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5. La reingegnerizzazione dei processi e le nuove tecnologie

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Presentazione sul tema: "5. La reingegnerizzazione dei processi e le nuove tecnologie"— Transcript della presentazione:

1 5. La reingegnerizzazione dei processi e le nuove tecnologie
Economia Aziendale 5. La reingegnerizzazione dei processi e le nuove tecnologie Prof. Romano Boni

2 5.1 La reingegnerizzazione dei processi
Economia Aziendale 5.1 La reingegnerizzazione dei processi Prof. Romano Boni

3 Il Business Process Reengineering
Origini e definizioni Il concetto di BPR nasce all’inizio degli anni ’90 Michael Hammer, Professore di Informatica del MIT tecnologie informatiche applicate ai processi di lavoro scarsi risultati necessità di discontinuità, salto, assenza di vincoli nella riprogettazione - basta “rivestire di silicio e software processi obsoleti” dimenticarli e ripartire da capo reingegnerizzarli con la forza delle tecnologie informatiche R. Boni

4 BPR – I principi di Hammer
Riorganizzarsi partendo dai prodotti/servizi non dalle attività Coinvolgere gli utilizzatori nei processi produttivi Inserire gestione informazioni all’interno del lavoro che le genera Considerare risorse geograficamente distribuite come centralizzate Collegare linee parallele di attività piuttosto che integrare risultati Collocare punti di decisione dove l’attività viene svolta Inserire i controlli all’interno dei processi Acquisire le informazioni una sola volta, alla fonte Radicale ripensamento e ridisegno dei processi base fortissimi miglioramenti nei risultati drastico cambio di approccio e di mentalità elevati rischi di insuccesso R. Boni

5 BPR – Le mitigazioni Thomas H. Davenport
Combina approccio radicale con iniziative e metodi finalizzati al miglioramento continuo dei risultati Continuous Process Improvement – CPI Total Quality Management – TQM Suggerisce di: Utilizzare le tecnologie come “fattore abilitante” Integrare intervento tecnologico e cambiamento organizzativo Gestire attentamente i processi di cambiamento allo scopo di minimizzare i rischi di insuccesso Coinvolgere gli “utenti” nei gruppi di lavoro per reingegnerizzazione Approccio più strutturato alterna fasi di reingegnerizzazione radicale a fasi di controllo e miglioramento continuo R. Boni

6 Business Process Redesign
H. James Harrington utilizza il termine Redesign per sottolineare l’orientamento a soddisfare l’esigenza delle organizzazioni a procedere verso cambiamenti più contenuti e meno rischiosi propone dieci requisiti per l’ottenimento dei risultati R. Boni

7 BP Redesign – I requisiti di Harrington
L’organizzazione deve credere nell’importanza del cambiamento Deve esserci una “visione” del futuro stato dell’organizzazione Gli ostacoli al cambiamento devono essere individuati e rimossi Tutta l’organizzazione deve essere coinvolta nel cambiamento I dirigenti devono modellare i processi e fornire l’esempio Serve formazione/addestramento per costruire nuove professionalità Devono essere individuate metriche per quantificare i risultati e deve essere definito un sistema di misurazioni Occorre verificare i risultati (feedback) Occorre prevenire i comportamenti indesiderati Devono essere impostati sistemi di valutazione e meccanismi premianti R. Boni

8 La Matrice del governo federale degli Stati Uniti
Principali approcci alla revisione dei processi Reingegnerizzazione Ridisegno Miglioramento Schemi di riferimento R. Boni

9 Reingegnerizzazione – caratteristiche principali
Miglioramento dei risultati “drammatico” – oltre 80 % Ambito processo intero e complesso Tempo necessario 9 – 18 mesi Focus ristrutturare modo di operare attuale Leadership top management Gruppo di lavoro team dedicato e dirigenti delle organizzazioni coinvolte Livello di rischio e costi alto rischio - investimento notevole Principi ispiratori radicale revisione del servizio e del rapporto con l’utenza, cambiamenti su strutture organizzative, cultura, professionalità, SI R. Boni

10 Ridisegno – caratteristiche principali
Miglioramento dei risultati “moderato” – da 10 a 80 % Ambito processo di complessità media Tempo necessario meno di un anno Focus automatizzare o eliminare specifiche attività e funzioni Leadership direzione dell’area funzionale Gruppo di lavoro team di responsabili dei SI e delle aree funzionali coinvolte Livello di rischio e costi rischio medio basso – investimento legato all’informatizzazione Principi ispiratori mantenimento attuali servizi, modifiche flussi, SI, attività R. Boni

11 Miglioramento - caratteristiche principali
Miglioramento dei risultati “incrementale” – 10 % circa Ambito processo semplice Tempo necessario pochi mesi Focus migliorare efficienza processi esistenti Leadership responsabili uffici o gruppi qualità Gruppo di lavoro team interno all’unità organizzativa Livello di rischio e costi basso rischio - investimento trascurabile Principi ispiratori mantenimento attuali processi con miglioramenti di efficienza R. Boni

12 Il concetto di business process
formato da attività serie di operazioni su oggetti fisici o informativi collegate fra loro nel tempo e nello spazio svolte dalle risorse di un’azienda (uomini e mezzi). input - materie prime (da fornitori) e risorse aziendali output - prodotto e/o servizio (oggetti fisici o beni immateriali) clienti - destinatari dell’output del processo output input azienda clienti fornitori R. Boni

