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I minicaseifici aziendali

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Presentazione sul tema: "I minicaseifici aziendali"— Transcript della presentazione:

1 I minicaseifici aziendali
IMPIANTI E STRUTTURE PER AZIENDE ZOOTECNICHE OPERANTI NEI SETTORI DEL CONSUMO E TURISMO SOSTENIBILI (corso SOSaz) I minicaseifici aziendali Stefania Leonardi Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, la Produzione Animale e la Sicurezza Alimentare – VESPA Università degli Studi di Milano

2 Sommario Analisi del mercato di consumo di formaggi e latticini
Aprire un minicaseificio oggi: perché? Cos’è un minicaseificio Adempimenti per l’apertura di un caseificio aziendale con spaccio di vendita al pubblico Come si realizza un minicaseificio aziendale I costi e il bilancio di un minicaseificio Quanto tempo e lavoro comporta un minicaseificio? I controlli nei minicaseifici: quadro normativo di riferimento

3 Analisi del mercato di consumo di formaggi e latticini

4 Le nuove tendenze alimentari

5 Il consumo di “proteici” negli ultimi 10 anni
Crisi Destrutturazione pasti Attenzione alla salute Nuovo equilibrio (↓ consumo carne, in particolare rossa)

6 La domanda interna di latte e derivati
Negli ultimi dieci anni i nuovi modelli di consumo hanno penalizzato la domanda di latte fresco (minore servizio) e di burro (salutismo), mentre è cresciuta la domanda di formaggi e derivati perché hanno risposto meglio alle mutate esigenze, in termini di: freschezza, funzione d’uso (yogurt), innovazione (older single), prezzo (famiglie con bambini) Driver di crescita

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8 L’alimentazione anticipa un nuovo modello di consumo?
Il modello alimentare emergente potrebbe anticipare per più aspetti quelli che saranno i principi guida del nuovo modello di benessere e consumo: crescente consapevolezza del rapporto alimentazione – benessere - sostenibilità evoluzione del comportamento di acquisto (informazione) e di consumo (meno quantità e sprechi) disponibilità a spendere per un maggiore contenuto di servizio ricerca di leggerezza e salute senza rinunciare al piacere del gusto e alla gastronomia (qualità) arricchimento dell’esperienza di consumo , sul piano: culturale, come interesse per il diverso e il tradizionale (più competenza) sociale, ricerca della convivialità, dello scambio conoscenze/esperienze sul tema “cibo” Le tendenze alimentari di oggi si sposano con il consumo dei formaggi (DOP): una buona base per un ulteriore sviluppo dei consumi

