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Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 E LALLARGAMENTO DELLUNIONE EUROPEA Anno Accademico 2005/2006 A cura di Mirko Bonetti.

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1 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 E LALLARGAMENTO DELLUNIONE EUROPEA Anno Accademico 2005/2006 A cura di Mirko Bonetti

2 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili Riferimenti bibliografici (1) Bonetti M. (2003), Attualità e prospettive dellallargamento ai Paesi candidati in Il sistema agro-alimentare in Emilia-Romagna – Rapporto 2002, (a cura di) Fanfani R., pp.43-48, Ed.Franco Angeli, Milano; Bonetti M. (2004), Attualità dellallargamento ai Paesi candidati in Il sistema agro-alimentare in Emilia-Romagna – Rapporto 2003, (a cura di) Fanfani R., pp.53-56, Ed.Franco Angeli, Milano; Bonetti M. (2005), Lo scenario agricolo nei nuovi Paesi membri in Il sistema agro-alimentare in Emilia-Romagna – Rapporto 2004, (a cura di) Fanfani R., pp.43-44, Ed.Franco Angeli, Milano; Viesti G., Prota F. (2004), La politica regionale e lampliamento dellUnione in Le politiche regionali dellUnione Europea, pp.139-167, Ed. Il Mulino; Commissione europea (1997), Agenda 2000; Commissione europea (1999), Agenda 2000 – Rafforzare e ampliare lUnione europea; Commissione europea (2001), Prosegue lallargamento dellUnione europea;

3 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili Riferimenti bibliografici (2) Commissione Europea (2004), Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale; Commissione Europea (2005), Terza relazione intermedia sulla coesione: verso un nuovo partenariato per la crescita, loccupazione e la coesione; INEA (1999), La riforma della PAC in AGENDA 2000, Roma 1999. Siti consigliati www.europa.eu.int

4 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LUNIONE EUROPEA PRIMA DI AGENDA 2000 (1999)

5 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LUNIONE EUROPEA PRIMA DI AGENDA 2000 (1999) 15 Paesi membri Libera circolazione delle persone, dei beni e dei capitali Mercato Unico Nascita delleuro Necessità di modernizzare le grandi politiche e porre le basi per lallargamento a nuovi Paesi Formazione di un nuovo Parlamento e di una nuova Commissione

6 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 16 Luglio 1997 Agenda 2000 Il presidente della Commissione Europea, Jacques Santer, presenta al Parlamento Europeo il documento Agenda 2000, che rappresenta la base programmatica per le future politiche dellUE. 26 marzo 1999 A Berlino lUnione europea approva ufficialmente questo documento programmatico Obiettivi prefissati: Sviluppo aree svantaggiate Produzioni di qualità Garanzia di reddito agli agricoltori Efficienza dellimpegno finanziario Porre le basi per lallargamento a 13 nuovi Paesi

7 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA2000 Per unEuropa più forte e più ampia La sfida dellampliamento Pareri della Commissione europea

8 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 Sviluppo delle politiche interne Obiettivi: Creare le condizioni per una crescita durevole e creatrice di posti di lavoro sfruttare i vantaggi delleuro e del Mercato Unico sviluppo delle infrastrutture Sviluppo della ricerca e delle nuove tecnologie migliorare la competività dellUe

9 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 Sviluppo delle politiche interne Obiettivi: Occupazione decentramento agli Stati membri delle competenze in materia di politica del lavoro riforma pensionistica e assistenza sanitaria Aumentare il benessere e la qualità della vita sicurezza alimentare maggior attenzione al rispetto delle norme ambientali

10 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 Coesione economica e sociale Obiettivi: Riduzione delle disparità Fondi strutturali (politiche regionali) Investimenti nelle infrastrutture e nella formazione delle regioni svantaggiate Concentrazione del sostegno finanziario Gestione decentrata Finanziamenti mirati (a lungo termine) Fondo di coesione