13 Business process come ciclo gestionale
basato su molteplici competenze (responsabilità) aziendali Esempio: un’azienda industriale per fornire i propri clienti deve concatenare le competenze: commerciali per vendere il prodotto tecniche per produrlo generali per approvvigionare le materie prime distribuite nei reparti di: marketing, produzione, approvvigionamento R. Boni

14 Prestazioni e configurazioni dei business process
determinate da un’ampia gamma di elementi interdipendenti: il flusso di attività / il ciclo del processo la struttura organizzativa: definisce responsabilità (macro-organizzazione aziendale) e attività necessarie per eseguire il processo (divisione del lavoro) le competenze delle risorse umane la tecnologia utilizzata (tipicamente IT) il sistema di misurazione e controllo delle prestazioni (costi, tempo, qualità) formano le leve attraverso cui la metodologia BPR interviene sull’organizzazione aziendale R. Boni

15 Interventi sui processi
Ragionare per processi significa: individuare prodotti / servizi processi tesi a produrli / erogarli diagnosticarne le criticità cambiarli e migliorarli mediante interventi tecnologici (informatici / sulle comunicazioni) sull’organizzazione aziendale R. Boni

16 Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
“fattore abilitante” del cambiamento in quanto consentono di: ridurre tempi e costi introdurre nuovi servizi introdurre nuove modalità di erogazione dei servizi modificare natura e caratteristiche dei servizi esistenti modificare il flusso delle attività operative migliorare la qualità rendono possibile la revisione di tutte le componenti dei processi R. Boni

17 Sviluppi del BPR BPR inizialmente utilizzato per
aumentare efficienza e ridurre costi sinonimo di perdita di posti di lavoro Esperienze successive orientate a crescita e conquista di quote di mercato miglioramento qualità servizi  sviluppi significativi nel: rapporto tra pianificazione strategica e BPR e tra iniziative di BPR e necessità di trasformazioni continue livello di dettaglio dell’analisi dei processi esistenti R. Boni

18 Problematiche del BPR e Antidoti
Paralisi da “troppa analisi” nell’analisi preliminare è vitale definire il livello di dettaglio Misurazione delle prestazioni è necessario definire sistemi di misurazione efficaci Problematiche di “gestione del cambiamento” è essenziale coinvolgere tutti i soggetti interessati Concentrazione sulla tecnologia è fondamentale focalizzarsi sulla strategia e sui risultati attesi R. Boni

19 BPR e piano di informatizzazione
BPR anello di congiunzione tra piano strategico (visione, direzioni di intervento, obiettivi) piano di sviluppo dei sistemi informatici Attraverso iniziative di BPR possono emergere in maniera più rigorosa e sistematica i requisiti per sviluppo sistemi informatici relative priorità R. Boni

20 Revisione degli strumenti di gestione aziendale
Generalmente inserita nel piano di sviluppo strategico Si articola nelle seguenti aree di intervento: Reingegnerizzazione dei processi aziendali Revisione dell’organizzazione del lavoro Definizione dei fattori chiave di controllo della gestione Impostazione degli schemi di contabilità direzionale Revisione dei sistemi informativi R. Boni

21 Reingegnerizzazione dei processi aziendali
In base a principi di qualità totale Obiettivi Semplificazione procedure gestionali Riesame critico di regole e procedimenti (prassi) Introduzione della qualità nei prodotti / servizi Adesione alle aspettative del cliente R. Boni

22 Reingegnerizzazione dei processi aziendali
Metodologia Analisi dei processi Identificazione dei problemi Correlazione problemi/componenti del processo Riprogettazione del processo complessivo (eliminazione, accorpamento di singoli sotto-processi/fasi) Riprogettazione singole componenti (soluzione dei problemi individuati) R. Boni

23 Reingegnerizzazione dei processi aziendali
Attività da svolgere e prodotti previsti Analisi dei “valori” ed obiettivi aziendali Esame dei processi Approccio alla semplificazione Identificazione delle opportunità di innovazione Selezione degli interventi immediati Programma di attuazione R. Boni

24 Reingegnerizzazione dei processi aziendali
Attività da svolgere e prodotti previsti Analisi dei “valori” ed obiettivi aziendali  Verifiche priorità chiare attività focalizzate sulla “missione” aziendale mix di risorse adeguato risorse disperse su troppi fronti colli di bottiglia troppi livelli decisionali ritardi per verifiche non appropriate R. Boni

25 Reingegnerizzazione dei processi aziendali
Attività da svolgere e prodotti previsti Esame dei processi  Visione per processi Costruzione del “modello” dei processi Identificazione processi – classificazione componenti (fatt. est. int.) Valutazione prodotto/servizio risultato del processo Costo – necessità – allineamento agli obiettivi - controllabilità Analisi contributo attività al processo Rilevanza rispetto al processo – routine/eccezioni - controllabilità R. Boni

26 Reingegnerizzazione dei processi aziendali
Attività da svolgere e prodotti previsti Approccio alla semplificazione  proposte di intervento Selezione prodotti e processi più promettenti in base a matrice costo/contributo Individuazione cause di eccezioni nelle attività riduzione eventi causa di eccezioni Valutazione fattibilità modifiche organizzative e logistiche Compressione dei tempi riduzione eccezioni, attese, interruzioni, tempi di trattamento Contenimento costi interventi su personale, impianti, materiali, trasporti, ecc. R. Boni

