assieme strumenti di lavoro per equipaggiare i bambini rispetto ai pre-requisiti della letto-scrittura.

11 E’ necessario pensare ad attività preparatorie per il bambino che il primo giorno di scuola si siede al banco e comincia ad apprendere la lettura e la scrittura. Siamo nell’ambito dello sviluppo e del potenziamento di autonomie dove tali apprendimenti avvengono in una dimensione multi-modale (attenzione, coordinazione occhio/mano, motricità fine, abilità linguistiche, area socio-relazionale) “ciuccio/biberon a 5 anni che significato ha sulla fonologia e sulla capacità di consolarsi diversamente?”

12 Le linee guida del Ministero dell’Istruzione
(Orientamenti del ’91 e Indicazioni Nazionali ‘07) Finalità del progetto didattico: Maturazione dell’identità Conquista dell’autonomia (anche di pensiero) Sviluppo di competenze Sviluppo della cittadinanza (con Min. Fioroni)

13 Campi di esperienza educativa:
Corpo e movimento Discorsi e parole Spazio , Ordine e Misura Cose , Tempo e Natura Messaggi , Forme e media. Il sé e l’altro Linguaggio, Creativita ed Espressione (Fioroni) Conoscenza del mondo (Fioroni)

14 TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DI COMPETENZE Tutti i bambini devono affrontare un processo verso quel traguardo , ma non devono raggiungerlo a tutti i costi.

15 Scuola d’Infanzia come
LUOGO FAVOREVOLE Non devo a tutti costi far raggiungere a tutti la stessa competenza ma devo creare un ambiente ricco di complessità e di stimoli e quindi…. … fornire un luogo favorevole dove posso produrre abilità residue che non avevo prima (Vygostkij)

16 “Ho aprito quella porta”
Scuola d’Infanzia come Luogo in cui mediare tra i concetti spontanei che emergono nella mente del bambino e i concetti scientifici che vengono insegnati. “Ho aprito quella porta” Tutti (Piaget, Bion, Winnicot, Bruner) sono d’accordo sul fatto che il bambino ha bisogno di un ambiente favorevole per sviluppare competenze, non esiste il naturalismo, il bambino ha bisogno di ambiente…COSTRUTTIVISTA.

17 È riconosciuto che si apprende meglio quando si è valorizzati
“Non ci riesco” E’ solo un problema cognitivo? Bassa attenzione? O bassa tolleranza della frustrazione? O bassa autostima? Il Ministero ci chiede quindi di lavorare su linguaggio e autonomie che vanno perseguite puntando anche su un altro aspetto centrale , quello motivazionale. È riconosciuto che si apprende meglio quando si è valorizzati

18 Il comportamento pro-attivo Come si può incoraggiare?
Attivando: promuovere l’agire in prima persona dei bambini, far sì che assumano responsabilità, impegni, che siano attivi e propositivi; Comprendendo: cioè saper “leggere” la situazione in cui ciascun bambino si trova, i suoi punti di forza come le sue fragilità, i vissuti che sperimenta e che sono la sua verità; Sottolineando il positivo: veder riconosciuti i propri sforzi e rimarcati i propri traguardi, per quanto piccoli siano, è elemento determinante per aver voglia di proseguire. Ridimensionando: o per lo meno contestualizzare le esperienze negative e gli errori, in modo da non generare l’idea di sè come di una persona destinata a fallire; Responsabilizzando: fare comprendere che ciascuno è artefice, se non del proprio destino, certamente delle scelte che si fanno a fronte di ciò che accade.

19 Cosa osservare? Capacità di memorizzare filastrocche La socializzazione Preferisce la comunicazione gestuale/verbale? Padronanza dei giochi fonologici (in arrivo un bastimento di “b”….) Motricità fine (infilare perline, temperino) Realizzazione di script (vestirsi, andare a tavola, regole, andare a letto) Discriminazione dx/sx ………………….

20 Ore 19,30 - Il progetto di formazione
Non è un corso sulla Dislessia o sui DSA, faremo un lavoro sulle attività di base da allenare per la lettura e la scrittura. Ore 19,30 - Il progetto di formazione

21 Ore 19,30- Il progetto di formazione
Il dialogo: La comunicazione in classe tra adulti , e tra adulti e bambini (15 Febbraio). La narrazione: La narrazione dell’adulto (importanza ascolto) e del bambino, consapevolezza fonologica, giochi fonemici e parole senza significato (15 Marzo). Gioco simbolico: il “far finta di…”, le abilità visuo-spaziali, le capacità logiche, il tempo e lo spazio (12 Aprile). Rappresentazioni grafico-pittoriche: coordinazione occhio-mano , espressione di sé attraverso l’immagine e giochi di discriminazione visiva (10 Maggio).

22 Quali spazi nella vostra sezione?
Prima di cominciare: Analisi di contesto Quali spazi nella vostra sezione? Area gioco simbolico (area del fare finta quindi casetta,cucina, travestimenti, parrucchiera); Area morbida (per attività psicomotoria); Area narrazione/teatrale : uno spazio protetto dove si legge, osservare come leggete ai bambini; Area di gioco libero (es. costruzioni); Area attività strutturate grafico-pittoriche (Atelier, cavalletti).

23 Il dialogo - Quesiti Come restituisco i concetti ai bambini? Come comunico quando sono in compresenza? Quando si attua il dialogo? E’ sempre un dialogo? Possiamo raggruppare tipi diversi di dialogo? Quando parlo col bambino sono alla sua altezza? (non v.) Che tono di voce utilizzo? (non v.)

24 Il dialogo – Strumento di lavoro in vista dell’incontro del 15 FEBBRAIO
Comunicazione significativa del bambino/a E’ un racconto auto- biografico? E’ una routine-script? E’ un racconto di fantasia? Vissuto emozionale dell’insegnante rispetto all’intervento del bambino Risposta verbale della maestra e comportamento non verbale (tono di voce, postura, direzione dello sguardo, contatto, distanza interpersonale, espressione facciale, gestualità) Considerazioni E’ stato utile? Ne ho approfittato per affrontare un tema? Reazione degli altri bambini


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