11 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 Quadro finanziario 2000 – 2006 (Ue – 15) Impegni totali: 646 miliardi di euro Impegni totali: 646 miliardi di euro Agricoltura: 298 miliardi di euro (46%) Agricoltura: 298 miliardi di euro (46%) Sviluppo sostenibile: 267 miliardi di euro (90%) Sviluppo sostenibile: 267 miliardi di euro (90%) Sviluppo rurale: 31 miliardi di euro (10%) Sviluppo rurale: 31 miliardi di euro (10%) Interventi strutturali: 213 miliardi di euro (33%) Interventi strutturali: 213 miliardi di euro (33%) Fondi strutturali: 195 miliardi di euro (91%) Fondi strutturali: 195 miliardi di euro (91%) Fondo di coesione: 18 miliardi di euro (9%) Fondo di coesione: 18 miliardi di euro (9%) Politiche interne: 44 miliardi di euro (7%) Politiche interne: 44 miliardi di euro (7%) Aiuti pre adesione: 22 miliardi di euro (3%) Aiuti pre adesione: 22 miliardi di euro (3%)

12 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 Quadro finanziario 2000 – 2006 (Ue – 15) – milioni di euro Fonte: Commissione europea

13 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 La politica agricola comunitaria (PAC) prima di Agenda 2000 Introdotta nel 1957 con i Trattati di Roma Mira a garantire agli agricoltori un reddito sufficiente politica di sostegno dei prezzi Pressione dei mercati internazionali Riforma Mac Sharry (1992) politica di sostegno dei redditi

14 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 La politica agricola comunitaria (PAC) con Agenda 2000 Proseguimento della riforma Mac Sharry (1992) Graduale passaggio dalla politica di sostegno dei prezzi alla politica di sostegno dei redditi Sviluppo di una politica rurale Semplificazione della normativa a livello comunitario e decentralizzazione delle politiche Approvazione delle organizzazione comuni di mercato (OCM) per i settori seminativi, carni bovine, lattiero caseario e vinicolo

15 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 La politica agricola comunitaria (PAC) con Agenda 2000 Obiettivi: - -miglioramento della competitività sui mercati interni ed esteri - -Sicurezza e qualità dei prodotti - -Stabilità dei redditi agricoli ed equo livello di vita per la popolazione agricola - -Maggiore attenzione al rispetto delle norme ambientali

16 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 La politica agricola comunitaria (PAC) con Agenda 2000: lo sviluppo rurale La politica di sviluppo rurale punta allo sviluppo sostenibile delle aree rurali europee. Ciascuno Stato membro presenta un proprio programma, che ottiene un finanziamento da parte dellUnione europea. I programmi, definiti come Piani di Sviluppo Rurale (PSR), possono riguardare misure quali gli aiuti agli investimenti aziendali, gli aiuti ai giovani agricoltori, corsi di formazione professionale, promozione di metodi di produzioni rispettosi per lambiente, iniziative volte alla promozione di sviluppo locale.

17 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 Politica regionale Obiettivo: riduzione delle disparità regionali (coesione socio-economica) (coesione socio-economica) concentrazione del sostegno finanziario per aumentare lefficacia e lefficienza degli interventi concentrazione del sostegno finanziario per aumentare lefficacia e lefficienza degli interventi (riduzione del numero di obiettivi da 7 a 3) (riduzione del numero di obiettivi da 7 a 3) La Commissione europea pubblica periodicamente il rapporto sulla coesione economica sociale (1997, 2001, 2004) e la relazione intermedia sulla coesione economica sociale (2002, 2003, 2005)

18 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 Politica regionale: come sono cambiati gli obiettivi (1994 – 1999)Agenda 2000 Obiettivo 1 (regioni in ritardo di sviluppo, PIL < 75% Ue) Obiettivo 6 (regioni scarsamente popolate) Obiettivo 1 (regioni in ritardo di sviluppo, PIL < 75% Ue) Obiettivo 2 (zone in declino industriale) Obiettivo 5b (zone rurali) Obiettivo 2 (regioni in crisi strutturale Obiettivo 3 (lotta alla disoccupazione ed inserimento giovani Obiettivo 4 (adeguamento professionale lavoratori) Obiettivo 3 (risorse umane

19 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 Politica regionale: gli obiettivi prioritari Obiettivo 1: regioni in ritardo di sviluppo promuovere lo sviluppo e ladeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo. Tali regioni sono caratterizzate da un livello del PIL < 75% rispetto alla media comunitaria (60 regioni, 22% della popolazione). Obiettivo 2: regioni in crisi strutturale favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali. Tali regioni sono caratterizzate da un elevato tasso di disoccupazione. Obiettivo 3: istruzione, formazione e occupazione favorire ladeguamento e lammodernamento dei sistemi distruzione, formazione e occupazione. Sono escluse le regioni dellObiettivo 1.