27 Reingegnerizzazione dei processi aziendali
Attività da svolgere e prodotti previsti Identificazione delle opportunità di innovazione  espresse in Miglioramento qualità processi intrinseca – commisurata a specifiche prodotto/aspettative cliente Valutazione impiego risorse contributo risorse a valore aggiunto attività alternative di esternalizzazione (make or buy) analisi costi benefici Applicabilità ipotesi di automazione dopo la semplificazione dei processi R. Boni

28 Reingegnerizzazione dei processi aziendali
Attività da svolgere e prodotti previsti Selezione degli interventi immediati  attraverso “progetti pilota” R. Boni

29 Reingegnerizzazione dei processi aziendali
Attività da svolgere e prodotti previsti Programma di attuazione  interventi progressivi Orizzonte temporale di medio periodo R. Boni

30 Revisione dell’organizzazione del lavoro
Obiettivo Disegnare un quadro coerente di centri di responsabilità Definire un adeguato livello di delega gestionale Elementi da delineare Competenze in ambito aziendale Professionalità richieste (disponibili o da formare/acquisire) Dimensionamento dell’organico R. Boni

31 Revisione dell’organizzazione del lavoro
Passi metodologici Individuazione dei centri di responsabilità aderenti alla visione per processi – decentrati – “risultati” definiti Professionalità richieste figure professionali assegnabili ai compiti da svolgere compatibili con le nomenclature di inquadramento del personale Dimensionamento degli organici in base a: tempi standard, carichi di lavoro Interventi sulle risorse umane gestione esuberi /carenze – formazione R. Boni

32 Fattori chiave di controllo della gestione
Leve fondamentali per governare la gestione dell’azienda Specifici del settore economico in cui opera Misurati attraverso “indicatori” delle prestazioni aziendali Dimensione economico – finanaziaria Grandezza fisica (es. n° consegne nei termini, ecc.) Principali criteri per progettarli : allineamento e significatività Gli “indicatori” devono essere: Finalizzati agli obiettivi aziendali Oggettivi e controllabili Applicabili coerentemente nell’organizzazione Rendicontabili Di stimolo per il miglioramento (qualità, tempestività, economicità) R. Boni

33 Impostazione degli schemi di contabilità direzionale
Sistema di contabilità direzionale impostato su principi di Activity based costing e integrato/collegato con il sistema contabile permette gestione indicatori a dimensione economico – finanaziaria richiede la costruzione di piano dei conti, dei centri di responsabilità e dei prodotti regole di trattamento dati ha l’obiettivo di ottenere la visibilità dei costi e dei ricavi per: prodotto/linea di prodotto (contabilità industriale) centro di responsabilità/livelli superiori (contabilità analitica) natura (contabilità generale) R. Boni

34 Revisione dei sistemi informativi
Il Piano dei Sistemi Informativi deve fornire linee guida e priorità su Applicazioni informatiche-telematiche cruciali Architettura tecnologica da adottare Organizzazione della funzione preposta ai SI Eventuali esternalizzazioni R. Boni

35 Revisione dei sistemi informativi
Metodologia di lavoro Assicurare sintonia con piano strategico di “business” e organizzativo presenza di architetture tecniche e applicazioni coerenti con strategie aziendali Analisi di mercato della tecnologia (evoluzione informatica e telecomunicazioni) Definizione architettura tecnico-organizzativa Transizione dal sistema esistente al nuovo sistema Adozione di standard internazionali Indipendenza dalle tecnologie proprietarie dei fornitori Compatibilità nelle evoluzioni dei sistemi Interoperabilità con sistemi e basi dati esterne Coinvolgimento e preparazione del personale R. Boni

36 Revisione dei sistemi informativi
Attività da svolgere e prodotti previsti Individuazione e definizione dei bisogni informativi Definizione dell’architettura informatica dati – applicazioni – tecnico/sistemistica Stesura del piano di migrazione R. Boni

37 Famiglie di processi business process primari (market driven)
i clienti sono esterni all’azienda numerosità in genere definita da: gamma dei prodotti/servizi che l’azienda stessa offre categorie di clienti di tali prodotti e servizi business process di supporto (internal driven) i clienti sono interni all’azienda supportano i processi primari individuati in ragione della natura delle attività svolte (p. es. amministrazione, manutenzione impianti) e non del prodotto e/o del cliente servito R. Boni

38 Metodi per l’identificazione dei business process (1)
Catena del valore di Porter (1985) ricerca di vantaggi competitivi, spesso troppo generico per una mappatura precisa dei business process logistica in entrata attività operative logistica in uscita marketing e vendite servizi Approvvigionamenti Sviluppo delle tecnologie Gestione risorse Attività infrastrutturali Vantaggio competitivo R. Boni

39 Metodi per l’identificazione dei business process (2)
check list standard elenco dei processi svolti da aziende appartenenti ad un dato settore tanto più valido quanto più spinta è la standardizzazione nel settore pubblica amministrazione bancario, assicurativo farmaceutico e sanitario esistono schemi standard per tutti i settori industriali R. Boni

40 Processi standard del settore sanitario
Fonte: Telos-Deloitte Consulting Group Italia R. Boni

41 Metodi per l’identificazione dei business process (3)
criteri soggettivi il management individua i processi gestionali in base alla propria percezione dell’impresa vantaggio  aumentare il coinvolgimento del management non offre garanzie riguardo alla qualità ingegneristica dell’output i processi si confondono con le funzioni dell’organigramma aziendale R. Boni