9 Aprire un minicaseificio oggi: perché?
Molti vantaggi per il produttore: assunzione da parte del produttore del “valore aggiunto” del latte che, di solito, è appannaggio di chi acquista il latte dalle stalle; ampliamento delle capacità tecniche aziendali; possibilità di sfruttare utilmente anche piccole produzioni di latte, altrimenti difficilmente vendibili, e/o latte di specie minori (es. ovi-caprine); aumento del valore fondiario dell’azienda. Pag.394 libro Il minicaseificio aziendale vuole rappresentare, per la più parte delle aziende agricole lattifere, un modo per aumentare il valore aggiunto del prodotto latte. Perché questo si verifichi è necessario, oltre che le tecniche e i conti di trasformazione tornino, che il formaggio prodotto sia di facile vendita a prezzi remunerativi. Questo a sua volta si verifica non solo se il prodotto è buono, ma soprattutto se si presenta come un qualcosa di speciale, unico, riconoscibile e quindi in grado di sviluppare nel consumatore quella che gli economisti chiamano ofelimità, che altro non è se non la desiderabilità del bene. Negozi e supermercati sono pieni di formaggi, anche a buoni prezzi spesso stracciati. Mancano, però, perché questo non è il loro business, di quei formaggi tipici, caratteristici, manufatti che oggi, invece, sull’onda imperante della moda per i prodotti alimentari di una volta, del genuino a tutti i costi e dei gioiosi bollettini delle prelibatezze propinati dai media nazionale, i consumatori vogliono, apprezzano e..pagano! Si tratta insomma di quei prodotti, legati al territorio e alla tradizione casearia locale, nei quali le condizioni ambientali e l’abilità manuale del preparatore predominano sulla semplice trasformazione. Prodotti che tanto arrischiscono le nostre mense nelle varie zone del Paese e costituiscono, insieme al vino, una delle ricchezze storiche e culturali del nostro mondo rurale. Questi prodotti alimentari, rinati in tempi recenti, comprendono una vasta categoria di alimenti, comprendente formaggi, salumi, prodotti da forno ecc, che vengono oggi compendiati nei cosiddetti prodotti alimentari tradizionali, che sono, non solo per ragioni storiche, normalmente molto speciali, unici e riconoscibili. Inoltre, i formaggi tradizionali godono, ex lege, per la maggior parte, di “deroghe” rispetto ai requisiti igienico sanitari, deroghe che valgono anche per i minicaseifici aziendali e che difficilmente vengono concesse invece per gli altri formaggi di tipo industriale. Infine, spiccata affezione del consumatore per i prodotti locali e tradizionali ad un prezzo maggiore di questi rispetto ai formaggi industriali

10 Aprire un minicaseificio oggi: perché?
Considerare, però, gli eventuali aspetti negativi: aumentano incombenze e lavoro dell’imprenditore; rappresenta un investimento, a volte consistente, e non flessibile; richiesta di competenze tecniche e abbastanza costose da conseguire all’esterno; consumo di energia e gravo di costi fissi oltre che variabili; necessità di un posto dove collocare il minicaseificio, non sempre facile da trovare in azienda; necessità di cure e investimenti in forme di pubblicità o marketing Capacità imprenditoriali spiccate

11 Adempimenti per l’apertura di un caseificio aziendale con spaccio di vendita la pubblico
PRE-DURANTE COMUNE ASL Richiesta di autorizzazione edilizia al Sindaco del Comune (con progetto) Richiesta di Registrazione/Riconoscimento ex Reg. ti. CE Richiesta di autorizzazione al Comune per lo scarico dei reflui di caseificio Analisi di potabilità dell’acqua FINE LAVORI Relazione Tecnica: Locali Impianti Processi Lavoraz/Trasformazione HACCP + Tracciabilità Allegati: Planimetria, Bollettini pagamento Certificazione dell’installatore per le opere idrauliche ed elettriche VV.FF.

12 Adempimenti per l’apertura di un caseificio aziendale con spaccio di vendita la pubblico
ASL 90 giorni di tempo dalla richiesta per sopralluogo Richiesta di Registrazione/Riconoscimento ex Reg. ti. CE Registrazione e/o Riconoscimento OPPURE Prescrizioni, da esaudire entro 2 mesi Analisi di potabilità dell’acqua Relazione Tecnica: Locali Impianti Processi Lavoraz/Trasformazione Allegati: Planimetria, Bollettini pagamento COMUNE Dichiarazione avviamento attività produttiva (SCIA)

13 Adempimenti per l’apertura di un caseificio aziendale con spaccio di vendita la pubblico
Requisiti Dichiarazione di indennità degli animali lattiferi aziendali da tubercolosi e brucellosi (Veterinario ASL) Denuncia alla AIMA del latte (solo bovino) che si utilizzerà per gli adempimenti “quote latte” Attestato di partecipazione a Corso di Preparazione per l’addetto/i alla produzione Richiesta di numero partita IVA e registratore di cassa bollato (Ufficio IVA e Camera di Commercio Provinciale) Adempimenti necessari per la cartellonistica e/o le indicazioni stardali (ANAS, Provincia, Comune)