20 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 I fondi strutturali 2000 - 2006 Obiettivo 1 Obiettivo 2 Obiettivo 3 Definizione Regioni in ritardo di sviluppo Regioni in crisi strutturale Istruzione, formazione ed occupazione Fondi Ue (miliardi di euro) 135,922,5024,05 Fondi FESR, FSE, FEOGA, SFOP FESR, FSE FSE Popolazione interessata (%) 2218 Non rilevante Fonte: Commissione europea

21 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili AGENDA 2000 Il fondo di coesione I finanziamenti relativi al fondo di coesione sono destinati ai Paesi comunitari con un PIL inferiore al 90% della media Ue (Grecia, Irlanda, Spagna, Portogallo). - progetti ambientali (ambiente e sviluppo sostenibile) - progetti in materia di infrastrutture dei trasporti Dotazione 2000-2006: 28.212 milioni di euro (a prezzi 2004) Dotazione 2000-2006: 28.212 milioni di euro (a prezzi 2004) Spagna: 12,4 milioni di euro in media Portogallo: 3,4 milioni di euro in media Irlanda: 584 mila di euro in media (fino al 2003) Grecia: 3,4 milioni di euro in media

22 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili I PAESI DELLUNIONE EUROPEA 1957: 6 Paesi (Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda) 1973: 9 Paesi (Danimarca, Irlanda, Regno Unito) 1981-1986: 12 Paesi (Grecia, Portogallo, Spagna) 1995: 15 Paesi (Austria, Finlandia, Svezia) 2004: 25 Paesi (Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Rep.Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria)

23 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili Allargamenti precedenti dellUnione

24 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LUnione a 25 Paesi (1/5/2004) PT FR ES IT IE UK BE LU NL DE DK GR AT SI SE FI PL CZ SK HU EE LV LT MT CY

25 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili ALLARGAMENTO: LEGISLAZIONE Ogni Stato Europeo […] può domandare di diventare membro dellUnione. Esso trasmette la sua domanda al Consiglio, che si pronuncia allunanimità, previa consultazione della Commissione e previo parere conforme del Parlamento europeo, che si pronuncia a maggioranza assoluta dei membri che lo compongono (Trattato sullUnione europea) Gli Stati membri definiscono una lista di criteri che gli Stati candidati devono soddisfare prima delladesione Lo Stato candidato si impegna a rispettare tutte le norme esistenti che regolano il funzionamento del mercato unico allinterno dellUE (acquis comunitario)

26 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili CRITERI DI ADESIONE Stabilità delle istituzioni elezioni libere e democratiche tutela dei diritti umani rispetto e protezione delle minoranze Economia di mercato funzionante liberalizzazione dei prezzi e degli scambi stabilità macroeconomica Avvio dei negoziati di adesione

27 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili NEGOZIATI DI ADESIONE 31 capitoli In relazione alle singole norme dell acquis comunitario ciascun Paese candidato comunque può chiedere delle deroghe oppure degli opportuni adattamenti. Ingresso nellUE

28 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LITER DELLALLARGAMENTO: tappe principali Giugno 1993: Consiglio Europeo di Copenaghen - giudizio positivo alladesione di 13 paesi associati Bulgaria, Cipro, Rep.Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Turchia Dicembre 1994: Vertice di Essen - elaborazione di una strategia di preadesione

29 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LITER DELLALLARGAMENTO: tappe principali Dicembre 1997: Vertice di Lussemburgo - inizio dei negoziati a marzo 1998 con sei paesi Cipro, Rep.Ceca, Estonia, Ungheria, Polonia, Slovenia Marzo 1999: Vertice di Berlino - disposizioni finanziarie dellallargamento dei sei paesi (primo gruppo)