42 Gerarchie di processi disaggregazione dei processi per descrivere il funzionamento di un’impresa: business process o macroprocessi processi fasi attività /operazioni R. Boni

43 Business process o Macroprocessi
clienti esterni (business process primari) p. es. produzione e consegne oppure fatturazione e servizi al cliente interni, ( business process di supporto) hanno come clienti i macroprocessi primari output ben definito, ha un valore che lo rende acquistabile o vendibile sul mercato per i processi primari (acquistati dai clienti dell’impresa) per i processi di supporto (acquistabili da fornitori di servizi oppure venduti) - p. es. progettazione e design prodotti input (materie prime e mezzi) variano di caso in caso necessarie competenze multifunzionali R. Boni

44 Processi ricavati dai macroprocessi secondo due logiche:
disaggregazione e/o scomposizione sequenziale p. es. i processi di ideazione, pianificazione, progettazione, prototipazione, test e ingegnerizzazione sono parti del macroprocesso “Sviluppo di prodotti/servizi” specializzazione p. es. i processi di fatturazione, fornitura servizi post vendita e gestione delle richieste e dei reclami sono specializzazioni del macroprocesso “Fatturazione e servizio al cliente” clienti: altri processi (se sono parte di una sequenza) macroprocessi (se sono specializzazioni). output ben definito e con un valore input comprende competenze multifunzionali R. Boni

45 Fasi logiche di scomposizione (le stesse del livello dei processi):
disaggregazione e/o scomposizione sequenziale specializzazione p. es. le fasi di realizzazione delle modifiche richieste, di risoluzione di problemi di qualità e affidabilità e di revisione della gamma rappresentano tre diverse specializzazioni del processo “ridefinizione dei prodotti/servizi esistenti” clienti: o fasi o processi output ben definiti input comprende competenze monofunzionali R. Boni

46 Attività / Operazioni scomposizione tipica dell’analisi procedurale dei flussi di lavoro attività: livello minimo di analisi adottato nello studio dei BP logiche di scomposizione sequenziale: attività parte di una fase output ben definito, valore soltanto nel contesto aziendale svolte, in genere, da più persone appartenenti alla stessa area funzionale operazioni: descrivono la divisione del lavoro di una data attività ogni operazione è parte di un’attività output ha valore solo all’interno dell’attività svolta da una sola persona R. Boni

47 Metodologia di progettazione BPR - Fasi del progetto (1)
1. rilevazione della situazione esistente livello di approfondimento superficiale nel caso di radical reengineering maggiore nel caso di improvement completa comprensione del funzionamento dell’impresa flussi di attività intera gamma delle leve gestionali, struttura organizzativa, tecnologie ecc. R. Boni

48 Metodologia di progettazione BPR - Fasi del progetto (2)
2. diagnosi dei problemi e confronto con altre imprese valutazione del processo (efficienza/produttività, livello di servizio, qualità) confronto con le performance di analoghi processi svolti da aziende concorrenti quantitativo (parametrazione) qualitativo (identificazione delle cause) R. Boni

49 Metodologia di progettazione BPR - Fasi del progetto (3)
3. ridisegno definizione della “vision” della soluzione proposta nuova struttura del flusso di attività aspetti più significativi della configurazione delle variabili gestionali prestazioni obiettivo R. Boni

50 Metodologia di progettazione BPR - Fasi del progetto (3)
3. Ridisegno (segue) analisi del cambiamento per ciascuna leva gestionale le differenze (gap) fra la “vision” (nuovo processo) e la situazione attuale (processo esistente) le azioni da intraprendere per annullare tali differenze valutazione globale impatto organizzativo del progetto rischi, benefici, tempi e costi del cambiamento 4. Attuazione R. Boni

51 Griglia Metodologica BPR
da: Processi Aziendali e Sistemi Informativi G. Bracchi, G. Motta – Franco Angeli, 1997 R. Boni

52 Metodologia di progettazione BPR - Leve del progetto (1)
da: Processi Aziendali e Sistemi Informativi G. Bracchi, G. Motta – Franco Angeli, 1997 Leva 1: flussi delle attività modellazione semplice: schemi di sequenza (successione delle attività) ricezione ordini evasione magazz. spedizione fatturazione modellazioni più complesse: elementi ulteriori (attori, eventi/attività, informazioni) criteri prelievo info sui fornitori criteri di collaudo info su scorte richieste prelievo ricevim. materiali gestione magazz. materiale materiale a scorta materiale prelevato materiali urgenti richieste materiali inevase carrelli contenitori R. Boni

53 Metodologia di progettazione BPR - Leve del progetto (2)
da: Processi Aziendali e Sistemi Informativi G. Bracchi, G. Motta – Franco Angeli, 1997 Leva 2: strutture organizzative modellazioni correnti: organigrammi, funzionigrammi, mansionari. esame incrociato fra flusso delle attività e strutture organizzative griglie LRC (line responsibility chart) o mappe di responsabilità evidenziano anche il grado di parcellizzazione del lavoro R. Boni

54 Metodologia di progettazione BPR - Leve del progetto (3)
Leva 3: informazioni e tecnologie informatiche (TI) TI sono concausa di innovazioni organizzative singolarmente non sono sinora apparse determinanti ingegneria della informazione classica rilevazione acritica dei processi aziendali quanto basta a ricavarne i requisiti informativi approccio BPR partecipazione attiva alle fasi di diagnosi e ridisegno processi possibilità offerte dalle moderne TI convenienza del cambiamento proposto analista di procedure  analista di processi innovazione del processo attraverso le TI continuo miglioramento del servizio e dei costi R. Boni