14 Cos’è un minicaseificio
Sistema di trasformazione legato e sufficiente per il latte di produzione aziendale, dedicato alla produzione di formaggi da vendersi direttamente al pubblico in azienda e senza, o con minima, acquisizione di latte dall’esterno. Impianto unico, di piccole dimensioni e completo. In genere compatto e monoblocco in grado di assolvere a tutte le operazioni tecniche necessarie alla trasformazione del latte (per tal motivo chiamati “minicaseifici”) racchiudendo in sé tutte le attrezzature casearie e di servizio di un caseificio industriale, in scala ridotta

15 Come si realizza un minicaseificio aziendale
Per la progettazione bisogna considerare: Volume di latte da trasformare Tipo di formaggio prodotto Tipologia delle attrezzature richieste Numero di addetti alla lavorazione Organizzazione del lavoro In fase di progettazione bisogna definire: Ubicazione Dimensioni Locali Materiali da costruzione: vedi normativa Attrezzature Impianti Spaccio aziendale

16 Ubicazione Lontano da fonti di inquinamento (stalla, concimaia, pozzi neri) In locali interni aziendali → purchè non comunicanti direttamente con la stalla e/o altre parti non igieniche e dotati o dotabili di servizi igienici Vantaggio: di più facile realizzazione quando si disponga di locali adatti In questo caso: prima di attuare la sistemazione dei locali scelti, sentire il parere dell’autorità veterinaria dell’ASL locale per stabilire se questi siano idonei All’esterno dell’azienda → purchè non troppo lontano dalla sala di mungitura e raccolta del latte Vantaggio: può permettere di acquistare un modulo già prefabbricato, completo di impianti, igienico e funzionale In questo caso: ditte specializzate forniscono minicaseifici autonomi IMPORTANTE: allacciamento all’acqua → sufficiente e potabile all’energia elettrica (al limite sostituita da un gruppo elettrogeno autonomo) alla fognatura di scarico aziendale (o ad un adeguato pozzo di spurgo)

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18 Dimensioni Dipendono da:
Quantità di latte lavorato, sua variazione nel corso dell’anno e eventuali progetti di ampliamento Si possono tener conto delle seguenti indicazioni: allevamento di capre con kg di latte/giorno di kg: m2 allevamento di capre con kg di latte/giorno di kg: m2 Allevamenti con > n. capi e kg latte/giorno → caseificio di tipo semi-industriale IN GENERALE: per ogni 100 kg di latte giornaliero da trasformare → m2 di superficie utile Schema generale produzione formaggio

19 Schema generale produzione formaggio
per ricavare le operazioni fondamentali che un minicaseificio deve poter compiere in funzione del tipo di prodotto che vuole fabbricare riscaldamento del latte (a vapore o a fuoco di gas) rottura e agitazione della cagliata (in una vasca a caldaia nella quale il latte è stato scaldato, raffreddato e coagulato) travaso della cagliata in appositi stampi (posti su un tavolo che li contiene e permette loro di drenare il siero) sistema di raccolta del siero ( che può essere scaldato e trasformato in ricotta nella stessa vasca nella quale si è lavorato il latte) sistema di salatura dei formaggi cella di maturazione-stagionatura dei formaggi (se l’azienda dispone di cantine adeguate, può essere omessa)

20 Locali MINICASEIFICIO: impianto compatto contenente tutte le attrezzature e impianti necessari allo svolgimento delle operazioni per la fabbricazione di formaggio aziendale e necessita di: un locale per il ricevimento del latte (che può mancare se si lavora latte appena munto) un locale per la lavorazione (dove si sistemano i macchinari di caseificazione ecc e si trasforma il latte) un locale per la salatura dei formaggi ( può non essere necessario se i formaggi si salano in lavorazione o in cella) un locale per la stagionatura ( cella frigorifera o altro locale idoneo, es. cantina) un locale per il deposito dei prodotti e la vendita (che possono essere separati, es. spaccio e deposito) uno o più locali per i servizi igienici (bagno, spogliatoi, ingressi ecc) uno o più locali per centrali termiche e frigorifere (che possono mancare se le caldaie sono accoppiate al sistema di produzione vapore/acqua calda)

