La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

DALLA SOCIETA’ INDUSTRIALE ALLA SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "DALLA SOCIETA’ INDUSTRIALE ALLA SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE"— Transcript della presentazione:

1 DALLA SOCIETA’ INDUSTRIALE ALLA SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE
Ralph Dahrendorf (1964): Emergere della classe media Sviluppo del settore terziario Caduta della centralità dell’industria Istituzionalizzazione del conflitto Knowledge makers (Touraine)

2 Daniel Bell (1965): Sviluppo del terziario
DALLA SOCIETA’ INDUSTRIALE ALLA SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE Daniel Bell (1965): Sviluppo del terziario Centralità del sapere tecnico e manageriale Fine delle ideologie Sviluppo del benessere Sviluppo dell’informazione

3 UNA SOCIETA’ POST-MODERNA ?
Crisi della modernità (F. Lyotard, 1985) Caduta delle ideologie Crisi della scienza Delocalizzazione produttiva Incertezza Fine della Storia

4 Alcuni temi del dibattito sulla postmodernità
Dalla logica del cambiamento alla logica della sopravvivenza (D. Harvey, 1993) Complessità, incertezza e particolarismo (R. Dahrendorf, 1995) Mercificazione globale e gestione scientifica dei consumi (K.Robins, F. Webster, 1989) Abbassamento della qualità della vita (F. Hirsch, 1981)

5 ma anche… CONTRO LA POST - MODERNITA’ GIDDENS (1991):
Sviluppo dell’informazione e della consapevolezza sociale (D. Bell, 1979) Sviluppo tecnologico e diffusione dell’informazione (A. Toffler, 1987) Sviluppo democratico di una società reticolare (J. Naisbitt, 1984) La cultura come fattore strategico del mutamento (W. Griswold, 1994) GIDDENS (1991): CONTRO LA POST - MODERNITA’

6 Il modello di Beck Globalismo: equivale alla visione che vede prevalere il mercato globale e le ideologie neoliberiste, trascurando tutte le altre disgiunzione tra politica ed economia le voci contrarie al globalismo (i protezionisti) chiedono agli stati di operare (o di tornare ad operare) in campi in cui non sono più i padroni: Globalità o cosmopolitismo: la visione della società mondiale, un ambito in cui gli spazi chiusi non esistono, la coesistenza e la mutua interdipendenza impediscono l’isolamento. Mutamento nella percezione individuale e collettiva dei legami reciproci tra le società La globalità è irreversibile: non si può dimenticare La globalizzazione politica: processo mediante il quale lo stato-nazione e la sovranità sono condizionati da attori transnazionali Questo processo ha implicazioni di spazio di tempo e di flussi ma non porta alla progressiva integrazione La società mondiale non è una mega-società nazionale. E’ un non stato mondiale, una soc mondiale senza governo mondiale.

7 La teoria egemonica della globalizzazione
La teoria egemonica sostiene che l’ordine internazionale è creato e mantenuto da uno stato egemonico che tende a sagomare a proprio vantaggio le relazioni tra gli stati in (1) modo coercitivo (imperialismo), (2) basandosi sulla convergenza di interessi o (3) mediante la creazione di istituzioni multilaterali basate sul mutuo consenso in grado di oscurare la gerarchia esistente (moderazione strategica) Nella Guerra Fredda gli USA crearono un sistema ‘costituzionale’ e ‘vischioso’ in cui limiti e possibilità dello stato leader erano codificati. Perché accettare di vedere imbrigliata la propria potenza? 1. Un sistema istituzionalizzato preserva la durevolezza della potenza egemonica (è un investimento egemonico nel futuro) 2. Un sistema istituzionalizzato permette di ridurre i ‘costi di imposizione dell’ordine egemonico’ Alcuni autori (Ikenberry, Nye e Gilpin) sostengono, anche se con differenze tra loro, che le dinamiche di globalizzazione economica (neoliberismo), politica (creazione, implementazione e rafforzamento di organi sovrastatali e istituzioni internazionali) e culturale (soft power) non sono altro che il riflesso del tentativo statunitense (avallato dal mondo industriale avanzato) di sagomare il panorama globale e transnazionale in modo da perpetuare la superiorità raggiunta dopo la fine della Guerra Fredda attraverso una politica predeterminata definita ‘moderazione strategica