55 Metodologia di progettazione BPR - Leve del progetto (4)
Leva 4: risorse umane strumenti correnti di gestione e sviluppo delle risorse: inventario delle capacità (skills) valutazione dei fabbisogni (manpower planning) analisi dei bisogni di formazione R. Boni

56 Metodologia di progettazione BPR - Leve del progetto (5)
Leva 5: strategie e misurazione delle prestazioni il sistema di misurazione delle prestazioni orienta il comportamento degli attori del processo ne influenza le prestazioni metodo dei Key Performance Indicators (KPI) considera l’intera gamma delle prestazioni competitive è orientato a misurare il processo anziché la singola funzione aziendale misure monetarie della efficienza  qualità (livello di servizio/ tempestività, ..) R. Boni

57 Metodologia di progettazione BPR - Leve del progetto (6)
Leva 6 - gestione del progetto pianificare, coordinare e controllare le attività da svolgere, secondo le tecniche e i modelli classici di project management work breakdown structure (WBS) per stabilire le attività da svolgere tecniche reticolari (PERT/CPM) per tempificare e sequenziare le attività; analisi earned value, per monitorare lo svolgimento del progetto in itinere; tecniche multiproject, per il coordinamento di più progetti svolti contemporaneamente R. Boni

58 Metodologia di progettazione BPR - Leve del progetto (6)
Leva 6 - gestione del progetto (segue) gestire i partecipanti al progetto di BPR i diversi ruoli e compiti (organization breakdown structure) la scelta dei partecipanti al progetto (competenze/motivazione) R. Boni

59 Economia Aziendale 5.2 Software per il BPR Prof. Romano Boni R. Boni

60 Software per il Business Process Management
Oltre 100 fornitori hanno tradotto l’idea di Hammer in software per il BPM che può fare tre cose fondamentali monitoraggio dei processi aziendali automazione del workflow integrazione delle applicazioni aziendali Fonte: Gartner 2004 R. Boni

61 BPM - Monitoraggio dei processi
Il software di monitoraggio utilizza delle interfacce per collegarsi a tutti i sistemi dedicati ad un particolare processo tenerne sotto controllo l’andamento rilevarne eventuali inefficienze Può inoltre essere utilizzato per Tenere sotto controllo un processo inviare messaggi d’allarme quando non viene eseguito correttamente R. Boni

62 BPM - Automazione del workflow
I prodotti software di workflow automatizzano alcune parti di un processo aziendale indirizzano le attività relative alle persone più adeguate si assicurano che il processo venga eseguito correttamente Prerequisito deve essere realizzata una mappa dettagliata dei processi devono essere ridisegnati i processi che il sistema deve seguire e automatizzare Il sistema realizzato sarà tanto valido quanto lo sono i processi che automatizza R. Boni

63 BPM - Integrazione delle applicazioni aziendali
Il software per il BPM permette di estrarre informazioni dai sistemi esistenti per mezzo di API (Application Program Interface) Questa possibilità è stata utilizzata per supportare l’integrazione delle applicazioni aziendali - EAI (Enterprise Application Integration) R. Boni

64 5.3 L’impatto delle nuove tecnologie sul BPR
Economia Aziendale 5.3 L’impatto delle nuove tecnologie sul BPR Prof. Romano Boni R. Boni

65 Le nuove tecnologie 1 Rivoluzione nel mondo dell’informatica
Il computer quantistico Service Oriented Architecture 1.3 Cloud Computing e iCloud 2 Rivoluzione nel mondo della comunicazione VoIP Convergenza fisso mobile computer Videoconferenze R. Boni

66 Nuove tecnologie e nuovi strumenti di gestione
Radio Frequency Identification Telelavoro CRM Smaterializzazione dei documenti e del denaro E-procurement - Aste on-line E-recruiting E-learning R. Boni

67 Rivoluzione nel mondo dell’informatica
passaggio dai “bit” ai “qubit” o “bit quantistici” che in casi particolari valgono 0 o 1 come i bit tradizionali in generale, possono assumere valori intermedi e immagazzinare una maggiore quantità di informazioni prima intuizione fisico americano e premio Nobel Richard Feynman (1982) dimostrazione del funzionamento di un computer quantistico fisico britannico David Deutsch (1985) R. Boni

68 Il computer quantistico
dimostrazione della superiorità di un computer quantistico su uno tradizionale per operazioni di interesse pratico fisico Peter Shore (1994) ha trovato un algoritmo efficace per scomporre qualsiasi numero intero nel prodotto di numeri primi (non ulteriormente scomponibili) primo computer quantistico costruito da Isaac Chang (2001) nel centro di ricerca IBM di Almaden in California (USA) R. Boni

69 Il computer quantistico
La società canadese D-wave sta tentando di costruire il primo computer commerciale che aveva inizialmente annunciato per il 2008 Nel 2008 ha lanciato il progetto di grid computing con l’obiettivo di predire le prestazioni dei computer AQC (Adiabatic Quantum Computers) a super conduzione risolvere i problemi complessi che sono emersi in diversi campi R. Boni