21 IMPIANTO COMPATTO PER MINICASEIFICIO:
modello minimo 2x1 m dotato di una caldaietta da 200 l + gruppo generatore di acqua calda

22 PLANIMETRIA IDEALE DI UN MINICASEIFICIO DA 500-1000 lt/giorno
IMPIANTO COMPLETO DA l/giorno: dotato anche di una cella di refrigerazione e servizi igienico-sanitari di base PLANIMETRIA IDEALE DI UN MINICASEIFICIO DA lt/giorno MOVIMENTAZIONE DI COSE E PERSONE: per ragioni igieniche ( e perché prescritto dalle norme sanitarie) uno stabilimento, piccolo ogrande che sia, nel quale si producano alimenti, deve essere disegnato e strutturato in modo da evitare che il percorso nel ciclo di fabbricazione delle materie prime e trasformate e delle persone, si intersechi. Il latte, quindi, deve entrare da una parte, percorrere la sua via di trasformazione ed uscire dal caseificio come prodotto finito, evitando che i formaggi debbano tornare dove si lavora il latte (es. per la slatura o per la stagionatura)

23 IMPIANTO COMPLETO DA 500 l/giorno

24 LAY-OUT DI UN MINICASEIFIO CON DUE CALDAIE DA 500 l

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27 Esempio pratico per dimensionamento locali
Lavorazione di circa 500 l/giorno latte vaccino da trasformare in Caciotte fresche → Resa formaggio: 12 % → ca. 60 kg formaggio al giorno → Caciottine da 800 gr → ca. 75 pezzi al giorno → - con due lavoraz./giorno : 75 stampi - con una lavoraz./giorno : 38 stampi → dimensioni ca cm di diametro con scalzo di 5-7 cm → Salamoia necessaria , data una permanenza di 4 h → volume minimo di 150 l di soluzione → Maturazione media di ca. 6 gg → Spazio in cella: 12 cm x 12cm (caciotte non devono toccarsi) x 75 (pezzi) x 6 gg = ca. 6 m2 che equivale, con scaffali profondi 40 cm (3 formaggi in profondità), a 7 piani di scaffali per ca. 3 m di sviluppo totale, capaci di allocare 450 formaggi Scaffali: possono essere allocati ad angolo all’interno della cella o allineati su una stessa parete → Se anche produzione Ricotta: ca. 400 l di siero x ca. 4% di resa = ca. 16 kg di ricotta + 30 fiscelle da ricotta da 1,5 kg cadauna + spazio aggiuntivo in cella. Spazio locale di lavorazione → caldaietta da 200 l + gruppo generatore acqua calda + spazio per tavoli, stampi attrezzi, ecc (se la salatura si attua in cella frigorifera) MAI INFERIORE A m2

28 Impianti Acqua: potabile per la pulizia e dei locali e delle attrezzature → almeno 5-10 volte il volume del latte che si lavora giornalmente (ca l di acqua x hl di latte) anche non potabile per produrre vapore e per raffreddare gli impianti Aerazione: per allontanare il vapore e l’umidità Illuminazione: il caseificio deve essere ben illuminato, anche con luce artificiale

29 Schema generale produzione formaggio
Attrezzature: quali e di che dimensioni per ricavare le operazioni fondamentali che un minicaseificio deve poter compiere in funzione del tipo di prodotto che vuole fabbricare Schema generale produzione formaggio riscaldamento del latte (a vapore o a fuoco di gas) rottura e agitazione della cagliata (in una vasca a caldaia nella quale il latte è stato scaldato, raffreddato e coagulato) travaso della cagliata in appositi stampi (posti su un tavolo che li contiene e permette loro di drenare il siero) sistema di raccolta del siero ( che può essere scaldato e trasformato in ricotta nella stessa vasca nella quale si è lavorato il latte) sistema di salatura dei formaggi cella di maturazione-stagionatura dei formaggi (se l’azienda dispone di cantine adeguate, può essere omessa)