8 Sociologia e Globalizzazione
La trappola del nazionalismo sociologico: le motivazioni teoriche ed empiriche L’urgenza contemporanea di una visione transnazionale dei fenomeni sociali (società civile mondiale, ecologismo, migrazioni, fusione di realtà statuali) La Sociologia della globalizzazione - Gli scettici: processi in corso non omogenei e uniformi; concetto non definibile sul piano empirico e quindi non rilevante; visione neomarxista: mito disciplinare e prodotto ideologico (giustificazione della flessibilità, neoimperialismo capitalista); visione realista: dinamiche in atto prodotto delle volontà delle grandi potenze in un sistema reso stabile dall’egemonia unipolare statunitense

9 Globalizzazione Le risposte:
multidimensionalità: il processo non deve manifestarsi allo stesso modo e contemporaneamente in ogni luogo rigetto del fondamentalismo sociologico globalista quale volgarizzazione e banalizzazione dei processi globali identificazioni delle dinamiche regionali e locali e sviluppo di analisi glocali collocazione temporale e analisi sociostorica delle varie estrinsecazioni dei fenomeni globali per evitare meccanicismi lineari e predeterminazioni teleologiche dell’avvento di una società mondiale analisi del panorama transnazionale multicentrico Le novità di ordine sociale -

10 L’interesse sociologico per la globalizzazione
1. Il passaggio da comunità a società; da società a società civile globale 2. La ridefinizione del rapporto sociologico tra stato e società globale. Fine del nazionalismo sociologico (lo stato come entità collettiva di organizzazione, lo stato dei vecchi sociologi e quello attuale) 3. I nuovi doveri della sociologia: la ricerca del rapporto tra individuo e temi globali. 4. L’interdipendenza Ogni invenzione, ogni crisi, ogni catastrofe riguarda il mondo intero. 5. Il rapporto tra stato e globalizzazione: la perdita di valore della sovranità e della territorialità e la intermestic reality 6. Le differenti visioni della globalizzazione: le interpretazioni monocausali il modello triadico di Beck il modello egemonico (After Victory e moderazione strategica) le interpretazioni postmoderniste

11 IL “SISTEMA MONDO” SECONDO I. WALLERSTEIN
* CENTRO DEL MONDO: Paesi ad industrializzazione avanzata dell’Occidente * SEMI-PERIFERIA: Paesi industrializzati dell’est europeo e del sudest asiatico NIC’s New Industrialized Countries * PERIFERIA: Paesi in via di sviluppo * EXTRA-PERIFERIA: Paesi poveri

12 Wallerstein e il primato dell’economia-mondo capitalista/1
Matrice marxista e influenzata dagli “studi di lungo periodo” di Braudel. Le singole società-stato sono accorpate in un unico sistema-mondo nel quale tutti gli attori sociali (politici ed economici) sono divisi in un solo quadro concettuale di riferimento che è quello economico – capitalistico –mondiale. Tale dinamica, per quanto in forte accelerazione nel contesto contemporaneo a causa della maggiore rapidità decisionale, ha avuto inizio almeno quattro secoli fa. Il sistema capitalistico mondiale si regge su tre elementi: -un mercato unico in cui vige la regola della massimizzazione del profitto -l’esistenza di sistemi statali protezionistici che ostacolano il libero mercato per favorire le prospettive di guadagno di alcuni gruppi -un rapporto di sfruttamento tra società-stati divisi in tre fasce: centro, periferia e semi periferia

13 Wallerstein e il primato dell’economia-mondo capitalista/2
Conseguenze: -sovrapposizione di uno spazio economico globale ad una frammentazione in stati - incorporazione forzata delle culture locali tradizionali n ella cultura-mondo moderna e reazione di salvaguardia identitaria su base localistica o religiosa -aumento delle distanze tra ricchezza e povertà -ricerca del controllo delle risorse da parte degli stati centrali -contemporaneità di dinamiche di integrazione/interdipendenza e di disgregazione e conflitto generate dai flussi migratori necessari alla coerenza del sistema mondo Critiche: -spiegazione monocausale di natura economicistica -difficoltà di interpretazione sul piano storico-empirico - poca considerazione per lo sviluppo di temi globali e cosmopolitici relativi alla società civile globale -poca considerazione delle dinamiche di mutamento dello stato pensato come fisso e immutabile