70 Potenzialità del computer quantistico
Potenzialità teoriche grandi capacità di calcolo e di memorizzazione che accelererebbero gli sviluppi nel mondo ICT rivoluzionerebbero il mondo della crittografia ridurrebbero drasticamente i tempi di decrittazione messaggi (algoritmo di Peter Shore ) R. Boni

71 Grid Computing Molti progetti di elaborazione si avvalgono della potenza di calcolo di una rete di computer messa volontariamente a disposizione dagli utenti che aderiscono al progetto. Progetti attivi a dicembre 2009: computer quantistico (D-wave) climateprediction ( Oxforf University e Open University) ricerca di cure (World Community Grid e National Science Foundation) (Large Hadron Collider del CERN) Quake Catcher Network (University of California e Riverside and Stanford University) - non sfrutta la potenza di calcolo, ma gli accelerometri dei laptop come sismografi distribuiti R. Boni

72 Service Oriented Architecture
SOA designa una strategia mirata a sviluppare le applicazioni sw dell’azienda usando metodi di programmazione orientati ai servizi Servizio – definizione “pezzo” di software costruito in modo da essere integrato facilmente con altri componenti R. Boni

73 SOA Qual è l’idea? la tecnologia deve essere disponibile in “pezzi semplici” di codice sw condivisibili utilizzabili in diverse parti dell’azienda si può ottenere “confezionando” il codice in un “guscio” che descrive ciò che fa il componente come connettersi ad esso R. Boni

74 Vantaggi della SOA SOA - strumento per ridurre complessità e ridondanze può portare due tipi di vantaggi Tattici, per lo sviluppo service oriented riuso del software aumento della produttività maggiore flessibilità dei sistemi IT Strategici, per lo sviluppo di una architettura complessiva migliore allineamento con il business possibilità di “vendere” meglio il concetto di architettura enterprise R. Boni

75 Requisiti della SOA SOA riduce complessità e ridondanze ma richiede
guida attenta controllo del lavoro di sviluppo concorso di molte competenze e professionalità nuove forte investimento in formazione R. Boni

76 Cloud computing Gli ambienti di cloud computing esterni
rappresentano un notevole vantaggio per le aziende permettono di evitare investimenti sovradimensionati infatti le effettive necessità possono essere determinate solo nella fase operativa e commerciale del business R. Boni

77 iCloud Steve Jobs, Amministratore Delegato della Apple, ha presentato
a San Francisco (5 giugno 2011) iCloud un nuovo servizio in ambiente cloud che permette, senza scaricare alcun file, di ascoltare musica e vedere video in streaming Il touchpad diventa il nuovo cuore dell'interfaccia utente del Mac e porta il computer a somigliare sempre più all'iPhone R. Boni

78 Rivoluzione nel mondo della comunicazione
Ieri: trasmissione di impulsi elettrici via filo (telefono) o via etere (telegrafo, radio, tv) Oggi: trasmissione di digit 1^ innovazione - scomporre gli oggetti in “digit” utilizzando la logica del computer 2^ innovazione - immagazzinare i dati sia al punto di partenza sia a quello di arrivo mediante tecniche di compressione 3^ innovazione - reti di trasmissione in continua evoluzione cavi in fibra ottica - sistemi satellitari - wireless La loro combinazione rende possibile la costruzione di sistemi di trasporto interattivi a due vie, andata e ritorno R. Boni

79 VoIP Vantaggi della tecnologia VoIP (Voice over Internet Protocol)
reti più economiche da gestire si riducono i costi per la trasmissione della voce VoIP è sempre più usato da multinazionali aziende che hanno più filiali sul territorio R. Boni

80 Convergenza fisso mobile personal computer
Soluzione che combina i punti di forza di Cellulare mobilità e facilità di utilizzo Telefono aziendale controllo e funzionalità Personal Computer VoIP - accesso ai dati – invio di files Permette di avere Un solo numero Una sola segreteria telefonica Instradamento delle chiamate dei cellulari sulla rete IP dell’azienda Controllo e gestione migliori dei costi delle telefonate 1/2 R. Boni

81 Convergenza fisso mobile personal computer
Risparmi Eliminazione di servizi duplicati Minor costo dell’instradamento Produttività Migliore uso della forza di lavoro mobile, per es. personale commerciale, Call center servizio alla clientela team virtuali …. 2/2 R. Boni

82 Le conseguenze Teleconferenze non solo in voce ma in video con possibilità di accedere in tempo reale a banche dati e di associarle alla comunicazione si avvicinano le persone con il loro bagaglio informativo senza spostarle fisicamente Supermercati dove si va per vedere la merce e non pagare il trasporto a casa la merce vista sul display del video può essere ordinata e con i costi risparmiati il distributore porta la merce a casa Si sviluppano il lavoro e l’istruzione a domicilio R. Boni

83 Videoconferenze Le videoconferenze stanno diventando uno strumento efficace per evitare spostamenti dati i notevoli progressi raggiunti in termini di: Risoluzione video Resa audio Sincronizzazione tra labiale e parlato Soluzioni avanzate attualmente disponibili Sale progettate per ospitare più persone e attrezzate con: sistema audio schermi al plasma (Fonte: Computerworld Italia – ) R. Boni