30 Attrezzature Attrezzature base per la trasformazione del latte:
un serbatoio polivalente per la lavorazione del latte (o caldaia) costituito da un serbatoio, in genere camiciato per lo scambio di calore tra la soluzione circolante nella camiciatura (con vapore e/o acqua calda) e il latte o la cagliata contenuta all’interno per il riscaldamento (o la pastorizzazione) del latte . Questi serbatoi, o meglio caldaiette, sono oggi fatte in acciaio inox, dotate di coperchio e di capacità sufficiente (da 200 a l) dotati di attacchi di collegamento all’acqua fredda (per il raffreddamento) e calda , acqua che deve poter drenare durante le fasi intermedie (coagulazione e lavorazione) durante le quali il mantenimento della temperatura avviene grazie all’isolamento termico del serbatoio stesso. Il serbatoio è poi a volte dotato di un motore al quale si collegano gli attrezzi accessori deputati all’agitazione ed al taglio del coagulo. Questo però può essere omesso quando si preferisca lavorare amano. I serbatoi devono inoltre essere dotati di un una valvola di scarico di adatte dimensioni posta sulla parte bassa della parete, attravarso la quale scaricare latte, siero e cagliata negli stampi. A volte la stessa caldaia può servire anche da serbatoio per la stufatura ponendo al suo interno gli stampi ripieni di cagliata e scaldandoli tramite circolazione di acqua calda nella camiciatura, o da serbatoio per la conservazione refrigerata del latte, raffreddando il latte con circolazione di acqua fredda nella camiciatura della caldaia ed, eventualmente, con serpentino interno, affogato nel latte, nel quale pure circola acqua fredda. In genere il serbatoio caldaia è posto su una piattaforma sopraelevata per permettere lo scarico per gravità di latte, siero e cagliata

31 Attrezzature un sistema di riscaldamento del latte in caldaia a fuoco diretto indispensabile per scaldare il latte o pastorizzarlo prima della coagulazione o un generatore di vapore e/o acqua calda per le caldaiette camiciate , indispensabile per scaldare il latte o pastorizzarlo prima della coagulazione, di potenza e dimensioni adeguate., è più adatto per le caldaiette camiciate. In alcuni tipi di minicaseificio questo generatore fa corpo unico con la caldaia, in altri è separato. Questi generatori possono funzionare a metano, gasolio o anche ad energia elettrica. Per il raffreddamento del latte pastorizzato, si usa in genere l’acqua di pozzo e/o di acquedotto dell’azienda. A volte, però, se il generatore è di notevole potenza, può essere consigliabile ( o obbligatorio se di potenza > Kcal) sistemarlo esternamente al locale caldaia, collegandolo con quetsa tramite tubazioni e valvole. Soluzione per minicaseificio: gruppo generatore nella base inferiore della caldaietta stessa a formare un tutto unico Gruppo energetico per minicaseificio sistemato esternamente al locale caldaie, o all’aperto sotto la tettoia

32 Attrezzature un tavolo spersore utilizzato per alloggiare gli stampi nei quali viene travasata la cagliata e per la prima raccolta del siero (che può essere raccolto, colante dallo spersore, in secchi e/o bidoni). Può essere un piano di legno, molto semplice, oppure un tavolo in acciaio inox di dimensioni adeguate a contenere il numero di stampi sufficiente, se con pareti elevate e doppiofondo (nel quale possono circolare siero o acqua calda) adatto anche alla stufatura dei formaggi. Questo tavolo può anche avere funzione di vasca per l’affioramento della panna del latte da scremare . Tavolo “spersore” in acciaio inox, con coperchio, per l’alloggiamento degli stampi e la “stufatura”