14 Robertson: la glocalizzazione/1
Le teorie sulla modernizzazione degli anni Sessanta: - la teoria della convergenza e quella dell’invarianza: - convergenza tecnologica ed economica - divergenza nelle relazioni sociali - immutabilità culturale Intensificazione delle dipendenze reciproche = fine del modello dei mondi separati; consapevolezza che il mondo intero è ormai un solo luogo Persistenza di fattori socioculturali identitari ma al tempo stesso globali (religione) R. distingue tra glob in atto e glob appresa (riflessa dei media) come due facce della stessa medaglia Secondo lui la ‘nuova’ società si caratterizza nell’attenzione desta e nella consapevolezza della globalità e della fragilità di questa conditio humanitatis Sociologia e Relazioni Internazionali - Ambiti di studio contemporanei essenziali della globalizzazione: differenze culturali, etnicità, nazionalismo, comunitarismi, fondamentalismi - La globalizzazione non è solo generazione di interdipendenze ma anche produzione transculturale di comportamenti e di simboli - Punto fondamentale di Robertson: locale e globale non si oppongono, anzi il locale costituisce un aspetto del globale, tanto che la globalizzazione è in realtà una glocalizzazione

15 Robertson: la glocalizzazione/2
Parallelo con il rapporto individuo-società - La glocalizzazione sottintende l’impossibilità di conoscere il mondo attuale senza considerare le tematiche di interconnessione culturale Secondo R. il focus sulla cultura distingue la soc della globalizzazione da teorie come il sistema-mondo o il McMondo Critica principale:poco sforzo empirico,

16 Robertson: la glocalizzazione/3
Secondo R il glocalismo consente di spiegare alcune dimensioni paradossali dei processi globali -Universalismo e particolarismo = l’unificazione su scala mondiale di comportamenti e istituzioni e la contemporanea riscoperta delle culture e identità locali (pensa globale\agisci locale) -legami e frammentazioni = creazione di nuovi legami transnazionali (di cultura, di valori, di istituzioni, di lavoro) e di nuove dinamiche di frammentazione (della sovranità, delle comunità, di istituzioni sociali) -centralizzazione e decentralizzazione = accentramento di capitali, poteri, informazioni, conoscenze e ricchezza, ma anche decentramento decisionale, modellamento locale di spazi sociali, ridefinizione delle collettività verso l’alto o verso il basso -conflitto e accordo = aumento delle potenzialità di conflitto generata dalle accresciute capacità di un gran numero di attori globali (e disflitto ed esclusione di chi è privo di forza di acquisto) e nuove possibilità di accordo dovute alla crescita di una opinione pubblica mondiale, di una civilizzazione globale, consapevole di condividere un destino comune.

17 Giddens. Globalizzazione e tarda modernità/1
Per Giddens la globalizzazione è direttamente legata alla modernità. Alla Postmodernita preferisce la modernità radicalizzata intesa come intensificazione delle relazioni sociali mondiali. Globalizzazione come interdipendenza tra luoghi lontani (connettività complessa). Confronto continuo e connesso tra globalizzazione disaggregante e locale riaggregante modelli interpretativi della globalizzazione 1. estensione delle 4 dimensioni della modernità e della società-stato - sorveglianza, - capitalismo, - potere militare, - industrialismo sociale alla società internazionale - norme sovrastatali, - neoliberismo transnazionale, - interventismo militare internazionale, - divisione internazionale del lavoro