84 Le Videoconferenze nella P.A.
Le videoconferenze stanno entrando anche nella Pubblica Amministrazione CONSIP (MEF - Ministero Economia e Finanze) ha messo a punto una convenzione che prevede una serie di soluzioni per la fornitura di tecnologie e apparecchiature a prezzi concordati ogni Amministrazione (Comuni, Regioni, Enti, Ospedali, ecc.) può scegliere la soluzione più adatta alle sue esigenze (Convegno “La videocomunicazione per la P.A.” – ) R. Boni

85 La Videocomunicazione
Supera i limiti logistici degli incontri Permette di comunicare nello stesso momento in cui nasce un’idea Rende più concisi nella comunicazione È più efficace grazie alla comunicazione visiva Dà spazio al linguaggio gestuale È una comunicazione completa Semplice come una TV Affidabile come un telefono Pervasiva come Internet Versatile come un PC (Convegno “La videocomunicazione per la P.A.” – ) R. Boni

86 La Videocomunicazione nella P.A.
Strumento per un cambiamento culturale della P.A. in grado di rispondere alle sue esigenze di Razionalizzazione, Efficienza Risparmio, Ambiente Sicurezza R. Boni

87 La Videocomunicazione nella P.A.
Razionalizzazione, efficienza: riunioni e collaborazioni, presentazioni e conferenze, formazione Risparmio, ambiente: Riduzione degli spostamenti con effetti positivi su mobilità e ambiente (riduzione di traffico e di emissione gas di scarico) Sicurezza: Celebrazione di processi in videoconferenza elimina costosi e pericolosi spostamenti di imputati R. Boni

88 La Videocomunicazione nella P.A.
Altri vantaggi Telemedicina Teleconsulti Miglioramento dell’immagine pubblica (Convegno “La videocomunicazione per la P.A.” – ) R. Boni

89 Radio Frequency Identification
RFID tecnologia innovativa che utilizza un segnale a radiofrequenza per l’identificazione automatica di oggetti dotati di “etichette intelligenti” o smart tag smart tag contengono informazioni interrogabili aggiornabili in grado di operare senza necessità di contatto fisico o ottico R. Boni

90 RFID per “Real Time Location”
Sistemi RFID per “Real Time Location” (RTL) consentono di determinare la posizione degli oggetti mediante lettori situati in posizione fissa ricevono i segnali trasmessi dalle “etichette intelligenti” una unità di base esegue una accurata triangolazione R. Boni

91 RFID Tecnologia applicabile in tutti i settori economici in cui è necessaria l’identificazione di oggetti fisici molto dinamica in quanto può recepire miglioramenti ed esperienze stimola l’innovazione aziendale in quanto è un potente strumento di reingegnerizzazione dei processi R. Boni

92 RFID - Potenzialità È applicabile nelle varie fasi della catena del valore di diversi comparti Ha forte impatto su attività professionale del personale addetto allo sviluppo dei sistemi informatici reingegnerizzazione dei processi aziendali utenti finali dei sistemi R. Boni

93 RFID - Campi di applicazione
Principali campi di applicazione controllo avanzamento produzione negli stabilimenti industriali tracciabilità delle merci e logistica di magazzino biglietteria elettronica nei trasporti e nelle strutture pubbliche e private (autostrade, stazioni sciistiche, piscine, stadi, ecc.) controllo degli accessi identificazione dei pazienti in ambito ospedaliero gestione dei punti vendita (superamento dei bar code e riduzione drastica delle file nei supermercati) potenziamento delle funzionalità del prodotto R. Boni

94 RFID - L’esperienza di Wal-Mart
Introduzione del codice a barre nei punti vendita Avvio del progetto RFID - Obiettivo: ridurre le mancate vendite causate da problemi di gestione dei magazzini facilitare la reperibilità dei prodotti in via di esaurimento Stima dei benefici economici attesi: riduzione del 10 % delle mancate vendite  $ 287 milioni Fasi del progetto RFID abilitazione a RFID degli oltre punti vendita negli USA aiuto ai fornitori perché adottino la tecnologia RFID (Fonte: Computerworld Italia – ) R. Boni

95 Telelavoro Nuova opportunità per una organizzazione flessibile del lavoro Nuova cultura per la gestione delle risorse umane Richiede il ridisegno dei processi aziendali, investimenti in tecnologie moderne (collegamenti veloci, sw specialistici, apparati hw adeguati) nella formazione dei lavoratori Migliora la qualità delle prestazioni lavorative, non più basate sul “tempo”, ma sugli obiettivi Risultati evidenti apprezzabili da subito e riduzione dei costi R. Boni

96 CRM CRM (Customer Relationship Manager) consente all’azienda di
orientare il focus aziendale sul cliente capire le esigenze del cliente studiarne e analizzarne le caratteristiche raccogliere e catalogare le informazioni che lo riguardano comunicare periodicamente con il cliente assisterlo e fidelizzarlo all’azienda Esempi: i call center, ma sempre più il web marketing R. Boni

97 Smaterializzazione dei documenti
Ottimizzazione dei flussi di informazioni e dei processi di gestione delle comunicazioni tra imprese Smaterializzazione dei documenti con creazione e diffusione di documenti personalizzati ADC (Automatic Data Capture) E-invoicing (Fatturazione elettronica) E-archiving (Archiviazione elettronica) R. Boni

98 Smaterializzazione documenti - Vantaggi
Reperibilità dei documenti Riduzione degli errori Riduzione dei costi (fino al 90 %) R. Boni