30 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LITER DELLALLARGAMENTO: tappe principali Dicembre 1999 - inizio dialoghi con il secondo gruppo Romania, Slovacchia, Lettonia, Lituania, Bulgaria e Malta Dicembre 2000: Vertice di Nizza - necessità di una radicale riforma istituzionale

31 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LITER DELLALLARGAMENTO: tappe principali Giugno 2001: Vertice di Goeteborg - conclusione dei negoziati per il 2002, al fine di consentire ai nuovi Paesi di presentare candidati propri alle elezioni europee del 2004 Dicembre 2001: Vertice di Laeken - conferma delladesione per dieci Paesi nel 2004 Cipro, Rep.Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Slovacchia, Malta, Polonia e Slovenia

32 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LITER DELLALLARGAMENTO: tappe principali Ottobre 2002: - Conferma delladesione dei dieci Paesi, mentre per Bulgaria e Romania lingresso dovrebbe essere previsto per il 2007. Lingresso della Turchia invece è ancora rimandato. Dicembre 2002: Consiglio di Copenaghen - benvenuto formale nellUE ai nuovi Paesi Giugno 2003: Trattato di Atene - ufficialità ingresso dieci nuovi Stati a partire dal 1 maggio 2004

33 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili I NUOVI PAESI: iniziale suddivisione (dati 1999) 1.Aree metropolitane incremento delloccupazione nei servizi posizione geografica favorevole infrastrutture sviluppate livello elevato di investimenti 2.Regioni situate sul confine occidentale posizione geografica favorevole infrastrutture migliori turismo 3.Aree più svantaggiate (regioni rurali dellEst) infrastrutture carenti prevalenza del settore agricolo calo delloccupazione 4.Vecchie regioni industriali (zone a Nord Ovest della Polonia) Privatizzazione, ristrutturazione e chiusura delle imprese pubbliche Elevato livello di disoccupazione

34 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili I NUOVI PAESI: principali indicatori (2003) Fonte Eurostat +20%+23%-8%

35 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili I NUOVI PAESI: PIL pro capite (2003) Fonte Eurostat

36 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili I NUOVI PAESI: tasso di crescita reale economica Fonte Eurostat

37 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili I NUOVI PAESI: altri indicatori (2002) Fonte Eurostat

38 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili I NUOVI PAESI: suddivisione degli occupati (2002) Fonte Eurostat

39 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili I NUOVI PAESI: il ruolo dellagricoltura (2002) * 2001 Fonte Eurostat +7%+28%+59%

40 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili I NUOVI PAESI: prime considerazioni Diversa realtà socio-economica dei nuovi Paesi Tendenza positiva di crescita economica dovuta a: Aiuti comunitari (es. programmi di preadesione) Investimenti delle aziende occidentali (es.privatizzazioni) Possibilità di utilizzare una parte di questi contributi per migliorare le proprie infrastrutture e la propria produttività Problema della disoccupazione Dotazione inadeguata di capitale fisico ed umano, mancanza di capacità innovativa ed amministrativa Importante ruolo del settore agricolo

41 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LA NUOVA UE: le disparità regionali 1. 1.Il rapporto tra il 10% delle regioni più ricche e quelle più povere salirà al 4,4 rispetto allattuale 2,6 (UE-15) 2. 2.Attualmente 48 regioni (18% della popolazione dellUE-15) hanno un PIL < 75% delle media comunitaria; nellUE-25 soltanto 30 regioni dellattuale UE-15 (12% della popolazione) rimarranno al di sotto di tale soglia. NellUE-27 le regioni sarebbero solo 18 (6% della popolazione)

42 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LA NUOVA UE: le disparità regionali 3. NellUE – 25 il 25% della popolazione complessiva vivranno in regioni al di sotto della soglia del 75%. Di questi 116 milioni, 6 su 10 vivranno in regioni dei futuri Stati membri. 4.Occorrono 3 milioni di nuovi posti di lavoro per allineare il livello medio delloccupazione nei nuovi Stati al livello dellUE