18 Giddens. Globalizzazione e tarda modernità/2
2. percezione organizzazione delle categorie di spazio, tempo, luogo, distanza e prossimità. - maggiore dinamismo contemporaneo attraverso lo svuotamento di tempo e spazio che non coincidono più necessariamente. Il luogo come contesto fisico di interazione è separato dallo spazio - fonti di disaggregazione: emblemi simbolici (elementi di scambio con valore standard) sistemi esperti (professionalizzazione dei contesti sociali, anche delle relazioni) conseguenze della globalizzazione -glob come società post-tradizionale: la tradizione controlla lo spazio attraverso il tempo, la globalizzazione controlla il tempo annullando lo spazio: è azione a distanza - nuovo individualismo: soggetti più in grado di scegliere il proprio destino - problemi sociali, ecologici, demografici, di divario nord-sud del mondo - la democrazia: stati svuotati dai poteri tradizionali e democrazia inadeguata alle possibilità di trasparenza e di partecipazione attiva offerte dalle nuove tecnologie

19 Baumann e la modernità liquida
Modernità pesante legata a un territorio, modernità liquida svincolata dalle sovranità -Globalizzazione = compressione del tempo e dello spazio che divide gli individui in due categorie operando una stratificazione sociale su scala planetaria tra ricchi e globalizzati e poveri e localizzati. Globalizzati: possibilità di movimento fisico e virtuale Localizzati: stanzialità forzata Cause e conseguenze: sviluppi della tecnica nei campi del trasporto e dell’informazione riducono le distanze e garantiscono mobilità senza precedenti; si crea una nuova elite mondiale fondata sulla mobilità (elite mobili). I localizzati sono ineluttabilmente legati al territorio. I globalizzati vivono nel tempo e annullano lo spazio, i localizzati vivono nello spazio e non possono controllare il tempo. Per Baumann essere localizzati nel mondo contemporaneo equivale a degrado e inferiorità sociale I proprietari assenti -le nuove elite fondate sulla mobilità sono indipendenti dai poteri territoriali e non hanno responsabilità nei confronti della dimensione locale. -Nella modernità pesante esisteva un rapporto tra capitale e lavoro locale, tra hardware, ricchezza e territorio; nella modernità liquida questa relazione è spezzata - Le nuove elite mobili sono deresponsabilizzate potendo investire ovunque, spostando i capitali a seconda della convenienza, e sfuggendo al potenziale conflitto con le comunità locali.

20 Baumann e la modernità liquida\2
La crisi dello stato nazione -gli stati non hanno sufficientemente potere per resistere ai mercati finanziari globali (rimedio per Beck: il superstato), mentre i decisori politici non possono sfuggire ai vincoli con il territorio e le comunità locali di elettori -Per Baumann questa impotenza degli stati si traduce in un crollo della sovranità e del potere costituito legittimato -Le dinamiche del neoliberismo pretendono uno stato debole e leggero poiché la frammentazione politica e la globalizzazione economica sono giudicati complementari. -I conflitti interni su base etnica non sono una minaccia per l’ordine economico globale: più gli stati sono piccoli più sono inefficaci di fronte a tale ordine

21 Baumann e la modernità liquida\3
Ordine locale e caos globale -Il sistema globalizzato tende a destrutturare la forma regolativa statuale - le elite mobili non vogliono gestire il territorio, il loro potere non richiede il controllo costante, l’esercizio della sovranità e la costituzione del legame che rendeva inseparabili governanti e governati. -lo stato leggero, aperto alle forze neoliberiste, esercita un potere leggero apparentemente poco repressivo, ma in realtà terrorizzante, attraverso lo smantellamento del welfare e il passaggio al “workfare state” basato sul lavoro deregolamentato, sulla precarietà e sull’insicurezza legata alle flessibilità. -le conseguenze possono generare disintegrazione del tessuto sociale, devianza, criminalità e violenza urbana. -diminuiscono le spese per i servizi sociale e aumentano quelle per la sicurezza riflettendo uno stato leggero pronto a controllare la popolazione povera criminalizzando la povertà o minacciando l’esclusione attraverso il precariato come formidabile strumento di controllo sociale. -per Baumann tutto ciò segna il passaggio dallo stato sociale allo stato penale neoliberista e, soprattutto l’avvento della mancanza del futuro: l’individuo sente di non avere più presa sul mondo globale