33 Attrezzature una pompa (opzionale perchè il carico e lo scarico possono anche, per piccoli quantitativi, essere fatti manualmente) utilizzata per caricare il latte nel serbatoio, per le operazioni di lavaggio (che possono però anche essere manuali) e per ricaricare il siero nel serbatoio per la fabbricazione della Ricotta. un quadro elettrico di controllo per l’azionamento del generatore di vapore (se si è optato per la caldaietta camiciata) e della pompa ed al quale è collegata in genere una sonda di controllo della temperatura del latte e cagliata posta all’interno del serbatoio ed una seconda sonda per il controllo della temperatura dell’acqua di riscaldamento. un recipiente per la salatura in salamoia si calcola in genere un volume di salamoia pari a 4 volte o più il volume delle forme da salare uno o più lavandini con acqua calda e fredda per il lavaggio degli strumenti e per l’igiene personale un piccolo frigorifero per la conservazione degli agenti coagulanti (caglio, lattoinnesto, sieroinnesto) attrezzi: spino, schiumarola, lira, spannarola, secchi, recipienti, imbuti, vassoi, teli, forme di plastica, metallo o altro materiale, carta assorbente, abbigliamento per il personale strumentazione: phmetro, termometro, densimetro pesa-sale una cella di maturazione refrigerata (quando l’azienda non disponga di cantine e/o grotte adatte allamaturazione dei formaggio, o si intendano produrre formaggi “freschi”) dotata di impianto frigorigeno autonomo elettrico, isolata e scaffalata internamente, di adatte dimensioni per le quantità e caratteristiche dei formaggi che si vogliono produrre, ed all’interno della quale è possibile posizionare un contenitore plastico, di adatte dimensioni, ove porre la salamoia per la salatura dei formaggi

34 E ora, un po’ di esempi… Planimetria e organizzazione di un piccolo caseificio caprino (24 m2) che lavora 100 l di latte/giorno

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39 Per soluzioni minimali → lavorazione giornaliera di 50 lt o meno non è più il caso di parlare di minicaseifici, poiché, in realtà, siamo alle dimensioni di un pentolone, ciononostante, oggi l’industria impiantistica è in grado di fornire, anche per queste quantità, soluzioni tecniche minime (caldaietta e gruppetto riscaldante, di solito elttrico)

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41 I costi e il bilancio di un minicaseificio
L’investimento deve tener conto di: Cosa si vuol fare Dati produttivi prevedibili medi Possibile espandibilità della produzione Attrezzi di servizio indispensabili Ammortamenti che si vogliono realizzare VEDI LIBRO PAG.147 Impostazione di un bilancio economico

42 I costi e il bilancio di un minicaseificio
Calcolo sommario per un minicaseificio da 300 l

43 Valore aggiunto per il latte trasformato
Bilancio economico pag libro e commentarlo

44 I costi e il bilancio di un minicaseificio: alcune importanti considerazioni
Trasformare il latte in azienda in prodotti vendibili e , soprattutto, venderli, non è poi così facile!!! Vendita dei prodotti: rischi tecnici di produzione (es. scarti) serbevolezza frequenza di vendita (giornaliera o settimanale) Qualità dei prodotti: importantissima perché ne determina il loro prezzo → scopo del minicaseificio: prodotti di fascia qualitativa alta, o di tradizionalità, o bioligica o di freschezza riconosciuta dal consumatore e quindi in grado di spuntare prezzi mediamente più elevati degli altri prodotti biologici I prodotti non si vendono da soli! → attrarre i clienti

45 Quanto tempo e lavoro comporta un minicaseificio?
Esempio: minicaseificio aziendale “tipo” Impianto base → da due caldaiette accoppiate da ca. 200/300 l l’una → gruppo produzione acqua calda direttamente accoppiato alle caldaiette → trasformazione di 200 o 400 l di latte/dia (una o due lavorazioni) in Caciottine e Ricotta