43 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LE POLITICHE COMUNITARIE La priorità principale è cercare di ridurre le disparità socio-economiche tra i vecchi e nuovi Stati membri dellUE e stabilire una linea politica uguale per tutti 1. 1.Programmi di preadesione 2. 2.Politica agricola comunitaria 3. 3.Politica regionale

44 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LE POLITICHE COMUNITARIE (voci principali di spesa in milioni di euro) Fonte Commissione Europea

45 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili I PROGRAMMI DI PREADESIONE PHARE : adeguamento delle infrastrutture dei Paesi candidati alla gestione dei fondi strutturali assegnati dopo ladesione. Dotazione finanziaria annua: 1.600 milioni di euro. ISPA : si occupa di trasporti e ambiente. Per i progetti relativi allambiente il programma potrebbe finanziare fino all85% del costo del progetto. Dotazione finanziaria annua: 1.000 milioni di euro. ISPA : si occupa di trasporti e ambiente. Per i progetti relativi allambiente il programma potrebbe finanziare fino all85% del costo del progetto. Dotazione finanziaria annua: 1.000 milioni di euro. SAPARD : si occupa di agricoltura e sviluppo rurale. Gestito direttamente dalle autorità nazionali di ciascun Paese candidato. I progetto prevedono un cofinanziamento del Paese richiedente, pari al 25%, e nel caso di investimenti dei privati, un cofinanziamento degli stessi per un importo pari al 50%. Dotazione finanziaria annua: quasi 530 milioni di euro.

46 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili Programma PHARE - Finanziamenti dei progetti di gemellaggio nel periodo 1990-2002 – milioni di euro Fonte: Commissione Europea Totale finanziamenti concessi: 15 miliardi di euro

47 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili Programma ISPA - Allocazione annuale tra i Paesi candidati per il 2002 (milioni di euro) Fonte: Commissione Europea

48 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili Programma SAPARD - Allocazione indicativa annuale tra i Paesi candidati per il 2002 (migliaia di euro) Fonte: Commissione Europea

49 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili Programma SAPARD – Numero dei progetti nel periodo 2001-2003 Fonte: Commissione Europea Polonia2.321 Rep.Ceca1.031 Estonia766 Lettonia744 Bulgaria382 Ungheria365 Lituania318 Romania170 Slovacchia101 Slovenia68 Totale6.266

50 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA Principale voce di spesa del bilancio comunitario (oltre il 42%) Ultimo capitolo ad essere chiuso nei negoziati di adesione La MTR della PAC (luglio 2003) prevede: 1. 1.Disaccoppiamento dei pagamenti diretti 2. 2.Modulazione 3. 3.Maggiore attenzione allambiente 4. 4.Disciplina finanziaria (tetto massimo di spesa) Evidenti difficoltà di applicazione della PAC nei nuovi Paesi Nuove misure introdotte per i nuovi Paesi (ottobre 2003) 1. 1.Phasing in e top up (pagamenti diretti) 2. 2.Applicazione della modulazione solo nel 2013

51 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA Phasing in e top-up dei pagamenti diretti Fonte Commissione Europea

52 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili POLITICHE REGIONALI Rappresenta il 30-35% delle spese comunitarie Obiettivo: ridurre le disparità regionali Comprende due voci di spesa: 1. 1.Fondi strutturali 2. 2.Fondo di coesione Lallargamento dellUnione europea implica una sostanziale revisione di tale politiche

53 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili I COSTI DELLALLARGAMENTO Fonte Commissione Europea

54 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili I COSTI DELLALLARGAMENTO (spesa aggiuntiva per il 2004) Fonte Commissione Europea

55 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LE POLITICHE FUTURE: il nuovo Obiettivo 1 UE – 15: 60 regioni Obiettivo 1, 83 milioni di abitanti (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) Alcune di queste regioni, tra cui la Sardegna, hanno già superato, stando ai dati riferiti al 2001, tale soglia. Di conseguenza le regioni dellUE-15 che rientrano allinterno dellobiettivo 1 sono 48. 20 regioni (circa 21 milioni di abitanti) usciranno dallObiettivo 1 per un semplice effetto statistico (tra cui la Basilicata)