22 Baumann e la modernità liquida\4
La sicurezza insicura: -fine della sicherheit come sicurezza centrata su tre diversi significati: 1. fine della sicherheit come fine della sicurezza esistenziale: fine del senso di stabilità e affidabilità del mondo sul piano delle abitudini e delle competenze acquisite 2. fine della sicherheit come fine della certezza: fine della prevedibilità razionale nelle scelte quotidiane (la rete di aspettative dell’interazionismo simbolico) 3. fine della sicherheit come fine della sicurezza personale: incapacità di difendere il proprio ‘io esteso’ inteso come corpo, famiglia e proprietà -tuttavia questa condizione non porta a sollevazioni contro la globalizzazione: il disagio e il dissenso sono diffusi ma dispersi nell’incapacità di identficare dei responsabili certi da colpire. Identità e nostalgia della comunità impossibile: -L’individuo cerca di placare le proprie ansie nell’appartenenza identitaria e nel ritorno alla comunità che non è più quella di Tonnies. - E’ una comunità di identici che esclude le diversità e le differenze -lo straniero ostile ‘sempre alla porta di casa’ viene respinto da comunità di identici alla ricerca non di un capro espiatorio (scapegoat) ma della possibilità di esercitare lo scapegoating: trovare un pretesto per cui combattere per dare senso all’agire individuale -l’autodifesa comunitaria, che diviene pulizia etnica e razzismo nelle forme più acute, nasce dal bisogno ‘della casa sicura’ basato sulla necessità di riempire il vuoto lasciato dallo spazio pubblico Polis privatizzata e società individualizzata -divaricazione costante tra stato politico e società civile -richiesta di libertà e contemporanea apatia nei confronti degli interessi generali -Per Baumann il neoliberismo genera stati minimi in cui cittadini apatici si fondono con uno stato incapace di favorire il bene comune

23 Ulrich Beck e la società del rischio
- La società industriale avanzata è contrassegnata da: - crisi delle certezze scientifiche, sociali, ideologiche - un policentrismo socioculturale che mina l'autorità delle istituzioni ma anche la fondatezza di qualsiasi punto di riferimento. Questa situazione genera disorientamento, perdita di controllo della realtà, che si ritraducono in una condizione di debolezza, e quindi di “rischio”. - La postmodernità è una "società del rischio“: caratterizzata da una serie di rischi sia individuali che globali che derivano dalla complessità sociale e dalle sue multiformi manifestazioni. - I rischi globali: rischi ambientali (l’effetto serra e le sue conseguenze metereologiche), rischi bellici (il terrorismo internazionale), rischi alimentari (il problema della “mucca pazza” o degli organismi geneticamente modificati), rischi nucleari (Chernobyl), rischi sociali (sommosse, fame, persecuzioni politiche e religiose) rischi sanitari (AIDS, H5N1 e SARS) emergono dalle condizioni stesse dello sviluppo post-industriale e che costringono ad una revisione dell'idea sostanzialmente ottimista e positiva del modernismo. - Il rischio come segno distintivo e misura dell'incertezza dell'età post-moderna: i rischi sociali, politici, ecologici e individuali eludono progressivamente il controllo delle istituzioni protettive della società industriale. - La velocità con cui si susseguono le innovazioni, ma anche l’estendersi del numero degli eventi che possono essere considerati “critici” per gli equilibri internazionali, non consentono alla società di rispondere tempestivamente in modo appropriato, né di controllarne gli effetti.

24 Ulrich Beck e la società del rischio\2
□ Il modello triadico □ Il cosmopolitismo: l’importanza del riconoscimento della pluralità dall’era del “o..o” all’era dell’”e” che sottintende coesistenza e inclusione del terzo □ Prima modernità o modernità semplice: società industriale e realtà lineare, percorsi di vita identificabili e stratificazione sociale organizzata □ Seconda modernità o Modernità riflessiva, intesa una società che è il “riflesso” della precedente, ma ha perso i caratteri di linearità e coerenza della precedente ed è priva di razionalità non vedendo i pericoli che produce


Scaricare ppt "DALLA SOCIETA’ INDUSTRIALE ALLA SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE"

Presentazioni simili


Annunci Google