46 I controlli nei minicaseifici: quadro normativo di riferimento
Fino alla fine anni ‘90 → LEGGE 283/62 e relativo regolamento attuativo DPR 327/80 Anni ‘90 → Problema Listeria monocytogenes CE emana: Direttiva 93/43 → stabilisce nuovi criteri generali per l’industria alimentare, compreso l’obbligo dei controlli con il metodo HACCP Direttiva 92/46 → detta regole precise di filiera vericale per il settore lattiero-caseario, imponendo, con stringenti tabelle, limiti e controlli microbiologici per latte e latticini Italia recepisce tali Direttive nel 1997 con DPR 155 e 54/97

47 I controlli nei minicaseifici: quadro normativo di riferimento
Dal 2000 → Problema BSE CE emana: Regolamento (CE) 178/2002→ tracciabilità e rintracciabilità → metodi di controllo sulla salubrità dei prodotti vengono estesi ad ogni possibile stadio della catena produttiva e di questi controlli si deve tenere traccia documentata Regolamenti del “Pacchetto Igiene”: 852/2004 → sull’igiene dei prodotti alimentari 853/2004 → stabilisce norme specifiche in materia di igiene degli alimenti di origine animale 854/2004 → stabilisce norme specifiche per l’organizzazione di controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano 882/2004 → relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e benessere degli animali Nuova visione e sistemi di controllo: NON più norme di filiera verticale MA di filiera ORIZZONTALE 2005→ Regolamento (CE) 2073/2005→nuovi criteri di sicurezza e controllo per i prodotti alimentari : semplificazione sia dei criteri che dei limiti di ricerca e analisi; definisce le “fasi di applicazione” di questi sui prodotti e/o processi 2007→ DL 193/07 → abroga DPR 54/97 e art. 2 Legge 283/62 → entrata in vigore Reg. CE 852, 853, 854, 882/2004

48 I controlli nei minicaseifici: quadro normativo di riferimento
MINICASEIFICIO AUTORITA’ PUBBLICHE Analisi per verificare rispondenza igienico sanitaria di latte e prodotti CONTROLLATO CONTROLLORE PRODUTTORE Preparare il piano di autocontrollo, approvato dall’Autorità, ed eseguire e registrare le analisi Pagg libro

49 I controlli nei minicaseifici: quadro normativo di riferimento
Regolamenti CE “MANUALE INTERNO DI AUTOCONTROLLO DELL’AZIENDA” basato su: accertamento del rischio controlli degli stessi adottati in azienda nell’ambito della produzione CON IL METODO HACCP→ per effettuare i controlli e le analisi capaci di garantire la salubrità dei prodotti Regolamenti CE 2073/05 e 853/04 Piano di campionamento per il controllo di: latte crudo aziendale → criteri di controllo molto larghi e limitati alla carica microbica totale (< ) alla carica delle cellule somatiche (< ) ed all’assenza di antibiotici prodotti → individuare e indicare i criteri di controllo analitici per l’igiene del processo e quelli per la sicurezza alimentare del prodotto Meno controlli e con limiti meno restrittivi, ma indicano esattamente i momenti nei quali i controlli devono essere effettuati

50 I controlli nei minicaseifici: quadro normativo di riferimento
Regolamento CE 178/02 Gestore del minicaseificio che usa proprio latte deve: registrare origine del proprio latte (la propria) dimostrare con che mangimi è stato prodotto (conservando certificati dei diversi mangimi) registrare quanto e quando latte prodotto (ora della munta e della trasformazione) è stato utilizzato annotare se latte utilizzato era refrigerato e/o subito trattamenti termici e quali (es. pastorizzazione) registrare provenienza, utilizzo , quantità degli altri ingredienti caseificio (caglio, fermenti, sale ecc) e conservarne la documentazione del fornitore relativa alla salubrità.

51 Grazie dell’attenzione


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