56 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LE POLITICHE FUTURE: il nuovo Obiettivo 1 Suddivisione delle 20 regioni (ex Ob.1 per effetto statistico) Belgio: 2 (1,3 milioni di abitanti) Germania: 3 (10 milioni di abitanti) Grecia: 3 (meno di 2 milioni di abitanti) Italia: 1(600 mila abitanti) Portogallo: 2 (600 mila abitanti) Regno Unito: 3 (meno di 4 milioni di abitanti) Spagna: 6 (3 milioni di abitanti)

57 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LE POLITICHE FUTURE: il nuovo Obiettivo 1 Germania: da 9 a 2 regioni Maggior numero di regioni escluse dallOb.1, principalmente per leffetto statistico Spagna: da 10 a 5 regioni Riduzione del 50% delle regioni Ob.1, dovuto allo sviluppo economico Italia: da 6 a 4 regioni Diventerebbe il Paese con la più ampia popolazione in Ob.1 Esclusione delle regioni irlandesi ed austriache

58 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LE POLITICHE FUTURE La linea politica prevista per il 2006-2013 avrà 3 obiettivi: 1. 1.Convergenza (regioni Ob.1): per le regioni colpite dalleffetto statistico è stato proposto di introdurre un regime di sostegno transitorio (fino al 2013). I programmi saranno sostenuti dal FESR, dal FSE e dal Fondo di Coesione 2. 2.Competitività regionale ed occupazionale: finanziato dal FESR per la parte regionale e dal FSE per la parte occupazionale, ha come destinatari le regioni escluse dal primo punto 3. 3.Cooperazione territoriale: finanziato dal FESR punta a promuovere lo sviluppo urbano, rurale e costiero

59 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LE POLITICHE FUTURE Il piano finanziario prevista per il 2006-2013 prevede 336,3 miliardi di euro e sarà così suddiviso: 1. 1.Convergenza : 78% 2. 2.Competitività regionale ed occupazionale: 18% 3. 3.Cooperazione territoriale: 4%

60 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili LE POLITICHE FUTURE: IL LAVORO Possibile flusso migratorio tra i vecchi ed i nuovi Paesi regime transitorio in materia di immigrazione: Ciascuno dei 15 Stati può sospendere la libera circolazione dei lavoratori per un periodo massimo di 7 anni: Prima fase (2 anni): ciascun Paese sceglie la propria linea politica Seconda fase (3 anni): a discrezione di ciascun Paese, che può decidere se continuare o meno la politica adottata nella fase precedente Terza fase (2 anni): possibile solo in caso del verificarsi di una grave minaccia per il mercato del lavoro

61 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili CONCLUSIONI CONCLUSIONI Il 1 maggio 2004 è nata la nuova UE-25: quinto allargamento, decisamente il più complesso, ma anche il più ambiziosoIl 1 maggio 2004 è nata la nuova UE-25: quinto allargamento, decisamente il più complesso, ma anche il più ambizioso Le politiche comunitarie verranno adattate alla luce di questo allargamento (es. PAC, politiche regionali)Le politiche comunitarie verranno adattate alla luce di questo allargamento (es. PAC, politiche regionali) Obiettivi di ogni allargamento, sono lintegrazione fra i vari Paesi, il benessere dei cittadini e il rafforzamento dellUnione europea a livello mondiale, ma questa sfida è decisamente più complessa rispetto a quanto successo negli allargamenti precedentiObiettivi di ogni allargamento, sono lintegrazione fra i vari Paesi, il benessere dei cittadini e il rafforzamento dellUnione europea a livello mondiale, ma questa sfida è decisamente più complessa rispetto a quanto successo negli allargamenti precedenti

62 Corso di Politica Economica – Prof. R.Fanfani – C.Brasili CONCLUSIONI CONCLUSIONI I prossimi obiettivi:I prossimi obiettivi: Ingresso della Bulgaria e della Romania (2007)Ingresso della Bulgaria e della Romania (2007) Ingresso della TurchiaIngresso della Turchia Analisi della richiesta di adesione della CroaziaAnalisi della richiesta di adesione della Croazia Ampliamento dellunione monetaria verso i nuovi Paesi (Estonia e Slovenia)Ampliamento dellunione monetaria verso i nuovi Paesi (Estonia e Slovenia)


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