99 Smaterializzazione del denaro
La Banca d’Italia ha evidenziato l’opportunità di ridurre il contante nelle transazioni commerciali incrementare l’utilizzo di sistemi di pagamento elettronico In sostanza è un invito a smaterializzare il denaro utilizzando l’e-money carte di Credito carte di Debito carte Prepagate R. Boni

100 Smaterializzazione del denaro - Vantaggi
Riduzione dei costi di gestione della massa monetaria cartacea e metallica rischi di rapine nelle Banche e negli Uffici Postali R. Boni

101 E-procurement Acquisto di beni e servizi tramite strumenti elettronici
2006 Acquisti Pubblica Amministrazione tramite e-procurement hanno superato il valore di € 1,2 miliardi (1 % spesa totale) 90 % acquisti tramite gare online 10 % acquisti su mercati elettronici e su cataloghi online Green Public Procurement Acquisti pubblici attenti ad evitare sprechi, che tengono conto dei fattori ambientali (Fonte: Ricerca dell’Osservatorio e-procurement nella PA della School of Management del Politecnico di Milano - Computerworld Italia ) R. Boni

102 E-recruiting Annunci di ricerca personale via web
Nei paesi dell’Unione Europea ci cono 148 siti di “recruiting” (2007) censiti dagli “Indici dell’occupazione” Monster Employment Index Europe Monster Employment Index Italy Ogni mese gli annunci in rete sono In Europa circa 2,5 milioni In Italia circa 70 mila (Fonte: Il Sole 24 Ore – 18 luglio 2007) R. Boni

103 E-recruiting - Evoluzione
Meta motori di ricerca personale strumenti web che consentono di raggiungere tutti gli annunci presenti in rete e di estrarli in base a: Lavoro desiderato Area geografica preferita Hanno permesso l’evoluzione dell’e-recruiting da “job posting” – pubblicazione di candidature e offerte A “job searching” (Fonte: Il Sole 24 Ore – 18 luglio 2007) R. Boni

104 Colloqui di lavoro virtuali
BNL (Gruppo BNP Paribas) è stata la prima banca italiana a creare su Second Life il sito “BNL Cafè” dove Trovare informazioni su eventi sponsorizzati/promossi (Internazionali di Tennis, Telethon, ecc.) Inviare il proprio Curriculum Fare un colloquio virtuale (dopo aver ricevuto una mail di conferma) Alla data e all’ora stabilita si svolge il colloquio tra Avatar al quale potrà seguire un colloquio effettivo, in base al risultato dell’incontro (Fonte: Il Sole 24 Ore – 18 luglio 2007 – R. Boni

105 Colloqui di lavoro virtuali
Luglio 2007 BNL, con questi strumenti, ha avviato una campagna di reclutamento con l’obiettivo di cercare profili legati al mondo dell’informatica, in particolare IT project manager capaci di pensare e di realizzare prodotti nuovi (Fonte: Il Sole 24 Ore – 18 luglio 2007 – R. Boni

106 E-learning È la nuova frontiera per la diffusione della conoscenza
Richiede però ancora molta ricerca, molti investimenti e un impegno coordinato di molteplici professionalità e tecnologie perché possa dare risultati efficaci a livello di singoli paesi europeo mondiale R. Boni

107 Le aziende più innovative
Ricetta per un’innovazione di successo (secondo il Boston Consulting Group) ricerca tecnologia cultura aziendale L’industria ICT è tra le più innovative Occupa tre delle prime cinque posizioni Apple 1° - Google 2° - Microsoft 5° R. Boni

108 I tre tipi principali di innovazione
La classifica è basata su tre tipi principali di innovazione: di processo di prodotto di modello di business. Accanto a questi tre, secondo Business Week, la Apple ha utilizzato altri tipi di innovazione, nelle seguenti aree: tecnologia, brandig, marketing R. Boni

109 Il ritardo dell’Italia
Nell’utilizzo delle nuove tecnologie l’Italia è in ritardo Nella Pubblica Amministrazione Nelle piccole imprese Questo ritardo ha contribuito a farci diventare il fanalino di coda della Comunità Europea R. Boni

110 Stasi dell’Italia Las stasi nella ricerca e nell’innovazione è sottolineata dal sorpasso dell’India e della Corea del Sud Italia da 5° a 7° posto tra i paesi più industrializzati del mondo È necessario rilanciare l’economia Come ? R. Boni

111 Rilancio dell’economia
Tramite investimenti: In nuove fonti di energia energie rinnovabili nucleare al Torio, sicuro e non utilizzabile a fini militari e Nel trasporto dell’energia elettrica in alta tensione e in corrente continua (high voltage direct current) R. Boni

112 Contrasto della speculazione e riorganizzazione
Tramite: una tassa minima sulle transazioni finanziarie (dell’ordine di € 0,01 - € 0,05 per transazione) un interesse minimo sui depositi di C/C dei clienti pari al tasso di interesse applicato alle Banche dalla BCE la revisione delle funzioni e dei meccanismi organizzativi e retributivi delle strutture ministeriali, parlamentari, giudiziarie, regionali, provinciali e comunali un migliore equilibrio tra le retribuzioni di amministratori e dipendenti delle aziende pubbliche e private R. Boni

113 L’economia siete voi Questa è una breve lista di compiti immani
Sono infatti prevedibili fortissime resistenze corporative e consociative di tutti gli interessati a mantenere lo status quo Ricordate che l’economia siete voi e che potete migliorarla Il futuro è vostro ma dovete immaginarlo e costruirlo R. Boni


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